Da qualche tempo ho iniziato a leggere anche le riviste Historia (invece di Storia Illustrata). In generale gli articoli sono molto più superficiali, talvolta di autori esteri e perfino su argomenti non proprio storici come gli alieni o l'astrologia: onestamente non mi sembrano assolutamente all'altezza di Storia Illustrata (che ha anche foto più rare e maggior cura nell'impaginazione) e sono un po' stupito che mio zio le comprasse...
Storia Illustrata – Marzo 1970
Garibaldi nel '70 di Marco Nozza → il risorgimento non è fra i periodi storici che mi interessano ma in effetti la figura di Garibaldi è affascinante e difficilmente inquadrabile: cosa può spingere un uomo a cercare la guerra con la sua pervicacia? Non era come un Cesare, un Alessandro o un Napoleone che si conquistavano il proprio impero... Certo neppure per trarne guadagno; apparentemente neppure per la gloria visto che Garibaldi si ritirò a vita privata quando avrebbe potuto riscuotere ammirazione e onori in giro per l'Italia.
Mi sembra invece che Garibaldi cercasse la guerra per la guerra anche se combatteva poi per motivi ideologici. Comunque ancora nel 1870, a 63 anni e claudicante per la nota ferita alla gamba, non esito a prendere parte alla guerra fra Francia e Prussia al fianco dei francesi alla guida di un piccolo corpo di volontari che riuscì comunque a farsi onore.
La saga dei cavalieri teutonici di Pino Gilioli → L'articolo ripercorre la storia dell'ordine, dalla sua creazione fino al suo declino nella metà del XV secolo (anche se ufficialmente l'ordine chiude nomine e iscrizioni solo nel 1919), ma ha un grande “buco”: non cronologico ma concettuale. Non viene infatti spiegato cosa causi il declino della Prussia, lo stato creato e guidato dai cavalieri teutonici: ancora alla fine del XIV secolo vanno alla grande e poi, qualche decennio dopo è l'inizio della crisi inarrestabile. Uhmm... mia teoria creata sul momento: il cinquecento è il secolo della crisi della cavalleria: è probabile che l'ordine non richiamasse più giovani nobili, come nei secoli precedenti, che non avevano altre prospettive di carriera se non dedicare la vita alla guerra. Invece che un ordine di cavalieri dovette trasformarsi in un ordine di burocrati: senza più la loro forza militare svaniva la colonna su cui il loro Stato si basava. Lo Stato teutonico, strettamente legato ai cavalieri, moriva con essi.
Historia – Novembre 1969
Il primo giro del mondo in caravella di Diego Cantin → interessante articolo sulla circumnavigazione del globo di Magellano. Il viaggio verso occidente partì con la speranza di trovare una via più rapida per raggiungere le Molucche (da dove provenivano le preziosissime spezie). Delle cinque caravelle solo una riuscì a terminare il viaggio e anche lo stesso Magellano fu ucciso quando la spedizione arrivò alle Filippine (così ribattezzate in onore del re Filippo II).
Historia – Ottobre 1973
Gonzalo Pizarro di D. L. → breve articolo di due paginette sulla ricerca dell'El Dorado. L'aspetto più buffo, ma credo vero, è che l'esplorazione si trascinava sempre più avanti nella giungla perché gli indigeni forse per allontanare gli invasori, forse per condannarli a morte sicura, gli facevano credere che la meta fosse a pochi giorni di cammino...
Quel filibustiere di Andrea Doria di Amilcare Giovanditto → probabilmente il miglior articolo che ho letto sui vari Historia (ormai almeno una decina). In realtà a risultare affascinante è la vita di questo personaggio che mi era sconosciuto. Inutile entrare nei dettagli rocamboleschi. Ciò che più mi ha colpito è che la sua “carriera” di ammiraglio di successo inizia nel 1512, all'età di 46 anni, e da quel momento è un crescendo di successi. Andrea Doria rimane attivissimo anche in tarda età e muore a 94 anni...
«Tokio prende fuoco come una foresta di pini» di Martin Caiden → 130.000 morti e 300.000 ustionati. Tokio era composta da case di legno: gli americani la bombardarono con bombe incendiarie. Fortunatamente per gli americani i vincitori non commettono mai nessun crimine di guerra.
Tutt'altro che un uomo tranquillo il genero di “Don Lisander” di Adele Gazza Franchini → “Don Lisander” è Alessandro Manzoni e il genero in questione è Massimo D'Azeglio. L'articolo si concentra sulla relazione fra i due uomini che raggiunge il culmine con le nozze fra il D'Azeglio e Giulietta, la figlia maggiore del Manzoni. Relazione difficile perché Giulietta muore dopo aver dato alla luce una bambina e il D'Azeglio si risposa con una sorella della moglie del Manzoni (e quindi zia della defunta Giulietta). Insomma quasi un articolo di gossip ma che ha il pregio di far capire molti dettagli quotidiani della vita di quel tempo e dell'intimità famigliare di questi famosi personaggi. Mi ha fatto sorridere ad esempio la lettera con cui il Manzoni si scusa per aver perso un libro che il genero gli aveva prestato!
Conclusione: non vorrei esser sembrato troppo negativo: in realtà anche gli Historia sono interessanti ma, mediamente, molte meno dei Storia Illustrata...
martedì 31 maggio 2016
lunedì 30 maggio 2016
Bisba dorme
Mi sento un po' in colpa a pubblicare foto di Bisba solo quando combina qualche malestro: un mio amico esperto di gatti quando l'ha conosciuta dal vivo ne è rimasto sorpreso. “Ma è buonissima! Me l'aspettavo antipatica e dispettosa...” mi ha detto. Colpa mia e delle mie foto.
In realtà Bisba è molto allegra e giocherellona e, per gran parte del tempo, buona: infatti lei è di solito impegnata a dormire il suo profondo sonno felino negli angoli più comodi che riesce a trovare. E proprio questo sarà il tema di oggi: “Dove dorme Bisba?”...
Bisba subisce il fascino del proibito e ama entrare nelle stanze dove non dovrebbe entrare e dormire dove non dovrebbe neppure avvicinarsi.
Uno dei posti più proibiti, che Bisba ritiene giustamente fra i più sacri e quindi ambiti, è la mia camera da letto. Spesso miagola alla mia porta ma raramente la faccio entrare: ogni tanto però riesce a intrufolarsi non vista...
Una volta la trovai sul mio letto sfatto, incastrata fra la scatola di una scheda video, la custodia della mia chitarra e roba sudicia...
Sfortunatamente Bisba, sapendo di aver violato il mio sacro giaciglio e preoccupandosi delle conseguenze, si era alzata pronta a balzare via. In realtà era molto buffa e io volevo solo farle una foto ma una volta preparata la macchina fotografica ormai la giusta posa era persa. Comunque ecco qui: lavorate di fantasia...
Bisba - "Proviamo a fare finta di niente..."
Normalmente però Bisba dorme in salotto: ama i cuscini e i posti alti, meglio se isolati.
Bisba - "Neanche qui va bene?"
Tanto per capire meglio la posizione...
Bisba - "Non l'avevi preparato per me?"
KGB - "No!"
In inverno invece dormiva sul termosifone con la conseguenza che quando poi usciva a 10° sotto zero si ammalava... La soluzione fu mettere quei cartoni sopra il radiatore... e lì sono rimasti...
Bisba - "Comunque di qui non mi muovo!"
Bisba ama anche uscire e andare a caccia ma fondamentalmente è una gatta domestica. Di seguito nel suo vero habitat naturale:
Bisba - "Dovrei dormire per terra? sull'erba? E che sono scema!?"
Quando il cuscino è più pulito, e se le toppe nere di Bisba sono nella giusta posizione, diventa effettivamente difficile da scorgere!
KGB - "Bisba: fai ciao con la zampina!"
Bisba - "Miaooo..."
Un altro grosso problema di Bisba sono le pulci e le zecche. Oramai le fialette protettive da versarle fra le scapole funzionano poco o nulla: tutti mi consigliano il collarino, che infatti le ho prontamente comprato, solo che è una gatta ipersensibile e dopo un paio di giorni si era spellata tutto il collo...
Così devo combattere le pulci dando un'insetticida apposito in tutti i luoghi dove lei normalmente dorme: il problema (per Bisba!) è che non le piace l'odore e deve quindi trovarsi nuove cucce...
Ecco dove l'ho sorpresa una notte!
KGB - "Bisba, sei sul tavolo!"
Bisba - "...Eh? ...zzz..."
Forse non è chiaro ma si è infilata in un piccolo cestino dove normalmente teniamo la frutta...
KGB - "Bisba, sei nel cestino della frutta!"
Bisba - "...Eh? ...zzz..."
Però Bisba mi vuole bene anche se la disturbo con le mie foto...
Bisba - "Sempre saporite queste dita..."
Conclusione: se i gatti non dormono le loro 21 ore al giorno diventano nervosi. Bisba è molto calma...
In realtà Bisba è molto allegra e giocherellona e, per gran parte del tempo, buona: infatti lei è di solito impegnata a dormire il suo profondo sonno felino negli angoli più comodi che riesce a trovare. E proprio questo sarà il tema di oggi: “Dove dorme Bisba?”...
Bisba subisce il fascino del proibito e ama entrare nelle stanze dove non dovrebbe entrare e dormire dove non dovrebbe neppure avvicinarsi.
Uno dei posti più proibiti, che Bisba ritiene giustamente fra i più sacri e quindi ambiti, è la mia camera da letto. Spesso miagola alla mia porta ma raramente la faccio entrare: ogni tanto però riesce a intrufolarsi non vista...
Una volta la trovai sul mio letto sfatto, incastrata fra la scatola di una scheda video, la custodia della mia chitarra e roba sudicia...
Sfortunatamente Bisba, sapendo di aver violato il mio sacro giaciglio e preoccupandosi delle conseguenze, si era alzata pronta a balzare via. In realtà era molto buffa e io volevo solo farle una foto ma una volta preparata la macchina fotografica ormai la giusta posa era persa. Comunque ecco qui: lavorate di fantasia...
Normalmente però Bisba dorme in salotto: ama i cuscini e i posti alti, meglio se isolati.
Tanto per capire meglio la posizione...
KGB - "No!"
In inverno invece dormiva sul termosifone con la conseguenza che quando poi usciva a 10° sotto zero si ammalava... La soluzione fu mettere quei cartoni sopra il radiatore... e lì sono rimasti...
Bisba ama anche uscire e andare a caccia ma fondamentalmente è una gatta domestica. Di seguito nel suo vero habitat naturale:
Quando il cuscino è più pulito, e se le toppe nere di Bisba sono nella giusta posizione, diventa effettivamente difficile da scorgere!
Bisba - "Miaooo..."
Un altro grosso problema di Bisba sono le pulci e le zecche. Oramai le fialette protettive da versarle fra le scapole funzionano poco o nulla: tutti mi consigliano il collarino, che infatti le ho prontamente comprato, solo che è una gatta ipersensibile e dopo un paio di giorni si era spellata tutto il collo...
Così devo combattere le pulci dando un'insetticida apposito in tutti i luoghi dove lei normalmente dorme: il problema (per Bisba!) è che non le piace l'odore e deve quindi trovarsi nuove cucce...
Ecco dove l'ho sorpresa una notte!
Bisba - "...Eh? ...zzz..."
Forse non è chiaro ma si è infilata in un piccolo cestino dove normalmente teniamo la frutta...
Bisba - "...Eh? ...zzz..."
Però Bisba mi vuole bene anche se la disturbo con le mie foto...
Conclusione: se i gatti non dormono le loro 21 ore al giorno diventano nervosi. Bisba è molto calma...
domenica 29 maggio 2016
Questione Stellaris
Per il mio compleanno mi sono regalato un gioco per calcolatore appena uscito e, quindi, a prezzo pieno (*1). Ovviamente era un gioco di strategia e, in particolare, a tema fantascientifico: sviluppa le tecnologie, costruisci astronavi, acquisisci risorse e conquista nuovi pianeti. Una meccanica abbastanza tipica e consolidata che però prometteva alcune novità interessanti.
In realtà ero un po' scettico: conosco abbastanza bene la casa sviluppatrice (la svedese Paradox) perché è la stessa di Crusader King II (v. CK II e seguenti). Una delle caratteristiche della Paradox è quella di produrre molte espansioni opzionali che aggiungono nuove caratteristiche e funzionalità al gioco base. L'idea sarebbe buona se i contenuti aggiuntivi fossero sempre all'altezza del prezzo ma ultimamente con CK II ed Europa Universalis IV (un altro gioco di strategia che seguo con attenzione) ci marciano abbastanza: producono espansioni scadenti, o comunque ricche di errori o che introducono gravi problematiche nella meccanica del gioco, perché comunque sanno di avere una precisa quota di utenti che compreranno qualsiasi cosa (*3). Quindi vendono il gioco base a un prezzo più basso di analoghi prodotti di prima fascia (40€ contro 60€) ma, a questa cifra iniziale, andrà poi aggiunto il prezzo delle espansioni (tipicamente 15€ l'una).
Per questo motivo ero un po' titubante a procedere con l'acquisto... ma era il mio compleanno e così, invece di aspettare una settimana per leggere le prime recensioni più ponderate, ho proceduto con l'acquisto...
Sfortunatamente il gioco è molto peggio del previsto!
L'intelligenza artificiale del calcolatore è tragica (cioè gioca malissimo), alcune meccaniche del gioco non funzionano (ad esempio non ha senso costruire grosse navi da guerra perché, per lo stesso prezzo, le navi più piccole sono di gran lunga più efficienti...), l'interfaccia grafica ha gravi carenze (ad esempio non c'è una maniera semplice per sapere cosa si sta costruendo nei propri “porti spaziali”), la parte centrale del gioco è ripetitiva, etc...
Nel complesso un gioco quasi incompleto: il commento più comune delle recensioni negative è “Il gioco ha un grande potenziale ma ricontrollate fra 2 anni, dopo 4 o 5 espansioni...”
Il debutto è andato comunque bene perché questi problemi diventano evidenti solo dopo molte ore (>50) di gioco e, almeno inizialmente, tutto sembra essere molto avvincente e ben fatto.
Col senno di poi ho capito che probabilmente la scelta di affrettare la pubblicazione di questo gioco è stata voluta per battere sul tempo un altro gioco di questo tipo per il quale c'è molta aspettativa: Master of Orion. Addirittura, alle prime critiche negative, il direttore del progetto ha confermato che se le aspettava e che erano consci delle carenze del gioco! Evidentemente alla Paradox hanno voluto battere gli avversari sul tempo anche se non è detto che questa scelta non gli si rivolti contro...
Ma non è questa la “questione” del titolo...
I giochi Paradox sono anche molto configurabili e questo permette agli utenti più smaliziati di creare delle modifiche che vi aggiungono o ne cambiano dettagli più o meno complessi. Esiste poi un sistema integrato che permette di rendere pubbliche queste modifiche e di condividerle con gli altri utenti.
Una caratteristica del gioco accolta con qualche mugugno è la fazione umana i cui personaggi sono volutamente un miscuglio razziale piuttosto amorfo. L'idea della Paradox era quella di presentare la loro idea dell'umanità del futuro ma a molti utenti questa scelta ha dato fastidio (*2). Subito quindi, gli utenti “smaliziati” di cui sopra, hanno provveduto a creare delle modifiche che permettessero di giocare con personaggi solo “bianchi” e dai nomi europei. È chiaro che in questa iniziativa c'è anche una venatura di razzismo ma c'è da tenere presente che la maggior parte dei giochi permettono di definire l'aspetto del proprio personaggio nei minimi dettagli compreso il colore della pelle: da questo punto di vista la scelta della Paradox sembra una decisione inutilmente arbitraria.
Comunque, invece di permettere agli utenti di usare questa modifica, la Paradox ha pensato bene di censurarla e di toglierla dall'area comune dove era fruibile a tutti gli interessati.
L'addetta alle relazioni esterne della Paradox, è poi uscita con dichiarazioni elusive e poco chiare che in parte danno la colpa alla modifica e in parte a commenti, sembra razzisti, che l'accompagnavano. Ecco l'articolo a cui mi riferisco: Paradox pulls "discriminatory" Stellaris mod that made all humans white
C'è da dire che i commenti si possono cancellare e gli utenti che li hanno scritti possono essere segnalati in maniera che non ne possano aggiungere altri quindi, volendo, non ci sarebbe stato bisogno di censurare questa modifica...
Prima di proseguire vorrei che i miei lettori riprendessero fiato e pensassero per proprio conto se la scelta di censurare della Paradox è giusta.
Fatto?
Ecco allora la mia opinione: come sapete io sono contro la censura a prescindere ma in questo caso si potrebbe pensare che sia giusta “perché forza i giocatori ad abituarsi e immedesimarsi in un ambiente multietnico che corrisponde alla visione dell'umanità futura della Paradox”?
Che la visione del futuro della Paradox sia corretta è opinabile (*4) ma non è questa la mia obiezione principale.
Ciò che realmente non mi va giù è il “forzare” i giocatori, il costringere gli altri a fare qualcosa, seppure a “fin di bene”.
Quella del “fin di bene” è una morale semplicistica e presuntuosa che ha l'unico merito di sembrare giusta se non ci si riflette per più di qualche minuto.
Uno dei principi della filosofia della morale di Kant è che l'uomo debba essere il fine in se stesso ma non il mezzo. In altre parole il prossimo non deve essere adoperato per raggiungere un certo scopo. E io, in questo caso, sono perfettamente d'accordo con Kant...
