«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

martedì 27 settembre 2016

Peter and Wendy

Dal sito del Progetto Gutenberg mi sono scaricato e letto Peter and Wendy di James Matthew Barrie del 1911.
Mi ero incuriosito a esso perché mi era parso di capire che nel romanzo dei bambini morissero e mi sembrava strano...

In realtà, a meno che non mi sia sfuggito qualche particolare, i bambini se la cavano tutti perfettamente!
Però è stata comunque una lettura interessante: io vi ho visto un lontano progenitore di Harry Potter! In particolare l'atmosfera dei capitoli iniziali, uno strano miscuglio fra realtà quotidiana e fantasia, mi ha ricordato l'inizio del primo volume di Harry Potter. Nel seguito le similitudini si fanno più labili ma comunque profonde: Neverland ha molte analogie con la scuola di Hogwarts e la rivalità fra Peter Pan e Capitan Uncino può ricordare quella fra Harry Potter e Voldermort...

Il libro di per sé è gradevole e scorre bene. Il suo umorismo può anche essere apprezzato dagli adulti. Mi ha fatto effettivamente ridacchiare la seguente battuta: l'autore spiega che gli indiani sono silenziosissimi e gli unici suoni che emettono sono le imitazioni degli animali che usano per farsi segnali; alcuni sono così bravi che (il neretto è mio):
«Not a sound is to be heard, save when they give vent to a wonderful imitation of the lonely call of the coyote. The cry is answered by other braves; and some of them do it even better than the coyotes, who are not very good at it.»

Peter Pan non ha madre e, per questo, da un lato ne vorrebbe una ma dall'altro le disprezza o, almeno, finge di farlo. Nella sua semplicità mi ha fatto ridere la seguente frase dopo un dialogo surreale dove Peter Pan spiega agli altri bambini che le madri, dopo un po', si dimenticano dei figli scomparsi: «So this was the truth about mothers. The toads!»

Interessante cercare di capire quale fosse il messaggio che l'autore volesse passare ai bambini con il suo libro: da una parte c'è senza dubbio l'importanza della famiglia (i bambini hanno grandi avventure lontani da essa ma poi sentono il bisogno di tornarvi) che, direi, è sempre attuale. Più superato invece il ruolo della donna che, fondamentalmente, deve essere quello della madre. Anche Wendy, la coprotagonista del libro, è solo una bimba che finge di essere la madre di tutti i bambini (mentre Peter Pan finge di esserne il padre!). Al riguardo significativa (e divertente) la seguente frase che mamma-Wendy rivolge a padre-Peter Pan: «“Dear Peter” she said, “with such a large family, of course, I have passed my best, but you don't want to change me, do you?”». E, in un altro momento del racconto, Wendy non appoggia gli altri bambini contro Peter perché «...she was far too loyal housewife to listen to any complaints against father.»

Questo è il messaggio rivolto ai bambini ma, forse, ce n'è uno più profondo ed elusivo. Dopo molti anni Peter Pan torna a far visita a Wendy, che nel frattempo è divenuta adulta, e le chiede come mai gli adulti non sono più in grado di volare. La risposta di Wendy è la seguente: «Because they are no longer gay and innocent and heartless. It is only the gay the innocent and heartless who can fly.»
Io credo che il “volare” possa essere letto come una metafora per “giudicare il mondo senza presupposizioni” oppure è la “fantasia” o un misto di entrambi i concetti...

Conclusione: nel complesso un buon libro nonostante alcune idee un po' viete. Consiglio di farlo leggere soprattutto alle bambine!

Nessun commento:

Posta un commento