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giovedì 26 maggio 2016

Ricostruzione fantastica e altro

Le notizie interessanti si susseguono e oggi proverò a seguirle (più brevemente del solito) tutte.

La prima è sull'evoluzione della vicenda Stefano Feltri – TTIP (v. Giovane mistero).
Stefano Feltri due giorni fa è tornato sull'argomento difendendo gli arbitrati che dovrebbero stabilire chi, fra uno Stato o una multinazionale, ha ragione. Feltri spiega che se uno Stato cambia le proprie norme interne per svantaggiare una specifica industria estera allora è giusto (e normale) che questa possa rivolgersi non ai tribunali di detto paese (che sarebbero influenzabili) ma da un arbitro esterno. Comunque le argomentazioni di Feltri si possono leggere direttamente nel suo articolo: Ttip, davvero saremo colonie delle multinazionali con gli Isds?

L'articolo di Feltri mi ha colpito non tanto per il suo contenuto quanto per il fatto stesso di essere tornato ad addentrarsi su un campo minato, quello della difesa del TTIP, che oltretutto non è ben recepito (eufemismo) dai lettori del Fatto Quotidiano. Perché l'ha fatto? Io credo che questa sua iniziativa ne dimostri la buona fede: Feltri è realmente convinto della, almeno potenziale, bontà del TTIP. Però è anche un'azione sintomatica di una certa superficialità: le argomentazioni di Feltri sono infatti completamente demolite da un altro articolo dello stesso giornale che risponde punto per punto al vicedirettore. L'articolo in questione è Ttip: caro Feltri, contro gli investitori i governi non vincono mai a cura del comitato “Stop TTIP” del quale consiglio vivamente la lettura per rendersi conto degli orrori e delle oscenità antidemocratiche e liberticide a cui andiamo allegramente incontro.
La demolizione del pezzo di Feltri è così totale che il suo editoriale, dopo nemmeno due giorni (oggi è il 25 mattina), è già sparito dalla prima pagina!

Viaggiando esclusivamente di fantasia ho ideato una ricostruzione fantastica per spiegare e interpretare il comportamento di Feltri.
Inizio ricostruzione fantastica.
Feltri, per lavoro ma anche per amicizia e storia universitaria, ha modo di parlare del TTIP con molte persone (mi immagino finanzieri, e rampolli tipo la Maria Elena..) vicine ai “poteri forti” (che non esistono!) e che sono, con diverse sfumature, magari specificatamente nel proprio ambito di competenza, favorevoli a tale accordo. Feltri, che si fida del parere di queste sue conoscenze, si fa un'idea sostanzialmente positiva del TTIP pur non avendolo mai studiato nel dettaglio né, probabilmente, avendo letto nel dettaglio le argomentazione di coloro che sono contrari a esso (intendo quelle ben motivate non i “comploddi” da FB...). Magari ha chiesto di volta in volta il parere di un amico “esperto” su un particolare tema ricevendo risposte “No, non è così perché il PE ha scritto nelle sue raccomandazioni XXX, YYY, etc...”
Quando poi Feltri ha visto la trasmissione di Crozza si è indignato e ha pensato “questa disinformazione è intollerabile!” e ha scritto l'articolo dove accusava il comico di superficialità.
Alle proteste dei lettori sui pericoli del TTIP ha pensato bene di far presente a tutti il documento con le raccomandazioni del PE: così ha chiamato l'amico che gliene aveva parlato e si è fatto mandare il collegamento. Ha letto il documento appuntandosi qualche punto significativo e ci ha scritto il secondo pezzo.
Suppongo poi che, leggendo i commenti ricevuti, gli sia balzato agli occhi il riferimento alla perdita di sovranità nazionale legata agli arbitrati. Anche di questo argomento aveva sentito le difese proveniente dal milieu dei “poteri forti”, trovate evidentemente molto convincenti, e ha così deciso di scrivere un nuovo articolo incentrato su questo tema.
Nel frattempo però gli articoli di Feltri erano arrivati all'attenzione di esperti del TTIP (e a esso contrari) e sono fioccati gli articoli che smontano le sue ricostruzioni: oltre all'articolo del comitato “Stop TTIP” oggi in prima pagina c'erano altri due editoriali contrari al TTIP.
A questo punto Feltri, che non è uno stupido, ha iniziato ad avere più di qualche dubbio e, per prima cosa, ha fatto sparire dalla prima pagina il proprio editoriale.
Probabilmente adesso sta chiedendo il parere dei suoi “amici esperti” della materia per vedere se e come è possibile ribattere agli articoli che ribaltano le sue tesi. Io credo che, dovendo scendere nel dettaglio, si renderà conto che effettivamente il TTIP è molto peggio di quanto pensasse: e a questo punto vedremo Feltri di che pasta è fatto. Io vedo tre possibilità: 1. difesa che si arrampica sugli specchi (improbabile perché anche questa verrebbe facilmente smontata: se Feltri è intelligente sceglierà un'altra opzione); 2. Silenzio, basso profilo: magari aspettare i nuovi sviluppi per cambiare la propria versione; 3. Ammissione di superficialità seppure in buona fede.
Io credo che sceglierà la seconda opzione...
Fine ricostruzione fantastica.