Sarebbe legittimo che la Paradox cercasse di convincere i suoi giocatori a essere delle persone migliori ma è sbagliato che tenti di farlo forzandoli, e quindi usandoli, in qualsiasi maniera.
Questo dilemma morale ha molte affinità con le bugie a “fin di bene” (v. Abbasso le bugie bianche) ma, la mia sensazione è che, a causa dell'intervento fisico diretto, questo tipo di censura sia ancora più palesemente errato.
Nel frattempo (*5) ci sono state novità:
1. da fonti per "sentito dire" pare che la modifica sia stata censurata perché la sua descrizione, scritta dall'autore, sembra che avesse un contenuto razzista.
2. lo stesso autore ha ricondiviso la sua modifica (v. European Phenotypes and Names REBORN! (Original)) cambiando la descrizione e chiedendo ai commentatori di non urtare la "sensibilità svedese". A suo dire vuole vedere come si comporterà la Paradox e se censurerà di nuovo la sua modifica. Anch'io sono curioso.
3. Ah! e poi c'è un'altra modifica che, più democraticamente, permette di scegliere la sfumatura di colore della pelle preferita! Vedi Separate Human Phenotypes...
Conclusione: un gioco di per sé modesto e deludente sviluppato da una compagnia dallo scarso buon senso.
Nota (*1): di solito aspetto i super sconti (piuttosto frequenti) oppure compro giochi di sviluppatori indipendenti...
Nota (*2): io sono un fanatico delle partenze casuali e, nelle mie due partite, mi sono toccate delle razze di insetti disgustosi!
Nota (*3): inoltre ho la sensazione che gli sviluppatori migliori siano stati messi a lavorare sui nuovi prodotti, Stellaris appunto, e Hearts of Iron IV (un altro gioco strategico ambientato nella II guerra mondiale) che uscirà ai primi di giugno. Su CK2 ed EU4 devono invece lavorarci sviluppatori che non conoscono bene le meccaniche dei giochi visto i continui e clamorosi errori che rischiano di rendere ingiocabili questi prodotti.
Nota (*4): le uniche società multietniche sono in America del nord e in Europa: Cina, Giappone e India, ad esempio, sono etnicamente più uniformi. Quindi se il futuro, come sembra, sarà della Cina allora la previsione della Paradox si rivelerà sbagliata...
Nota (*5): avevo iniziato a scrivere questo pezzo un paio di giorni fa ma, a causa di un estemporaneo "ingolfamento" di articoli da pubblicare, esce solo oggi...
In realtà ero un po' scettico: conosco abbastanza bene la casa sviluppatrice (la svedese Paradox) perché è la stessa di Crusader King II (v. CK II e seguenti). Una delle caratteristiche della Paradox è quella di produrre molte espansioni opzionali che aggiungono nuove caratteristiche e funzionalità al gioco base. L'idea sarebbe buona se i contenuti aggiuntivi fossero sempre all'altezza del prezzo ma ultimamente con CK II ed Europa Universalis IV (un altro gioco di strategia che seguo con attenzione) ci marciano abbastanza: producono espansioni scadenti, o comunque ricche di errori o che introducono gravi problematiche nella meccanica del gioco, perché comunque sanno di avere una precisa quota di utenti che compreranno qualsiasi cosa (*3). Quindi vendono il gioco base a un prezzo più basso di analoghi prodotti di prima fascia (40€ contro 60€) ma, a questa cifra iniziale, andrà poi aggiunto il prezzo delle espansioni (tipicamente 15€ l'una).
Per questo motivo ero un po' titubante a procedere con l'acquisto... ma era il mio compleanno e così, invece di aspettare una settimana per leggere le prime recensioni più ponderate, ho proceduto con l'acquisto...
Sfortunatamente il gioco è molto peggio del previsto!
L'intelligenza artificiale del calcolatore è tragica (cioè gioca malissimo), alcune meccaniche del gioco non funzionano (ad esempio non ha senso costruire grosse navi da guerra perché, per lo stesso prezzo, le navi più piccole sono di gran lunga più efficienti...), l'interfaccia grafica ha gravi carenze (ad esempio non c'è una maniera semplice per sapere cosa si sta costruendo nei propri “porti spaziali”), la parte centrale del gioco è ripetitiva, etc...
Nel complesso un gioco quasi incompleto: il commento più comune delle recensioni negative è “Il gioco ha un grande potenziale ma ricontrollate fra 2 anni, dopo 4 o 5 espansioni...”
Il debutto è andato comunque bene perché questi problemi diventano evidenti solo dopo molte ore (>50) di gioco e, almeno inizialmente, tutto sembra essere molto avvincente e ben fatto.
Col senno di poi ho capito che probabilmente la scelta di affrettare la pubblicazione di questo gioco è stata voluta per battere sul tempo un altro gioco di questo tipo per il quale c'è molta aspettativa: Master of Orion. Addirittura, alle prime critiche negative, il direttore del progetto ha confermato che se le aspettava e che erano consci delle carenze del gioco! Evidentemente alla Paradox hanno voluto battere gli avversari sul tempo anche se non è detto che questa scelta non gli si rivolti contro...
Ma non è questa la “questione” del titolo...
I giochi Paradox sono anche molto configurabili e questo permette agli utenti più smaliziati di creare delle modifiche che vi aggiungono o ne cambiano dettagli più o meno complessi. Esiste poi un sistema integrato che permette di rendere pubbliche queste modifiche e di condividerle con gli altri utenti.
Una caratteristica del gioco accolta con qualche mugugno è la fazione umana i cui personaggi sono volutamente un miscuglio razziale piuttosto amorfo. L'idea della Paradox era quella di presentare la loro idea dell'umanità del futuro ma a molti utenti questa scelta ha dato fastidio (*2). Subito quindi, gli utenti “smaliziati” di cui sopra, hanno provveduto a creare delle modifiche che permettessero di giocare con personaggi solo “bianchi” e dai nomi europei. È chiaro che in questa iniziativa c'è anche una venatura di razzismo ma c'è da tenere presente che la maggior parte dei giochi permettono di definire l'aspetto del proprio personaggio nei minimi dettagli compreso il colore della pelle: da questo punto di vista la scelta della Paradox sembra una decisione inutilmente arbitraria.
Comunque, invece di permettere agli utenti di usare questa modifica, la Paradox ha pensato bene di censurarla e di toglierla dall'area comune dove era fruibile a tutti gli interessati.
L'addetta alle relazioni esterne della Paradox, è poi uscita con dichiarazioni elusive e poco chiare che in parte danno la colpa alla modifica e in parte a commenti, sembra razzisti, che l'accompagnavano. Ecco l'articolo a cui mi riferisco: Paradox pulls "discriminatory" Stellaris mod that made all humans white
C'è da dire che i commenti si possono cancellare e gli utenti che li hanno scritti possono essere segnalati in maniera che non ne possano aggiungere altri quindi, volendo, non ci sarebbe stato bisogno di censurare questa modifica...
Prima di proseguire vorrei che i miei lettori riprendessero fiato e pensassero per proprio conto se la scelta di censurare della Paradox è giusta.
Fatto?
Ecco allora la mia opinione: come sapete io sono contro la censura a prescindere ma in questo caso si potrebbe pensare che sia giusta “perché forza i giocatori ad abituarsi e immedesimarsi in un ambiente multietnico che corrisponde alla visione dell'umanità futura della Paradox”?
Che la visione del futuro della Paradox sia corretta è opinabile (*4) ma non è questa la mia obiezione principale.
Ciò che realmente non mi va giù è il “forzare” i giocatori, il costringere gli altri a fare qualcosa, seppure a “fin di bene”.
Quella del “fin di bene” è una morale semplicistica e presuntuosa che ha l'unico merito di sembrare giusta se non ci si riflette per più di qualche minuto.
Uno dei principi della filosofia della morale di Kant è che l'uomo debba essere il fine in se stesso ma non il mezzo. In altre parole il prossimo non deve essere adoperato per raggiungere un certo scopo. E io, in questo caso, sono perfettamente d'accordo con Kant...
Sarebbe legittimo che la Paradox cercasse di convincere i suoi giocatori a essere delle persone migliori ma è sbagliato che tenti di farlo forzandoli, e quindi usandoli, in qualsiasi maniera.
Questo dilemma morale ha molte affinità con le bugie a “fin di bene” (v. Abbasso le bugie bianche) ma, la mia sensazione è che, a causa dell'intervento fisico diretto, questo tipo di censura sia ancora più palesemente errato.
Nel frattempo (*5) ci sono state novità:
1. da fonti per "sentito dire" pare che la modifica sia stata censurata perché la sua descrizione, scritta dall'autore, sembra che avesse un contenuto razzista.
2. lo stesso autore ha ricondiviso la sua modifica (v. European Phenotypes and Names REBORN! (Original)) cambiando la descrizione e chiedendo ai commentatori di non urtare la "sensibilità svedese". A suo dire vuole vedere come si comporterà la Paradox e se censurerà di nuovo la sua modifica. Anch'io sono curioso.
3. Ah! e poi c'è un'altra modifica che, più democraticamente, permette di scegliere la sfumatura di colore della pelle preferita! Vedi Separate Human Phenotypes...
Conclusione: un gioco di per sé modesto e deludente sviluppato da una compagnia dallo scarso buon senso.
Nota (*1): di solito aspetto i super sconti (piuttosto frequenti) oppure compro giochi di sviluppatori indipendenti...
Nota (*2): io sono un fanatico delle partenze casuali e, nelle mie due partite, mi sono toccate delle razze di insetti disgustosi!
Nota (*3): inoltre ho la sensazione che gli sviluppatori migliori siano stati messi a lavorare sui nuovi prodotti, Stellaris appunto, e Hearts of Iron IV (un altro gioco strategico ambientato nella II guerra mondiale) che uscirà ai primi di giugno. Su CK2 ed EU4 devono invece lavorarci sviluppatori che non conoscono bene le meccaniche dei giochi visto i continui e clamorosi errori che rischiano di rendere ingiocabili questi prodotti.
Nota (*4): le uniche società multietniche sono in America del nord e in Europa: Cina, Giappone e India, ad esempio, sono etnicamente più uniformi. Quindi se il futuro, come sembra, sarà della Cina allora la previsione della Paradox si rivelerà sbagliata...
Nota (*5): avevo iniziato a scrivere questo pezzo un paio di giorni fa ma, a causa di un estemporaneo "ingolfamento" di articoli da pubblicare, esce solo oggi...
sabato 28 maggio 2016
La vera "buona scuola"
Questo è un pezzo che mi proponevo di scrivere da molto tempo ma che ho rimandato più volte probabilmente per motivi inconsci. Quello che voglio dire è infatti piuttosto semplice e breve: l'ideale sarebbe quindi farci un corto ma il limite delle 17,2 linee non sarebbe facile da rispettare. Il risultato sarebbe stato passare il doppio del tempo a limare le parole e magari a togliere delle osservazioni, interessanti o divertenti, ma secondarie...
Così oggi mi sono deciso di prendermela comoda e scrivere un pezzo normale che, nonostante questa introduzione, sarà forse solo un po' più corto del solito.
Dai tempi dell'università sono sempre stato un po' prevenuto verso i vari master con le loro sigle “colorate”. Avevo la sensazione che fossero fumo negli occhi: dei corsi a pagamento che aggiungessero poco o nulla alla preparazione effettiva degli studenti. Per motivi analoghi non credevo che un'università americana di grido (tipo Harvard, etc...) fornisse una preparazione sostanzialmente superiore rispetto alle altre università.
Insomma pensavo che, almeno da questo punto di vista, la cultura fosse piuttosto democratica mettendo il grosso dell'onere dell'apprendimento sullo studente piuttosto che sui suoi insegnanti.
Non so, probabilmente la pensavo così perché non ho mai avuto insegnanti bravi a 360°: magari ho avuto il professore che conosceva benissimo la propria materia ma non sapeva spiegarla, o quello che sapeva spiegare ma non motivare, oppure quello simpatico e divertente ma che insegnava poco, etc... Poi, come al solito, nell'università italiana i professori non erano motivati a dare il massimo: l'insegnare male o bene, a fine mese, per loro non faceva differenza...
Piuttosto recentemente mi sono però ricreduto. L'episodio che ha cambiato la mia prospettiva è piuttosto buffo e, forse, banale. La causa è stata il giovane Andrea Agnelli, quello che per lavoro va in tutti gli stadi a guardare le partite della Juventus. Probabilmente anch'io parto già molto prevenuto nei confronti di questi ricchi rampolli ma quando vidi alla tivvù il giovane presidente (che io ora chiamo affettuosamente “l'Agnellino”) non mi fece una grossa impressione: l'avrei visto bene come inserviente in una mesticheria o in una panetteria e non in giacca e cravatta. Non percepii in lui quell'intelligenza a cui, normalmente, sono piuttosto sensibile: dopotutto, pensai, se l'hanno messo a guardare le partite della Juventus vuol dire che non era buono a fare altro...
Poi un giorno mi toccò ascoltarlo in una lunga intervista (probabilmente ero a mangiare e non avevo il telecomando a portata di mano!) e devo dire che mi fece una buona impressione, molto superiore alle mie (scarse) aspettative: niente di trascendentale, ma si espresse chiaramente illustrando in maniera ordinata i propri argomenti.
Fu allora che ebbi l'illuminazione e pensai: sicuramente l'Agnellino ha avuto la migliore istruzione che i soldi possano pagare e il risultato è che hanno trasformato un potenziale inserviente non troppo sveglio in una persona che, magari non sarà brillante, ma che almeno è affidabile.
Ovviamente sono ben conscio che le impressioni che si ricavano da uno sguardo possono essere anche completamente sbagliate: proprio per questo sono così pronto a cambiare la mia opinione. Inoltre, per quanto io possa essere prevenuto, sto sempre ben attento a non farmi condizionare dalle mie sensazioni se ho dei rapporti diretti con esse. Insomma il verificare se le mie previsioni siano corrette o no è sostanzialmente una scommessa con me stesso, una specie di innocente divertimento (*1).
Ho voluto specificarlo per chiarire che quando vedo una persona che non conosco non mi convinco che questa debba essere in una certa maniera quanto, piuttosto, scommetto con me stesso che sia in un certo modo ma rimanendo ben conscio che è tutto da verificare...
Però con l'Agnellino la differenza fra le mie aspettative e l'evidenza della realtà fu notevole e mi fece sorridere...
Più recentemente una nuova conferma mi è arrivata seguendo in linea un corso di filosofia della morale e della giustizia tenuto da un professore di Harvard (v. L'obiezione di KGB e successivi) che mi ha mostrato l'insegnante ideale. Non solo il professor Sandel è molto preparato ma riesce a spiegare benissimo e a rendere interessante una materia potenzialmente pesante e complessa. Non per niente insegna ad Harvard. Si capisce la logica di mercato delle università americane: offriamo la migliore qualità di insegnamento ma la dovete pagare.
Conclusione: adesso sono dell'opinione che un'ottima istruzione, sebbene non possa trasformare un idiota in un genio, possa comunque far passare una persona da leggermente sotto la media a leggermente sopra di essa. A me pare molto.
Nota (*1): Anzi, per molti anni, quando mi capitava di trovarmi in un ambiente con molti sconosciuti cercavo di conoscere la persona del gruppo che più mi restava antipatica: in effetti erano spesso persone serie e senza senso dell'umorismo però, parlandoci, riuscivo a trovarvi dei lati positivi e, magari, a vederli sorridere. Come mai lo facevo? Credo che inconsciamente volessi proprio mettere alla prova i miei pregiudizi...
Così oggi mi sono deciso di prendermela comoda e scrivere un pezzo normale che, nonostante questa introduzione, sarà forse solo un po' più corto del solito.
Dai tempi dell'università sono sempre stato un po' prevenuto verso i vari master con le loro sigle “colorate”. Avevo la sensazione che fossero fumo negli occhi: dei corsi a pagamento che aggiungessero poco o nulla alla preparazione effettiva degli studenti. Per motivi analoghi non credevo che un'università americana di grido (tipo Harvard, etc...) fornisse una preparazione sostanzialmente superiore rispetto alle altre università.
Insomma pensavo che, almeno da questo punto di vista, la cultura fosse piuttosto democratica mettendo il grosso dell'onere dell'apprendimento sullo studente piuttosto che sui suoi insegnanti.
Non so, probabilmente la pensavo così perché non ho mai avuto insegnanti bravi a 360°: magari ho avuto il professore che conosceva benissimo la propria materia ma non sapeva spiegarla, o quello che sapeva spiegare ma non motivare, oppure quello simpatico e divertente ma che insegnava poco, etc... Poi, come al solito, nell'università italiana i professori non erano motivati a dare il massimo: l'insegnare male o bene, a fine mese, per loro non faceva differenza...
Piuttosto recentemente mi sono però ricreduto. L'episodio che ha cambiato la mia prospettiva è piuttosto buffo e, forse, banale. La causa è stata il giovane Andrea Agnelli, quello che per lavoro va in tutti gli stadi a guardare le partite della Juventus. Probabilmente anch'io parto già molto prevenuto nei confronti di questi ricchi rampolli ma quando vidi alla tivvù il giovane presidente (che io ora chiamo affettuosamente “l'Agnellino”) non mi fece una grossa impressione: l'avrei visto bene come inserviente in una mesticheria o in una panetteria e non in giacca e cravatta. Non percepii in lui quell'intelligenza a cui, normalmente, sono piuttosto sensibile: dopotutto, pensai, se l'hanno messo a guardare le partite della Juventus vuol dire che non era buono a fare altro...
