Oggi quando mi sono denudato per fare la doccia ho gettato nel terrore lo spogliatoio degli uomini.
…
Un passo indietro: ieri sera dopo cena sono andato a una riunione e sono tornato poco dopo mezzanotte; sfortunatamente avevo dimenticato accesa la luce sopra la porta d'ingresso e, al mio ritorno, c'erano dozzine e dozzine di strane falene: grosse come piccole noci e dall'aspetto di scarafaggi volanti; nelle vicinanze della porta avevo lasciato la borsa della palestra aperta per farla asciugare; e questi sono tutti gli elementi che basta sapere!
…
Tornando a oggi: evidentemente uno di questi animaletti era finito nella mia borsa e, quando l'ho aperta per cambiarmi, ne ha approfittato per saltare fuori e volare goffamente per lo spogliatoio facendo sobbalzare chi se lo vedeva passare vicino e magari sbattere addosso!
Altro saggio - 30/4/2013
Qualche giorno fa ho finito anche il secondo saggio di L'uomo e i suoi simboli. Qualcosa ho capito ma non troppo. Siccome anche gli altri saggi che compongono il libro non sono stati scritti da Jung, ho deciso di interrompere qui la lettura.
La parte più interessante sono gli esempi di archetipi mitologici sognati dai pazienti: comunque mi sembra già chiaramente percettibile la sensibilità enormemente minore rispetto a Jung. Molte interpretazioni mi sono parse forzate...
Quasi pronto - 30/4/2013
Il pezzo matematico di cui accennavo nel corto Calcolando è pronto: ancora non l'ho pubblicato perché ho deciso di allegarvi un programmino Java che implementa effettivamente l'algoritmo che descrivo.
Se domani non mi metto a fare altre cose penso di farcela a finirlo e a pubblicare tutto...
Apuleiata 18 - 1/5/2013
Ho già scritto dell'umorismo di Apuleio eppure continuo a stupirmi per la sua raffinatezza.
Dal capitolo 34 del X libro (L'asino d'oro (le trasformazioni) di Apuleio, Ed. BUR, 1955, trad. Claudio Annaratone):
Apuleio, sempre trasformato in asino, è divenuto famoso per la sua capacità di intrattenere le donne. Viene così trasportato in un anfiteatro dove, per divertire il pubblico, dovrà congiungersi con una condannata a morte...
«Io però, a parte la vergogna di dover consumare delle nozze in pubblico, e oltre al fatto di esser esposto all'impuro contatto di una donna scellerata, mi sentivo nell'intimo straziare dalla paura, perché mi pareva d'andar a morte. Almanaccavo infatti tra me: “Poniamo che, mentre siamo uniti nell'amplesso di Venere, una belva venga sguinzagliata addosso alla donna per divorarla, l'animale non potrebbe mai esser dotato di accortezza o addestrato con abilità o capace di sobrietà, quanto basti per dilaniare la donna al mio fianco e risparmiare invece me, nella mia qualità d'innocente e d'incensurato”.»
Conclusione - 3/5/2013
Quando scrissi il pezzo Pezzo giusto per ieri avrei voluto terminarlo con un proverbio latino che mi sembrava molto appropriato.
Sfortunatamente, come mi succede spesso, non ero riuscito a ritrovarlo e avevo così deciso di farne a meno...
Oggi l'ho ritrovato e ho deciso di dargli maggior risalto pubblicandolo in questo corto invece di limitarmi a modificare il vecchio intervento. Il proverbio è questo:
«Quis patrem laudet, nisi proles indigna laudis?» - Erasmo
martedì 30 aprile 2013
lunedì 29 aprile 2013
Quiete dopo tempesta
Dopo i giorni drammatici del pezzo Lezione LIII mi sono lentamente ripreso...
Col pattern ho ripreso ad aumentare la velocità seppur non ad ogni esercitazione: ho ancora qualche problema col nuovo giro (C#|D#|G#|Fm) ma non per gli accorti in sé stessi ma perché il pollice sinistro, per qualche motivo, si stanca immediatamente e mi blocca la mano. Sospetto un difetto d'impugnatura: chiederò al maestro...
Con Vodka riesco nuovamente a fare la parte iniziale, inclusi il nuovo giro e i vecchi PC in posizioni più difficili. Il ponte però è veramente difficile: adesso lo suono a una velocità ridotta del 24% ma senza nemmeno provare a suonare la corda a vuoto; anche perché poi, nonostante il mio scarso orecchio, mi sono reso conto che il resto dello spartito il maestro me lo ha comunque semplificato: una semplificazione ulteriore cambia poco...
Finalmente progressi con il passaggio maledetto di Breaking the law!! La tecnica di suonare sopra il brano originale rallentato (adesso sono al -11%) sta funzionando: non mi è chiaro il processo mentale ma faccio meno fatica a tenere il conto delle plettrate e, in caso di difficoltà, vado a orecchio senza perdere il tempo. Certo poi a rimettere tutto insieme ci saranno nuovi problemi: però il fatto di essere in grado di risolverli separatamente mi tranquillizza.
Pirate Song di Alestorm è effettivamente facile: una volta imparata la sequenza degli accordi è semplice andare a tempo. Suono già l'introduzione e le prime tre strofe sopra la musica reale.
Con molta pazienza sto progredendo anche con Trollhammeren dei Finntroll. Mi è occorso qualche giorno per digerire l'eliminazione dello slide e lo spostamento di una nota da un tasto all'altro ma poi ho ripreso ad aumentare la velocità. Sono ancora a -21% ma è già la melodia più veloce che suono (e oltretutto è complicata da due hammer on e un pull off).
Insomma, passata la crisi, l'unico ostacolo che appare realmente insormontabile è il ponte di Vodka e, probabilmente, riuscire a suonare l'introduzione di Trollhammeren a velocità reale...
Credo che concausa dei miei progressi sempre più lenti sia il calo nella mia dedizione allo studio: allenarsi ogni due giorni, almeno per me, non è sufficiente per miglioramenti sensibili.
Questa settimana voglio provare a fare uno sforzo extra per studiare quotidianamente...
Col pattern ho ripreso ad aumentare la velocità seppur non ad ogni esercitazione: ho ancora qualche problema col nuovo giro (C#|D#|G#|Fm) ma non per gli accorti in sé stessi ma perché il pollice sinistro, per qualche motivo, si stanca immediatamente e mi blocca la mano. Sospetto un difetto d'impugnatura: chiederò al maestro...
Con Vodka riesco nuovamente a fare la parte iniziale, inclusi il nuovo giro e i vecchi PC in posizioni più difficili. Il ponte però è veramente difficile: adesso lo suono a una velocità ridotta del 24% ma senza nemmeno provare a suonare la corda a vuoto; anche perché poi, nonostante il mio scarso orecchio, mi sono reso conto che il resto dello spartito il maestro me lo ha comunque semplificato: una semplificazione ulteriore cambia poco...
Finalmente progressi con il passaggio maledetto di Breaking the law!! La tecnica di suonare sopra il brano originale rallentato (adesso sono al -11%) sta funzionando: non mi è chiaro il processo mentale ma faccio meno fatica a tenere il conto delle plettrate e, in caso di difficoltà, vado a orecchio senza perdere il tempo. Certo poi a rimettere tutto insieme ci saranno nuovi problemi: però il fatto di essere in grado di risolverli separatamente mi tranquillizza.
Pirate Song di Alestorm è effettivamente facile: una volta imparata la sequenza degli accordi è semplice andare a tempo. Suono già l'introduzione e le prime tre strofe sopra la musica reale.
Con molta pazienza sto progredendo anche con Trollhammeren dei Finntroll. Mi è occorso qualche giorno per digerire l'eliminazione dello slide e lo spostamento di una nota da un tasto all'altro ma poi ho ripreso ad aumentare la velocità. Sono ancora a -21% ma è già la melodia più veloce che suono (e oltretutto è complicata da due hammer on e un pull off).
Insomma, passata la crisi, l'unico ostacolo che appare realmente insormontabile è il ponte di Vodka e, probabilmente, riuscire a suonare l'introduzione di Trollhammeren a velocità reale...
Credo che concausa dei miei progressi sempre più lenti sia il calo nella mia dedizione allo studio: allenarsi ogni due giorni, almeno per me, non è sufficiente per miglioramenti sensibili.
Questa settimana voglio provare a fare uno sforzo extra per studiare quotidianamente...
venerdì 26 aprile 2013
Pezzo giusto per ieri
Non so se pubblicherò questo pezzo.
Affronto, anzi mi schiero contro, un qualcosa che a mio avviso è stato ingiustamente sacralizzato. Quando si attacca un qualcosa di sacro la reazione dei credenti, irrazionali verso ogni critica al loro oggetto di culto, è quella di reagire istericamente.
Questo è il motivo per cui non sono sicuro di voler pubblicare questo pezzo: essenzialmente io scrivo questo viario (*1) per me stesso e, sebbene non mi dispiaccia un contraddittorio sereno con i miei lettori, non ho assolutamente voglia di perdere tempo a difendere le mie idee da chi, per fede più che per ragione, non ha nessuna intenzione di starmi ad ascoltare...
In effetti già un paio di anni fa, con molta premura, scrissi il pezzo Post scomodo e non ho intenzione di ripetere adesso le perplessità che avevo allora e che tuttora ho.
La “sacra verità” da me non condivisa, e che puntualmente viene strombazzata a ogni 25 aprile, è l'affermazione che i partigiani abbiano liberato l'Italia dal nazifascismo.
La verità è che l'Italia fu liberata dalla V armata statunitense e dall'VIII armata inglese: il contributo militare dato dai partigiani alla sconfitta del nazifascismo in Italia fu molto modesto. Altro discorso è il valore politico che ebbe questa organizzazione nel dimostrare che non tutti gli italiani si riconoscevano nel fascismo.
A dimostrazione della mia affermazione metto l'articolo di wikipedia inglese Italian Campaign – World War II: in questa pagina, sintetica ma non troppo, sono riassunte le varie fasi della guerra in Italia. Le uniche menzioni dei partigiani che ho trovato sono due: «In the winter and spring of 1944–45, extensive partisan activity in Northern Italy took place. As there were two Italian governments during this period, (one on each side of the war), the struggle took on some characteristics of a civil war.[citation needed]» e «By 25 April, the Italian Partisans' Committee of Liberation declared a general uprising...». In tutto 4 righe su, a occhio, circa 200...
In altre parole dire che l'Italia è stata liberata dai partigiani equivale a dire che Saddam Hussein è stato deposto grazie agli sforzi dei ribelli sciiti.
Per quale motivo c'è stata questa mistificazione storica? Non sono un esperto del periodo storico ma suppongo che l'allora PCI volesse capitalizzare al massimo il valore politico della resistenza. In altre parole i meriti, che pure esistono, della resistenza sono stati amplificati a dismisura solo per interesse politico e a discapito della realtà storica.
Conclusione: dopo sessant'anni mi parrebbe essere il caso di iniziare ad avere maggiore obiettività.
Modificato (3/5/2013): Aggiungo l'aforisma di Erasmo «Quis patrem laudet, nisi proles indigna laudis?» che, tradotto molto liberamente, significa "Si vanta delle gesta dei padri chi non ne ha compiute di proprie".
Nota (*1): “viario” = vi-(rtuale) + (di)-ario = blog; v. il corto Viario.
Affronto, anzi mi schiero contro, un qualcosa che a mio avviso è stato ingiustamente sacralizzato. Quando si attacca un qualcosa di sacro la reazione dei credenti, irrazionali verso ogni critica al loro oggetto di culto, è quella di reagire istericamente.
Questo è il motivo per cui non sono sicuro di voler pubblicare questo pezzo: essenzialmente io scrivo questo viario (*1) per me stesso e, sebbene non mi dispiaccia un contraddittorio sereno con i miei lettori, non ho assolutamente voglia di perdere tempo a difendere le mie idee da chi, per fede più che per ragione, non ha nessuna intenzione di starmi ad ascoltare...
In effetti già un paio di anni fa, con molta premura, scrissi il pezzo Post scomodo e non ho intenzione di ripetere adesso le perplessità che avevo allora e che tuttora ho.
La “sacra verità” da me non condivisa, e che puntualmente viene strombazzata a ogni 25 aprile, è l'affermazione che i partigiani abbiano liberato l'Italia dal nazifascismo.
La verità è che l'Italia fu liberata dalla V armata statunitense e dall'VIII armata inglese: il contributo militare dato dai partigiani alla sconfitta del nazifascismo in Italia fu molto modesto. Altro discorso è il valore politico che ebbe questa organizzazione nel dimostrare che non tutti gli italiani si riconoscevano nel fascismo.
A dimostrazione della mia affermazione metto l'articolo di wikipedia inglese Italian Campaign – World War II: in questa pagina, sintetica ma non troppo, sono riassunte le varie fasi della guerra in Italia. Le uniche menzioni dei partigiani che ho trovato sono due: «In the winter and spring of 1944–45, extensive partisan activity in Northern Italy took place. As there were two Italian governments during this period, (one on each side of the war), the struggle took on some characteristics of a civil war.[citation needed]» e «By 25 April, the Italian Partisans' Committee of Liberation declared a general uprising...». In tutto 4 righe su, a occhio, circa 200...
In altre parole dire che l'Italia è stata liberata dai partigiani equivale a dire che Saddam Hussein è stato deposto grazie agli sforzi dei ribelli sciiti.
Per quale motivo c'è stata questa mistificazione storica? Non sono un esperto del periodo storico ma suppongo che l'allora PCI volesse capitalizzare al massimo il valore politico della resistenza. In altre parole i meriti, che pure esistono, della resistenza sono stati amplificati a dismisura solo per interesse politico e a discapito della realtà storica.
Conclusione: dopo sessant'anni mi parrebbe essere il caso di iniziare ad avere maggiore obiettività.
Modificato (3/5/2013): Aggiungo l'aforisma di Erasmo «Quis patrem laudet, nisi proles indigna laudis?» che, tradotto molto liberamente, significa "Si vanta delle gesta dei padri chi non ne ha compiute di proprie".
Nota (*1): “viario” = vi-(rtuale) + (di)-ario = blog; v. il corto Viario.
giovedì 25 aprile 2013
Varie sulla situazione politica 5
Prima di tutto voglio precisare che questi pezzi “Varie sulla situazione politica” sono scritti estemporanei: infatti, durante la settimana, non mi annoto tutti gli eventi politici rilevanti per poi scriverne. Può quindi succedere che mi dimentichi anche di fatti relativamente importanti: si tratta però di semplice distrazione e non di malizia...
Dopo una serie di elezioni andate a vuoto, ma che hanno comunque disintegrato il PD, è stato eletto il “nuovo” Presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano detto il giovane (per sorridere vedere anche Napolitano 2.0).
Personalmente avrei gradito una figura estranea alla politica, magari una donna, anche se mi rendevo conto che i partiti tradizionali non l'avrebbero mai permesso. Da questo punto di vista Rodotà sembrava un buon compromesso: un politico con forti radici di sinistra ma che comunque aveva sempre dato prova di onestà intellettuale. Credo sarebbe stato un buon presidente...
Invece alla fine i vecchi partiti hanno optato per l'usato sicuro: un presidente digeribile alle varie anime del PD e gradito al PDL. Ovviamente infischiandosene dell'opinione pubblica.
Come ho scritto in Novità nel PD negli ultimi giorni mi è parso evidente l'influsso del M5S, nella fattispecie il suo modo di dialogare fra parlamentari e semplici attivisti, sulla base del PD. La base del PD ha manifestato chiaramente le sue preferenze sulla scelta del presidente e si aspettava, se non di essere ascoltata alla lettera, almeno presa in considerazione. Invece i vecchi geronti dell'apparato, Bersani in testa, l'hanno completamente ignorata mentre la parte più nuova, i giovani eletti attraverso le primarie, hanno recepito queste aspettative popolari e soprattutto che sarebbe stato errato andarci contro: questo ha creato la spaccatura generazionale all'interno del partito.
Ovviamente è una mia opinione personalissima: non ardisco a capire o interpretare le lotte intestine fra le correnti interne del PD o di altri partiti...
La manifestazione improvvisata, specialmente per i toni drammatici dell'appello a recarsi a Roma, è stato un grandissimo errore del M5S.
Alla fine Grillo è riuscito a rimediare con la conferenza stampa e organizzando una passeggiata per il centro di Roma: ma si è giocato col fuoco senza ottenere in cambio quasi niente...
