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martedì 21 ottobre 2014

L'ultimo tabù

Come si capisce avendo la pazienza di leggere il pezzo Una cronistoria, i miei dubbi sui “vertici” del M5S sono andati, in particolare a partire dalla primavera 2013, sempre crescendo.
Inizialmente pensavo che il voler mantenere il controllo del movimento separato dalla base fosse una precisa scelta strategica fatta in buona fede; adesso sono invece dell'opinione che tale scelta sia stata fatta ma non in buona fede ma solo per stupidità o, peggio, interesse.
Pensavo che lo “Staff” volesse mantenere il controllo del movimento per dargli un indirizzo politico ben preciso invece no: l'unico “indirizzo politico” è l'immobilismo, il limitarsi alle inutili proteste in parlamento e agli “schiamazzi” in rete.

In questa brutta situazione, in cui si fa il contrario di ciò che sarebbe utile, avevo sempre sospeso il giudizio su Grillo: lo ritenevo informato e consigliato male, senza contatti con gli attivisti e i loro problemi e, nel complesso, un visionario con grandi idee ma non attento ai particolari concreti.

Ora però non la penso più così: oramai anche i sassi si rendono conto della situazione e che non sia possibile continuare in questa maniera. Quindi anche Grillo sa.

Alla luce di questa nuova consapevolezza ho ripensato al suo comportamento passato e molte cose adesso mi sembrano più chiare.

Tutto inizia con la manifestazione improvvisata a Roma per l'elezione di Napolitano: nonostante non fosse stata minimamente pianificata c'era stata un'improvvisa e spontanea sollevazione popolare. All'epoca ero preoccupatissimo (v. Situazione Roma) per possibili disordini, magari causati da provocatori, ma nel complesso fu una dimostrazione di forza impressionante.
Da allora più niente: non un corteo, non un protesta di piazza... eppure di opportunità ce ne sarebbero state tante...

Si arrivò alla manifestazione di Genova di dicembre (v. Il mio V-Day) che ebbe il grande pregio di riunire con video e interventi di persona un gran numero di intellettuali di molte nazioni. Addirittura era previsto un collegamento con Assange che però poi saltò... Comunque mi sembrò un piccolo passo avanti: un'aspirazione a internazionalizzarsi molto positiva.

Poi però ci fu il messaggio di fine anno (2013-2014) di Grillo: un discorso deludente e sottotono. Ciò che però mi colpì fu quella che allora mi sembrò stanchezza. Ora, col senno di poi, la vedo come tristezza: la consapevolezza di una persona onesta che sa di tradire ciò in cui credeva e la fiducia di milioni di italiani.

La mia conclusione è che qualcosa successe sia dopo la manifestazione di Roma che quella di Genova: non so chi e quale tipo di pressioni (non escludo regie internazionali) siano state fatte su Grillo ma gli deve essere stato esplicitamente proibito di “giocare per vincere” e per questo, come effetto collaterale, niente più manifestazioni di piazza che avrebbero fatto crescere troppo il consenso popolare.

Fatto sta che da allora è stato un continuo darsi zappate sui piedi a partire dalle espulsioni di marzo: non giustificate, intempestive, mal gestite e autolesionistiche. Campagna per le europee tutto sommato in sordina. Soprattutto è continuato l'isolamento del M5S dai reali problemi del paese: proteste tutte legittime sugli obbrobri del governo Renzi ma assolutamente circoscritte in aula e in rete. Mai fra le persone comuni in piazza. Pura follia per un movimento fatto di persone comuni.

Quest'anno non sono andato alla manifestazione a Roma ma ho ascoltato il discorso di chiusura di Grillo fino all'ultimo sperando in fondamentali quanto improbabili annunci di cambiamento: invece no, a parte gli accenni a Renzi, sembrava di ascoltare un comizio del gennaio 2013...
Ma alcune parole mi hanno colpito, anzi, non sono state le parole a colpirmi quanto il tono di voce con cui le ha pronunciate. Disse qualcosa come “Stavolta me lo sento dentro: è la volta buona e ci prenderemo l'Emilia Romagna e la Calabria!”. Ma non era il tono di chi ci credeva: mi sembrò una bugia detta di malavoglia. Mi suonò come uno “Scusatemi ma devo prendervi in giro...”

Queste cose le pensavo già da un paio di giorni. Ieri poi è giunta la notizia dell'espulsione dei quattro attivisti colpevoli di aver esposto uno striscione alla manifestazione di Roma.
Allora le ipotesi sono due: o alla guida del M5S c'è un demente (in questo caso il primo sospettato è sempre il figlio di papà) oppure si cerca volutamente, come lo scorso anno, di prepararsi al peggio alle prossime elezioni regionali.

Io inizio a temere che entrambi le ipotesi possano essere contemporaneamente vere...

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