Poi un giorno mi toccò ascoltarlo in una lunga intervista (probabilmente ero a mangiare e non avevo il telecomando a portata di mano!) e devo dire che mi fece una buona impressione, molto superiore alle mie (scarse) aspettative: niente di trascendentale, ma si espresse chiaramente illustrando in maniera ordinata i propri argomenti.
Fu allora che ebbi l'illuminazione e pensai: sicuramente l'Agnellino ha avuto la migliore istruzione che i soldi possano pagare e il risultato è che hanno trasformato un potenziale inserviente non troppo sveglio in una persona che, magari non sarà brillante, ma che almeno è affidabile.
Ovviamente sono ben conscio che le impressioni che si ricavano da uno sguardo possono essere anche completamente sbagliate: proprio per questo sono così pronto a cambiare la mia opinione. Inoltre, per quanto io possa essere prevenuto, sto sempre ben attento a non farmi condizionare dalle mie sensazioni se ho dei rapporti diretti con esse. Insomma il verificare se le mie previsioni siano corrette o no è sostanzialmente una scommessa con me stesso, una specie di innocente divertimento (*1).
Ho voluto specificarlo per chiarire che quando vedo una persona che non conosco non mi convinco che questa debba essere in una certa maniera quanto, piuttosto, scommetto con me stesso che sia in un certo modo ma rimanendo ben conscio che è tutto da verificare...
Però con l'Agnellino la differenza fra le mie aspettative e l'evidenza della realtà fu notevole e mi fece sorridere...
Più recentemente una nuova conferma mi è arrivata seguendo in linea un corso di filosofia della morale e della giustizia tenuto da un professore di Harvard (v. L'obiezione di KGB e successivi) che mi ha mostrato l'insegnante ideale. Non solo il professor Sandel è molto preparato ma riesce a spiegare benissimo e a rendere interessante una materia potenzialmente pesante e complessa. Non per niente insegna ad Harvard. Si capisce la logica di mercato delle università americane: offriamo la migliore qualità di insegnamento ma la dovete pagare.
Conclusione: adesso sono dell'opinione che un'ottima istruzione, sebbene non possa trasformare un idiota in un genio, possa comunque far passare una persona da leggermente sotto la media a leggermente sopra di essa. A me pare molto.
Nota (*1): Anzi, per molti anni, quando mi capitava di trovarmi in un ambiente con molti sconosciuti cercavo di conoscere la persona del gruppo che più mi restava antipatica: in effetti erano spesso persone serie e senza senso dell'umorismo però, parlandoci, riuscivo a trovarvi dei lati positivi e, magari, a vederli sorridere. Come mai lo facevo? Credo che inconsciamente volessi proprio mettere alla prova i miei pregiudizi...
venerdì 27 maggio 2016
Votare o non votare?
Da qualche tempo ho iniziato a pensare cosa fare in caso di elezioni politiche nazionali.
Inizialmente avevo pensato di votare comunque M5S “turandomi il naso”.
Poi ero passato all'idea di basarmi sul candidato: avrei votato un attivista noto e di valore ma non l'ennesimo sconosciuto con l'unico merito di aver vinto la lotteria del voto in linea senza mai essersi impegnato sul territorio.
Adesso sono ancor più deluso dal M5S: il non eletto, figlio di papà, Casaleggino Jr ha reso palesi tutte le contraddizioni interne del movimento o, anzi, ormai dovrei dire “dell'azienda famigliare”. Mi è divenuto impossibile far finta di niente e dare il beneficio del dubbio a quello che è ormai palesemente solo un partito atto a raccogliere il dissenso e che non aspira a governare né mai lo farà.
Che fare quindi alle prossime elezioni?
Ho avuto al riguardo una discussione con mio cugino: egli pensa che si debba votare comunque il partito “meno peggio” degli altri. La sua logica è: meglio scegliere la cattiva politica piuttosto che la politica ancora peggiore.
Io invece, da circa il 2000 in poi, ero giunto alla conclusione che fosse sbagliato votare il partito “meno peggio”: così facendo infatti si avalla ciò che in esso non va e ci si rende moralmente corresponsabili degli atti politici da esso compiuti. Visto che prevedo orrori qualsiasi partito vinca le elezioni, preferisco tenermene fuori.
Volendo si può vedere in questa mia idea una forte analogia con l'imperativo categorico di Kant.
Per Kant è giusto ed è un dovere fare la “cosa giusta” indipendentemente dalle conseguenze: ciò mi pare equivalente a dire che è un dovere non fare la “cosa sbagliata” indipendentemente dalle conseguenze.
Il votare il partito “meno peggio” sulla base delle possibili conseguenze equivale a usare una morale utilitaristica che sicuramente ha una sua valenza pratica ma che è anche la scelta moralmente meno corretta.
Nell'analisi di questa problematica non si può prescindere da quella che dovrebbe essere la logica democratica. La democrazia è legittimata dalla partecipazione al voto: solo partendo da questa premessa il governo in carica può moralmente imporre le proprie decisioni all'intera popolazione.
Se si crede nella democrazia bisognerebbe quindi comunque presentarsi alle urne e, nel caso, votare scheda bianca.
Personalmente però, come ho più volte spiegato, ritengo che ormai la democrazia sia degenerata in qualcosa di molto diverso dagli ideali iniziali. Dal mio punto di vista andare alle urne equivalerebbe ad approvare un sistema ormai marcio e sbagliato. Anche in questo caso, per motivi analoghi ai precedenti, ritengo moralmente più corretto non recarsi neppure al seggio elettorale. Votare scheda bianca equivale a dire "nessun partito mi convince ma credo comunque in questa democrazia".
Conclusione: al voto manca ancora del tempo: vedremo quindi se nel frattempo nascerà una nuova forza politica in cui credere. Continuo ad avere una flebile speranza che Pizzarotti riesca a organizzare qualcosa...
Inizialmente avevo pensato di votare comunque M5S “turandomi il naso”.
Poi ero passato all'idea di basarmi sul candidato: avrei votato un attivista noto e di valore ma non l'ennesimo sconosciuto con l'unico merito di aver vinto la lotteria del voto in linea senza mai essersi impegnato sul territorio.
Adesso sono ancor più deluso dal M5S: il non eletto, figlio di papà, Casaleggino Jr ha reso palesi tutte le contraddizioni interne del movimento o, anzi, ormai dovrei dire “dell'azienda famigliare”. Mi è divenuto impossibile far finta di niente e dare il beneficio del dubbio a quello che è ormai palesemente solo un partito atto a raccogliere il dissenso e che non aspira a governare né mai lo farà.
Che fare quindi alle prossime elezioni?
Ho avuto al riguardo una discussione con mio cugino: egli pensa che si debba votare comunque il partito “meno peggio” degli altri. La sua logica è: meglio scegliere la cattiva politica piuttosto che la politica ancora peggiore.
Io invece, da circa il 2000 in poi, ero giunto alla conclusione che fosse sbagliato votare il partito “meno peggio”: così facendo infatti si avalla ciò che in esso non va e ci si rende moralmente corresponsabili degli atti politici da esso compiuti. Visto che prevedo orrori qualsiasi partito vinca le elezioni, preferisco tenermene fuori.
Volendo si può vedere in questa mia idea una forte analogia con l'imperativo categorico di Kant.
Per Kant è giusto ed è un dovere fare la “cosa giusta” indipendentemente dalle conseguenze: ciò mi pare equivalente a dire che è un dovere non fare la “cosa sbagliata” indipendentemente dalle conseguenze.
Il votare il partito “meno peggio” sulla base delle possibili conseguenze equivale a usare una morale utilitaristica che sicuramente ha una sua valenza pratica ma che è anche la scelta moralmente meno corretta.
Nell'analisi di questa problematica non si può prescindere da quella che dovrebbe essere la logica democratica. La democrazia è legittimata dalla partecipazione al voto: solo partendo da questa premessa il governo in carica può moralmente imporre le proprie decisioni all'intera popolazione.
Se si crede nella democrazia bisognerebbe quindi comunque presentarsi alle urne e, nel caso, votare scheda bianca.
Personalmente però, come ho più volte spiegato, ritengo che ormai la democrazia sia degenerata in qualcosa di molto diverso dagli ideali iniziali. Dal mio punto di vista andare alle urne equivalerebbe ad approvare un sistema ormai marcio e sbagliato. Anche in questo caso, per motivi analoghi ai precedenti, ritengo moralmente più corretto non recarsi neppure al seggio elettorale. Votare scheda bianca equivale a dire "nessun partito mi convince ma credo comunque in questa democrazia".
Conclusione: al voto manca ancora del tempo: vedremo quindi se nel frattempo nascerà una nuova forza politica in cui credere. Continuo ad avere una flebile speranza che Pizzarotti riesca a organizzare qualcosa...
giovedì 26 maggio 2016
Ricostruzione fantastica e altro
Le notizie interessanti si susseguono e oggi proverò a seguirle (più brevemente del solito) tutte.
La prima è sull'evoluzione della vicenda Stefano Feltri – TTIP (v. Giovane mistero).
Stefano Feltri due giorni fa è tornato sull'argomento difendendo gli arbitrati che dovrebbero stabilire chi, fra uno Stato o una multinazionale, ha ragione. Feltri spiega che se uno Stato cambia le proprie norme interne per svantaggiare una specifica industria estera allora è giusto (e normale) che questa possa rivolgersi non ai tribunali di detto paese (che sarebbero influenzabili) ma da un arbitro esterno. Comunque le argomentazioni di Feltri si possono leggere direttamente nel suo articolo: Ttip, davvero saremo colonie delle multinazionali con gli Isds?
L'articolo di Feltri mi ha colpito non tanto per il suo contenuto quanto per il fatto stesso di essere tornato ad addentrarsi su un campo minato, quello della difesa del TTIP, che oltretutto non è ben recepito (eufemismo) dai lettori del Fatto Quotidiano. Perché l'ha fatto? Io credo che questa sua iniziativa ne dimostri la buona fede: Feltri è realmente convinto della, almeno potenziale, bontà del TTIP. Però è anche un'azione sintomatica di una certa superficialità: le argomentazioni di Feltri sono infatti completamente demolite da un altro articolo dello stesso giornale che risponde punto per punto al vicedirettore. L'articolo in questione è Ttip: caro Feltri, contro gli investitori i governi non vincono mai a cura del comitato “Stop TTIP” del quale consiglio vivamente la lettura per rendersi conto degli orrori e delle oscenità antidemocratiche e liberticide a cui andiamo allegramente incontro.
La demolizione del pezzo di Feltri è così totale che il suo editoriale, dopo nemmeno due giorni (oggi è il 25 mattina), è già sparito dalla prima pagina!
Viaggiando esclusivamente di fantasia ho ideato una ricostruzione fantastica per spiegare e interpretare il comportamento di Feltri.
Inizio ricostruzione fantastica.
Feltri, per lavoro ma anche per amicizia e storia universitaria, ha modo di parlare del TTIP con molte persone (mi immagino finanzieri, e rampolli tipo la Maria Elena..) vicine ai “poteri forti” (che non esistono!) e che sono, con diverse sfumature, magari specificatamente nel proprio ambito di competenza, favorevoli a tale accordo. Feltri, che si fida del parere di queste sue conoscenze, si fa un'idea sostanzialmente positiva del TTIP pur non avendolo mai studiato nel dettaglio né, probabilmente, avendo letto nel dettaglio le argomentazione di coloro che sono contrari a esso (intendo quelle ben motivate non i “comploddi” da FB...). Magari ha chiesto di volta in volta il parere di un amico “esperto” su un particolare tema ricevendo risposte “No, non è così perché il PE ha scritto nelle sue raccomandazioni XXX, YYY, etc...”
Quando poi Feltri ha visto la trasmissione di Crozza si è indignato e ha pensato “questa disinformazione è intollerabile!” e ha scritto l'articolo dove accusava il comico di superficialità.
Alle proteste dei lettori sui pericoli del TTIP ha pensato bene di far presente a tutti il documento con le raccomandazioni del PE: così ha chiamato l'amico che gliene aveva parlato e si è fatto mandare il collegamento. Ha letto il documento appuntandosi qualche punto significativo e ci ha scritto il secondo pezzo.
Suppongo poi che, leggendo i commenti ricevuti, gli sia balzato agli occhi il riferimento alla perdita di sovranità nazionale legata agli arbitrati. Anche di questo argomento aveva sentito le difese proveniente dal milieu dei “poteri forti”, trovate evidentemente molto convincenti, e ha così deciso di scrivere un nuovo articolo incentrato su questo tema.
Nel frattempo però gli articoli di Feltri erano arrivati all'attenzione di esperti del TTIP (e a esso contrari) e sono fioccati gli articoli che smontano le sue ricostruzioni: oltre all'articolo del comitato “Stop TTIP” oggi in prima pagina c'erano altri due editoriali contrari al TTIP.
A questo punto Feltri, che non è uno stupido, ha iniziato ad avere più di qualche dubbio e, per prima cosa, ha fatto sparire dalla prima pagina il proprio editoriale.
Probabilmente adesso sta chiedendo il parere dei suoi “amici esperti” della materia per vedere se e come è possibile ribattere agli articoli che ribaltano le sue tesi. Io credo che, dovendo scendere nel dettaglio, si renderà conto che effettivamente il TTIP è molto peggio di quanto pensasse: e a questo punto vedremo Feltri di che pasta è fatto. Io vedo tre possibilità: 1. difesa che si arrampica sugli specchi (improbabile perché anche questa verrebbe facilmente smontata: se Feltri è intelligente sceglierà un'altra opzione); 2. Silenzio, basso profilo: magari aspettare i nuovi sviluppi per cambiare la propria versione; 3. Ammissione di superficialità seppure in buona fede.
Io credo che sceglierà la seconda opzione...
Fine ricostruzione fantastica.
L'altro argomento del giorno avrebbe dovuto essere il “contratto” fra la Raggi e il M5S (v. Roma, contratto Raggi-M5S finisce in tribunale: presentato ricorso di AdnKronos.
In pratica su alcune questioni “complesse” la Raggi dovrà consultare, per contratto, un piccolo comitato di figure di “garanzia” che fanno riferimento a Beppe Grillo e alla Casaleggio e associati.
Per motivo di spazio non voglio entrare nel merito se non su quello che mi pare il punto più importante. Molti simpatizzanti pentastellati nei loro commenti scrivono che questo contratto è un bene perché tutela chi vota la Raggi dal pericolo che questa poi “tradisca” il movimento; in altre parole vedono questo contratto non come un'ingerenza ma come una sorta di “garanzia”.
Il problema però è un altro: la Raggi, se diverrà sindaca di Roma, lo sarà di tutti i cittadini e, se per chi l'avrà votata tale contratto sarà una “garanzia”, per chi non lo farà sarà invece una minaccia di interferenza indebita. L'azione legale non è volta quindi a tutelare gli elettori del M5S ma tutti gli altri. L'argomentazione che la Raggi, in quanto avvocatessa, sa bene cosa abbia firmato è irrilevante: come spiegato l'azione legale non vuole tutelare la Raggi, che sicuramente sa quello che fa, ma i cittadini che, pur non avendo votato il M5S, potrebbero ritrovarsela come sindaca.
Personalmente, per quanto non sia assolutamente un esperto di legge, sono convinto che ci siano delle leggi cogenti, ovvero inderogabili anche da un accordo privato fra le parti, e credo che la totale autonomia di un amministratore pubblico nell'esercizio delle sue funzioni da un'azienda privata rientri fra queste. E probabilmente lo sa anche la Raggi...
Volevo poi tornare anche sul caso Pizzarotti. Per non dilungarmi troppo vorrei far notare come, la sospensione/espulsione, abbia fatto perdere terreno nei sondaggi al M5S proprio prima delle elezioni. Un'azione di questo tipo è spiegabile solo con la volontà di non vincere.
Colpisce poi che la decisione dell'espulsione sia stata presa dal non eletto, figlio di papà, Davide Casaleggio: alla faccia della trasparenza, delle regole, etc...
Dimenticavo l'articolo di riferimento: Il caso Pizzarotti e la prima decisione da leader presa da Davide Casaleggio.
Questo potrebbe essere poi visto come il primo atto di “guerra” fra il Casaleggino e il direttorio. Come avevo previsto (v. Il dopo Casaleggio) da una parte c'erano le dichiarazioni almeno attendiste dei membri del direttorio, dall'altra, suppongo con pezzo sul “Blog di Beppe Grillo”, l'iniziativa di Casaleggio.
Infine lo Statuto del M5S: dopo anni di “Non Statuto” finalmente c'è n'è uno vero.
Ecco l'articolo dove è pure visionabile il pdf dello statuto nella sua interezza: Ecco lo statuto del M5S.
Passi Grillo (Giuseppe, detto Beppe) come presidente (anche se aveva sempre detto di volere farsi da parte. I fanatici del M5S ne saranno perfino felici: invece di notarne la contraddizione si diranno che questa è una “garanzia”), passi il commercialista (dopotutto il suo è un ruolo tecnico) ma il nipote di Grillo (Enrico Grillo) chi è?! Che ci fa?! Perché?!
Trovo poi piuttosto interessante che non ci sia il non eletto, figlio di papà, Davide Casaleggio: possibile che nella lotta per il potere all'interno del M5S si sia aperto un terzo fronte? Io avevo dato per scontato che Grillo volesse realmente farsi da parte e che si sarebbe limitato a dare una mano al Casaleggino, in nome dell'amicizia col padre, grazie alla sua autorità morale sul movimento. Invece...
Conclusione: sono riuscito a essere sintetico come genuino poliestere al 100%!
La prima è sull'evoluzione della vicenda Stefano Feltri – TTIP (v. Giovane mistero).