Se al potere ci fossero stati dei “serpenti” politici come Andreotti o Cossiga sono sicuro che le forze dell'ordine avrebbero ricevuto l'ordine dall'alto di provocare la piazza per far scoppiare qualche incidente: in una simile circostanza poi i vecchi partiti avrebbero avuto buon gioco ad accusare il M5S di essere un partito violento e pericolosamente antidemocratico.
Fortunatamente tutto è andato bene e, grazie anche all'impegno diretto dei parlamentari del movimento scesi in piazza a calmare gli animi, si è evitato il disastro. Vedi il pezzo in tempo reale Situazione Roma per ripercorrere le mie paure...
Non escludo che questa bislacca iniziativa sia costata diversi voti in Friuli...
Già il Friuli...
Prima delle elezioni ero stato tentato di provare a fare delle previsioni ma poi avevo desistito rendendomi conto di non aver nessuna idea dell'atmosfera che si respira nel nord-est.
Onestamente mi aspettavo però un risultato migliore, ovvero che il movimento arrivasse almeno secondo: invece, pur con vari “ma”, ha preso circa metà voti rispetto alle politiche...
Difficile spiegarne i motivi non conoscendo, come detto, la situazione locale. Posso fare però delle ipotesi: la più probabile è che sia successo quello che avevo previsto. Ovvero che il mancato accordo di governo fra M5S e PD sia stato visto molto negativamente.
Altre concause potrebbero essere state: il candidato debole, la propaganda della stampa ache non ignora più il M5S ma è attivamente contro di esso, magari anche l'improvvisata manifestazione a Roma (che potrebbe aver impaurito parte dell'elettorato), l'impossibilità di farsi pubblicità come gli altri partiti e magari dei fatti locali a me ignoti.
Magari è irrilevante ma faccio anche notare che, secondo un sondaggio pubblicato ieri, nel Nord-Est c'è la massima sfiducia per le sorti del paese: forse c'entra forse no...
Adesso col M5S chiaramente all'opposizione inizia una fase politica nuova molto più facile da gestire: il movimento dovrà controllare l'operato del governo smascherandone le truffe e presentare le proprie proposte di legge attraverso il parlamento.
Se il governo dovesse agire bene (ma è più facile che un elefante obeso passi attraverso la cruna di un ago!) allora tutto di guadagnato per l'Italia ma, in caso contrario, il M5S riguadagnerà con gli interessi il consenso popolare. Come ho già spiegato altrove credo che la scelta del M5S di non allearsi col PD sia stata penalizzante solo nel breve termine ma, nel lungo, sarà vincente.
Dopo una serie di elezioni andate a vuoto, ma che hanno comunque disintegrato il PD, è stato eletto il “nuovo” Presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano detto il giovane (per sorridere vedere anche Napolitano 2.0).
Personalmente avrei gradito una figura estranea alla politica, magari una donna, anche se mi rendevo conto che i partiti tradizionali non l'avrebbero mai permesso. Da questo punto di vista Rodotà sembrava un buon compromesso: un politico con forti radici di sinistra ma che comunque aveva sempre dato prova di onestà intellettuale. Credo sarebbe stato un buon presidente...
Invece alla fine i vecchi partiti hanno optato per l'usato sicuro: un presidente digeribile alle varie anime del PD e gradito al PDL. Ovviamente infischiandosene dell'opinione pubblica.
Come ho scritto in Novità nel PD negli ultimi giorni mi è parso evidente l'influsso del M5S, nella fattispecie il suo modo di dialogare fra parlamentari e semplici attivisti, sulla base del PD. La base del PD ha manifestato chiaramente le sue preferenze sulla scelta del presidente e si aspettava, se non di essere ascoltata alla lettera, almeno presa in considerazione. Invece i vecchi geronti dell'apparato, Bersani in testa, l'hanno completamente ignorata mentre la parte più nuova, i giovani eletti attraverso le primarie, hanno recepito queste aspettative popolari e soprattutto che sarebbe stato errato andarci contro: questo ha creato la spaccatura generazionale all'interno del partito.
Ovviamente è una mia opinione personalissima: non ardisco a capire o interpretare le lotte intestine fra le correnti interne del PD o di altri partiti...
La manifestazione improvvisata, specialmente per i toni drammatici dell'appello a recarsi a Roma, è stato un grandissimo errore del M5S.
Alla fine Grillo è riuscito a rimediare con la conferenza stampa e organizzando una passeggiata per il centro di Roma: ma si è giocato col fuoco senza ottenere in cambio quasi niente...
Se al potere ci fossero stati dei “serpenti” politici come Andreotti o Cossiga sono sicuro che le forze dell'ordine avrebbero ricevuto l'ordine dall'alto di provocare la piazza per far scoppiare qualche incidente: in una simile circostanza poi i vecchi partiti avrebbero avuto buon gioco ad accusare il M5S di essere un partito violento e pericolosamente antidemocratico.
Fortunatamente tutto è andato bene e, grazie anche all'impegno diretto dei parlamentari del movimento scesi in piazza a calmare gli animi, si è evitato il disastro. Vedi il pezzo in tempo reale Situazione Roma per ripercorrere le mie paure...
Non escludo che questa bislacca iniziativa sia costata diversi voti in Friuli...
Già il Friuli...
Prima delle elezioni ero stato tentato di provare a fare delle previsioni ma poi avevo desistito rendendomi conto di non aver nessuna idea dell'atmosfera che si respira nel nord-est.
Onestamente mi aspettavo però un risultato migliore, ovvero che il movimento arrivasse almeno secondo: invece, pur con vari “ma”, ha preso circa metà voti rispetto alle politiche...
Difficile spiegarne i motivi non conoscendo, come detto, la situazione locale. Posso fare però delle ipotesi: la più probabile è che sia successo quello che avevo previsto. Ovvero che il mancato accordo di governo fra M5S e PD sia stato visto molto negativamente.
Altre concause potrebbero essere state: il candidato debole, la propaganda della stampa ache non ignora più il M5S ma è attivamente contro di esso, magari anche l'improvvisata manifestazione a Roma (che potrebbe aver impaurito parte dell'elettorato), l'impossibilità di farsi pubblicità come gli altri partiti e magari dei fatti locali a me ignoti.
Magari è irrilevante ma faccio anche notare che, secondo un sondaggio pubblicato ieri, nel Nord-Est c'è la massima sfiducia per le sorti del paese: forse c'entra forse no...
Adesso col M5S chiaramente all'opposizione inizia una fase politica nuova molto più facile da gestire: il movimento dovrà controllare l'operato del governo smascherandone le truffe e presentare le proprie proposte di legge attraverso il parlamento.
Se il governo dovesse agire bene (ma è più facile che un elefante obeso passi attraverso la cruna di un ago!) allora tutto di guadagnato per l'Italia ma, in caso contrario, il M5S riguadagnerà con gli interessi il consenso popolare. Come ho già spiegato altrove credo che la scelta del M5S di non allearsi col PD sia stata penalizzante solo nel breve termine ma, nel lungo, sarà vincente.
mercoledì 24 aprile 2013
Sogno archetipo
Premessa: leggendo il saggio di Jung (v. L'uomo e i suoi simboli) non ero sicuro di aver mai sognato degli archetipi e mi sforzavo di ricordare qualcosa assimilabile a essi. Come spesso accade questo rimuginare ha dato i suoi frutti...
Stanotte ho fatto un sogno veramente strano e molto inquietante. Io non ero me stesso ma un guerriero (con armatura di cuoio, spada e coltellaccio) seduto intorno a un tavolo rettangolare insieme ad altri compagni d'armi. Eravamo convalescenti, tutti con ferite d'arma da taglio più o meno gravi in ogni parte del corpo. Era una specie di ospedale ma molto particolare: era completamente immerso nell'oscurità e si riusciva a distinguere qualcosa solo con grande fatica (non sono nemmeno sicuro che si fosse completamente umani: magari è per questo che si riusciva a vedere senza luce), inoltre non c'erano letti o dottori ma solo questo tavolo rettangolare intorno al quale stavamo tutti seduti a mangiare costantemente.
Il cibo era costituito da una zuppa fangosa a base di mani (non sono sicuro fossero umane perché erano gigantesche e deformi) in avanzato stato di putrefazione: la carne era sporca di fango come se fosse stata disseppellita dalla terra ed era gonfia e grigia/verdastra. Tutti mangiavamo questa carne con vario entusiasmo ma io ero colui che si dava più da fare nutrendomi in maniera metodica e senza interruzioni: il mio atteggiamento mentale era neutro, non mi piaceva ma facevo quello che doveva essere fatto per guarire. Nessuno dei malati migliorava, in maniera più o meno lenta morivano tutti e nessuno guariva. Ricordo che un omone dalla barba rossa, con ferite superficiali e che sembrava stare meglio degli altri, si era alzato in piedi per avvicinarsi ad ascoltare il racconto di un altro malato: improvvisamente aveva iniziato a sentirsi male vomitando anche l'anima e, dopo poco, era morto. Io ero l'unica eccezione e, seppure lentamente, miglioravo. Non ricordo per quale motivo ma mi sono allontanato da quel luogo e ho avuto altre avventure che non sto a raccontare. In seguito sono ritornato all'ingresso di questo “ospedale”: adesso però lo vedevo come una caverna nera come la pece perché i miei occhi non erano più abituati alla sua oscurità. Ero con un amico che mi ha svelato che tutti coloro portati in quel luogo morivano perché venivano avvelenati con una sorta di bacio (c'era infatti un rito nel quale il malato da più tempo ricoverato rigurgitava del cibo nella bocca dell'ultimo venuto): improvvisamente ho avuto molta paura e mi sono allontanato...
Non ho idea di cosa possa significare: ho però la sensazione che questa sorta di cannibalismo possa essere un archetipo, il cibarsi della carne di un nemico per acquistarne la forza... Anche questo pasto infinito potrebbe essere un archetipo ma non ho idea di che cosa...
Ma perché solo mani? E perché poi putrefatte? Perché nessuno guariva? Chi erano questi guerrieri non completamente umani? Chi li aveva feriti? Cioè contro chi combattevano? Perché la caverna era immersa nell'oscurità più completa?
Magari ci scriverò un racconto...
Stanotte ho fatto un sogno veramente strano e molto inquietante. Io non ero me stesso ma un guerriero (con armatura di cuoio, spada e coltellaccio) seduto intorno a un tavolo rettangolare insieme ad altri compagni d'armi. Eravamo convalescenti, tutti con ferite d'arma da taglio più o meno gravi in ogni parte del corpo. Era una specie di ospedale ma molto particolare: era completamente immerso nell'oscurità e si riusciva a distinguere qualcosa solo con grande fatica (non sono nemmeno sicuro che si fosse completamente umani: magari è per questo che si riusciva a vedere senza luce), inoltre non c'erano letti o dottori ma solo questo tavolo rettangolare intorno al quale stavamo tutti seduti a mangiare costantemente.
Il cibo era costituito da una zuppa fangosa a base di mani (non sono sicuro fossero umane perché erano gigantesche e deformi) in avanzato stato di putrefazione: la carne era sporca di fango come se fosse stata disseppellita dalla terra ed era gonfia e grigia/verdastra. Tutti mangiavamo questa carne con vario entusiasmo ma io ero colui che si dava più da fare nutrendomi in maniera metodica e senza interruzioni: il mio atteggiamento mentale era neutro, non mi piaceva ma facevo quello che doveva essere fatto per guarire. Nessuno dei malati migliorava, in maniera più o meno lenta morivano tutti e nessuno guariva. Ricordo che un omone dalla barba rossa, con ferite superficiali e che sembrava stare meglio degli altri, si era alzato in piedi per avvicinarsi ad ascoltare il racconto di un altro malato: improvvisamente aveva iniziato a sentirsi male vomitando anche l'anima e, dopo poco, era morto. Io ero l'unica eccezione e, seppure lentamente, miglioravo. Non ricordo per quale motivo ma mi sono allontanato da quel luogo e ho avuto altre avventure che non sto a raccontare. In seguito sono ritornato all'ingresso di questo “ospedale”: adesso però lo vedevo come una caverna nera come la pece perché i miei occhi non erano più abituati alla sua oscurità. Ero con un amico che mi ha svelato che tutti coloro portati in quel luogo morivano perché venivano avvelenati con una sorta di bacio (c'era infatti un rito nel quale il malato da più tempo ricoverato rigurgitava del cibo nella bocca dell'ultimo venuto): improvvisamente ho avuto molta paura e mi sono allontanato...
Non ho idea di cosa possa significare: ho però la sensazione che questa sorta di cannibalismo possa essere un archetipo, il cibarsi della carne di un nemico per acquistarne la forza... Anche questo pasto infinito potrebbe essere un archetipo ma non ho idea di che cosa...
Ma perché solo mani? E perché poi putrefatte? Perché nessuno guariva? Chi erano questi guerrieri non completamente umani? Chi li aveva feriti? Cioè contro chi combattevano? Perché la caverna era immersa nell'oscurità più completa?
Magari ci scriverò un racconto...
martedì 23 aprile 2013
Lezione LIII: disastro totale...
Qualche giorno fa ho avuto l'ultima lezione di chitarra: sul momento tutto mi è parso normale, qualche modifica qua e là al programma degli esercizi, un nuovo brano e poco più...
Eppure il risultato è stato un disastro totale che mi ha completamente demoralizzato: della serie “chi me lo fa fare...”, “sono il pippèro della chitarra...”, “chiunque farebbe meglio di me...”, “non riesco a imparare ne imparerò mai...” etc...
In pratica l'unica cosa che mi è riuscito fare senza (quasi) problemi è stato il riscaldamento: ma deprimiamoci in ordine...
Riscaldamento: Solo una piccola modifica a uno dei tre esercizi ispirati da Steve Vai, comunque niente di nuovo: avevo già fatto qualcosa di analogo n mesi fa...
Pattern: era il mio vanto... Improvvisamente ero arrivato a un decoroso 81bpm (con un ritmo che termina con un 1/8) e soprattutto nessun accordo (compreso F o B) mi metteva in difficoltà: avevo anzi la sensazione di poter aumentare ancora piuttosto facilmente almeno fino a 90bpm, poi...
Poi il maestro mi ha dato un nuovo giro: C#|D#|G#|Fm...
I primi tre accordi sono nuovi ma in teoria C# e D# sono dei B traslati di 2 e 4 tasti e G# è un F traslato di 3 tasti: comunque una cosa è la teoria e un'altra la pratica, fatto sta che per suonare, male, questo giro sono dovuto scendere a 50bpm!
Non solo: sarà un fattore psicologico ma anche i vecchi accordi, e in particolare F, non mi riescono più e, ormai da due esercitazioni, sono rimasto bloccato a 81bpm...
Vodka: anche con questo brano mi ero trovato bene: non c'era da eseguire nessun ritmo particolare ma solo suonare i PC giusti, solo quattro, al momento giusto per circa 58 secondi, poi c'è un breve ponte di una decina di secondi e poi ci sono di nuovo i soliti quattro accordi...
Così ho stoltamente suggerito al maestro di insegnarmi anche il ponte in maniera da avere finalmente una canzone completa nel mio repertorio. Il maestro ha prontamente accolto il mio stolto suggerimento e mi ha trascritto a mano le note (con mia gioia piuttosto facili) da eseguire:
In pratica 9 (3x3) battute identiche, con note sempre sulla stessa corda, due battute ancora più facili e una di silenzio: sembrerebbe facile... poi si guardano i bpm e si capisce che non è roba per me... sigh...
In effetti il maestro mentre scriveva le note ha avuto un mezzo ripensamento e ha iniziato a dirmi che magari potevo evitare di suonare la corda a vuoto per concentrarmi sulle note 8-7 e 2-3 ma io ero comunque fiducioso...
Ecco qui l'inizio del ponte che dura fino a 1' e 10”: inizialmente mi sembravano degli accordi invece che delle note singole!
Oggi ci ho lavorato parecchio ma non mi è riuscito trovare una velocità a cui mi riesca dignitosamente...
Come se non bastasse il maestro mi ha anche cambiato i PC: io me li ero scelti a metà manico piuttosto vicini fra loro ma il maestro mi ha detto di usare quelli più bassi in cima al manico: inutile dire che questo piccolo cambiamento mi ha rigettato nel pallone...
Come se non bastasse (2) il maestro si è accorto che non sono sempre i soliti quattro accordi come indicato dal mio spartito ma “quando c'è la melodia con la fisarmonica” (Come?! c'è una fisarmonica??!!) la sequenza dei PC è diversa: D|C|Bb|C invece che D|F|Bb|G...
