Poker Calculator è il nome di scarsissima fantasia che ho dato al mio programma pokeristico.
Ci lavorai intensamente per qualche giorno a fine luglio (vedi Poker Calculator) poi lo ripresi a inizio agosto aggiungendoci nuove funzioni (e correggendo i vari errori di calcolo delle probabilità!).
Poi però non l'ho usato molto: il tempo che perdo a inserire i dati mi deconcentra e sostanzialmente mi è utile solo nelle situazioni di pot-odds che non si verificano poi così spesso...
Qualche giorno fa però mi è venuta in mente una nuova idea: ho aggiunto una nuova riga di informazioni dove si può inserire la frequenza delle giocate dell'avversario. In base a quanto spesso gioca è infatti possibile stimare quali siano le sue mani iniziali: di queste infatti conosciamo la loro frequenza e si può facilmente supporre che vengano giocate quelle più forti. Cioè se un giocatore gioca il 50% delle volte allora, più o meno, giocherà col 50% delle mani più forti e abbandonerà le altre.
Così mi sono fatto una mia personalissima classificazione della forza delle mani di partenza.
Già questo problema è piuttosto interessante infatti la forza delle mani varia in base a quelle che si trovano ad affrontare. Se ad esempio si suppone che il nostro avversario giochi con qualsiasi mano a sua disposizione allora qualsiasi coppia, anche la 22, si comporta molto bene. Al contrario, se il nostro avversario gioca solo le mani più forti, allora le coppie basse perdono terreno e ne guadagnano invece le carte connesse alte tipo AK o KQ.
Infatti ogni coppia, anche la più “schifosa” come 22, è leggermente favorita anche contro AK ma è totalmente dominata dalle coppie più alte. Quando quindi si ipotizza che il nostro avversario giochi con poche mani (e quindi abbia relativamente spesso coppie come AA, KK o QQ) ecco che la forza delle coppie basse crolla.
Io ho affrontato il problema facendo numerose simulazioni anche se, a causa di alcune stranezze che ho notato, temo che il problema del generatore pseudocasuale si faccia sentire (vedi Pseudocorretto). Quando avrò voglia/tempo userò la versione più lenta del generatore pseudocasuale per ottenere valori più affidabili...
L'idea è di avere a colpo d'occhio le varie probabilità di cosa il mio avversario abbia in mano: per adesso ho implementato questa idea solo per la coppia, la doppia coppia e il tris. Pensavo di poter riutilizzare gran parte del codice ma devo stare attento perché qua e là avevo fatto delle semplificazioni. Difficile da spiegare ma in pratica quando calcolo le probabilità per le mie carte conosco le mie 2 carte e quelle sul board; quando invece calcolo le probabilità dell'avversario conosco le sue due carte di partenza “ipotetiche”, le mie 2 carte e il board: insomma due carte in più...
Ecco una recente schermata del programma in azione:
Ho cominciato a frequentare anche il forum pokeristico legato a pokerstars: intellipoker (chi è interessato può leggere i miei post firmati Igrino).
C'è un sacco di gente esperta che dà il proprio parere e, mettendo insieme le varie opinioni, ci si fa un'idea piuttosto accurata di come si sarebbe dovuta giocare una certa mano.
Proprio oggi sono stato “mangiato”: ho postato una mano particolare dove il mio gioco è determinato non tanto dalle carte in tavola ma dall'interpretazione dell'avversario grazie alle mani precedenti.
La vera domanda non era tanto se avessi giocato bene o male quella mano ma quando e quanto sia produttivo affidarsi alla lettura dell'avversario.
Il problema è che questa domanda è implicita e per adesso nessuno l'ha colta. Oltretutto su questo forum stimo che ci bazzichino almeno un 90% di grinder, ovvero giocatori che giocano su molti tavoli (anche decine!), e che per tale motivo fanno dell'avversario solamente una lettura statistica delle sue giocate grazie ad appositi software. Per loro la mia giocata in detta mano è banalmente sbagliata.
Per chi vuole divertirsi a leggere come cerco di “difendere”, anzi “spiegare”, la mia logica può leggere questo post.
Edited: oltretutto ho notato che 2 dei 3 "censori", a giudicare dal numero di post, non sono troppo esperti e proprio essi sono i più duri! Lo trovo divertente... Ma ancor più divertente sarebbe se uno degli esperti mi desse ragione (molto improbabile!) allora sì che riderei di cuore!
mercoledì 31 agosto 2011
lunedì 29 agosto 2011
Massimo 15%
In genere ci raccontano che la concorrenza fra le aziende fa bene: alle aziende perché le rende più competitive e al consumatore perché può avvantaggiarsi delle offerte migliori. Ci dicono che la liberalizzazione è la bacchetta magica che rende possibile tutto questo.
Ci raccontano queste storie solo quando gli fa comodo oppure mi sfugge qualcosa?
Cioè “liberalizzare” significa imporre meno vincoli (lèggi léggi) al mercato oppure ho capito male io?
Sì, sono domande retoriche e sì, sono arrabbiato...
Stavo lavorando all'ultima versione del mio PokerCalc quando ho fatto un break e ho guardato la posta. Niente di interessante: solo una email della libreria online Hoepli.it dalla quale avevo comprato un libro l'anno scorso.
Cosa racconta di bello questa email? Semplicemente dice che dal 1 settembre, a causa della nuova “legge sul libro”, (vedi questo link su hoepli.it) non sarà più possibile fare sconti oltre il 15% (a parte alcune eccezioni opportunamente regolamentate).
Quello che più mi irrita è la “finalità” della legge: “Tale disciplina mira a contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura, alla tutela del pluralismo dell’informazione”.
Capito? Per “promuovere” i libri e la cultura (e per tutte le altre cose belle dell'elenco) si è pensato bene di imporre per legge alle librerie, virtuali e non, di non fare sconti maggiori del 15%...
Qui si raggiunge un livello di ipocrisia che rasenta l'assurdo: in pratica ci vogliono far credere che si aumenta il prezzo dei libri per accrescerne la diffusione.
Suvvia non siamo ipocriti e diciamo le cose come stanno o, per pudore, almeno evitiamo assurdità: evidentemente si vuole porre un vincolo agli sconti per proteggere degli interessi particolari. Interessi forse delle case editrici, forse delle librerie tradizionali o forse di entrambi: sicuramente non del cittadino...
Ci raccontano queste storie solo quando gli fa comodo oppure mi sfugge qualcosa?
Cioè “liberalizzare” significa imporre meno vincoli (lèggi léggi) al mercato oppure ho capito male io?
Sì, sono domande retoriche e sì, sono arrabbiato...
Stavo lavorando all'ultima versione del mio PokerCalc quando ho fatto un break e ho guardato la posta. Niente di interessante: solo una email della libreria online Hoepli.it dalla quale avevo comprato un libro l'anno scorso.
Cosa racconta di bello questa email? Semplicemente dice che dal 1 settembre, a causa della nuova “legge sul libro”, (vedi questo link su hoepli.it) non sarà più possibile fare sconti oltre il 15% (a parte alcune eccezioni opportunamente regolamentate).
Quello che più mi irrita è la “finalità” della legge: “Tale disciplina mira a contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura, alla tutela del pluralismo dell’informazione”.
Capito? Per “promuovere” i libri e la cultura (e per tutte le altre cose belle dell'elenco) si è pensato bene di imporre per legge alle librerie, virtuali e non, di non fare sconti maggiori del 15%...
Qui si raggiunge un livello di ipocrisia che rasenta l'assurdo: in pratica ci vogliono far credere che si aumenta il prezzo dei libri per accrescerne la diffusione.
Suvvia non siamo ipocriti e diciamo le cose come stanno o, per pudore, almeno evitiamo assurdità: evidentemente si vuole porre un vincolo agli sconti per proteggere degli interessi particolari. Interessi forse delle case editrici, forse delle librerie tradizionali o forse di entrambi: sicuramente non del cittadino...
domenica 28 agosto 2011
Controindicazioni del sale iodato
Attenzione! L'autore del post NON è un medico né ha studiato medicina né è un infermiere né un infermiera: anzi i malati e le malattie gli fanno pure un po' schifo...
Quindi i seguenti pareri sul sale iodato non hanno alcuna rilevanza medica o scientifica ma sono solo opinioni basate sull'esperienza personale.
Premetto che io sono sensibilissimo a farmaci e a cibi. Soprattutto, data la mia tendenza all'insonnia, sono sensibile alle sostanze che rendono il sonno più difficoltoso: quando non dormo senza ragioni apparenti cerco di capire cosa avevo mangiato il giorno prima per verificare se avessi o meno assunto cibi diversi dal solito. Le medicine poi tendo a evitarle perché spesso ne subisco le varie controindicazioni.
Un paio di anni fa mi capitò di andare ospite dai miei zii per diversi giorni (magari anche a distanza di mesi fra loro) e di passare regolarmente la notte in bianco: non solo non dormivo ma ero anche completamente fiacco. Di solito ho la pressione bassa ma in quei giorni mi sembrava di averla negativa: anche sollevare un braccio mi costava fatica! Finiva così che verso le 22:00 provavo ad andare a dormire ma appena steso sul letto la mente mi iniziava a frullare più veloce del solito e, non solo non prendevo sonno, ma mi ritrovavo completamente sveglio.
Ovviamente iniziai a isolare i numerosi cibi diversi dal solito (alcuni me li portai anche a casa per testarli nel “mio” (*1) ambiente!) ma niente: sempre gli stessi sintomi e notti insonni...
Alla fine, proprio come Sherlock Holmes, dopo aver eliminato tutti i sospetti principali allora fu l'improbabile a diventare il mio sospettato numero uno.
L'improbabile era nel mio caso il sale iodato: io per primo non credevo che c'entrasse qualcosa...
Invece appena eliminai il sale iodato dalla mia dieta tornai alla mia normalità: smisi di sentirmi fiacco per tutto il giorno, tornai ad andare a letto dopo mezzanotte e, già che c'ero, mi feci pure delle belle dormite!
Da allora ho continuato a evitare il sale iodato tutte le volte che sono andato dagli zii e non ho più avuto i sintomi che ho spiegato...
Nei giorni scorsi ho passato due giorni di straordinaria quanto improvvisa fiacchezza senza comprenderne il motivo...
Colto da ispirazione ho controllato il sale e ho scoperto che per sbaglio avevamo sostituito il solito sale con quello iodato!!
Da ieri ho risostituito il sale iodato con il sale marino e sono tornato a posto.
Ho cercato intensivamente su internet per scoprire se anche qualcun altro avesse i miei stessi problemi col sale iodato ma niente: ho trovato solo giaculatorie piene di devozione su quanto il sale iodato faccia bene ma nessuna controindicazione.
Cioè, l'unica controindicazione di cui ho trovato traccia, è per chi ha problemi alla tiroide (per la precisione nella tiroidite di Hashimoto (*2)) cosa che non mi risulta di avere...
Editato (26/1/12): La mia affermazione che su internet vengano elencati solo i meriti/vantaggi del sale iodato non è esatta! Una gentile lettrice ha postato un interessante commento sull'allergia al sale iodato al quale rimando...
Editato (5/3/2013): Per completezza aggiungo anche un collegamento segnalatomi da un lettore dove si afferma, fra le altre cose, che «In tutti i soggetti normali, e quindi nella grande maggioranza degli individui, dosi di iodio anche largamente superiori a quelle assunte con l’uso di sale arricchito con iodio sono del tutto prive di rischi. La tiroide possiede infatti un meccanismo naturale di adattamento.» : www.iss.it/osnami (la frase citata è tratta dal pdf nella sezione “Iodio e salute”).
Conclusione: la conclusione non c'è! Ho voluto semplicemente mettere nero su bianco i miei problemi col sale iodato per vedere se qualcun altro, magari arrivato arrivato guidato da google su questo post, ha problemi simili al mio! Ma in realtà non mi aspetto che questo accada...
Nota (*1): Ad esempio scoprii che l'orzo solubile per colazione non mi faceva dormire mentre il succo di arancia è innocuo...
Nota (*2): Ma... ho guardato su wikipedia i sintomi della tiroidite di Hashimoto e io ne ho diversi: magari andrò a controllare dal dottore!
Quindi i seguenti pareri sul sale iodato non hanno alcuna rilevanza medica o scientifica ma sono solo opinioni basate sull'esperienza personale.
Premetto che io sono sensibilissimo a farmaci e a cibi. Soprattutto, data la mia tendenza all'insonnia, sono sensibile alle sostanze che rendono il sonno più difficoltoso: quando non dormo senza ragioni apparenti cerco di capire cosa avevo mangiato il giorno prima per verificare se avessi o meno assunto cibi diversi dal solito. Le medicine poi tendo a evitarle perché spesso ne subisco le varie controindicazioni.
Un paio di anni fa mi capitò di andare ospite dai miei zii per diversi giorni (magari anche a distanza di mesi fra loro) e di passare regolarmente la notte in bianco: non solo non dormivo ma ero anche completamente fiacco. Di solito ho la pressione bassa ma in quei giorni mi sembrava di averla negativa: anche sollevare un braccio mi costava fatica! Finiva così che verso le 22:00 provavo ad andare a dormire ma appena steso sul letto la mente mi iniziava a frullare più veloce del solito e, non solo non prendevo sonno, ma mi ritrovavo completamente sveglio.
Ovviamente iniziai a isolare i numerosi cibi diversi dal solito (alcuni me li portai anche a casa per testarli nel “mio” (*1) ambiente!) ma niente: sempre gli stessi sintomi e notti insonni...
Alla fine, proprio come Sherlock Holmes, dopo aver eliminato tutti i sospetti principali allora fu l'improbabile a diventare il mio sospettato numero uno.
L'improbabile era nel mio caso il sale iodato: io per primo non credevo che c'entrasse qualcosa...
Invece appena eliminai il sale iodato dalla mia dieta tornai alla mia normalità: smisi di sentirmi fiacco per tutto il giorno, tornai ad andare a letto dopo mezzanotte e, già che c'ero, mi feci pure delle belle dormite!
Da allora ho continuato a evitare il sale iodato tutte le volte che sono andato dagli zii e non ho più avuto i sintomi che ho spiegato...
Nei giorni scorsi ho passato due giorni di straordinaria quanto improvvisa fiacchezza senza comprenderne il motivo...
Colto da ispirazione ho controllato il sale e ho scoperto che per sbaglio avevamo sostituito il solito sale con quello iodato!!
Da ieri ho risostituito il sale iodato con il sale marino e sono tornato a posto.
Ho cercato intensivamente su internet per scoprire se anche qualcun altro avesse i miei stessi problemi col sale iodato ma niente: ho trovato solo giaculatorie piene di devozione su quanto il sale iodato faccia bene ma nessuna controindicazione.
Cioè, l'unica controindicazione di cui ho trovato traccia, è per chi ha problemi alla tiroide (per la precisione nella tiroidite di Hashimoto (*2)) cosa che non mi risulta di avere...
Editato (26/1/12): La mia affermazione che su internet vengano elencati solo i meriti/vantaggi del sale iodato non è esatta! Una gentile lettrice ha postato un interessante commento sull'allergia al sale iodato al quale rimando...
Editato (5/3/2013): Per completezza aggiungo anche un collegamento segnalatomi da un lettore dove si afferma, fra le altre cose, che «In tutti i soggetti normali, e quindi nella grande maggioranza degli individui, dosi di iodio anche largamente superiori a quelle assunte con l’uso di sale arricchito con iodio sono del tutto prive di rischi. La tiroide possiede infatti un meccanismo naturale di adattamento.» : www.iss.it/osnami (la frase citata è tratta dal pdf nella sezione “Iodio e salute”).
Conclusione: la conclusione non c'è! Ho voluto semplicemente mettere nero su bianco i miei problemi col sale iodato per vedere se qualcun altro, magari arrivato arrivato guidato da google su questo post, ha problemi simili al mio! Ma in realtà non mi aspetto che questo accada...
Nota (*1): Ad esempio scoprii che l'orzo solubile per colazione non mi faceva dormire mentre il succo di arancia è innocuo...
Nota (*2): Ma... ho guardato su wikipedia i sintomi della tiroidite di Hashimoto e io ne ho diversi: magari andrò a controllare dal dottore!
giovedì 25 agosto 2011
Bel disastro inaspettato
Oggi non sapevo che titolo dare al mio post: ero incerto fra “Bel libro”, “Ricetta disastrosa” e “Peso inaspettato” e così, alla fine, li ho mischiati tutti e tre insieme.
Il “Bel libro” si riferiva al fatto che voglio prendere l'occasione per recensire “Il club delle cuoche” di Luisanna Messeri, Sitcom Ed. 2007 (*1).
Si tratta di un libro di ricette molto particolare: normalmente i libri di cucina hanno le pagine in carta patinata (pieni di illustrazioni di piatti irraggiungibili) e ricette stringate che a volte lasciano più di qualche dubbio su come procedere; Al contrario nel “Club delle cuoche” non ci sono foto e la carta non è patinata ma di quella bella porosa che assorbe subito le macchie delle dita unte: non si tratta di un libro di immagini ma di parole. Un libro di sostanza invece che d'apparenza.
Le ricette non sono circondate da immagini colorate ma da storie, curiosità, riflessioni e divagazioni (tante!).
In realtà si può dire che le immagini colorate, atte a stuzzicare la fantasia del lettore, sono presenti anche in questo libro: non sono però nella forma di foto a colori ma sono immagini che prendono vita nell'immaginazione del lettore risvegliate dalle storielle e dai commenti arguti che fanno da contorno.
