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lunedì 13 ottobre 2014

FNHM 7/?

Come spiegato nel corto Aborto tragedia avevo già iniziato a scrivere questo pezzo ma persi tutto...
Siccome sono pigro e odio ricominciare da capo sarò estremamente breve nel riassumere quanto avevo scritto.

Avevo ripetuto le definizioni/associazioni di apollineo e dionisiaco, aggiungendone di nuove in neretto, per evidenziare quanto siano concetti proteiformi. Ecco qui:
Apollineo= sogno, solare, fantasia, facoltà figurative, calma, moderazione, principium individuationis dell'uomo, gioia, saggezza, bellezza, musica lieve e appena accennata (cetra), illusione, sereni miraggi, ingenuità artistica, immedesimazione bellezza con apparenza, misura/moderazione;
Dionisiaco= ebbrezza, deindividuazione, ritorno alla natura, caduta barriere e inibizioni, armonia universale, musica potente che scuote l'anima, eccitazione, esaltazione, titanico, barbarico, dismisura/eccesso, canzone popolare.

Nel concreto uno dei concetti base di Nietzsche è che la vita è un tormento, una lunga passione che la Natura deve in qualche modo convincere l'uomo a sopportare.
L'apollineo fornisce una maniera: la vita serena degli dèi è come un paravento che nasconde le brutture della realtà. È un'apparenza che inganna l'uomo illudendolo che il buono e il bello prevalgano e che la vita sia sommamente degna d'essere vissuta.
Il dionisiaco raggiunge lo stesso scopo in maniera diversa: nell'ebrezza l'individualità si perde nell'uno originario. Ogni preoccupazione, ogni dolore evapora e viene scordato.

Fondendo insieme questi due elementi l'effetto finale è massimizzato. Nietzsche prende l'esempio del poeta greco Archiloco: egli annullando se stesso entra in contatto con la natura e con l'essenza delle cose, ma è però grazie all'elemento apollineo che riesce a esprimere in poesia questi concetti.

Altro elemento fondamentale è la relazione che esiste fra musica e parola. La musica è un altro linguaggio col quale è possibile esprimere la realtà: è quindi uno strumento potentissimo che può spalancare porte su paesaggi altrimenti invisibili. La parola a sua volta può limitarsi all'ingenua descrizione, all'apparenza, al superficialmente bello (poesia epica) oppure può scavare nel fondo buio dell'animo collettivo estraendone immagini profonde e universali (poesia lirica).
Quando poesia e musica si accompagnano i loro effetti si rafforzano vicendevolmente specialmente se si inseguono fra loro: ovvero se la poesia cerca di raggiungere l'immagine musicale e la musica l'espressività della parola.

A questo riguardo Nietzsche fa l'esempio della musica sinfonica di Beethoven: tutti sono in grado, ascoltando la sua musica, di intravedere immagini fantasmagoriche ma queste visioni sono spesso in contrasto fra loro. Ogni ascoltatore infatti, non essendo guidato dalla poesia lirica, le interpreta soggettivamente. Contemporaneamente anche la poesia, con le sue sole forze, non è in grado di raggiungere l'effetto prodotto dalla musica né di arricchirne il contenuto.
Nietzsche scrive «Tutta questa dissertazione ha un punto fermo, che cioè la lirica è strettamente legata allo spirito della musica, mentre la musica stessa, nella sua totale illimitatezza, non abbisogna dell'immagine e del concetto, ma li tollera soltanto accanto a sé. La poesia del lirico non può esprimere nulla che non fosse già implicito nella musica.»

Uhmm... sto procedendo troppo lentamente: non ricordo esattamente quali e quanti altri passaggi intermedi ci siano ma la conclusione di Nietzsche è che la fusione perfetta fra musica e poesia, fra elemento dionisiaco e apollineo, la si ha nell'antica tragedia greca.
Nietzsche analizza poi nel dettaglio (e a mio avviso abbastanza arbitrariamente) come e perché la tragedia realizzi, da un punto di vista tecnico, il suo scopo. Ad esempio lo spettatore è portato ad annullarsi nel coro dei satiri (elemento dionisiaco) e quindi scende (o sale) a un livello di consapevolezza più profondo che lo rende più sensibile alle immagini dei miti (gli attori che recitano) che vede.
La tragedia è infatti in grado di fornire il massimo conforto metafisico (su come la vita nel fondo delle cose sia potente e lieta) proprio grazie all'opera di spersonalizzazione del coro che permette allo spettatore di percepire questa rassicurazione con “corporea evidenza”.

Ecco qui interrompo il mio commento a La nascita della tragedia per fare un passo indietro a FNHM 2 e FNHM 1. In questi due pezzi raccontai, senza spiegare cosa c'entrasse, un fenomeno che mi coglie con relativa facilità: camminando fra la gente, specialmente ascoltando della musica col mio lettore MP3, tendo a osservare le persone in maniera distaccata, come se mi allontanassi sempre di più da me stesso.

Alla luce di quanto ho scritto dovrebbe essere chiara la relazione che vedo fra questo fenomeno e quanto descritto da Nietzsche. È la musica che mi porta a estraniarmi, anzi è il catalizzatore che facilita enormemente questo processo: da una parte togliendo una dimensione di realtà a quanto vedo intorno a me e dall'altra, come spiegato benissimo da Nietzsche, distraendo la mia individualità nel vortice dei suoni.
E le immagini che mi colpiscono, nell'esempio di FNHM 2, la coppietta di innamorati e il padre con i bambini cosa sono se non semplici miti?
Certo a queste mie visioni di attori involontari accompagnati dalla musica degli auricolari manca l'elemento della parola lirica: in questo caso faccio da solo e accompagno immagini e suoni con il monologo della mia coscienza.
Probabilmente è per questo che la sensazione che più spesso né ricavo è di malinconia piuttosto che di sollievo: è l'effetto dei miei pensieri che mi trasporta su questi lidi solitari piuttosto che su assolate spiagge.

Conclusione: e con questo pezzo arriviamo alla spiegazione dell'HM del titolo: HM sta per Heavy Metal certamente la mia musica preferita. Sono sicuro che la forza dei suoi ritmi sia puramente dionisiaca ma che nelle melodie e negli assoli non manchi l'elemento apollineo. Sicuramente anche Friedrich Nietzsche sarebbe stato un appassionato di heavy metal!

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