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mercoledì 2 agosto 2023

Io e l'immigrazione

Il commento di MrKeySmasher al pezzo Tutto nero mi ha messo la voglia di spiegare il mio personale percorso nella problematica dell’immigrazione. Inizialmente volevo rispondergli in un commento ma mi sono rapidamente reso conto che mi sarebbe venuto “troppo lungo”. “Troppo lungo” nel senso che per l’impegno necessario a scriverlo sarebbe stato un peccato perderlo nella palude dei commenti…
Così, siccome avevo già scritto qualcosa e non mi piace buttare niente, ho deciso di farci un pezzo.

Oltretutto recentemente ho già fatto qualcosa di simile chiarendo l’evoluzione della mia prospettiva sui vaccini mRNA: Io e il vaccino del settembre 2022.
In questo caso è più difficile ricostruire i vari passaggi perché il periodo in cui nozioni e riflessioni si sono accumulati e sovrapposti fra loro è molto più lungo. E probabilmente mancano anche dei momenti precisi che abbiano guidato il mio pensiero.

La mia posizione di fondo, intendo quella di “partenza”, è che il comportamento del potere nei confronti del fenomeno dell’immigrazione mi è sempre parso ambiguo: secondo una mia semplice stima, basata comunque su dati ufficiali, la prima assistenza a un immigrato salvato in mare, e senza quindi considerare i costi successivi della sua integrazione sia economici che sociali, equivale all’incirca a uno stipendio medio per un anno in Africa subsahariana (escludendo il Sudafrica!).
Ovvio quindi che, se si volesse massimizzare il “bene” fatto con il denaro, allora questo andrebbe investito direttamente in Africa.
La conclusione logica che ne trassi è che NON si voleva fare il massimo bene per l’Africa e i suoi emigranti ma, anzi, che l’immigrazione era voluta.
Il problema di questa interpretazione dei fatti è che mi mancava una giustificazione di questa politica ipocrita: a parole in una direzione ma nei fatti in quella opposta.

Probabilmente il passaggio successivo fu circa 5 anni fa con il pezzo L’orizzonte (48) del razzismo in cui sono venni per la prima volta a conoscenza della teoria di Putnam.
Più recentemente ho trovato conferma e molti comportamenti analoghi in un testo di psicosociologia: intendiamoci, tutta roba nota: ricordo esperimenti con i bambini negli anni ‘60: a come sia facile dividerli fra loro e farli litigare e come sia, d’altro canto, facile farli collaborare insieme. Mi pare che la teoria che c’è dietro si chiami “teoria del contatto”.
In pratica se i rapporti sono su un piano di parità, se si collabora insieme per raggiungere con successo un certo obiettivo allora le barriere diminuiscono, in caso contrario crescono. Inutile dire che nell’occidente tutte le interazioni sociali fra popolazione autoctona e immigrati portano a un aumento della distanza e alla non integrazione.

L’anno successivo lessi un libro, di cui non ricordo neppure il nome, sull’immigrazione (v. Immigrazione++) che mi aiutò a chiarirmi le idee su molti aspetti. Varie conferme di ciò che intuitivamente appare ovvio: che l’immigrazione porta competizione nel mondo del lavoro e per le risorse sociali. Economicamente poi molti consumatori poveri, anche se comprano indebitandosi, sono preferibili a pochi ricchi.
Insomma emergeva che i grandi gruppi economici hanno interesse nell’immigrazione perché, semplicemente, allarga il mercato e diminuisce il costo del lavoro.

Concetti intuitivamente ovvi che però alcune persone negano su basi esclusivamente ideologiche.
Uno dei miei dubbi era se l’arrivo di lavoratori di bassa qualifica potesse diminuire il costo dei lavori altamente qualificati. La risposta del libro, limitata al Regno Unito, era di sì: la conseguenza è che i lavoratori più qualificati inglesi emigrano negli USA. Ma il meccanismo inglese mi pare possa essere riapplicato all’Italia e ad altri paesi: i giovani molto qualificati che emigrano altrove è una costante, non per niente si parla di “fuga di cervelli”.

Riassumendo, nel 2019 circa (mi ci vuole circa un anno per assorbire le nuove idee), avevo un’idea più chiara dell’immigrazione ma anche delle domande senza risposta. Per la precisione.
1- L’ampliamento del mercato causato dall’immigrazione piace alle grandi aziende.
2- La limitazione del costo del lavoro (anche di quelli altamente qualificati) indotta dall’immigrazione piace alle grandi aziende.
3- La società viene divisa, perde solidarietà e diviene meno capace di coordinarsi e quindi di difendersi dagli abusi del potere.
4. Se la spesa pubblica non aumenta, i servizi procapite diminuiscono.
5. La politica, nonostante a parole lo neghi, favorisce l’immigrazione.

All’epoca pensavo quindi che, almeno in Italia, per motivi sconosciuti la sinistra fosse favorevole all’immigrazione mentre la destra fosse contraria.
Ne dedussi che la sinistra aveva la strategia politica di accattivarsi nel medio lungo periodo le simpatie e quindi i voti degli immigrati o, comunque, dei loro figli divenuti italiani.
6. La sinistra favorisce l’immigrazione per accattivarsi la simpatia politica degli immigrati.