Per dare l'idea, per ogni pagina di ricette, ce ne sono almeno due di digressioni varie.
Insomma è un libro di cucina che può essere tranquillamente letto come un romanzo o, meglio, visto che manca un filo conduttore, come un blog ricco di spunti, idee e curiosità.
Per me la cosa più importante però è che le ricette generalmente “funzionano”: cioè se le seguo alla lettera ottengo risultati buoni/ottimi al primo tentativo. Spesso alcuni libri di cucina presentano delle ricette che non sembrano nemmeno essere state provate: con i tempi di cottura sballati o le dosi sbagliate o che comunque presentano degli imprevisti che non si sa come affrontare.
Fino a qualche tempo fa avrei scritto che le ricette di questo libro funzionano sempre ma, proprio ieri, mi sono imbattuto in una ricetta con esiti disastrosi!
Premetto che dopo due notti di tregua ero ripiombato nella mia insonnia estiva ed ero veramente fuori combattimento a malapena in grado di seguire le istruzioni.
La ricetta in questione era per fare delle polpette di melanzane: bollire le melanzane e strizzarle; aggiungere le uova, il formaggio e un battuto di aglio e prezzemolo; farne delle palline e metterle in padella per friggerle...
Insomma sembrava veramente facile... e magari se il piatto non mi è riuscito è anche colpa mia perché non ho seguito alla lettera le istruzioni... (ma dal mio punto di vista l'autrice mi avrebbe dovuto mettere in guardia sui pericoli nascosti!)
Il primo errore che ho fatto è stato usare 1,2Kg di melanzane invece che 1Kg: ma non credo che questo sia stato decisivo. Il vero errore credo di averlo fatto dopo aver lessato le melanzane: il libro si limitava a dire di “strizzarle con le mani una volta tiepide” ma io, che avevo fretta (era tardi!), per accelerare ho messo le melanzane in una zuppiera e, invece di strizzarle con le mani (erano ancora troppo calde), le ho spappolate con una forchetta. Col senno di poi immagino che strizzandole con le mani avrei eliminato un 30-40% d'acqua che invece mi è interamente rimasta nella zuppiera: quando poi sono andato a cercare di fare le polpette mi sono ritrovato fra le mani una poltiglia viscida impossibile da plasmare.
Alla fine, usando tantissima farina e pazienza, mi è riuscito fare delle polpette mollicce che si sfacevano al minimo tocco: fortunatamente una volta nell'olio bollente prendevano consistenza.
Nel complesso mi sono venute delle polpette mangiabili ma un po' troppo acquose all'interno: in vero quindi un fallimento parziale e non totale...
Oltre alle polpette di melanzane ho voluto provare a fare la mousse di cioccolato: non so, forse le mie aspettative erano sbagliate, ma mi aspettavo una crema di cioccolato soffice da mangiare fredda col cucchiaino invece mi è venuto fuori una specie di mattoncino di cioccolato separabile solo a gran fatica con un cucchiaio...
Solo mettendola nel forno a microonde per due minuti ritornava soffice ma ovviamente non era più una mousse fredda ma calduccia e, se questa era l'intenzione, allora perché metterla in frigo?
Poi stamani la sorpresa: temevo che dopo il dolce il mio peso fosse aumentato invece ho fatto il mio nuovo record: 63.4Kg.!
A dire il vero ieri sera avevo anche cercato di bilanciare la cioccolato facendo 1 ora di ginnastica media/intensa e 1 ora di step con il Wii ma, nonostante questo, temevo di tornare al mio “solito” 64,1...
Nota (*1): oltretutto si tratta di un'ottima idea regalo perché estremamente particolare e adatto sia ai cuochi provetti che ai principianti a anche a chi non è molto appassionato di cucina...
Il “Bel libro” si riferiva al fatto che voglio prendere l'occasione per recensire “Il club delle cuoche” di Luisanna Messeri, Sitcom Ed. 2007 (*1).
Si tratta di un libro di ricette molto particolare: normalmente i libri di cucina hanno le pagine in carta patinata (pieni di illustrazioni di piatti irraggiungibili) e ricette stringate che a volte lasciano più di qualche dubbio su come procedere; Al contrario nel “Club delle cuoche” non ci sono foto e la carta non è patinata ma di quella bella porosa che assorbe subito le macchie delle dita unte: non si tratta di un libro di immagini ma di parole. Un libro di sostanza invece che d'apparenza.
Le ricette non sono circondate da immagini colorate ma da storie, curiosità, riflessioni e divagazioni (tante!).
In realtà si può dire che le immagini colorate, atte a stuzzicare la fantasia del lettore, sono presenti anche in questo libro: non sono però nella forma di foto a colori ma sono immagini che prendono vita nell'immaginazione del lettore risvegliate dalle storielle e dai commenti arguti che fanno da contorno.
Per dare l'idea, per ogni pagina di ricette, ce ne sono almeno due di digressioni varie.
Insomma è un libro di cucina che può essere tranquillamente letto come un romanzo o, meglio, visto che manca un filo conduttore, come un blog ricco di spunti, idee e curiosità.
Per me la cosa più importante però è che le ricette generalmente “funzionano”: cioè se le seguo alla lettera ottengo risultati buoni/ottimi al primo tentativo. Spesso alcuni libri di cucina presentano delle ricette che non sembrano nemmeno essere state provate: con i tempi di cottura sballati o le dosi sbagliate o che comunque presentano degli imprevisti che non si sa come affrontare.
Fino a qualche tempo fa avrei scritto che le ricette di questo libro funzionano sempre ma, proprio ieri, mi sono imbattuto in una ricetta con esiti disastrosi!
Premetto che dopo due notti di tregua ero ripiombato nella mia insonnia estiva ed ero veramente fuori combattimento a malapena in grado di seguire le istruzioni.
La ricetta in questione era per fare delle polpette di melanzane: bollire le melanzane e strizzarle; aggiungere le uova, il formaggio e un battuto di aglio e prezzemolo; farne delle palline e metterle in padella per friggerle...
Insomma sembrava veramente facile... e magari se il piatto non mi è riuscito è anche colpa mia perché non ho seguito alla lettera le istruzioni... (ma dal mio punto di vista l'autrice mi avrebbe dovuto mettere in guardia sui pericoli nascosti!)
Il primo errore che ho fatto è stato usare 1,2Kg di melanzane invece che 1Kg: ma non credo che questo sia stato decisivo. Il vero errore credo di averlo fatto dopo aver lessato le melanzane: il libro si limitava a dire di “strizzarle con le mani una volta tiepide” ma io, che avevo fretta (era tardi!), per accelerare ho messo le melanzane in una zuppiera e, invece di strizzarle con le mani (erano ancora troppo calde), le ho spappolate con una forchetta. Col senno di poi immagino che strizzandole con le mani avrei eliminato un 30-40% d'acqua che invece mi è interamente rimasta nella zuppiera: quando poi sono andato a cercare di fare le polpette mi sono ritrovato fra le mani una poltiglia viscida impossibile da plasmare.
Alla fine, usando tantissima farina e pazienza, mi è riuscito fare delle polpette mollicce che si sfacevano al minimo tocco: fortunatamente una volta nell'olio bollente prendevano consistenza.
Nel complesso mi sono venute delle polpette mangiabili ma un po' troppo acquose all'interno: in vero quindi un fallimento parziale e non totale...
Oltre alle polpette di melanzane ho voluto provare a fare la mousse di cioccolato: non so, forse le mie aspettative erano sbagliate, ma mi aspettavo una crema di cioccolato soffice da mangiare fredda col cucchiaino invece mi è venuto fuori una specie di mattoncino di cioccolato separabile solo a gran fatica con un cucchiaio...
Solo mettendola nel forno a microonde per due minuti ritornava soffice ma ovviamente non era più una mousse fredda ma calduccia e, se questa era l'intenzione, allora perché metterla in frigo?
Poi stamani la sorpresa: temevo che dopo il dolce il mio peso fosse aumentato invece ho fatto il mio nuovo record: 63.4Kg.!
A dire il vero ieri sera avevo anche cercato di bilanciare la cioccolato facendo 1 ora di ginnastica media/intensa e 1 ora di step con il Wii ma, nonostante questo, temevo di tornare al mio “solito” 64,1...
Nota (*1): oltretutto si tratta di un'ottima idea regalo perché estremamente particolare e adatto sia ai cuochi provetti che ai principianti a anche a chi non è molto appassionato di cucina...
mercoledì 24 agosto 2011
Ancora storia...
Qualche giorno fa scrissi un post (Sondaggio storico) su un sondaggio che avevo trovato su una vecchia rivista di storia.
Il sondaggio chiedeva quali erano gli eventi più importanti del XX secolo ed era stato proposto sia a storici che a gente comune.
Sopratutto le risposte degli storici erano molto interessanti perché spesso erano giustificate con brevi motivazioni.
Per divertimento, prima di leggere queste opinioni, decisi di comporre la mia lista personale con relative motivazioni.
La lista che compilai è la seguente (volevo ordinare i vari eventi ma poi non ne ho avuto più voglia...):
1°-5° posto
Controllo delle nascite
Esplosione demografica
Atomo
Computer
Radio e TV (mass media)
6°-7°
Seconda guerra mondiale
Progresso medico
8°
Tecnologia
9°-10°
Emancipazione femminile
Rivoluzione d'ottobre
La classifica degli storici (*1) è la seguente:
Prima guerra mondiale
Atomo
Rivoluzione d'ottobre
Seconda guerra mondiale
Mass media
Decolonizzazione
Nazismo
Progresso medico
Conquista dello spazio
Tecnologia
Rispetto alla mia classifica ci sono molte differenze interessanti.
Per gli storici l'evento più importante del XX secolo è la prima guerra mondiale che nella mia classifica invece non c'è (sarebbe all'11°-12° posto).
La motivazione è che essa segna la fine della supremazia Europea e la contemporanea ascesa degli USA come potenza mondiale. Al riguardo ho poco da aggiungere: hanno ragione.
Su Atomo e Mass media siamo sostanzialmente d'accordo.
Per gli storici la Rivoluzione d'ottobre è al terzo posto mentre nella mia lista è al decimo: credo che dipenda dal fatto che nel 1989 non fosse ancora evidente il fallimento del comunismo.
Sulla Seconda guerra mondiale siamo in sintonia mentre nella mia lista non è presente la decolonizzazione. Rimango della mia opinione: la decolonizzazione è una conseguenza della seconda guerra mondiale e in particolare della sconfitta dell'ideologia nazista.
Analogamente il nazismo non è presente nella mia classifica perché lo considero strettamente connesso con la Seconda guerra mondiale.
Infine, a mio avviso, gli storici sottovalutano i progressi tecnologici in generale e sopravvalutano invece la Conquista dello spazio.
Infine nella mia lista è presente il “Controllo delle nascite” e l'esplosione demografica.
L'esplosione era stata comunque votata da 7 storici (18°-19° posto) ma, fatto MOLTO interessante, il controllo delle nascite (che ha ricevuto due soli voti) è stato votato dall'unica storicA interpellata.
Ah, leggendo le varie motivazioni ho scoperto perché la “crisi del '29” è considerata così importante: il motivo è che segna l'inizio del “New Deal” americano. Da questo punto di vista l'impatto della crisi si estende ben più a lungo dei 10-15 anni che avevo ipotizzato ed è quindi giusto considerarla più importante di quanto io non abbia fatto.
In conclusione sono piuttosto soddisfatto di come mi sono orientato in un periodo storico che non rientra nei miei interessi e, anche dopo aver letto le motivazioni degli storici, cambierei di poco solo alcune voci (prima guerra mondiale e crisi del'29). Contemporaneamente rimango dell'idea che gli storici abbiano sottovalutato l'esplosione demografica, iniziata nel XX secolo, con tutte le problematiche che porterà nel XXI. Bisogna però ricordare che io scrivo queste mi opinioni a distanza di circa vent'anni da quando questi storici furono interpellati...
Nota (*1): Uso il termine “storici” un po' liberamente: non è che tutti hanno le stesse idee (anzi!) e la loro lista è stata ottenuta sommando insieme tutte le 10 preferenze indicate senza, ad esempio, considerare l'ordine in cui erano espresse.
Il sondaggio chiedeva quali erano gli eventi più importanti del XX secolo ed era stato proposto sia a storici che a gente comune.
Sopratutto le risposte degli storici erano molto interessanti perché spesso erano giustificate con brevi motivazioni.
Per divertimento, prima di leggere queste opinioni, decisi di comporre la mia lista personale con relative motivazioni.
La lista che compilai è la seguente (volevo ordinare i vari eventi ma poi non ne ho avuto più voglia...):
1°-5° posto
Controllo delle nascite
Esplosione demografica
Atomo
Computer
Radio e TV (mass media)
6°-7°
Seconda guerra mondiale
Progresso medico
8°
Tecnologia
9°-10°
Emancipazione femminile
Rivoluzione d'ottobre
La classifica degli storici (*1) è la seguente:
Prima guerra mondiale
Atomo
Rivoluzione d'ottobre
Seconda guerra mondiale
Mass media
Decolonizzazione
Nazismo
Progresso medico
Conquista dello spazio
Tecnologia
Rispetto alla mia classifica ci sono molte differenze interessanti.
Per gli storici l'evento più importante del XX secolo è la prima guerra mondiale che nella mia classifica invece non c'è (sarebbe all'11°-12° posto).
La motivazione è che essa segna la fine della supremazia Europea e la contemporanea ascesa degli USA come potenza mondiale. Al riguardo ho poco da aggiungere: hanno ragione.
Su Atomo e Mass media siamo sostanzialmente d'accordo.
Per gli storici la Rivoluzione d'ottobre è al terzo posto mentre nella mia lista è al decimo: credo che dipenda dal fatto che nel 1989 non fosse ancora evidente il fallimento del comunismo.
Sulla Seconda guerra mondiale siamo in sintonia mentre nella mia lista non è presente la decolonizzazione. Rimango della mia opinione: la decolonizzazione è una conseguenza della seconda guerra mondiale e in particolare della sconfitta dell'ideologia nazista.
Analogamente il nazismo non è presente nella mia classifica perché lo considero strettamente connesso con la Seconda guerra mondiale.
Infine, a mio avviso, gli storici sottovalutano i progressi tecnologici in generale e sopravvalutano invece la Conquista dello spazio.
Infine nella mia lista è presente il “Controllo delle nascite” e l'esplosione demografica.
L'esplosione era stata comunque votata da 7 storici (18°-19° posto) ma, fatto MOLTO interessante, il controllo delle nascite (che ha ricevuto due soli voti) è stato votato dall'unica storicA interpellata.
Ah, leggendo le varie motivazioni ho scoperto perché la “crisi del '29” è considerata così importante: il motivo è che segna l'inizio del “New Deal” americano. Da questo punto di vista l'impatto della crisi si estende ben più a lungo dei 10-15 anni che avevo ipotizzato ed è quindi giusto considerarla più importante di quanto io non abbia fatto.
In conclusione sono piuttosto soddisfatto di come mi sono orientato in un periodo storico che non rientra nei miei interessi e, anche dopo aver letto le motivazioni degli storici, cambierei di poco solo alcune voci (prima guerra mondiale e crisi del'29). Contemporaneamente rimango dell'idea che gli storici abbiano sottovalutato l'esplosione demografica, iniziata nel XX secolo, con tutte le problematiche che porterà nel XXI. Bisogna però ricordare che io scrivo queste mi opinioni a distanza di circa vent'anni da quando questi storici furono interpellati...
Nota (*1): Uso il termine “storici” un po' liberamente: non è che tutti hanno le stesse idee (anzi!) e la loro lista è stata ottenuta sommando insieme tutte le 10 preferenze indicate senza, ad esempio, considerare l'ordine in cui erano espresse.
domenica 21 agosto 2011
Pseudocorretto
Qualche giorno fa mi sono fatto l'ennesimo programmino per il poker: si trattava di una simulazione per calcolare alcune probabilità. In pratica facevo test di 100.000 esperimenti analizzandone i risultati.
Siccome il programma era piuttosto lento ho usato il profiler per vedere dov'era il problema: il collo di bottiglia era la mia procedura per la generazione dei numeri pseudocasuali che, in pratica, richiama per cento volte il generatore fornito in Java prima di restituire il valore richiesto.
Ecco i risultati (*1) ottenuti in due distinte esecuzioni:
1) 3.0 - 2.9
2) 5.8 - 5.9
3) 8.8 - 8.8
4) 11.6 - 11.6
5) 14.5 - 14.3
6) 17.2 - 17.1
7) 19.7 - 19.5
8) 22.4 - 22.1
9) 24.5 - 24.5
Per velocizzare il tutto ho provato a usare direttamente il generatore Java (senza cioè richiamarlo 100 volte per ogni numero). Ed ecco i risultati:
1) 2.6 - 2.6
2) 5.2 - 5.0
3) 7.8 - 7.5
4) 10.2 - 9.5
5) 12.1 - 12.3
6) 14.0 - 14.6
7) 17.2 - 17.2
8) 19.2 - 19.9
9) 21.3 - 22.0
È evidente che i valori sono mediamente sfalzati di circa due unità!
Considerato poi che i valori teorici che mi aspettavo per 1) e 2) erano 3.0 e 6.0 è chiaro che è la versione lenta quella più affidabile.
