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giovedì 18 aprile 2024

Furbi vivi e soldati morti

Secondo me stanotteo domani mattina sarà il momento più probabile per un attacco israeliano all'Iran secondo la vecchia teoria secondo la quale se i mercati hanno il fine settimana per assorbire l'impatto emotivo di una notizia reagiscono con meno panico. Comunque temo che il panico verrà comunque perché le cose non andranno come sperato da Israele e un eventuale coinvolgimento statunitense farà solo peggiorare la situazione.
Speriamo quindi che dopo la "vittoria" militare Tel Aviv si accontenti delle "sanzioni" economiche.

Lentamente anche i media occidentali iniziano ad ammettere che la situazione militare dell'Ucraina è in profonda difficoltà. Qua e là si parla di possibile sconfitta già nel 2024.Soprattutto si inizia a spiegare il tutto con le ragioni che proponevo già a dicembre (v. per esempio Miliardi per nulla) ovvero che senza uomini e armi non si combatte, non importa cosa c'è scritto sugli assegni di Washington.
La domanda diviene quindi solo quando crollerà Kiev?
Probabilmente quando la Russia inizierà la sua offensiva, si dice a inizio estate.
Per questo c'è la corsa a spartirsi il "bottino" negli USA ancora si devono approvare i 60 miliardi circa di aiuti a Kiev (di cui i 2/3 rimarranno comunque negli USA per la produzione di nuove armi che saranno pronte nei prossimi anni) ma soprattutto in Europa si vogliono rubare i 300 miliardi di proprietà russa: peccato che questo comporterà il crollo della fiducia degli investitori nella finanza europea. Ma ai politici che gliene frega: sicuramente loro hanno già in saccoccia eventuali compensazioni e sinecure.

Ma in realtà oggi volevo scrivere dell'animo umano. Nel 2022 i volontari stranieri in Ucraina erano circa 20.000-30.000, oggi 1.000 forse 2.000 (e questo la dice lunga sull'andamento reale della guerra). Ma la cosa affascinante è che questi "sopravvissuti" si trovano bene: nonostante siano consapevoli di poter morire il giorno dopo sono felici.
Il mio punto è che l'evoluzione umana non si è fermata ma sta continuando. Ormai non ci sono più tribù o città indipendenti ma solo stati sempre più grandi dove l'individuo è solo un piccolo ingranaggio con un potere decisionale solo simbolico e talvolta neppure quello. I valori istintivi dell'uomo stanno cambiando: meno indipendenza e più acquiescienza. Obbedire senza discutere è più utile che protestare per giustizia e libertà: del resto per una protesta che ha successo altre 10 o magari 20 falliscono. Viene premiata l'astuzia di chi riesce a sfruttare a proprio vantaggio la società, non chi è disposto a servirla o, addirittura, a sacrificarsi per essa. Già in mille anni vi può essere un'evoluzione genetica percepibile e ormai e da almeno un paio di millenni che le società sono sempre più complesse e articolate.
I politici stanno al vertice e riassumono quindi in sé le peggiori caratteristiche dell'uomo nuovo, sono loro che riescono a trarre il massimo vantaggio dalle cervellotiche e inefficienti istituzioni pubbliche. I soldati sono forse all'estremo opposto, soprattutto quelli che combattano per la fazione perdente. In mezzo vi sono tutte le sfumature dell'umanità. Omero fu, forse, il primo a segnalare l'uomo nuovo. Il suo Ulisse non è l'eroe tipico che rispetta principi e tradizioni ma piuttosto sfrutta la propria intelligenza per avvantaggiarsi delle situazioni anche a costo di piegare la morale del tempo e offendere qualche divinità: il fine giustifica il mezzo per Ulisse. Ormai il mondo è governato da tanti Ulisse che però non hanno né l'intelligenza né il coraggio dell'eroe omerico ma solo la sua cinica furbizia; in più, o meglio in meno, hanno anche la mancanza di una sincera morale e il rifiuto di ogni responsabilità.

Conclusione: avrei anche altro da scrivere ma non voglio divagare troppo e spezzare l'esile filo conduttore militare che tiene insieme queste mie considerazioni.

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