Stefano Feltri due giorni fa è tornato sull'argomento difendendo gli arbitrati che dovrebbero stabilire chi, fra uno Stato o una multinazionale, ha ragione. Feltri spiega che se uno Stato cambia le proprie norme interne per svantaggiare una specifica industria estera allora è giusto (e normale) che questa possa rivolgersi non ai tribunali di detto paese (che sarebbero influenzabili) ma da un arbitro esterno. Comunque le argomentazioni di Feltri si possono leggere direttamente nel suo articolo: Ttip, davvero saremo colonie delle multinazionali con gli Isds?
L'articolo di Feltri mi ha colpito non tanto per il suo contenuto quanto per il fatto stesso di essere tornato ad addentrarsi su un campo minato, quello della difesa del TTIP, che oltretutto non è ben recepito (eufemismo) dai lettori del Fatto Quotidiano. Perché l'ha fatto? Io credo che questa sua iniziativa ne dimostri la buona fede: Feltri è realmente convinto della, almeno potenziale, bontà del TTIP. Però è anche un'azione sintomatica di una certa superficialità: le argomentazioni di Feltri sono infatti completamente demolite da un altro articolo dello stesso giornale che risponde punto per punto al vicedirettore. L'articolo in questione è Ttip: caro Feltri, contro gli investitori i governi non vincono mai a cura del comitato “Stop TTIP” del quale consiglio vivamente la lettura per rendersi conto degli orrori e delle oscenità antidemocratiche e liberticide a cui andiamo allegramente incontro.
La demolizione del pezzo di Feltri è così totale che il suo editoriale, dopo nemmeno due giorni (oggi è il 25 mattina), è già sparito dalla prima pagina!
Viaggiando esclusivamente di fantasia ho ideato una ricostruzione fantastica per spiegare e interpretare il comportamento di Feltri.
Inizio ricostruzione fantastica.
Feltri, per lavoro ma anche per amicizia e storia universitaria, ha modo di parlare del TTIP con molte persone (mi immagino finanzieri, e rampolli tipo la Maria Elena..) vicine ai “poteri forti” (che non esistono!) e che sono, con diverse sfumature, magari specificatamente nel proprio ambito di competenza, favorevoli a tale accordo. Feltri, che si fida del parere di queste sue conoscenze, si fa un'idea sostanzialmente positiva del TTIP pur non avendolo mai studiato nel dettaglio né, probabilmente, avendo letto nel dettaglio le argomentazione di coloro che sono contrari a esso (intendo quelle ben motivate non i “comploddi” da FB...). Magari ha chiesto di volta in volta il parere di un amico “esperto” su un particolare tema ricevendo risposte “No, non è così perché il PE ha scritto nelle sue raccomandazioni XXX, YYY, etc...”
Quando poi Feltri ha visto la trasmissione di Crozza si è indignato e ha pensato “questa disinformazione è intollerabile!” e ha scritto l'articolo dove accusava il comico di superficialità.
Alle proteste dei lettori sui pericoli del TTIP ha pensato bene di far presente a tutti il documento con le raccomandazioni del PE: così ha chiamato l'amico che gliene aveva parlato e si è fatto mandare il collegamento. Ha letto il documento appuntandosi qualche punto significativo e ci ha scritto il secondo pezzo.
Suppongo poi che, leggendo i commenti ricevuti, gli sia balzato agli occhi il riferimento alla perdita di sovranità nazionale legata agli arbitrati. Anche di questo argomento aveva sentito le difese proveniente dal milieu dei “poteri forti”, trovate evidentemente molto convincenti, e ha così deciso di scrivere un nuovo articolo incentrato su questo tema.
Nel frattempo però gli articoli di Feltri erano arrivati all'attenzione di esperti del TTIP (e a esso contrari) e sono fioccati gli articoli che smontano le sue ricostruzioni: oltre all'articolo del comitato “Stop TTIP” oggi in prima pagina c'erano altri due editoriali contrari al TTIP.
A questo punto Feltri, che non è uno stupido, ha iniziato ad avere più di qualche dubbio e, per prima cosa, ha fatto sparire dalla prima pagina il proprio editoriale.
Probabilmente adesso sta chiedendo il parere dei suoi “amici esperti” della materia per vedere se e come è possibile ribattere agli articoli che ribaltano le sue tesi. Io credo che, dovendo scendere nel dettaglio, si renderà conto che effettivamente il TTIP è molto peggio di quanto pensasse: e a questo punto vedremo Feltri di che pasta è fatto. Io vedo tre possibilità: 1. difesa che si arrampica sugli specchi (improbabile perché anche questa verrebbe facilmente smontata: se Feltri è intelligente sceglierà un'altra opzione); 2. Silenzio, basso profilo: magari aspettare i nuovi sviluppi per cambiare la propria versione; 3. Ammissione di superficialità seppure in buona fede.
Io credo che sceglierà la seconda opzione...
Fine ricostruzione fantastica.
L'altro argomento del giorno avrebbe dovuto essere il “contratto” fra la Raggi e il M5S (v. Roma, contratto Raggi-M5S finisce in tribunale: presentato ricorso di AdnKronos.
In pratica su alcune questioni “complesse” la Raggi dovrà consultare, per contratto, un piccolo comitato di figure di “garanzia” che fanno riferimento a Beppe Grillo e alla Casaleggio e associati.
Per motivo di spazio non voglio entrare nel merito se non su quello che mi pare il punto più importante. Molti simpatizzanti pentastellati nei loro commenti scrivono che questo contratto è un bene perché tutela chi vota la Raggi dal pericolo che questa poi “tradisca” il movimento; in altre parole vedono questo contratto non come un'ingerenza ma come una sorta di “garanzia”.
Il problema però è un altro: la Raggi, se diverrà sindaca di Roma, lo sarà di tutti i cittadini e, se per chi l'avrà votata tale contratto sarà una “garanzia”, per chi non lo farà sarà invece una minaccia di interferenza indebita. L'azione legale non è volta quindi a tutelare gli elettori del M5S ma tutti gli altri. L'argomentazione che la Raggi, in quanto avvocatessa, sa bene cosa abbia firmato è irrilevante: come spiegato l'azione legale non vuole tutelare la Raggi, che sicuramente sa quello che fa, ma i cittadini che, pur non avendo votato il M5S, potrebbero ritrovarsela come sindaca.
Personalmente, per quanto non sia assolutamente un esperto di legge, sono convinto che ci siano delle leggi cogenti, ovvero inderogabili anche da un accordo privato fra le parti, e credo che la totale autonomia di un amministratore pubblico nell'esercizio delle sue funzioni da un'azienda privata rientri fra queste. E probabilmente lo sa anche la Raggi...
Volevo poi tornare anche sul caso Pizzarotti. Per non dilungarmi troppo vorrei far notare come, la sospensione/espulsione, abbia fatto perdere terreno nei sondaggi al M5S proprio prima delle elezioni. Un'azione di questo tipo è spiegabile solo con la volontà di non vincere.
Colpisce poi che la decisione dell'espulsione sia stata presa dal non eletto, figlio di papà, Davide Casaleggio: alla faccia della trasparenza, delle regole, etc...
Dimenticavo l'articolo di riferimento: Il caso Pizzarotti e la prima decisione da leader presa da Davide Casaleggio.
Questo potrebbe essere poi visto come il primo atto di “guerra” fra il Casaleggino e il direttorio. Come avevo previsto (v. Il dopo Casaleggio) da una parte c'erano le dichiarazioni almeno attendiste dei membri del direttorio, dall'altra, suppongo con pezzo sul “Blog di Beppe Grillo”, l'iniziativa di Casaleggio.
Infine lo Statuto del M5S: dopo anni di “Non Statuto” finalmente c'è n'è uno vero.
Ecco l'articolo dove è pure visionabile il pdf dello statuto nella sua interezza: Ecco lo statuto del M5S.
Passi Grillo (Giuseppe, detto Beppe) come presidente (anche se aveva sempre detto di volere farsi da parte. I fanatici del M5S ne saranno perfino felici: invece di notarne la contraddizione si diranno che questa è una “garanzia”), passi il commercialista (dopotutto il suo è un ruolo tecnico) ma il nipote di Grillo (Enrico Grillo) chi è?! Che ci fa?! Perché?!
Trovo poi piuttosto interessante che non ci sia il non eletto, figlio di papà, Davide Casaleggio: possibile che nella lotta per il potere all'interno del M5S si sia aperto un terzo fronte? Io avevo dato per scontato che Grillo volesse realmente farsi da parte e che si sarebbe limitato a dare una mano al Casaleggino, in nome dell'amicizia col padre, grazie alla sua autorità morale sul movimento. Invece...
Conclusione: sono riuscito a essere sintetico come genuino poliestere al 100%!
mercoledì 25 maggio 2016
Il plagiatore
Ultimamente, probabilmente a causa del pezzo Bacche e shopping, sto ripensando molto alle accuse di plagio che mi furono mosse da un mio amico.
La prima fu intorno al 1999. Avevo scritto un racconto intitolato “Lapocosa” che giocava sul significato del termine “apocatastasi”: ovvero, secondo gli stoici, la distruzione del mondo e la sua rigenerazione nell'ottica di un tempo circolare. Era un racconto faceto dove il protagonista, per evitare appunto la distruzione del mondo, doveva affrontare alcune missioni...
Io supponevo che l'ispirazione mi fosse venuta proprio dal suono astruso del termine che da tempo aveva colpito la mia fantasia...
Invece, secondo tale amico, la mia idea proveniva da una serie di fumetti intitolata Elfquest, seguita qualche anno prima, della quale però non ricordo praticamente niente se non che non mi entusiasmava.
Posseggo ancora tali fascicoli e, dopo oltre 15 anni, posso provare a rileggerli attento a cogliere eventuali similarità. In questo caso quindi vedremo...
Il secondo episodio avvenne intorno al 2003. Questo caso è più interessante e ha avuto un recente sviluppo.
Avevo iniziato a scrivere un racconto, nelle mie intenzioni fantastico/fiabesco, in cui un gufo arcigno era il burbero insegnate di un variegato stormo di altri uccelli. Il gufo era particolarmente cattivo e si divertiva a infierire sui suoi studenti, sfottendoli e trattandoli da stupidi...
Quando il mio amico lo lesse mi disse subito che la storia si rifaceva “pesantemente” al personaggio di un racconto appartenente a una sua raccolta, dove vi era un professore effettivamente cattivo e antipatico come il mio gufo, che mi aveva fatto leggere qualche mese prima.
Io rimasi piuttosto interdetto: il mio amico sembrava sinceramente seccato (*1) ma io facevo addirittura fatica a ricordare a quale racconto si riferisse. Alla fine me ne ricordai: era di sicuro il racconto della raccolta che mi era piaciuto meno, forse perché la sua lettura mi dava una forte sensazione di disagio...
Così lasciai perdere la mia storia ma continuai a rimuginarci stupito dall'effettiva somiglianza fra il mio gufo e il professore del mio amico: come mai avevo copiato un personaggio che mi stava antipatico (dandomi pure una leggera nausea!) da un racconto che non ricordavo né mi piaceva?
Dopo qualche tempo riuscii a rispondere a questa domanda: entrambi dovevamo esserci ispirati alla stessa fonte: il professore di un corso dell'università che avevamo frequentato insieme e che era esattamente s####zo come i nostri personaggi. La versione del mio amico mi dava la sottile nausea perché probabilmente me lo ricordava troppo: tale professore infatti mi bocciò dopo un drammatico orale (*2). Nella mia versione invece, trasformandolo in gufo, lo avevo esorcizzato ridicolizzandolo...
Qualche settimana fa ho rivisto tale amico e, ricordandomi della questione, gli ho sottoposto questa teoria della comune ispirazione alla stessa fonte.
Sorprendentemente mi ha risposto che le similitudini non erano col solo professore ma sull'intera trama. L'osservazione mi ha lasciato interdetto: non l'ho già scritto per preservare questo colpo di scena ma il mio racconto era incompleto! Solo l'inizio di una cornice che avrebbe dovuto introdurre al racconto vero e proprio (*3). Possibile che la mia introduzione potesse assomigliare a un racconto completo? Bo... dovrei rileggere entrambi i pezzi ma, oramai, temo che il mio scritto sia definitivamente disperso...
Nel complesso non sono quindi molto sicuro di aver plagiato qualcosa ma do comunque molto credito a queste ipotesi proprio perché sono conscio della mia tendenza a inglobare e a fare mie idee ed esperienze in cui mi capita di imbattermi. Vero è che la totale sovrapposizione avviene solo se io avevo già un'idea simile, altrimenti in genere ricordo la fonte... però non si può mai sapere!
Conclusione: se fra i pezzi di questo viario vi capita di leggere qualcosa che vi pare plagiato o comunque molto simile ad altre storie/teorie/idee fatemi sapere: sarei curioso di indagare...
Nota (*1): difficile esserne sicuri visto che ci scambiavamo epistole...
Nota (*2): anzi non mi bocciò ma mi offrì un misero 18: come al solito avevo fatto lo scritto molto bene ma, a causa dei miei problemi di memoria (v. Memoria, passato e destino (3/3)), non riuscii a rispondere a una sua domanda che, evidentemente, riteneva piuttosto semplice e fondamentale.
Nota (*3): racconto vero e proprio basato su un mio sogno e che ho iniziato a scrivere un paio di volte...
La prima fu intorno al 1999. Avevo scritto un racconto intitolato “Lapocosa” che giocava sul significato del termine “apocatastasi”: ovvero, secondo gli stoici, la distruzione del mondo e la sua rigenerazione nell'ottica di un tempo circolare. Era un racconto faceto dove il protagonista, per evitare appunto la distruzione del mondo, doveva affrontare alcune missioni...
Io supponevo che l'ispirazione mi fosse venuta proprio dal suono astruso del termine che da tempo aveva colpito la mia fantasia...
Invece, secondo tale amico, la mia idea proveniva da una serie di fumetti intitolata Elfquest, seguita qualche anno prima, della quale però non ricordo praticamente niente se non che non mi entusiasmava.
Posseggo ancora tali fascicoli e, dopo oltre 15 anni, posso provare a rileggerli attento a cogliere eventuali similarità. In questo caso quindi vedremo...
Il secondo episodio avvenne intorno al 2003. Questo caso è più interessante e ha avuto un recente sviluppo.
Avevo iniziato a scrivere un racconto, nelle mie intenzioni fantastico/fiabesco, in cui un gufo arcigno era il burbero insegnate di un variegato stormo di altri uccelli. Il gufo era particolarmente cattivo e si divertiva a infierire sui suoi studenti, sfottendoli e trattandoli da stupidi...
Quando il mio amico lo lesse mi disse subito che la storia si rifaceva “pesantemente” al personaggio di un racconto appartenente a una sua raccolta, dove vi era un professore effettivamente cattivo e antipatico come il mio gufo, che mi aveva fatto leggere qualche mese prima.
Io rimasi piuttosto interdetto: il mio amico sembrava sinceramente seccato (*1) ma io facevo addirittura fatica a ricordare a quale racconto si riferisse. Alla fine me ne ricordai: era di sicuro il racconto della raccolta che mi era piaciuto meno, forse perché la sua lettura mi dava una forte sensazione di disagio...
Così lasciai perdere la mia storia ma continuai a rimuginarci stupito dall'effettiva somiglianza fra il mio gufo e il professore del mio amico: come mai avevo copiato un personaggio che mi stava antipatico (dandomi pure una leggera nausea!) da un racconto che non ricordavo né mi piaceva?
Dopo qualche tempo riuscii a rispondere a questa domanda: entrambi dovevamo esserci ispirati alla stessa fonte: il professore di un corso dell'università che avevamo frequentato insieme e che era esattamente s####zo come i nostri personaggi. La versione del mio amico mi dava la sottile nausea perché probabilmente me lo ricordava troppo: tale professore infatti mi bocciò dopo un drammatico orale (*2). Nella mia versione invece, trasformandolo in gufo, lo avevo esorcizzato ridicolizzandolo...
Qualche settimana fa ho rivisto tale amico e, ricordandomi della questione, gli ho sottoposto questa teoria della comune ispirazione alla stessa fonte.
Sorprendentemente mi ha risposto che le similitudini non erano col solo professore ma sull'intera trama. L'osservazione mi ha lasciato interdetto: non l'ho già scritto per preservare questo colpo di scena ma il mio racconto era incompleto! Solo l'inizio di una cornice che avrebbe dovuto introdurre al racconto vero e proprio (*3). Possibile che la mia introduzione potesse assomigliare a un racconto completo? Bo... dovrei rileggere entrambi i pezzi ma, oramai, temo che il mio scritto sia definitivamente disperso...
Nel complesso non sono quindi molto sicuro di aver plagiato qualcosa ma do comunque molto credito a queste ipotesi proprio perché sono conscio della mia tendenza a inglobare e a fare mie idee ed esperienze in cui mi capita di imbattermi. Vero è che la totale sovrapposizione avviene solo se io avevo già un'idea simile, altrimenti in genere ricordo la fonte... però non si può mai sapere!
Conclusione: se fra i pezzi di questo viario vi capita di leggere qualcosa che vi pare plagiato o comunque molto simile ad altre storie/teorie/idee fatemi sapere: sarei curioso di indagare...
Nota (*1): difficile esserne sicuri visto che ci scambiavamo epistole...
Nota (*2): anzi non mi bocciò ma mi offrì un misero 18: come al solito avevo fatto lo scritto molto bene ma, a causa dei miei problemi di memoria (v. Memoria, passato e destino (3/3)), non riuscii a rispondere a una sua domanda che, evidentemente, riteneva piuttosto semplice e fondamentale.