Niente di strano in questo: i generatori di numeri pseudocasuali si chiamano "pseudo" proprio perché non sono realmente casuali ma cercano di imitare la casualità.
Ma imitare la cusualità non è assolutamente facile e per questo esistono numerosi test per valutare l'efficacia dei diversi algoritmi.
Il test più semplice è quello chiamato del chi quadro che valuta se le frequenze sono compatibile con le probabilità teoriche: cioè se si simula di lanciare un dado per un milione di volte ci si aspetta che ogni possibile valore esca circa 1/6 delle volte.
Un altro test potrebbe essere quello di simulare il lancio di 3 dadi e verificare che la frequenza con cui esce 6 su tutti i dadi sia compatibile con la probabilità prevista (1/216 dei lanci totali).
Infine ricordo che c'era un test, chiamato Montecarlo, che vericava l'affidabilità degli algoritmi pseudocasuali simulando delle mani di poker...
Evidentemente il generatore fornito da Java non era stato vericato con quest'ultimo test!
Nota (*1): Sfido il lettore a cercare di indovinare di quali probabilità si tratta! Suggerimento: notate la numerazione da 1 a 9 e tenete presente che i vari valori sono delle percentuali da 0 a 100...
Siccome il programma era piuttosto lento ho usato il profiler per vedere dov'era il problema: il collo di bottiglia era la mia procedura per la generazione dei numeri pseudocasuali che, in pratica, richiama per cento volte il generatore fornito in Java prima di restituire il valore richiesto.
Ecco i risultati (*1) ottenuti in due distinte esecuzioni:
1) 3.0 - 2.9
2) 5.8 - 5.9
3) 8.8 - 8.8
4) 11.6 - 11.6
5) 14.5 - 14.3
6) 17.2 - 17.1
7) 19.7 - 19.5
8) 22.4 - 22.1
9) 24.5 - 24.5
Per velocizzare il tutto ho provato a usare direttamente il generatore Java (senza cioè richiamarlo 100 volte per ogni numero). Ed ecco i risultati:
1) 2.6 - 2.6
2) 5.2 - 5.0
3) 7.8 - 7.5
4) 10.2 - 9.5
5) 12.1 - 12.3
6) 14.0 - 14.6
7) 17.2 - 17.2
8) 19.2 - 19.9
9) 21.3 - 22.0
È evidente che i valori sono mediamente sfalzati di circa due unità!
Considerato poi che i valori teorici che mi aspettavo per 1) e 2) erano 3.0 e 6.0 è chiaro che è la versione lenta quella più affidabile.
Niente di strano in questo: i generatori di numeri pseudocasuali si chiamano "pseudo" proprio perché non sono realmente casuali ma cercano di imitare la casualità.
Ma imitare la cusualità non è assolutamente facile e per questo esistono numerosi test per valutare l'efficacia dei diversi algoritmi.
Il test più semplice è quello chiamato del chi quadro che valuta se le frequenze sono compatibile con le probabilità teoriche: cioè se si simula di lanciare un dado per un milione di volte ci si aspetta che ogni possibile valore esca circa 1/6 delle volte.
Un altro test potrebbe essere quello di simulare il lancio di 3 dadi e verificare che la frequenza con cui esce 6 su tutti i dadi sia compatibile con la probabilità prevista (1/216 dei lanci totali).
Infine ricordo che c'era un test, chiamato Montecarlo, che vericava l'affidabilità degli algoritmi pseudocasuali simulando delle mani di poker...
Evidentemente il generatore fornito da Java non era stato vericato con quest'ultimo test!
Nota (*1): Sfido il lettore a cercare di indovinare di quali probabilità si tratta! Suggerimento: notate la numerazione da 1 a 9 e tenete presente che i vari valori sono delle percentuali da 0 a 100...
sabato 20 agosto 2011
Revisione errori poker
Questo inverno scrissi un post dove descrivevo i miei errori nel poker (Errori comuni). Nel frattempo ho continuato a giocare, a commettere errori e, mi auguro, a migliorare.
Giocando ho continuato ad annotarmi gli errori che facevo e adesso ho pronta una nuova lista. Volutamente evito di riguardare il vecchio post perché voglio confrontare questa lista con la precedente solo dopo averla messa nero su bianco (per non farmi influenzare). Dal confronto sarà interessante verificare se almeno dal mio punta di vista soggettivo sono o meno migliorato evitando i medesimi errori.
Ho diviso gli errori in due sottoliste: una per gli errori compiuti nell'ultimo mese (freschi freschi!) e l'altra per quelli compiuti dopo aver scritto il post sopraddetto...
Questi sono gli errori commessi da aprile a metà luglio suddivisi per tipologia:
Vincita e Rischio commisurati:
-Allin per vincere piatto molto piccolo (quindi non proporzionato alla posta in gioco(*1)).
-Sbagliate Pot Odds: 2:1 piatto vs scala a incastro 5,1:1
-Sbagliata Pot Odds: 2:1 piatto vs 5:1 di probabilità
-Nel calcolo delle pot-odds considerare (quando possibile) anche i giocatori che devono ancora giocare.
Pazienza:
-In HU poca pazienza: devo accettare solo allin con mani decenti.
-Dopo 4 Sit&Go dove non vedo carte mi faccio prendere dalla frenesia.
-Quando si è messi male, ma si può aspettare, allora bisogna avere pazienza e sperare in carte ottime.
Avversario debole:
-Se un avversario è scadente non speculare sul fatto che abbia paura di una puntata che dovrebbe indurlo a ritirarsi: in particolare non bluffare mai contro un principiante!
-Tentato di impaurire chi non sa giocare
-Non tentare di rubare a chi non sa giocare (chiamano anche da sfavoriti e diventa una lotteria)
-Non rubare con i pesci (*2): non hanno il senso del pericolo e si rischia di essere chiamati troppo spesso.
-Mai cercare di fare paura ai pesci
Mano buona ma probabilmente battuta:
-Chiamato bet dopo il flop con 33 in mano ma ben 3 overcard sul flop (2 volte!).
-Fatto allin al turn con coppia ma 2 overcard sul tavolo.
-Anche sul finale (2-3/G) devo ricordare che una mano monster (AKs), come sempre, non è più così monster se manco il flop.
-Bisogna avere la forza di uscire quando si hanno carte buone ma l'avversario mostra comunque grande forza
-Con TT pocket ma 2 overcard sul tavolo devo uscire.
-Con 2 overcard sul board non devo continuare a chiamare senza un buon motivo.
Psicologia:
-Fatto allin al river senza niente perché sicuro che l'avversario avesse meno (speculato troppo sulla psicologia dell'avversario)
-Errore psicologico: mi rendevo conto di avere le carte migliori prima del flop e non accettavo che dopo il flop non lo fossero più.
-Dovevo uscire rimanendo con relativamente poco una volta che era chiaro che l'avversario aveva il punto.
-Distrazione: con doppia coppia al turn non mi ero accorto del pericolo colore e ho accettato un allin...
-Dopo aver perso una grossa mano riprendere fiato per non essere condizionati psicologicamente (tendenza all'auto distruzione).
Varie:
-Al turn avevo tris e non ho fatto pagare abbastanza la quinta carta: un tizio ha fatto scala ma c'era pure pericolo colore.
-Sul finale (2-3/G) tendo a sopravvalutare le mani medio deboli (K5s) anche se manco il flop.
-Non fare allin preflop ma rilanciare adeguatamente: in questa maniera si può gestire il gioco postflop
-Quando si è CL e qualcuno punta forte contro di te difficilmente sta bluffando.
-Contro i CL è pericoloso giocare mani speculative perché possono comunque puntare forte dopo il flop.
Errori dell'ultimo mese circa:
Pazienza:
-Troppo precipitoso contro giocatore prudente (quando i giocatori prudenti rilanciano bisogna uscire).
Avversario debole:
-Sono andato a un coin flip cercando di far paura a un pesce loose (che mi ha chiamato e ha vinto). Dovevo vedere il flop.
Mano buona ma probabilmente battuta:
-Con coppia di T, senza overcard sul board, ho accettato serie di bet per valore senza considerare che il mio avversario potesse avere una coppia più alta servita (*5).
Psicologia:
-Ricordarsi dell'effetto memoria: se con un avversario si è vinto da poco un grosso piatto egli avrà tendenzialmente paura di noi; al contrario se è lui ad aver vinto tenderà a essere coraggioso. Da tenere presente nelle puntate in cui si specula che l'avversario possa uscire a un nostro rilancio.
-Il CL è più difficile da impaurire
Strategia:
-Se un avversario chiama un nostro controrilancio dopo il flop non insistere a scommettere se non si ha il punto.
-Dopo il flop rilancio un bet dell'avversario e lui chiama; al turn niente; al river è lui che punta: io dovevo uscire (*4).
-Data carta gratis dopo il flop (*6): all'avversario è entrata doppia coppia...
Varie:
-Confuso dal mio Poker Calculator (*3). Avevo visto tutti gli indicatori verdi e non avevo considerato l'andamento della mano: il mio AA era chiaramente battuto.
Dal confronto fra queste due liste appare evidente che l'errore che continuo a commettere è quello di sopravvalutare l'abilità dei pesci che vengono a chiamarmi sempre e comunque...
Prevedibilmente (penso sia l'errore più comune oltre che la più grande sfida del poker) poi continuo a voler giocare anche quando probabilmente non ho io il punto migliore.
Adesso ho riletto anche gli errori che avevo annotato lo scorso marzo. Ci sono degli errori che faccio ancora ma una buona metà non li commetto più e mi sembrano davvero banali.
Sono convinto che se riesco a impormi a stare attento a come gioco contro i pesci (né bluff né semibluff) le mie vincete aumenterebbero considerevolmente.
Nota (*1): in seguito ho scoperto che questo tipo di errore è chiamato overbetting, ovvero, “sovrascommettere”.
Nota (*2): nel poker i polli sono detti pesci...
Nota (*3): la versione mostrata dal post è vecchia. Nella versione più recente ci sono degli indicatori che mostrano la probabilità che l'avversario abbia una mano migliore della nostra in base al range di mani che potrebbe avere (top5, top10, top20, limper, falso limper, spazzatura etc...). Se la probabilità che l'avversario abbia una mano migliore della nostra è verde significa che è minore del 20%. Ovviamente queste probabilità non considerano l'andamento della mano e i vari rilanci che possono essere stati effettuati...
Nota (*4): dipende anche da cosa avevo effettivamente in mano!
Nota (*5): non mi sembra sbagliatissimo. Probabilmente il gioco corretto sarebbe stato controrilanciare al primo bet e, se l'avversario chiamava, allora uscire al suo bet successivo.
Nota (*6): ho riflettuto a lungo su questo problema. Credo che la strategia migliore dipenda da quanto è ricco il piatto: se il piatto è modesto allora è meglio puntare poco o non puntare nella speranza che divenga più ricco tenendo però presente che in caso di pericolo colore o scala dovremo essere pronti a uscire. Se invece il piatto è ricco è bene chiudere subito il punto con una puntata alta piuttosto che rischiare di perderlo.
Giocando ho continuato ad annotarmi gli errori che facevo e adesso ho pronta una nuova lista. Volutamente evito di riguardare il vecchio post perché voglio confrontare questa lista con la precedente solo dopo averla messa nero su bianco (per non farmi influenzare). Dal confronto sarà interessante verificare se almeno dal mio punta di vista soggettivo sono o meno migliorato evitando i medesimi errori.
Ho diviso gli errori in due sottoliste: una per gli errori compiuti nell'ultimo mese (freschi freschi!) e l'altra per quelli compiuti dopo aver scritto il post sopraddetto...
Questi sono gli errori commessi da aprile a metà luglio suddivisi per tipologia:
Vincita e Rischio commisurati:
-Allin per vincere piatto molto piccolo (quindi non proporzionato alla posta in gioco(*1)).
-Sbagliate Pot Odds: 2:1 piatto vs scala a incastro 5,1:1
-Sbagliata Pot Odds: 2:1 piatto vs 5:1 di probabilità
-Nel calcolo delle pot-odds considerare (quando possibile) anche i giocatori che devono ancora giocare.
Pazienza:
-In HU poca pazienza: devo accettare solo allin con mani decenti.
-Dopo 4 Sit&Go dove non vedo carte mi faccio prendere dalla frenesia.
-Quando si è messi male, ma si può aspettare, allora bisogna avere pazienza e sperare in carte ottime.
Avversario debole:
-Se un avversario è scadente non speculare sul fatto che abbia paura di una puntata che dovrebbe indurlo a ritirarsi: in particolare non bluffare mai contro un principiante!
-Tentato di impaurire chi non sa giocare
-Non tentare di rubare a chi non sa giocare (chiamano anche da sfavoriti e diventa una lotteria)
-Non rubare con i pesci (*2): non hanno il senso del pericolo e si rischia di essere chiamati troppo spesso.
-Mai cercare di fare paura ai pesci
Mano buona ma probabilmente battuta:
-Chiamato bet dopo il flop con 33 in mano ma ben 3 overcard sul flop (2 volte!).
-Fatto allin al turn con coppia ma 2 overcard sul tavolo.
-Anche sul finale (2-3/G) devo ricordare che una mano monster (AKs), come sempre, non è più così monster se manco il flop.
-Bisogna avere la forza di uscire quando si hanno carte buone ma l'avversario mostra comunque grande forza
-Con TT pocket ma 2 overcard sul tavolo devo uscire.
-Con 2 overcard sul board non devo continuare a chiamare senza un buon motivo.
Psicologia:
-Fatto allin al river senza niente perché sicuro che l'avversario avesse meno (speculato troppo sulla psicologia dell'avversario)
-Errore psicologico: mi rendevo conto di avere le carte migliori prima del flop e non accettavo che dopo il flop non lo fossero più.
-Dovevo uscire rimanendo con relativamente poco una volta che era chiaro che l'avversario aveva il punto.
-Distrazione: con doppia coppia al turn non mi ero accorto del pericolo colore e ho accettato un allin...
-Dopo aver perso una grossa mano riprendere fiato per non essere condizionati psicologicamente (tendenza all'auto distruzione).
Varie:
-Al turn avevo tris e non ho fatto pagare abbastanza la quinta carta: un tizio ha fatto scala ma c'era pure pericolo colore.
-Sul finale (2-3/G) tendo a sopravvalutare le mani medio deboli (K5s) anche se manco il flop.
-Non fare allin preflop ma rilanciare adeguatamente: in questa maniera si può gestire il gioco postflop
-Quando si è CL e qualcuno punta forte contro di te difficilmente sta bluffando.
-Contro i CL è pericoloso giocare mani speculative perché possono comunque puntare forte dopo il flop.
Errori dell'ultimo mese circa:
Pazienza:
-Troppo precipitoso contro giocatore prudente (quando i giocatori prudenti rilanciano bisogna uscire).
Avversario debole:
-Sono andato a un coin flip cercando di far paura a un pesce loose (che mi ha chiamato e ha vinto). Dovevo vedere il flop.
Mano buona ma probabilmente battuta:
-Con coppia di T, senza overcard sul board, ho accettato serie di bet per valore senza considerare che il mio avversario potesse avere una coppia più alta servita (*5).
Psicologia:
-Ricordarsi dell'effetto memoria: se con un avversario si è vinto da poco un grosso piatto egli avrà tendenzialmente paura di noi; al contrario se è lui ad aver vinto tenderà a essere coraggioso. Da tenere presente nelle puntate in cui si specula che l'avversario possa uscire a un nostro rilancio.
-Il CL è più difficile da impaurire
Strategia:
-Se un avversario chiama un nostro controrilancio dopo il flop non insistere a scommettere se non si ha il punto.
-Dopo il flop rilancio un bet dell'avversario e lui chiama; al turn niente; al river è lui che punta: io dovevo uscire (*4).
-Data carta gratis dopo il flop (*6): all'avversario è entrata doppia coppia...
Varie:
-Confuso dal mio Poker Calculator (*3). Avevo visto tutti gli indicatori verdi e non avevo considerato l'andamento della mano: il mio AA era chiaramente battuto.
Dal confronto fra queste due liste appare evidente che l'errore che continuo a commettere è quello di sopravvalutare l'abilità dei pesci che vengono a chiamarmi sempre e comunque...
Prevedibilmente (penso sia l'errore più comune oltre che la più grande sfida del poker) poi continuo a voler giocare anche quando probabilmente non ho io il punto migliore.
Adesso ho riletto anche gli errori che avevo annotato lo scorso marzo. Ci sono degli errori che faccio ancora ma una buona metà non li commetto più e mi sembrano davvero banali.
Sono convinto che se riesco a impormi a stare attento a come gioco contro i pesci (né bluff né semibluff) le mie vincete aumenterebbero considerevolmente.
Nota (*1): in seguito ho scoperto che questo tipo di errore è chiamato overbetting, ovvero, “sovrascommettere”.
Nota (*2): nel poker i polli sono detti pesci...
Nota (*3): la versione mostrata dal post è vecchia. Nella versione più recente ci sono degli indicatori che mostrano la probabilità che l'avversario abbia una mano migliore della nostra in base al range di mani che potrebbe avere (top5, top10, top20, limper, falso limper, spazzatura etc...). Se la probabilità che l'avversario abbia una mano migliore della nostra è verde significa che è minore del 20%. Ovviamente queste probabilità non considerano l'andamento della mano e i vari rilanci che possono essere stati effettuati...
Nota (*4): dipende anche da cosa avevo effettivamente in mano!