Inutile dire che questo (non troppo) piccolo cambiamento mi ha ri-rigettato nel pallone...
Lavender: avevo raggiunto la velocità obiettivo e mi riusciva decentemente (anche se in piedi è molto più difficile, v. Due progressi) ma è stata tolta...
Breaking the Law: la parte che mi riesce si è eliminata. Si è deciso di provare a insistere sulla parte in palm muting provando a suonarla sul pezzetto di brano, anche rallentato, mandato in ciclo. Ovviamente continua a non riuscirmi e a deprimermi...
Trollhammeren: avevo imparato i primi 20 secondi circa (la parte folk) riuscendo a suonarla a un 75% della velocità reale. Non solo: ero anche riuscito a imparare il tempo delle note ascoltando il brano reale: per me un grandissimo successo...
Beh, il maestro me l'ha semplificato eliminandomi un salto di posizione con la mano sinistra: in teoria sarebbe più semplice ma, in pratica, anche questo cambiamento mi ha gettato in crisi...
Alestorm - “Pirate song”: nuovo brano: in teoria con accordi facili (v. qui) ma, scusatemi se mi ripeto, in pratica non mi riesce...
In conclusione proverò a sbattere la testa separatamente sulle varie cose che non mi riescono (oggi l'ho sbattuta su Vodka) per vedere se affrontando i problemi uno alla volta riesco a risolverne qualcuno: ma sono pessimista...
Eppure il risultato è stato un disastro totale che mi ha completamente demoralizzato: della serie “chi me lo fa fare...”, “sono il pippèro della chitarra...”, “chiunque farebbe meglio di me...”, “non riesco a imparare ne imparerò mai...” etc...
In pratica l'unica cosa che mi è riuscito fare senza (quasi) problemi è stato il riscaldamento: ma deprimiamoci in ordine...
Riscaldamento: Solo una piccola modifica a uno dei tre esercizi ispirati da Steve Vai, comunque niente di nuovo: avevo già fatto qualcosa di analogo n mesi fa...
Pattern: era il mio vanto... Improvvisamente ero arrivato a un decoroso 81bpm (con un ritmo che termina con un 1/8) e soprattutto nessun accordo (compreso F o B) mi metteva in difficoltà: avevo anzi la sensazione di poter aumentare ancora piuttosto facilmente almeno fino a 90bpm, poi...
Poi il maestro mi ha dato un nuovo giro: C#|D#|G#|Fm...
I primi tre accordi sono nuovi ma in teoria C# e D# sono dei B traslati di 2 e 4 tasti e G# è un F traslato di 3 tasti: comunque una cosa è la teoria e un'altra la pratica, fatto sta che per suonare, male, questo giro sono dovuto scendere a 50bpm!
Non solo: sarà un fattore psicologico ma anche i vecchi accordi, e in particolare F, non mi riescono più e, ormai da due esercitazioni, sono rimasto bloccato a 81bpm...
Vodka: anche con questo brano mi ero trovato bene: non c'era da eseguire nessun ritmo particolare ma solo suonare i PC giusti, solo quattro, al momento giusto per circa 58 secondi, poi c'è un breve ponte di una decina di secondi e poi ci sono di nuovo i soliti quattro accordi...
Così ho stoltamente suggerito al maestro di insegnarmi anche il ponte in maniera da avere finalmente una canzone completa nel mio repertorio. Il maestro ha prontamente accolto il mio stolto suggerimento e mi ha trascritto a mano le note (con mia gioia piuttosto facili) da eseguire:
In pratica 9 (3x3) battute identiche, con note sempre sulla stessa corda, due battute ancora più facili e una di silenzio: sembrerebbe facile... poi si guardano i bpm e si capisce che non è roba per me... sigh...
In effetti il maestro mentre scriveva le note ha avuto un mezzo ripensamento e ha iniziato a dirmi che magari potevo evitare di suonare la corda a vuoto per concentrarmi sulle note 8-7 e 2-3 ma io ero comunque fiducioso...
Ecco qui l'inizio del ponte che dura fino a 1' e 10”: inizialmente mi sembravano degli accordi invece che delle note singole!
Oggi ci ho lavorato parecchio ma non mi è riuscito trovare una velocità a cui mi riesca dignitosamente...
Come se non bastasse il maestro mi ha anche cambiato i PC: io me li ero scelti a metà manico piuttosto vicini fra loro ma il maestro mi ha detto di usare quelli più bassi in cima al manico: inutile dire che questo piccolo cambiamento mi ha rigettato nel pallone...
Come se non bastasse (2) il maestro si è accorto che non sono sempre i soliti quattro accordi come indicato dal mio spartito ma “quando c'è la melodia con la fisarmonica” (Come?! c'è una fisarmonica??!!) la sequenza dei PC è diversa: D|C|Bb|C invece che D|F|Bb|G...
Inutile dire che questo (non troppo) piccolo cambiamento mi ha ri-rigettato nel pallone...
Lavender: avevo raggiunto la velocità obiettivo e mi riusciva decentemente (anche se in piedi è molto più difficile, v. Due progressi) ma è stata tolta...
Breaking the Law: la parte che mi riesce si è eliminata. Si è deciso di provare a insistere sulla parte in palm muting provando a suonarla sul pezzetto di brano, anche rallentato, mandato in ciclo. Ovviamente continua a non riuscirmi e a deprimermi...
Trollhammeren: avevo imparato i primi 20 secondi circa (la parte folk) riuscendo a suonarla a un 75% della velocità reale. Non solo: ero anche riuscito a imparare il tempo delle note ascoltando il brano reale: per me un grandissimo successo...
Beh, il maestro me l'ha semplificato eliminandomi un salto di posizione con la mano sinistra: in teoria sarebbe più semplice ma, in pratica, anche questo cambiamento mi ha gettato in crisi...
Alestorm - “Pirate song”: nuovo brano: in teoria con accordi facili (v. qui) ma, scusatemi se mi ripeto, in pratica non mi riesce...
In conclusione proverò a sbattere la testa separatamente sulle varie cose che non mi riescono (oggi l'ho sbattuta su Vodka) per vedere se affrontando i problemi uno alla volta riesco a risolverne qualcuno: ma sono pessimista...
lunedì 22 aprile 2013
Napolitano 2.0
La familiare interfaccia (detta anche “faccia”) non è cambiata ma il nuovo software garantisce soluzioni politiche ancora più originali e fantasiose!
Supporta più partiti politici e, finalmente, anche più correnti di uno stesso partito: migliora la gestione creativa del potere e permette la massima convergenza!
Stupisci gli amici: grazie al potente linguaggio di scripting integrato, scrivi il testo che vuoi e Napolitano 2.0 lo leggerà col suo vocione autorevole!
Grazie alla nuova gestione ottimizzata della memoria adesso è possibile realizzare intese ancora più larghe!
Sempre più affidabile e sicuro: garantisce ancora di più!
Database aggiornato con 500 nuovi ammonimenti ed esortazioni!
L'abbonamento obbligatorio dura solo 7 anni!
Funzione di risparmio energetico AAR (detta anche “auto appisolamento rapido”) migliorata: adesso scatta da sola e sempre più spesso!
Molti plugin facilissimi da usare a tua disposizione: espandi la tua creatività con i vecchi classici Amato Enterprise V. 2.5 o il D'Alema Pro Edition V. 12.0!!
E quando vuoi tu, grazie al Titler ExtraPro 3.0, può fornire titoloni ai giornali con un semplice click!
Ottimizzata la funzionalità “panic” (o “bisogna far presto!”) quando c'è bisogno di fingere di stare facendo qualcosa senza però fare niente.
Solo l'installazione facilissima!
E se qualcosa non funziona? Niente paura! Con Napolitano 2.0 è incluso il supporto online di ben 10 saggi sempre a tua disposizione che, dopo una settimana di consultazioni, prontamente ti diranno, anche se già lo sai, quali sono i problemi che hai!
Tutto questo può essere tuo per poco più di 300 milioni di euro! Affrettati, solo pochi esemplari rimasti in soffitta!
NB: La funzione per indire nuove elezioni non è ancora in fase di sviluppo e sarà disponibile solo col prossimo aggiornamento fra uno o due anni...
NB: Per il corretto funzionamento è richiesta una bombola d'ossigeno e 356x7 pile a lunga durata NON incluse nella confezione.
Avvertenze: Prima dell'utilizzo leggere attentamente il manuale d'istruzioni; non è un giocattolo erotico; non è adatto ai bambini; non è commestibile; può causare dipendenza patologica; una volta esaurito non disperderlo nell'ambiente; se d'estate l'abbandoni allora il cane sei tu; non lasciarlo da solo acceso e, soprattutto, incustodito; da consumare preferibilmente prima della scadenza del mandato; una volta aperta la confenzione non lo si ripiglia indietro; se lo conosci non dovrebbe ucciderti; fragile; l'alto è in su...
Esclusione di responsabilità: il produttore declina ogni responsabilità in caso di danni provocati a cose, persone o Stati da Napolitano 2.0. In particolare l'utente è avvisato che il software potrebbe crashare (smettere di funzionare) irrimediabilmente in qualsiasi momento...
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NB: La funzione per indire nuove elezioni non è ancora in fase di sviluppo e sarà disponibile solo col prossimo aggiornamento fra uno o due anni...
NB: Per il corretto funzionamento è richiesta una bombola d'ossigeno e 356x7 pile a lunga durata NON incluse nella confezione.
Avvertenze: Prima dell'utilizzo leggere attentamente il manuale d'istruzioni; non è un giocattolo erotico; non è adatto ai bambini; non è commestibile; può causare dipendenza patologica; una volta esaurito non disperderlo nell'ambiente; se d'estate l'abbandoni allora il cane sei tu; non lasciarlo da solo acceso e, soprattutto, incustodito; da consumare preferibilmente prima della scadenza del mandato; una volta aperta la confenzione non lo si ripiglia indietro; se lo conosci non dovrebbe ucciderti; fragile; l'alto è in su...
Esclusione di responsabilità: il produttore declina ogni responsabilità in caso di danni provocati a cose, persone o Stati da Napolitano 2.0. In particolare l'utente è avvisato che il software potrebbe crashare (smettere di funzionare) irrimediabilmente in qualsiasi momento...
domenica 21 aprile 2013
Zanzarone
Vivendo in campagna ho potuto constatare come ogni anno ci sia sempre una diversa specie animale che diviene molto più numerosa del solito. Una ventina d'anni fa furono i fagiani (con grande gioia dei cacciatori!) poi fu il turno delle lepri, poi i rospi, poi le lucertole, un anno (terribile!) i calabroni, un altro le vespe, i cinghiali etc...
Quest'anno, qui da me, c'è stata un esplosione delle zanzarone: quelle grosse grosse, con le zampe lunghe, non particolarmente fastidiose (non credo pungano l'uomo) e anzi un po' tonte...
Letta incaricato... - 24/4/2013
...e io scommetto che il numero di ministri aumenterà dai 12 previsti a molti di più (per contentare gli appetiti di tutti i partiti)...
Anzi credo che il numero di ministri sarà un indicatore della forza del futuro governo.
Ore 22:40, i ministri sono già diventati 18! (avevo scritto le righe precedenti nel primo pomeriggio...)
Modificato (27/4/2013) se ho capito bene siamo arrivati a 21: non male!
Azzoppata - 27/4/2013
Ieri sera verso le 22:00 ho sentito il suono di una zuffa felina in giardino: sono sceso a dar manforte a Bisba e questa, dopo poco, si è rifugiata in casa zoppicando leggermente.
Stamani non era migliorata e così è stata portata dal veterinario che però non ha riscontrato nessun danno serio e si è detto propenso a una semplice distorsione...
Calcolando - 28/4/2013
Sto pensando a un pezzo matematico molto interessante: non so se ce la faccio per stasera, più probabile per i prossimi giorni...
Contrattura - 29/4/2013
Alla fine il mio infortunio (v. il corto Aggiornamento addominale e Declino) è stato catalogato come contrattura: dopo una settimana, dieci giorni, ho ricominciato a fare praticamente tutti i movimenti normali senza accorgermene e a prestare attenzione solo quando usavo gli addominali.
Adesso a un mesetto di distanza ho iniziato a farci, cautamente, degli esercizi in palestra senza problemi...
Quest'anno, qui da me, c'è stata un esplosione delle zanzarone: quelle grosse grosse, con le zampe lunghe, non particolarmente fastidiose (non credo pungano l'uomo) e anzi un po' tonte...
Letta incaricato... - 24/4/2013
...e io scommetto che il numero di ministri aumenterà dai 12 previsti a molti di più (per contentare gli appetiti di tutti i partiti)...
Anzi credo che il numero di ministri sarà un indicatore della forza del futuro governo.
Ore 22:40, i ministri sono già diventati 18! (avevo scritto le righe precedenti nel primo pomeriggio...)
Modificato (27/4/2013) se ho capito bene siamo arrivati a 21: non male!
Azzoppata - 27/4/2013
Ieri sera verso le 22:00 ho sentito il suono di una zuffa felina in giardino: sono sceso a dar manforte a Bisba e questa, dopo poco, si è rifugiata in casa zoppicando leggermente.
Stamani non era migliorata e così è stata portata dal veterinario che però non ha riscontrato nessun danno serio e si è detto propenso a una semplice distorsione...
Calcolando - 28/4/2013
Sto pensando a un pezzo matematico molto interessante: non so se ce la faccio per stasera, più probabile per i prossimi giorni...
Contrattura - 29/4/2013
Alla fine il mio infortunio (v. il corto Aggiornamento addominale e Declino) è stato catalogato come contrattura: dopo una settimana, dieci giorni, ho ricominciato a fare praticamente tutti i movimenti normali senza accorgermene e a prestare attenzione solo quando usavo gli addominali.
Adesso a un mesetto di distanza ho iniziato a farci, cautamente, degli esercizi in palestra senza problemi...
L'uomo e i suoi simboli
Non so se riesce a indovinare il filo logico che lega insieme i libri che leggo: in realtà non è facile perché ne seguo almeno due o tre. Due per i libri di storia, un altro per i romanzi classici e forse un altro ancora sulla religione: e poi ci sono le eccezioni fatte consapevolmente e quelle invece nate sull'impulso del momento. Recentemente (v. Miti nordici) avevo accennato al mio interesse per i simboli mentre più volte avevo parlato delle mie letture giovanili di Freud (non sto a fornire collegamenti: basta usare la funziona di ricerca sul sito per trovarne vari esempi...) mi è sembrato così inevitabile passare alla lettura di L'uomo e i suoi simboli di Carl Gustav Jung, Ed. Euroclub, 1996, traduzione di Roberto Tettucci.
In realtà il libro è una raccolta di saggi di cui solo il primo è firmato Jung mentre gli altri sono stati scritti da suoi allievi (*1). Al momento ho letto interamente solo lo scritto di Jung e sono a metà di quello del primo coautore: sto leggendo anche questo secondo saggio perché mi sono reso conto che è funzionale a spiegare e approfondire quanto scritto da Jung altrimenti non ci perderei tempo...
Il saggio di Jung si intitola L'uomo e i suoi simboli ma prima di entrare nei dettagli voglio fare un paio di considerazioni preliminari.
Ho avuto notevoli difficoltà a seguire il pensiero di Jung: nonostante leggessi con attenzione sono dovuto tornare più volte indietro a rileggere delle pagine poco chiare e, nonostante questo, molto spesso non sono riuscito a dileguare le mie perplessità.
La colpa non è della traduzione (almeno mi pare!) ma da come Jung spiega le sue idee: dopo i primi capitoli introduttivi, che scorrono bene, quando inizia ad affrontare gli archetipi e la loro relazione con i sogni non si sofferma ad evidenziarne gli aspetti principali e poi i particolari ma fa un unico discorso continuo, come un monologo, come che chi leggesse dovesse affrettarsi a prendere appunti di quello che sente. Soprattutto fanno difetto gli esempi. Freud era bravissimo a divulgare le sue idee: prima spiegava il concetto e poi raccontava svariati casi che chiarivano bene cosa intendesse.
Jung invece fa un esempio solo per volta e non si sofferma mai a spiegare quale siano le corrispondenze fra la sua teoria e gli elementi del sogno col risultato che spesso si resta nell'incertezza di cosa corrisponda a cosa...
Come dicevo i primi capitoli introduttivi scorrono bene: l'importanza dei sogni e dell'inconscio (*2) sono ormai dei valori acquisiti sui quali, credo, anche l'uomo comune che non sa niente di psicologia, si trova d'accordo.
