E oggi devo assolutamente scrivere del libro di Trotsky: poche pagine ma estremamente dense…
Siccome il materiale è abbondante mi limito a riportare i vari spunti senza tentare di integrarvi un filo conduttore.
- «Il marxismo è pieno di ottimismo per il progresso, e comunque già questo da solo, lo rende irrimediabilmente opposto alla religione.» (*1)
C’è del vero: il cristianesimo si basa sul pessimismo per questo mondo e la speranza per il prossimo…
- Un concetto importante: secondo Marx il comunismo è il risultato “inevitabile” del capitalismo e della conseguente massa di operai. Il comunismo dovrebbe quindi svilupparsi su un tessuto economico ricco e da lì evolversi ridistribuendo fra la popolazione la ricchezza ammassata dai capitalisti per se stessi. La Russia di inizio XX secolo era invece una nazione formata da contadini: qui secondo la teoria di Marx il comunismo non avrebbe potuto nascere perché mancava una base sufficientemente ampia di operai. Un’altra conseguenza è che il comunismo dell’URSS si trovava in una situazione non prevista da Marx e, quindi, vi erano sfide sociali ed economiche non previste: un terreno inesplorato che, in pratica, non permetteva immediatamente lo stato di abbondanza e di benessere per tutti.
Da questo problema basilare Trotsky spiega le contraddizioni dell’URSS di Lenin e, soprattutto, di Trotsky. Ecco infatti la sua conclusione: «Sarebbe quindi più corretto dire, che lo stato sovietico, con tutte le sue contraddizioni, non è un regime socialista ma un qualcosa di preparatorio, una transizione dal capitalismo al socialismo.» (*2)
- «Le contraddizioni economiche causano antagonismo sociale [...]» (*2)
E poi Trotsky prosegue spiegando, in pratica, che è più facile creare nuovi problemi che risolverli!
- Trotsky riconosce poi che nell’URSS si è creata una nuova classe, estremamente potente, che vive alle spalle di contadini e operai: la burocrazia.
Anche la burocrazia non dovrebbe esistere nell’ideale marxista: vi dovrebbe essere estrema fluidità (interscambiabilità) fra popolazione e burocrazia, e la prima dovrebbe avere il controllo sulla secondo. La direzione dell’URSS di Stalin va però in direzione opposta.
«La burocrazia, nelle cui mani si concentra potere e ricchezza, accetterà pacificamente di evolvere in socialismo?» (*3)
Trotsky non risponde a questa domanda e spiega che sarà decisiva l’evoluzione del decennio successivo. Adesso sappiamo bene che la burocrazia continuò a crescere senza controllo.
- Nel capitolo successivo di nuovo si ribadisce come nell’idea di Marx non solo la burocrazia ma anche l’esercito non dovrebbero esistere se non ridotti ai minimi termini dei ruoli specializzati.
«Uno stato forte ma senza mandarini; una potenza armata ma senza samurai!» (*4)
La gente comune dovrebbe essere armata per, in caso di necessità, difendere lo Stato. La burocrazia era considerata da Marx uno strumento della borghesia per mediare i suoi conflitti interni e favorendo così sempre i più forti e ricchi e, ovviamente, se stessa: il popolo dovrebbe invece essere in grado di autoamministrarsi.
«Lenin era costantemente occupato dal pensiero di liquidare questo “parassita”. Dopo la sconfitta delle classi sfruttatrici – egli ripete e spiega in ogni capitolo di “Stato e rivoluzione” – il proletariato frantumerà la vecchia macchina burocratica e creerà il proprio apparato di impiegati e lavoratori. E prenderà misure affinché questi non si trasformino in burocrati - » (*4) segue citazione di Lenin con proposte su come ottenere questo risultato: 1. elezione e richiamo in qualsiasi momento dei burocrati; 2. stessa paga dei lavoratori; 3. controllo costante di supervisione dei cittadini sui burocrati.
Condivido: in generale la trasparenza e il controllo della popolazione su qualsiasi istituzione locale è fondamentale per il suo buon funzionamento. Specifico sul “locale” perché è su quello che ci tocca direttamente che anche il giudizio del mio cittadino “non ideale” è valido.
In genere un gruppo “comandato” farà infatti gli interessi del proprio padrone: per questo è necessario che al comando vi siano direttamente i cittadini e non altri poteri intermedi.
- Ma le cose non sono andato come sperato: «La burocrazia non solo non è scomparsa, lasciando spazio alle masse, ma si è trasformata in una forza incontrollata che domina le masse.» (*5)
Analisi perfetta.
Comunque va detto che lo stesso è avvenuto, seppure più lentamente nelle democrazie occidentali soprattutto dove il controllo dei cittadini era solo indiretto. Più lontano è il cittadino dal potere e meno questo ne farà gli interessi. Non è un caso che con la UE, praticamente priva di controllo democratico e totalmente opaca, la situazione, anche da un punto di vista burocratico, stia peggiorando.
[E] legge gradi di distanza
Ecco: una volta tanto sono riuscito a essere sintetico nonostante gli spunti fossero molto “ricchi”!
Di seguito i potenziali riferimenti alla mia Epitome:
- Sul reale scopo della religione: [E] 8.2 “Le funzioni della religione”.
- Sulle contraddizioni sociali, quando sono diseguaglianze: [E] 7.2 “Legge della diseguaglianza”. Il mio punto è che spesso non sono avvertite o percepite come problemi e ingiustizie.
- Sulla burocrazia: [E] 13.1 “La senescenza della democrazia”. Su come controllare le istituzioni locali: [E] 18.4 “Sintesi: altre linee guida”.
- Sul gruppo comandato che fa gli interessi del gruppo che comanda: non ho niente di direttamente attinente! Ma di sicuro aggiungerò questo importante concetto: probabilmente come una nuova legge del potere nel capitolo 5.
- Sull’importanza del controllo più diretto possibile della popolazione sulle istituzioni: [E] 5.5
“Il corollario dei gradi di distanza”. Utile anche l’esempio [E] 11.5 “L’esempio della riforma del senato in Italia”.
Conclusione: bel libro questo di Trotsky: mi piace perché si esprime in maniera molto chiara e diretta. Non cerca di mistificare le proprie idee nascondendole dietro argomenti fumosi e astratti.
Il sito (inaffidabile) sui tipi MBTI lo dà come INFJ con alternativa INTJ. A me pare troppo lucido e razionale per essere un INFJ (come Rawls) ma ammetto che poche pagine di un unico suo libro non sono sufficienti per giudicarlo.
Nota (*1): tradotto al volo da “The revolution betrayed and Other Works” di Leon Trotsky, (E.) Graphyco, 2021, trad. Max Eastman, pag. 35.
Nota (*2): ibidem pag. 37.
Nota (*3): ibidem pag. 37-38.
Nota (*4): ibidem pag. 39.
Nota (*5): ibidem, pag. 40.
alla prima stazione
1 ora fa
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