Forza ci riprovo! Mi rimetto a riscrivere il post che mi dimenticai di salvare (vedi il corto Disastrino!)...
Ne ho poca voglia perché, come a tutti, non mi piace rifare due volte la stessa cosa. E poi la prima versione mi era venuta particolarmente bene e dubito che nel mio attuale umore riuscirò a ripetermi positivamente...
Durante il mio recente soggiorno al mare ho avuto modo di riscoprire una mia peculiarità.
Col passare del tempo si perde l'abilità di autocritica sul proprio comportamento: le abitudini diventano come delle vecchie ciabatte che magari si sfasciano e si scuciono ma prendono perfettamente la forma del piede del loro proprietario. Ci si sta così comodi che non ci si accorge (o si preferisce non accorgersene!) di quanto siano logore...
Ma perché ho usato il verbo “riscoprire” e non “scoprire”? Per un eccesso di zelo: già all'epoca del mio diario (vedi Varie dal 1995) mi ero reso conto di questa peculiarità del mio comportamento ma poi me ne ero dimenticato...
Appurato che la mia memoria presenta varie amnesie torno a dedicarmi al trauma del titolo. Anzi all'effetto del trauma...
Quando incrocio per strada una bella ragazza (*1) non riesco a guardarla, a fissare le sue grazie né, ancor meno, a girare la testa per seguirla con lo sguardo o, orrore, a fare apprezzamenti ad alta voce.
Timidezza esagerata?
Beh, una componente di timidezza probabilmente c'è però, come spiegato in KGB le Origine: l'Asociale, più che timido sono asociale.
A questo magari aggiungerei la consapevolezza di KGB del proprio aspetto e della relativa convinzione che gli esemplari femminile siano più che felici del mio apparente disinteresse (*2).
Ma veniamo al trauma vero e proprio che ritengo di per sé autoesplicativo.
In realtà il trauma non fu un singolo episodio ma una serie di eventi (*3) che si succedettero in una estate che passai in vacanza al mare con i genitori quando avevo circa sei anni (*4).
Ricordo che quando andavo in giro con la mamma ero profondamente imbarazzato dai vari apprezzamenti che riceveva. Venivamo dalla spiaggia e la mamma indossava bikini e pareo: per tornare a casa dovevamo passare lungo il molo con i pescatori affaccendati nei dintorni. Quando passavamo fra loro, come se fossero forche caudine, era un susseguirsi di fischi e commenti...
Lei procedeva dritta senza voltarsi, guardando avanti a sé, silenziosa e indifferente. Io invece diventavo rosso fino alle orecchie e avrei voluto sparire completamente. È difficile spiegare quanto fosse forte e opprimente quella sensazione: diciamo che era un imbarazzo tale da essere a un soffio dal paralizzarmi completamente. L'unica cosa che riuscivo a fare era continuare a camminare e farmi piccino piccino.
Una volta, nonostante amassi camminare essendo tenuto per mano, mi staccai e la seguii a qualche metro di distanza per non essere al centro dell'attenzione: tutto inutile. La sensazione umiliante era comunque vivissima nonostante io mi facessi ancora più piccolo di quanto già non fossi (vedi KGB le origini: Me.Rit.Ano). Anzi ottenni solo una visuale migliore di quello che succedeva.
La cosa strana è perché fossi io a sentirmi così in imbarazzo: dopotutto, ne ero pienamente consapevole, l'oggetto di cotanta ammirazione era mia madre mentre io venivo completamente ignorato. È come se fossi io a sentirmi in imbarazzo per lei.
Comunque faccio fatica a ricordare altri eventi che mi procurarono una sensazione così forte, impotente e prolungata di disagio (*5).
Per questo non riesco a fissare una bella donna: proietto su di lei il malessere che provavo io e questo mi blocca completamente. Mi sembra di farle un torto, un sopruso solamente a sfiorarla con lo sguardo e ciò va contro la mia natura.
Sì, coscientemente lo so: sono consapevole che alle donne faccia piacere avere la conferma di essere belle se l'apprezzamento non travalica certi limiti e magari si limita a uno sguardo di interesse, eppure... sono fatto così!
Conclusione: questo mio comportamento è un mistero anche per me. Non capisco come possa ancora influenzarmi eppure è così. Mi servirebbe un amico psicologo a cui chiedere ma sfortunatamente tendo a fare amicizia solo con ingegneri (ma io non lo sono!).
Nota (*1): la bellezza è relativa al mio gusto personale. Maggiore è la bellezza percepita e più forte è il mio imbarazzo.
Nota (*2): Volevo mettere un rimando al post L'uomo che sussurrava alle donne ma, rileggendolo, ho notato che per motivi di spazio non avevo trovato il modo di inserire il concetto che avrei voluto richiamare. Provo a riassumerlo adesso. Ascoltando le avventure di USD rimanevo sempre stupefatto dal suo approccio diretto, spesso sfacciato, con la ragazza che aveva adocchiato. Con onestà egli ammetteva che spesso riceveva un rifiuto ma quello che mi colpiva era il tipo di rifiuto: gentile ma soprattutto lusingato. Mi immaginavo che se io avessi provato a fare altrettanto non avrei ricevuto un semplice “no” ma mi sarei beccato magari uno schiaffo o una sfuriata. USD non si rendeva conto che la chiave del suo successo non era soltanto la sua abilità nel flirtare ma anche il suo fascino (bellezza e sicurezza in se stesso) innato. È come se istintivamente le donne considerassero benevolmente un complimento ricevuto da un uomo affascinante perché solletica la loro vanità; al contrario il complimento che ritengono provenire da un uomo non alla loro “altezza” viene percepito come offensivo perché, implicitamente, le sminuisce “abbassandole” alla sua...
L'argomento sarebbe più complesso e meriterebbe altre precisazioni e chiarimenti ma, per motivi di spazio, chiudo qui sperando comunque di essere riuscito a rendere l'idea...
Nota (*3):a dire il vero non ricordo quante volte successe: magari solo due o tre e non dozzine...
Nota (*4):potrebbe trattarsi anche di un'estate differente e in quel caso avrei avuto sui 10 anni...
Nota (*5):ripensandoci mi è venuto a mente un imbarazzo simile: succedeva tutte le volte che guardavo una partita di calcio dell'Italia e i nostri tifosi fischiavano l'inno della squadra avversaria. Da piccolo diventavo tutto rosso e dovevo allontanarmi dal televisore. Ancora oggi questo comportamento mi dà una forte nausea ma me la cavo togliendo momentaneamente l'audio...
domenica 31 luglio 2011
sabato 30 luglio 2011
Il mistero del siculo indefesso
Come per la maggior parte delle persone che gestiscono un proprio blog, uno dei miei divertimenti preferiti e osservarne le statistiche.
Tramite questi dati è possibile identificare da dove sono state effettuate le connessioni al blog, con quale provider, l'indirizzo IP, che parole chiave sono state usate per raggiungerci e altro ancora.
Avendo un numero di lettori quotidiani che si attesta sulle 5-6 unità mi è ancora possibile cercare di identificare singolarmente i vari utenti.
Alcuni lettori li riconosco dal provider, altri dalla configurazione browser-sistema operativo e altri ancora dal luogo di provenienza. A questi si aggiungono tutti quelli dirottati sul mio sito da Google o da altri motori di ricerca: sfortunatamente per loro, almeno nell'80% dei casi, dubito che il mio blog abbia soddisfatto le loro aspettative (vedi Chiavi di ricerca per alcuni esempi)...
Comunque è qui che impazzisco: da almeno 6 mesi, ma forse anche di più, ho notato un contatto che quasi quotidianamente viene a controllare il mio blog. La cosa misteriosa che mi affligge è che non riesco a capire di chi si tratti...
Infatti, devo ammettere un po' con vergogna, che la maggior parte dei miei lettori indefessi sono amici quando non parenti: questo evidentemente significa che vengo letto più per amicizia e solidarietà famigliare piuttosto che per genuino interesse/divertimento.
Il problema è che io non ho parenti in Sicilia: per questo pensavo si potesse trattare di un amico che, ormai 3 o 4 anni fa, mi aveva detto di andare spesso per lavoro a Catania. Ora, come il campionato di calcio insegna, non solo il Palermo ha la maglietta rosa e il Catania a righe rosse e blu, ma si tratta addirittura di due città diverse...
Però magari mi ricordo male e questo amico lavora a Palermo e non a Catania. Oltretutto la maggior parte delle visite avviene durante i giorni lavorativi e non nel WE...
Ho però un forte dubbio che possa essere lui: negli ultimi anni ci saremo sentiti una manciata di volte. Credo che se fosse lui a seguirmi così assiduamente mi avrebbe ricontattato più spesso o si sarebbe fatto riconoscere...
Come ripeteva sempre Sherlock Holmes al fido Dr. Watson, quando tutte le alternative plausibili vengono eliminate, quelle rimaste sono obbligatoriamente le uniche possibili: evidentemente questo siculo indefesso è uno sconosciuto!
In realtà mi pare impossibile che qualcuno che non mi conosca sia così interessato alle mie idee (perché evidentemente non mi legge per amicizia o solidarietà famigliare...) anzi mi pare così improbabile che mi sono divertito a immaginare possibili scenari che ne possano spiegare il comportamento.
Le ipotesi paranoiche, tipo servizi segreti o polizie varie, le devo scartare perché non credo che navighino col JS attivo per farsi facilmente identificare dai vari soggetti che sorvegliano...
L'ipotesi più “verosimile” è che si tratti di uno psicologo, magari un ricercatore o uno studente laureando, che sta preparando un saggio/tesi sul seguente argomento: “Il personal blog come strumento di autoanalisi”.
In questo saggio immaginario inizialmente vengono passati in rassegna le varie tipologie di personalità degli autori con i loro relativi disturbi del comportamento; poi si esaminano gli argomenti che vengono trattati nei post e come in questi si rifletta la malattia mentale del loro autore; infine si cerca di dedurre se c'è un'evoluzione (miglioramento o peggioramento) del quadro clinico e si tracciano le conclusioni.
Per uno psicologo interessato in una simile ricerca i miei post dovrebbero dare molti spunti: basti pensare alla serie “KGB le Origini” in cui tratto approfonditamente della mia infanzia e degli eventi che, seppur dal mio personale punto di vista, hanno avuto un significativo impatto sulla mia personalità.
In realtà, se fossi stato davvero selezionato come caso di studio, il povero presunto psicologo rischierebbe di fare un buco nell'acqua...
Da sempre sono infatti una personalità atipica che sfugge a qualsiasi categoria: sono così improbabile da non essere statisticamente significativo. Le conclusioni che si potrebbero trarre dal mio studio sarebbero difficilmente valide per il resto dell'umanità: insomma si tratterebbe più di dati curiosi invece che utili...
In conclusione non so chi sia questo lettore indefesso siculo: l'ipotesi dello psicologo è solo un'ipotesi ma spiegherebbe anche come mai, dopo tutti questi mesi, non si sia azzardato a lasciare un commento magari anonimo: come ogni studioso deve rimanere invisibile all'oggetto del suo studio per non influenzarne il comportamento...