È anche curioso scoprire quanto Jung credesse alle premonizioni dei sogni: e non si tratta di fenomeni più o meno spiegabili come sognare di aver male allo stomaco e qualche tempo dopo scoprire di avere là una malattia che non si era ancora manifestata. Casi come il precedente sarebbero ancora spiegabili razionalmente ma Jung credeva invece che se un alpinista sogna di cadere da una montagna allora rischia realmente che questo succeda (*3)!
Scrive Jung: «Se gli avvertimenti dei sogni non vengono presi in considerazione, possono accadere veri e propri incidenti; la vittima può cadere dalle scale o avere un incidente d'auto.»
Per questo leggendo Jung ho dovuto dissociare dalle sue idee i principi non proprio scientifici: questo ovviamente ha contribuito a complicarne la lettura.
Poi spiega molti concetti condivisibili: i sogni come compensazione dei disagi del conscio, il significato dei sogni è estremamente personale e quindi non si possono usare “manuali” per interpretarli, etc...
Lentamente Jung introduce la considerazione che non tutte le immagini dei sogni sono un riflesso del conscio: accanto a immagini che hanno un rapporto con la quotidianità del sognante ci sono dei simboli, comuni a più persone, che sfuggono a questo tipo di associazione. Jung ritornerà solo nei capitoli seguenti su questo elemento che sarà il cardine caratterizzante della sua teoria...
Jung spiega la presenza dei simboli nei sogni come frutto dell'archetipo.
Ora se qualcuno ha una definizione chiara e semplice dell'archetipo me la faccia avere perché io leggendo Jung ne sono rimasto molto confuso: alla fine sono giunto a una mia interpretazione, che mi pare estremamente credibile, ma non sono sicuro sia esatta!
Ok: volevo provare a ripercorrere il filo logico usato da Jung per mettere insieme il concetto di archetipo ma, non avendolo capito, non ne sono capace! Passo quindi al piano B e fornisco direttamente la mia interpretazione.
La mente dell'uomo è frutto di migliaia d'anni di evoluzione. Al vertice di essa stanno tutte le funzioni razionali che usiamo ogni giorno. Eppure non siamo guidati esclusivamente dalla mente conscia: così come gli animali hanno i loro istinti (e nessuno si sognerebbe di negarlo) così anche le azioni dell'uomo sono influenzate, magari senza rendercene pienamente conto, dagli istinti. Ecco, nei sogni gran parte delle immagini sono i “riflessi” della nostra attività conscia: per queste il sognante è in grado, mediante associazioni d'idee, di arrivare all'elemento conscio che le ha provocate. Ci sono poi i simboli, contrapposti alle immagini, per i quali tale libera associazione non porta a nulla: il motivo è che i simboli non sono un riflesso dell'attività della mente conscia ma di quella parte inconscia governata dall'istinto: in altre parole i simboli sono “l'ombra” con la quale gli istinti si manifestano nei sogni. Questo è il motivo per cui tali simboli sono condivisi più o meno da tutte le persone: lo sono proprio perché derivano dagli istinti che sono a loro volta universali fra tutte le persone.
Poi la teoria è più complessa: Jung distingue infatti fra archetipi naturali, quelli che io faccio risalire agli istinti, e quelli culturali che derivano dal condizionamento che ci viene dalla civiltà in cui viviamo (ad esempio, nel mondo occidentale, il simbolo della croce).
Insomma io l'archetipo, dopo una lunga riflessione, l'ho capito così! Chi ne sa più di me è pregato di correggermi e/o precisare meglio: grazie!
Non solo. Proprio perché gli archetipi sono dei simboli comuni a tutti gli uomini, in quanto derivano non dalle singole esperienze personali ma dall'istinto umano, allora, il loro potente simbolismo è ritrovabile nella mitologia (e poi nell'evoluzione di questa: la religione) che, secondo Jung, è stata pesantemente influenzata proprio da questi.
Si arriva così alla conclusione apparentemente sorprendente che per essere un bravo psicanalista, ed essere quindi in grado di riconoscere immediatamente gli archetipi nei sogni dei pazienti, è necessaria una vasta cultura nella mitologia! Non necessariamente quella classica greco-romana ma la mitologia di tutto il mondo visto che gli istinti umani, e quindi gli archetipi, sono universali.
Il saggio termina con un'interessante quanto complessa riflessione sull'equivalenza fra il complesso personale per l'uomo, e il mito (leggi “religione”) per la società. Partendo da questa analogia Jung spiega in maniera psicologica la crisi di valori dell'uomo moderno (occidentale).
La società occidentale finendo per affidarsi, ma soprattutto credere, solo alla ragione ha perduto senza accorgersene il conforto dei miti archetipi insiti nelle religioni: la conseguenza è che l'effetto di compensazione che la religione dovrebbe garantire alla società ne è stato fortemente sminuito.
Nelle parole di Jung: «L'uomo moderno non si rende conto di quanto il suo “razionalismo” … lo abbia posto alla mercé del mondo sotterraneo della psiche. Egli si è liberato (o crede di essersi liberato) dalla “superstizione”, ma in questo processo egli è venuto perdendo i suoi valori spirituali in misura profondamente pericolosa. La sua tradizione morale e spirituale si è disintegrata, e ora egli paga lo scotto di questo suo naufragio nel disorientamento e nella dissociazione generali.» e anche «Gli uomini {si riferisce ai “primitivi” venuti improvvisamente a contatto con la civiltà moderna} perdono il significato della propria vita, la loro organizzazione sociale si disintegra ed essi stessi decadano moralmente. Noi ci troviamo attualmente nella medesima condizione senza però esserci mai reso conto di ciò che abbiamo perduto...»
Vorrei concludere con un aneddoto, ovvero la spiegazione di mio padre della teoria degli archetipi di Jung (anche se non li chiamò così) che mi diede quando ero piccolino. Siccome sono già arrivato alla lunghezza critica di tre pagine mi limito a riportare cosa risponde Jung alla spiegazione di mio padre: «I miei critici hanno sempre erroneamente sostenuto che io presupponga l'esistenza di “rappresentazioni ereditarie” e su questa base hanno liquidato l'idea di archetipo come mera superstizione.» (*4)
Conclusione: difficile ma interessante.
Nota (*1): stranamente, anche e soprattutto considerando l'epoca, ben tre dei quattro coautori sono donne. Inoltre, poche settimane fa, ho visto un film di Cronenberg (non ricordo il titolo) che parla del rapporto fra Jung e Freud e nel quale ha un ruolo prominente una paziente che diventerà discepola e collega del primo (nonché amante per un po'). Come mai Jung si trovava così bene a collaborare con le donne?
Nota (*2): non lo sapevo ma il termine “inconscio” (in pratica tutto ciò che non è conscio) lo si deve a Jung e non a Freud.
Nota (*3): In realtà poi lo stesso Jung getta acqua sul fuoco spiegando che non c'è “niente di magico” e che il sogno dell'alpinista indicava che questi cercava la morte per risolvere definitivamente i suoi problemi (e questo rendeva un possibile errore durante la scalata più probabile). Ma si capisce che Jung lo scrive non perché lo creda ma per dimostrare equilibrio: nei capitoli successivi sono riportati i sogni di una bambina che, secondo Jung, “prevedono” la propria morte oltre un anno prima che questa avvenisse...
Nota (*4): Per i curiosi: mio padre mi aveva raccontato, come esempio di sogno archetipo, di una luna che diventava sempre più grande fino a cadere sulla terra con la spiegazione che nel passato remoto dell'umanità doveva esserci un altro satellite molto più piccolo (o magari un meteorite) che era effettivamente caduto impressionando indelebilmente i nostri antenati che, per generazioni e generazioni, avrebbero continuato a sognare lo stesso evento. Questo è esattamente l'esempio di memoria razziale di cui Jung nega invece l'esistenza!
In realtà il libro è una raccolta di saggi di cui solo il primo è firmato Jung mentre gli altri sono stati scritti da suoi allievi (*1). Al momento ho letto interamente solo lo scritto di Jung e sono a metà di quello del primo coautore: sto leggendo anche questo secondo saggio perché mi sono reso conto che è funzionale a spiegare e approfondire quanto scritto da Jung altrimenti non ci perderei tempo...
Il saggio di Jung si intitola L'uomo e i suoi simboli ma prima di entrare nei dettagli voglio fare un paio di considerazioni preliminari.
Ho avuto notevoli difficoltà a seguire il pensiero di Jung: nonostante leggessi con attenzione sono dovuto tornare più volte indietro a rileggere delle pagine poco chiare e, nonostante questo, molto spesso non sono riuscito a dileguare le mie perplessità.
La colpa non è della traduzione (almeno mi pare!) ma da come Jung spiega le sue idee: dopo i primi capitoli introduttivi, che scorrono bene, quando inizia ad affrontare gli archetipi e la loro relazione con i sogni non si sofferma ad evidenziarne gli aspetti principali e poi i particolari ma fa un unico discorso continuo, come un monologo, come che chi leggesse dovesse affrettarsi a prendere appunti di quello che sente. Soprattutto fanno difetto gli esempi. Freud era bravissimo a divulgare le sue idee: prima spiegava il concetto e poi raccontava svariati casi che chiarivano bene cosa intendesse.
Jung invece fa un esempio solo per volta e non si sofferma mai a spiegare quale siano le corrispondenze fra la sua teoria e gli elementi del sogno col risultato che spesso si resta nell'incertezza di cosa corrisponda a cosa...
Come dicevo i primi capitoli introduttivi scorrono bene: l'importanza dei sogni e dell'inconscio (*2) sono ormai dei valori acquisiti sui quali, credo, anche l'uomo comune che non sa niente di psicologia, si trova d'accordo.
È anche curioso scoprire quanto Jung credesse alle premonizioni dei sogni: e non si tratta di fenomeni più o meno spiegabili come sognare di aver male allo stomaco e qualche tempo dopo scoprire di avere là una malattia che non si era ancora manifestata. Casi come il precedente sarebbero ancora spiegabili razionalmente ma Jung credeva invece che se un alpinista sogna di cadere da una montagna allora rischia realmente che questo succeda (*3)!
Scrive Jung: «Se gli avvertimenti dei sogni non vengono presi in considerazione, possono accadere veri e propri incidenti; la vittima può cadere dalle scale o avere un incidente d'auto.»
Per questo leggendo Jung ho dovuto dissociare dalle sue idee i principi non proprio scientifici: questo ovviamente ha contribuito a complicarne la lettura.
Poi spiega molti concetti condivisibili: i sogni come compensazione dei disagi del conscio, il significato dei sogni è estremamente personale e quindi non si possono usare “manuali” per interpretarli, etc...
Lentamente Jung introduce la considerazione che non tutte le immagini dei sogni sono un riflesso del conscio: accanto a immagini che hanno un rapporto con la quotidianità del sognante ci sono dei simboli, comuni a più persone, che sfuggono a questo tipo di associazione. Jung ritornerà solo nei capitoli seguenti su questo elemento che sarà il cardine caratterizzante della sua teoria...
Jung spiega la presenza dei simboli nei sogni come frutto dell'archetipo.
Ora se qualcuno ha una definizione chiara e semplice dell'archetipo me la faccia avere perché io leggendo Jung ne sono rimasto molto confuso: alla fine sono giunto a una mia interpretazione, che mi pare estremamente credibile, ma non sono sicuro sia esatta!
Ok: volevo provare a ripercorrere il filo logico usato da Jung per mettere insieme il concetto di archetipo ma, non avendolo capito, non ne sono capace! Passo quindi al piano B e fornisco direttamente la mia interpretazione.
La mente dell'uomo è frutto di migliaia d'anni di evoluzione. Al vertice di essa stanno tutte le funzioni razionali che usiamo ogni giorno. Eppure non siamo guidati esclusivamente dalla mente conscia: così come gli animali hanno i loro istinti (e nessuno si sognerebbe di negarlo) così anche le azioni dell'uomo sono influenzate, magari senza rendercene pienamente conto, dagli istinti. Ecco, nei sogni gran parte delle immagini sono i “riflessi” della nostra attività conscia: per queste il sognante è in grado, mediante associazioni d'idee, di arrivare all'elemento conscio che le ha provocate. Ci sono poi i simboli, contrapposti alle immagini, per i quali tale libera associazione non porta a nulla: il motivo è che i simboli non sono un riflesso dell'attività della mente conscia ma di quella parte inconscia governata dall'istinto: in altre parole i simboli sono “l'ombra” con la quale gli istinti si manifestano nei sogni. Questo è il motivo per cui tali simboli sono condivisi più o meno da tutte le persone: lo sono proprio perché derivano dagli istinti che sono a loro volta universali fra tutte le persone.
Poi la teoria è più complessa: Jung distingue infatti fra archetipi naturali, quelli che io faccio risalire agli istinti, e quelli culturali che derivano dal condizionamento che ci viene dalla civiltà in cui viviamo (ad esempio, nel mondo occidentale, il simbolo della croce).
Insomma io l'archetipo, dopo una lunga riflessione, l'ho capito così! Chi ne sa più di me è pregato di correggermi e/o precisare meglio: grazie!
Non solo. Proprio perché gli archetipi sono dei simboli comuni a tutti gli uomini, in quanto derivano non dalle singole esperienze personali ma dall'istinto umano, allora, il loro potente simbolismo è ritrovabile nella mitologia (e poi nell'evoluzione di questa: la religione) che, secondo Jung, è stata pesantemente influenzata proprio da questi.
Si arriva così alla conclusione apparentemente sorprendente che per essere un bravo psicanalista, ed essere quindi in grado di riconoscere immediatamente gli archetipi nei sogni dei pazienti, è necessaria una vasta cultura nella mitologia! Non necessariamente quella classica greco-romana ma la mitologia di tutto il mondo visto che gli istinti umani, e quindi gli archetipi, sono universali.
Il saggio termina con un'interessante quanto complessa riflessione sull'equivalenza fra il complesso personale per l'uomo, e il mito (leggi “religione”) per la società. Partendo da questa analogia Jung spiega in maniera psicologica la crisi di valori dell'uomo moderno (occidentale).
La società occidentale finendo per affidarsi, ma soprattutto credere, solo alla ragione ha perduto senza accorgersene il conforto dei miti archetipi insiti nelle religioni: la conseguenza è che l'effetto di compensazione che la religione dovrebbe garantire alla società ne è stato fortemente sminuito.
Nelle parole di Jung: «L'uomo moderno non si rende conto di quanto il suo “razionalismo” … lo abbia posto alla mercé del mondo sotterraneo della psiche. Egli si è liberato (o crede di essersi liberato) dalla “superstizione”, ma in questo processo egli è venuto perdendo i suoi valori spirituali in misura profondamente pericolosa. La sua tradizione morale e spirituale si è disintegrata, e ora egli paga lo scotto di questo suo naufragio nel disorientamento e nella dissociazione generali.» e anche «Gli uomini {si riferisce ai “primitivi” venuti improvvisamente a contatto con la civiltà moderna} perdono il significato della propria vita, la loro organizzazione sociale si disintegra ed essi stessi decadano moralmente. Noi ci troviamo attualmente nella medesima condizione senza però esserci mai reso conto di ciò che abbiamo perduto...»
Vorrei concludere con un aneddoto, ovvero la spiegazione di mio padre della teoria degli archetipi di Jung (anche se non li chiamò così) che mi diede quando ero piccolino. Siccome sono già arrivato alla lunghezza critica di tre pagine mi limito a riportare cosa risponde Jung alla spiegazione di mio padre: «I miei critici hanno sempre erroneamente sostenuto che io presupponga l'esistenza di “rappresentazioni ereditarie” e su questa base hanno liquidato l'idea di archetipo come mera superstizione.» (*4)
Conclusione: difficile ma interessante.
Nota (*1): stranamente, anche e soprattutto considerando l'epoca, ben tre dei quattro coautori sono donne. Inoltre, poche settimane fa, ho visto un film di Cronenberg (non ricordo il titolo) che parla del rapporto fra Jung e Freud e nel quale ha un ruolo prominente una paziente che diventerà discepola e collega del primo (nonché amante per un po'). Come mai Jung si trovava così bene a collaborare con le donne?
Nota (*2): non lo sapevo ma il termine “inconscio” (in pratica tutto ciò che non è conscio) lo si deve a Jung e non a Freud.
