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giovedì 10 agosto 2023

Attaccare o non attaccare?

Sto seguendo (beh, adesso è in pausa) questo video: Ukraine Russia War - Reality Setting In w/Col Doug Macgregor dal canale Judge Napolitano – Judging Freedom

Mi piace ascoltare il colonnello Macgregor perché sa quello che dice. Intendiamoci è anche lo stesso che mi aveva convinto che ci sarebbe stata l’offensiva invernale russa che invece non c’è stata. Inizialmente spiegò il motivo di tale assenza in maniera non troppo convincente, ovvero legandola al clima, per l’inverno troppo mite.
Da qualche tempo però ha abbracciato quella che fu la mia personale (*1) ipotesi: ovvero che le truppe extra dell’esercito russo non potevano venire impegnate in combattimento contro l’esercito ucraino ma dovevano servire a rispondere, o meglio a scoraggiare, un intervento polacco-NATO nella zona occidentale dell’Ucraina per la creazione di una zona cuscinetto. Questo avrebbe allontanato indefinitamente la fine della guerra e sicuramente Putin voleva evitare questa possibilità: il “pazzo” Putin si muove infatti prudentemente e fa di tutto per evitare la possibilità, anche remota, di un confronto diretto con la NATO e conseguente probabile guerra nucleare e distruzione del mondo.

Questa premessa è necessaria per capire come Macgregor interpreti la situazione attuale.
La Russia sta vincendo e ammassando nuove truppe, munizioni e mezzi nuovissimi; l’Ucraina sta perdendo anche il suo “terzo” esercito con mezzi NATO. La sua offensiva primaverile-estiva non sta portando i risultati sperati e, di nuovo, presto si ritroverà a corto di uomini, mezzi e munizioni.
Per questo molti esperti o presunti tali da tempo aspettano una vera e propria offensiva russa che travolga le forze ucraine.
Il motivo per cui non è ancora avvenuta è spiegata col fatto che Putin vuole preservare le proprie truppe e attaccare è sicuramente più dispendioso, in vite umane e mezzi, che difendersi. Da questo punto di vista la guerra di logoramento, con l’Ucraina che si dissangua in offensive inutili, alla Russia va benissimo (*2) (*3).

Personalmente ipotizzavo che il momento in cui era più dispendioso rimanere a difendersi (perché più passa il tempo e più l’occidente invia nuove armi) che attaccare e concludere la guerra.
Da un punto di vista puramente militare anche per il colonnello Macgregor questa dovrebbe essere la strategia militare più sensata ma ha anche evidenziato un altro aspetto che io avevo perso di vista.
Putin può avere esitazioni a lanciare l’attacco perché teme che l’occidente possa rispondere, vedendo crollare il regime di Kiev, intervenendo direttamente con le proprie forze: questo porterebbe alla pericolosissima intensificazione del conflitto a un nuovo livello con, di nuovo, il reale pericolo di guerra nucleare che il “pazzo” Putin vuole evitare.
Ma Macgregor fa notare un altro pericolo: ovvero che l’occidente consideri debolezza questo non intervento russo. È ormai chiaro che i guidoni occidentali sono vittime di una forma di “pregiudizio di conferma” e di polarizzazione dell’opinione. È chiaro che i servizi segreti sanno benissimo com’è la situazione sul campo di battaglia ma via via che queste informazioni passano ai livelli più alti si modificano per andare incontro ai desideri di chi le riceve, ovvero il potere politico. Sembra incredibile ma è un fenomeno noto che ha colpito, per esempio, un presidente di spessore enormemente maggiore a Biden, ovvero il presidente Kennedy che ordinò l’invasione della Baia dei Porci perché nessuno nella sua squadra aveva avuto il coraggio di dire come stavano veramente le cose sull’isola. Kennedy poi, resosi conto del problema che aveva portato alla decisione errata, cambiò da allora il modo di tenere le riunioni incoraggiando le opinione contrarie alle proprie (*5). Chiaramente l’amministrazione Biden non ha lontanamente la capacità di riconoscere il proprio errore e di agire di conseguenza.

In altre parole i vertici dell’amministrazione USA (e a rimorchio i servi europei) sono veramente convinti della debolezza russa e c’è il rischio concreto che agiscano di conseguenza. Ovvero con azioni militari a cui Putin non possa non rispondere con esiti catastrofici: nello specifico dare il via libera a un intervento polacco nell’occidente dell’Ucraina.

