Sono malato. Febbre e tosse che spero non si trasformi in bronchite.
La malattia spiega la banale dimenticanza nel precedente post matematico.
Spero che, per lo stesso motivo, il lettore mi perdoni sia possibili inesattezze che un insolito triste sarcasmo.
Voglio dire la mia sul problema dei clandestini a Lampedusa.
Su un TG ho sentito dire dal giornalista di turno che sull'isola c'è un problema di “smaltimento” dei clandestini/profughi. Esatto: “smaltimento”, come se si trattasse di immondizia. E infatti nessuna regione è ansiosa di aprire discariche, pardon, “centri d'accoglienza”, sul proprio territorio.
Eppure non capisco tanta preoccupazione. Si sa già che tali immigrati non hanno alcuna intenzione di starsene in Italia ed “evaderanno” quanto prima da tali centri d'accoglienza: quindi perché preoccuparsi tanto? Basta fare in modo che il tasso di evasione sia superiore al ritmo d'arrivo e il problema è risolto.
Ma probabilmente questo lo sanno anche i nostri politici. É evidente infatti che, se gli sbarchi continuano a questo ritmo, il problema non sarebbe “spalmare” 50000 immigrati per l'Italia ma un numero enormemente maggiore (200000-500000?). Invece, con italico miope ottimismo, i nostri amministratori stanno facendo i loro progetti come se il problema fosse molto più limitato.
A mio avviso la soluzione migliore sarebbe stata un'altra: invece di “smaltire” gli immigrati in giro per l'Italia, sarebbe molto più semplice trasferire i soli lampedusani. Dopo tutto i lampedusani sono solo 5000 e non ne arrivano in continuazione di nuovi a bordo di barconi...
A quel punto gli immigrati sarebbero confinati sull'isola senza possibilità di evasione e sarebbe possibile rimpatriarli o accoglierli (se riconosciuti profughi) caso per caso.
giovedì 31 marzo 2011
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