Nota (*3): In realtà poi lo stesso Jung getta acqua sul fuoco spiegando che non c'è “niente di magico” e che il sogno dell'alpinista indicava che questi cercava la morte per risolvere definitivamente i suoi problemi (e questo rendeva un possibile errore durante la scalata più probabile). Ma si capisce che Jung lo scrive non perché lo creda ma per dimostrare equilibrio: nei capitoli successivi sono riportati i sogni di una bambina che, secondo Jung, “prevedono” la propria morte oltre un anno prima che questa avvenisse...
Nota (*4): Per i curiosi: mio padre mi aveva raccontato, come esempio di sogno archetipo, di una luna che diventava sempre più grande fino a cadere sulla terra con la spiegazione che nel passato remoto dell'umanità doveva esserci un altro satellite molto più piccolo (o magari un meteorite) che era effettivamente caduto impressionando indelebilmente i nostri antenati che, per generazioni e generazioni, avrebbero continuato a sognare lo stesso evento. Questo è esattamente l'esempio di memoria razziale di cui Jung nega invece l'esistenza!
sabato 20 aprile 2013
Situazione Roma
[17:14] Temo che l'improvvisata manifestazione a Roma sia un errore potenzialmente fatale.
È giusto e legittimo protestare ma, in questo caso, ci sono troppe possibilità che episodi di violenza delegittimino il movimento. Parecchie persone sono troppo esagitate e la protesta potrebbe ritorcersi contro lo stesso M5S...
Se poi il Parlamento si facesse prendere dal panico e mandasse la polizia a disperdere la folla potrebbe succedere un disastro.
Io dico che bisogna avere pazienza e lasciare ai vecchi partiti la libertà di inciuciare fra loro se vogliono: alla lunga, ma nemmeno troppo, questo si ritorcerà contro di loro...
[17:40] Sto seguendo i vari TG e, come era prevedibile, stanno già strumentalizzando la manifestazione accusandola di essere antidemocratica (oltre che non autorizzata dalla questura...). Tutto dipende da quante persone si presentano in piazza: ma la vedo brutta...
[17:45] Leggo di un appello alla prudenza da parte di un parlamentare del M5S: ma la prudenza avrebbe dovuto imporre di non effettuare questa manifestazione. Qui stiamo giocando con il fuoco...
[17:50] Leggo su internet di gente che prende il treno per Roma senza pagare...
Attenzione il Rubicone va attraversato solo se si è sicuri di vincere!
Io incrocio le dita sperando che tutto vada bene: che non ci siano cioè episodi di violenza o peggio...
[17:55] Ad occhio la rielezione di Napolitano è sicura: spero che tutti mantengano la calma...
[18:00] Proprio non capisco il perché di questa manifestazione: se tutto va bene non servirà a nulla e se va nella peggiore delle maniere potrebbe essere la fine del M5S...
[18:05] Mi aspetto che da un momento all'altro Grillo annulli la manifestazione: sarebbe un autogol ma probabilmente anche il male minore. Ho un nodo allo stomaco.
[18:16] Napolitano rieletto presidente: e ora? La folla grida “Buffoni! Buffoni! Fuori! Fuori!” ma a che pro?
[18:33] Io spero che Grillo veda più lontano di me... Magari il far coalizzare tutti i vecchi partiti insieme contro il M5S alla lunga sarà vincente: l'importante è che oggi non succeda niente di brutto...
[19:11] Si moltiplicano gli appelli alla non violenza: speriamo siano sufficienti. Intanto non ci sono ancora notizie di Grillo...
[20:17] È ufficiale: Grillo arriva a Roma domani. Evidentemente ha scelto la strada di far calare la tensione: penso abbia fatto bene... Non so, magari si riesce a salvare capra e cavolo.
Intanto Crimi e altri parlamentari sono in piazza a gettare acqua sul fuoco...
E si inizia a parlare di dove e quando organizzare una manifestazione...
Ma...
[22:48] Ultimo aggiornamento a freddo, anzi a “tiepido”. Condivido la frenata di Grillo “per timori di scontri” ma non ci si poteva pensare prima di lanciare il drammatico appello “tutti a Roma”? Se oggi annunciava subito una manifestazione di protesta per domani nessuno avrebbe potuto tacciare il M5S come antidemocratico. Inoltre si sarebbe evitato di creare questa pericolosa tensione che poteva sfociare in episodi deprecabili che avrebbero solo nuociuto alla causa del M5S. Speriamo almeno che la manifestazione di domani sia un successo anche se non riesco a immaginare come si possa organizzarla in poche ore.
[Modificato 21/4/2013 9:04] Aggiungo due considerazioni fatte ieri sera che mi sono poi dimenticato di aggiungere: 1) le elezioni si allontanano perché il M5S rischierebbe di vincerle (credo sia pesantemente sottostimato dai sondaggi ma i vecchi partiti lo sanno bene) e perché il PD, il partito con il maggior numero di deputati, è in caduta libera. 2) Forse un merito della fortissima presa di posizione del M5S è quello di aver fatto compattare tutti gli altri partiti insieme dimostrando in tal modo che sono sostanzialmente uguali.
È giusto e legittimo protestare ma, in questo caso, ci sono troppe possibilità che episodi di violenza delegittimino il movimento. Parecchie persone sono troppo esagitate e la protesta potrebbe ritorcersi contro lo stesso M5S...
Se poi il Parlamento si facesse prendere dal panico e mandasse la polizia a disperdere la folla potrebbe succedere un disastro.
Io dico che bisogna avere pazienza e lasciare ai vecchi partiti la libertà di inciuciare fra loro se vogliono: alla lunga, ma nemmeno troppo, questo si ritorcerà contro di loro...
[17:40] Sto seguendo i vari TG e, come era prevedibile, stanno già strumentalizzando la manifestazione accusandola di essere antidemocratica (oltre che non autorizzata dalla questura...). Tutto dipende da quante persone si presentano in piazza: ma la vedo brutta...
[17:45] Leggo di un appello alla prudenza da parte di un parlamentare del M5S: ma la prudenza avrebbe dovuto imporre di non effettuare questa manifestazione. Qui stiamo giocando con il fuoco...
[17:50] Leggo su internet di gente che prende il treno per Roma senza pagare...
Attenzione il Rubicone va attraversato solo se si è sicuri di vincere!
Io incrocio le dita sperando che tutto vada bene: che non ci siano cioè episodi di violenza o peggio...
[17:55] Ad occhio la rielezione di Napolitano è sicura: spero che tutti mantengano la calma...
[18:00] Proprio non capisco il perché di questa manifestazione: se tutto va bene non servirà a nulla e se va nella peggiore delle maniere potrebbe essere la fine del M5S...
[18:05] Mi aspetto che da un momento all'altro Grillo annulli la manifestazione: sarebbe un autogol ma probabilmente anche il male minore. Ho un nodo allo stomaco.
[18:16] Napolitano rieletto presidente: e ora? La folla grida “Buffoni! Buffoni! Fuori! Fuori!” ma a che pro?
[18:33] Io spero che Grillo veda più lontano di me... Magari il far coalizzare tutti i vecchi partiti insieme contro il M5S alla lunga sarà vincente: l'importante è che oggi non succeda niente di brutto...
[19:11] Si moltiplicano gli appelli alla non violenza: speriamo siano sufficienti. Intanto non ci sono ancora notizie di Grillo...
[20:17] È ufficiale: Grillo arriva a Roma domani. Evidentemente ha scelto la strada di far calare la tensione: penso abbia fatto bene... Non so, magari si riesce a salvare capra e cavolo.
Intanto Crimi e altri parlamentari sono in piazza a gettare acqua sul fuoco...
E si inizia a parlare di dove e quando organizzare una manifestazione...
Ma...
[22:48] Ultimo aggiornamento a freddo, anzi a “tiepido”. Condivido la frenata di Grillo “per timori di scontri” ma non ci si poteva pensare prima di lanciare il drammatico appello “tutti a Roma”? Se oggi annunciava subito una manifestazione di protesta per domani nessuno avrebbe potuto tacciare il M5S come antidemocratico. Inoltre si sarebbe evitato di creare questa pericolosa tensione che poteva sfociare in episodi deprecabili che avrebbero solo nuociuto alla causa del M5S. Speriamo almeno che la manifestazione di domani sia un successo anche se non riesco a immaginare come si possa organizzarla in poche ore.
[Modificato 21/4/2013 9:04] Aggiungo due considerazioni fatte ieri sera che mi sono poi dimenticato di aggiungere: 1) le elezioni si allontanano perché il M5S rischierebbe di vincerle (credo sia pesantemente sottostimato dai sondaggi ma i vecchi partiti lo sanno bene) e perché il PD, il partito con il maggior numero di deputati, è in caduta libera. 2) Forse un merito della fortissima presa di posizione del M5S è quello di aver fatto compattare tutti gli altri partiti insieme dimostrando in tal modo che sono sostanzialmente uguali.
venerdì 19 aprile 2013
Novità nel PD
Come scrissi nel mio primo pezzo, Voterò il M5S, il motivo iniziale per cui mi ero orientato verso tale movimento fu la speranza che un suo successo portasse a una sua imitazione virtuosa da parte dei partiti tradizionali.
In effetti qualche cambiamento, in verità piuttosto di facciata, c'era già stato: i programmi politici di PD e PDL, almeno a parole, riprendono molte idee da quello del M5S; i presidenti di Camera e Senato, sebbene tutt'altro che cittadini comuni, sono comunque stati scelti nella direzione giusta...
Eppure, proprio ieri, è diventato evidente un cambiamento REALE: non tanto nei partiti ma quanto nelle basi di questi.
In particolare mi riferisco alla sollevazione degli elettori del PD contro l'ipotesi Marini presidente della Repubblica.
Io credo che questo sia un benefico, quanto imprevisto (almeno da me!), effetto derivato dal M5S e dal suo modo di coinvolgere attivamente i propri attivisti: è vero che a scegliere il candidato presidente alla “quirinarie” sono state solo 40-50.000 persone ma il segnale è stato comunque chiaro. Il M5S ascolta la propria base: i cittadini non sono visti come dei semplici elettori che, dopo averne carpito il voto, possono essere ignorati per cinque anni fino alle elezioni successive...
I media ovviamente hanno come al solito schernito le “quirinarie”, ad esempio dopo l'annullamento del primo voto a causa dell'attacco degli hacker, ma comunque il senso vero di queste, quello della partecipazione attiva e non subordinata nella politica, è stato assimilato anche da chi non vota il M5S.
Io credo che, anche solo pochi mesi fa, non ci sarebbe stata una rivolta così esplicita della base del PD: probabilmente avrebbe prevalso la rassegnazione e si sarebbe fatto buon viso a cattivo gioco, pensando magari qualcosa del tipo “Meglio Marini che Berlusconi presidente...”
I piddiessini hanno cioè visto che il M5S ascolta la sua base e, giustamente, si sono detti: “ma perché "loro" vengono ascoltati e noi no? Non è il PD il vero baluardo della democrazia?” e allora è scattata la reazione rabbiosa...
La seconda novità è che almeno parte del PD, immagino i deputati dalla mente più moderna (meno miopi dei vertici), si siano resi conto che sarebbe stato estremamente rischioso non tentare di assecondare il volere della propria base. Ancora una volta, ho la sensazione, che in circostanze analoghe le opinioni degli elettori del PD sarebbero state completamente ignorate...
Anche in questo caso credo che gran parte del merito sia da attribuire al cambiamento di mentalità portato dal M5S.
In effetti qualche cambiamento, in verità piuttosto di facciata, c'era già stato: i programmi politici di PD e PDL, almeno a parole, riprendono molte idee da quello del M5S; i presidenti di Camera e Senato, sebbene tutt'altro che cittadini comuni, sono comunque stati scelti nella direzione giusta...
Eppure, proprio ieri, è diventato evidente un cambiamento REALE: non tanto nei partiti ma quanto nelle basi di questi.
In particolare mi riferisco alla sollevazione degli elettori del PD contro l'ipotesi Marini presidente della Repubblica.
Io credo che questo sia un benefico, quanto imprevisto (almeno da me!), effetto derivato dal M5S e dal suo modo di coinvolgere attivamente i propri attivisti: è vero che a scegliere il candidato presidente alla “quirinarie” sono state solo 40-50.000 persone ma il segnale è stato comunque chiaro. Il M5S ascolta la propria base: i cittadini non sono visti come dei semplici elettori che, dopo averne carpito il voto, possono essere ignorati per cinque anni fino alle elezioni successive...
I media ovviamente hanno come al solito schernito le “quirinarie”, ad esempio dopo l'annullamento del primo voto a causa dell'attacco degli hacker, ma comunque il senso vero di queste, quello della partecipazione attiva e non subordinata nella politica, è stato assimilato anche da chi non vota il M5S.
Io credo che, anche solo pochi mesi fa, non ci sarebbe stata una rivolta così esplicita della base del PD: probabilmente avrebbe prevalso la rassegnazione e si sarebbe fatto buon viso a cattivo gioco, pensando magari qualcosa del tipo “Meglio Marini che Berlusconi presidente...”
I piddiessini hanno cioè visto che il M5S ascolta la sua base e, giustamente, si sono detti: “ma perché "loro" vengono ascoltati e noi no? Non è il PD il vero baluardo della democrazia?” e allora è scattata la reazione rabbiosa...
La seconda novità è che almeno parte del PD, immagino i deputati dalla mente più moderna (meno miopi dei vertici), si siano resi conto che sarebbe stato estremamente rischioso non tentare di assecondare il volere della propria base. Ancora una volta, ho la sensazione, che in circostanze analoghe le opinioni degli elettori del PD sarebbero state completamente ignorate...
Anche in questo caso credo che gran parte del merito sia da attribuire al cambiamento di mentalità portato dal M5S.
giovedì 18 aprile 2013
Istruzioni
Ormai questo viario (*1) ha tre anni di età raggiungendo una notevole mole di interventi. Credo quindi sia venuto il momento di fornire al lettore che capita da queste parti qualche istruzione sulle particolarità di questo sito.
Innanzi tutto è un viario (*1) dove parlo di me, KGB, e di tutto quello che mi passa per la mente: dei libri che leggo, di politica, di sogni, di economia, di ricette, di chitarra e di molto altro ancora compresi racconti seri, semiseri e decisamente non seri! Non essendo un esperto di niente non ho la pretesa di affrontare approfonditamente nessun argomento: in realtà scrivo molto per me stesso e mi preoccupo poco di venir incontro ai gusti dei lettori. Spesso i miei pezzi sono lunghi e pesanti: è che mi piace l'idea di scrivere qualcosa che abbia un contenuto, meglio se originale, e per farlo non bastano poche battute e una foto buffa.
Mi piace pensare che i miei pochi lettori abituali si divertano a seguirmi mentre giorno dopo giorno spazio da un argomento a un altro: ma forse in questo caso mi illudo...
Ma veniamo alle “particolarità” di cui accennavo nell'introduzione.
Ogni pezzo è marcato con una o più parole, visibili sulla colonna di destra, che ne identificano l'argomento: per rendere immediatamente identificabile l'argomento trattato, all'inizio dell'intervento, ci sono delle vignette che corrispondono alle parole chiave usate per marcarlo.
Cliccando sulla vignetta si viene rinviati al pezzo Legenda dove è presenta la lista completa (in continua evoluzione) di tutte le vignette con la relativa spiegazione.
Oltre ai normali pezzi ci sono i “corti” che sono degli interventi particolarmente brevi (meno di 18 righe sul mio schermo!) raccolti però in gruppi di cinque. Ogni gruppo di corti ha un collegamento che rimanda al precedente formando così una specie di catena.
Nei suoi tre anni di vita ci sono stati anche dei cambiamenti: inizialmente modificavo sempre i nomi dei personaggi italiani in vita (non però nelle recensioni dei libri né per i personaggi esteri) ma nell'ultimo anno ho deciso di fare un'eccezione per i nomi dei politici. Su questo argomento vedere anche il pezzo Nomi e marchi.
Da circa sei mesi mi sono appassionato alla “lotta” ai forestierismi e per questo motivo cerco di usare al loro posto termini in italiano oppure li evidenzio scrivendoli in corsivo o, più raramente, virgolettandoli. Lo so che è una battaglia persa ma è anche una sfida con me stesso che mi piace giocare...
Infine, per il lettore occasionale che voglia farsi un'idea del viario (*1), consiglio di leggere i pezzi marcati dalla parola “Wow”: si tratta infatti di interventi che io scelgo ogni mese fra quelli che ritengo più meritevoli. Poi, ovviamente, consiglio di studiare la colonna con tutte le parole chiave per trovare pezzi che trattano di argomenti di proprio gusto.
