È risaputo che in Italia i giovani, seppur meritevoli e preparati, non trovano quasi nessuna opportunità lavorativa dignitosa se non hanno alle proprie spalle la raccomandazione giusta. I motivi sono molteplici (crisi, anti-meritocrazia, mentalità che mira a sfruttare piuttosto che puntare sulle risorse umane, etc...) ma la conseguenza principale è che si assiste a una nuova emigrazione dove i giovani più preparati, spesso laureati, se ne vanno all'estero dove possono trovare opportunità ormai semplicemente impensabili in Italia.
Da tempo, per tenermi informato, leggo il FattoQuotidiano.it dove, guarda caso, c'è una rubrica intitolata “Cervelli in fuga” che descrive le esperienze degli italiani emigrati all'estero. Eppure, proprio il FattoQuotidiano.it mi ha presentato un piccolo, anzi un giovane mistero...
L'anno scorso, leggendo gli editoriali, ho infatti scoperto che da qualche tempo il vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano” è un giovane di circa 32 anni, che già nel 2009 (a 25 anni) aveva il coordinamento delle notizie di economia dello stesso quotidiano.
Mi ha incuriosito questo rapido e fulgido esempio di rapida carriera in un settore così competitivo vista la scarsezza di posizioni disponibili.
Ho così provato a fare qualche ricerca in linea per saperne di più su questo giovane brillante: dato il nome, Stefano Feltri, ho subito pensato a una parentela col più famoso Vittorio Feltri ma, dalle poche informazioni trovate, ho scoperto che non è così...
E allora? Cosa distingue questo giovane da innumerevoli altri che vendono articoli ai giornali per poche decine di euro?
L'unica informazione significativa di Stefano Feltri che ho trovato su Wikipedia è la laurea in economia alla Bocconi che, rispetto alle altre università italiane, è sicuramente più cara anche se, apparentemente, non particolarmente formativa (*1). Ho quindi supposto che Stefano fosse un giovane rampollo di “buona famiglia”.
Eppure ho la sensazione che da sola neanche tale prestigiosa laurea sarebbe stata sufficiente a garantirne la carriera: siccome siamo in Italia l'unica spiegazione che mi viene in mente è che abbia potuto godere anche di qualche amicizia importante.
Come mio solito sono passato di sospetto in sospetto e mi sono quindi chiesto quale fosse il suo atteggiamento verso i “poteri forti”. Non trovando informazioni attendibili in linea ho pensato di giudicare basandomi sui suoi articoli (*2) più recenti (quelli del 2016) che si possono facilmente consultare da QUESTA pagina.
Il primo articolo che ho letto è Ue: Renzi-Juncker, il fallimento dei pugni sul tavolo (15 gennaio): interessante e ben scritto. Dà una possibile spiegazione della “strategia” europea di Renzi...
L'articolo successivo Europa, la schizofrenia necessaria (10 febbraio): è un po' il seguito dell'articolo precedente. Non mi piace però la cinica conclusione che sia normale per uno Stato votare in Europa contro gli interessi del proprio paese (vedi “Fiscal compact”).
Seguono lo stesso filone (economico-politico-europeo) gli articoli Bruxelles, fase 2: basta risse. Il piano minimo di Padoan (23 febbraio) e Debito pubblico, Juncker non farà da capro espiatorio (9 marzo).
Finalmente si cambia argomento in Confindustria cambia presidente. Ma per fare cosa? (23 marzo) che però è piuttosto superficiale e sbrigativo.
Probabilmente è molto interessante Banda larga, lo strano asse fra Renzi ed Enel (31 marzo) ma onestamente non l'ho capito! L'ho letto un po' troppo di fretta ed è piuttosto tecnico...
Ad aprile non c'era niente ma finalmente a maggio ho trovato qualcosa di interessante: Luigi Di Maio, il M5s e le logiche del potere (3 maggio). Elenco i punti che mi hanno colpito: 1a. la conclusione che Di Maio non sia controllato dai poteri forti; 1b idem per la Boschi; 2. ironia sui poteri forti e sul complotto “giudo-pluto-massonico” (*3); 3. la normalità della non trasparenza (i colloqui a porte chiuse, regola Chatam House); 4. Fico (M5S) politicamente sprovveduto.
L'articolo fa anche altre riflessioni (ad esempio sulla doppia anima del M5S) ma sono irrilevanti ai fini di questo mio pezzo. I primi tre punti, per quanto assolutamente non prove, sono comunque degli indizi su una certa affinità di pensiero (una comprensione e tolleranza) verso alcuni aspetti dei poteri forti: il muoversi dietro le quinte, i colloqui riservati, l'opinione sulla Boschi...
Il quarto punto (Fico) l'ho invece segnalato solo perché mi ha fatto sorridere: la conclusione di Feltri su Fico non è infatti troppo diversa dalla mia (v. finale di Casaleggio Jr – Pizza e poi?)...
Le promesse in malafede sui voucher (11 maggio): interessante ma irrilevante ai fini di questo mio pezzo.
Ho invece trovato divertente il breve Il Fatto Social Club: in genere Feltri sembra essere piuttosto scettico sull'esistenza dei “poteri forti”, spesso ricorre all'arma dell'ironia per ridicolizzare le teorie sui “complotti” eppure...