Nota (*3): racconto vero e proprio basato su un mio sogno e che ho iniziato a scrivere un paio di volte...
martedì 24 maggio 2016
Parapoteri (*1) e automi cellulari
Modificato (10/7/2016): ho modificato il titolo di questo pezzo dall'anonimo "Corto fallito" al più significativo "Parapoteri e automi cellulari".
Mi rendo conto che la mia nota finale a un Giovane mistero possa essere sembrata criptica. Intendo: «PS Suggerirei a Stefano Feltri di dare un'occhiata agli automi cellulari: lo aiuterebbero a capire come mai i “poteri forti” possono esistere senza bisogno di una struttura centrale che li guidi.»
Ogni tanto tendo a dare troppi passaggi per scontati, vediamo quindi di chiarire. Un risultato che si può ricavare dagli automi cellulari è che entità distinte e semi indipendenti (come possono essere i diversi “poteri forti”) seguendo delle regole anche molto semplici (ad esempio, nel caso delle multinazionali, massimizzare il proprio guadagno) possono portare, a livelli macroscopici (cioè a livello globale o nazionale), a pattern, ovvero a schemi ben precisi e definiti, che possono sembrare tracciati scientemente da un'intelligenza centrale.
In altre parole la presenza di schemi a livello mondiale di politiche sociali/economiche ben precise non dimostra l'esistenza di una coordinazione globale fra i diversi “poteri forti”: tale schema potrebbe infatti essere il risultato della somma degli sforzi indipendenti dei singoli “poteri forti”.
Viceversa però, la mancanza di un "consiglio segreto" dei “poteri forti” che guidi dall'ombra i destini del mondo, non significa che questi non esistano e che, complessivamente, non stiano avendo degli effetti devastanti sulla ricchezza e libertà dei popoli del mondo occidentale e non.
Nota (*1): parapotere = “potere forte” nel senso spiegato in Rimpiazzo per “potere forte”...
Mi rendo conto che la mia nota finale a un Giovane mistero possa essere sembrata criptica. Intendo: «PS Suggerirei a Stefano Feltri di dare un'occhiata agli automi cellulari: lo aiuterebbero a capire come mai i “poteri forti” possono esistere senza bisogno di una struttura centrale che li guidi.»
Ogni tanto tendo a dare troppi passaggi per scontati, vediamo quindi di chiarire. Un risultato che si può ricavare dagli automi cellulari è che entità distinte e semi indipendenti (come possono essere i diversi “poteri forti”) seguendo delle regole anche molto semplici (ad esempio, nel caso delle multinazionali, massimizzare il proprio guadagno) possono portare, a livelli macroscopici (cioè a livello globale o nazionale), a pattern, ovvero a schemi ben precisi e definiti, che possono sembrare tracciati scientemente da un'intelligenza centrale.
In altre parole la presenza di schemi a livello mondiale di politiche sociali/economiche ben precise non dimostra l'esistenza di una coordinazione globale fra i diversi “poteri forti”: tale schema potrebbe infatti essere il risultato della somma degli sforzi indipendenti dei singoli “poteri forti”.
Viceversa però, la mancanza di un "consiglio segreto" dei “poteri forti” che guidi dall'ombra i destini del mondo, non significa che questi non esistano e che, complessivamente, non stiano avendo degli effetti devastanti sulla ricchezza e libertà dei popoli del mondo occidentale e non.
Nota (*1): parapotere = “potere forte” nel senso spiegato in Rimpiazzo per “potere forte”...
Comunicazione di servizio
Solo per informare che (durante la preparazione di Wow del 2015 (2/2)) ho trovato un corto con solo un pezzo: così ho iniziato ad aggiungervene di nuovi per raggiungere il numero di cinque.
In teoria avevo deciso di aggiungervi solo dei pezzi slegati dalle notizie di attualità ma poi, per pigrizia (iniziare un nuovo corto è leggermente più laborioso che modificarne uno esistente...), ho subito fatto un'eccezione...
Comunque, per chi è interessato, il corto di cui sto parlando è E la chitarra?!
Modificato (31/5/2016): ho appena finito di "riempire" il vecchio corto!
Sogno inquietante - 25/5/2016
Ero a casa dello zio impegnato a fare qualcosa (che non ricordo più) quando improvvisamente lo sento chiamare. Non capisco bene cosa mi dice: qualcosa riguardo “lunedì” e “non avere paura”. Così vado a cercarlo per farmi ripetere il messaggio: lo trovo nella camerina, è appoggiato a un lettino e ha del vomito bianco in faccia e sul petto (è in canottiera). Mi ripete: “Lunedì, non avere paura di rimanere solo”. Sul momento ignoro le sue parole e cerco di aiutarlo: corro in bagno a prendere degli asciugamani per ripulirlo e capire meglio la situazione. Mi sveglio...
Un paio di note: 1. sognato nel primo mattino di mercoledì; 2. lo zio in questione è quello morto qualche anno fa; 3. stranamente non stava andando a letto nella sua camera ma in quella degli ospiti, dove dormivo io quando stavo da lui.
In Francia... - 25/5/2016
Se in Italia ci fosse un'opposizione vera e non solo virtuale...
Protesta contro Jobs act in Francia si estende alle centrali nucleari. Usate riserve strategiche, polizia sblocca raffineria da HuffingtonPost.it
MICRON 3 - 28/5/2016
Da una pubblicità su Historia (dicembre 1972):
Risultato delle tecniche scientifiche più avanzate... Il gioiello a ciondolo magnetico MICRON 3 può veramente trasformare la vita più scialba in una ridente oasi dove regna la felicità.
Queste sono le parole della Signora Paule C....O.. insegnante.
Ecco il testo integrale della sua lettera:
«Sento il dovere di ringraziarvi per il vostro MICRON 3 che mi ha tanto aiutato. Da quando lo porto, un'autentica valanga di avvenimenti felici mi investe.
Appena messo al collo, ho vinto una bella somma di denaro al lotto. E non è tutto.
Proprio ora ho ottenuto la nomina ad un posto più importante e meglio pagato.
Ma la cosa veramente incredibile è il mio nuovo carattere. Prima mi sentivo sempre depressa e irritabile. Ora sono in condizioni di svolgere meglio il mio lavoro e con la massima serenità. Sono sempre di buon umore e il morale è eccellente. Inoltre il MICRON 3 è un gioiello molto elegante e tutti se ne compiacciono con me.
Vi sono infinitamente riconoscente»
Questa lettera è stata scritta da un'insegnante e un'insegnante non è certo una ritardata mentale, non vi pare? È una persona che ha assunto l'ingrato e meraviglioso compito di formare dei turbolenti ragazzini e delle bambine chiacchierine, che deve possedere un solido equilibrio psichico e nervi d'acciaio. Le affermazioni di questa persona sono degne di rispetto e considerazione perché sempre basate su dati di fatto e concreti.
E poi prosegue per altre due colonne di testo...
Armeni e Turchia - 5/6/2016
Germania: leader dei Verdi minacciato di morte per il voto su genocidio armeni dal FattoQuotidiano.it: notizia interessante; confrontare con la prima parte di Ultimisstoria 5.
In teoria avevo deciso di aggiungervi solo dei pezzi slegati dalle notizie di attualità ma poi, per pigrizia (iniziare un nuovo corto è leggermente più laborioso che modificarne uno esistente...), ho subito fatto un'eccezione...
Comunque, per chi è interessato, il corto di cui sto parlando è E la chitarra?!
Modificato (31/5/2016): ho appena finito di "riempire" il vecchio corto!
Sogno inquietante - 25/5/2016
Ero a casa dello zio impegnato a fare qualcosa (che non ricordo più) quando improvvisamente lo sento chiamare. Non capisco bene cosa mi dice: qualcosa riguardo “lunedì” e “non avere paura”. Così vado a cercarlo per farmi ripetere il messaggio: lo trovo nella camerina, è appoggiato a un lettino e ha del vomito bianco in faccia e sul petto (è in canottiera). Mi ripete: “Lunedì, non avere paura di rimanere solo”. Sul momento ignoro le sue parole e cerco di aiutarlo: corro in bagno a prendere degli asciugamani per ripulirlo e capire meglio la situazione. Mi sveglio...
Un paio di note: 1. sognato nel primo mattino di mercoledì; 2. lo zio in questione è quello morto qualche anno fa; 3. stranamente non stava andando a letto nella sua camera ma in quella degli ospiti, dove dormivo io quando stavo da lui.
In Francia... - 25/5/2016
Se in Italia ci fosse un'opposizione vera e non solo virtuale...
Protesta contro Jobs act in Francia si estende alle centrali nucleari. Usate riserve strategiche, polizia sblocca raffineria da HuffingtonPost.it
MICRON 3 - 28/5/2016
Da una pubblicità su Historia (dicembre 1972):
Risultato delle tecniche scientifiche più avanzate... Il gioiello a ciondolo magnetico MICRON 3 può veramente trasformare la vita più scialba in una ridente oasi dove regna la felicità.
Queste sono le parole della Signora Paule C....O.. insegnante.
Ecco il testo integrale della sua lettera:
«Sento il dovere di ringraziarvi per il vostro MICRON 3 che mi ha tanto aiutato. Da quando lo porto, un'autentica valanga di avvenimenti felici mi investe.
Appena messo al collo, ho vinto una bella somma di denaro al lotto. E non è tutto.
Proprio ora ho ottenuto la nomina ad un posto più importante e meglio pagato.
Ma la cosa veramente incredibile è il mio nuovo carattere. Prima mi sentivo sempre depressa e irritabile. Ora sono in condizioni di svolgere meglio il mio lavoro e con la massima serenità. Sono sempre di buon umore e il morale è eccellente. Inoltre il MICRON 3 è un gioiello molto elegante e tutti se ne compiacciono con me.
Vi sono infinitamente riconoscente»
Questa lettera è stata scritta da un'insegnante e un'insegnante non è certo una ritardata mentale, non vi pare? È una persona che ha assunto l'ingrato e meraviglioso compito di formare dei turbolenti ragazzini e delle bambine chiacchierine, che deve possedere un solido equilibrio psichico e nervi d'acciaio. Le affermazioni di questa persona sono degne di rispetto e considerazione perché sempre basate su dati di fatto e concreti.
E poi prosegue per altre due colonne di testo...
Armeni e Turchia - 5/6/2016
Germania: leader dei Verdi minacciato di morte per il voto su genocidio armeni dal FattoQuotidiano.it: notizia interessante; confrontare con la prima parte di Ultimisstoria 5.
lunedì 23 maggio 2016
Ultimisstoria 7
Non riesco a recensire le riviste di storia lette abbastanza velocemente: il risultato è che si ammucchiano (insieme a varie altre cose) sulla scrivania del calcolatore...
Vabbè, vediamo di toglierne qualcuna!
Per mia semplicità eviterò di scrivere degli articoli a cui ho dato una semplice lettura cursoria anche al costo di tralasciare qualche spunto interessante...
Storia Illustrata – Maggio 1979
Il colonialismo nacque alla corte di re Artù - di Franco Cardini → Il mito di Artù mi ha sempre affascinato e così mi convinsi a leggere questo articolo anche se il titolo non mi attirava molto... Errore! Ormai, a distanza di svariate settimane, non ricordo più i dettagli ma l'articolo era molto ideologizzato, saltava di palo in frasca ed era perciò complicato da seguire. Dulcis in fundo non accenna neppure al colonialismo (*1)!
L'ultimo plantageneto di Maria Luisa Rizzatti → Breve articolo ma molto interessante. Ci sono molte e credibili indicazioni che Riccardo III non fu il mostro gobbo e malvagio tramandato da Shakespeare: piuttosto fu vittima della propaganda del tempo. Essenzialmente si scagliò fango sull'ultimo sovrano plantageneto in maniera da distogliere l'attenzione dalla clamorosa illegittimità dell'usurpazione del trono da parte dei Tudor: non fu la prima né sarà l'ultima volta che il nemico sconfitto viene denigrato per secondi fini...
La disperata rivolta degli slavi del sud di Antonio Pitamitz → Ero curioso: in Ultimisstoria descrissi un articolo sulle rivolte contadine nella Germania del XVI secolo ed ero quindi interessato a eventuali similarità delle rivolte, sempre contadine, ma stavolta in Croazia di qualche decennio successive alle precedenti. In particolare mi chiedevo come mai queste rivolte fossero fallite mentre la rivoluzione francese, sebbene di due secoli posteriore, ebbe successo. La mia teoria, semplificando molto, è che il potere militare nel XVI secolo era ancora saldamente in mano all'aristocrazia contro la quale i contadini si rivoltavano: quando lo scontro si spostò sul piano militare la sconfitta dei contadini fu inevitabile. Comunque la questione è più complessa...
Storia Illustrata – Gennaio 1978
I processi alle streghe in Lombardia di Antonio Perria → Circa tre anni fa lessi un bel libro sulla caccia alle streghe in Europa (v. Libro molto citato) ed ero quindi curioso di scoprire eventuali differenze con quanto scritto in questo articolo. In realtà l'articolo è conforme a quanto già avevo letto: ha però il grosso merito di pubblicare stralci di un processo con le dichiarazioni della presunta strega prima e dopo la tortura. Raccapricciante.
Boscovich, nel settecento previde il futuro spaziale di Tullio Chersi → Ero incuriosito dal nome straniero: in realtà Ruggero Boscovich era un italiano di Ragusa (quella che adesso anche in Italia, credo più per ignoranza che per un mal indirizzato senso del politicamente corretto, viene chiamata Dubrovnik), uno scienziato gesuita sicuramente geniale ma anche dotato di un caratteraccio che gli attirò contro invidie e nemici. Come al solito il titolo dell'articolo è fuorviante...
Nell'antica Roma voto all'americana di Paolo Baldacci → Come al solito il titolo è un po' fuorviante, però l'articolo è interessante: in pratica l'elezione di alcune cariche avveniva considerando il voto delle varie tribù e non del totale dei cittadini votanti; il “trucco” stava nel fatto che la maggioranza della popolazione era raggruppata in poche tribù mentre i ricchi latifondisti erano suddivisi su molte altre. In pratica, con pochi voti, i ricchi riuscivano a controllare il voto di un numero maggiore di tribù del resto della popolazione. Tanti altri dettagli interessanti.
I modernisti e la Chiesa di Domenico Tarizzo → Come al solito amo confrontare opinioni diverse sullo stesso argomento: in Ultimisstoria 5 descrivevo infatti l'articolo Dissero “placet” al dogma dell'infallibilità mentre questo dà un'altra prospettiva sullo stesso tema: il problema della Chiesa nel tenere il passo con i tempi e i rapidi cambiamenti sociali ed economici del XIX secolo. Per i modernisti la Chiesa non aveva un origine divina (Gesù aveva annunciato l'avvento del Regno di Dio non della Chiesa!) ma storica e, per tanto, era suo dovere aggiornarsi e adeguarsi al nuovo mondo. Il Vaticano non era d'accordo...
Storia Illustrata – Maggio 1979 (numero speciale sui generali alleati)
Niente! Sì, sfogliato e letto qualcosa qua e là ma il mio interesse per la storia del XX secolo è limitato...
Conclusione: voglio provare a scrivere questa serie di pezzi in maniera più agile nella speranza di riuscire a rimettermi “in pari” e, per questo, lo chiudo qui...
Nota (*1): Temo che, nella peggiore tradizione italiana, i titoli degli articoli siano inventati dal redattore per fare “colpo” sui lettori: e, infatti, nel sommario all'inizio della rivista i titoli sono diversi. In questo caso anche il redattore deve aver capito poco o nulla dell'articolo...
Vabbè, vediamo di toglierne qualcuna!
Per mia semplicità eviterò di scrivere degli articoli a cui ho dato una semplice lettura cursoria anche al costo di tralasciare qualche spunto interessante...
Storia Illustrata – Maggio 1979
Il colonialismo nacque alla corte di re Artù - di Franco Cardini → Il mito di Artù mi ha sempre affascinato e così mi convinsi a leggere questo articolo anche se il titolo non mi attirava molto... Errore! Ormai, a distanza di svariate settimane, non ricordo più i dettagli ma l'articolo era molto ideologizzato, saltava di palo in frasca ed era perciò complicato da seguire. Dulcis in fundo non accenna neppure al colonialismo (*1)!
L'ultimo plantageneto di Maria Luisa Rizzatti → Breve articolo ma molto interessante. Ci sono molte e credibili indicazioni che Riccardo III non fu il mostro gobbo e malvagio tramandato da Shakespeare: piuttosto fu vittima della propaganda del tempo. Essenzialmente si scagliò fango sull'ultimo sovrano plantageneto in maniera da distogliere l'attenzione dalla clamorosa illegittimità dell'usurpazione del trono da parte dei Tudor: non fu la prima né sarà l'ultima volta che il nemico sconfitto viene denigrato per secondi fini...
La disperata rivolta degli slavi del sud di Antonio Pitamitz → Ero curioso: in Ultimisstoria descrissi un articolo sulle rivolte contadine nella Germania del XVI secolo ed ero quindi interessato a eventuali similarità delle rivolte, sempre contadine, ma stavolta in Croazia di qualche decennio successive alle precedenti. In particolare mi chiedevo come mai queste rivolte fossero fallite mentre la rivoluzione francese, sebbene di due secoli posteriore, ebbe successo. La mia teoria, semplificando molto, è che il potere militare nel XVI secolo era ancora saldamente in mano all'aristocrazia contro la quale i contadini si rivoltavano: quando lo scontro si spostò sul piano militare la sconfitta dei contadini fu inevitabile. Comunque la questione è più complessa...