Modificato 17/9/2016:
Per chi volesse contattarmi privatamente ho deciso di aprire uno specifico indirizzo di posta elettronica:
vapore bunto sodo ghioggiolina gmail pundo com
Ovviamente rimuovere gli spazi e sostituire dove opportuno con “.” e “@”...
Cercherò di controllare questo indirizzo abbastanza spesso ma, suppongo/temo, col tempo potrei farlo più raramente: per questo motivo consiglio di aggiungere anche un commento sul viario (*1) che mi allerti del messaggio...
Nota (*1): “viario” = vi-(rtuale) + (di)-ario = blog; v. il corto Viario.
Innanzi tutto è un viario (*1) dove parlo di me, KGB, e di tutto quello che mi passa per la mente: dei libri che leggo, di politica, di sogni, di economia, di ricette, di chitarra e di molto altro ancora compresi racconti seri, semiseri e decisamente non seri! Non essendo un esperto di niente non ho la pretesa di affrontare approfonditamente nessun argomento: in realtà scrivo molto per me stesso e mi preoccupo poco di venir incontro ai gusti dei lettori. Spesso i miei pezzi sono lunghi e pesanti: è che mi piace l'idea di scrivere qualcosa che abbia un contenuto, meglio se originale, e per farlo non bastano poche battute e una foto buffa.
Mi piace pensare che i miei pochi lettori abituali si divertano a seguirmi mentre giorno dopo giorno spazio da un argomento a un altro: ma forse in questo caso mi illudo...
Ma veniamo alle “particolarità” di cui accennavo nell'introduzione.
Ogni pezzo è marcato con una o più parole, visibili sulla colonna di destra, che ne identificano l'argomento: per rendere immediatamente identificabile l'argomento trattato, all'inizio dell'intervento, ci sono delle vignette che corrispondono alle parole chiave usate per marcarlo.
Cliccando sulla vignetta si viene rinviati al pezzo Legenda dove è presenta la lista completa (in continua evoluzione) di tutte le vignette con la relativa spiegazione.
Oltre ai normali pezzi ci sono i “corti” che sono degli interventi particolarmente brevi (meno di 18 righe sul mio schermo!) raccolti però in gruppi di cinque. Ogni gruppo di corti ha un collegamento che rimanda al precedente formando così una specie di catena.
Nei suoi tre anni di vita ci sono stati anche dei cambiamenti: inizialmente modificavo sempre i nomi dei personaggi italiani in vita (non però nelle recensioni dei libri né per i personaggi esteri) ma nell'ultimo anno ho deciso di fare un'eccezione per i nomi dei politici. Su questo argomento vedere anche il pezzo Nomi e marchi.
Da circa sei mesi mi sono appassionato alla “lotta” ai forestierismi e per questo motivo cerco di usare al loro posto termini in italiano oppure li evidenzio scrivendoli in corsivo o, più raramente, virgolettandoli. Lo so che è una battaglia persa ma è anche una sfida con me stesso che mi piace giocare...
Infine, per il lettore occasionale che voglia farsi un'idea del viario (*1), consiglio di leggere i pezzi marcati dalla parola “Wow”: si tratta infatti di interventi che io scelgo ogni mese fra quelli che ritengo più meritevoli. Poi, ovviamente, consiglio di studiare la colonna con tutte le parole chiave per trovare pezzi che trattano di argomenti di proprio gusto.
Modificato 17/9/2016:
Per chi volesse contattarmi privatamente ho deciso di aprire uno specifico indirizzo di posta elettronica:
vapore bunto sodo ghioggiolina gmail pundo com
Ovviamente rimuovere gli spazi e sostituire dove opportuno con “.” e “@”...
Cercherò di controllare questo indirizzo abbastanza spesso ma, suppongo/temo, col tempo potrei farlo più raramente: per questo motivo consiglio di aggiungere anche un commento sul viario (*1) che mi allerti del messaggio...
Nota (*1): “viario” = vi-(rtuale) + (di)-ario = blog; v. il corto Viario.
mercoledì 17 aprile 2013
Censura record
Ieri, oscurata dall'attentato di Boston e dal teatrino per l'elezione del presidente della Repubblica, c'è stata una notizia su un argomento che mi sta molto a cuore (v. Censura preventiva e, in generale, i vari pezzi marcati con “web”): la libertà della rete.
L'articolo, del Corriere.it, è il seguente: Bloccati in Italia 27 siti di file sharing.
Riassumo in breve: un PM di Roma ha fatto bloccare per l'Italia ben 27 siti di condivisioni d'archivi: la motivazione è che fra i vari archivi scambiati c'erano anche opere protette dal diritto d'autore.
Il giornalista è stato molto equilibrato puntando il dito sulla contraddizione che anch'io, più volte, ho sottolineato: nel tentativo di riparare a un torto si compie un'ingiustizia molto più grande.
È doveroso proteggere il diritto d'autore ma non lo si dovrebbe fare con il metodo usato dalla giustizia italiana.
Bloccare un sito in toto significa impedire la libera fruizione di esso da parte di decine di migliaia di utenti che non fanno niente di illegale.
Per impedire un crimine di pochi si toglie una libertà a molti: vi pare un principio giusto?
Se per esempio un criminale si nasconde in un condominio la polizia non dà fuoco all'intero palazzo: non si rischia di uccidere centinaia di condomini innocenti per catturare un unico delinquente!
Eppure in campo informatico l'atteggiamento di molti magistrati (*1) è di censurare indiscriminatamente: colpire perché tanto si può fare, basta una firma e si è “chiuso” un fascicolo, e poi tanto nessuno protesta... La maggior parte dei server, suppongo, è all'estero e dubito che i loro proprietari saranno mai informati dei provvedimenti presi dal magistrato italiano...
Questo è però un abuso della giustizia che così anzi si snatura e diventa qualcosa di completamente diverso. Secondo me una limitazione così grave della libertà è giustificabile, e solo temporaneamente (una o due settimane), solo se c'è un significativo pericolo per l'incolumità delle persone. Vedrò di informarmi ma sono sicuro che debba esistere un principio giuridico che affermi che non si possa riparare a un torto compiendone uno molto più grave...
È inutile che ripeta le mie solite considerazioni sulla libertà della rete o dei diritti dei cittadini sempre più assediati da leggi e leggine tese a limitarli: chi è interessato può rivedere i miei pezzi marcati con “libertà” e “web”...
Voglio invece introdurre una riflessione che mi frulla in testa ormai da molti anni: la magistratura non deve essere indipendente ma dovrebbe invece rispondere ai cittadini.
Mi piacerebbe qualcosa in stile USA dove il procuratore distrettuale è eletto (in molti Stati) dalla cittadinanza e per questo si guarda bene da mettere in carcere un sospetto, magari innocente, solo per farlo parlare o, in generale, di abusare del suo vasto potere...
Conclusione: ecco che dopo aver contemplato con impotenza queste ingiustizie sono riuscito a mettermi di cattivo umore...
Nota (*1): ma non solo: manca una sensibilità al problema anche nei politici e, purtroppo, anche nella maggioranza della popolazione...
L'articolo, del Corriere.it, è il seguente: Bloccati in Italia 27 siti di file sharing.
Riassumo in breve: un PM di Roma ha fatto bloccare per l'Italia ben 27 siti di condivisioni d'archivi: la motivazione è che fra i vari archivi scambiati c'erano anche opere protette dal diritto d'autore.
Il giornalista è stato molto equilibrato puntando il dito sulla contraddizione che anch'io, più volte, ho sottolineato: nel tentativo di riparare a un torto si compie un'ingiustizia molto più grande.
È doveroso proteggere il diritto d'autore ma non lo si dovrebbe fare con il metodo usato dalla giustizia italiana.
Bloccare un sito in toto significa impedire la libera fruizione di esso da parte di decine di migliaia di utenti che non fanno niente di illegale.
Per impedire un crimine di pochi si toglie una libertà a molti: vi pare un principio giusto?
Se per esempio un criminale si nasconde in un condominio la polizia non dà fuoco all'intero palazzo: non si rischia di uccidere centinaia di condomini innocenti per catturare un unico delinquente!
Eppure in campo informatico l'atteggiamento di molti magistrati (*1) è di censurare indiscriminatamente: colpire perché tanto si può fare, basta una firma e si è “chiuso” un fascicolo, e poi tanto nessuno protesta... La maggior parte dei server, suppongo, è all'estero e dubito che i loro proprietari saranno mai informati dei provvedimenti presi dal magistrato italiano...
Questo è però un abuso della giustizia che così anzi si snatura e diventa qualcosa di completamente diverso. Secondo me una limitazione così grave della libertà è giustificabile, e solo temporaneamente (una o due settimane), solo se c'è un significativo pericolo per l'incolumità delle persone. Vedrò di informarmi ma sono sicuro che debba esistere un principio giuridico che affermi che non si possa riparare a un torto compiendone uno molto più grave...
È inutile che ripeta le mie solite considerazioni sulla libertà della rete o dei diritti dei cittadini sempre più assediati da leggi e leggine tese a limitarli: chi è interessato può rivedere i miei pezzi marcati con “libertà” e “web”...
Voglio invece introdurre una riflessione che mi frulla in testa ormai da molti anni: la magistratura non deve essere indipendente ma dovrebbe invece rispondere ai cittadini.
Mi piacerebbe qualcosa in stile USA dove il procuratore distrettuale è eletto (in molti Stati) dalla cittadinanza e per questo si guarda bene da mettere in carcere un sospetto, magari innocente, solo per farlo parlare o, in generale, di abusare del suo vasto potere...
Conclusione: ecco che dopo aver contemplato con impotenza queste ingiustizie sono riuscito a mettermi di cattivo umore...
Nota (*1): ma non solo: manca una sensibilità al problema anche nei politici e, purtroppo, anche nella maggioranza della popolazione...
lunedì 15 aprile 2013
Varie sulla situazione politica 4
I dieci maghi evocati dal Presidente sono improvvisamente emersi dal silenzio, hanno finalmente eseguito il loro spettacolo di prestidigitazione ma nessuno li ha applauditi.
A no! Erano dieci saggi e non maghi... cambia poco: nessuno ha comunque applaudito le loro banalità...
Banalità nel senso che hanno elencato dei problemi già conosciuti e sotto gli occhi di tutti: sicuramente noti alla larga maggioranza degli italiani così come al M5S costituito da cittadini comuni ma, mi voglio augurare, anche ai politicanti del PD e PDL. Solo Monti, temo, avrà letto i consigli dei “saggi” grattandosi la testa senza capire quello che stava leggendo visto che non si parlava di “seguire sempre e comunque gli ordini scellerati che ci vengono imposti da Bruxelles”.
Insomma si è trattato di un'inutile perdita di tempo per far guadagnare tempo a Bersani.
Già Bersani...
Ormai non lo capisco più: possibile che non sappia sommare insieme tre percentuali?
Il M5S non vuole fare il governo con il PD e il PD non vuole farlo col PDL: mi sembrano tutte decisioni legittime ma, visto che non ci sono alternative, allora l'unica possibilità democratica è tornare al voto. Cosa spera di ottenere? Il massimo a cui può aspirare è un presidente più filopidiessino possibile, ma perché continuare con questa commedia, anzi farsa, del tentare di formare un governo?
Il problema è che adesso, dopo tutti i tentennamenti e le esitazioni di Bersani, non solo il suo potere personale all'interno del partito è a rischio ma anche il consenso elettorale al PD è dato in forte calo.
Infatti la stessa arma che il PD aveva usato contro il M5S viene adesso usata, esattamente nella stessa maniera, dal PDL. La differenza è che, in questo secondo caso, i pallettoni del PDL sono molto più efficaci: il M5S aveva infatti sempre detto che non si sarebbe mai alleato con nessuno dei partiti che hanno causato lo sfacelo attuale ed è quindi stato coerente con sé stesso mentre, al contrario, PD e PDL fino a pochi mesi fa erano alleati nel sostegno al governo Monti e al suo programma “tassa Italia”: da questo punto di vista il no di Bersani a Berlusconi è più difficile da giustificare.
Nel frattempo il parlamento è congelato. Pur ammettendo corretta (e, per quel che vale, io penso il contrario) l'interpretazione che ci voglia un governo per poter definire le cariche all'interno delle commissioni, non si potrebbe per una volta usare un po' di buon senso? Non si potrebbe dividere le presidenze dandone un quarto al PD, un quarto al PDL, un quarto al M5S e l'ultima fetta, a turno, a Scelta Civica e agli altri partitelli minori?
Ah, già: i nostri vecchi politici mancano di buon senso ma abbondano di furbizia...
Hanno paura dell'attivismo del M5S che sarebbe in poco tempo pronto a proporre le proprie leggi: i partiti tradizionali si troverebbero poi nella scelta, per loro comunque perdente, di approvare delle leggi fatte dal M5S o doversi giustificare con i propri elettori se non lo approvassero (do infatti per scontato che si tratterebbe di leggi ben fatte, chiare e comprensibili a tutti).
A allora il M5S fa quello che può: l'occupazione per richiamare l'attenzione sull'ingiustificata paralisi del parlamento e la mozione per il ritiro dei soldati dall'Afghanistan. Poca roba ma come fare di più? Ovviamente i media ne approfittano per dimostrare che il voto al M5S è un voto perso...
Voglio finire con qualche critica al M5S, così, tanto per dimostrare che la mia capacità di autocritica è ancora viva.
Continua la scarsa trasparenza sulle votazioni in linea: mi riferisco alla prima fase della scelta per gli aspiranti “presidenti” della Repubblica. È stata semplicemente pubblicata una lista di dieci nomi senza nessun altro dato. Che garanzie ci sono che in questo elenco non ci siano un paio di nomi introdotti d'ufficio? Di certo l'agenzia esterna, incaricata dalla società di Casaleggio e che a questa risponde, non è una garanzia. So che fra gli attivisti c'è assoluta fiducia ed entusiasmo per l'iniziativa: ma trasparenza non significa convincere chi è già convinto ma dimostrare a chi non si fida che non c'è possibilità di imbroglio.
In realtà, come ho sempre sostenuto (v. Incongruenza nel M5S), il problema di fondo è la democrazia più o meno diretta: ogni persona ha la propria testa e le proprie idee su ogni argomento e questo vale anche per gli attivisti del M5S. Anche ammettendo di trovare una soluzione informatica che permetta a questi di dialogare e decidere la condotta del M5S fra di loro, si arriverà sempre a una votazione per maggioranza e, qualsiasi maggioranza, è ben noto non spicca per acume e soprattutto manca del cinismo politico necessario per non essere mangiati vivi dai vecchi partiti incapaci in tutto ma non nelle astuzie di palazzo...
Io credo che il movimento dovrà arrivare almeno a una soluzione di compromesso: lasciare la massima democrazia per le grandi scelte morali ma, per la politica di tutti i giorni e specialmente per il confronto con gli altri partiti, è necessario che ci sia un piano ben preciso (non pubblico perché altrimenti sarebbe troppo facile per gli avversari avvantaggiarsene!) stabilito da poche persone (i parlamentari e i loro collaboratori) che abbiano la possibilità (ovvero il tempo) per studiare le varie questioni in tutte le loro sottigliezze e non superficialmente come possono fare i singolo cittadini...
A no! Erano dieci saggi e non maghi... cambia poco: nessuno ha comunque applaudito le loro banalità...
Banalità nel senso che hanno elencato dei problemi già conosciuti e sotto gli occhi di tutti: sicuramente noti alla larga maggioranza degli italiani così come al M5S costituito da cittadini comuni ma, mi voglio augurare, anche ai politicanti del PD e PDL. Solo Monti, temo, avrà letto i consigli dei “saggi” grattandosi la testa senza capire quello che stava leggendo visto che non si parlava di “seguire sempre e comunque gli ordini scellerati che ci vengono imposti da Bruxelles”.
Insomma si è trattato di un'inutile perdita di tempo per far guadagnare tempo a Bersani.
Già Bersani...
Ormai non lo capisco più: possibile che non sappia sommare insieme tre percentuali?
Il M5S non vuole fare il governo con il PD e il PD non vuole farlo col PDL: mi sembrano tutte decisioni legittime ma, visto che non ci sono alternative, allora l'unica possibilità democratica è tornare al voto. Cosa spera di ottenere? Il massimo a cui può aspirare è un presidente più filopidiessino possibile, ma perché continuare con questa commedia, anzi farsa, del tentare di formare un governo?
Il problema è che adesso, dopo tutti i tentennamenti e le esitazioni di Bersani, non solo il suo potere personale all'interno del partito è a rischio ma anche il consenso elettorale al PD è dato in forte calo.