Tramite questi dati è possibile identificare da dove sono state effettuate le connessioni al blog, con quale provider, l'indirizzo IP, che parole chiave sono state usate per raggiungerci e altro ancora.
Avendo un numero di lettori quotidiani che si attesta sulle 5-6 unità mi è ancora possibile cercare di identificare singolarmente i vari utenti.
Alcuni lettori li riconosco dal provider, altri dalla configurazione browser-sistema operativo e altri ancora dal luogo di provenienza. A questi si aggiungono tutti quelli dirottati sul mio sito da Google o da altri motori di ricerca: sfortunatamente per loro, almeno nell'80% dei casi, dubito che il mio blog abbia soddisfatto le loro aspettative (vedi Chiavi di ricerca per alcuni esempi)...
Comunque è qui che impazzisco: da almeno 6 mesi, ma forse anche di più, ho notato un contatto che quasi quotidianamente viene a controllare il mio blog. La cosa misteriosa che mi affligge è che non riesco a capire di chi si tratti...
Infatti, devo ammettere un po' con vergogna, che la maggior parte dei miei lettori indefessi sono amici quando non parenti: questo evidentemente significa che vengo letto più per amicizia e solidarietà famigliare piuttosto che per genuino interesse/divertimento.
Il problema è che io non ho parenti in Sicilia: per questo pensavo si potesse trattare di un amico che, ormai 3 o 4 anni fa, mi aveva detto di andare spesso per lavoro a Catania. Ora, come il campionato di calcio insegna, non solo il Palermo ha la maglietta rosa e il Catania a righe rosse e blu, ma si tratta addirittura di due città diverse...
Però magari mi ricordo male e questo amico lavora a Palermo e non a Catania. Oltretutto la maggior parte delle visite avviene durante i giorni lavorativi e non nel WE...
Ho però un forte dubbio che possa essere lui: negli ultimi anni ci saremo sentiti una manciata di volte. Credo che se fosse lui a seguirmi così assiduamente mi avrebbe ricontattato più spesso o si sarebbe fatto riconoscere...
Come ripeteva sempre Sherlock Holmes al fido Dr. Watson, quando tutte le alternative plausibili vengono eliminate, quelle rimaste sono obbligatoriamente le uniche possibili: evidentemente questo siculo indefesso è uno sconosciuto!
In realtà mi pare impossibile che qualcuno che non mi conosca sia così interessato alle mie idee (perché evidentemente non mi legge per amicizia o solidarietà famigliare...) anzi mi pare così improbabile che mi sono divertito a immaginare possibili scenari che ne possano spiegare il comportamento.
Le ipotesi paranoiche, tipo servizi segreti o polizie varie, le devo scartare perché non credo che navighino col JS attivo per farsi facilmente identificare dai vari soggetti che sorvegliano...
L'ipotesi più “verosimile” è che si tratti di uno psicologo, magari un ricercatore o uno studente laureando, che sta preparando un saggio/tesi sul seguente argomento: “Il personal blog come strumento di autoanalisi”.
In questo saggio immaginario inizialmente vengono passati in rassegna le varie tipologie di personalità degli autori con i loro relativi disturbi del comportamento; poi si esaminano gli argomenti che vengono trattati nei post e come in questi si rifletta la malattia mentale del loro autore; infine si cerca di dedurre se c'è un'evoluzione (miglioramento o peggioramento) del quadro clinico e si tracciano le conclusioni.
Per uno psicologo interessato in una simile ricerca i miei post dovrebbero dare molti spunti: basti pensare alla serie “KGB le Origini” in cui tratto approfonditamente della mia infanzia e degli eventi che, seppur dal mio personale punto di vista, hanno avuto un significativo impatto sulla mia personalità.
In realtà, se fossi stato davvero selezionato come caso di studio, il povero presunto psicologo rischierebbe di fare un buco nell'acqua...
Da sempre sono infatti una personalità atipica che sfugge a qualsiasi categoria: sono così improbabile da non essere statisticamente significativo. Le conclusioni che si potrebbero trarre dal mio studio sarebbero difficilmente valide per il resto dell'umanità: insomma si tratterebbe più di dati curiosi invece che utili...
In conclusione non so chi sia questo lettore indefesso siculo: l'ipotesi dello psicologo è solo un'ipotesi ma spiegherebbe anche come mai, dopo tutti questi mesi, non si sia azzardato a lasciare un commento magari anonimo: come ogni studioso deve rimanere invisibile all'oggetto del suo studio per non influenzarne il comportamento...
giovedì 28 luglio 2011
Saggio sulla libertà
Questo post necessita di una corposa premessa che però, diversamente dal solito, dovrebbe risultare piuttosto interessante...
Qualcuno ricorda il post Seconda infornata? All'epoca cercavo disperatamente di dare via, regalandoli ad amici e conoscenti, dei libri ereditati da mio zio che ritenevo di scarso interesse.
Al mio appello risposero in pochi, anzi in pochissimi, anzi in due lettori (indefessi): il primo reclamò un libro tramite commento (e oggi, per l'appunto, l'ho affidato a un corriere che, prima o poi, lo recapiterà in Olanda via Francia...), il secondo, più pudicamente, mi contattò tramite email per chiedermi due libri.
Con questo secondo amico mi sono anche incontrato circa un mese fa: io però, nonostante li avessi messi da parte, mi sono scordato di portarglieli mentre lui si era scordato di ricordarmelo...
Molto seccato per la mia insipienza li ho infilati in macchina entrambi: in questa maniera sia che io vada da lui, sia che egli venga a trovarmi, i libri sarebbero sempre stati a portata di mano.
Ieri però sono andato a cena con degli amici del liceo (grazie FB!) e, come spesso mi accade (vedi, ad esempio, Cronaca di un matrimonio), sono arrivato al luogo di ritrovo con circa 45 minuti di anticipo.
Cosa fare per passare il tempo alla sperduta stazione di servizio, brulla e desolata, dove dovevo aspettare? Guarda caso avevo con me due libri...
Così ho iniziato a leggere quello che mi sembrava il più interessante: “Saggio sulla libertà” di John Stuart Mill, Ed. Net, 2002.
Non lasciatevi ingannare dall'anno di pubblicazione! In realtà il libro è stato scritto nel 1858 però, a differenza dei Promessi Sposi (1841) (*1), è ancora un testo attualissimo: forse ora più che mai...
In circa 30 minuti ho letto solo le 18 pagine della premessa scritta dall'autore: in genere sono più veloce ma, primo in macchina era scomodo e, secondo, i periodi sono estremamente lunghi e richiedono una certa concentrazione se si vuole seguire il filo del discorso.
Se questo tizio (John Stuart Mill) non fosse morto nel 1873 avrei pensato che avesse scopiazzato parecchio dal mio blog!
L'argomento del saggio è ben definito e molto specifico: fin dove è lecito per uno stato limitare la libertà individuale o, dalla penna dello stesso autore, “(L'argomento del saggio è) ...la natura e i limiti del potere che la società può legittimamente esercitare sull'individuo.”
È chiaro che io, leggendo queste parole, ho subito pensato alla problematica della libertà su internet che in questi ultimi tempi si identifica con l'intrusione da parte dello stato nella libertà degli individui di accedere a particolari siti (vedere tutta la sfilza di post tipo Previsione o meglio usare il tag “Libertà” o “Web”)
Nella premessa poi vengono fatte delle osservazioni molto interessanti che chiariscano il perché della necessità di limitare il potere dello stato anche quando, come in una democrazia, è espressione diretta della volontà dei cittadini.
La domanda che l'autore si pone è infatti la seguente: se in una democrazia lo stato esprime la volontà del popolo allora perché si dovrebbe porre un limite al suo potere? Possibile che il popolo possa diventare il dittatore di se stesso?
La risposta dell'autore è un fermo “sì”: è necessario porre dei limiti ai poteri dello stato. Il motivo è semplice (*2): la democrazia non è espressione della volontà di tutto il popolo ma di una parte di esso e cioè della maggioranza. Se ad esempio non ci fossero limiti al potere dello stato allora le minoranze potrebbero essere facilmente oppresse.
Un'altra osservazione è che la società può diventare tiranna di se stessa non solamente attraverso il potere politico ma anche attraverso le convenzioni sociali: in altre parole la libertà dell'individuo può essere compromessa anche dalla pressione dell'opinione e del giudizio degli altri membri della società.
Da questo punto di vista le cose sono molto migliorate anche se, a mio non modesto parere, si tratta più di indifferenza che di vera tolleranza.
Comunque ancora oggi le convenzioni sociali hanno un peso tutt'altro che irrilevante. Un esempio banale: immaginatevi le possibilità di carriera di un impiegato che decida di non voler indossare giacca e cravatta in ufficio. Anche se svolgesse benissimo il suo lavoro sarebbe considerato dai superiori come uno stravagante o comunque una testa calda.
A leggere il seguente paragrafo mi sono addirittura commosso: “Nessun'epoca, e quasi nessun paese, lo (*3) hanno risolto nello stesso modo; e la soluzione di un paese o epoca è lo stupore degli altri: e tuttavia, gli uomini di qualsiasi singolo paese, o epoca, non ne sospettano mai le difficoltà, come se l'umanità fosse sempre stata unanime su questo argomento (*3). Le regole secondo cui vivono sembrano loro ovvie e autogiustificantesi. Quest'illusione del tutto universale è un esempio della magica influenza della consuetudine, che non è solo, come afferma il proverbio, una seconda natura, ma viene continuamente scambiata per la prima. L'efficacia della consuetudine nel prevenire ogni dubbio sulle norme di condotta che gli uomini si impongono a vicenda è tanto più completa perché l'argomento (*3) è uno di quelli su cui non viene generalmente considerato necessario fornire spiegazioni, né agli altri né a se stessi.”
Questo elusivo concetto è esattamente quello che io ho cercato di illustrare in Epoca. Quando scrissi il post pensai, con un misto di tristezza e superbia, che nessun'altro aveva mai intuito questa verità e che nessuno dei miei lettori avrebbe avuto la pazienza di cercare di capire le mie parole. Invece, pensa te, già nel 1858 un acuto osservatore aveva già fatto la mia stessa riflessione...
Poi c'è l'osservazione che ogni uomo ha i suoi gusti e tendenze particolari e che questi guidano la sua idea di cosa sia giusto e legittimo. Insomma, ogni uomo proietta sui suoi simili il proprio punto di vista aspettandosi che tutti si comportino come lui. Lo stato, come espressione della maggioranza del popolo, riproduce con le sue leggi questi opinioni o convinzioni morali.
Niente da aggiungere: sono d'accordo ma mi pare così ovvio che non mi pare ci fosse bisogno di sottolinearlo...