Storia Illustrata – Gennaio 1978
I processi alle streghe in Lombardia di Antonio Perria → Circa tre anni fa lessi un bel libro sulla caccia alle streghe in Europa (v. Libro molto citato) ed ero quindi curioso di scoprire eventuali differenze con quanto scritto in questo articolo. In realtà l'articolo è conforme a quanto già avevo letto: ha però il grosso merito di pubblicare stralci di un processo con le dichiarazioni della presunta strega prima e dopo la tortura. Raccapricciante.
Boscovich, nel settecento previde il futuro spaziale di Tullio Chersi → Ero incuriosito dal nome straniero: in realtà Ruggero Boscovich era un italiano di Ragusa (quella che adesso anche in Italia, credo più per ignoranza che per un mal indirizzato senso del politicamente corretto, viene chiamata Dubrovnik), uno scienziato gesuita sicuramente geniale ma anche dotato di un caratteraccio che gli attirò contro invidie e nemici. Come al solito il titolo dell'articolo è fuorviante...
Nell'antica Roma voto all'americana di Paolo Baldacci → Come al solito il titolo è un po' fuorviante, però l'articolo è interessante: in pratica l'elezione di alcune cariche avveniva considerando il voto delle varie tribù e non del totale dei cittadini votanti; il “trucco” stava nel fatto che la maggioranza della popolazione era raggruppata in poche tribù mentre i ricchi latifondisti erano suddivisi su molte altre. In pratica, con pochi voti, i ricchi riuscivano a controllare il voto di un numero maggiore di tribù del resto della popolazione. Tanti altri dettagli interessanti.
I modernisti e la Chiesa di Domenico Tarizzo → Come al solito amo confrontare opinioni diverse sullo stesso argomento: in Ultimisstoria 5 descrivevo infatti l'articolo Dissero “placet” al dogma dell'infallibilità mentre questo dà un'altra prospettiva sullo stesso tema: il problema della Chiesa nel tenere il passo con i tempi e i rapidi cambiamenti sociali ed economici del XIX secolo. Per i modernisti la Chiesa non aveva un origine divina (Gesù aveva annunciato l'avvento del Regno di Dio non della Chiesa!) ma storica e, per tanto, era suo dovere aggiornarsi e adeguarsi al nuovo mondo. Il Vaticano non era d'accordo...
Storia Illustrata – Maggio 1979 (numero speciale sui generali alleati)
Niente! Sì, sfogliato e letto qualcosa qua e là ma il mio interesse per la storia del XX secolo è limitato...
Conclusione: voglio provare a scrivere questa serie di pezzi in maniera più agile nella speranza di riuscire a rimettermi “in pari” e, per questo, lo chiudo qui...
Nota (*1): Temo che, nella peggiore tradizione italiana, i titoli degli articoli siano inventati dal redattore per fare “colpo” sui lettori: e, infatti, nel sommario all'inizio della rivista i titoli sono diversi. In questo caso anche il redattore deve aver capito poco o nulla dell'articolo...
domenica 22 maggio 2016
Giovane mistero
È risaputo che in Italia i giovani, seppur meritevoli e preparati, non trovano quasi nessuna opportunità lavorativa dignitosa se non hanno alle proprie spalle la raccomandazione giusta. I motivi sono molteplici (crisi, anti-meritocrazia, mentalità che mira a sfruttare piuttosto che puntare sulle risorse umane, etc...) ma la conseguenza principale è che si assiste a una nuova emigrazione dove i giovani più preparati, spesso laureati, se ne vanno all'estero dove possono trovare opportunità ormai semplicemente impensabili in Italia.
Da tempo, per tenermi informato, leggo il FattoQuotidiano.it dove, guarda caso, c'è una rubrica intitolata “Cervelli in fuga” che descrive le esperienze degli italiani emigrati all'estero. Eppure, proprio il FattoQuotidiano.it mi ha presentato un piccolo, anzi un giovane mistero...
L'anno scorso, leggendo gli editoriali, ho infatti scoperto che da qualche tempo il vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano” è un giovane di circa 32 anni, che già nel 2009 (a 25 anni) aveva il coordinamento delle notizie di economia dello stesso quotidiano.
Mi ha incuriosito questo rapido e fulgido esempio di rapida carriera in un settore così competitivo vista la scarsezza di posizioni disponibili.
Ho così provato a fare qualche ricerca in linea per saperne di più su questo giovane brillante: dato il nome, Stefano Feltri, ho subito pensato a una parentela col più famoso Vittorio Feltri ma, dalle poche informazioni trovate, ho scoperto che non è così...
E allora? Cosa distingue questo giovane da innumerevoli altri che vendono articoli ai giornali per poche decine di euro?
L'unica informazione significativa di Stefano Feltri che ho trovato su Wikipedia è la laurea in economia alla Bocconi che, rispetto alle altre università italiane, è sicuramente più cara anche se, apparentemente, non particolarmente formativa (*1). Ho quindi supposto che Stefano fosse un giovane rampollo di “buona famiglia”.
Eppure ho la sensazione che da sola neanche tale prestigiosa laurea sarebbe stata sufficiente a garantirne la carriera: siccome siamo in Italia l'unica spiegazione che mi viene in mente è che abbia potuto godere anche di qualche amicizia importante.
Come mio solito sono passato di sospetto in sospetto e mi sono quindi chiesto quale fosse il suo atteggiamento verso i “poteri forti”. Non trovando informazioni attendibili in linea ho pensato di giudicare basandomi sui suoi articoli (*2) più recenti (quelli del 2016) che si possono facilmente consultare da QUESTA pagina.
Il primo articolo che ho letto è Ue: Renzi-Juncker, il fallimento dei pugni sul tavolo (15 gennaio): interessante e ben scritto. Dà una possibile spiegazione della “strategia” europea di Renzi...
L'articolo successivo Europa, la schizofrenia necessaria (10 febbraio): è un po' il seguito dell'articolo precedente. Non mi piace però la cinica conclusione che sia normale per uno Stato votare in Europa contro gli interessi del proprio paese (vedi “Fiscal compact”).
Seguono lo stesso filone (economico-politico-europeo) gli articoli Bruxelles, fase 2: basta risse. Il piano minimo di Padoan (23 febbraio) e Debito pubblico, Juncker non farà da capro espiatorio (9 marzo).
Finalmente si cambia argomento in Confindustria cambia presidente. Ma per fare cosa? (23 marzo) che però è piuttosto superficiale e sbrigativo.
Probabilmente è molto interessante Banda larga, lo strano asse fra Renzi ed Enel (31 marzo) ma onestamente non l'ho capito! L'ho letto un po' troppo di fretta ed è piuttosto tecnico...
Ad aprile non c'era niente ma finalmente a maggio ho trovato qualcosa di interessante: Luigi Di Maio, il M5s e le logiche del potere (3 maggio). Elenco i punti che mi hanno colpito: 1a. la conclusione che Di Maio non sia controllato dai poteri forti; 1b idem per la Boschi; 2. ironia sui poteri forti e sul complotto “giudo-pluto-massonico” (*3); 3. la normalità della non trasparenza (i colloqui a porte chiuse, regola Chatam House); 4. Fico (M5S) politicamente sprovveduto.
L'articolo fa anche altre riflessioni (ad esempio sulla doppia anima del M5S) ma sono irrilevanti ai fini di questo mio pezzo. I primi tre punti, per quanto assolutamente non prove, sono comunque degli indizi su una certa affinità di pensiero (una comprensione e tolleranza) verso alcuni aspetti dei poteri forti: il muoversi dietro le quinte, i colloqui riservati, l'opinione sulla Boschi...
Il quarto punto (Fico) l'ho invece segnalato solo perché mi ha fatto sorridere: la conclusione di Feltri su Fico non è infatti troppo diversa dalla mia (v. finale di Casaleggio Jr – Pizza e poi?)...
Le promesse in malafede sui voucher (11 maggio): interessante ma irrilevante ai fini di questo mio pezzo.
Ho invece trovato divertente il breve Il Fatto Social Club: in genere Feltri sembra essere piuttosto scettico sull'esistenza dei “poteri forti”, spesso ricorre all'arma dell'ironia per ridicolizzare le teorie sui “complotti” eppure...
...Eppure Feltri, per giustificare come mai i lettori del FattoQuotidiano.it dovrebbero abbonarsi alla versione a pagamento, non riesce a trovare niente di meglio che dire che “Il Fatto Quotidiano” è indipendente proprio da quei poteri forti che non esistono!
Delle due l'una: o era in malafede in questo articolo oppure lo era in tutti gli altri. Per coerenza suppongo sia vera la prima opzione: probabilmente il direttore lo ha chiamato e gli ha detto qualcosa del tipo “Stefano, come vicedirettore dovresti scrivere un pezzo per giustificare l'abbonamento: scrivi che solo noi siamo indipendenti dai poteri forti...”!
E finalmente si arriva all'articolo che ha riacceso il mio interesse per Feltri: TTIP, soltanto propaganda (18 maggio).
In questo breve articolo Feltri si lamenta del fatto che Crozza, nella sua trasmissione comica, abbia disinformato sulla realtà del TTIP. Feltri non fornisce però spiegazioni su quale sarebbe la verità del TTIP e i lettori, nei commenti, lo criticano per questo.
Così in Ttip: cosa c’è davvero nel trattato, al netto delle balle (20 maggio) Feltri risponde ai lettori per giustificare le osservazioni scritte nell'articolo precedente.
Ma il titolo è fuorviante: al momento la bozza del TTIP, sebbene ancora non approvata, parla chiaro. Tutte le grida di allarme che da più parti (vedi questo interessante articolo di Grrenpeace BREAKING! TTIP leaks: Greenpeace Olanda rivela i testi segreti del TTIP) si sono levate sono veritiere. L'unica argomentazione di Feltri è che nessuno dei pericoli segnalati si materializzerà perché il Parlamento Europeo ha scritto un documento (vedi QUI) con raccomandazioni, vincolanti per la Commissione che sta trattando l'accordo, che vanno proprio a correggere i punti più controversi del TTIP. Feltri dice che se la Commissione accetta un accordo che viola queste raccomandazioni allora il Parlamento Europeo non lo sottoscriverà votandolo.
Le mie obiezioni al riguardo sono molteplici.
1. Al momento la bozza dell'accordo continua a comprendere tutti i pericoli segnalati da più parti: se le raccomandazioni del PE sono così “vincolanti” perché tali punti non sono già stati eliminati e, invece, evidentemente se ne discute ancora?
2. Le raccomandazioni, in quanto tali, non possono essere vincolanti: il PE in pratica dice “cercate di ottenere XXX, YYY e ZZZ...” ma un accordo, in quanto tale, è frutto di un compromesso. Sicuramente l'Europa non otterrà XXX, YYY e ZZZ ma solo XXX e poi VVV e KKK.
3. Si presume che i parlamentari europei si leggano tutto il trattato TTIP e poi votino secondo coscienza piuttosto che, semplicemente, ubbidire agli ordini di voto degli Stati d'appartenenza. Semplicemente inconcepibile.
Con questo articolo Feltri dimostra di essere sommamente ingenuo oppure in malafede.
La mia conclusione è non conclusiva: credo che per formazione (insegnamenti università Bocconi, ma anche con le sue frequentazioni e amicizie) Feltri sia vicino come pensiero ai “poteri forti” anche se forse non crede che esistano come entità a sé stanti.
Per questo motivo Feltri dà il meglio di sé quando può scrivere di Renzi e bacchettarne tutti i suoi pasticci; al contrario deve mangiare la foglia, quasi censurarsi, quando affronta altri temi perché i lettori del Fattoquotidiano sono di opinioni molto diverse dalle sue. Sul TTIP si è lasciato scappare un commento favorevole (anzi, lui ha scritto di essere “neutrale”...) ed è subito arrivato un maremoto di commenti indignati...
Credo che la verità su Feltri la vedremo nei prossimi anni: mi è parso abbastanza intelligente e informato per rendersi conto, nel giro di una decina d'anni, di quello che sta succedendo: allora vedremo se cercherà di smascherare la politica che va contro i cittadini oppure se ne diventerà complice con giustificazioni spurie. Anche nel caso che Feltri venga “promosso” al Corriere, Repubblica, RAI o Mediaset avremo ugualmente la nostra risposta senza bisogno che egli scriva nulla!
PS Suggerirei a Stefano Feltri di dare un'occhiata agli automi cellulari: lo aiuterebbero a capire come mai i “poteri forti” possono esistere senza bisogno di una struttura centrale che li guidi.
Nota (*1): Vedi la sezione sulle “controversie” sulla Bocconi e varie “voci” in rete...
Nota (*2): In realtà ho visto anche il video di un suo intervento pubblico (piuttosto interessante) su Youtube: mi ha dato l'impressione di un ragazzo timido (non deve essere un caso la mancanza di informazione personali in rete) ma anche preparato e intelligente.
Nota (*3): La sola menzione mi insospettisce: in un vecchio gioco in spagnolo i personaggi che più spesso ti tradivano erano marcati dalla scritta Habla de lealtad...
Da tempo, per tenermi informato, leggo il FattoQuotidiano.it dove, guarda caso, c'è una rubrica intitolata “Cervelli in fuga” che descrive le esperienze degli italiani emigrati all'estero. Eppure, proprio il FattoQuotidiano.it mi ha presentato un piccolo, anzi un giovane mistero...
L'anno scorso, leggendo gli editoriali, ho infatti scoperto che da qualche tempo il vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano” è un giovane di circa 32 anni, che già nel 2009 (a 25 anni) aveva il coordinamento delle notizie di economia dello stesso quotidiano.
Mi ha incuriosito questo rapido e fulgido esempio di rapida carriera in un settore così competitivo vista la scarsezza di posizioni disponibili.
Ho così provato a fare qualche ricerca in linea per saperne di più su questo giovane brillante: dato il nome, Stefano Feltri, ho subito pensato a una parentela col più famoso Vittorio Feltri ma, dalle poche informazioni trovate, ho scoperto che non è così...
E allora? Cosa distingue questo giovane da innumerevoli altri che vendono articoli ai giornali per poche decine di euro?
L'unica informazione significativa di Stefano Feltri che ho trovato su Wikipedia è la laurea in economia alla Bocconi che, rispetto alle altre università italiane, è sicuramente più cara anche se, apparentemente, non particolarmente formativa (*1). Ho quindi supposto che Stefano fosse un giovane rampollo di “buona famiglia”.
Eppure ho la sensazione che da sola neanche tale prestigiosa laurea sarebbe stata sufficiente a garantirne la carriera: siccome siamo in Italia l'unica spiegazione che mi viene in mente è che abbia potuto godere anche di qualche amicizia importante.
Come mio solito sono passato di sospetto in sospetto e mi sono quindi chiesto quale fosse il suo atteggiamento verso i “poteri forti”. Non trovando informazioni attendibili in linea ho pensato di giudicare basandomi sui suoi articoli (*2) più recenti (quelli del 2016) che si possono facilmente consultare da QUESTA pagina.
Il primo articolo che ho letto è Ue: Renzi-Juncker, il fallimento dei pugni sul tavolo (15 gennaio): interessante e ben scritto. Dà una possibile spiegazione della “strategia” europea di Renzi...
L'articolo successivo Europa, la schizofrenia necessaria (10 febbraio): è un po' il seguito dell'articolo precedente. Non mi piace però la cinica conclusione che sia normale per uno Stato votare in Europa contro gli interessi del proprio paese (vedi “Fiscal compact”).
Seguono lo stesso filone (economico-politico-europeo) gli articoli Bruxelles, fase 2: basta risse. Il piano minimo di Padoan (23 febbraio) e Debito pubblico, Juncker non farà da capro espiatorio (9 marzo).
Finalmente si cambia argomento in Confindustria cambia presidente. Ma per fare cosa? (23 marzo) che però è piuttosto superficiale e sbrigativo.
Probabilmente è molto interessante Banda larga, lo strano asse fra Renzi ed Enel (31 marzo) ma onestamente non l'ho capito! L'ho letto un po' troppo di fretta ed è piuttosto tecnico...
Ad aprile non c'era niente ma finalmente a maggio ho trovato qualcosa di interessante: Luigi Di Maio, il M5s e le logiche del potere (3 maggio). Elenco i punti che mi hanno colpito: 1a. la conclusione che Di Maio non sia controllato dai poteri forti; 1b idem per la Boschi; 2. ironia sui poteri forti e sul complotto “giudo-pluto-massonico” (*3); 3. la normalità della non trasparenza (i colloqui a porte chiuse, regola Chatam House); 4. Fico (M5S) politicamente sprovveduto.
L'articolo fa anche altre riflessioni (ad esempio sulla doppia anima del M5S) ma sono irrilevanti ai fini di questo mio pezzo. I primi tre punti, per quanto assolutamente non prove, sono comunque degli indizi su una certa affinità di pensiero (una comprensione e tolleranza) verso alcuni aspetti dei poteri forti: il muoversi dietro le quinte, i colloqui riservati, l'opinione sulla Boschi...
Il quarto punto (Fico) l'ho invece segnalato solo perché mi ha fatto sorridere: la conclusione di Feltri su Fico non è infatti troppo diversa dalla mia (v. finale di Casaleggio Jr – Pizza e poi?)...
Le promesse in malafede sui voucher (11 maggio): interessante ma irrilevante ai fini di questo mio pezzo.
Ho invece trovato divertente il breve Il Fatto Social Club: in genere Feltri sembra essere piuttosto scettico sull'esistenza dei “poteri forti”, spesso ricorre all'arma dell'ironia per ridicolizzare le teorie sui “complotti” eppure...
