È da un po’ che non scrivo della guerra in Ucraina: il motivo è che non ho molto da aggiungere a quanto ho già scritto.
Sui motivi e obiettivi delle parti in causa scrissi, ben inquadrando i fattori principali in gioco, a febbraio e marzo 2022. Sull’andamento della guerra non ci sono novità: siamo ancora nella fase iniziata dopo la fallimentare controffensiva ucraina della primavera/estate 2023. I russi premono in diversi punti del fronte avanzando molto lentamente: in questo caso l’unico dubbio è sulle perdite relative delle due parti dato che non esistono dati affidabili. Da una parte i russi attaccano, e questo comporta maggiori perdite, dall’altra l’Ucraina è a corto di munizioni e soldati, continua a subire l’artiglieria russa e adesso anche gli aerei di Mosca hanno più libertà di manovra grazie alla riduzione della capacità antiaerea di Kiev.
Si parla di un’offensiva russa a maggio-giugno ma è impossibile valutare l’attendibilità di tali voci.
Sulla durata del conflitto le “mie” fonti sono divise: alcune parlano ancora di anni altre hanno iniziato ad affermare ciò che avevo già scritto in uno dei miei ultimi pezzi sull'argomento: ovvero che mancando uomini e munizioni la capitolazione di Kiev non può essere lontana. Non sono infatti problemi che si risolvono con i soli aiuti finanziari dato che i soldati non si comprano col denaro e, per le munizioni, c’è un problema di fondo di capacità produttiva nell’occidente. Le aziende che producono armi in occidente infatti sono organizzate per massimizzare il profitto e non sono in grado di incrementare rapidamente la loro capacità produttiva (*1). Tutte cose che ho già scritto da tempo.
Da questo punto di vista c’è da interpretare la perdurante esitazione di Zelensky a mobilitare nuove fasce di età (verso il basso) della popolazione. Oramai sono mesi che i vertici militari ucraini chiedono rinforzi. Come mai quindi Zelensky non segue quelle che poi dovrebbero essere anche le richieste di Washington?
Partendo dall’ipotesi che è ormai chiaro anche a Zelensky che la guerra è comunque persa forse ha delle esitazioni morali a prolungarla di un numero indeterminato di mesi al costo però della vita di migliaia di giovanissimi. Contemporaneamente però sarebbe ingenuo pensare che Zelensky abbia una coscienza e, quindi, credo che la risposta alla mia domanda sia un esercizio di equilibrismo politico fra le varie parti in causa. Per capire come stanno le cose esattamente occorreranno molti decenni e che le relative comunicazioni fra le varie figure coinvolte siano rese pubbliche: insomma lavoro per gli storici fra una trentina di anni.
Di sicuro l’elemento più importante in questo tira e molla politico sono le elezioni statunitensi a novembre: Biden ha il terrore che Kiev ceda prima di allora perché ciò annullerebbe le sue probabilità di essere rieletto. Oramai il comportamento di Washington fa capire che la sconfitta dell’Ucraina è data come inevitabile e la lotta è divenuta politica fra repubblicani e democratici per gestire e/o avvantaggiarsi dalla sconfitta di Kiev.
L’unica novità è il nuovo aggiustamento dei media occidentali che, come avevo predetto molti mesi fa, adesso hanno il problema di spiegare come mai le cose non vanno come avevano affermato con vari livelli di sicurezza. Come mai la Russia, la cui economia è “in tatters” (*2), ha un’economia in grande crescita e la sua produzione di armi è di gran lunga maggiore di quella dell’intero occidente combinato insieme? Anzi: come mai la Russia vince se aveva ormai perso? Se i suoi soldati o erano ubriachi di vodka o combattevano con le pale? Come mai il morente e/o folle Putin è ancora vivo nonostante il suo “evidente” Parkinson, cancri vari e molteplici infarti?
Insomma le cosette da spiegare sarebbero diverse…
La mia previsione al riguardo era che l’Occidente avrebbe cercato una tregua/pace da far poi passare come una vittoria: “La Russia”, anzi, “Il folle Putin voleva conquistare l’Europa ma grazie all’Ucraina e alla potenza indiscutibile della NATO è stato fermato! Vittoria: viva Biden, viva la libertà! viva la democrazia! Noi siamo i migliori!”. E magari facciamo fare una seria a Netflix sull’eroico Zelensky, il coraggio (questo in effetti reale) dell’esercito ucraino e la malvagità dei russi…
Sembra che Macron infatti avesse proposto una tregua di un qualche genere ma che, come avevo predetto, la Russia non avrebbe accettato: oramai non ha infatti motivo di fidarsi delle promesse dell’occidente dopo che sia Merkel che Holland hanno pubblicamente affermato di non essere stati in buona fede quando sottoscrissero come garanti gli accordi di Minsk.
