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martedì 4 luglio 2017

PV

Ieri è morto Paolo Villaggio: non ho voluto leggere nessun articolo commemorativo per non farmi influenzare ma, suppongo, sarà stato esaltato come uno dei massimi comici italiani...
Però in famiglia avevo almeno due-tre parenti che non lo sopportavano per niente anche se a me da bambino, diciamo fino all'adolescenza, piaceva molto.
Più o meno alla fine del liceo giunsi alla seguente conclusione: Villaggio non era un grande artista ma aveva avuto un'unica magnifica intuizione: il personaggio di “Fantozzi”. Lui si era specializzato su questo ruolo e lo faceva bene. Ritenevo quindi Villaggio un grande artigiano, non un grande comico, e questa è ancora la mia opinione.

PS: cosa non piaceva ai miei parenti? Che la sua caricatura dell'italiano medio era troppo simile a quello reale per essere divertente: mia mamma, ad esempio, diceva che le avventure di Fantozzi la facevano piangere non ridere.

Avversativa - 5/7/2017
Lo dice l'ubriacone quando non è d'accordo:
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berò...

Donnarumma - 8/7/2017
Da quando Donnarumma ha accettato di rinnovare, almeno su Sky, sta venendo dipinto come il bravo ragazzo della porta accanto che, per continuare a indossare la maglia della propria squadra del cuore, ha rinunciato, almeno così ci viene detto, a un mega ingaggio del Paris Saint-Germain accontentandosi dei miseri 5-6 milioni di euro offertigli dal Milan.
A me però più che un santo sembra un miracolato...

Dormito male - 14/7/2017
Sproverbio: La notte porta zanzare.

Finalmente! - 15/7/2017
Finalmente un buon libro di fantascienza: da qualche anno tutte le mie nuove letture in tale genere si erano rivelate un po' deludenti invece Gravità zero di Lois McMaster Bujold, Casa Editrice Nord, 1990, trad. Maria Cristina Pietri, vincitore del premio Nebula 1989, è stata una lieta sorpresa.

L'ambientazione è solida e realistica, i personaggi sono ben delineati e il ritmo è un continuo crescendo. Ecco, volendo trovarci un difetto, manca forse un colpo di scena importante.

Ma è la trama, la sua idea principale, che mi è piaciuta molto e mi è sembrata oggi molto più attuale che trent'anni fa. Senza entrare nei dettagli descrive la mancanza di morale di una multinazionale (beh di una multiplanetaria sarebbe più corretto!) devota solo al profitto, con i singoli impiegati complici o impotenti. Per i miei amici ingegneri: il protagonista è un ingegnere che fa l'ingegnere!

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