Una mia amica mi ha fatto una domandina facile facile: “Ti va di dirmi la tua su cosa secondo te andrebbe fatto per risollevare la situazione economica del paese?”. La sua idea è infatti quella di creare una pagina su FB con delle proposte concrete per affrontare le difficoltà dell'Italia.
Al riguardo non ho mai scritto niente ma comunque era da tempo che ci pensavo. Prendo così l'occasione per iniziare a scrivere non qualche proposta (per queste mi ci vorrà tempo) ma almeno una “premessa” a esse.
La domanda è infatti molto complessa e non ci sono formule magiche che risolvano d'incanto il problema...
Forse, per spiegare questo mio punto di vista, è utile raccontare il seguente aneddoto: per mio diletto, qualche anno fa, andavo in giro a chiedere “Se tu avessi a disposizione una bacchetta magica in grado di risolvere UN SOLO problema dell'Italia, quale sceglieresti?”. Il divertimento stava nel replicare, indipendentemente dalla risposta ricevuta, “ma allora le infrastrutture? La giustizia? La criminalità? La sanità? L'istruzione? La disoccupazione? Le pensioni? L'evasione?”. Insomma, qualsiasi cosa mi venisse proposto, era facile argomentare che c'erano urgenze molto più gravi e convincere di ciò il mio interlocutore.
In realtà il mio obiettivo non era arrivare a stabilire una priorità di interventi ma solamente evidenziare quanto la situazione fosse, e ancora sia, critica: anche il potere di fare un miracolo non basterebbe a salvare l'Italia perché ne servirebbero una dozzina!
In altre parole, dal mio punto di vista, l'Italia versa in condizioni disperate: se io fossi un dottore, e l'Italia una mia paziente, la mia unica prescrizione sarebbe quella di chiamare un prete per l'estrema unzione...
Ma l'analogia non regge perché l'Italia non è una persona ma uno Stato: ecco, è più simile a una nave, dove gli italiani sono i passeggeri e Monti è lo Schettino di turno...
La nave è piena di falle e l'equipaggio, ovvero i nostri politici, non sembrano in grado di risolvere il problema. Anzi, sembrano solo preoccupati di prepararsi delle comode e tranquille scialuppe con le quali, in caso di necessità, mettersi in salvo lasciando i passeggeri, ovvero gli italiani, in balia del mare. È evidente che i passeggeri non vogliono affogare e, quando si renderanno conto che l'acqua inizia ad arrivare alle caviglie, dovranno fare qualcosa per se stessi e i propri cari. Sì perché ancora adesso, fuor di metafora, tutti i media ufficiali (televisioni e giornali) non fanno che inebetirci dicendoci quanto sia bravo il nostro attuale governo. Eppure che la situazione sia notevolmente peggiorata, anche a causa delle scelte totalmente erronee di questo esecutivo, è sotto gli occhi di tutti.
Gli italiani sono forse politicamente ingenui, e sicuramente mancano di cultura democratica, ma non sono degli stupidi: vieppiù che la situazione peggiora cercheranno di reagire.
Per questo apprezzo l'iniziativa della mia amica: la percepisco sintomatica del momento e della generale presa di coscienza della situazione in cui versa il paese.
Nel corso degli anni ho spesso pensato a cosa fosse possibile fare per salvare l'Italia: mi pare troppo poco e troppo facile limitarsi a gridare “Le cose non vanno! Politici incapaci e corrotti!”...
Ammetto però che, col tempo, ho quasi totalmente perso ogni speranza. Tornando alla metafora della nave, temo che lo scafo sia troppo marcio per essere riparato, troppi inetti e incapaci, frutto di una politica corrotta, detengono immeritatamente posizioni di potere.
Credo che ci sia una frazione molto significativa della popolazione italiana che abbia interesse a cercare di mantenere il più a lungo possibile lo status quo: ovviamente queste persone mancano totalmente di lungimiranza e vedono solo il loro interesse più immediato senza preoccuparsi, non dico del futuro dei loro nipoti, ma neppure di quello dei loro figli...
Temo che qualsiasi iniziativa popolare sarebbe ostacolata e vanificata da questa fascia della popolazione che, inutile dirlo, detiene gran parte delle leve del potere.
Sì, forse è la mia natura pessimistica, ma temo che la nave-Italia vada totalmente ricostruita da capo e affidata a un nuovo equipaggio che abbia a cuore, non il proprio interesse, ma quello degli italiani. Sfortunatamente una ricostruzione così totale potrà venire fatta dai naufraghi superstiti solo dopo che questa nave sia affondata. Chi legge si immagini liberamente ciò a cui questa analogia corrisponderebbe nella realtà...
Eppure mi si chiede un parere e io lo fornirò pur se temo fortemente che, anche se contro ogni probabilità il mio consiglio venisse messo in atto alla lettera, sarebbe destinato a fallire per colpa della famigerata “fascia di popolazione” (che volutamente non ho specificato) di cui ho accennato precedentemente...
Ma questi pareri/consigli saranno argomento per il prossimo post...
giovedì 23 agosto 2012
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