Complessivamente ero in quella situazione di incertezza in cui non sapevo bene come valutare il complesso degli elementi a mia disposizione: come al solito ero bloccato alla questione se i politici ci “fossero” o se ci “facessero”.
Infatti mi era ormai chiaro che gli unici a guadagnarci dall’immigrazione selvaggia fossero i grandi interessi economici ma che la società occidentale (ma anche quella africana (*1)) ci rimettesse.
Già nutrivo forti dubbi sull’onestà della politica del nostro paese ma pensavo che all’estero il livello democratico fosse maggiore e che quindi i politici cercassero, per quanto possibile, di fare il bene della propria popolazione.

Poi venne il 2020-2021 con il relativo disastro politico sanitario e persi di vista l’argomento.
Ma la pandemia ebbe comunque il “pregio” di farmi capire che in praticamente tutto l’occidente la politica era pronta a inchinarsi alle lobbi del farmaco lasciando perdere qualsiasi parvenza di scienza (pur proclamando a gran voce di seguirla).
All’epoca, non ho voglia di cercare i numerosi pezzi in cui ne ho scritto, pensavo che i governi occidentali, scarsamente preparati scientificamente, si fossero inizialmente fidati colpevolmente delle lobbi del farmaco che avevano promesso una cura definitiva: una volta messa la faccia totalmente dalla parte dei vaccini il costo politico di ammettere il grave errore fatto sarebbe stato insostenibile. E per questo si perseverava pervicacemente in politiche sanitarie non solo inutili ma addirittura controproducenti.
O almeno così pensavo: nel corso del tempo mi resi infatti conto che le opposizioni non avevano preso la palla al balzo per attaccare gli errori della maggioranza e guadagnare così consenso elettorale ma, invece, in materia tenevano un profilo non basso ma bassissimo.
Questo mi fece capire che in occidente ormai la corruzione politica e morale non era più limitata solo all’Italia: tutti i partiti, di maggioranza come di opposizioni, erano pronti a prostituirsi al volere delle lobbi di turno.

Nel 2022 la guerra in Ucraina mi ha definitivamente aperto gli occhi: i governi europei adottarono da subito una politica autolesionistica folle in cui, anche se tutto fosse andato “bene”, ovvero con la Russia fallita e sconfitta in pochi mesi, comunque ci avremmo rimesso.
Era palese, era evidente: non posso non citare per l’ennesima volta il pezzo che scrissi il 24 febbraio 2022 (era un mesetto che studiavo su tutte le fonti a mia disposizione la situazione): Altra lettura della crisi Russia-Ucraina-NATO (USA).
Un’analisi ancora attuale e che continua a sembrarmi precisa e puntuale. Nelle settimane successive vi aggiunsi poi i pochi elementi mancanti.
Possibile che i nostri governi europei non fossero stato in grado di fare le mie stesse considerazioni? certo che le avevano fatte! Ma avevano scelto di tradire coscientemente la propria popolazione.

Si arriva così al 2023: e tutte queste idee sono fermentate insieme. Ecco che scrivo il nuovo capitolo dell’Epitome “Oligarchia globale” in cui giungo alla conclusione che l’unica interpretazione plausibile della realtà politica attuale è che ormai siano i grandi poteri economici e finanziari a governare, da dietro le quinte, le politiche dei governi occidentali.

Vabbè: ho già scritto abbastanza e quindi mi interrompo sul “più bello”, ovvero nella descrizione di questa “oligarchia” e i suoi collegamenti col potere politico. Chi è interessato può leggere il capitolo 23 della mia Epitome (scaricabile gratuitamente da questa pagina)…

Conclusione: curiosamente il pezzo Tutto nero da cui è partita questa mia divagazione “storica” non era incentrato tanto sull’immigrazione ma sulla cattiva politica di cui l’immigrazione era invece solo un sintomo o esempio. Perché il punto è proprio questo: è inutile parlare dell’immigrazione e delle sue problematiche se non vi è un solo partito che è dalla parte della popolazione e non sia asservito ai potentati economico/finanziari. È la crisi della democrazia il primo problema dell’occidente ed è infatti dalla politica degenerata che derivano a catena tutti gli altri problemi...

Nota (*1): discorso controintuitivo ma, in pratica, i giovani che arrivano da noi non sono i poveri delle campagne ma i più ricchi delle città. Questi giovani avrebbero quindi il potenziale per essere molto produttivi nel loro paese.

4 commenti:

  1. Trovo conferma a tutte le mie intuizioni osservazioni (alcune, come la riduzione induttiva-ricorsiva dei redditi, esplicitata in pagina del Vs. diario collegata qui sopra).
    Una miope scelta che attizza il conflitto tra classi, con una gara al massacro di quelle non-ricche) e il Dividi e Impera!
    UUiC

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    1. Prenda comunque i miei pezzi "cum grano salis"! Io non sono assolutamente esperto di questa problematica: si tratta solo di riflessioni personali... ;-)

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  2. Potrei intromettermi con qualche osservazione che ho a mia volta accumulato negli anni, ma preferisco limitarmi ad esprimere apprezzamento per il modo di affrontare l'analisi e la riflessione. E anche per la schiettezza comunicativa, che certo non guasta. Continuerò a seguire queste pagine ed ho scaricato (non ancora letto, però, se non in minima parte) l'epitome. Grazie del tanto impegno.

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    1. Ti ringrazio per le tue parole di incoraggiamento e apprezzamento... e in bocca al lupo con l'Epitome! ;-)

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