...Eppure Feltri, per giustificare come mai i lettori del FattoQuotidiano.it dovrebbero abbonarsi alla versione a pagamento, non riesce a trovare niente di meglio che dire che “Il Fatto Quotidiano” è indipendente proprio da quei poteri forti che non esistono!
Delle due l'una: o era in malafede in questo articolo oppure lo era in tutti gli altri. Per coerenza suppongo sia vera la prima opzione: probabilmente il direttore lo ha chiamato e gli ha detto qualcosa del tipo “Stefano, come vicedirettore dovresti scrivere un pezzo per giustificare l'abbonamento: scrivi che solo noi siamo indipendenti dai poteri forti...”!
E finalmente si arriva all'articolo che ha riacceso il mio interesse per Feltri: TTIP, soltanto propaganda (18 maggio).
In questo breve articolo Feltri si lamenta del fatto che Crozza, nella sua trasmissione comica, abbia disinformato sulla realtà del TTIP. Feltri non fornisce però spiegazioni su quale sarebbe la verità del TTIP e i lettori, nei commenti, lo criticano per questo.
Così in Ttip: cosa c’è davvero nel trattato, al netto delle balle (20 maggio) Feltri risponde ai lettori per giustificare le osservazioni scritte nell'articolo precedente.
Ma il titolo è fuorviante: al momento la bozza del TTIP, sebbene ancora non approvata, parla chiaro. Tutte le grida di allarme che da più parti (vedi questo interessante articolo di Grrenpeace BREAKING! TTIP leaks: Greenpeace Olanda rivela i testi segreti del TTIP) si sono levate sono veritiere. L'unica argomentazione di Feltri è che nessuno dei pericoli segnalati si materializzerà perché il Parlamento Europeo ha scritto un documento (vedi QUI) con raccomandazioni, vincolanti per la Commissione che sta trattando l'accordo, che vanno proprio a correggere i punti più controversi del TTIP. Feltri dice che se la Commissione accetta un accordo che viola queste raccomandazioni allora il Parlamento Europeo non lo sottoscriverà votandolo.
Le mie obiezioni al riguardo sono molteplici.
1. Al momento la bozza dell'accordo continua a comprendere tutti i pericoli segnalati da più parti: se le raccomandazioni del PE sono così “vincolanti” perché tali punti non sono già stati eliminati e, invece, evidentemente se ne discute ancora?
2. Le raccomandazioni, in quanto tali, non possono essere vincolanti: il PE in pratica dice “cercate di ottenere XXX, YYY e ZZZ...” ma un accordo, in quanto tale, è frutto di un compromesso. Sicuramente l'Europa non otterrà XXX, YYY e ZZZ ma solo XXX e poi VVV e KKK.
3. Si presume che i parlamentari europei si leggano tutto il trattato TTIP e poi votino secondo coscienza piuttosto che, semplicemente, ubbidire agli ordini di voto degli Stati d'appartenenza. Semplicemente inconcepibile.
Con questo articolo Feltri dimostra di essere sommamente ingenuo oppure in malafede.
La mia conclusione è non conclusiva: credo che per formazione (insegnamenti università Bocconi, ma anche con le sue frequentazioni e amicizie) Feltri sia vicino come pensiero ai “poteri forti” anche se forse non crede che esistano come entità a sé stanti.
Per questo motivo Feltri dà il meglio di sé quando può scrivere di Renzi e bacchettarne tutti i suoi pasticci; al contrario deve mangiare la foglia, quasi censurarsi, quando affronta altri temi perché i lettori del Fattoquotidiano sono di opinioni molto diverse dalle sue. Sul TTIP si è lasciato scappare un commento favorevole (anzi, lui ha scritto di essere “neutrale”...) ed è subito arrivato un maremoto di commenti indignati...
Credo che la verità su Feltri la vedremo nei prossimi anni: mi è parso abbastanza intelligente e informato per rendersi conto, nel giro di una decina d'anni, di quello che sta succedendo: allora vedremo se cercherà di smascherare la politica che va contro i cittadini oppure se ne diventerà complice con giustificazioni spurie. Anche nel caso che Feltri venga “promosso” al Corriere, Repubblica, RAI o Mediaset avremo ugualmente la nostra risposta senza bisogno che egli scriva nulla!
PS Suggerirei a Stefano Feltri di dare un'occhiata agli automi cellulari: lo aiuterebbero a capire come mai i “poteri forti” possono esistere senza bisogno di una struttura centrale che li guidi.
Nota (*1): Vedi la sezione sulle “controversie” sulla Bocconi e varie “voci” in rete...
Nota (*2): In realtà ho visto anche il video di un suo intervento pubblico (piuttosto interessante) su Youtube: mi ha dato l'impressione di un ragazzo timido (non deve essere un caso la mancanza di informazione personali in rete) ma anche preparato e intelligente.
Nota (*3): La sola menzione mi insospettisce: in un vecchio gioco in spagnolo i personaggi che più spesso ti tradivano erano marcati dalla scritta Habla de lealtad...
giovedì 19 maggio 2016
Bacche e shopping
Per evitare futuri imbarazzi devo iniziare con una premessa.
Io mi considero una persona molto creativa: la semplice varietà dei pezzi pubblicati su questo viario, mi pare, lo dimostra ampiamente. Anzi, non mi vanto della mia fantasia ma solo per modestia!
Eppure un amico che mi conosce bene mi ha ripreso un paio di volte accusandomi di aver “rubato” un'idea da altre fonti. A dire il vero le sue argomentazioni non mi hanno mai convinto del tutto ma comunque mi hanno dato materiale su cui riflettere.
Sono giunto alla conclusione, particolarmente palese leggendo i pezzi di questo viario, che quando leggo una teoria che condivido tendo a farla mia o, almeno, la integro così profondamente con ciò in cui già credo che mi diventa poi difficile individuare dove inizia e dove finisce quello che era il pensiero altrui...
Ad esempio ormai, sulla libertà di pensiero, non so più distinguere chiaramente la posizioni originale di John Stuart Mill dalla mia, lo stesso vale per le varie teorie sui miti, etc: probabilmente qualcosa di analogo mi accadrà fra qualche anno con Kant (*1)(*2).
Ho scritto questa lunga premessa perché sono particolarmente dubbioso di essere l'ideatore originale della seguente teoria. In genere non ho dubbi (magari sbagliandomi) ma in questo caso direi che c'è un buon 20% di probabilità che la provenienza della seguente idea non sia completamente mia.
La teoria non è niente di particolarmente profondo e, anzi, sarebbe forse più corretto chiamarla intuizione visto che non è basata su dati certi ma solo su osservazioni superficiali.
L'intuizione/teoria vuole dare una risposta alla domanda “Come mai le donne, a differenza degli uomini, amano fare shopping con le amiche?”
Uso il termine inglese shopping perché non mi viene in mente un equivalente italiano ugualmente espressivo: per shopping non intendo infatti il semplice “fare la spesa” quanto il vagare di negozio in negozio controllando attentamente il contenuto delle vetrine.
La mia (forse) teoria è che questo specifico comportamento femminile abbia origini ancestrali: quando l'umanità era formata da piccole tribù di cacciatori/raccoglitori, le donne andavano per boschi e praterie alla ricerca di bacche, frutta, radici e funghi. È ovvio però che non girovagavano a casaccio senza meta ma si dovevano ricordare esattamente i luoghi dove potevano trovare detto cibo: quando li raggiungevano prendevano quello che potevano e valutavano quando sarebbe stato il momento di ripassarci. E ovviamente camminavano sempre con gli occhi aperti pronte a scoprire nuove opportunità nella forma di nuove zone di raccolta.
E che differenza c'è fra il controllare i prezzi di una vetrina e il verificare la maturazione delle bacche di un cespuglio? O fra lo scorgere l'insegna di un nuovo negozio e il notare i fiori di un ciliegio nascosto da altra vegetazione?
Credo quindi che alle donne piaccia fare shopping perché viene loro istintivo e naturale. Parimenti gli uomini lo trovano frustrante perché non hanno lo stesso istinto e quindi considerano il “girare a vuoto” da negozio a negozio solo uno spreco di tempo...
Una teoria forse faceta ma che dà una giustificazione estremamente plausibile a una diversità di comportamento non facilmente spiegabile altrimenti.
Conclusione: ma non sarà una teoria un po' maschilista? Dipende: è maschilista supporre preferenze biologiche nel comportamento di uomini e donne?
Nota (*1): da questo punto di vista è particolarmente utile confrontare insieme i pezzi Abbasso le bugie bianche e Bugie a fin di bene scritto circa 5 anni prima, di cui non ricordavo neppure l'esistenza, e basato interamente sul mio pensiero visto che di Kant non sapevo niente!
Nel primo pezzo l'argomentazione di Kant è che le bugie sono sbagliate di per sé indipendentemente dalle conseguenze; nel pezzo di cinque anni fa invece la mia argomentazione principale è che l'uomo non ha né il diritto né le capacità per manipolare un'altra persona. Usando le parole di Kant l'uomo deve essere sempre considerato come un fine e mai come un mezzo. E questo è un altro dei capisaldi della morale kantiana.
Credo che, dopotutto, sia normale combinare insieme pensieri molto simili fra loro: e a quel punto diventa tutta “roba mia”! Ad esempio la distinzione fra il dovere kantiano e il dovere di KGB è praticamente inesistente: perché sforzarsi di ricordare sottili distinzioni nella forma d'espressione in cui tali concetti sono espressi?
Nota (*2): In realtà questa mia flessibilità e adattabilità mentale è qualcosa di cui sono molto contento: non ci vedo niente di sbagliato a cambiare opinione o, più correttamente, a evolverla considerando altre idee e punti di vista. Come ho scritto altrove è lo stesso approccio che mi rende vulnerabile nelle discussioni: cerco veramente di capire il punto di vista del mio antagonista per, eventualmente, accettarne alcuni punti ma, in tale tentativo, perdo temporaneamente il contatto con le mie idee!
Io mi considero una persona molto creativa: la semplice varietà dei pezzi pubblicati su questo viario, mi pare, lo dimostra ampiamente. Anzi, non mi vanto della mia fantasia ma solo per modestia!
Eppure un amico che mi conosce bene mi ha ripreso un paio di volte accusandomi di aver “rubato” un'idea da altre fonti. A dire il vero le sue argomentazioni non mi hanno mai convinto del tutto ma comunque mi hanno dato materiale su cui riflettere.
Sono giunto alla conclusione, particolarmente palese leggendo i pezzi di questo viario, che quando leggo una teoria che condivido tendo a farla mia o, almeno, la integro così profondamente con ciò in cui già credo che mi diventa poi difficile individuare dove inizia e dove finisce quello che era il pensiero altrui...
Ad esempio ormai, sulla libertà di pensiero, non so più distinguere chiaramente la posizioni originale di John Stuart Mill dalla mia, lo stesso vale per le varie teorie sui miti, etc: probabilmente qualcosa di analogo mi accadrà fra qualche anno con Kant (*1)(*2).
Ho scritto questa lunga premessa perché sono particolarmente dubbioso di essere l'ideatore originale della seguente teoria. In genere non ho dubbi (magari sbagliandomi) ma in questo caso direi che c'è un buon 20% di probabilità che la provenienza della seguente idea non sia completamente mia.
La teoria non è niente di particolarmente profondo e, anzi, sarebbe forse più corretto chiamarla intuizione visto che non è basata su dati certi ma solo su osservazioni superficiali.
L'intuizione/teoria vuole dare una risposta alla domanda “Come mai le donne, a differenza degli uomini, amano fare shopping con le amiche?”
Uso il termine inglese shopping perché non mi viene in mente un equivalente italiano ugualmente espressivo: per shopping non intendo infatti il semplice “fare la spesa” quanto il vagare di negozio in negozio controllando attentamente il contenuto delle vetrine.
La mia (forse) teoria è che questo specifico comportamento femminile abbia origini ancestrali: quando l'umanità era formata da piccole tribù di cacciatori/raccoglitori, le donne andavano per boschi e praterie alla ricerca di bacche, frutta, radici e funghi. È ovvio però che non girovagavano a casaccio senza meta ma si dovevano ricordare esattamente i luoghi dove potevano trovare detto cibo: quando li raggiungevano prendevano quello che potevano e valutavano quando sarebbe stato il momento di ripassarci. E ovviamente camminavano sempre con gli occhi aperti pronte a scoprire nuove opportunità nella forma di nuove zone di raccolta.
E che differenza c'è fra il controllare i prezzi di una vetrina e il verificare la maturazione delle bacche di un cespuglio? O fra lo scorgere l'insegna di un nuovo negozio e il notare i fiori di un ciliegio nascosto da altra vegetazione?
Credo quindi che alle donne piaccia fare shopping perché viene loro istintivo e naturale. Parimenti gli uomini lo trovano frustrante perché non hanno lo stesso istinto e quindi considerano il “girare a vuoto” da negozio a negozio solo uno spreco di tempo...
Una teoria forse faceta ma che dà una giustificazione estremamente plausibile a una diversità di comportamento non facilmente spiegabile altrimenti.
Conclusione: ma non sarà una teoria un po' maschilista? Dipende: è maschilista supporre preferenze biologiche nel comportamento di uomini e donne?
Nota (*1): da questo punto di vista è particolarmente utile confrontare insieme i pezzi Abbasso le bugie bianche e Bugie a fin di bene scritto circa 5 anni prima, di cui non ricordavo neppure l'esistenza, e basato interamente sul mio pensiero visto che di Kant non sapevo niente!
Nel primo pezzo l'argomentazione di Kant è che le bugie sono sbagliate di per sé indipendentemente dalle conseguenze; nel pezzo di cinque anni fa invece la mia argomentazione principale è che l'uomo non ha né il diritto né le capacità per manipolare un'altra persona. Usando le parole di Kant l'uomo deve essere sempre considerato come un fine e mai come un mezzo. E questo è un altro dei capisaldi della morale kantiana.
Credo che, dopotutto, sia normale combinare insieme pensieri molto simili fra loro: e a quel punto diventa tutta “roba mia”! Ad esempio la distinzione fra il dovere kantiano e il dovere di KGB è praticamente inesistente: perché sforzarsi di ricordare sottili distinzioni nella forma d'espressione in cui tali concetti sono espressi?
Nota (*2): In realtà questa mia flessibilità e adattabilità mentale è qualcosa di cui sono molto contento: non ci vedo niente di sbagliato a cambiare opinione o, più correttamente, a evolverla considerando altre idee e punti di vista. Come ho scritto altrove è lo stesso approccio che mi rende vulnerabile nelle discussioni: cerco veramente di capire il punto di vista del mio antagonista per, eventualmente, accettarne alcuni punti ma, in tale tentativo, perdo temporaneamente il contatto con le mie idee!
martedì 17 maggio 2016
Casaleggio Jr. - Pizza, e poi?
Cosa succede nel M5S? Dove sta andando?
In verità non ho risposte certe a queste domande: mi piacerebbe saperlo ma, oramai, non ho più il polso della situazione dall'interno come l'avevo lo scorso anno e, contemporaneamente, seguo poco le notizie di cronaca che lo riguardano. Delle tendenze si riescono comunque a intravedere...
L'ultima volta che scrissi del M5S detti il mio punto di vista sul dopo Casaleggio (v. Il dopo Casaleggio): in pratica, in tutti i possibili scenari che mi vennero in mente, vi era uno scontro sotterraneo fra Casaleggio Jr e il direttorio nella persona di Di Maio. Anticipai che gli unici segnali visibili del dissidio interno sarebbero stati gli articoli sul “Blog di Beppe Grillo” in contrasto più o meno marcato con le dichiarazioni ai giornali dei vari membri del direttorio.
Accennai poi brevemente anche all'incontro fra la Raggi e Caselleggio Jr (v. il corto Allucinante!). In passato avevo dato sempre per scontato che il M5S non volesse vincere nessun sindaco importante, di un capoluogo di regione per intenderci. Un sindaco di una grande città avrebbe avuto troppa visibilità e, con la propria presenza, tolto spazio a Casaleggio e direttorio: ero quindi sicuro che, paradossalmente, i vertici del M5S avrebbero fatto di tutto per sabotare l'elezione del proprio candidato. Prevedevo infatti che, se i sondaggi fossero stati favorevoli al candidato pentastellato, a poche settimane o giorni dalle elezioni ci sarebbero state le consuete dichiarazioni di Grillo tese a impaurire l'elettorato moderato: dichiarazioni che ai fedelissimi sarebbero parse coerenti e giustificabili ma che avrebbero facilmente prestato il fianco all'attacco dei media. Alle scorse elezioni è quasi sempre andata così.
La morte di Casaleggio potrebbe però aver cambiato qualcosa in questo senso: Casaleggio Jr. può contare solo sull'appoggio di Grillo (per l'amicizia col padre) ma non può fidarsi dei membri del direttorio (vedi poi per una probabile eccezione di scarsa importanza) e, per questo, per consolidare la propria posizione, gli farebbe comodo un alleato potente. Cosa meglio della sindaca di Roma? Io lessi in questo senso, in un cambiamento di strategia, le parole che la Raggi si lasciò sfuggire nell'intervista del FattoQuotidiano.it (v. Allucinante!): la sua campagna elettorale non sarebbe stata boicottata.
Le elezioni amministrative sono il prossimo 5 giugno: si entra quindi nel periodo determinante dove l'elettorato incerto decide per chi votare... e Grillo, improvvisamente uscito dal suo letargo politico, sembra già star scaldando i “motori” con la dichiarazione sul nuovo sindaco di Londra equiparato a un potenziale terrorista. Non ho letto i dettagli di questa storia ma sono sicuro che gli attivisti del M5S lo giustificheranno dicendo che si tratta di parole estratte dal loro contesto (“solo uno scherzo...”, “ha detto anche...”, etc) ma è altrettanto vero che la stampa ci va a nozze e, sicuramente, qualche voto moderato l'avrà già fatto perdere.