Alla fine il problema di Putin rimane sempre lo stesso: attaccare o non attaccare. Ma il problema non è solo minimizzare le perdite fra i propri soldati ma anche che mostrarsi forte e attaccare potrebbe provocare un intervento occidentale, ma anche mostrarsi debole e non attaccando potrebbe portare allo stesso risultato!
L’opinione di Macgregor è che il rischio maggiore sia quello di mostrarsi debole e, quindi, la Russia dovrebbe iniziare una vera e propria offensiva.

Io onestamente non so cosa pensare: sicuramente il fattore evidenziato da Macgregor è credibile e importante ma per stabilire quale sia la strategia di Putin, quella cioè più prudente e sicura, per evitare una guerra nucleare insomma, è impossibile capirlo senza avere di gran lunga più informazioni.
Nel frattempo ci ho ripensato (*4) e credo che ci possa essere del vero nelle voci di una nuova mobilitazione russa: prima di tutto mi pare che Putin l’avesse già anticipato nel suo discorso alla nazione lo scorso anno: il nuovo clima politico richiede un esercito più numeroso per poter rispondere alle varie sfide geopolitiche. Ma un’altra interpretazione è che Putin non si accontenti di un grande vantaggio militare ma lo voglia ancora maggiore: non credo tanto per paura dell’esercito ucraino quanto per poter rispondere ad altre emergenze militari che la NATO potrebbe provocare. Insomma una strategia militare a rischio zero (per quanto possibile): evidentemente Putin non teme che l’occidente possa in tempi brevi aumentare gli aiuti bellici a Kiev e, quindi, manca il fattore “fretta” che avevo ipotizzato.
Tanto per completezza ci sono poi due eventi politici da tenere presenti: 1. le elezioni politiche in Polonia il 15 ottobre: non sorprendentemente la popolazione non è più entusiasta, come qualche mese fa, di entrare in guerra contro la Russia e il nuovo governo potrebbe (dipende da quanto siano sistemici i vari partiti polacchi: non ne ho idea!) non essere così pronto come l’attuale a seguire gli ordini suicidi di Washington. 2. Ovviamente le elezioni americane del 2024 (lontane ma non troppo): Biden è messo malissimo e, nonostante le numerose indagini a carico, se Trump riuscisse a partecipare alle elezioni probabilmente le vincerebbe. Questo potrebbe spingere Biden e la sua dissennata squadra di consiglieri a intraprendere iniziative militari che gli diano un’apparenza, anche se momentanea, di forza (negli USA il presidente in guerra viene premiato dagli elettori).

A dire il vero la fortuna dell’Occidente (e del mondo) è che Putin NON sia pazzo e, anzi, che riesca a prevenire e anticipare le follie di capitan Babbeo e della sua squadra di Supercretini.
Se al posto di Putin ci fosse stato un Medvedev, o chissà chi altri, è probabile che la Russia avrebbe usato pienamente la propria forza portando rapidamente a un confronto diretto con la NATO e inevitabilmente nucleare.

Conclusione: speriamo, per il bene del mondo, che Putin abbia la salute per rimanere al potere ancora a lungo...

Nota (*1): in genere sulla guerra in Ucraina ripropongo idee altrui ma in questo caso arrivai alla mia ipotesi completamente da solo: per questo ho scritto “mia personale”.
Nota (*2): da questo punto di vista l’attacco a Bakhmut è un’eccezione che si può spiegare con due fattori: 1. la ferma per molti soldati Wagner stava per terminare; 2. probabilmente si sospettava già del possibile tradimento di Prigozhin e questo attacco era una maniera per indebolirlo preventivamente.
Nota (*3): e l’offensiva di cui avevo scritto in Controffensiva estiva invece che primaverile? L’offensiva continua a ritmo lento, minimizzando rischi e perdite e usando solo una frazione delle risorse disponibili. Rimango della mia idea: l’obiettivo di allentare la pressione su Backmut sembra già raggiunto e, nel frattempo, si continua ad aspettare per vedere come reagisce l’esercito ucraino per decidere via via cosa fare.
Nota (*4): avevo iniziato a scrivere questo pezzo stamani e l’ho ripreso per concluderlo a sera...
Nota (*5): per quanto incredibile è un aneddoto vero e risaputo questo: di sicuro l’ho trovato nel testo di psicosociologia ma mi pare che anche Hobsbawm lo abbia menzionato.

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