Nota (*5): non mi sembra sbagliatissimo. Probabilmente il gioco corretto sarebbe stato controrilanciare al primo bet e, se l'avversario chiamava, allora uscire al suo bet successivo.
Nota (*6): ho riflettuto a lungo su questo problema. Credo che la strategia migliore dipenda da quanto è ricco il piatto: se il piatto è modesto allora è meglio puntare poco o non puntare nella speranza che divenga più ricco tenendo però presente che in caso di pericolo colore o scala dovremo essere pronti a uscire. Se invece il piatto è ricco è bene chiudere subito il punto con una puntata alta piuttosto che rischiare di perderlo.
venerdì 19 agosto 2011
Processo markoviano
Questo post necessita di una lunga introduzione.
Circa vent'anni fa mi capitò d'ascoltare un frammento di musica campionata di pochi secondi (*1).
Nonostante la sua brevità mi piacque moltissimo e mi rimase fortemente impresso. Le uniche parole chiaramente distinguibili erano “21th century digital boy” ma per molti anni non ne feci di niente.
Poi, ormai circa 8 anni fa quando ero in Olanda, risentii la stessa musica e, grazie a internet, fu facile scoprire che la canzone era 21th century digital boy dei Bad Religion. Così mi decisi finalmente a comprare il relativo album “Stranger than fiction” del quale mi piacquero praticamente tutti i vari pezzi.
Fra i vari brani c'è anche “Markovian Process” ovvero “Processo Markoviano”.
Ma che cos'è un processo markoviano?
Per il momento preferisco lasciare in sospeso questa domanda e passare a un argomento del tutto (ma solo apparentemente in realtà!) diverso.
Come forse avrete notato di tanto in tanto mi capita di imbarcarmi in vari progetti software per realizzare applicazioni disparate. Un problema che ho ripetutamente affrontato è quello di creare dei nomi casuali. Per nomi intendo nomi propri di persona come “Gabriele”, “Tommaso”, “Marco”, “Federico” o “Roberto” solamente generati al computer mischiandone le sillabe.
Ovviamente provai diversi algoritmi ma il più semplice di essi mi dette risultati deludenti: l'idea era quella di fornire al computer le sillabe di numerosi nomi reali in maniera che potesse poi ricomporle casualmente. Sfortunatamente, accanto a nomi passabili, come “Gaberco” o “Madele” ottenevo anche delle brutte cacofonie come “Rorco” o peggio “Tomco”.
Arrivai alla conclusione che non potevo usare le sillabe in maniera totalmente casuale ma che dovevo farmi guidare dal finale di quella precedente. Cioè, solo la prima sillaba era totalmente casuale (ma comunque scelta solamente fra le prime sillabe dei vari nomi), la seconda infatti sarebbe stata scelta in funzione della lettera finale della prima sillaba.
Faccio un esempio perché è veramente più facile da capire vedendolo in pratica che a spiegandolo teoricamente!
Prendiamo i nomi “Ga-bri-ele”, “Ma-ri-o”, “Ro-ber-to” e “Ro-mi-no”
Le prime sillabe possibili sono “Ga”, “Ma”, “Ro” e “Ro” (in questo caso “Ro” appare due volte ma non è un problema: sarà solo più probabile).
Fra queste quattro supponiamo che venga scelta casualmente “Ga”. Adesso la seconda sillaba non sarà scelta fra tutte le seconde sillabe ma solamente da quelle che ne seguivano una terminante per “a”, ovvero “bri” o “ri”. Supponiamo che venga scelta “ri”. Adesso la terza sillaba verrà scelta fra “ele”, “o” ma anche “no” (da “Romino”...).
Supponendo che venga scelto “no” si otterrà il nome “Garino” che proprio carino non è ma suona comunque credibile...
Nel complesso il codice necessario per implementare questo algoritmo è relativamente semplice: io ho realizzato in Java (*2) un oggetto con il costruttore che prende un array di stringhe (i nomi iniziali) e, alla bisogna, genera un nome casuale tramite il metodo generateName().
Qualche esempio di nomi femminili generati a partire dalla seguente lista:
String[] fNames =
{
"Gra,zia", "E,le,na", "A,gla,ia", "Pa,tri,zia", "Vi,via,na",
"Giu,sep,pi,na", "Mi,ri,am", "Ri,ta", "Ce,li,de", "A,rian,na",
"An,ge,la", "Ti,zia,na", "En,ri,ca", "Fran,ces,ca", "Bar,ba,ra",
"Sa,ra", "Chia,ra", "So,fia", "Le,ti,zia", "Be,ne,det,ta",
"I,sa", "An,drei,na", "Ma,ria", "Sil,via", "Se,re,na",
"Gu,ia", "Ca,ro,li,na", "Si,mo,na", "Va,nia", "Va,len,ti,na",
"E,li,sa", "Da,nie,la", "Giu,lia", "An,na", "A,les,san,dra",
"Lau,ra", "E,mi,lia", "Gia,da", "E,li,sa,bet,ta", "An,to,niet,ta",
"Zai,ra", "Ve,ro,ni,ca", "I,da", "Ma,ri,sa", "Nau,si,ca",
"Gai,a", "Do,na,tel,la", "Sa,bri,na", "Ger,tru,de", "Mar,cel,la",
"Su,san,na", "Vio,la"
};
Nomi generati dal computer:
Ada
Cazia
Lauseppica
Sabrisa
Lausanna
Mira
Daria
Sonatella
Abrizia
Iziaia
Che a parte “Sonatella” e soprattutto “Iziaia” sono abbastanza credibili...
Volendo si potrebbe “migliorare” l'algoritmo usando per la scelta della sillaba successiva non solo l'ultima lettera ma anche la penultima: io non l'ho fatto perché volevo poter usare una base di nomi molto piccola ma sono sicuro che i risultati sarebbero ancor più realistici.
Ma torniamo al nostro processo Markoviano.
La definizione data da Wikipedia.it è: “Un processo stocastico markoviano o processo di Markov è un processo stocastico nel quale la probabilità di transizione che determina il passaggio ad uno stato di sistema dipende unicamente dallo stato di sistema immediatamente precedente (proprietà di Markov) e non dal come si è giunti a tale stato (in quest'ultima ipotesi si parla di processo non markoviano).”
Questa definizione vi dice niente? Ok, leggete allora le sue applicazioni pratiche (sempre da wikipedia.it): “Modelli di tipo markoviano vengono anche utilizzati nel progetto di reti di telecomunicazioni; la teoria delle code che ne consegue trova applicazione in molti ambiti: dalla fila alle poste ai pacchetti in coda in un router.”
Beh, queste definizioni suonano piuttosto matematiche ma tradotte terra terra nell'ottica della mia applicazione equivalgono a: “Un processo markoviano è un processo casuale nel quale il passaggio da una sillaba alla successiva dipende unicamente dalla prima di queste due sillabe”
Insomma, come spesso mi capita, per la mia applicazione sui nomi avevo reinventato la ruota: per l'esattezza il processo markoviano!
Nota (*1): all'epoca TUTTI i campionamenti erano brevi perché i computer non erano abbastanza potenti!
Nota (*2): Non ho voglia di copiare il codice qui sul blog perché dovrei formattarlo, ripulirlo etc... Se qualcuno però dovesse essere interessato mi faccia sapere...
Circa vent'anni fa mi capitò d'ascoltare un frammento di musica campionata di pochi secondi (*1).
Nonostante la sua brevità mi piacque moltissimo e mi rimase fortemente impresso. Le uniche parole chiaramente distinguibili erano “21th century digital boy” ma per molti anni non ne feci di niente.
Poi, ormai circa 8 anni fa quando ero in Olanda, risentii la stessa musica e, grazie a internet, fu facile scoprire che la canzone era 21th century digital boy dei Bad Religion. Così mi decisi finalmente a comprare il relativo album “Stranger than fiction” del quale mi piacquero praticamente tutti i vari pezzi.
Fra i vari brani c'è anche “Markovian Process” ovvero “Processo Markoviano”.
Ma che cos'è un processo markoviano?
Per il momento preferisco lasciare in sospeso questa domanda e passare a un argomento del tutto (ma solo apparentemente in realtà!) diverso.
Come forse avrete notato di tanto in tanto mi capita di imbarcarmi in vari progetti software per realizzare applicazioni disparate. Un problema che ho ripetutamente affrontato è quello di creare dei nomi casuali. Per nomi intendo nomi propri di persona come “Gabriele”, “Tommaso”, “Marco”, “Federico” o “Roberto” solamente generati al computer mischiandone le sillabe.
Ovviamente provai diversi algoritmi ma il più semplice di essi mi dette risultati deludenti: l'idea era quella di fornire al computer le sillabe di numerosi nomi reali in maniera che potesse poi ricomporle casualmente. Sfortunatamente, accanto a nomi passabili, come “Gaberco” o “Madele” ottenevo anche delle brutte cacofonie come “Rorco” o peggio “Tomco”.
Arrivai alla conclusione che non potevo usare le sillabe in maniera totalmente casuale ma che dovevo farmi guidare dal finale di quella precedente. Cioè, solo la prima sillaba era totalmente casuale (ma comunque scelta solamente fra le prime sillabe dei vari nomi), la seconda infatti sarebbe stata scelta in funzione della lettera finale della prima sillaba.
Faccio un esempio perché è veramente più facile da capire vedendolo in pratica che a spiegandolo teoricamente!
Prendiamo i nomi “Ga-bri-ele”, “Ma-ri-o”, “Ro-ber-to” e “Ro-mi-no”
Le prime sillabe possibili sono “Ga”, “Ma”, “Ro” e “Ro” (in questo caso “Ro” appare due volte ma non è un problema: sarà solo più probabile).
Fra queste quattro supponiamo che venga scelta casualmente “Ga”. Adesso la seconda sillaba non sarà scelta fra tutte le seconde sillabe ma solamente da quelle che ne seguivano una terminante per “a”, ovvero “bri” o “ri”. Supponiamo che venga scelta “ri”. Adesso la terza sillaba verrà scelta fra “ele”, “o” ma anche “no” (da “Romino”...).
Supponendo che venga scelto “no” si otterrà il nome “Garino” che proprio carino non è ma suona comunque credibile...
Nel complesso il codice necessario per implementare questo algoritmo è relativamente semplice: io ho realizzato in Java (*2) un oggetto con il costruttore che prende un array di stringhe (i nomi iniziali) e, alla bisogna, genera un nome casuale tramite il metodo generateName().
Qualche esempio di nomi femminili generati a partire dalla seguente lista:
String[] fNames =
{
"Gra,zia", "E,le,na", "A,gla,ia", "Pa,tri,zia", "Vi,via,na",
"Giu,sep,pi,na", "Mi,ri,am", "Ri,ta", "Ce,li,de", "A,rian,na",
"An,ge,la", "Ti,zia,na", "En,ri,ca", "Fran,ces,ca", "Bar,ba,ra",
"Sa,ra", "Chia,ra", "So,fia", "Le,ti,zia", "Be,ne,det,ta",
"I,sa", "An,drei,na", "Ma,ria", "Sil,via", "Se,re,na",
"Gu,ia", "Ca,ro,li,na", "Si,mo,na", "Va,nia", "Va,len,ti,na",
"E,li,sa", "Da,nie,la", "Giu,lia", "An,na", "A,les,san,dra",
"Lau,ra", "E,mi,lia", "Gia,da", "E,li,sa,bet,ta", "An,to,niet,ta",
"Zai,ra", "Ve,ro,ni,ca", "I,da", "Ma,ri,sa", "Nau,si,ca",
"Gai,a", "Do,na,tel,la", "Sa,bri,na", "Ger,tru,de", "Mar,cel,la",
"Su,san,na", "Vio,la"
};
Nomi generati dal computer:
Ada
Cazia
Lauseppica
Sabrisa
Lausanna
Mira
Daria
Sonatella
Abrizia
Iziaia
Che a parte “Sonatella” e soprattutto “Iziaia” sono abbastanza credibili...
Volendo si potrebbe “migliorare” l'algoritmo usando per la scelta della sillaba successiva non solo l'ultima lettera ma anche la penultima: io non l'ho fatto perché volevo poter usare una base di nomi molto piccola ma sono sicuro che i risultati sarebbero ancor più realistici.
Ma torniamo al nostro processo Markoviano.
La definizione data da Wikipedia.it è: “Un processo stocastico markoviano o processo di Markov è un processo stocastico nel quale la probabilità di transizione che determina il passaggio ad uno stato di sistema dipende unicamente dallo stato di sistema immediatamente precedente (proprietà di Markov) e non dal come si è giunti a tale stato (in quest'ultima ipotesi si parla di processo non markoviano).”
Questa definizione vi dice niente? Ok, leggete allora le sue applicazioni pratiche (sempre da wikipedia.it): “Modelli di tipo markoviano vengono anche utilizzati nel progetto di reti di telecomunicazioni; la teoria delle code che ne consegue trova applicazione in molti ambiti: dalla fila alle poste ai pacchetti in coda in un router.”
Beh, queste definizioni suonano piuttosto matematiche ma tradotte terra terra nell'ottica della mia applicazione equivalgono a: “Un processo markoviano è un processo casuale nel quale il passaggio da una sillaba alla successiva dipende unicamente dalla prima di queste due sillabe”
Insomma, come spesso mi capita, per la mia applicazione sui nomi avevo reinventato la ruota: per l'esattezza il processo markoviano!
Nota (*1): all'epoca TUTTI i campionamenti erano brevi perché i computer non erano abbastanza potenti!
Nota (*2): Non ho voglia di copiare il codice qui sul blog perché dovrei formattarlo, ripulirlo etc... Se qualcuno però dovesse essere interessato mi faccia sapere...
giovedì 18 agosto 2011
Tidal Terror
Forse qualcuno dei miei lettori indefessi si starà chiedendo per quale motivo stia postando così poco recentemente. Beh, i motivi sono molteplici: scarso entusiasmo, poche idee e fiacchezza estiva generalizzata.
A darmi il “colpo di grazia” è stato però un gioco per Wii che mi sono comprato qualche giorno fa: “Donkey Kong returns”.
Chi mi conosce, magari anche solo dalla lettura del blog, saprà o potrà presumere che io sia bravo nei giochi di strategia (e in effetti è proprio così) però ho un altro talento insospettabile: i giochi di piattaforma bidimensionale a scorrimento orizzontale.
Ebbene “Donkey Kong returns” è proprio uno di questi: la grafica tridimensionale serve solo a renderlo più accattivante ma nella sua essenza è un vero bidimensionale.
Ma non voglio scrivere di questo gioco ma solo di un suo livello che mi fa “paura”.
Si tratta di un livello nel secondo mondo (*1): qui il nostro personaggio deve correre lungo la battigia riparandosi dietro dei muri opportunamente disseminati per evitare di essere spazzato via da onde gigantesche.
Probabilmente non sembra troppo pauroso e infatti immagino che al 99,999% delle persone non faccia particolare impressione. Sfortunatamente a me ricorda una brutta esperienza che feci fra i 10-12 anni (non ricordo esattamente) in Inghilterra.
Io e un mio amico eravamo alloggiati in un collegio per studenti stranieri nei pressi di Brighton (*2) e, quasi ogni giorno raggiungevamo a piedi il mare e da lì proseguivamo per il Brighton Pier: un lungo pontile in legno che si protendeva sul mare dove c'erano numerosi giochi e intrattenimenti (*3).
Il tragitto lungo il mare era estremamente gradevole: si trattava di una passeggiata sopraelevata per pedoni, larga due-tre metri, dove da un lato c'erano 10-15 metri di spiaggia (senza sabbia ma con ciottoli tondi) fino al mare e dall'altro i muri delle case del vecchio paese. Si trattava quindi di un percorso obbligato senza la possibilità di uscirne se non alle due estremità.
Solo per il tratto finale, più o meno l'ultimo chilometro, il percorso si apriva e si poteva raggiungere in ogni momento la strada principale.
Un pomeriggio dovevamo tornare al collegio per la cena ma il tempo era veramente brutto: pioggia a vento e onde alte. Arrivammo all'ingresso del tragitto chiuso fra il mare e le case e in effetti mi pare di ricordare dei cartelli gialli che avvisavano di non passare da lì col cattivo tempo ma l'idea degli schizzi sembrava troppo divertente così l'imboccammo comunque...
Inutile dire che a metà strada la tempesta inizio a peggiorare: non si trattava più di qualche schizzo ma di pericolose ondate e, anche camminando rasenti al muro, eravamo zuppi.
Proprio quando non sapevamo che fare, e stavamo parlottando per decidere se continuare o tornare indietro, si aprì una porta e dei signori ci fecero passare attraverso la loro casa sulla strada principale. Ricordo che ci dissero un mucchio di cose, probabilmente rimproveri e ammonimenti, ma data la pochezza del mio inglese non capii niente e mi limitai a ringraziare più volte...
Il giorno dopo mi ero già dimenticato la brutta esperienza ma la sua memoria era sprofondata nel mio inconscio. Nel corso degli anni mi è capitato periodicamente di sognare di percorrere un sentiero lungo il mare con onde gigantesche da un lato e un muro (magari di sabbia ma comunque invalicabile) dall'altro.
Qualcosa di simile successe a mio padre: mentre faceva una gita in montagna scivolò su un ghiaione e di riuscì a fermarsi solo pochi metri prima di uno strapiombo. Per anni gli capitò di rivivere in sogno quell'esperienza...