Quasi di sfuggita c'è un'ultima osservazione a mio avviso interessantissima: la tendenza del potere a mettere sempre più vincoli e paletti alla libertà dell'individuo: “L'inclinazione degli uomini, siano essi governanti o semplici cittadini, a imporre agli altri, come norme di condotta, le proprie opinioni e tendenze è così energicamente appoggiata da alcuni dei migliori e dei peggiori sentimenti inerenti alla natura umana che quasi sempre è frenata soltanto dalla mancanza di potere; e poiché quest'ultimo non è in diminuzione ma in aumento, dobbiamo attenderci che, se non si riesce a erigere una solida barriera do convinzioni morali contro di esso, nella situazione attuale del mondo il male si estenda.”
Davvero questa osservazione mi ha aperto gli occhi su molteplici aspetti della nostra realtà e non solo sulla libertà di internet (anche se adesso mi appare evidente che la crescita esponenziale di leggi e leggine per limitare questo è quello non è affatto casuale).
Poi, finalmente, anticipa il principio che dovrebbe fare da guida per stabilire quale sia il limite oltre il quale non è lecito per lo stato imporsi sull'individuo: “Il principio è che l'umanità è giustificata, individualmente o collettivamente, a interferire sulla libertà d'azione di chiunque soltanto al fine di proteggersi: il solo scopo per cui si può legittimamente esercitare un potere su qualunque membro di una comunità civilizzata, contro la sua volontà, è per evitare danno agli altri.”
Tutto sommato una visione molto più libertaria di quanto oggi giorno saremmo portati a pensare.
A me per assonanza questo principio ha richiamato alla memoria il mio motto preferito (mi pare di averlo messo pure nel mio profilo di FB...) "L'egoismo non consiste nel fare ciò che ci pare ma nel volere che gli altri facciano ciò che pare a noi." Oscar Wilde.
Nelle rimanenti pagine della prefazione chiarisce e specifica che cosa intenda con questo principio.
In conclusione io non sono d'accordo su tutto ciò che è scritto ma su un insolitamente alto 80% direi di sì...(*4)
Adesso ho però un dilemma morale: sono tenuto o meno a consegnare questo libro all'amico che me lo aveva richiesto? Da una parte mi sono impegnato a darglielo ma, dall'altra, ho però scoperto che questo saggio mi piace molto... E poi per lui sarebbe un'istruttiva lezione ricevere solo l'altro libro perché è a causa della sua scarsa volontà nel venire a prenderlo direttamente a casa mia che io l'ho scoperto: dopotutto nell'ultimo mese l'avevo invitato in continuazione...
Vabbé, per non sentirmi in colpa, gli appiopperò due o tre libri di Vespa!
Nota (*1): “Che c'entra il Manzoni?!” chiederete. In realtà niente, però a scuola l'odiavo e quindi, quando posso, ne approfitto per tirargli un po' di fango addosso...
Nota (*2): Io che sono molto più paranoico di John Stuart Mill avevo immediatamente pensato alle democrazie che si trasformano in dittature, ma egli è morto circa cinquant'anni prima dell'avvento del fascismo e del nazismo...
Nota (*3): si riferisce al problema di stabilire quale sia il limite del potere dello stato di limitare la libertà dell'individuo.
Nota (*4): ad esempio l'autore ritiene solo gli appartenenti a “una comunità civilizzata” capaci di intendere e di volere cosa sia meglio per loro: non si rende conto di essere egli stesso vittima di quella allucinazione che ha così sapientemente definito come frutto di “epoca” e “nazione”...
Qualcuno ricorda il post Seconda infornata? All'epoca cercavo disperatamente di dare via, regalandoli ad amici e conoscenti, dei libri ereditati da mio zio che ritenevo di scarso interesse.
Al mio appello risposero in pochi, anzi in pochissimi, anzi in due lettori (indefessi): il primo reclamò un libro tramite commento (e oggi, per l'appunto, l'ho affidato a un corriere che, prima o poi, lo recapiterà in Olanda via Francia...), il secondo, più pudicamente, mi contattò tramite email per chiedermi due libri.
Con questo secondo amico mi sono anche incontrato circa un mese fa: io però, nonostante li avessi messi da parte, mi sono scordato di portarglieli mentre lui si era scordato di ricordarmelo...
Molto seccato per la mia insipienza li ho infilati in macchina entrambi: in questa maniera sia che io vada da lui, sia che egli venga a trovarmi, i libri sarebbero sempre stati a portata di mano.
Ieri però sono andato a cena con degli amici del liceo (grazie FB!) e, come spesso mi accade (vedi, ad esempio, Cronaca di un matrimonio), sono arrivato al luogo di ritrovo con circa 45 minuti di anticipo.
Cosa fare per passare il tempo alla sperduta stazione di servizio, brulla e desolata, dove dovevo aspettare? Guarda caso avevo con me due libri...
Così ho iniziato a leggere quello che mi sembrava il più interessante: “Saggio sulla libertà” di John Stuart Mill, Ed. Net, 2002.
Non lasciatevi ingannare dall'anno di pubblicazione! In realtà il libro è stato scritto nel 1858 però, a differenza dei Promessi Sposi (1841) (*1), è ancora un testo attualissimo: forse ora più che mai...
In circa 30 minuti ho letto solo le 18 pagine della premessa scritta dall'autore: in genere sono più veloce ma, primo in macchina era scomodo e, secondo, i periodi sono estremamente lunghi e richiedono una certa concentrazione se si vuole seguire il filo del discorso.
Se questo tizio (John Stuart Mill) non fosse morto nel 1873 avrei pensato che avesse scopiazzato parecchio dal mio blog!
L'argomento del saggio è ben definito e molto specifico: fin dove è lecito per uno stato limitare la libertà individuale o, dalla penna dello stesso autore, “(L'argomento del saggio è) ...la natura e i limiti del potere che la società può legittimamente esercitare sull'individuo.”
È chiaro che io, leggendo queste parole, ho subito pensato alla problematica della libertà su internet che in questi ultimi tempi si identifica con l'intrusione da parte dello stato nella libertà degli individui di accedere a particolari siti (vedere tutta la sfilza di post tipo Previsione o meglio usare il tag “Libertà” o “Web”)
Nella premessa poi vengono fatte delle osservazioni molto interessanti che chiariscano il perché della necessità di limitare il potere dello stato anche quando, come in una democrazia, è espressione diretta della volontà dei cittadini.
La domanda che l'autore si pone è infatti la seguente: se in una democrazia lo stato esprime la volontà del popolo allora perché si dovrebbe porre un limite al suo potere? Possibile che il popolo possa diventare il dittatore di se stesso?
La risposta dell'autore è un fermo “sì”: è necessario porre dei limiti ai poteri dello stato. Il motivo è semplice (*2): la democrazia non è espressione della volontà di tutto il popolo ma di una parte di esso e cioè della maggioranza. Se ad esempio non ci fossero limiti al potere dello stato allora le minoranze potrebbero essere facilmente oppresse.
Un'altra osservazione è che la società può diventare tiranna di se stessa non solamente attraverso il potere politico ma anche attraverso le convenzioni sociali: in altre parole la libertà dell'individuo può essere compromessa anche dalla pressione dell'opinione e del giudizio degli altri membri della società.
Da questo punto di vista le cose sono molto migliorate anche se, a mio non modesto parere, si tratta più di indifferenza che di vera tolleranza.
Comunque ancora oggi le convenzioni sociali hanno un peso tutt'altro che irrilevante. Un esempio banale: immaginatevi le possibilità di carriera di un impiegato che decida di non voler indossare giacca e cravatta in ufficio. Anche se svolgesse benissimo il suo lavoro sarebbe considerato dai superiori come uno stravagante o comunque una testa calda.
A leggere il seguente paragrafo mi sono addirittura commosso: “Nessun'epoca, e quasi nessun paese, lo (*3) hanno risolto nello stesso modo; e la soluzione di un paese o epoca è lo stupore degli altri: e tuttavia, gli uomini di qualsiasi singolo paese, o epoca, non ne sospettano mai le difficoltà, come se l'umanità fosse sempre stata unanime su questo argomento (*3). Le regole secondo cui vivono sembrano loro ovvie e autogiustificantesi. Quest'illusione del tutto universale è un esempio della magica influenza della consuetudine, che non è solo, come afferma il proverbio, una seconda natura, ma viene continuamente scambiata per la prima. L'efficacia della consuetudine nel prevenire ogni dubbio sulle norme di condotta che gli uomini si impongono a vicenda è tanto più completa perché l'argomento (*3) è uno di quelli su cui non viene generalmente considerato necessario fornire spiegazioni, né agli altri né a se stessi.”
Questo elusivo concetto è esattamente quello che io ho cercato di illustrare in Epoca. Quando scrissi il post pensai, con un misto di tristezza e superbia, che nessun'altro aveva mai intuito questa verità e che nessuno dei miei lettori avrebbe avuto la pazienza di cercare di capire le mie parole. Invece, pensa te, già nel 1858 un acuto osservatore aveva già fatto la mia stessa riflessione...
Poi c'è l'osservazione che ogni uomo ha i suoi gusti e tendenze particolari e che questi guidano la sua idea di cosa sia giusto e legittimo. Insomma, ogni uomo proietta sui suoi simili il proprio punto di vista aspettandosi che tutti si comportino come lui. Lo stato, come espressione della maggioranza del popolo, riproduce con le sue leggi questi opinioni o convinzioni morali.
Niente da aggiungere: sono d'accordo ma mi pare così ovvio che non mi pare ci fosse bisogno di sottolinearlo...
Quasi di sfuggita c'è un'ultima osservazione a mio avviso interessantissima: la tendenza del potere a mettere sempre più vincoli e paletti alla libertà dell'individuo: “L'inclinazione degli uomini, siano essi governanti o semplici cittadini, a imporre agli altri, come norme di condotta, le proprie opinioni e tendenze è così energicamente appoggiata da alcuni dei migliori e dei peggiori sentimenti inerenti alla natura umana che quasi sempre è frenata soltanto dalla mancanza di potere; e poiché quest'ultimo non è in diminuzione ma in aumento, dobbiamo attenderci che, se non si riesce a erigere una solida barriera do convinzioni morali contro di esso, nella situazione attuale del mondo il male si estenda.”
Davvero questa osservazione mi ha aperto gli occhi su molteplici aspetti della nostra realtà e non solo sulla libertà di internet (anche se adesso mi appare evidente che la crescita esponenziale di leggi e leggine per limitare questo è quello non è affatto casuale).
Poi, finalmente, anticipa il principio che dovrebbe fare da guida per stabilire quale sia il limite oltre il quale non è lecito per lo stato imporsi sull'individuo: “Il principio è che l'umanità è giustificata, individualmente o collettivamente, a interferire sulla libertà d'azione di chiunque soltanto al fine di proteggersi: il solo scopo per cui si può legittimamente esercitare un potere su qualunque membro di una comunità civilizzata, contro la sua volontà, è per evitare danno agli altri.”
Tutto sommato una visione molto più libertaria di quanto oggi giorno saremmo portati a pensare.
A me per assonanza questo principio ha richiamato alla memoria il mio motto preferito (mi pare di averlo messo pure nel mio profilo di FB...) "L'egoismo non consiste nel fare ciò che ci pare ma nel volere che gli altri facciano ciò che pare a noi." Oscar Wilde.
