Nel mio blog c'è una sottile incongruenza. Per coglierla è però necessario conoscere bene KGB (o anche l'origine di questo soprannome...). In verità alcuni indizi disseminati qua e là ci sarebbero...
L'indizio più evidente è visibile nella terzultima foto del post Libri di casa. Aguzzando bene la vista è possibile notare che in una libreria (pure piuttosto grande) ho ben due ripiani pieni di libri di scacchi.
Invece quanti libri di poker ho? Non due ripiani ma solo due volumetti.
Ed è qui la contraddizione: come mai nel blog ci sono, ad oggi, solo 5 post di scacchi e ben 22 di poker?
Giudicando dalla quantità di libri, la proporzione di post è completamente squilibrata...
Semplicemente il motivo è che, qualche mese prima di iniziare questo blog, decisi di smettere di giocare a scacchi.
La scorsa estate però, un amico mi ha convinto a fare con lui una partita via email (cioè ci spedivamo le mosse per posta). Alcuni anni prima, quando ero nel pieno della mia passione, avevamo giocato numerose partite molto divertenti. Così decisi di fare uno strappo alla regola e accettai la sua sfida: fui spazzato via!
Quando ricevevo le mosse del mio amico, fin troppo spesso, mi accorgevo di non averle assolutamente prese in considerazione: in altre parole la mia capacità di analisi si era vaporizzata.
È importante dire che noi giochiamo le nostre partite senza l'ausilio del computer e può quindi succedere che ci sfuggano mosse e tatticismi relativamente semplici.
Io credo che questa forma di gioco, se si ha la fortuna di trovare un avversario del proprio livello di cui ci si possa fidare, è utilissima per migliorarsi.
Quello che fa difetto ai giocatori che come me hanno iniziato a giocare tardi è la capacità di analisi: ovvero il riuscire a calcolare in profondità (e in ampiezza) le varianti del gioco.
Però, in una partita postale, dove non ci sono limiti di tempo e si possono spostare i pezzi sulla scacchiera, tale carenza diventa secondaria e ci si può realmente concentrare sulla strategia del gioco.
La massima soddisfazione per me è giocare una mossa che non avrei mai fatto in una partita dal vivo grazie all'opportunità che ho avuto di studiarne tutte le conseguenze. In altre parole una partita postale dà al giocatore la possibilità di capire veramente quale sia l'essenza di una posizione. Ancor meglio è quando ciò che si apprende in questa maniera entra a far parte del nostro stile di gioco migliorandolo.
Ho ritenuto necessario questa lunga premessa perché ho intenzione di pubblicare sul blog l'analisi della nostra ultima partita (la rivincita della sconfitta estiva)...
L'idea è quella di mostrare i piani, ovvero le idee, piuttosto che le mosse. Per questo ho scritto i miei commenti senza fare analizzare la partita al computer: inevitabilmente ne sarei stato influenzato.
L'ideale sarebbe stato scrivere i commenti via via che si giocava ma non ci ho pensato...
Il risultato è che della fase iniziale, iniziata mesi fa, non ricordo i dettagli così bene come per le mosse dell'ultimo mese. Inoltre tendo a vedere l'evoluzione della partita dalla mia prospettiva e quindi l'enfasi è sui miei ragionamenti piuttosto che su quelli che ho intuito del mio avversario.
Siccome ho intenzione di postare la partita con molti diagrammi esplicativi saranno necessari vari post per analizzarla interamente: adesso non mi sembra quindi il caso di iniziare l'analisi perché verrebbe fuori un post troppo lungo.
Ne approfitto invece per fare delle considerazioni sul mio avversario e sull'apertura giocata.
Come scritto, avevo giocato già numerose partite con questo mio amico e, quindi, ne conoscevo bene lo stile. Nonostante appartenga alla categoria degli ingegneri (*1) ha un gioco molto fantasioso: decisamente aggressivo, un po' impaziente, valuta moltissimo il tempo e la dinamicità dei pezzi. In effetti mi diverto a giocare con lui proprio perché abbiamo stili diversi: io sono molto prudente e non faccio mai sacrifici posizionali.
A causa del suo stile, egli è molto più forte col bianco che con il nero. Con il bianco sfrutta il vantaggio del tratto per attaccare a spada tratta fin dalle prime fasi. Viceversa col nero, questo stessa aggressività, è spesso autolesionistica: a volte pare che non voglia rassegnarsi a difendersi e prova subito a offendere senza aver adeguatamente preparato l'attacco.
Riguardo l'apertura, la settimana prima di iniziare la nostra partita estiva (*2), mi ero allenato giocando partite di 5 minuti su internet. Per sfizio avevo deciso di mollare il mio repertorio di aperture per giocare b3 col bianco e b6 col nero. In partite così rapide l'effetto sorpresa spesso controbilanciava la debolezza di tali mossi (e la mia completa ignoranza di tali aperture secondarie). Tutto sommato otteni risultati discreti.
Così anche contro il mio amico, giocando col nero, provai questo “mio” sistema (b3, Ab2, c4 col bianco e b6, Ab7, c5 col nero). In realtà mi resi conto di aver fatto una partenza con handicap e, per tutta la fase iniziale, ebbi la sensazione di essere partito in salita...
Quando iniziammo la seconda partita, e io avevo il bianco, decisi comunque di attenermi a questo sistema considerato che mi aspettavo che il mio avversario si sbilanciasse in avanti sottovalutando più del solito il tratto del bianco. Insomma, magari l'apertura non era buona, ma psicologicamente avrebbe forse portato il mio avversario a compromettersi con mosse troppo aggressive.
Comunque, nonostante le apparenze, non ero molto sicuro di me: la precedente sconfitta e l'aver constatato la scarsa affidabilità della mia capacità di calcolo, mi facevano giocare con molta più titubanza del solito...
Nota (*1): alludo al fatto che i lettori di questo blog appartengono, in massima parte, agli insieme non disgiunti di chitarristi e ingegneri...
Nota (*2): sì, è una piccola incongruenza con quanto ho scritto all'inizio del post. In effetti non ricordo come sia andata: può darsi che io abbia fatto questo mini allenamento e, solo dopo di esso, abbia sfidato il mio amico...
Vabbè, come antipasto, mostro le prime tre mosse della nostra partita:
KGB – Hermooz
1 b3 - e5
2 Ab2 - Cc6
3 c4 - Cf6
Il n. non sta peggio del b.: ha già due pezzi sviluppati contro il solo alfiere del bianco. Non conoscendo l'apertura non ho particolari piani se non quello di sviluppare in maniera armoniosa i miei pezzi.
venerdì 24 febbraio 2012
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