L'altro argomento del giorno avrebbe dovuto essere il “contratto” fra la Raggi e il M5S (v. Roma, contratto Raggi-M5S finisce in tribunale: presentato ricorso di AdnKronos.
In pratica su alcune questioni “complesse” la Raggi dovrà consultare, per contratto, un piccolo comitato di figure di “garanzia” che fanno riferimento a Beppe Grillo e alla Casaleggio e associati.
Per motivo di spazio non voglio entrare nel merito se non su quello che mi pare il punto più importante. Molti simpatizzanti pentastellati nei loro commenti scrivono che questo contratto è un bene perché tutela chi vota la Raggi dal pericolo che questa poi “tradisca” il movimento; in altre parole vedono questo contratto non come un'ingerenza ma come una sorta di “garanzia”.
Il problema però è un altro: la Raggi, se diverrà sindaca di Roma, lo sarà di tutti i cittadini e, se per chi l'avrà votata tale contratto sarà una “garanzia”, per chi non lo farà sarà invece una minaccia di interferenza indebita. L'azione legale non è volta quindi a tutelare gli elettori del M5S ma tutti gli altri. L'argomentazione che la Raggi, in quanto avvocatessa, sa bene cosa abbia firmato è irrilevante: come spiegato l'azione legale non vuole tutelare la Raggi, che sicuramente sa quello che fa, ma i cittadini che, pur non avendo votato il M5S, potrebbero ritrovarsela come sindaca.
Personalmente, per quanto non sia assolutamente un esperto di legge, sono convinto che ci siano delle leggi cogenti, ovvero inderogabili anche da un accordo privato fra le parti, e credo che la totale autonomia di un amministratore pubblico nell'esercizio delle sue funzioni da un'azienda privata rientri fra queste. E probabilmente lo sa anche la Raggi...

Volevo poi tornare anche sul caso Pizzarotti. Per non dilungarmi troppo vorrei far notare come, la sospensione/espulsione, abbia fatto perdere terreno nei sondaggi al M5S proprio prima delle elezioni. Un'azione di questo tipo è spiegabile solo con la volontà di non vincere.
Colpisce poi che la decisione dell'espulsione sia stata presa dal non eletto, figlio di papà, Davide Casaleggio: alla faccia della trasparenza, delle regole, etc...
Dimenticavo l'articolo di riferimento: Il caso Pizzarotti e la prima decisione da leader presa da Davide Casaleggio.
Questo potrebbe essere poi visto come il primo atto di “guerra” fra il Casaleggino e il direttorio. Come avevo previsto (v. Il dopo Casaleggio) da una parte c'erano le dichiarazioni almeno attendiste dei membri del direttorio, dall'altra, suppongo con pezzo sul “Blog di Beppe Grillo”, l'iniziativa di Casaleggio.

Infine lo Statuto del M5S: dopo anni di “Non Statuto” finalmente c'è n'è uno vero.
Ecco l'articolo dove è pure visionabile il pdf dello statuto nella sua interezza: Ecco lo statuto del M5S.
Passi Grillo (Giuseppe, detto Beppe) come presidente (anche se aveva sempre detto di volere farsi da parte. I fanatici del M5S ne saranno perfino felici: invece di notarne la contraddizione si diranno che questa è una “garanzia”), passi il commercialista (dopotutto il suo è un ruolo tecnico) ma il nipote di Grillo (Enrico Grillo) chi è?! Che ci fa?! Perché?!
Trovo poi piuttosto interessante che non ci sia il non eletto, figlio di papà, Davide Casaleggio: possibile che nella lotta per il potere all'interno del M5S si sia aperto un terzo fronte? Io avevo dato per scontato che Grillo volesse realmente farsi da parte e che si sarebbe limitato a dare una mano al Casaleggino, in nome dell'amicizia col padre, grazie alla sua autorità morale sul movimento. Invece...

Conclusione: sono riuscito a essere sintetico come genuino poliestere al 100%!

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