Nelle rimanenti pagine della prefazione chiarisce e specifica che cosa intenda con questo principio.
In conclusione io non sono d'accordo su tutto ciò che è scritto ma su un insolitamente alto 80% direi di sì...(*4)
Adesso ho però un dilemma morale: sono tenuto o meno a consegnare questo libro all'amico che me lo aveva richiesto? Da una parte mi sono impegnato a darglielo ma, dall'altra, ho però scoperto che questo saggio mi piace molto... E poi per lui sarebbe un'istruttiva lezione ricevere solo l'altro libro perché è a causa della sua scarsa volontà nel venire a prenderlo direttamente a casa mia che io l'ho scoperto: dopotutto nell'ultimo mese l'avevo invitato in continuazione...
Vabbé, per non sentirmi in colpa, gli appiopperò due o tre libri di Vespa!
Nota (*1): “Che c'entra il Manzoni?!” chiederete. In realtà niente, però a scuola l'odiavo e quindi, quando posso, ne approfitto per tirargli un po' di fango addosso...
Nota (*2): Io che sono molto più paranoico di John Stuart Mill avevo immediatamente pensato alle democrazie che si trasformano in dittature, ma egli è morto circa cinquant'anni prima dell'avvento del fascismo e del nazismo...
Nota (*3): si riferisce al problema di stabilire quale sia il limite del potere dello stato di limitare la libertà dell'individuo.
Nota (*4): ad esempio l'autore ritiene solo gli appartenenti a “una comunità civilizzata” capaci di intendere e di volere cosa sia meglio per loro: non si rende conto di essere egli stesso vittima di quella allucinazione che ha così sapientemente definito come frutto di “epoca” e “nazione”...
martedì 26 luglio 2011
L'Indipendent mi dà ragione
L'Indipendent scrive: “KGB ha sempre ragione”.
Beh, più o meno...
Sicuramente nell'articolo dell'Indipendent (questo) ripreso da Corriere.it (qui) viene messa sotto accusa l'ipocrisia italica (vedi il post Politica ipocrita e molti altri: basta digitare ipocrisia nella casella per la ricerca...).
L'articolo inglese è piuttosto lungo ma interessante. Esso parte dalla constatazione che culturalmente gli italiani tendono a essere “simpatici” (fra virgolette perché il termine viene usato nel significato semi etimologico di condividere le emozioni (*1)) fra di loro. Maggiore è questa simpatia reciproca e maggiori sono i benefici che si possono ottenere.
Secondo l'articolo questo è il motivo per cui in Italia si è così sviluppata la propensione all'ipocrisia: il tentativo di rimanere sempre e comunque il più possibile simpatici alla persona con cui si ha a che fare.
Secondo l'articolo, se questo sistema di relazione basato sulla simpatia si limitasse alle singole persone non sarebbe un grosso problema, anzi! In realtà questo meccanismo di ipocrisia è replicato ad ogni livello della società fino alle istituzioni politiche ed è a questo punto che i conti non tornano e che la collettività ci rimette.
Sostanzialmente sono d'accordo: dopotutto, un post sì e uno no, io lancio i miei strali (da 1,5 Volt) contro l'ipocrisia nelle sue varie forme (*2).
L'origine storica dell'ipocrisia suggerita dall'articolo non mi convince: le numerose invasioni, la dominazione straniera prima dell'indipendenza... Mi sembrano tutti episodi troppo lontani per avere un effetto ancora così rilevante.
Chissà, magari l'origine è proprio questa: poi si deve essere però sviluppato un circolo vizioso e gli italiani sono diventati sempre più ipocriti non a causa del potere straniero ma per relazionarsi al meglio fra di loro...
Interessante anche la catena causa effetto suggerita dal giornale: la simpatia causa l'aggiramento delle regole (bending the rules) ma questo favorisce solo la cerchia ristretta di persone che hanno un contatto diretto fra loro e, contemporaneamente, questo fa sì che si creino privilegi e abusi (*2).
In conclusione concordo con l'Indipendent sul fatto che KGB abbia sempre ragione.
Nota (*1): Il significato etimologico sarebbe “condividere il dolore” ma nell'articolo è non "dolore" ma "emozioni" in senso lato. Leggere “l'Insostenibile leggerezza dell'essere” per ulteriori riflessioni al riguardo...
Nota (*2): Nel post Carnevale olandese elencai una serie di differenze fra olandesi e italiani che può essere un interessante confronto col paragone inglesi-italiani. Alcuni ragionamenti sono perfettamente paralleli a quanto scritto nell'Indipendent.
Beh, più o meno...
Sicuramente nell'articolo dell'Indipendent (questo) ripreso da Corriere.it (qui) viene messa sotto accusa l'ipocrisia italica (vedi il post Politica ipocrita e molti altri: basta digitare ipocrisia nella casella per la ricerca...).
L'articolo inglese è piuttosto lungo ma interessante. Esso parte dalla constatazione che culturalmente gli italiani tendono a essere “simpatici” (fra virgolette perché il termine viene usato nel significato semi etimologico di condividere le emozioni (*1)) fra di loro. Maggiore è questa simpatia reciproca e maggiori sono i benefici che si possono ottenere.
Secondo l'articolo questo è il motivo per cui in Italia si è così sviluppata la propensione all'ipocrisia: il tentativo di rimanere sempre e comunque il più possibile simpatici alla persona con cui si ha a che fare.
Secondo l'articolo, se questo sistema di relazione basato sulla simpatia si limitasse alle singole persone non sarebbe un grosso problema, anzi! In realtà questo meccanismo di ipocrisia è replicato ad ogni livello della società fino alle istituzioni politiche ed è a questo punto che i conti non tornano e che la collettività ci rimette.
Sostanzialmente sono d'accordo: dopotutto, un post sì e uno no, io lancio i miei strali (da 1,5 Volt) contro l'ipocrisia nelle sue varie forme (*2).
L'origine storica dell'ipocrisia suggerita dall'articolo non mi convince: le numerose invasioni, la dominazione straniera prima dell'indipendenza... Mi sembrano tutti episodi troppo lontani per avere un effetto ancora così rilevante.
Chissà, magari l'origine è proprio questa: poi si deve essere però sviluppato un circolo vizioso e gli italiani sono diventati sempre più ipocriti non a causa del potere straniero ma per relazionarsi al meglio fra di loro...
Interessante anche la catena causa effetto suggerita dal giornale: la simpatia causa l'aggiramento delle regole (bending the rules) ma questo favorisce solo la cerchia ristretta di persone che hanno un contatto diretto fra loro e, contemporaneamente, questo fa sì che si creino privilegi e abusi (*2).
In conclusione concordo con l'Indipendent sul fatto che KGB abbia sempre ragione.
Nota (*1): Il significato etimologico sarebbe “condividere il dolore” ma nell'articolo è non "dolore" ma "emozioni" in senso lato. Leggere “l'Insostenibile leggerezza dell'essere” per ulteriori riflessioni al riguardo...
Nota (*2): Nel post Carnevale olandese elencai una serie di differenze fra olandesi e italiani che può essere un interessante confronto col paragone inglesi-italiani. Alcuni ragionamenti sono perfettamente paralleli a quanto scritto nell'Indipendent.
lunedì 25 luglio 2011
Insomma...
Aggiornamento veloce. Oggi non sono andato molto avanti col mio programma per il poker.
Confermo che le probabilità della scala sono sovrastimate ma, anche se non l'ho fatto, ho capito cosa dovrei fare per correggere il problema (*1). La probabilità del full è “molto” sbagliata nel senso che ho deciso io di implementare una sua sotto versione che non è però sempre utile: in pratica calcolo la probabilità di fare full usando solo le mie carte...
Per questi motivi, oltre che per aggiungere altre caratteristiche che ho in mente, sto ricambiando tutto il motore del programma: molto noioso...
Nota (*1): In pratica io so esattamente P(A) e P(B) e ricavo P(A o B) come P(A)+P(B) invece che P(A)+P(B)-P(A∩B).
Megasconti 28-Luglio-2011
Ieri ho saputo che un'importante libreria in città vende tutti i libri con sconti dal 30% al 50% così oggi mi ci sono fiondato...
Ho comprato: "L'ombra della profezia" di George Martin; "Cronache del Mondo Emerso: Trilogia completa" di Licia Troisi; trilogia di Shadowhunters di Cassandra Clare...
Il libro di Martin lo divorerò in un paio di giorni (o meno!), della trilogia della Troisi mi avevano parlato benino mentre quella di Shadowhunters l'ho presa completamente a casaccio: speriamo bene!
Record negativo 30-Luglio-2011
Oggi ho raggiunto il mio record per il peso: 64.9! 6.1 Kg meno da quando ho iniziato la dieta...
Miglioria 2-Agosto-2011
Oggi ho rimesso le mani sul mio programma per il poker: finalmente ho studiato un implementazione elegante per calcolare alcune probabilità più complesse.
In particolare ho applicato il nuovo metodo al calcolo delle probabilità di fare scala: con la vecchia versione, date due carte consecutive (78), avevo come probabilità 9,51%. Togliendo le intersezioni ho ottenuto 7,07% e infine, riaggiungendo le triplette ho ottenuto 7,36% che credo sia il valore corretto.
domenica 24 luglio 2011
Poker Calculator
Ieri avevo una mezza idea di scrivere un post ma poi ho passato la giornata a sviluppare il seguente programmino:
Si tratta di un software che userò per aiutarmi a giocare a poker.
In particolare dovrebbe servirmi per evitare di sbagliare le decisioni di pot odds (*1).
Il programma mi calcola infatti dinamicamente le probabilità di fare i diversi punti via via che si aggiungono carte al board e, automaticamente, mi mostra le pot odds corrispondenti.
Per semplificarmi ancor di più le cose ho aggiunto una quarta colonna dove verrà visualizzata (*2) la quantità inserita in Bet (nello screenshot lasciata vuota...) moltiplicata per la pot odds della colonna a sinistra: in questa maniera saprò sempre quanto deve essere ricco il pot affinché sia conveniente giocare.
A dire il vero non sono sicurissimo delle varie probabilità calcolate (in particolare quella di scala dovrebbe essere leggermente sovrastimata) ma se errore c'è dovrebbe essere comunque molto piccolo (minore 1%).
Nei prossimi giorni, forse già da stasera, voglio aggiungere varie probabilità sui possibili punti dell'avversario ma ancora devo chiarirmi cosa voglio ottenere (ma ho molte buone idee).
Se qualche lettore ha curiosità o domande mi interpelli pure e sarò lieto di rispondere(*3)!