...Eppure Feltri, per giustificare come mai i lettori del FattoQuotidiano.it dovrebbero abbonarsi alla versione a pagamento, non riesce a trovare niente di meglio che dire che “Il Fatto Quotidiano” è indipendente proprio da quei poteri forti che non esistono!
Delle due l'una: o era in malafede in questo articolo oppure lo era in tutti gli altri. Per coerenza suppongo sia vera la prima opzione: probabilmente il direttore lo ha chiamato e gli ha detto qualcosa del tipo “Stefano, come vicedirettore dovresti scrivere un pezzo per giustificare l'abbonamento: scrivi che solo noi siamo indipendenti dai poteri forti...”!
E finalmente si arriva all'articolo che ha riacceso il mio interesse per Feltri: TTIP, soltanto propaganda (18 maggio).
In questo breve articolo Feltri si lamenta del fatto che Crozza, nella sua trasmissione comica, abbia disinformato sulla realtà del TTIP. Feltri non fornisce però spiegazioni su quale sarebbe la verità del TTIP e i lettori, nei commenti, lo criticano per questo.
Così in Ttip: cosa c’è davvero nel trattato, al netto delle balle (20 maggio) Feltri risponde ai lettori per giustificare le osservazioni scritte nell'articolo precedente.
Ma il titolo è fuorviante: al momento la bozza del TTIP, sebbene ancora non approvata, parla chiaro. Tutte le grida di allarme che da più parti (vedi questo interessante articolo di Grrenpeace BREAKING! TTIP leaks: Greenpeace Olanda rivela i testi segreti del TTIP) si sono levate sono veritiere. L'unica argomentazione di Feltri è che nessuno dei pericoli segnalati si materializzerà perché il Parlamento Europeo ha scritto un documento (vedi QUI) con raccomandazioni, vincolanti per la Commissione che sta trattando l'accordo, che vanno proprio a correggere i punti più controversi del TTIP. Feltri dice che se la Commissione accetta un accordo che viola queste raccomandazioni allora il Parlamento Europeo non lo sottoscriverà votandolo.
Le mie obiezioni al riguardo sono molteplici.
1. Al momento la bozza dell'accordo continua a comprendere tutti i pericoli segnalati da più parti: se le raccomandazioni del PE sono così “vincolanti” perché tali punti non sono già stati eliminati e, invece, evidentemente se ne discute ancora?
2. Le raccomandazioni, in quanto tali, non possono essere vincolanti: il PE in pratica dice “cercate di ottenere XXX, YYY e ZZZ...” ma un accordo, in quanto tale, è frutto di un compromesso. Sicuramente l'Europa non otterrà XXX, YYY e ZZZ ma solo XXX e poi VVV e KKK.
3. Si presume che i parlamentari europei si leggano tutto il trattato TTIP e poi votino secondo coscienza piuttosto che, semplicemente, ubbidire agli ordini di voto degli Stati d'appartenenza. Semplicemente inconcepibile.
Con questo articolo Feltri dimostra di essere sommamente ingenuo oppure in malafede.
La mia conclusione è non conclusiva: credo che per formazione (insegnamenti università Bocconi, ma anche con le sue frequentazioni e amicizie) Feltri sia vicino come pensiero ai “poteri forti” anche se forse non crede che esistano come entità a sé stanti.
Per questo motivo Feltri dà il meglio di sé quando può scrivere di Renzi e bacchettarne tutti i suoi pasticci; al contrario deve mangiare la foglia, quasi censurarsi, quando affronta altri temi perché i lettori del Fattoquotidiano sono di opinioni molto diverse dalle sue. Sul TTIP si è lasciato scappare un commento favorevole (anzi, lui ha scritto di essere “neutrale”...) ed è subito arrivato un maremoto di commenti indignati...
Credo che la verità su Feltri la vedremo nei prossimi anni: mi è parso abbastanza intelligente e informato per rendersi conto, nel giro di una decina d'anni, di quello che sta succedendo: allora vedremo se cercherà di smascherare la politica che va contro i cittadini oppure se ne diventerà complice con giustificazioni spurie. Anche nel caso che Feltri venga “promosso” al Corriere, Repubblica, RAI o Mediaset avremo ugualmente la nostra risposta senza bisogno che egli scriva nulla!
PS Suggerirei a Stefano Feltri di dare un'occhiata agli automi cellulari: lo aiuterebbero a capire come mai i “poteri forti” possono esistere senza bisogno di una struttura centrale che li guidi.
Nota (*1): Vedi la sezione sulle “controversie” sulla Bocconi e varie “voci” in rete...
Nota (*2): In realtà ho visto anche il video di un suo intervento pubblico (piuttosto interessante) su Youtube: mi ha dato l'impressione di un ragazzo timido (non deve essere un caso la mancanza di informazione personali in rete) ma anche preparato e intelligente.
Nota (*3): La sola menzione mi insospettisce: in un vecchio gioco in spagnolo i personaggi che più spesso ti tradivano erano marcati dalla scritta Habla de lealtad...
Politicizzazione (s.f.)
35 minuti fa
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