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giovedì 30 ottobre 2014

I novelli pretoriani

La storia si ripete o, meglio, si ripetono delle analogie che vanno sapute cogliere e inquadrare correttamente.
L'uomo di adesso e quello di duemila anni fa sono biologicamente uguali: metteteli nella stessa situazione e si comporteranno in maniera simile. E se gli uomini sono uguali allora anche come interagiscono fra loro e in specifiche situazioni non può cambiare troppo: ecco che abbiamo le analogie storiche.

Negli scorsi mesi ero molto stupito per il comportamento di Renzi: in particolare mi aveva colpito come si fosse messo contro le forze dell'ordine quasi sfottendole.
Mi sembrava paradossale che si prendesse gioco della principale protezione fra il suo metaforico culo e una metaforica pedata.

Nell'antichità infatti, gli imperatori per consolidare il proprio potere e mettersi al riparo da sommosse popolari crearono i pretoriani: un corpo militare alle dirette dipendenze dell'imperatore e che aveva il privilegio di risiedere a Roma. Durante la repubblica infatti si era pensato bene di vietare alle legioni di avvicinarsi alla capitale: si era consci infatti che il comandante di tale forza avrebbe potuto rovesciare l'ordine “democratico” del tempo.
Col tempo l'influenza dei pretoriani crebbe sempre di più e gli imperatori dovettero pagarsi a prezzo sempre più caro, con regalie e privilegi vari, la loro fedeltà. Addirittura in certi periodi i pretoriani misero in vendita la carica di imperatore al miglior offerente...
In seguito ci fu un'ulteriore evoluzione e l'imperatore venne proclamato dalle potenti legioni di stanza sul Reno: soldati addestrati alla guerra e non alle mollezze della capitale. L'unico problema era che il Reno non era Roma; finché il comandante delle legioni non scendeva in forze in Italia era chiamato ribelle e solo quando, scortato dai suoi soldati, entrava in Senato veniva acclamato imperatore!

Di tutta questa superficiale digressione storica la parte importante è che il potere, perfino nelle cosiddette democrazie moderne, per mantenere l'ordine e il consenso si regge anche sulla forza bruta rappresentata dalle varie polizie. Era quindi paradossale che un primo ministro, che col suo operato si appresta a far divampare il malcontento, snobbasse la polizia forse credendo di potersi affidare soltanto alla sua grande specialità: gli ammiccamenti, le battute e le vaghe dichiarazioni sui media al suo servizio.

Qualcuno più saggio di Renzi devi avergli fatto notare il pericolo: se i soldi per tutti non ci sono tieniti buoni almeno i poliziotti (*1)!

E così è stato: gli unici dipendenti pubblici ai quali è stato rinnovato lo stipendio sono state le forze dell'ordine! Dividi e impera ma non solo...
Ovviamente non si tratta di un caso: semplicemente il governo si prepara a riporre la carota e a usare il bastone; per questo si premunisce contro il prevedibile dissenso.

Da notare ancora una volta l'assenza nelle piazze dell'unica “vera” opposizione, ovvero del M5S: come ho già accennato in passato non è un caso e presto conto di tornarci per spiegare la mia interpretazione poltitica di tale comportamento.

Nota (*1): e state sicuri che i più violenti e meno rispettosi della democrazia verranno promossi e trasferiti a Roma a difesa del potere!

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