Nota (*1): in alcuni momenti della partita si possono avere situazioni di questo tipo: sul board deve ancora calare 1 carta (o magari 2) e a noi manca una carta per completare colore massimo (ad esempio abbiamo noi in mano l'A del seme del colore). Se facciamo colore vinceremo noi ma, se non lo completiamo, siamo "sicuri" che sarà l'avversario a vincere il piatto. Il nostro avversario punta una quantità X di chips. Dobbiamo vedere o è meglio abbandonare? Questa è una decisione di pot odds: tutto dipende dalla quantità X delle chips, dal pot che potremmo vincere e dalla nostra probabilità (P) di chiudere il colore. Si avrà infatti che, supponendo di giocare, vinceremo mediamente: P*pot-(1-P)*X. X e Pot sono variabili note mentre P viene calcolato dal mio programma. Se il risultato è positivo conviene chiamare perché, statisticamente, alla lunga questo ci porterà a un guadagno di chips, altrimenti è bene abbandonare.
Nota (*2): il programma è già funzionante ma ancora non ho implementato quest'ultima funzionalità. In realtà è banale e spero di farcela in 30-45 minuti: magari quando ho fatto posterò una nuova immagine...
Edited: Ecco la nuova immagine (ho guardato la fine della F1 prima...)
Nota (*3): scrivendo mi sono infatti reso conto che lo scopo inconscio di questo post è puramente autocelebrativo: voglio mostrare ai miei lettori quanto io sia bravo e veloce a programmare! Proprio per questo sarò più che felice di diffondermi in particolari e dettagli tecnici a chi sia interessato!
Si tratta di un software che userò per aiutarmi a giocare a poker.
In particolare dovrebbe servirmi per evitare di sbagliare le decisioni di pot odds (*1).
Il programma mi calcola infatti dinamicamente le probabilità di fare i diversi punti via via che si aggiungono carte al board e, automaticamente, mi mostra le pot odds corrispondenti.
Per semplificarmi ancor di più le cose ho aggiunto una quarta colonna dove verrà visualizzata (*2) la quantità inserita in Bet (nello screenshot lasciata vuota...) moltiplicata per la pot odds della colonna a sinistra: in questa maniera saprò sempre quanto deve essere ricco il pot affinché sia conveniente giocare.
A dire il vero non sono sicurissimo delle varie probabilità calcolate (in particolare quella di scala dovrebbe essere leggermente sovrastimata) ma se errore c'è dovrebbe essere comunque molto piccolo (minore 1%).
Nei prossimi giorni, forse già da stasera, voglio aggiungere varie probabilità sui possibili punti dell'avversario ma ancora devo chiarirmi cosa voglio ottenere (ma ho molte buone idee).
Se qualche lettore ha curiosità o domande mi interpelli pure e sarò lieto di rispondere(*3)!
Nota (*1): in alcuni momenti della partita si possono avere situazioni di questo tipo: sul board deve ancora calare 1 carta (o magari 2) e a noi manca una carta per completare colore massimo (ad esempio abbiamo noi in mano l'A del seme del colore). Se facciamo colore vinceremo noi ma, se non lo completiamo, siamo "sicuri" che sarà l'avversario a vincere il piatto. Il nostro avversario punta una quantità X di chips. Dobbiamo vedere o è meglio abbandonare? Questa è una decisione di pot odds: tutto dipende dalla quantità X delle chips, dal pot che potremmo vincere e dalla nostra probabilità (P) di chiudere il colore. Si avrà infatti che, supponendo di giocare, vinceremo mediamente: P*pot-(1-P)*X. X e Pot sono variabili note mentre P viene calcolato dal mio programma. Se il risultato è positivo conviene chiamare perché, statisticamente, alla lunga questo ci porterà a un guadagno di chips, altrimenti è bene abbandonare.
Nota (*2): il programma è già funzionante ma ancora non ho implementato quest'ultima funzionalità. In realtà è banale e spero di farcela in 30-45 minuti: magari quando ho fatto posterò una nuova immagine...
Edited: Ecco la nuova immagine (ho guardato la fine della F1 prima...)
Nota (*3): scrivendo mi sono infatti reso conto che lo scopo inconscio di questo post è puramente autocelebrativo: voglio mostrare ai miei lettori quanto io sia bravo e veloce a programmare! Proprio per questo sarò più che felice di diffondermi in particolari e dettagli tecnici a chi sia interessato!
venerdì 22 luglio 2011
Bisba vs. Canale 5
Premetto subito che non ho personalmente assistito alla battaglia ma sono arrivato pochi minuti dopo: per semplicità però non ripeterò in continuazione frasi come “mi hanno detto” o “mi è stato riferito” per descrivere questi avvenimenti.
Dunque Bisba se ne stava nell'orto oltre il giardino intenta a osservare i lavoretti che vi venivano svolti (era domenica). A un certo momento la si vede particolarmente intenta, come se stesse puntando qualcosa di invisibile nell'erba (vedi osservazione sul mimetismo in Pericolo!).
Poi succede tutto in un attimo: lei dà dei colpetti con la zampina a quello che appare essere un lungo serpente; non si fa in tempo a urlarle di lasciarlo stare che questo scatta e, rapidissimo, le si avvinghia intorno al corpo; Bisba fa un salto per aria di oltre un metro divincolandosi tutta nel tentativo di scrollarsi di dosso il biscione; l'intervento umano è rapido e risolutivo: una prima bastonata alla coda fa slacciare il rettile dal corpo di Bisba e un secondo colpo alla testa lo finisce. Tutto questo nell'arco di 15-20 secondi.
Grande paura per tutti: per Bisba che si era ritrovata improvvisamente assalita (altro che topino!), da chi ha osservato la scena perché temeva fosse rimaste ferita o avvelenata (nei pochi secondi non era possibile capire che si trattava di una biscia) e soprattutto per l'innocuo e benefico serpentello che nella concitazione del momento è stato ucciso a, non metaforiche, randellate.
Calata la polvere Bisba si era allontanata a distanza di sicurezza, la biscia era morta e io venivo chiamato a documentare l'evento della giornata.
Di seguito le foto che ho effettuato pochi minuti dopo nei pressi della scena della lotta:
il corpo esanime della biscia
il suo musino
bella lunga però!
Bisba viene provocata...
...lei mostra il suo coraggio con estrema prudenza...
...infatti ora le fa un po' schifo!
ci gioca 3 secondi senza entusiasmo
Dunque Bisba se ne stava nell'orto oltre il giardino intenta a osservare i lavoretti che vi venivano svolti (era domenica). A un certo momento la si vede particolarmente intenta, come se stesse puntando qualcosa di invisibile nell'erba (vedi osservazione sul mimetismo in Pericolo!).
Poi succede tutto in un attimo: lei dà dei colpetti con la zampina a quello che appare essere un lungo serpente; non si fa in tempo a urlarle di lasciarlo stare che questo scatta e, rapidissimo, le si avvinghia intorno al corpo; Bisba fa un salto per aria di oltre un metro divincolandosi tutta nel tentativo di scrollarsi di dosso il biscione; l'intervento umano è rapido e risolutivo: una prima bastonata alla coda fa slacciare il rettile dal corpo di Bisba e un secondo colpo alla testa lo finisce. Tutto questo nell'arco di 15-20 secondi.
Grande paura per tutti: per Bisba che si era ritrovata improvvisamente assalita (altro che topino!), da chi ha osservato la scena perché temeva fosse rimaste ferita o avvelenata (nei pochi secondi non era possibile capire che si trattava di una biscia) e soprattutto per l'innocuo e benefico serpentello che nella concitazione del momento è stato ucciso a, non metaforiche, randellate.
Calata la polvere Bisba si era allontanata a distanza di sicurezza, la biscia era morta e io venivo chiamato a documentare l'evento della giornata.
Di seguito le foto che ho effettuato pochi minuti dopo nei pressi della scena della lotta:
giovedì 21 luglio 2011
Ritratti di nonne
Controllando fra le pagine di alcuni vecchi libri sono saltati fuori due disegni fatti da me nella prima infanzia.
Sono disegnati sulle pagine strappate da un'agenda: usando un calendario perpetuo ho stabilito che tale agenda doveva essere del 1974. I disegni dovrebbero quindi essere del 1975 o, ma dubito, del 1976. Insomma all'epoca dei disegni dovevo avere 4, massimo 5, anni.
I disegni, molto stilizzati e piuttosto brutti, dovrebbero raffigurare le mie nonne.
Da notare una peculiarità dei miei disegni (particolarmente evidente nel ritratto della nonna Ede ma intuibile anche in quello della nonna Rita): la bocca e il naso sono invertiti. Lo facevo sempre e non credo che fosse un vezzo stilistico: forse un sintomo della mia dislessia?
Ecco le immagini:
Nonna Ede
Nonna Rita
Sono disegnati sulle pagine strappate da un'agenda: usando un calendario perpetuo ho stabilito che tale agenda doveva essere del 1974. I disegni dovrebbero quindi essere del 1975 o, ma dubito, del 1976. Insomma all'epoca dei disegni dovevo avere 4, massimo 5, anni.
I disegni, molto stilizzati e piuttosto brutti, dovrebbero raffigurare le mie nonne.
Da notare una peculiarità dei miei disegni (particolarmente evidente nel ritratto della nonna Ede ma intuibile anche in quello della nonna Rita): la bocca e il naso sono invertiti. Lo facevo sempre e non credo che fosse un vezzo stilistico: forse un sintomo della mia dislessia?
Ecco le immagini:
martedì 19 luglio 2011
Post mancati
Continuo ad avere poca voglia di scrivere: in realtà non è neanche colpa del caldo. Qui da me è tollerabilissimo. La sera la temperatura crolla e basta stare con le finestre aperte per rinfrescare per bene.
Insomma sono io che ho poca voglia... E poi vedo che anche i lettori del blog sono crollati, immagino per effetto delle ferie, e questo non mi fa sentire in colpa: al contrario, quando vedo molti contatti, mi dispiace per gli pseudo lettori che non trovano niente di nuovo e mi sento spronato a scrivere.
Siccome non ho comunque voglia di scrivere mi limiterò ad elencare gli argomenti di cui avrei scritto se ne avessi avuto voglia!
Commento su Hunzikker, sua bodyguard e relativo tatuaggio. Mi stimolava la relazione temporale fra il tatuaggio e un messaggio/idea/credo associato. Probabilmente avrei fatto raffronti con il post Fatto e verità.
Commento sulla notizia sulla caccia agli evasori che hanno vinto ingenti siti su siti esteri. Avrei sottolineato i significati non evidenti di questa notizia: avrei parlato di come l'Italia si ostina a bloccare l'accesso ai siti di gioco stranieri ma comunitari (cosa che non potrebbe fare e che, prima o poi, dovrà smettere di fare per non essere multata dalla UE: vedi nota 2 di Web Tax). Più che recuperare soldi (alla fine si parla infatti di pochi milioni a fronte, ad esempio, ai 1200 milioni portati dai 2 centesimi in più di accise sui carburanti...) credo si voglia intimidire gli italiani a giocare solo sui siti italiani. Accanto a questa osservazione avrei riaffermato che la polizia postale, per il bene della libertà dei cittadini e per evitare possibili abusi, ha un potere troppo vasto di verifica su cosa gli italiani fanno su internet...