Proprio a causa del rifiuto di Mosca un Macron indispettito avrebbe poi minacciato un significativo (si dice 20.000) invio di truppe francesi in Ucraina. La Russia non pare aver preso sul serio la minaccia e sia Washington che Berlino si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco su questa idea: probabilmente alla fine lo scopo di Macron era solo quello di farsi forte davanti al proprio elettorato visto che i sondaggi lo danno in caduta libera e che fra poco ci saranno le elezioni europee. La sua poltrona non è direttamente in pericolo ma rischia di uscirne politicamente delegittimato.
Quindi i media occidentali (intendo quelli statunitensi e inglesi: gli italiani sono indietro di un paio di settimane e quindi non ho idea se siano stati già “aggiornati”) sono passati a un nuovo piano, cioè a una nuova narrativa: “La Russia sta iniziando ad avere la meglio grazie a….”, rullare di tamburi, “… gli aiuti cinesi!”. Ed ecco che qualche alto papavero della UE (non ricordo chi) ha subito minacciato gravi ripercussioni per le aziende cinesi coinvolte se non dovessero desistere. Mi chiedo se per entrare nelle istituzioni europee serva un certificato di deficienza o roba del genere: non si dovrebbe minacciare se non si ha la capacità di mantenere quanto minacciato. Ma i nostri politici europei, forse fra una sniffata e l’altra, non si rendono ancora conto di cosa sta succedendo: è come se vivessero in un giardino fiorito (con appunto tanti fiori da sniffare) circondato dalla giungla (vedi Borrell)…
Ah! Riguardo l’attentato a Mosca ho poco da dire: mi ha stupito la prontezza con cui le fonti occidentali hanno immediatamente escluso il coinvolgimento di Kiev. Evidentemente una semplice presa di posizione politica dato che le indagini e gli interrogatori dei colpevoli materiali li stanno conducendo i russi! Comunque, almeno secondo una “mia” fonte, è effettivamente possibile che l’operazione sia stata organizzata indipendentemente dall’ISIS: certo che la fuga verso il confine ucraino è sospetta...
Conclusione: se la situazione non cambia significativamente l’esercito ucraino capitolerà: l’unica incertezza è quando. Per cambiare ormai sarebbe invece necessario un intervento diretto della NATO che però sembra, almeno al momento, improbabile: fortunatamente dato che le probabilità di guerra mondiale (e quindi nucleare) crescerebbero esponenzialmente.
Nota (*1): solo gli USA sono stati in grado di aumentare sensibilmente la produzione di munizioni ma questo perché, stranamente nella patria del capitalismo, tali fabbriche (o alcune di esse) sono sotto il controllo diretto dello Stato statunitense. Non però i missili e altri tipi di armi di cui, infatti, la produzione è rimasta al palo o poco più.
Nota (*2): famosa affermazione della Baronessa Tedesca che, in coppia con quella dei processori presi dalle lavatrici europee per essere usati nei missili russi, dimostrano non quanto essa sia di parte, ciò era ovvio, ma quanto sia stupidamente ingenua nelle proprie affermazioni: una persona a cui non affiderei neppure una lavanderia e a cui invece, nel parlamento europeo, si pensa per un secondo mandato. Ha fatto così bene… speriamo che le sue noie giudiziarie per l’acquisto delle dosi di vaccino siano una scusa sufficiente per non riproporla...
alla prima stazione
1 ora fa
Non posso non rendermi conto della carneficina di giovani uomini ucraini e russi, su quel fronte.
RispondiEliminaCertamente gli SUA e la parte peggiore degli SUA, quello stato profondo progressista (Soros e dintorni), hanno rimestato parecchio nel vaso di Pandora. Certo e' che i due imperialismi, (anglo-)statunitense e russo cozzano e lo fanno in casa d'altri.
Peraltro gli ucraini hanno ancora, nella memoria, vivo il ricordo per lo sterminio "della grande fame" progettato e attuato dai (comunisti) russi.
Mi illudo ancora con il principio che ogni popolo dovrebbe autodeterminarsi. Intanto il macello continua.
Mi ero dimenticato di rispondere a questo commento. Sono con il portatile e ci scrivo malissimo e di mala voglia...
RispondiEliminaSì la carneficina inutile è l'aspetto più ributtante di questa guerra. Credo sarebbe meglio morire per nulla che morire per gli interessi economici di pochi.
Poi, come sa, mentre sull'imperialismo statunitense siamo d'accordo, non credo che si possa parlare di imperialismo russo (da non confondere con quello reale sovietico). Forse fra una generazione sì, ma non adesso. Per la Russia questa è una guerra di difesa non di espansione.
Credo poi che ogni odio basato su torti avvenuti a grande distanza di tempo siano tutti artificiali: in questo caso rinverditi da un governo fortemente nazionalista per aizzare la popolazione contro un nemico esterno. La riprova è che per almeno una generazione russi e ucraini avevano tranquillamente convissuto insieme e tuttora, per esempio, molti ucraini lavorano tranquillamente in Russia.