Infatti la stessa arma che il PD aveva usato contro il M5S viene adesso usata, esattamente nella stessa maniera, dal PDL. La differenza è che, in questo secondo caso, i pallettoni del PDL sono molto più efficaci: il M5S aveva infatti sempre detto che non si sarebbe mai alleato con nessuno dei partiti che hanno causato lo sfacelo attuale ed è quindi stato coerente con sé stesso mentre, al contrario, PD e PDL fino a pochi mesi fa erano alleati nel sostegno al governo Monti e al suo programma “tassa Italia”: da questo punto di vista il no di Bersani a Berlusconi è più difficile da giustificare.
Nel frattempo il parlamento è congelato. Pur ammettendo corretta (e, per quel che vale, io penso il contrario) l'interpretazione che ci voglia un governo per poter definire le cariche all'interno delle commissioni, non si potrebbe per una volta usare un po' di buon senso? Non si potrebbe dividere le presidenze dandone un quarto al PD, un quarto al PDL, un quarto al M5S e l'ultima fetta, a turno, a Scelta Civica e agli altri partitelli minori?
Ah, già: i nostri vecchi politici mancano di buon senso ma abbondano di furbizia...
Hanno paura dell'attivismo del M5S che sarebbe in poco tempo pronto a proporre le proprie leggi: i partiti tradizionali si troverebbero poi nella scelta, per loro comunque perdente, di approvare delle leggi fatte dal M5S o doversi giustificare con i propri elettori se non lo approvassero (do infatti per scontato che si tratterebbe di leggi ben fatte, chiare e comprensibili a tutti).
A allora il M5S fa quello che può: l'occupazione per richiamare l'attenzione sull'ingiustificata paralisi del parlamento e la mozione per il ritiro dei soldati dall'Afghanistan. Poca roba ma come fare di più? Ovviamente i media ne approfittano per dimostrare che il voto al M5S è un voto perso...
Voglio finire con qualche critica al M5S, così, tanto per dimostrare che la mia capacità di autocritica è ancora viva.
Continua la scarsa trasparenza sulle votazioni in linea: mi riferisco alla prima fase della scelta per gli aspiranti “presidenti” della Repubblica. È stata semplicemente pubblicata una lista di dieci nomi senza nessun altro dato. Che garanzie ci sono che in questo elenco non ci siano un paio di nomi introdotti d'ufficio? Di certo l'agenzia esterna, incaricata dalla società di Casaleggio e che a questa risponde, non è una garanzia. So che fra gli attivisti c'è assoluta fiducia ed entusiasmo per l'iniziativa: ma trasparenza non significa convincere chi è già convinto ma dimostrare a chi non si fida che non c'è possibilità di imbroglio.
In realtà, come ho sempre sostenuto (v. Incongruenza nel M5S), il problema di fondo è la democrazia più o meno diretta: ogni persona ha la propria testa e le proprie idee su ogni argomento e questo vale anche per gli attivisti del M5S. Anche ammettendo di trovare una soluzione informatica che permetta a questi di dialogare e decidere la condotta del M5S fra di loro, si arriverà sempre a una votazione per maggioranza e, qualsiasi maggioranza, è ben noto non spicca per acume e soprattutto manca del cinismo politico necessario per non essere mangiati vivi dai vecchi partiti incapaci in tutto ma non nelle astuzie di palazzo...
Io credo che il movimento dovrà arrivare almeno a una soluzione di compromesso: lasciare la massima democrazia per le grandi scelte morali ma, per la politica di tutti i giorni e specialmente per il confronto con gli altri partiti, è necessario che ci sia un piano ben preciso (non pubblico perché altrimenti sarebbe troppo facile per gli avversari avvantaggiarsene!) stabilito da poche persone (i parlamentari e i loro collaboratori) che abbiano la possibilità (ovvero il tempo) per studiare le varie questioni in tutte le loro sottigliezze e non superficialmente come possono fare i singolo cittadini...
domenica 14 aprile 2013
B-Day
Nella sostanziale indifferenza dei media italiani, completamenti assorbiti dal commentare entusiasticamente ogni puzzetta del Presidente, domani è il b-day: il giorno più probabile nel quale la Nord Corea potrebbe tentare la sua folle dimostrazione di forza.
Se domani, il 15 aprile, va tutto bene allora mi aspetterei che il buon senso abbia trionfato: in caso contrario impareremo a memoria un'altra data stile 11 settembre...
Questo no! - 15/4/2013
Google mi manda molti (relativamente) lettori che cercano qualcosa che non troveranno sul mio viario (*1): pazienza...
È chiaro che l'algoritmo del noto motore di ricerca fa del suo meglio per indovinare di cosa trattino le mie pagine (e perfino io stesso avrei talvolta dei dubbi!) però...
...caro Google, per favore, chi cerca “Cacca delle talpe” mandalo da un'altra parte!
Nota (*1): “viario” = vi-(rtuale) + (di)-ario = blog; v. il corto Viario.
Stanotte umore - 16/4/2013
Stanotte ho sognato lo zio: era in gran forma...
Non ricordo praticamente niente del sogno eppure, nonostante questo, mi ha lasciato una patina di serenità che è riuscita a mettermi di buon umore.
Finalmente! - 20/4/2013
Bersani uscendo dalla toilette: «Finalmente ho fatto un grosso successo!»
Tristo presagio - 21/4/2013
Qualche giorno fa ho avuto un presagio di calamità naturale intorno al 25 aprile (direi nella notte fra il 25 e il 26). Penso a un terremoto/tsunami/vulcano/meteorite: spero non in Italia...
Se domani, il 15 aprile, va tutto bene allora mi aspetterei che il buon senso abbia trionfato: in caso contrario impareremo a memoria un'altra data stile 11 settembre...
Questo no! - 15/4/2013
Google mi manda molti (relativamente) lettori che cercano qualcosa che non troveranno sul mio viario (*1): pazienza...
È chiaro che l'algoritmo del noto motore di ricerca fa del suo meglio per indovinare di cosa trattino le mie pagine (e perfino io stesso avrei talvolta dei dubbi!) però...
...caro Google, per favore, chi cerca “Cacca delle talpe” mandalo da un'altra parte!
Nota (*1): “viario” = vi-(rtuale) + (di)-ario = blog; v. il corto Viario.
Stanotte umore - 16/4/2013
Stanotte ho sognato lo zio: era in gran forma...
Non ricordo praticamente niente del sogno eppure, nonostante questo, mi ha lasciato una patina di serenità che è riuscita a mettermi di buon umore.
Finalmente! - 20/4/2013
Bersani uscendo dalla toilette: «Finalmente ho fatto un grosso successo!»
Tristo presagio - 21/4/2013
Qualche giorno fa ho avuto un presagio di calamità naturale intorno al 25 aprile (direi nella notte fra il 25 e il 26). Penso a un terremoto/tsunami/vulcano/meteorite: spero non in Italia...
Solipsista
Oggi sono di umore melanconico: non so da cosa dipenda... però ultimamente il mio naturale buon umore sta perdendo colpi...
Per questo ho voglia di parlare di me: Freud diceva che l'introverso è morbosamente interessato a sé stesso... Ma è possibile negare assolutamente l'utilità dell'introspezione?
Sono convinto che per avanzare talvolta sia necessario dirigersi dentro noi stessi. Certo non bisogna esagerare!
Comunque, proprio stanotte, complice la periodica insonnia, mi è capitato un fenomeno che, fin da quando ero un ragazzo, talvolta si manifesta...
È difficile da spiegare: è primariamente una sensazione di distacco fra me e... me!
Non è che “esco” dal corpo: assolutamente no! (*1)
Piuttosto, perdonate l'inadeguatezza delle mie parole, perdo il senso della realtà: cioè la vita di tutti i giorni con le sue gioie e i suoi dolori mi pare divenire una finzione, una specie di commedia (o tragedia) nella quale recito, senza troppa convinzione né talento, la mia parte.
Attenzione, non è che cado in una specie di solipsismo, ovvero non ritengo irreale, frutto della mia immaginazione, quello che succede intorno a me (*2): piuttosto è la mia prospettiva sulla vita che si amplia enormemente e mi permette di contemplarla con inusitato distacco.
Un'analogia potrebbe essere il vedere una strada percorrendola in auto, quindi sequenzialmente e sempre, più o meno, nel presente oppure vederla dal finestrino di un aereo, riassunta tutta insieme nella sua interezza.
In questi momenti sono perfettamente consapevole di come tutto, sia gioie che dolori, sia futile, irrilevante nello schema più grande dove la nostra vita è solo un piccolo dettaglio. Sì, perché, tornando alla mia analogia, se si immagina la vita come un viaggio in macchina fra la partenza, la nascita, e l'arrivo, la morte, si potrebbe avere la sensazione che essa sia solo ciò che si vede (e si è visto) attraverso il parabrezza; se però ci alziamo in volo, allora possiamo vedere chiaramente anche tutte le strade che non abbiamo preso, ciò che è prima della partenza e quello che è oltre l'arrivo: possiamo cioè osservare non solo la nostra strada ma l'intera regione della quale essa è solo una delle tante arterie...
Credo che molte filosofie e religioni orientali si propongano di raggiungere questo distacco dal sé che a me viene così naturale: anzi credo che oramai potrei calarmi (anzi innalzarmi!) in questo stato a volontà... Forse, proprio per questo, non lo ritengo un grande obiettivo: anche perché di natura sono un ottimista romantico mentre, in tale stato di coscienza, tutto è neutro e indifferente. Per quanto lo sguardo possa spaziare lontano non ne sono particolarmente affascinato...
Chiedo venia ai miei lettori per il pezzo particolarmente tedioso e vano.
Nota (*1): mi piacerebbe provare a “uscire” dal corpo ma non mi è mai successo!
Nota (*2): ecco, credo che questo particolare sia molto importante per distinguere il mio stato da qualche strana forma di nevrosi. Rimango conscio di cosa sia la realtà e di cosa essa rappresenti: per questo, ad esempio, non mi passerebbe mai per la mente di tagliarmi un dito perché “tanto il dolore è irreale”, “tanto non mi serve” o cose del genere!
Per questo ho voglia di parlare di me: Freud diceva che l'introverso è morbosamente interessato a sé stesso... Ma è possibile negare assolutamente l'utilità dell'introspezione?
Sono convinto che per avanzare talvolta sia necessario dirigersi dentro noi stessi. Certo non bisogna esagerare!
Comunque, proprio stanotte, complice la periodica insonnia, mi è capitato un fenomeno che, fin da quando ero un ragazzo, talvolta si manifesta...
È difficile da spiegare: è primariamente una sensazione di distacco fra me e... me!
Non è che “esco” dal corpo: assolutamente no! (*1)
Piuttosto, perdonate l'inadeguatezza delle mie parole, perdo il senso della realtà: cioè la vita di tutti i giorni con le sue gioie e i suoi dolori mi pare divenire una finzione, una specie di commedia (o tragedia) nella quale recito, senza troppa convinzione né talento, la mia parte.
Attenzione, non è che cado in una specie di solipsismo, ovvero non ritengo irreale, frutto della mia immaginazione, quello che succede intorno a me (*2): piuttosto è la mia prospettiva sulla vita che si amplia enormemente e mi permette di contemplarla con inusitato distacco.
Un'analogia potrebbe essere il vedere una strada percorrendola in auto, quindi sequenzialmente e sempre, più o meno, nel presente oppure vederla dal finestrino di un aereo, riassunta tutta insieme nella sua interezza.
In questi momenti sono perfettamente consapevole di come tutto, sia gioie che dolori, sia futile, irrilevante nello schema più grande dove la nostra vita è solo un piccolo dettaglio. Sì, perché, tornando alla mia analogia, se si immagina la vita come un viaggio in macchina fra la partenza, la nascita, e l'arrivo, la morte, si potrebbe avere la sensazione che essa sia solo ciò che si vede (e si è visto) attraverso il parabrezza; se però ci alziamo in volo, allora possiamo vedere chiaramente anche tutte le strade che non abbiamo preso, ciò che è prima della partenza e quello che è oltre l'arrivo: possiamo cioè osservare non solo la nostra strada ma l'intera regione della quale essa è solo una delle tante arterie...
Credo che molte filosofie e religioni orientali si propongano di raggiungere questo distacco dal sé che a me viene così naturale: anzi credo che oramai potrei calarmi (anzi innalzarmi!) in questo stato a volontà... Forse, proprio per questo, non lo ritengo un grande obiettivo: anche perché di natura sono un ottimista romantico mentre, in tale stato di coscienza, tutto è neutro e indifferente. Per quanto lo sguardo possa spaziare lontano non ne sono particolarmente affascinato...
Chiedo venia ai miei lettori per il pezzo particolarmente tedioso e vano.
Nota (*1): mi piacerebbe provare a “uscire” dal corpo ma non mi è mai successo!
Nota (*2): ecco, credo che questo particolare sia molto importante per distinguere il mio stato da qualche strana forma di nevrosi. Rimango conscio di cosa sia la realtà e di cosa essa rappresenti: per questo, ad esempio, non mi passerebbe mai per la mente di tagliarmi un dito perché “tanto il dolore è irreale”, “tanto non mi serve” o cose del genere!
sabato 13 aprile 2013
Teogumeno
Finalmente ho finito di leggere il ciclo del Nuovo Sole di Gene Wolfe (oltre alla Quinta testa di Cerbero dello stesso autore) che avevo acquistato tempo fa e che tanti grattacapi la sua consegna mi aveva creato (v. SDA).
Ovviamente, come al solito, essendo dei romanzi di avventura, non ne svelo la trama per non sciupare la lettura a chi volesse leggerli per proprio conto.
Sicuramente sono dei bei libri ma temo che lo stile di Gene Wolfe non mi sia congeniale: in tutto ciò che ho letto di suo ci sono delle complicazioni della trama che confinano con l'incomprensibile; è un autore troppo poetico che ama perdersi in magici dettagli mentre io apprezzo molto la logicità dell'insieme. Tanto per fare un esempio, Severian, il protagonista del Ciclo, attraversa nelle sue avventure tutta la Repubblica governata dal misterioso autarca: l'autore ne descrive tanti dettagli ma non si preoccupa di spiegarne la struttura o come faccia a reggersi la sua economia oppure cosa mangino i milioni di abitanti di Nexus, la sua capitale, etc... Ho la sensazione che l'autore proprio non senta nemmeno la necessità di fornire questo genere di spiegazioni che invece, secondo me, sono fondamentali per dare spessore e credibilità a un racconto: non per niente sono un entusiasta di Frank Herbert...
Comunque, chiariamolo subito, questi romanzi sono tutti scritti in maniera eccellente e abbondano di episodi memorabili.
Voglio provare a indicarne uno per libro: nell'Ombra del torturatore spicca la spada del protagonista, Terminus Est, notissima fra gli appassionati di fantasy (io la conoscevo pur non avendo letto questo ciclo!); nell'Artiglio del conciliatore spicca il macabro banchetto costituito dal cadavere arrostito di Thecla, una donna amata da Severian; nella Spada del littore mi ha colpito l'inaspettata quanto improvvisa morte di un bambino salvato da Severian (ricordo di essere tornato indietro a rileggere per vedere se avevo capito bene!); più difficile scegliere nella Cittadella dell'autarca: probabilmente il racconto dell'asciano (“La storia del leale al gruppo del diciassette – L'uomo giusto”) tutto scritto per mezzo dei motti politici (e nonostante la traduzione “in linea” bisogna faticare non poco per capirne l'interpretazione!) attraverso i quali si esprimono gli abitanti di Ascia; infine, in Urth del Nuovo Sole, resta impressa la colossale nave cosmica che naviga attraverso lo spazio e il tempo...
Caratteristica di questi libri sono gli strani vocaboli impiegati (lo si può notare già dai titoli). Il motivo è che l'autore (Gene Wolfe) ha trovato e dovuto tradurre il manoscritto del ciclo proveniente da un lontano futuro (oppure da un'altra dimensione o da un altro universo!) e, per la traduzione, si è dovuto “arrangiare” usando termini non completamente esatti ma che più o meno, secondo lui, si avvicinano al significato del testo originale. Sicuramente l'effetto, al di là dell'espediente stilistico, è affascinante!
Più o meno con lo stesso scopo abbondano i neologismi inventati da Gene Wolfe: quello che mi ha più colpito è il “teogumeno”, una specie di divino demiurgo attraverso il quale si esprime la potenza di Dio, ma che a me ricorda un banale energumeno...