Infine, anche se probabilmente non ci avrei fatto un post non capendone abbastanza, sono di nuovo molto preoccupato per le banche e soprattutto per la situazione del debito USA. Considerando che gli interessi dati dalle banche sono minimi consiglio a tutti di tenersi i soldi nascosti a casa nel materasso...
Forse avrei parlato anche degli eccezionali spiedini che ho fatto sabato per pranzo: gli spiedini mi ero sempre limitato a comprarli già fatti ma a prepararli da me è venuta fuori tutta un'altra cosa. Sono tre giorni di fila che ricordo con orgoglio e commozione quanto fossero buoni...
L'argomento dieta sarebbe poi venuto fuori da solo. La dieta procede. Per dimagrire per bene avrei bisogno di essere molto più regolare e disciplinato invece, vuoi per visite ad amici e parenti, vuoi per rompere la monotonia, periodicamente cucino o mangio cose che non dovrei... Comunque sono finalmente sceso sotto quota 67.0 che pareva essere un muro insormontabile. Un giorno, improvvisamente, mi sono ritrovato a 66.3 e nei giorni seguenti, invece di recuperare peso, o continuato a perderlo. Negli ultimi 3 giorni mi sono assestato intorno a 65.8.
Riguardo al poker mi sono comprato poi il DB dedicato che avevo potuto provare gratuitamente per 14 giorni. I miei risultati non sono però migliorati, anzi! Volendo provare a tutti i costi il programma ho giocato anche quando non avevo voglia ed ero molto stanco. In più sto passando un periodo in cui non vedo carte (e non lego niente di niente al flop): il risultato è che concluderò in forte rimessa la mia serie di partite.
Sempre sul poker avrei da parlare dei miei errori e delle nuove "scoperte". Però probabilmente un post al riguardo lo scriverò comunque.
Il post che ieri non ho avuto voglia di scrivere ieri è invece intitolato "Bisba vs Canale 5" e probabilmente lo scriverò nei prossimi giorni corredandolo con delle foto...
Insomma sono io che ho poca voglia... E poi vedo che anche i lettori del blog sono crollati, immagino per effetto delle ferie, e questo non mi fa sentire in colpa: al contrario, quando vedo molti contatti, mi dispiace per gli pseudo lettori che non trovano niente di nuovo e mi sento spronato a scrivere.
Siccome non ho comunque voglia di scrivere mi limiterò ad elencare gli argomenti di cui avrei scritto se ne avessi avuto voglia!
Commento su Hunzikker, sua bodyguard e relativo tatuaggio. Mi stimolava la relazione temporale fra il tatuaggio e un messaggio/idea/credo associato. Probabilmente avrei fatto raffronti con il post Fatto e verità.
Commento sulla notizia sulla caccia agli evasori che hanno vinto ingenti siti su siti esteri. Avrei sottolineato i significati non evidenti di questa notizia: avrei parlato di come l'Italia si ostina a bloccare l'accesso ai siti di gioco stranieri ma comunitari (cosa che non potrebbe fare e che, prima o poi, dovrà smettere di fare per non essere multata dalla UE: vedi nota 2 di Web Tax). Più che recuperare soldi (alla fine si parla infatti di pochi milioni a fronte, ad esempio, ai 1200 milioni portati dai 2 centesimi in più di accise sui carburanti...) credo si voglia intimidire gli italiani a giocare solo sui siti italiani. Accanto a questa osservazione avrei riaffermato che la polizia postale, per il bene della libertà dei cittadini e per evitare possibili abusi, ha un potere troppo vasto di verifica su cosa gli italiani fanno su internet...
Infine, anche se probabilmente non ci avrei fatto un post non capendone abbastanza, sono di nuovo molto preoccupato per le banche e soprattutto per la situazione del debito USA. Considerando che gli interessi dati dalle banche sono minimi consiglio a tutti di tenersi i soldi nascosti a casa nel materasso...
Forse avrei parlato anche degli eccezionali spiedini che ho fatto sabato per pranzo: gli spiedini mi ero sempre limitato a comprarli già fatti ma a prepararli da me è venuta fuori tutta un'altra cosa. Sono tre giorni di fila che ricordo con orgoglio e commozione quanto fossero buoni...
L'argomento dieta sarebbe poi venuto fuori da solo. La dieta procede. Per dimagrire per bene avrei bisogno di essere molto più regolare e disciplinato invece, vuoi per visite ad amici e parenti, vuoi per rompere la monotonia, periodicamente cucino o mangio cose che non dovrei... Comunque sono finalmente sceso sotto quota 67.0 che pareva essere un muro insormontabile. Un giorno, improvvisamente, mi sono ritrovato a 66.3 e nei giorni seguenti, invece di recuperare peso, o continuato a perderlo. Negli ultimi 3 giorni mi sono assestato intorno a 65.8.
Riguardo al poker mi sono comprato poi il DB dedicato che avevo potuto provare gratuitamente per 14 giorni. I miei risultati non sono però migliorati, anzi! Volendo provare a tutti i costi il programma ho giocato anche quando non avevo voglia ed ero molto stanco. In più sto passando un periodo in cui non vedo carte (e non lego niente di niente al flop): il risultato è che concluderò in forte rimessa la mia serie di partite.
Sempre sul poker avrei da parlare dei miei errori e delle nuove "scoperte". Però probabilmente un post al riguardo lo scriverò comunque.
Il post che ieri non ho avuto voglia di scrivere ieri è invece intitolato "Bisba vs Canale 5" e probabilmente lo scriverò nei prossimi giorni corredandolo con delle foto...
sabato 16 luglio 2011
Dubbio paranoico
I miei lettori sanno che sono leggermente paranoico e che gioco a poker.
Considerando questi due fattori possiamo immaginare che io mi fidi ciecamente dei vari siti per il poker online? Ovviamente no! Sono sospettosissimo e temo sempre la truffa...
In particolare ho la sensazione che chi gioca le prime partite venga molto favorito dalla buona sorte. Quando poi il giocatore si è affezionato al sito iniziano ad arrivare le mazzate e non si vedono più carte decenti.
Come detto questa è una mia sensazione molto superficiale: anzi più che una sensazione è solo un dubbio che periodicamente si riaffaccia alla mia coscienza.
Recentemente sto attraversando un periodo molto sfortunato e non vedo carte così, utilizzando un software apposito (Hold'em Manager), mi sono messo a controllare varie statistiche.
In particolare sono andato a controllare quante volte mi sono capitate le cosiddette carte Top 5%, le Top 10% e le Top 20% (*1). Come si può intuire dal nome queste carte rappresentano le coppie di partenza più forti con le quali si può iniziare una mano.
I risultati sono stati sconfortanti: statisticamente ricevo le top 5% nel 3% delle mani, le Top 10% nel 5.5% e le Top 20% nel 10.7%.
Certo: da più parti leggevo che per aver statistiche affidabili bisogna avere un DB di almeno 50000 mani mentre io ne ho soltanto 2500 però comunque non mi aspettavo una varianza così alta e soprattutto così negativa!
Ovviamente ho subito pensato alla truffa ma poi mi è venuto un dubbio: perché mai il Top 5% delle mani più forti dovrebbe presentarsi il 5% delle volte (e analogamente per le altre due fasce...)?
Magari "forza" e "frequenza" non sono esattamente la stessa cosa...
Così stamani mi sono divertito a fare qualche calcolo per verificare quale fosse la frequenza delle varie fasce Top...
Prima di tutto ho calcolato quante sono le coppie di partenza (nel Texas Hold'em ogni giocatore riceve due carte).
Visto che le carte sono 52 allora le coppie saranno 52*51=2652 poi però, visto che non voglio considerare due volte 35 e 53, devo dividere per 2 ottenendo 1326.
Poi ho calcolato il numero di coppie base formate da carte di valore diverso (come AK, K9, J2 ma non QQ, JJ o 55).
Ogni carta di un certo valore (K, J, 7, 4, etc) potrà essere accoppiata con una qualsiasi di valore diverso (ad esempio l'A con tutte le carte minori di K; il K con tutte le carte minori di Q e l'A etc...) ovvero 4*48=192. Anche in questo caso non voglio considerare due volte J5 e 5J quindi devo ridividere per 2 ottenendo 96.
Infine, visto che ci sono 13 carte di valore diverso, devo moltiplicare 96*13 ottenendo 1248.
In maniera analoga ho calcolato le coppie formate da carte dello stesso valore (AA, KK, 88, 44 etc...).
Per ogni valore ci sono quattro carte dei diversi semi e ognuna di esse può accoppiarsi con le altre tre: avremo quindi 4*3=12 coppie per ogni valore. Anche in questo caso devo dividere per 2 per non considerare due volte, ad esempio, Acuori-Aquadri e Aquadri-Acuori ottenendo quindi 6. Infine, poiché ci sono 13 valori diversi, in totale le coppie formate da carte dello stesso valore saranno 13*6=78.
Come riprova possiamo verificare che il numero delle coppie formate da carte di valore diverso sommate a quelle di valore uguale dà come risultato il numero di coppie totali. Infatti 1248 + 78 = 1326.
Infine voglio calcolare il numero di coppie di valore diverso dello stesso seme e di semi diversi: ovviamente la loro somma dovrà essere 1248.
Fissata una certa coppia, ad esempio AK, quante sono le sue versioni dello stesso seme? Ovviamente 4.
E quante sono le coppie, ad esempio AK, formate da semi diversi per A e K? Visto che ci sono quattro A e quattro K avremo 4*4=16; a questo numero sottrarremmo le coppie dello stesso seme, quindi: 16-4=12.
Adesso abbiamo già tutti i dati che ci servono ma prima facciamo una verifica: quante sono le coppie formate da carte di valori diversi? Ovviamente 13*12/2 ovvero 78.
Verifichiamo quindi a quanto equivale (12+4)*78=1248 che infatti è il valore che ci aspettavamo.
Il Top 5% sarà formato dal seguente numero di coppie:
AA=6
KK=6
QQ=6
JJ=6
AK=16
Totale: 40 che su 1326 coppie corrisponde al 3.02%
Analogamente il Top 10% avrà le coppie del Top 5% più le seguenti:
Top5%=40
TT=6
99=6
AQ=16
AJs=4
Totale: 72 pari al 5.43%
Infine il Top 20%:
Top10%=72
88=6
77=6
AJ=12 (le 4 coppie di AJs sono già considerate in Top 10%)
AT=16
A9s=4
A8s=4
KQ=16
KJs=4
KTs=4
Totale: 144 pari al 10.86%.
Conclusione: alla luce di questi risultati le mie frequenze sono assolutamente regolari! Sono quindi persuaso della completa onestà del mio sito di poker online? Ovviamente no, altrimenti non sarei paranoico! La "fortuna" può essere manipolata non solo con la distribuzione di carte iniziale ma anche in altre maniere più contorte: ad esempio ricevere un KK quando un altro giocatore ha AA può avere esiti catastrofici per il primo giocatore!
Magari quando avrò più dati verificherò la frequenza teorica di questi eventi per verificare che la mia non sia troppo diversa...