Comunque i prossimi giorni saranno decisivi per capire se i vertici del M5S vogliono “sabotare” o no i propri candidati alle amministrative. Onestamente non lo so: Casaleggio Jr avrebbe sicuramente bisogno di un alleato che gli faccia da “sponda” contro il direttorio ma Roma potrebbe essere un boccone troppo grosso e, non mi stupirei se avesse ricevuto pressioni per far vincere un candidato avversario...
Più in generale resto convinto che il M5S non voglia vincere le elezioni nazionali. Se infatti lo volesse sarebbe facilissimo: basterebbe che facesse dell'opposizione reale e non virtuale come adesso. Nel parlamento la maggioranza di Renzi non vuole dialogare? Benissimo: e io, M5S, ti sposto il confronto politico nelle piazze. Gli argomenti su cui protestare ce ne sarebbero a decine, si coinvolgerebbe tutta quella parte della società che vede la sterilità politica del M5S e, alle elezioni, vincerebbe col 50% dei voti invece di arrancare dietro al PD. Invece no: alla vera opposizione si preferiscono le buffonate in parlamento e gli ululati sul blog... Renzi finge di indignarsene ma a lui va benissimo così...
E Di Battista?
Sempre in nel pezzo Il dopo Casaleggio avevo accennato a una mia teoria su di lui di cui poi non ho più scritto. Vedo di rimediare adesso.
Di Battista ha dei meriti reali: il suo percorso di impegno sociale è concreto e va tutto a suo merito.
Eppure fonti attendibili mi raccontarono un episodio che lo vide protagonista dove parrebbe che egli sappia usare la propria emotività come un attore e che, in realtà, sia molto più scaltro e astuto di quanto non voglia far credere.
Se davvero fosse così (non ne sono assolutamente sicuro, non ho abbastanza dati) allora non mi stupirei se l'aver mandato “avanti” Di Maio non fosse stata una sua idea: immaginiamo infatti che lo scontro fra Casaleggio Jr e Di Maio si accenda (e prima o poi succederà) spaccando in due il movimento, allora chi meglio di lui potrebbe fare da mediatore? Ammorbidire la posizione del direttorio per avvicinarsi alle idee del “Blog di Grillo” (cioè di Caleggio Jr) al modico prezzo della testa (politica!) di Di Maio e, in pratica, sostituendolo come principale uomo immagine e ottenendo anche la gratitudine di Casaleggio Jr e Grillo...
Fantapolitica? Forse...
E poi c'è la vicenda Pizzarotti...
Anche di questa non conosco i dettagli di cronaca giudiziaria né mi interessano troppo. Era chiaro che i vertici del M5S avrebbero cercato di prendere la palla al balzo per togliersi di mezzo questa fastidiosa personalità: eppure può darsi che abbiano commesso un errore strategico, vediamo perché.
Pizzarotti è una delle poche personalità del M5S di cui mi fido, trovandolo non solo onesto ma anche capace, che abbia anche un notevole senso politico. Nelle precedenti “tempeste” con i vertici del movimento si era sempre piegato, stando ben attento a rimanere nell'“ortodossia”. Pizzarotti aveva capito che se se ne fosse andato sbattendo la porta si sarebbe ben presto trovato isolato perché la maggioranza degli attivisti, non conoscendo bene la situazione, avrebbe finito per credere alle parole del “Blog di Grillo” e lo avrebbe considerato un traditore. Contemporaneamente doveva evitare spaccature con i vertici del M5S per mantenere la propria giunta in piedi: io credo che Pizzarotti abbia ingoiato parecchi rospi per il bene di Parma.
Insomma la linea politica di Pizzarotti è chiara: lui non vuole andarsene di sua iniziativa ma vuole essere espulso e vuole far durare il “processo” del M5S il più a lungo possibile e in maniera più trasparente possibile. Vuole cioè avere il maggior risalto possibile per dimostrare che la sua espulsione è ingiusta, contraddittoria, non trasparente e illegale anche alla luce delle poche pseudo regole del movimento.
In questa maniera spera forse di dar vita a una vera opposizione interna al movimento (se alla fine non dovesse venire espulso) oppure a un nuovo soggetto politico: sebbene infatti il M5S sia dato in lenta crescita sono convinto che gli attivisti, quelli che sul territorio si impegnano dandosi da fare, siano in costante calo rendendosi sempre più conto che il movimento ha tradito i propri principi. Queste persone che hanno incominciato a impegnarsi seriamente al bene pubblico vorrebbero continuare a dare il proprio contributo ma, al momento, non hanno una sponda politica alla quale appoggiarsi e in cui riflettersi. Io credo che Pizzarotti abbia le capacità e le energie per fondare qualcosa del genere ma per massimizzare il numero di aderenti di area pentastellata deve essere espulso in maniera palesemente ingiusta.
Incidentalmente ho notato anche un piccolo particolare che forse è sfuggito ai più: avete notato la dichiarazione di Pizzarotti in cui dice di “star preparando la propria difesa insieme alla giunta”?
È evidente che lui è l'unico a essere “sotto processo” e sarebbe quindi normale che si preparasse la difesa per proprio conto (insieme magari a un avvocato e qualche collaboratore fidato). Perché quindi coinvolge la giunta? Il motivo è politico: per evitare spaccature interne e, anzi, compattare gli altri attivisti intorno a sé Pizzarotti vuole far sentire anche tutti i propri collaboratori ingiustamente attaccati. Il sindaco di Parma vuole cioè far passare l'idea di non essere solo lui sul banco degli imputati ma tutta la sua giunta: è una tecnica comune quella di superare le divergenze interne affrontando (e talvolta creando) un nemico esterno... Di nuovo questa mi pare una prova evidente dell'intelligenza politica di Pizzarotti.
Credo che i vertici del movimento abbiano fatto un errore perché qualsiasi esito avrà questa vicenda sarà per essi sfavorevole. Se alla fine espellessero Pizzarotti si troverebbero a breve un “movimento dei sindaci” (o altro nome!) che, se ben sviluppato e diretto, potrebbe erodere grandemente il consenso del M5S. Se invece Pizzarotti non venisse espulso allora i vertici (Casaleggio Jr e il direttorio, anche se questo mi è parso più defilato nella vicenda) ne sarebbero seriamente indeboliti nella loro autorità e prestigio.
Io credo che alla fine Pizzarotti verrà espulso: per evitare il dibattito pubblico (a cui mira il sindaco di Parma) può darsi che si ricorra a un improvviso voto della rete (dall'esito scontato o comunque manipolato) per limitare i danni e tagliare (subito) la testa al toro. Vedremo...
Per terminare questa panoramica sul M5S vorrei aggiungere una mia personale intuizione (*1): credo che dalla parte di Casaleggio Jr ci sia anche il membro del direttorio Fico. Me lo fanno pensare alcune dichiarazioni di quest'ultimo. Il problema di Casaleggio Jr è che gli alleati dalle scarse capacità hanno anche scarso valore...
Conclusione: ci avviamo in una fase politica turbolenta, non solo per il M5S ma per l'Italia. Speriamo che dalla vicenda Pizzarotti possa almeno nascere una flebile speranza per il bene di tutti...
Nota (*1): che potrebbe anche essere completamente errata!
In verità non ho risposte certe a queste domande: mi piacerebbe saperlo ma, oramai, non ho più il polso della situazione dall'interno come l'avevo lo scorso anno e, contemporaneamente, seguo poco le notizie di cronaca che lo riguardano. Delle tendenze si riescono comunque a intravedere...
L'ultima volta che scrissi del M5S detti il mio punto di vista sul dopo Casaleggio (v. Il dopo Casaleggio): in pratica, in tutti i possibili scenari che mi vennero in mente, vi era uno scontro sotterraneo fra Casaleggio Jr e il direttorio nella persona di Di Maio. Anticipai che gli unici segnali visibili del dissidio interno sarebbero stati gli articoli sul “Blog di Beppe Grillo” in contrasto più o meno marcato con le dichiarazioni ai giornali dei vari membri del direttorio.
Accennai poi brevemente anche all'incontro fra la Raggi e Caselleggio Jr (v. il corto Allucinante!). In passato avevo dato sempre per scontato che il M5S non volesse vincere nessun sindaco importante, di un capoluogo di regione per intenderci. Un sindaco di una grande città avrebbe avuto troppa visibilità e, con la propria presenza, tolto spazio a Casaleggio e direttorio: ero quindi sicuro che, paradossalmente, i vertici del M5S avrebbero fatto di tutto per sabotare l'elezione del proprio candidato. Prevedevo infatti che, se i sondaggi fossero stati favorevoli al candidato pentastellato, a poche settimane o giorni dalle elezioni ci sarebbero state le consuete dichiarazioni di Grillo tese a impaurire l'elettorato moderato: dichiarazioni che ai fedelissimi sarebbero parse coerenti e giustificabili ma che avrebbero facilmente prestato il fianco all'attacco dei media. Alle scorse elezioni è quasi sempre andata così.
La morte di Casaleggio potrebbe però aver cambiato qualcosa in questo senso: Casaleggio Jr. può contare solo sull'appoggio di Grillo (per l'amicizia col padre) ma non può fidarsi dei membri del direttorio (vedi poi per una probabile eccezione di scarsa importanza) e, per questo, per consolidare la propria posizione, gli farebbe comodo un alleato potente. Cosa meglio della sindaca di Roma? Io lessi in questo senso, in un cambiamento di strategia, le parole che la Raggi si lasciò sfuggire nell'intervista del FattoQuotidiano.it (v. Allucinante!): la sua campagna elettorale non sarebbe stata boicottata.
Le elezioni amministrative sono il prossimo 5 giugno: si entra quindi nel periodo determinante dove l'elettorato incerto decide per chi votare... e Grillo, improvvisamente uscito dal suo letargo politico, sembra già star scaldando i “motori” con la dichiarazione sul nuovo sindaco di Londra equiparato a un potenziale terrorista. Non ho letto i dettagli di questa storia ma sono sicuro che gli attivisti del M5S lo giustificheranno dicendo che si tratta di parole estratte dal loro contesto (“solo uno scherzo...”, “ha detto anche...”, etc) ma è altrettanto vero che la stampa ci va a nozze e, sicuramente, qualche voto moderato l'avrà già fatto perdere.
Comunque i prossimi giorni saranno decisivi per capire se i vertici del M5S vogliono “sabotare” o no i propri candidati alle amministrative. Onestamente non lo so: Casaleggio Jr avrebbe sicuramente bisogno di un alleato che gli faccia da “sponda” contro il direttorio ma Roma potrebbe essere un boccone troppo grosso e, non mi stupirei se avesse ricevuto pressioni per far vincere un candidato avversario...
Più in generale resto convinto che il M5S non voglia vincere le elezioni nazionali. Se infatti lo volesse sarebbe facilissimo: basterebbe che facesse dell'opposizione reale e non virtuale come adesso. Nel parlamento la maggioranza di Renzi non vuole dialogare? Benissimo: e io, M5S, ti sposto il confronto politico nelle piazze. Gli argomenti su cui protestare ce ne sarebbero a decine, si coinvolgerebbe tutta quella parte della società che vede la sterilità politica del M5S e, alle elezioni, vincerebbe col 50% dei voti invece di arrancare dietro al PD. Invece no: alla vera opposizione si preferiscono le buffonate in parlamento e gli ululati sul blog... Renzi finge di indignarsene ma a lui va benissimo così...
E Di Battista?
Sempre in nel pezzo Il dopo Casaleggio avevo accennato a una mia teoria su di lui di cui poi non ho più scritto. Vedo di rimediare adesso.
Di Battista ha dei meriti reali: il suo percorso di impegno sociale è concreto e va tutto a suo merito.
Eppure fonti attendibili mi raccontarono un episodio che lo vide protagonista dove parrebbe che egli sappia usare la propria emotività come un attore e che, in realtà, sia molto più scaltro e astuto di quanto non voglia far credere.
Se davvero fosse così (non ne sono assolutamente sicuro, non ho abbastanza dati) allora non mi stupirei se l'aver mandato “avanti” Di Maio non fosse stata una sua idea: immaginiamo infatti che lo scontro fra Casaleggio Jr e Di Maio si accenda (e prima o poi succederà) spaccando in due il movimento, allora chi meglio di lui potrebbe fare da mediatore? Ammorbidire la posizione del direttorio per avvicinarsi alle idee del “Blog di Grillo” (cioè di Caleggio Jr) al modico prezzo della testa (politica!) di Di Maio e, in pratica, sostituendolo come principale uomo immagine e ottenendo anche la gratitudine di Casaleggio Jr e Grillo...
Fantapolitica? Forse...
E poi c'è la vicenda Pizzarotti...
Anche di questa non conosco i dettagli di cronaca giudiziaria né mi interessano troppo. Era chiaro che i vertici del M5S avrebbero cercato di prendere la palla al balzo per togliersi di mezzo questa fastidiosa personalità: eppure può darsi che abbiano commesso un errore strategico, vediamo perché.
Pizzarotti è una delle poche personalità del M5S di cui mi fido, trovandolo non solo onesto ma anche capace, che abbia anche un notevole senso politico. Nelle precedenti “tempeste” con i vertici del movimento si era sempre piegato, stando ben attento a rimanere nell'“ortodossia”. Pizzarotti aveva capito che se se ne fosse andato sbattendo la porta si sarebbe ben presto trovato isolato perché la maggioranza degli attivisti, non conoscendo bene la situazione, avrebbe finito per credere alle parole del “Blog di Grillo” e lo avrebbe considerato un traditore. Contemporaneamente doveva evitare spaccature con i vertici del M5S per mantenere la propria giunta in piedi: io credo che Pizzarotti abbia ingoiato parecchi rospi per il bene di Parma.
Insomma la linea politica di Pizzarotti è chiara: lui non vuole andarsene di sua iniziativa ma vuole essere espulso e vuole far durare il “processo” del M5S il più a lungo possibile e in maniera più trasparente possibile. Vuole cioè avere il maggior risalto possibile per dimostrare che la sua espulsione è ingiusta, contraddittoria, non trasparente e illegale anche alla luce delle poche pseudo regole del movimento.
In questa maniera spera forse di dar vita a una vera opposizione interna al movimento (se alla fine non dovesse venire espulso) oppure a un nuovo soggetto politico: sebbene infatti il M5S sia dato in lenta crescita sono convinto che gli attivisti, quelli che sul territorio si impegnano dandosi da fare, siano in costante calo rendendosi sempre più conto che il movimento ha tradito i propri principi. Queste persone che hanno incominciato a impegnarsi seriamente al bene pubblico vorrebbero continuare a dare il proprio contributo ma, al momento, non hanno una sponda politica alla quale appoggiarsi e in cui riflettersi. Io credo che Pizzarotti abbia le capacità e le energie per fondare qualcosa del genere ma per massimizzare il numero di aderenti di area pentastellata deve essere espulso in maniera palesemente ingiusta.
Incidentalmente ho notato anche un piccolo particolare che forse è sfuggito ai più: avete notato la dichiarazione di Pizzarotti in cui dice di “star preparando la propria difesa insieme alla giunta”?
È evidente che lui è l'unico a essere “sotto processo” e sarebbe quindi normale che si preparasse la difesa per proprio conto (insieme magari a un avvocato e qualche collaboratore fidato). Perché quindi coinvolge la giunta? Il motivo è politico: per evitare spaccature interne e, anzi, compattare gli altri attivisti intorno a sé Pizzarotti vuole far sentire anche tutti i propri collaboratori ingiustamente attaccati. Il sindaco di Parma vuole cioè far passare l'idea di non essere solo lui sul banco degli imputati ma tutta la sua giunta: è una tecnica comune quella di superare le divergenze interne affrontando (e talvolta creando) un nemico esterno... Di nuovo questa mi pare una prova evidente dell'intelligenza politica di Pizzarotti.
Credo che i vertici del movimento abbiano fatto un errore perché qualsiasi esito avrà questa vicenda sarà per essi sfavorevole. Se alla fine espellessero Pizzarotti si troverebbero a breve un “movimento dei sindaci” (o altro nome!) che, se ben sviluppato e diretto, potrebbe erodere grandemente il consenso del M5S. Se invece Pizzarotti non venisse espulso allora i vertici (Casaleggio Jr e il direttorio, anche se questo mi è parso più defilato nella vicenda) ne sarebbero seriamente indeboliti nella loro autorità e prestigio.
Io credo che alla fine Pizzarotti verrà espulso: per evitare il dibattito pubblico (a cui mira il sindaco di Parma) può darsi che si ricorra a un improvviso voto della rete (dall'esito scontato o comunque manipolato) per limitare i danni e tagliare (subito) la testa al toro. Vedremo...
Per terminare questa panoramica sul M5S vorrei aggiungere una mia personale intuizione (*1): credo che dalla parte di Casaleggio Jr ci sia anche il membro del direttorio Fico. Me lo fanno pensare alcune dichiarazioni di quest'ultimo. Il problema di Casaleggio Jr è che gli alleati dalle scarse capacità hanno anche scarso valore...
Conclusione: ci avviamo in una fase politica turbolenta, non solo per il M5S ma per l'Italia. Speriamo che dalla vicenda Pizzarotti possa almeno nascere una flebile speranza per il bene di tutti...
Nota (*1): che potrebbe anche essere completamente errata!
Iscriviti a:
Post (Atom)