Chi è curioso può vedere il livello di Donkey Kong di cui ho parlato su youtube.com qui...
Nota (*1): il gioco presenta dei livelli molto vari e tutti ricchi di elementi diversi; questi livelli sono raggruppati in ambientazioni (chiamati “mondi”) che forniscono una caratterizzazione di base. Ad esempio il primo mondo è la giungla, dove gli alberi e le piante in genere la fanno da padrona, mentre il secondo mondo è la spiaggia dove l'elemento centrale è il mare.
Nota (*2): con l'aiuto di Google Maps volevo ritrovare il posto esatto che a me sembrava chiamarsi “Folkstone” ma, evidentemente, non è così...
Nota (*3): tramite Google Maps ho visto che lo devono aver rifatto perché adesso ci sono addirittura delle montagne russe sopra! Ma... sono perplesso: io non ricordo il molo né il fiume... Mi viene il dubbio di star confondendo i ricordi di due diverse gite...
A darmi il “colpo di grazia” è stato però un gioco per Wii che mi sono comprato qualche giorno fa: “Donkey Kong returns”.
Chi mi conosce, magari anche solo dalla lettura del blog, saprà o potrà presumere che io sia bravo nei giochi di strategia (e in effetti è proprio così) però ho un altro talento insospettabile: i giochi di piattaforma bidimensionale a scorrimento orizzontale.
Ebbene “Donkey Kong returns” è proprio uno di questi: la grafica tridimensionale serve solo a renderlo più accattivante ma nella sua essenza è un vero bidimensionale.
Ma non voglio scrivere di questo gioco ma solo di un suo livello che mi fa “paura”.
Si tratta di un livello nel secondo mondo (*1): qui il nostro personaggio deve correre lungo la battigia riparandosi dietro dei muri opportunamente disseminati per evitare di essere spazzato via da onde gigantesche.
Probabilmente non sembra troppo pauroso e infatti immagino che al 99,999% delle persone non faccia particolare impressione. Sfortunatamente a me ricorda una brutta esperienza che feci fra i 10-12 anni (non ricordo esattamente) in Inghilterra.
Io e un mio amico eravamo alloggiati in un collegio per studenti stranieri nei pressi di Brighton (*2) e, quasi ogni giorno raggiungevamo a piedi il mare e da lì proseguivamo per il Brighton Pier: un lungo pontile in legno che si protendeva sul mare dove c'erano numerosi giochi e intrattenimenti (*3).
Il tragitto lungo il mare era estremamente gradevole: si trattava di una passeggiata sopraelevata per pedoni, larga due-tre metri, dove da un lato c'erano 10-15 metri di spiaggia (senza sabbia ma con ciottoli tondi) fino al mare e dall'altro i muri delle case del vecchio paese. Si trattava quindi di un percorso obbligato senza la possibilità di uscirne se non alle due estremità.
Solo per il tratto finale, più o meno l'ultimo chilometro, il percorso si apriva e si poteva raggiungere in ogni momento la strada principale.
Un pomeriggio dovevamo tornare al collegio per la cena ma il tempo era veramente brutto: pioggia a vento e onde alte. Arrivammo all'ingresso del tragitto chiuso fra il mare e le case e in effetti mi pare di ricordare dei cartelli gialli che avvisavano di non passare da lì col cattivo tempo ma l'idea degli schizzi sembrava troppo divertente così l'imboccammo comunque...
Inutile dire che a metà strada la tempesta inizio a peggiorare: non si trattava più di qualche schizzo ma di pericolose ondate e, anche camminando rasenti al muro, eravamo zuppi.
Proprio quando non sapevamo che fare, e stavamo parlottando per decidere se continuare o tornare indietro, si aprì una porta e dei signori ci fecero passare attraverso la loro casa sulla strada principale. Ricordo che ci dissero un mucchio di cose, probabilmente rimproveri e ammonimenti, ma data la pochezza del mio inglese non capii niente e mi limitai a ringraziare più volte...
Il giorno dopo mi ero già dimenticato la brutta esperienza ma la sua memoria era sprofondata nel mio inconscio. Nel corso degli anni mi è capitato periodicamente di sognare di percorrere un sentiero lungo il mare con onde gigantesche da un lato e un muro (magari di sabbia ma comunque invalicabile) dall'altro.
Qualcosa di simile successe a mio padre: mentre faceva una gita in montagna scivolò su un ghiaione e di riuscì a fermarsi solo pochi metri prima di uno strapiombo. Per anni gli capitò di rivivere in sogno quell'esperienza...
Chi è curioso può vedere il livello di Donkey Kong di cui ho parlato su youtube.com qui...
Nota (*1): il gioco presenta dei livelli molto vari e tutti ricchi di elementi diversi; questi livelli sono raggruppati in ambientazioni (chiamati “mondi”) che forniscono una caratterizzazione di base. Ad esempio il primo mondo è la giungla, dove gli alberi e le piante in genere la fanno da padrona, mentre il secondo mondo è la spiaggia dove l'elemento centrale è il mare.
Nota (*2): con l'aiuto di Google Maps volevo ritrovare il posto esatto che a me sembrava chiamarsi “Folkstone” ma, evidentemente, non è così...
Nota (*3): tramite Google Maps ho visto che lo devono aver rifatto perché adesso ci sono addirittura delle montagne russe sopra! Ma... sono perplesso: io non ricordo il molo né il fiume... Mi viene il dubbio di star confondendo i ricordi di due diverse gite...
lunedì 15 agosto 2011
Incapacità mentale
Le mie “prestazioni” mentali variano notevolmente da giorno a giorno. Lo posso verificare in maniera diretta giocando a scacchi: in alcune giornate non riesco a vincere una sola partita mentre in altre travolgo facilmente gli avversari di abilità simile (*1) alla mia.
Anzi, prima di giocare a poker, verifico quanto la mia mente è reattiva giocando a scacchi: se i risultati non mi soddisfano evito il poker. Peccato che non ci sia un test simile per verificare il proprio livello giornaliero di fortuna!
Questa premessa per arrivare a dire che anche i miei post risentono pesantemente del mio livello di freschezza mentale. In alcuni giorni faccio fatica a esporre le mie idee in modo chiaro, non trovo le parole e uso costruzioni complicate e innaturali. In altre invece tutto mi riesce facile e le parole scorrono veloci e senza intoppi.
Da cosa dipendono queste fluttuazioni nelle capacità mentali?
Essenzialmente dalla qualità del mio sonno: dopo due-tre giorni consecutivi di insonnia pesante le mie capacità sono al minimo; anche quando faccio una super dormita non vado molto bene: è come se rimanessi mezzo addormentato per tutto il giorno; il mio meglio lo do due giorni dopo una bella dormita seguita da una dormita normale o mediamente scadente.
Ieri, almeno mentalmente, ero piuttosto a terra (è tutto agosto che dormo male...) ma ho voluto comunque scrivere un post impegnativo.
A sera ho ricevuto un messaggio privato da parte di una mia lettrice che mi diceva di essere rimasta perplessa. Non mi ha precisato dove fosse esattamente il problema ma credo che almeno in parte il motivo del disagio dipendesse dalla scarsa qualità del mio linguaggio.
Stamani ho riletto quanto scritto ieri e ho notato come i miei periodi fossero pesanti e contorti. A volte poi dei termini sono assenti: io non me ne accorgo perché mi sembrano sottintesi ma, leggendo con calma, mi rendo conto che non è così.
Ecco: è come se facessi una gran fatica a tradurre le mie idee non verbali in parole, forse anzi a scindere le idee stesse nei loro componenti essenziali oppure a farle emergere completamente a livello conscio.
Questa è una domanda che mi sono sempre fatto: ma le persone in genere pensano per parole o per idee?
Nota (*1): Il termine “simile” è la chiave di volta: ogni scacchista ha un punteggio che ne identifica la forza e che varia in base ai risultati ottenuti contro gli altri giocatori. Così quando parlo di “abilità simile alla mia” intendo giocatori con un punteggio vicino al mio...
Anzi, prima di giocare a poker, verifico quanto la mia mente è reattiva giocando a scacchi: se i risultati non mi soddisfano evito il poker. Peccato che non ci sia un test simile per verificare il proprio livello giornaliero di fortuna!
Questa premessa per arrivare a dire che anche i miei post risentono pesantemente del mio livello di freschezza mentale. In alcuni giorni faccio fatica a esporre le mie idee in modo chiaro, non trovo le parole e uso costruzioni complicate e innaturali. In altre invece tutto mi riesce facile e le parole scorrono veloci e senza intoppi.
Da cosa dipendono queste fluttuazioni nelle capacità mentali?
Essenzialmente dalla qualità del mio sonno: dopo due-tre giorni consecutivi di insonnia pesante le mie capacità sono al minimo; anche quando faccio una super dormita non vado molto bene: è come se rimanessi mezzo addormentato per tutto il giorno; il mio meglio lo do due giorni dopo una bella dormita seguita da una dormita normale o mediamente scadente.
Ieri, almeno mentalmente, ero piuttosto a terra (è tutto agosto che dormo male...) ma ho voluto comunque scrivere un post impegnativo.
A sera ho ricevuto un messaggio privato da parte di una mia lettrice che mi diceva di essere rimasta perplessa. Non mi ha precisato dove fosse esattamente il problema ma credo che almeno in parte il motivo del disagio dipendesse dalla scarsa qualità del mio linguaggio.
Stamani ho riletto quanto scritto ieri e ho notato come i miei periodi fossero pesanti e contorti. A volte poi dei termini sono assenti: io non me ne accorgo perché mi sembrano sottintesi ma, leggendo con calma, mi rendo conto che non è così.
Ecco: è come se facessi una gran fatica a tradurre le mie idee non verbali in parole, forse anzi a scindere le idee stesse nei loro componenti essenziali oppure a farle emergere completamente a livello conscio.
Questa è una domanda che mi sono sempre fatto: ma le persone in genere pensano per parole o per idee?
Nota (*1): Il termine “simile” è la chiave di volta: ogni scacchista ha un punteggio che ne identifica la forza e che varia in base ai risultati ottenuti contro gli altri giocatori. Così quando parlo di “abilità simile alla mia” intendo giocatori con un punteggio vicino al mio...
domenica 14 agosto 2011
Sondaggio storico
Sulla rivista “Storia Illustrata”del dicembre 1989 ho trovato un articolo interessante: si tratta di un sondaggio, effettuato fra numerosi storici, su quali siano stati i dieci eventi più importanti del ventesimo secolo (scelti fra una lista con una ventina di opzioni). Oltre che agli storici lo stesso sondaggio è stato proposto anche a comuni cittadini e, ovviamente, ci sono commenti sulle discrepanze più vistose.
In realtà mi sono limitato a sfogliare superficialmente l'articolo perché voglio divertirmi a stilare la mia personale classifica senza farmi troppo influenzare dalle opinioni altrui. Finito questo post mi leggerò poi di buon grado le osservazioni degli storici (*1).
Dunque, la lista delle opzioni è la seguente (*2):
A mio avviso sarebbe fondamentale stabilire su quale periodo di tempo vogliamo giudicare l'importanza di questi eventi: cioè sotto quale prospettiva dobbiamo guardarli? solo sul XX secolo oppure cercando di immaginare l'impatto per i secoli futuri (per quanto possibile!).
Personalmente ho deciso di optare per questa seconda prospettiva di più ampio respiro.
Per prima cosa cercherò di fare una prima scrematura attribuendo ad ogni elemento un'importanza da 1 a 5. In un secondo momento farò poi la classificazione definitiva.
Penicillina e antibiotici:
Interpreto questa voce come progresso medico in senso lato. Direi 4.
Perestrojka:
Ecco questo evento, 15-20 anni fa, era sulla bocca di tutti: dopotutto la perestrojka era stata inaugurata nel 1987 (*3). Il sistema economico sovietico era ormai completamente in crisi e in una maniera o in un'altra l'URSS era destinata a scomparire forse non subito ma nel giro di altri 10-20 anni. Il grande merito della perestrojka è stato quello di avviare questo cambiamento in maniera sostanzialmente indolore. Direi 1.
Seconda guerra mondiale:
Gli storici l'hanno relativamente “snobbata” facendola piazzare solo al quarto posto. Le sue conseguenze si sono fatte sentire per 50 anni buoni e, seppur in misura minore, continueranno a farlo per altri 30-40 anni. Soprattutto però ha segnato la sconfitta dell'ideologia nazista e ha ridefinito cosa, per la mentalità OCCIDENTALE, è giusto o sbagliato (vedi ad esempio il dogma dell'anti-razzismo). Direi 4.
Conquista dello spazio
Ma... in un futuro lontano i primi passi che si sono mossi nell'ultimo quarto del secolo saranno considerati fondamentali eppure oggi, che l'uomo abbia passeggiato o meno sulla luna, non sembra così importante. È invece utile sottolineare come la “guerra” (*4) per la conquista dello spazio fra USA e URSS abbia aiutato lo sviluppo di nuove tecnologie. Direi 2.
Emancipazione femminile
Difficile da valutare. Soprattutto non è chiaro quanto sia frutto di altri fattori (come l'industrializzazione, la diffusione della cultura o il controllo delle nascite). E poi questa emancipazione è limitata al mondo occidentale. Non so: il mio istinto mi dice che è una conseguenza, qualcosa che sotto determinate circostanze si sviluppa autonomamente. Per questo mi tengo relativamente basso: direi 3.
Radio e TV
La radio ormai è superata e anche la TV è in fase calante: il mezzo principe per la diffusione delle notizie sta diventando internet. Ma di internet nel 1989 non si sapeva niente (secondo wikipedia internet è nato ufficialmente nel 1991)...
Così interpreto questa voce come “Mass media”. L'importanza è notevole: gli antichi romani per testimoniare la potenza dell'impero potevano fare poco più che costruire archi di trionfo. Adesso invece notizie o idee si diffondono in tempo reale in tutto il mondo. Attenzione però: da una parte i mass media hanno il pregio di diffondere idee dall'altra sono però anche un mezzo per il controllo della popolazione (tramite la diffusione di apposite notizie edulcorate): è per questo che un internet libero fa così paura al potere politico (*5)...
Direi 5.
Computer
La sua diffusione parla da sola. Direi 5.
Atomo
A differenze di altre novità tecnologiche/scientifiche la scoperta dell'atomo ha ridotto le possibilità di guerra. Guerre globali come le due grandi guerre dello scorso secolo non sono più immaginabili perché porterebbero alla distruzione del pianeta. Certo l'atomo ha portato una pace con la “p” minuscola: la guerra non è più fatta apertamente ma è diventata prima ideologica e ora commerciale... Però è un passo avanti. Direi 5.
Concilio Vaticano II
Ehmm... mi vergogno ad ammetterlo ma non ho idea di cosa sia stato deliberato in tale concilio!
Comunque, considerato che la chiesa non sembra assolutamente in grado di adeguarsi ai tempi, suppongo che le novità introdotte furono modeste o comunque non abbastanza lungimiranti per affrontare adeguatamente il futuro. Direi 1.
Prima guerra mondiale
Evidentemente una guerra non risolutiva che dentro di sé conteneva già l'embrione della seconda. Direi 3.
Rivoluzione d'ottobre
Io l'interpreto come attuazione dell'ideologia comunista. Un esperimento: messa in pratica, l'ideologia comunista, si è rivelata essere un'utopia. Il comunismo non teneva in giusta considerazione la natura umana e per questo è fallito. E non parlatemi della Cina (o di Cuba): anche in Cina non c'è più il comunismo. Ammesso che inizialmente lo fosse adesso è diventato qualcosa di totalmente diverso e, anzi, l'ingiustizia sociale fra ricchissimi e poverissimi è ai massimi livelli. Direi 3.
Decolonizzazione
Istintivamente giudico anche questo evento, come la liberalizzazione della donna, una conseguenza. Di cosa sia conseguenza non mi è chiarissimo: probabilmente del controllo delle nascite e della seconda guerra mondiale (intesa come sconfitta dell'ideologia nazista e per estensione di ogni razzismo (*6)). O forse magari economicamente non erano più così vantaggiose: meglio instaurare una democrazia (o altro governo) fittizia e controllabile dall'esterno che però tenga buone le popolazioni locali? Direi 2-3.
Nazismo
Non so bene come interpretare questa voce. Da una parte ha largamente contribuito alla seconda guerra mondiale. Dall'altra, paradossalmente, la sua sconfitta ha portato alla formazione della moderna mentalità occidentale che si basa su molti elementi in antitesi a quelli nazisti. Direi 3.
Tecnologia
A mio avviso è una conseguenza dell'istruzione di massa. Da questo punto di vista la Cina mi dà ragione: con un centinaio di milioni di ingegneri la Cina sta rapidamente scalando il numero dei brevetti registrati e delle citazioni scientifiche. Direi 3-4.
Crisi del '29
Anche in questo caso non ne so abbastanza per giudicare con criterio. Ad occhio però i suoi effetti si ripercossero nell'arco di 15-20 anni. Quindi direi 2.
Psicoanalisi
A mio avviso rientra nel campo del progresso medico e, come branca di esso, direi 3.
Aviazione civile
Da quanto scritto per i mass media si capisce che io considero più importante che siano le idee a circolare piuttosto che le persone. Direi 1.
Teoria della relatività
Come per la conquista dello spazio. Al momento la teoria della relatività è solo una teoria e le sue applicazioni pratiche sono ancora teoriche! Direi 1.
Esplosione demografica
Fondamentale. È forse ciò che considero l'elemento che più condizionerà il futuro. Direi 5.