Nota (*1): Vediamo se me le ricordo a memoria... Top 5%: AA, KK, QQ, JJ e AK; Al Top 10% si aggiungono TT, 99, AQ e AJs (la "s" piccola sta per "suited" ovvero dello stesso seme); Al Top 20% si aggiungono 88, 77, AJ, AT, A9s, A8s, KQ, KJs e KTs.
Considerando questi due fattori possiamo immaginare che io mi fidi ciecamente dei vari siti per il poker online? Ovviamente no! Sono sospettosissimo e temo sempre la truffa...
In particolare ho la sensazione che chi gioca le prime partite venga molto favorito dalla buona sorte. Quando poi il giocatore si è affezionato al sito iniziano ad arrivare le mazzate e non si vedono più carte decenti.
Come detto questa è una mia sensazione molto superficiale: anzi più che una sensazione è solo un dubbio che periodicamente si riaffaccia alla mia coscienza.
Recentemente sto attraversando un periodo molto sfortunato e non vedo carte così, utilizzando un software apposito (Hold'em Manager), mi sono messo a controllare varie statistiche.
In particolare sono andato a controllare quante volte mi sono capitate le cosiddette carte Top 5%, le Top 10% e le Top 20% (*1). Come si può intuire dal nome queste carte rappresentano le coppie di partenza più forti con le quali si può iniziare una mano.
I risultati sono stati sconfortanti: statisticamente ricevo le top 5% nel 3% delle mani, le Top 10% nel 5.5% e le Top 20% nel 10.7%.
Certo: da più parti leggevo che per aver statistiche affidabili bisogna avere un DB di almeno 50000 mani mentre io ne ho soltanto 2500 però comunque non mi aspettavo una varianza così alta e soprattutto così negativa!
Ovviamente ho subito pensato alla truffa ma poi mi è venuto un dubbio: perché mai il Top 5% delle mani più forti dovrebbe presentarsi il 5% delle volte (e analogamente per le altre due fasce...)?
Magari "forza" e "frequenza" non sono esattamente la stessa cosa...
Così stamani mi sono divertito a fare qualche calcolo per verificare quale fosse la frequenza delle varie fasce Top...
Prima di tutto ho calcolato quante sono le coppie di partenza (nel Texas Hold'em ogni giocatore riceve due carte).
Visto che le carte sono 52 allora le coppie saranno 52*51=2652 poi però, visto che non voglio considerare due volte 35 e 53, devo dividere per 2 ottenendo 1326.
Poi ho calcolato il numero di coppie base formate da carte di valore diverso (come AK, K9, J2 ma non QQ, JJ o 55).
Ogni carta di un certo valore (K, J, 7, 4, etc) potrà essere accoppiata con una qualsiasi di valore diverso (ad esempio l'A con tutte le carte minori di K; il K con tutte le carte minori di Q e l'A etc...) ovvero 4*48=192. Anche in questo caso non voglio considerare due volte J5 e 5J quindi devo ridividere per 2 ottenendo 96.
Infine, visto che ci sono 13 carte di valore diverso, devo moltiplicare 96*13 ottenendo 1248.
In maniera analoga ho calcolato le coppie formate da carte dello stesso valore (AA, KK, 88, 44 etc...).
Per ogni valore ci sono quattro carte dei diversi semi e ognuna di esse può accoppiarsi con le altre tre: avremo quindi 4*3=12 coppie per ogni valore. Anche in questo caso devo dividere per 2 per non considerare due volte, ad esempio, Acuori-Aquadri e Aquadri-Acuori ottenendo quindi 6. Infine, poiché ci sono 13 valori diversi, in totale le coppie formate da carte dello stesso valore saranno 13*6=78.
Come riprova possiamo verificare che il numero delle coppie formate da carte di valore diverso sommate a quelle di valore uguale dà come risultato il numero di coppie totali. Infatti 1248 + 78 = 1326.
Infine voglio calcolare il numero di coppie di valore diverso dello stesso seme e di semi diversi: ovviamente la loro somma dovrà essere 1248.
Fissata una certa coppia, ad esempio AK, quante sono le sue versioni dello stesso seme? Ovviamente 4.
E quante sono le coppie, ad esempio AK, formate da semi diversi per A e K? Visto che ci sono quattro A e quattro K avremo 4*4=16; a questo numero sottrarremmo le coppie dello stesso seme, quindi: 16-4=12.
Adesso abbiamo già tutti i dati che ci servono ma prima facciamo una verifica: quante sono le coppie formate da carte di valori diversi? Ovviamente 13*12/2 ovvero 78.
Verifichiamo quindi a quanto equivale (12+4)*78=1248 che infatti è il valore che ci aspettavamo.
Il Top 5% sarà formato dal seguente numero di coppie:
AA=6
KK=6
QQ=6
JJ=6
AK=16
Totale: 40 che su 1326 coppie corrisponde al 3.02%
Analogamente il Top 10% avrà le coppie del Top 5% più le seguenti:
Top5%=40
TT=6
99=6
AQ=16
AJs=4
Totale: 72 pari al 5.43%
Infine il Top 20%:
Top10%=72
88=6
77=6
AJ=12 (le 4 coppie di AJs sono già considerate in Top 10%)
AT=16
A9s=4
A8s=4
KQ=16
KJs=4
KTs=4
Totale: 144 pari al 10.86%.
Conclusione: alla luce di questi risultati le mie frequenze sono assolutamente regolari! Sono quindi persuaso della completa onestà del mio sito di poker online? Ovviamente no, altrimenti non sarei paranoico! La "fortuna" può essere manipolata non solo con la distribuzione di carte iniziale ma anche in altre maniere più contorte: ad esempio ricevere un KK quando un altro giocatore ha AA può avere esiti catastrofici per il primo giocatore!
Magari quando avrò più dati verificherò la frequenza teorica di questi eventi per verificare che la mia non sia troppo diversa...
Nota (*1): Vediamo se me le ricordo a memoria... Top 5%: AA, KK, QQ, JJ e AK; Al Top 10% si aggiungono TT, 99, AQ e AJs (la "s" piccola sta per "suited" ovvero dello stesso seme); Al Top 20% si aggiungono 88, 77, AJ, AT, A9s, A8s, KQ, KJs e KTs.
venerdì 15 luglio 2011
Indovinello per veterinari
Domanda: Cosa dice un felino al veterinario che gli ha appena iniettato un vaccino indolore?
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Pensaci di più!!
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Risposta: Già gatto??!
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Pensaci di più!!
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Risposta: Già gatto??!
mercoledì 13 luglio 2011
Progetto di fantasia
Oggi volevo pubblicare un altro post: ieri l'avevo quasi finito e oggi mi restavano solo le rifiniture (cercare i link e rileggere bene) però leggendo corriere.it la mia attenzione è stata colpita da un articolo.
Siccome ritengo più piacevole/utile per il lettore dare la precedenza alla cronaca, rimando l'altro post a domani...
L'articolo che ha stuzzicato la mia curiosità è il seguente: Germania: rubati piani nuova sede dei servizi segreti.
Prima leggetelo autonomamente.
...
...
Già fatto?!
Notato niente di strano?
Personalmente tre dettagli hanno colpito la mia attenzione.
Il primo elemento è che si attribuisce il furto alla “criminalità”.
Da quando la criminalità va a rubare progetti segreti? Io sapevo che la criminalità si interessa alla droga, ai racket, alla prostituzione etc... Perché andare a pestare i piedi a un governo? Dov'è il guadagno? Già il traffico d'armi non viene gestito dalla criminalità comune a causa del coinvolgimento dei governi e della “delicatezza” che questo comporta...
Insomma invece di “criminalità” mi aspettavo di leggere “agenzie di spionaggio di paesi terzi”: questo avrebbe avuto senso.
Il secondo elemento è che il furto sarebbe stato effettuato “grazie a una chiavetta USB”. Immagino che questo significhi che dei file siano stati copiati su di essa e che niente di fisico sia stato sottratto.
Questo lascia un interrogativo aperto: come è stato possibile scoprire il furto?
La notizia è stata pubblicata dal settimanale Focus e subito ripresa dalla Merkel che ha preannunciato una commissione d'inchiesta. Uhmm... Cosa si sarebbe fatto in Italia in una situazione analoga? Risponderò in seguito a questa domanda.
I primi due elementi mi fanno immaginare il seguente scenario: uno sconosciuto contatta il settimanale Focus proponendo uno scoop; per vie traverse tale contatto ha ottenuto una copia della nuova sede dei servizi segreti tedeschi e vuole rivenderla alla rivista; il settimanale, magari rivolgendosi a degli “esperti”, si convince dell'autenticità del materiale e pubblica il racconto.
Questa ricostruzione spiegherebbe perché si parla di criminalità (insomma corruzione o tradimento) e non di spie e come si faccia a sapere che le informazioni siano state rubate tramite una chiavetta USB (in altre parole si sa del furto perché il progetto, almeno parzialmente, sarebbe stato rivenduto per lo scoop al settimanale tedesco).
Eppure c'è il terzo elemento che non mi convince. Cosa avrebbe fatto il governo italiano in una situazione analoga?
Avrebbe smentito (“si tratta di una bozza di progetto scartata”) e avrebbe ridimensionato (“si tratta di dati inutili a bassa sicurezza e non aggiornati”) la vicenda per evitare il pubblico imbarazzo.
Allora perché il governo Merkel non ha fatto niente di questo? Si tratta solo della maggiore serietà/onestà dei politici tedeschi o sono possibili altre interpretazioni?
Ovviamente dalle poche notizie ricavate dall'articolo del corriere.it non è possibile trarre conclusioni affidabili: bisognerebbe leggere per bene l'articolo originale, il comunicato del governo tedesco, conoscere bene la mentalità tedesca in situazioni analoghe, magari valutare le reazioni dell'opposizione e, soprattutto, continuare a seguire con attenzione la vicenda.
Questa presunta stranezza ha stimolato la mia fantasia/paranoica a creare la seguente ipotesi di complotto: potrebbe essere stato il governo tedesco a montare la vicenda. Supponiamo, come suggerito dall'articolo, che per modificare la sede in costruzione siano necessari 500 milioni di euro e che queste modifiche non siano in realtà necessarie perché il progetto non corrisponde alla situazione reale. Cosa avremmo ottenuto? 500 milioni di euro da dirottare su altre operazioni segrete...
Ovviamente questa è una teoria MOLTO azzardata e probabilmente la situazione reale è molto diversa. Però la mia ricostruzione di fantasia basata su queste piccole incongruenze mi sembrava interessante e per questo l'ho pubblicata.
Peccato che non sapremo mai la verità...
Siccome ritengo più piacevole/utile per il lettore dare la precedenza alla cronaca, rimando l'altro post a domani...
L'articolo che ha stuzzicato la mia curiosità è il seguente: Germania: rubati piani nuova sede dei servizi segreti.
Prima leggetelo autonomamente.
...
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Già fatto?!
Notato niente di strano?
Personalmente tre dettagli hanno colpito la mia attenzione.
