Il 6 luglio è il D-Day della Agcom. Come spiegato in Anonimi all'attacco e Nuovo attacco alla libertà, in tale data dovrebbe essere approvato il nuovo regolamento che in pratica permetterà ad Agcom di censurare ciò che vuole senza alcun controllo.
Sfortunatamente le proteste contro tale provvedimento non sono ben organizzate. Anche a livello politico non si è levata nessuna voce di protesta: evidentemente tutti i partiti, sia al governo che all'opposizione, sono ben felici di poter imbavagliare all'occorrenza le voci fuori dal coro che usano internet come mezzo principale di diffusione.
Leggendo su alcune pagine di FB ho notato che un numero minoritario, comunque non trascurabile di persone, vedono con favore questo provvedimento. Essi dicono che lo scopo di questa nuova normativa è solo quello di proteggere il diritto d'autore.
Sì, questa è la teoria infatti: Agcom dovrebbe essere in grado di oscurare solo i siti (i server in realtà) che violano il diritto d'autore pubblicando materiale protetto.
Sfortunatamente non viviamo in un mondo teorico dove tutto funziona come dovrebbe ma in uno pratico, e piuttosto spiccio, chiamato Italia.
Le mie obiezioni, in breve, sono le seguenti:
1) La modalità: fermo restando che è sacrosanto proteggere il diritto d'autore non è comunque giusto oscurare in toto un server. Per molte ragioni: su tale server potrebbero risiedere altri siti legittimi ai quali i cittadini italiani dovrebbero poter continuare ad accedere. Inoltre un sito può contenere sia materiale legittimo che illegittimo: se lo si oscura in toto si impedisce ai cittadini italiani di accedere ai contenuti legittimi.
2) Il diritto di difesa: il sito estero non è assolutamente tutelato nel “breve contraddittorio fra le parti” previsto dalla nuova normativa. Per prima cosa non è chiaro come il sito estero venga notificato: con una email? Con una telefonata? Con una raccomandata con ricevuta di ritorno? (bisogna tenere presente che i titolari del sito estero dovrebbero reagire in 48 ore...), in quale lingua avvenga il contraddittorio (è chiaro che se dovesse essere in italiano, il sito norvegese mantenuto da una o due persone sarebbe in forte svantaggio...) e i tempi sono ridicolmente brevi soprattutto considerato la gravità del provvedimento di oscuramento.
3) Senza controlli: in teoria sarà un impiegato dell'Agcom che deciderà se un sito dovrà essere o meno oscurato. E a chi risponde tale impiegato? Al popolo italiano? No: semplicemente al suo capo. Chi ci garantisce della sua obiettività? Chi ci dice che tale individuo non potrebbe essere non dico corrotto (giammai! Siamo in Italia!) ma manipolato? Se il capo dell'impiegato gli dice “Per favore, non stare a leggere le carte e bloccami questo sito” cosa pensate che farà l'impiegato? E se questo impiegato sbaglia (si dice che tutti possano sbagliare no?) cosa succede?
4) Gli abusi: la possibilità di abusi deriva direttamente dal punto precedente. La procedura decisionale sull'oscuramento è tutta interna ad Agcom: chi garantisce quindi il cittadino che in futuro non potrebbero esserci degli abusi politici? Propongo uno scenario e il lettore giudichi da solo, col proprio buon senso, quanto questo sia realistico. Un politico/partito in periodo pre-elettorale è fortemente criticato da un sito; il politico/partito fa pressioni su uno dei responsabili di Agcom per chiedergli di oscurarlo; il responsabile di Agcom telefona al suo impiegato di fiducia e gli chiede di verificare se sul server dove il sito è ospitato c'è almeno un altro sito con del materiale dubbio (visto che l'oscuramento avviene a livello di server basta infatti che ci sia un altro sito con materiale dubbio per permettere di oscurare ogni cosa); Supponiamo che non ci sia niente di dubbio su nessuno dei siti ospitati dal server in questione: nessun problema lo si oscura lo stesso! Tanto è una procedura interna e nessuno può dire nulla; ed ecco che il politico/partito può affrontare più serenamente le elezioni; se poi la verità (dopo vari mesi) viene fuori si potrà dire che l'impiegato incaricato ha fatto semplicemente un errore “Tutti possono sbagliare: anche noi di Agcom...”
La mia previsione è che l'Agcom, adesso che ha tutti gli occhi addosso, partirà molto cauta e solo dopo qualche mese inizierà a mietere le sue “vittime”...
Mi domandavo cosa diranno i sostenitori di Agcom se venisse oscurato Youtube.com (dopotutto c'è già un contenzioso aperto a causa del materiale di Mediaott). Applaudiranno per la difesa del diritto d'autore o ammetteranno che si tratta di una sconfitta per la libertà degli italiani di accedere a un servizio gratuito?
Le notizie dell'ultim'ora dicono che Agcom, a causa delle molteplici proteste, abbia deciso di prendere tempo e di non decidere niente il 6 luglio. Vedremo...
lunedì 4 luglio 2011
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