Olocausto ebrei
Un aspetto della seconda guerra mondiale/nazismo. Direi 1-2.
Sessantotto
Rappresenta la presa di coscienza della contrapposizione fra i valori tradizionali e quelli emersi dopo la seconda guerra mondiale. Inevitabile. Direi 1.
Il risveglio islamico
Mi pare un effetto della decolonizzazione dove i governi pseudo democratici si sono dimostrati totalmente incapaci di rispondere alle esigenze delle popolazioni locali che si sono quindi rivolte alla religione. Conseguenza. Direi 1-2.
Infine non era nelle opzioni selezionabili ma io, motu proprio, aggiungo anche:
Controllo delle nascite
Fondamentale. Credo che il mondo oggi sarebbe totalmente diverso se il tasso di natalità nei paesi occidentali si fosse mantenuto alto. Direi 5.
Mi rendo conto che avrei avuto da scrivere un post per ognuna di queste voci. Temo che i miei vaghi accenni susciteranno spesso confusione o perplessità quindi, se qualcuno desidera chiarimenti, non esiti a chiedere!
Comunque ecco la classifica temporanea:
Controllo delle nascite
Esplosione demografica
Atomo
Computer
Radio e TV (mass media)
---
Seconda guerra mondiale
Progresso medico
---
Tecnologia
---
Emancipazione femminile
Psicoanalisi
Rivoluzione d'ottobre
Prima guerra mondiale
---
Decolonizzazione
---
Crisi del '29
Conquista dello spazio
---
Olocausto ebrei
Il risveglio islamico
---
Sessantotto
Teoria della relatività
Concilio Vaticano II
Aviazione civile
Perestrojka
Nota (*1): Sono molto interessato alle motivazioni delle loro scelte.
Nota (*2): In realtà mi pare di capire che, almeno agli storici, non era stata presentata nessuna lista e quindi ci sono incongruenze e sovrapposizioni (tipo “computer”, “atomo” e “tecnologia”...)
Nota (*3): E nell'immediato è facile ingigantire l'importanza di un evento...
Nota (*4): Dato che la guerra “reale” non era più possibile a causa dell'arma atomica.
Nota (*5): Censurare un giornalista o perfino una TV è facile rispetto a controllare le migliaia di opinioni che i cittadini possono scambiarsi tramite internet... Ma di questo ho parlato diffusamente in altri post...
Nota (*6): Opprimere altre popolazioni diventava così sempre meno giustificabile all'interno delle stesse potenze coloniali.
In realtà mi sono limitato a sfogliare superficialmente l'articolo perché voglio divertirmi a stilare la mia personale classifica senza farmi troppo influenzare dalle opinioni altrui. Finito questo post mi leggerò poi di buon grado le osservazioni degli storici (*1).
Dunque, la lista delle opzioni è la seguente (*2):
- Penicillina e antibiotici
- Perestrojka
- Seconda guerra mondiale
- Conquista dello spazio
- Emancipazione femminile
- Radio e TV
- Computer
- Atomo
- Concilio Vaticano II
- Prima guerra mondiale
- Rivoluzione d'ottobre
- Decolonizzazione
- Nazismo
- Tecnologie
- Crisi del '29
- Psicoanalisi
- Aviazione civile
- Teoria della relatività
- Esplosione demografica
- Olocausto ebrei
- Sessantotto
- Il risveglio islamico
A mio avviso sarebbe fondamentale stabilire su quale periodo di tempo vogliamo giudicare l'importanza di questi eventi: cioè sotto quale prospettiva dobbiamo guardarli? solo sul XX secolo oppure cercando di immaginare l'impatto per i secoli futuri (per quanto possibile!).
Personalmente ho deciso di optare per questa seconda prospettiva di più ampio respiro.
Per prima cosa cercherò di fare una prima scrematura attribuendo ad ogni elemento un'importanza da 1 a 5. In un secondo momento farò poi la classificazione definitiva.
Penicillina e antibiotici:
Interpreto questa voce come progresso medico in senso lato. Direi 4.
Perestrojka:
Ecco questo evento, 15-20 anni fa, era sulla bocca di tutti: dopotutto la perestrojka era stata inaugurata nel 1987 (*3). Il sistema economico sovietico era ormai completamente in crisi e in una maniera o in un'altra l'URSS era destinata a scomparire forse non subito ma nel giro di altri 10-20 anni. Il grande merito della perestrojka è stato quello di avviare questo cambiamento in maniera sostanzialmente indolore. Direi 1.
Seconda guerra mondiale:
Gli storici l'hanno relativamente “snobbata” facendola piazzare solo al quarto posto. Le sue conseguenze si sono fatte sentire per 50 anni buoni e, seppur in misura minore, continueranno a farlo per altri 30-40 anni. Soprattutto però ha segnato la sconfitta dell'ideologia nazista e ha ridefinito cosa, per la mentalità OCCIDENTALE, è giusto o sbagliato (vedi ad esempio il dogma dell'anti-razzismo). Direi 4.
Conquista dello spazio
Ma... in un futuro lontano i primi passi che si sono mossi nell'ultimo quarto del secolo saranno considerati fondamentali eppure oggi, che l'uomo abbia passeggiato o meno sulla luna, non sembra così importante. È invece utile sottolineare come la “guerra” (*4) per la conquista dello spazio fra USA e URSS abbia aiutato lo sviluppo di nuove tecnologie. Direi 2.
Emancipazione femminile
Difficile da valutare. Soprattutto non è chiaro quanto sia frutto di altri fattori (come l'industrializzazione, la diffusione della cultura o il controllo delle nascite). E poi questa emancipazione è limitata al mondo occidentale. Non so: il mio istinto mi dice che è una conseguenza, qualcosa che sotto determinate circostanze si sviluppa autonomamente. Per questo mi tengo relativamente basso: direi 3.
Radio e TV
La radio ormai è superata e anche la TV è in fase calante: il mezzo principe per la diffusione delle notizie sta diventando internet. Ma di internet nel 1989 non si sapeva niente (secondo wikipedia internet è nato ufficialmente nel 1991)...
Così interpreto questa voce come “Mass media”. L'importanza è notevole: gli antichi romani per testimoniare la potenza dell'impero potevano fare poco più che costruire archi di trionfo. Adesso invece notizie o idee si diffondono in tempo reale in tutto il mondo. Attenzione però: da una parte i mass media hanno il pregio di diffondere idee dall'altra sono però anche un mezzo per il controllo della popolazione (tramite la diffusione di apposite notizie edulcorate): è per questo che un internet libero fa così paura al potere politico (*5)...
Direi 5.
Computer
La sua diffusione parla da sola. Direi 5.
Atomo
A differenze di altre novità tecnologiche/scientifiche la scoperta dell'atomo ha ridotto le possibilità di guerra. Guerre globali come le due grandi guerre dello scorso secolo non sono più immaginabili perché porterebbero alla distruzione del pianeta. Certo l'atomo ha portato una pace con la “p” minuscola: la guerra non è più fatta apertamente ma è diventata prima ideologica e ora commerciale... Però è un passo avanti. Direi 5.
Concilio Vaticano II
Ehmm... mi vergogno ad ammetterlo ma non ho idea di cosa sia stato deliberato in tale concilio!
Comunque, considerato che la chiesa non sembra assolutamente in grado di adeguarsi ai tempi, suppongo che le novità introdotte furono modeste o comunque non abbastanza lungimiranti per affrontare adeguatamente il futuro. Direi 1.
Prima guerra mondiale
Evidentemente una guerra non risolutiva che dentro di sé conteneva già l'embrione della seconda. Direi 3.
Rivoluzione d'ottobre
Io l'interpreto come attuazione dell'ideologia comunista. Un esperimento: messa in pratica, l'ideologia comunista, si è rivelata essere un'utopia. Il comunismo non teneva in giusta considerazione la natura umana e per questo è fallito. E non parlatemi della Cina (o di Cuba): anche in Cina non c'è più il comunismo. Ammesso che inizialmente lo fosse adesso è diventato qualcosa di totalmente diverso e, anzi, l'ingiustizia sociale fra ricchissimi e poverissimi è ai massimi livelli. Direi 3.
Decolonizzazione
Istintivamente giudico anche questo evento, come la liberalizzazione della donna, una conseguenza. Di cosa sia conseguenza non mi è chiarissimo: probabilmente del controllo delle nascite e della seconda guerra mondiale (intesa come sconfitta dell'ideologia nazista e per estensione di ogni razzismo (*6)). O forse magari economicamente non erano più così vantaggiose: meglio instaurare una democrazia (o altro governo) fittizia e controllabile dall'esterno che però tenga buone le popolazioni locali? Direi 2-3.
Nazismo
Non so bene come interpretare questa voce. Da una parte ha largamente contribuito alla seconda guerra mondiale. Dall'altra, paradossalmente, la sua sconfitta ha portato alla formazione della moderna mentalità occidentale che si basa su molti elementi in antitesi a quelli nazisti. Direi 3.
Tecnologia
A mio avviso è una conseguenza dell'istruzione di massa. Da questo punto di vista la Cina mi dà ragione: con un centinaio di milioni di ingegneri la Cina sta rapidamente scalando il numero dei brevetti registrati e delle citazioni scientifiche. Direi 3-4.
Crisi del '29
Anche in questo caso non ne so abbastanza per giudicare con criterio. Ad occhio però i suoi effetti si ripercossero nell'arco di 15-20 anni. Quindi direi 2.
Psicoanalisi
A mio avviso rientra nel campo del progresso medico e, come branca di esso, direi 3.
Aviazione civile
Da quanto scritto per i mass media si capisce che io considero più importante che siano le idee a circolare piuttosto che le persone. Direi 1.
Teoria della relatività
Come per la conquista dello spazio. Al momento la teoria della relatività è solo una teoria e le sue applicazioni pratiche sono ancora teoriche! Direi 1.
Esplosione demografica
Fondamentale. È forse ciò che considero l'elemento che più condizionerà il futuro. Direi 5.
Olocausto ebrei
Un aspetto della seconda guerra mondiale/nazismo. Direi 1-2.
Sessantotto
Rappresenta la presa di coscienza della contrapposizione fra i valori tradizionali e quelli emersi dopo la seconda guerra mondiale. Inevitabile. Direi 1.
Il risveglio islamico
Mi pare un effetto della decolonizzazione dove i governi pseudo democratici si sono dimostrati totalmente incapaci di rispondere alle esigenze delle popolazioni locali che si sono quindi rivolte alla religione. Conseguenza. Direi 1-2.
Infine non era nelle opzioni selezionabili ma io, motu proprio, aggiungo anche:
Controllo delle nascite
Fondamentale. Credo che il mondo oggi sarebbe totalmente diverso se il tasso di natalità nei paesi occidentali si fosse mantenuto alto. Direi 5.
Mi rendo conto che avrei avuto da scrivere un post per ognuna di queste voci. Temo che i miei vaghi accenni susciteranno spesso confusione o perplessità quindi, se qualcuno desidera chiarimenti, non esiti a chiedere!
Comunque ecco la classifica temporanea:
Controllo delle nascite
Esplosione demografica
Atomo
Computer
Radio e TV (mass media)
---
Seconda guerra mondiale
Progresso medico
---
Tecnologia
---
Emancipazione femminile
Psicoanalisi
Rivoluzione d'ottobre
Prima guerra mondiale
---
Decolonizzazione
---
Crisi del '29
Conquista dello spazio
---
Olocausto ebrei
Il risveglio islamico
---
Sessantotto
Teoria della relatività
Concilio Vaticano II
Aviazione civile
Perestrojka
Nota (*1): Sono molto interessato alle motivazioni delle loro scelte.
Nota (*2): In realtà mi pare di capire che, almeno agli storici, non era stata presentata nessuna lista e quindi ci sono incongruenze e sovrapposizioni (tipo “computer”, “atomo” e “tecnologia”...)
Nota (*3): E nell'immediato è facile ingigantire l'importanza di un evento...
Nota (*4): Dato che la guerra “reale” non era più possibile a causa dell'arma atomica.
Nota (*5): Censurare un giornalista o perfino una TV è facile rispetto a controllare le migliaia di opinioni che i cittadini possono scambiarsi tramite internet... Ma di questo ho parlato diffusamente in altri post...
Nota (*6): Opprimere altre popolazioni diventava così sempre meno giustificabile all'interno delle stesse potenze coloniali.
giovedì 11 agosto 2011
Ipotesi paranoica
La seguente ipotesi mi sembra più adatta a essere uno spunto per un romanzo di fantapolitica che per un mio post ma tant'è...
Il fatto: crollano le borse e in particolare quella italiana.
Ma perché? Qual è stata l'origine di questa crisi.
Ufficialmente tutto è partito dal downgrade del rating degli USA: in pratica questo significa che i bond americani sono considerati un po' meno sicuri di quanto non fossero prima. Questo si traduce nel fatto che gli USA dovranno emetterli con un tasso di interesse più alto per riuscire a piazzarli.
Contemporaneamente chi ha molti bond USA potrebbe temere che questi non vengano ripagati: non per niente la Cina, maggior creditore USA, ha subito chiesto a gran voce garanzie in tal senso.
Ma l'Italia cosa c'entra? Il problema sono le banche.
In teoria solo le banche che possiedono molti bond americani corrono un rischio concreto (vedi sopra il riferimento alla Cina) ma in pratica però tutte le banche sono collegate fra loro da una miriade di investimenti e altri intrecci finanziari.
Una banca potrebbe non avere direttamente nessun bond americano ma possedere obbligazioni di un'altra banca che, a sua volta, è molto esposta. Se questa seconda banca è a rischio bond automaticamente allora anche le sue proprie obbligazioni diventano a rischio.
Questo significa che nella finanza globale non è importante chi investe su cosa perché comunque nessuno è immune essendo tutti interconnessi. In altre parole non ha senso parlare di dove sia il problema ma solo di quanto questo sia grande. Nella fattispecie il problema è enorme.
Detto questo io mi ero subito immaginato un crollo del valore dell'azioni delle banche italiane e non.
Non riuscivo a capire però il perché del crollo di titoli industriali come le Fiat. Poi, mi pare per due giorni consecutivi, il sistema informatico della borsa ha avuto dei problemi e l'unico dato noto è stata la perdita complessiva.
Ecco quindi la mia ipotesi paranoica: le vendite che hanno innescato la caduta dei titoli non bancari sono state provocate con un attacco informatico e gli inconvenienti tecnici a fine giornata sono serviti per coprire le tracce.
Per valutare quanto questa ipotesi sia paranoica bisogna esaminare due fattori: chi può (ha le capacità) per fare ciò e a chi gioverebbe.
Per il “chi” è evidente che il singolo hacker non sarebbe in grado di fare niente del genere: per un attacco di questo tipo sarebbe necessaria una grandissima organizzazione con grandi mezzi, probabilmente qualcosa a livello di uno stato.
Chi ci guadagna dal crollo delle borse? Ad esempio chi vuole comprare a poco prezzo: in questo caso nei prossimi mesi basterà osservare se ci sono grandi acquisizioni per avere una lista di possibili sospetti.
Un altro effetto dell'instabilità finanziaria è che l'economia occidentale resta in panne. La domanda quindi è: esiste un paese che ha interesse, o trae vantaggio, dalla debolezza economica occidentale?
Inutile concludere che i servizi segreti cinesi sono i miei primi indiziati. La mia unica perplessità riguarda il Tao. Per comprendere la Cina è necessario capire il Tao. Già da tempo avevo promesso un post al riguardo (vedi Nozione di Tao) per spiegare cosa intendo ma poi non ho avuto voglia.
Brevemente: il Tao si basa sull'equilibrio fra due forze contrapposte lo yin e lo yang: il principio femminile più passivo e quello maschile più attivo. La mentalità occidentale pone l'enfasi sullo yang, ovvero sul “fare” attivamente, ma per il Tao lo yin e lo yang hanno pari dignità: in alcuni momenti, per certe situazioni, è meglio lo yin e in altri lo yang.
La Cina, nei suoi rapporti con l'occidente, fino ad oggi ha avuto un approccio “passivo” (*1) basato sullo yin. In altre parole: l'andamento della situazione internazionale, specialmente economica/commerciale, è completamente a favore della Cina e per questo motivo c'è un bisogno minimo di azioni attive (yang) per modificarlo.
Un attacco informatico come quello da me ipotizzato sarebbe un'azione MOLTO yang (a meno che non ci fosse la certezza che non venisse scoperto) e quindi molto inusuale per quanto visto fino ad adesso.
È anche vero che ci sono piccoli segnali di un mutamento nell'atteggiamento cinese (vedi varo della portaerei) ma in definitiva, io per primo (non potendo fare un minimo di indagini), ritengo la mia ipotesi piuttosto improbabile.
Nota (*1): Come spiegato nel post Nozione di Tao il “passivo” dello yin non ha la connotazione negativa che noi occidentali automaticamente attribuiamo a tale termine. La passività dello yin non è sinonimo di debolezza o incapacità quanto piuttosto di “attesa vigile e consapevole”. Attesa del momento in cui un atteggiamento “attivo” (yang) è più opportuno.
Il fatto: crollano le borse e in particolare quella italiana.
Ma perché? Qual è stata l'origine di questa crisi.
Ufficialmente tutto è partito dal downgrade del rating degli USA: in pratica questo significa che i bond americani sono considerati un po' meno sicuri di quanto non fossero prima. Questo si traduce nel fatto che gli USA dovranno emetterli con un tasso di interesse più alto per riuscire a piazzarli.