Il primo elemento è che si attribuisce il furto alla “criminalità”.
Da quando la criminalità va a rubare progetti segreti? Io sapevo che la criminalità si interessa alla droga, ai racket, alla prostituzione etc... Perché andare a pestare i piedi a un governo? Dov'è il guadagno? Già il traffico d'armi non viene gestito dalla criminalità comune a causa del coinvolgimento dei governi e della “delicatezza” che questo comporta...
Insomma invece di “criminalità” mi aspettavo di leggere “agenzie di spionaggio di paesi terzi”: questo avrebbe avuto senso.
Il secondo elemento è che il furto sarebbe stato effettuato “grazie a una chiavetta USB”. Immagino che questo significhi che dei file siano stati copiati su di essa e che niente di fisico sia stato sottratto.
Questo lascia un interrogativo aperto: come è stato possibile scoprire il furto?
La notizia è stata pubblicata dal settimanale Focus e subito ripresa dalla Merkel che ha preannunciato una commissione d'inchiesta. Uhmm... Cosa si sarebbe fatto in Italia in una situazione analoga? Risponderò in seguito a questa domanda.
I primi due elementi mi fanno immaginare il seguente scenario: uno sconosciuto contatta il settimanale Focus proponendo uno scoop; per vie traverse tale contatto ha ottenuto una copia della nuova sede dei servizi segreti tedeschi e vuole rivenderla alla rivista; il settimanale, magari rivolgendosi a degli “esperti”, si convince dell'autenticità del materiale e pubblica il racconto.
Questa ricostruzione spiegherebbe perché si parla di criminalità (insomma corruzione o tradimento) e non di spie e come si faccia a sapere che le informazioni siano state rubate tramite una chiavetta USB (in altre parole si sa del furto perché il progetto, almeno parzialmente, sarebbe stato rivenduto per lo scoop al settimanale tedesco).
Eppure c'è il terzo elemento che non mi convince. Cosa avrebbe fatto il governo italiano in una situazione analoga?
Avrebbe smentito (“si tratta di una bozza di progetto scartata”) e avrebbe ridimensionato (“si tratta di dati inutili a bassa sicurezza e non aggiornati”) la vicenda per evitare il pubblico imbarazzo.
Allora perché il governo Merkel non ha fatto niente di questo? Si tratta solo della maggiore serietà/onestà dei politici tedeschi o sono possibili altre interpretazioni?
Ovviamente dalle poche notizie ricavate dall'articolo del corriere.it non è possibile trarre conclusioni affidabili: bisognerebbe leggere per bene l'articolo originale, il comunicato del governo tedesco, conoscere bene la mentalità tedesca in situazioni analoghe, magari valutare le reazioni dell'opposizione e, soprattutto, continuare a seguire con attenzione la vicenda.
Questa presunta stranezza ha stimolato la mia fantasia/paranoica a creare la seguente ipotesi di complotto: potrebbe essere stato il governo tedesco a montare la vicenda. Supponiamo, come suggerito dall'articolo, che per modificare la sede in costruzione siano necessari 500 milioni di euro e che queste modifiche non siano in realtà necessarie perché il progetto non corrisponde alla situazione reale. Cosa avremmo ottenuto? 500 milioni di euro da dirottare su altre operazioni segrete...
Ovviamente questa è una teoria MOLTO azzardata e probabilmente la situazione reale è molto diversa. Però la mia ricostruzione di fantasia basata su queste piccole incongruenze mi sembrava interessante e per questo l'ho pubblicata.
Peccato che non sapremo mai la verità...
martedì 12 luglio 2011
La sensibilità dell'insonne
Qualche giorno fa sono stato ospite di un amico: ho passato una serata piacevolissima, una cena perfetta e un dopo cena ancora migliore...
La notte però, la combinazione fra il letto diverso, il caldo e una zanzara hanno risvegliato la mia insonnia latente e sempre in agguato.
Per evitare di essere pinzato, nonostante il caldo afoso, mi ero avvolto nel lenzuolo a mo' di mummia: avevo trovato una posizione, sdraiato sul fianco, in cui lasciavo scoperto solamente il naso.
Ma quando pensavo di aver toccato il fondo inalando la zanzara (che era stata letteralmente risucchiata all'interno di una narice!) ho scoperto che la finestra della mia cameretta si affacciava su un pollaio.
È così che ho scoperto quale bestia malata dentro sia il gallo.
Prima di scendere nei dettagli devo premettere che già gli uccellini che cinguettano felici al mattino a me fanno girare i cosiddetti...
Poi certo, considerato che le galline non sono mai portate ad esempio di grande intelligenza, era sciocco da parte mia aspettarsi che i galli fossero degli Einstein.
Però non credevo che fossero così...
Come già accennato i galli sono malati dentro o comunque sono seriamente disturbati e hanno gravi difficoltà a esprimere se stessi in maniera costruttiva.
In teoria alle prime luci dell'alba, ma in pratica molto prima, secondo me alle prime luci dei fanali di un auto, il gallo si scatena col suo chicchirichi. Solo che non è un chicchirichi civile e urbano per significare “Sono le 4:42AM, il sole sta sorgendo e tutto va bene...” bensì un chicchirichi incazzoso che, in un miscuglio di narcisismo egoistico e presunzione, pare dire “Qui comando io, il capo di tutto sono io, io sono il migliore, viva me!”.
E poi non lo fa un paio di volte ma chicchiricheggia alla nausea. Ogni volta che il gallo sente un rumore non riesce a trattenersi dal ribattere: ma non “chicchirichi” ma “CHICCHIRICHI!!”. Cantato con voce stentorea volutamente di qualche decibel più forte rispetto al suono originale.
Il gallo col suo comportamento risveglia il mio lato peggiore: il mio istinto omicida, la mia brama di galletto alla griglia...
Vivessi vicino a un pollaio prima o poi verrei preso da un raptus e andrei a compiere un omicidio. Non scendo nei dettagli di cosa farei al gallo ma sicuramente farei venire un colpo a qualsiasi membro della LIPU (*1) che lo scoprisse.
Ma come fanno le galline a sopportare un simile egoista bigotto?
C'è una sola spiegazione possibile: le galline, nonostante i loro coccodè di circostanza piuttosto che di sincera disapprovazione, guardano al gallo con occhi languidi e sono poco oggettive su di lui perché, incredibili a dirsi, lo amano nonostante tutti i suoi difetti. Alle galline insomma piace il gallo con le sue arie, le sue manie e le sue cattive maniere!
Non so quanto sia lecito equiparare donne e galline ma mi pare evidente che le prime dovrebbero maggiormente apprezzare gli uomini pelati, con la testa grossa, bassi e silenziosi rispetto a quello rileccati, impettiti, rissosi ed esibizionisti.
Se così fosse, lo scrivo disinteressatamente, il mondo sarebbe un posto migliore o, almeno, i pollai sarebbero più tranquilli.
Al mattino spiegai poi al mio ospite che il mio sonno era stato disturbato soprattutto dal gallo del vicino pollaio. «Che gallo? Quale pollaio?» mi chiese sbadigliando.
Evidentemente la sensibilità dell'udito dell'insonne è molto più alta della media!
Nota inutile (*1): Non so perché ma a me la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) fa venire in mente il CEPU... Forse perché anni fa il famoso calciatore Del Pero era stato un suo testimonial mentre adesso lo stesso atleta lavora al fianco di un uccellino...
La notte però, la combinazione fra il letto diverso, il caldo e una zanzara hanno risvegliato la mia insonnia latente e sempre in agguato.
Per evitare di essere pinzato, nonostante il caldo afoso, mi ero avvolto nel lenzuolo a mo' di mummia: avevo trovato una posizione, sdraiato sul fianco, in cui lasciavo scoperto solamente il naso.
Ma quando pensavo di aver toccato il fondo inalando la zanzara (che era stata letteralmente risucchiata all'interno di una narice!) ho scoperto che la finestra della mia cameretta si affacciava su un pollaio.
È così che ho scoperto quale bestia malata dentro sia il gallo.
Prima di scendere nei dettagli devo premettere che già gli uccellini che cinguettano felici al mattino a me fanno girare i cosiddetti...
Poi certo, considerato che le galline non sono mai portate ad esempio di grande intelligenza, era sciocco da parte mia aspettarsi che i galli fossero degli Einstein.
Però non credevo che fossero così...
Come già accennato i galli sono malati dentro o comunque sono seriamente disturbati e hanno gravi difficoltà a esprimere se stessi in maniera costruttiva.
In teoria alle prime luci dell'alba, ma in pratica molto prima, secondo me alle prime luci dei fanali di un auto, il gallo si scatena col suo chicchirichi. Solo che non è un chicchirichi civile e urbano per significare “Sono le 4:42AM, il sole sta sorgendo e tutto va bene...” bensì un chicchirichi incazzoso che, in un miscuglio di narcisismo egoistico e presunzione, pare dire “Qui comando io, il capo di tutto sono io, io sono il migliore, viva me!”.
E poi non lo fa un paio di volte ma chicchiricheggia alla nausea. Ogni volta che il gallo sente un rumore non riesce a trattenersi dal ribattere: ma non “chicchirichi” ma “CHICCHIRICHI!!”. Cantato con voce stentorea volutamente di qualche decibel più forte rispetto al suono originale.
Il gallo col suo comportamento risveglia il mio lato peggiore: il mio istinto omicida, la mia brama di galletto alla griglia...
Vivessi vicino a un pollaio prima o poi verrei preso da un raptus e andrei a compiere un omicidio. Non scendo nei dettagli di cosa farei al gallo ma sicuramente farei venire un colpo a qualsiasi membro della LIPU (*1) che lo scoprisse.
Ma come fanno le galline a sopportare un simile egoista bigotto?
C'è una sola spiegazione possibile: le galline, nonostante i loro coccodè di circostanza piuttosto che di sincera disapprovazione, guardano al gallo con occhi languidi e sono poco oggettive su di lui perché, incredibili a dirsi, lo amano nonostante tutti i suoi difetti. Alle galline insomma piace il gallo con le sue arie, le sue manie e le sue cattive maniere!
Non so quanto sia lecito equiparare donne e galline ma mi pare evidente che le prime dovrebbero maggiormente apprezzare gli uomini pelati, con la testa grossa, bassi e silenziosi rispetto a quello rileccati, impettiti, rissosi ed esibizionisti.
Se così fosse, lo scrivo disinteressatamente, il mondo sarebbe un posto migliore o, almeno, i pollai sarebbero più tranquilli.
Al mattino spiegai poi al mio ospite che il mio sonno era stato disturbato soprattutto dal gallo del vicino pollaio. «Che gallo? Quale pollaio?» mi chiese sbadigliando.
Evidentemente la sensibilità dell'udito dell'insonne è molto più alta della media!
Nota inutile (*1): Non so perché ma a me la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) fa venire in mente il CEPU... Forse perché anni fa il famoso calciatore Del Pero era stato un suo testimonial mentre adesso lo stesso atleta lavora al fianco di un uccellino...
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