Contemporaneamente chi ha molti bond USA potrebbe temere che questi non vengano ripagati: non per niente la Cina, maggior creditore USA, ha subito chiesto a gran voce garanzie in tal senso.
Ma l'Italia cosa c'entra? Il problema sono le banche.
In teoria solo le banche che possiedono molti bond americani corrono un rischio concreto (vedi sopra il riferimento alla Cina) ma in pratica però tutte le banche sono collegate fra loro da una miriade di investimenti e altri intrecci finanziari.
Una banca potrebbe non avere direttamente nessun bond americano ma possedere obbligazioni di un'altra banca che, a sua volta, è molto esposta. Se questa seconda banca è a rischio bond automaticamente allora anche le sue proprie obbligazioni diventano a rischio.
Questo significa che nella finanza globale non è importante chi investe su cosa perché comunque nessuno è immune essendo tutti interconnessi. In altre parole non ha senso parlare di dove sia il problema ma solo di quanto questo sia grande. Nella fattispecie il problema è enorme.
Detto questo io mi ero subito immaginato un crollo del valore dell'azioni delle banche italiane e non.
Non riuscivo a capire però il perché del crollo di titoli industriali come le Fiat. Poi, mi pare per due giorni consecutivi, il sistema informatico della borsa ha avuto dei problemi e l'unico dato noto è stata la perdita complessiva.
Ecco quindi la mia ipotesi paranoica: le vendite che hanno innescato la caduta dei titoli non bancari sono state provocate con un attacco informatico e gli inconvenienti tecnici a fine giornata sono serviti per coprire le tracce.
Per valutare quanto questa ipotesi sia paranoica bisogna esaminare due fattori: chi può (ha le capacità) per fare ciò e a chi gioverebbe.
Per il “chi” è evidente che il singolo hacker non sarebbe in grado di fare niente del genere: per un attacco di questo tipo sarebbe necessaria una grandissima organizzazione con grandi mezzi, probabilmente qualcosa a livello di uno stato.
Chi ci guadagna dal crollo delle borse? Ad esempio chi vuole comprare a poco prezzo: in questo caso nei prossimi mesi basterà osservare se ci sono grandi acquisizioni per avere una lista di possibili sospetti.
Un altro effetto dell'instabilità finanziaria è che l'economia occidentale resta in panne. La domanda quindi è: esiste un paese che ha interesse, o trae vantaggio, dalla debolezza economica occidentale?
Inutile concludere che i servizi segreti cinesi sono i miei primi indiziati. La mia unica perplessità riguarda il Tao. Per comprendere la Cina è necessario capire il Tao. Già da tempo avevo promesso un post al riguardo (vedi Nozione di Tao) per spiegare cosa intendo ma poi non ho avuto voglia.
Brevemente: il Tao si basa sull'equilibrio fra due forze contrapposte lo yin e lo yang: il principio femminile più passivo e quello maschile più attivo. La mentalità occidentale pone l'enfasi sullo yang, ovvero sul “fare” attivamente, ma per il Tao lo yin e lo yang hanno pari dignità: in alcuni momenti, per certe situazioni, è meglio lo yin e in altri lo yang.
La Cina, nei suoi rapporti con l'occidente, fino ad oggi ha avuto un approccio “passivo” (*1) basato sullo yin. In altre parole: l'andamento della situazione internazionale, specialmente economica/commerciale, è completamente a favore della Cina e per questo motivo c'è un bisogno minimo di azioni attive (yang) per modificarlo.
Un attacco informatico come quello da me ipotizzato sarebbe un'azione MOLTO yang (a meno che non ci fosse la certezza che non venisse scoperto) e quindi molto inusuale per quanto visto fino ad adesso.
È anche vero che ci sono piccoli segnali di un mutamento nell'atteggiamento cinese (vedi varo della portaerei) ma in definitiva, io per primo (non potendo fare un minimo di indagini), ritengo la mia ipotesi piuttosto improbabile.
Nota (*1): Come spiegato nel post Nozione di Tao il “passivo” dello yin non ha la connotazione negativa che noi occidentali automaticamente attribuiamo a tale termine. La passività dello yin non è sinonimo di debolezza o incapacità quanto piuttosto di “attesa vigile e consapevole”. Attesa del momento in cui un atteggiamento “attivo” (yang) è più opportuno.
martedì 9 agosto 2011
Indeciso sul da scriversi
Sono incerto: non so su cosa scrivere. Non è che non ho idee anzi, al contrario, ne ho troppe ma nessuna troppo buona!
Pensavo di tornare a parlare della crisi finanziaria ma in realtà ho poco da aggiungere rispetto a quanto scrissi in Crisi economica per idioti. All'epoca mi chiedevo quali fossero le cause "reali" della crisi e io, dati alla mano, puntavo l'indice contro il surplus finanziario della Cina che, come un'aspirapolvere, risucchia capitali fuori dagli USA ed Europa. Ufficialmente invece gli imputati erano solo alcune mele marce del sistema economico USA: alcuni istituti di credito che, con troppa leggerezza, avevano concesso mutui e che poi, non ricevendo i soldi indietro, avevano provocato una reazione a catena di fallimenti.
La mia domanda sull'origine del problema non era però pleonastica: se all'origine della crisi ci fossero stati solo questi istituti di credito col tempo le cose si sarebbero risolte ma, se la mia teoria sul surplus commerciale cinese era corretta, la situazione sarebbe tornata ad aggravarsi.
Mi pare che il tempo mi abbia dato ragione...
Pochi giorni fa ho aperto un nuovo conto corrente alla banca del mio paese. La direttrice era gentilissima e si ricordava ancora di me da quando ci parlai due o tre anni fa: addirittura appena mi ha visto mi ha subito detto che ero dimagrito moltissimo (ma davvero ero così grasso?)...
Io volevo un conto con le spese ridotto all'osso e così mi viene proposto un "flat": c'è solo un canone fisso (e l'imposta di bolla. Ma di questa non mi avevano detto niente fino a quando non glielo chiesto io...).
Poi mi dice che, se voglio, c'è anche l'accesso al contro tramite internet gratuito. "Ok, perché no.." - rispondo io.
"Allora è tutto gratuito ma la chiavetta con la password ha un costo di 15€. Sai, è il suo costo: a noi ci costa questo e dobbiamo farlo pagare al cliente..."
Ora se non avessi abitato all'estero per un po' di tempo non ci avrei fatto caso. Ma ora, se mi si dice che l'accesso tramite internet è totalmente gratuito, non mi aspetto che ci sia nessuna spesa: chiamiamolo rimborso per la chiavetta, una tantum, costo d'attivazione o come si preferisce ma in questo caso l'accesso tramite internet non è gratuito ma costa 15€...
In Olanda se ti dicono che qualcosa è gratuito è gratuito da vero: non cercano di nascondere la fregatura per racimolare pochi euro in più...
E poi quanto costerà realmente alla banca questa chiavetta? Io dico non più di 2 euro...
Eppure la mentalità italiana nei confronti dei clienti è sempre la solita: fregarli e spremerli il più possibile e, solo quando questi minacciano di andarsene, cercare di lusingarli in qualche maniera (provate a disdire un pacchetto di Cielo per avere la riprova...).
Nei post Camminare molto e Orrore che cammina scrissi del mio raccapriccio per il serial horror Walking Deads. Recentemente ho visto le prime 5 puntate del serial fantascientifico Falling Skies.
La stessa sensazione: entrambi i serial partano in medias res, e questo per le prime 2-3 puntate può anche andare bene, ma poi ci si aspetta che venga spiegato quello che sta succedendo a livello globale. Invece niente: si evita totalmente di spiegare il background e ci si dilunga sulle dinamiche familiari e non fra i vari personaggi e sulle loro necessità quotidiane di sopravvivenza...
Per curiosità vado a vedere su internet se gli sceneggiatori sono i medesimi. No. Cioè non so: su wikipedia viene fornito un singolo nome ma credo che sia il produttore e sicuramente non rappresenta il team di sceneggiatori...
Avevo in mente di parlare anche di un vecchio gioco per PC di una ventina d'anni fa che ho ritirato fuori ma per oggi ho già scritto abbastanza e quindi lascio perdere...
Pensavo di tornare a parlare della crisi finanziaria ma in realtà ho poco da aggiungere rispetto a quanto scrissi in Crisi economica per idioti. All'epoca mi chiedevo quali fossero le cause "reali" della crisi e io, dati alla mano, puntavo l'indice contro il surplus finanziario della Cina che, come un'aspirapolvere, risucchia capitali fuori dagli USA ed Europa. Ufficialmente invece gli imputati erano solo alcune mele marce del sistema economico USA: alcuni istituti di credito che, con troppa leggerezza, avevano concesso mutui e che poi, non ricevendo i soldi indietro, avevano provocato una reazione a catena di fallimenti.
La mia domanda sull'origine del problema non era però pleonastica: se all'origine della crisi ci fossero stati solo questi istituti di credito col tempo le cose si sarebbero risolte ma, se la mia teoria sul surplus commerciale cinese era corretta, la situazione sarebbe tornata ad aggravarsi.
Mi pare che il tempo mi abbia dato ragione...
Pochi giorni fa ho aperto un nuovo conto corrente alla banca del mio paese. La direttrice era gentilissima e si ricordava ancora di me da quando ci parlai due o tre anni fa: addirittura appena mi ha visto mi ha subito detto che ero dimagrito moltissimo (ma davvero ero così grasso?)...
Io volevo un conto con le spese ridotto all'osso e così mi viene proposto un "flat": c'è solo un canone fisso (e l'imposta di bolla. Ma di questa non mi avevano detto niente fino a quando non glielo chiesto io...).
Poi mi dice che, se voglio, c'è anche l'accesso al contro tramite internet gratuito. "Ok, perché no.." - rispondo io.
"Allora è tutto gratuito ma la chiavetta con la password ha un costo di 15€. Sai, è il suo costo: a noi ci costa questo e dobbiamo farlo pagare al cliente..."
Ora se non avessi abitato all'estero per un po' di tempo non ci avrei fatto caso. Ma ora, se mi si dice che l'accesso tramite internet è totalmente gratuito, non mi aspetto che ci sia nessuna spesa: chiamiamolo rimborso per la chiavetta, una tantum, costo d'attivazione o come si preferisce ma in questo caso l'accesso tramite internet non è gratuito ma costa 15€...
In Olanda se ti dicono che qualcosa è gratuito è gratuito da vero: non cercano di nascondere la fregatura per racimolare pochi euro in più...
E poi quanto costerà realmente alla banca questa chiavetta? Io dico non più di 2 euro...
Eppure la mentalità italiana nei confronti dei clienti è sempre la solita: fregarli e spremerli il più possibile e, solo quando questi minacciano di andarsene, cercare di lusingarli in qualche maniera (provate a disdire un pacchetto di Cielo per avere la riprova...).
Nei post Camminare molto e Orrore che cammina scrissi del mio raccapriccio per il serial horror Walking Deads. Recentemente ho visto le prime 5 puntate del serial fantascientifico Falling Skies.
La stessa sensazione: entrambi i serial partano in medias res, e questo per le prime 2-3 puntate può anche andare bene, ma poi ci si aspetta che venga spiegato quello che sta succedendo a livello globale. Invece niente: si evita totalmente di spiegare il background e ci si dilunga sulle dinamiche familiari e non fra i vari personaggi e sulle loro necessità quotidiane di sopravvivenza...
Per curiosità vado a vedere su internet se gli sceneggiatori sono i medesimi. No. Cioè non so: su wikipedia viene fornito un singolo nome ma credo che sia il produttore e sicuramente non rappresenta il team di sceneggiatori...
Avevo in mente di parlare anche di un vecchio gioco per PC di una ventina d'anni fa che ho ritirato fuori ma per oggi ho già scritto abbastanza e quindi lascio perdere...
domenica 7 agosto 2011
Stato del blog
Stanotte non ho dormito. Nelle ultime due-tre settimane ho dormito male e non so perché. La colpa non è per il caldo (tengo ancora una copertina): qui da me si sta bene e solo una notte sono stato disturbato dall'afa.
Però ho un sonno super disturbato e mi sveglio di continuo: più una lunga dormiveglia che un sonno vero e proprio...
Questo per dire cosa? Bo, non lo ricordo più... Ecco, forse che dormendo così male da così tanto tempo inizio a risentirne (ad esempio nei miei post o quando gioco a poker).
Stanotte, avendo dormito peggio del solito, scriverei un post peggiore del solito, così, ho avuto l'intuizione di approfittarne per scrivere il tradizionalmente noiosissimo post sullo stato del blog.
Fortunatamente ho da scrivere meno del solito...
Però ho un sonno super disturbato e mi sveglio di continuo: più una lunga dormiveglia che un sonno vero e proprio...
Questo per dire cosa? Bo, non lo ricordo più... Ecco, forse che dormendo così male da così tanto tempo inizio a risentirne (ad esempio nei miei post o quando gioco a poker).
Stanotte, avendo dormito peggio del solito, scriverei un post peggiore del solito, così, ho avuto l'intuizione di approfittarne per scrivere il tradizionalmente noiosissimo post sullo stato del blog.
Fortunatamente ho da scrivere meno del solito...
- Nel precedente aggiornamento sullo stato del blog avevo segnalato di aver raggiunte 7 stelline mentre adesso, spero per il fisiologico calo estivo, sono tornato a 6.
- In compenso ho guadagnato un lettore indefesso (da 7 a 8)
- Quattro nuove vignette:
- Libertà: semplice ma mi piace. Rispetto all'originale l'ho dovuta comprimere verticalmente per riempire proporzionalmente il mio rettangolo
- Vintage: io non ne ero troppo soddisfatto ma a un mio amico è piaciuta molto più di tante altre...
- Bilancia: anche questa non è molto ispirata e anche tecnicamente mi pare di aver dato il mio peggio...
- Web: questa è bellina! Ho fatto uno “studio” sulle ragnatele per riuscire a disegnarla e mi è venuto bene l'effetto sfuocato dello sfondo. Carina poi l'idea del ragno KGB. In conseguenza ho convertito tutti i tag “internet” in “web”.
- Sono stato molto indeciso per scegliere il post Wow di maggio: alla fine ho optato per Perdita dell'innocenza per premiare l'originale intuizione che avevo avuto
- Al contrario la decisione per il Wow di giugno è stata facile:Cronaca di un matrimonio. Tale post è stato infatti molto apprezzatto non solo dai diretti interessati ma anche da chi non ne sapeva niente.
sabato 6 agosto 2011
Intossigatta
Qualche giorno fa ho sentito dei rumori sospetti provenire dalla cucina: pensando che Bisba ne stesse combinando una delle sue sono andato a controllare piano piano per cercare di coglierla sul fatto...
Prima ho visto una confezione di caffè rovesciata (con relativo contenuto sparso sul pavimento), poi una scatola vuota di crocchette tutta morsicata, poi ho girato un angolo e ho visto Bisba impegnata col "frutto" delle sue ruberie ma invece di brontolarla mi sono messo a ridere!
Che Bisba fosse una fogna e mangiasse di tutto già lo sapevo, e l'avevo anche scritto più volte, ma in quel momento non credevo ai miei occhi: questa volta era impegnata a rosicchiare una fetta di popone! E per "popone" intendo il frutto arancione, scarsamente digeribile, acquoso e dolciostro e non, che so, un tipo di pesce chiamato con un nome dialettale!
Così sono corso a prendere la mia macchina fotografica ma, non trovandola subito, sono tornato sul posto quando Bisba aveva quasi finito la sua opera:
ormai ne è rimasto poco...
...e un attimo dopo è finito!
Così, per esigenze fotografiche, le ho dato l'altra fetta che era rimasta sul tavolo...
"Ma io non ho più fame... Ah già: sono una fogna..."
"Però... non male..."
L'appetito vien mangiando!
Ma i gatti, per quanto ingordi, in natura, lasciati liberi a se stessi, non mangiano la frutta ma il Friskies...
Ed ecco quindi la giusta punizione che colpisce Bisba e, indirettamente (come pulitore) me...
bleaaa!
PS: lo so: le foto fanno più schifetto del solito. La messa a fuoco automatica non mi funzionava bene e così ho usato quella manuale (che però non è risultata essere troppo meglio...)
Prima ho visto una confezione di caffè rovesciata (con relativo contenuto sparso sul pavimento), poi una scatola vuota di crocchette tutta morsicata, poi ho girato un angolo e ho visto Bisba impegnata col "frutto" delle sue ruberie ma invece di brontolarla mi sono messo a ridere!
Che Bisba fosse una fogna e mangiasse di tutto già lo sapevo, e l'avevo anche scritto più volte, ma in quel momento non credevo ai miei occhi: questa volta era impegnata a rosicchiare una fetta di popone! E per "popone" intendo il frutto arancione, scarsamente digeribile, acquoso e dolciostro e non, che so, un tipo di pesce chiamato con un nome dialettale!
Così sono corso a prendere la mia macchina fotografica ma, non trovandola subito, sono tornato sul posto quando Bisba aveva quasi finito la sua opera:
Così, per esigenze fotografiche, le ho dato l'altra fetta che era rimasta sul tavolo...
Ma i gatti, per quanto ingordi, in natura, lasciati liberi a se stessi, non mangiano la frutta ma il Friskies...
Ed ecco quindi la giusta punizione che colpisce Bisba e, indirettamente (come pulitore) me...
PS: lo so: le foto fanno più schifetto del solito. La messa a fuoco automatica non mi funzionava bene e così ho usato quella manuale (che però non è risultata essere troppo meglio...)
venerdì 5 agosto 2011
Peggior racconto
Qualche anno fa scrissi il mio racconto di minor successo in assoluto.
Nessuno di coloro ai quali lo feci leggere ne rimase minimamente impressionato. Forse perché era di un genere che non mi era/è molto congeniale: il romantico/sentimentale.
Eppure si trattava di un racconto molto particolare, quasi sperimentale.
Prima di tutto la storia è un unico lungo dialogo: la descrizione sia del luogo che dei personaggi era resa esclusivamente attraverso le battute scambiate dai due protagonisti.
In realtà poi non era nemmeno un dialogo ma un monologo in quanto, una delle due voci si esprimeva solo tramite frasi brevissime mentre l'altra era molta prolissa.
Quest'ultima, la voce principale e vero unico protagonista, adottava un linguaggio un po' aulico e un po' antiquato mentre la controparte adoperava un normalissimo italiano (burbero e un po' maleducato).
Per divertirmi avevo inoltre infarcito ogni pagina con riferimenti e citazioni di poeti romantici per lo più inglesi ma non solo...
La storia in sé era piuttosto cerebrale: il protagonista, apparentemente pazzo, vive un fortissimo dilemma morale/sentimentale. È innamorato della ragazza che sta con l'altro personaggio e avrebbe il potere (c'è una sorta di maledizione/magia/spiriti segreti: roba complicata insomma) di riconquistarla solo che non lo fa perché teme che lei non sarebbe felice come lo è adesso.
Tranquilli non ho intenzione di propinarvi tutto il racconto!
In realtà la storia voleva essere un crescendo per arrivare a presentare la ragazza amata dal protagonista appena questa usciva dal negozio che stava visitando. Di seguito il brano finale rivolto dal protagonista alla sua amata (scusate i riferimenti, temo incomprensibili, a elementi del racconto):
E tu, Prima Figlia della Luna, Progenie Bellissima e Prediletta della Grande Madre, Stella Radiosa e Gioiello Celeste, Signora del Mattino e della Sera, Regina del Cielo e Meraviglia della Terra, Sola Rosa fra le Donne, Gloria dell'Occaso e Trionfo del Levante, Regina del tuo Re, Regina del mio Cuore, ridente e leggiadra fanciulla cui gli angeli danno nome Amaltea, non mi guardare con astio e rancore. Male non ti feci, male non ti ho fatto e mai male ti farò. Il cipiglio sul tuo volto non adombri la tua splendente bellezza. Terribile è la tua rabbia ma più doloroso mi è il tuo disprezzo. Salutami quindi con un sorriso e sii felice e buona col tuo bel Re. Non pensare troppo male di chi ti vuole bene! Non ha colpa di appiccarsi il legno gettato nel fuoco ardente della fornace: così chi impotente ammira il tuo volto o chi ode la tua calda voce o chi è ammaliato dalla grazia delle tue movenze o chi ha la fortuna di essere baciato dal soffio del vento che l'essenza di dieci violette, di cento glicini e di mille rose ha rubato dai tuoi capelli, non può fare a meno di innamorarsi per sempre della più preziosa delle figlie di Adamo. Così io non ho colpa, perché così è stato, e altrimenti non poteva essere e il mio cuore ama innocente.
È la purezza del tuo animo che si riflette nella bellezza del tuo aspetto che ti fa trascendere le altre donne così come la fiera leonessa si distingue dalle volgari gatte randage: nelle terre aldilà del cancello di Amunet, al riparo dei pensierosi salici, gli stessi sacerdoti della Madre tua, la Luna, mormorano di come perfino ella invidi il candore lucente del tuo cuore poiché, se tu fossi di cristallo, illumineresti a giorno la notte facendola sbiadire.
Ricorda che è stato il Fato a intrecciare insieme i fili delle nostre vite: accogli quindi senza biasimo l'augurio di felicità da parte di colui che, con animo sereno, accetta di pagarne il prezzo con la propria sventura. La cagione per cui tutto questo sia necessario mi è oscura e trascende la mia limitata comprensione. Nulla quindi so e nulla immagino del Suo volere superiore che presiede al destino di uomini, elfi e Dei.
Ti prego! non sbuffare gonfiando le rosee gote e non incrociare le bianche braccia sotto al petto: donami ancora un attimo del tuo tempo e permettimi di concludere ciò che ancora ho da dirti!
Perché una cosa ancora, dal profondo dei miei sogni, mi è stata concessa di vedere: questa non è l'ultima volta che ci incontriamo, così, in attesa di essere nuovamente abbacinato dal lucore della tua radiosa presenza congedami con un sorriso il cui ricordo mi sarà scudo e armatura contro ogni tribolazione. O benedicimi almeno con un lieve cenno, se non mi reputi meritevole di godere della tua voce melodiosa, e io sarò felice di sopportare le mie miserie sospirando il tuo nome, Amaltea, che nel mio cuore splende gioia, richiama bellezza e suona amore! Sii saggia! Sii felice! E non scordarmi...
Dimenticavo: anche in questo passaggio ci sono almeno un paio di riferimenti a poesie famose (di cui una famosissima): il lettore può divertirsi a cercare di distinguere la dolce poesia dalla mia vischiosa melassa...
In realtà avevo avuto l'idea di aggiungere altri due parti (della seconda avevo pure scritto una bozza) per farne una sorta di commedia. Sfortunatamente le critiche negative mi hanno tolto molto entusiasmo e così ho lasciato perdere...
Nessuno di coloro ai quali lo feci leggere ne rimase minimamente impressionato. Forse perché era di un genere che non mi era/è molto congeniale: il romantico/sentimentale.
Eppure si trattava di un racconto molto particolare, quasi sperimentale.
Prima di tutto la storia è un unico lungo dialogo: la descrizione sia del luogo che dei personaggi era resa esclusivamente attraverso le battute scambiate dai due protagonisti.
In realtà poi non era nemmeno un dialogo ma un monologo in quanto, una delle due voci si esprimeva solo tramite frasi brevissime mentre l'altra era molta prolissa.
Quest'ultima, la voce principale e vero unico protagonista, adottava un linguaggio un po' aulico e un po' antiquato mentre la controparte adoperava un normalissimo italiano (burbero e un po' maleducato).
Per divertirmi avevo inoltre infarcito ogni pagina con riferimenti e citazioni di poeti romantici per lo più inglesi ma non solo...
La storia in sé era piuttosto cerebrale: il protagonista, apparentemente pazzo, vive un fortissimo dilemma morale/sentimentale. È innamorato della ragazza che sta con l'altro personaggio e avrebbe il potere (c'è una sorta di maledizione/magia/spiriti segreti: roba complicata insomma) di riconquistarla solo che non lo fa perché teme che lei non sarebbe felice come lo è adesso.
Tranquilli non ho intenzione di propinarvi tutto il racconto!
In realtà la storia voleva essere un crescendo per arrivare a presentare la ragazza amata dal protagonista appena questa usciva dal negozio che stava visitando. Di seguito il brano finale rivolto dal protagonista alla sua amata (scusate i riferimenti, temo incomprensibili, a elementi del racconto):
E tu, Prima Figlia della Luna, Progenie Bellissima e Prediletta della Grande Madre, Stella Radiosa e Gioiello Celeste, Signora del Mattino e della Sera, Regina del Cielo e Meraviglia della Terra, Sola Rosa fra le Donne, Gloria dell'Occaso e Trionfo del Levante, Regina del tuo Re, Regina del mio Cuore, ridente e leggiadra fanciulla cui gli angeli danno nome Amaltea, non mi guardare con astio e rancore. Male non ti feci, male non ti ho fatto e mai male ti farò. Il cipiglio sul tuo volto non adombri la tua splendente bellezza. Terribile è la tua rabbia ma più doloroso mi è il tuo disprezzo. Salutami quindi con un sorriso e sii felice e buona col tuo bel Re. Non pensare troppo male di chi ti vuole bene! Non ha colpa di appiccarsi il legno gettato nel fuoco ardente della fornace: così chi impotente ammira il tuo volto o chi ode la tua calda voce o chi è ammaliato dalla grazia delle tue movenze o chi ha la fortuna di essere baciato dal soffio del vento che l'essenza di dieci violette, di cento glicini e di mille rose ha rubato dai tuoi capelli, non può fare a meno di innamorarsi per sempre della più preziosa delle figlie di Adamo. Così io non ho colpa, perché così è stato, e altrimenti non poteva essere e il mio cuore ama innocente.
È la purezza del tuo animo che si riflette nella bellezza del tuo aspetto che ti fa trascendere le altre donne così come la fiera leonessa si distingue dalle volgari gatte randage: nelle terre aldilà del cancello di Amunet, al riparo dei pensierosi salici, gli stessi sacerdoti della Madre tua, la Luna, mormorano di come perfino ella invidi il candore lucente del tuo cuore poiché, se tu fossi di cristallo, illumineresti a giorno la notte facendola sbiadire.
Ricorda che è stato il Fato a intrecciare insieme i fili delle nostre vite: accogli quindi senza biasimo l'augurio di felicità da parte di colui che, con animo sereno, accetta di pagarne il prezzo con la propria sventura. La cagione per cui tutto questo sia necessario mi è oscura e trascende la mia limitata comprensione. Nulla quindi so e nulla immagino del Suo volere superiore che presiede al destino di uomini, elfi e Dei.
Ti prego! non sbuffare gonfiando le rosee gote e non incrociare le bianche braccia sotto al petto: donami ancora un attimo del tuo tempo e permettimi di concludere ciò che ancora ho da dirti!
Perché una cosa ancora, dal profondo dei miei sogni, mi è stata concessa di vedere: questa non è l'ultima volta che ci incontriamo, così, in attesa di essere nuovamente abbacinato dal lucore della tua radiosa presenza congedami con un sorriso il cui ricordo mi sarà scudo e armatura contro ogni tribolazione. O benedicimi almeno con un lieve cenno, se non mi reputi meritevole di godere della tua voce melodiosa, e io sarò felice di sopportare le mie miserie sospirando il tuo nome, Amaltea, che nel mio cuore splende gioia, richiama bellezza e suona amore! Sii saggia! Sii felice! E non scordarmi...
Dimenticavo: anche in questo passaggio ci sono almeno un paio di riferimenti a poesie famose (di cui una famosissima): il lettore può divertirsi a cercare di distinguere la dolce poesia dalla mia vischiosa melassa...
In realtà avevo avuto l'idea di aggiungere altri due parti (della seconda avevo pure scritto una bozza) per farne una sorta di commedia. Sfortunatamente le critiche negative mi hanno tolto molto entusiasmo e così ho lasciato perdere...
giovedì 4 agosto 2011
Onagro? Chi è costui?
Lo so, siamo ad agosto, ma le seguenti considerazioni le ho considerate adesso...
Leggevo uno degli “Storia Illustrata” dello zio (queste riviste hanno preso il posto del classico libro da WC...), il numero di dicembre del 1988 mi pare, e nello specifico un “dossier” sulle feste nel corso della storia: si parte dai sumeri per passare agli egizi, poi ai greci-romani e infine al periodo del tardo impero (diciamo dopo Costantino) e alto medioevo.
In particolare l'ultima parte del dossier analizza come il cristianesimo non riuscendo a debellare del tutto i riti pagani, ancora molto diffusi, si sia impossessato delle loro festività.
Ovviamente, dato il contesto, l'articolo non può non parlare dell'amatissima festività romana del “Dies natalis Solis invicti” che, come dice il suo nome, festeggiava la nascita del Sole invitto. La festa era opportunamente tenuta tre-quattro giorni dopo il solstizio d'inverno del 21 dicembre (quando cioè l'allungamento delle giornate diventa evidente) e la Chiesa la trasformò nel nostro Natale mantenendo la sua celebrazione al 25 dicembre. Il culto del Sole invitto proveniva dall'oriente ma nel passaggio verso Roma (dove l'aveva portato l'imperatore Aureliano) si erano sovrapposti a esso elementi sincretistici tratti dal classico culto apollineo e dal mitraismo.
Queste notizie le conoscevo già da tempo (vedi ad esempio la citazione nel titolo del post Dies natalis Solis invicti che scrissi appunto lo scorso 25 dicembre) ma ho scoperto un paio di elementi nuovi.
Secondo l'articolo il bue e l'asino che circondano il piccolo Gesù sono la diretta trasposizione di due animali sacri al culto di Mitra: il toro e l'onagro (una specie di asino selvatico).
La seconda notizia è più vaga: “... e i magi che gli si presentavano vennero raffigurati in costumi persiani come i fedeli di Mitra...”.
Questa interpretazione mi è parsa un po' forzata.
Da bambino pensavo che i re magi si chiamassero così perché erano dei “maghi” in quanto indovini (studiosi dello zodiaco, etc). Poi per anni non ci ho più pensato.
Recentemente, leggendo Erodoto (vedi Erodoto e le Storie tese) ho scoperto però che i magi erano una tribù dei medi nota a quei tempi (V a.C.) per i suoi indovini e profeti. Dedussi quindi che i cosiddetti re magi non erano dei “maghi” ma dei medi della tribù dei magi: insomma chi meglio di essi avrebbe potuto interpretare il futuro dalla lettura delle stelle (cadenti e non)?
Per curiosità ho verificato cosa si dice al riguardo su wikipedia e qui la mia interpretazione è sostanzialmente confermata (anche la mia paraetimologia infantile “re magi”=“re maghi” è sorprendentemente corretta perché, a quanto pare, il termine “mago” veniva appunto usato per indicare gli astronomi/astrologhi e gli scienziati in genere!).
In conclusione oggi ho avuto la piccola soddisfazione di essermi reso conto di essere stato in grado di giudicare con cognizione di causa delle informazioni non troppo conosciute.
Mi rendo conto che questa disquisizione non deve essere sembrata troppo interessante ai miei lettori: immagino che oggettivamente sia così. Il fatto è che in circostanze analoghe avrei semplicemente telefonato allo zio per parlarne e lui si sarebbe gettato in chissà quali commenti e analogie... sigh...
Leggevo uno degli “Storia Illustrata” dello zio (queste riviste hanno preso il posto del classico libro da WC...), il numero di dicembre del 1988 mi pare, e nello specifico un “dossier” sulle feste nel corso della storia: si parte dai sumeri per passare agli egizi, poi ai greci-romani e infine al periodo del tardo impero (diciamo dopo Costantino) e alto medioevo.
In particolare l'ultima parte del dossier analizza come il cristianesimo non riuscendo a debellare del tutto i riti pagani, ancora molto diffusi, si sia impossessato delle loro festività.
Ovviamente, dato il contesto, l'articolo non può non parlare dell'amatissima festività romana del “Dies natalis Solis invicti” che, come dice il suo nome, festeggiava la nascita del Sole invitto. La festa era opportunamente tenuta tre-quattro giorni dopo il solstizio d'inverno del 21 dicembre (quando cioè l'allungamento delle giornate diventa evidente) e la Chiesa la trasformò nel nostro Natale mantenendo la sua celebrazione al 25 dicembre. Il culto del Sole invitto proveniva dall'oriente ma nel passaggio verso Roma (dove l'aveva portato l'imperatore Aureliano) si erano sovrapposti a esso elementi sincretistici tratti dal classico culto apollineo e dal mitraismo.
Queste notizie le conoscevo già da tempo (vedi ad esempio la citazione nel titolo del post Dies natalis Solis invicti che scrissi appunto lo scorso 25 dicembre) ma ho scoperto un paio di elementi nuovi.
Secondo l'articolo il bue e l'asino che circondano il piccolo Gesù sono la diretta trasposizione di due animali sacri al culto di Mitra: il toro e l'onagro (una specie di asino selvatico).
La seconda notizia è più vaga: “... e i magi che gli si presentavano vennero raffigurati in costumi persiani come i fedeli di Mitra...”.
Questa interpretazione mi è parsa un po' forzata.
Da bambino pensavo che i re magi si chiamassero così perché erano dei “maghi” in quanto indovini (studiosi dello zodiaco, etc). Poi per anni non ci ho più pensato.
Recentemente, leggendo Erodoto (vedi Erodoto e le Storie tese) ho scoperto però che i magi erano una tribù dei medi nota a quei tempi (V a.C.) per i suoi indovini e profeti. Dedussi quindi che i cosiddetti re magi non erano dei “maghi” ma dei medi della tribù dei magi: insomma chi meglio di essi avrebbe potuto interpretare il futuro dalla lettura delle stelle (cadenti e non)?
Per curiosità ho verificato cosa si dice al riguardo su wikipedia e qui la mia interpretazione è sostanzialmente confermata (anche la mia paraetimologia infantile “re magi”=“re maghi” è sorprendentemente corretta perché, a quanto pare, il termine “mago” veniva appunto usato per indicare gli astronomi/astrologhi e gli scienziati in genere!).
In conclusione oggi ho avuto la piccola soddisfazione di essermi reso conto di essere stato in grado di giudicare con cognizione di causa delle informazioni non troppo conosciute.
Mi rendo conto che questa disquisizione non deve essere sembrata troppo interessante ai miei lettori: immagino che oggettivamente sia così. Il fatto è che in circostanze analoghe avrei semplicemente telefonato allo zio per parlarne e lui si sarebbe gettato in chissà quali commenti e analogie... sigh...
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