In conclusione si tratta di un buon ciclo che, anzi, persone con gusti diversi dai miei potrebbero anche trovare ottimo. Io lo consiglio con l'avvertenza che si tratta di libri inusuali, dove la storia principale è inframmezzata da vari racconti (che niente hanno a che fare con la trama) e perfino da una commedia! Poi ci sono numerose digressioni che richiedono una buona attenzione per essere apprezzate: insomma non dei libri per tutti...
Nota (*1): i libri che ho letto erano tutti editi da Fanucci nel 2012 e tradotti da Viviana Viviani (omonima di mia zia!) tranne il quarto della serie, La cittadella dell'autarca che avevo da molti anni e fu stampato dalla Editrice Nord nel 1984 e tradotto da Annarita Guarnieri. Tutti i libri mi sono sembrati ben tradotti ma, nell'ultimo volume (Urth del nuovo sole), ci sono moltissimi refusi, anche evidentissimi, che danno l'impressione che nessuno si sia preoccupato di rileggerlo: peccato...
Ovviamente, come al solito, essendo dei romanzi di avventura, non ne svelo la trama per non sciupare la lettura a chi volesse leggerli per proprio conto.
Sicuramente sono dei bei libri ma temo che lo stile di Gene Wolfe non mi sia congeniale: in tutto ciò che ho letto di suo ci sono delle complicazioni della trama che confinano con l'incomprensibile; è un autore troppo poetico che ama perdersi in magici dettagli mentre io apprezzo molto la logicità dell'insieme. Tanto per fare un esempio, Severian, il protagonista del Ciclo, attraversa nelle sue avventure tutta la Repubblica governata dal misterioso autarca: l'autore ne descrive tanti dettagli ma non si preoccupa di spiegarne la struttura o come faccia a reggersi la sua economia oppure cosa mangino i milioni di abitanti di Nexus, la sua capitale, etc... Ho la sensazione che l'autore proprio non senta nemmeno la necessità di fornire questo genere di spiegazioni che invece, secondo me, sono fondamentali per dare spessore e credibilità a un racconto: non per niente sono un entusiasta di Frank Herbert...
Comunque, chiariamolo subito, questi romanzi sono tutti scritti in maniera eccellente e abbondano di episodi memorabili.
Voglio provare a indicarne uno per libro: nell'Ombra del torturatore spicca la spada del protagonista, Terminus Est, notissima fra gli appassionati di fantasy (io la conoscevo pur non avendo letto questo ciclo!); nell'Artiglio del conciliatore spicca il macabro banchetto costituito dal cadavere arrostito di Thecla, una donna amata da Severian; nella Spada del littore mi ha colpito l'inaspettata quanto improvvisa morte di un bambino salvato da Severian (ricordo di essere tornato indietro a rileggere per vedere se avevo capito bene!); più difficile scegliere nella Cittadella dell'autarca: probabilmente il racconto dell'asciano (“La storia del leale al gruppo del diciassette – L'uomo giusto”) tutto scritto per mezzo dei motti politici (e nonostante la traduzione “in linea” bisogna faticare non poco per capirne l'interpretazione!) attraverso i quali si esprimono gli abitanti di Ascia; infine, in Urth del Nuovo Sole, resta impressa la colossale nave cosmica che naviga attraverso lo spazio e il tempo...
Caratteristica di questi libri sono gli strani vocaboli impiegati (lo si può notare già dai titoli). Il motivo è che l'autore (Gene Wolfe) ha trovato e dovuto tradurre il manoscritto del ciclo proveniente da un lontano futuro (oppure da un'altra dimensione o da un altro universo!) e, per la traduzione, si è dovuto “arrangiare” usando termini non completamente esatti ma che più o meno, secondo lui, si avvicinano al significato del testo originale. Sicuramente l'effetto, al di là dell'espediente stilistico, è affascinante!
Più o meno con lo stesso scopo abbondano i neologismi inventati da Gene Wolfe: quello che mi ha più colpito è il “teogumeno”, una specie di divino demiurgo attraverso il quale si esprime la potenza di Dio, ma che a me ricorda un banale energumeno...
In conclusione si tratta di un buon ciclo che, anzi, persone con gusti diversi dai miei potrebbero anche trovare ottimo. Io lo consiglio con l'avvertenza che si tratta di libri inusuali, dove la storia principale è inframmezzata da vari racconti (che niente hanno a che fare con la trama) e perfino da una commedia! Poi ci sono numerose digressioni che richiedono una buona attenzione per essere apprezzate: insomma non dei libri per tutti...
Nota (*1): i libri che ho letto erano tutti editi da Fanucci nel 2012 e tradotti da Viviana Viviani (omonima di mia zia!) tranne il quarto della serie, La cittadella dell'autarca che avevo da molti anni e fu stampato dalla Editrice Nord nel 1984 e tradotto da Annarita Guarnieri. Tutti i libri mi sono sembrati ben tradotti ma, nell'ultimo volume (Urth del nuovo sole), ci sono moltissimi refusi, anche evidentissimi, che danno l'impressione che nessuno si sia preoccupato di rileggerlo: peccato...
venerdì 12 aprile 2013
Preghiera semplice
La lettura della Bibbia ha portato i suoi primi frutti: stanotte ho sognato una preghiera!
Sfortunatamente non l'ho finita di leggere e, come al solito, la ricordo solo in maniera molto incompleta. Comunque la sua struttura era semplice e sono quindi in grado di darne una buona ricostruzione.
Si tratta infatti di una lunga supplica nella quale si chiede a Dio di uccidere una lunga serie di creature malvagie. Già durante il sogno avevo la sensazione che il testo fosse stato scritto nel basso medioevo, probabilmente da un chierico nel nord Europa: ricordo infatti che c'erano termini in latino ma anche richiami alla mitologia sia nordica che classica...
Ho la sensazione che la preghiera terminasse con un “colpo di scena” ma, non avendo finito di leggerla, non ne sono sicuro: ma procediamo con ordine...
«Ti prego di uccidere il lupo mannaro (uno), la lupa mannara (una), …
…
uccidi il folletto dei boschi e il fauno.
{Sorta di domanda regolarmente intercalata al lungo elenco} Ma ne sei sicuro?
…
uccidi la donna straniera istruita (demone malvagio) e la donna straniera (barbara)
Ma ne sei sicuro?
…
…
{4/5 righe finali che non ho letto...}
»
L'invito al “femminicidio” mi è rimasto particolarmente impresso perché oltretutto distingue fra “istruita” e non (*1). Ricordo comunque che si trattava di una lista molto lunga (una pagina?) e che questi due termini non erano particolarmente evidenziati...
Le parole fra parentesi erano anche nel testo della preghiera del sogno.
Infine la mia sensazione è che nella parte finale (4-5 righe) venisse spiegato che non tutte queste uccisioni sono giustificate e che quindi si invitasse alla tolleranza o almeno alla prudenza.
Nota (*1): durante il pranzo ho ripensato a quale potrebbe essere stato il materiale inconscio che ha portato all'elaborazione di questo particolare passaggio della “preghiera”.
Il riferimento alla “donna straniera” è facilissimo: come ho scritto nell'introduzione sto leggendo la Bibbia e, in particolare, al momento sono impegnato con il libro dei Proverbi. In esso ci sono continui riferimenti alla “donna straniera” che già in prima lettura mi avevano fatto sorridere.
Esempi: Prv 6, 24 «{gli insegnamenti dei tuoi genitori ti serviranno} per preservarti dalla donna altrui, dalle lusinghe della straniera.»; Prv 7, 5 «perché ti preservi dalla donna forestiera, dalla straniera che ha parole di lusinga.»; oppure Prv 5, 3 «Stillano miele le labbra di una straniera e più viscida dell'olio è la sua bocca;» (insomma è un continuo!)
Il riferimento all'istruzione credo possa essere fatto risalire a un proverbio in latino letto qualche anno fa e che aspettavo di poter sfruttare per prendere in giro un'amica alla prima occasione propizia: ovviamente non lo ritrovo (uffa!) ma era qualcosa del tipo “Donna che sa il latino è rara cosa, ma guardati dal prenderla in isposa.”
Sfortunatamente non l'ho finita di leggere e, come al solito, la ricordo solo in maniera molto incompleta. Comunque la sua struttura era semplice e sono quindi in grado di darne una buona ricostruzione.
Si tratta infatti di una lunga supplica nella quale si chiede a Dio di uccidere una lunga serie di creature malvagie. Già durante il sogno avevo la sensazione che il testo fosse stato scritto nel basso medioevo, probabilmente da un chierico nel nord Europa: ricordo infatti che c'erano termini in latino ma anche richiami alla mitologia sia nordica che classica...
Ho la sensazione che la preghiera terminasse con un “colpo di scena” ma, non avendo finito di leggerla, non ne sono sicuro: ma procediamo con ordine...
«Ti prego di uccidere il lupo mannaro (uno), la lupa mannara (una), …
…
uccidi il folletto dei boschi e il fauno.
{Sorta di domanda regolarmente intercalata al lungo elenco} Ma ne sei sicuro?
…
uccidi la donna straniera istruita (demone malvagio) e la donna straniera (barbara)
Ma ne sei sicuro?
…
…
{4/5 righe finali che non ho letto...}
»
L'invito al “femminicidio” mi è rimasto particolarmente impresso perché oltretutto distingue fra “istruita” e non (*1). Ricordo comunque che si trattava di una lista molto lunga (una pagina?) e che questi due termini non erano particolarmente evidenziati...
Le parole fra parentesi erano anche nel testo della preghiera del sogno.
Infine la mia sensazione è che nella parte finale (4-5 righe) venisse spiegato che non tutte queste uccisioni sono giustificate e che quindi si invitasse alla tolleranza o almeno alla prudenza.
Nota (*1): durante il pranzo ho ripensato a quale potrebbe essere stato il materiale inconscio che ha portato all'elaborazione di questo particolare passaggio della “preghiera”.
Il riferimento alla “donna straniera” è facilissimo: come ho scritto nell'introduzione sto leggendo la Bibbia e, in particolare, al momento sono impegnato con il libro dei Proverbi. In esso ci sono continui riferimenti alla “donna straniera” che già in prima lettura mi avevano fatto sorridere.
Esempi: Prv 6, 24 «{gli insegnamenti dei tuoi genitori ti serviranno} per preservarti dalla donna altrui, dalle lusinghe della straniera.»; Prv 7, 5 «perché ti preservi dalla donna forestiera, dalla straniera che ha parole di lusinga.»; oppure Prv 5, 3 «Stillano miele le labbra di una straniera e più viscida dell'olio è la sua bocca;» (insomma è un continuo!)
Il riferimento all'istruzione credo possa essere fatto risalire a un proverbio in latino letto qualche anno fa e che aspettavo di poter sfruttare per prendere in giro un'amica alla prima occasione propizia: ovviamente non lo ritrovo (uffa!) ma era qualcosa del tipo “Donna che sa il latino è rara cosa, ma guardati dal prenderla in isposa.”
giovedì 11 aprile 2013
Due progressi
Questa settimana dovevo aver lezione di chitarra ma poi è saltata...
Prendo quindi l'occasione per sottolineare un paio di progressi importanti.
Per prima cosa, con mio grande stupore, non ho avuto nessun problema ad abituarmi a suonare in piedi: ero convinto che la diversa prospettiva, le mani in posizioni diverse, la maggior distanza degli occhi dalle corde mi avrebbero confuso a tal punto da rendermi difficile suonare anche i pezzi più facili.
Invece, già dopo una sola esercitazione, non ho avuto “quasi” più problemi. “Quasi” perché inizialmente avevo difficoltà con i tasti vicini al corpo della chitarra: mi sembrava infatti che che le mie dita si fossero accorciate perché avevo problemi a raggiungere col mignolo le corde più alte!
Dopo qualche esperimento mi sono però reso conto che bastava cambiare l'orientamento della chitarra per annullare il problema.
Immagino, anzi sono sicuro, che i chitarristi automaticamente senza pensarci ruotino la chitarra intorno alla vita e alzino il manico verso l'alto per riuscire a raggiungere i tasti più agevolmente senza bisogno di rifletterci: io invece devo sperimentare...
Insomma ho capito che suonando in piedi non c'è una posizione che va sempre bene ma che l'impugnatura e la posizione della chitarra relativamente al corpo deve variare in base a quali note si debbano suonare.
Comunque è tutta un'altra cosa suonare la chitarra elettrica in piedi: mi sento molto più professionale!
Il secondo fatto notevole riguarda gli accordi: nei resoconti delle ultime lezioni, alla sezione pattern, non ho praticamente scritto niente. E in effetti c'era poco da dire: avevo il nuovo ritmo e avanzavo regolarmente con i bpm...
Però, la cosa strana, è che negli ultimi giorni ho raggiunto una velocità discreta (78bpm) ma soprattutto non ho più problemi con nessuno degli accordi che mi erano ostici!
In particolare il F (e gli altri accordi col barrè) e il B mi vengono naturalmente come gli altri: proprio volendone cercare uno più ostico potrei indicare il C7 ma solo perché ce l'ho in un solo giro e quindi mi capita di suonarlo una volta alla settimana o più raramente...
Altro fattore interessante è che non saprei dire da cosa dipenda questo improvviso miglioramento: sarei tentato di supporre che mi sia stato utile suonare gli accompagnamenti sopra le colonne sonore originali (mi riferisco a What's Up, Surfing USA e, recentemente, Vodka): questi esercizi potrebbero spiegare i progressi con il B ma il F?
Quindi probabilmente gran parte del merito va al noiosissimo esercizio pattern stesso e ai suoi altrettanto noiosi giri...
Prendo quindi l'occasione per sottolineare un paio di progressi importanti.
Per prima cosa, con mio grande stupore, non ho avuto nessun problema ad abituarmi a suonare in piedi: ero convinto che la diversa prospettiva, le mani in posizioni diverse, la maggior distanza degli occhi dalle corde mi avrebbero confuso a tal punto da rendermi difficile suonare anche i pezzi più facili.
Invece, già dopo una sola esercitazione, non ho avuto “quasi” più problemi. “Quasi” perché inizialmente avevo difficoltà con i tasti vicini al corpo della chitarra: mi sembrava infatti che che le mie dita si fossero accorciate perché avevo problemi a raggiungere col mignolo le corde più alte!
Dopo qualche esperimento mi sono però reso conto che bastava cambiare l'orientamento della chitarra per annullare il problema.
Immagino, anzi sono sicuro, che i chitarristi automaticamente senza pensarci ruotino la chitarra intorno alla vita e alzino il manico verso l'alto per riuscire a raggiungere i tasti più agevolmente senza bisogno di rifletterci: io invece devo sperimentare...
Insomma ho capito che suonando in piedi non c'è una posizione che va sempre bene ma che l'impugnatura e la posizione della chitarra relativamente al corpo deve variare in base a quali note si debbano suonare.
Comunque è tutta un'altra cosa suonare la chitarra elettrica in piedi: mi sento molto più professionale!
Il secondo fatto notevole riguarda gli accordi: nei resoconti delle ultime lezioni, alla sezione pattern, non ho praticamente scritto niente. E in effetti c'era poco da dire: avevo il nuovo ritmo e avanzavo regolarmente con i bpm...
Però, la cosa strana, è che negli ultimi giorni ho raggiunto una velocità discreta (78bpm) ma soprattutto non ho più problemi con nessuno degli accordi che mi erano ostici!
In particolare il F (e gli altri accordi col barrè) e il B mi vengono naturalmente come gli altri: proprio volendone cercare uno più ostico potrei indicare il C7 ma solo perché ce l'ho in un solo giro e quindi mi capita di suonarlo una volta alla settimana o più raramente...
Altro fattore interessante è che non saprei dire da cosa dipenda questo improvviso miglioramento: sarei tentato di supporre che mi sia stato utile suonare gli accompagnamenti sopra le colonne sonore originali (mi riferisco a What's Up, Surfing USA e, recentemente, Vodka): questi esercizi potrebbero spiegare i progressi con il B ma il F?
Quindi probabilmente gran parte del merito va al noiosissimo esercizio pattern stesso e ai suoi altrettanto noiosi giri...
mercoledì 10 aprile 2013
Coreadubbio
La questione Politica del momento non è la farsa sulla formazione del governo in Italia ma la tensione fra Corea del Nord e resto del mondo...
Data la gravità e gli esiti potenzialmente disastrosi di un conflitto con armi atomiche, forse qualche lettore potrebbe meravigliarsi che io non abbia trattato l'argomento se non con un vago accenno con la pillola Corea del Nord...
In verità è da giorni che seguo i vari aggiornamenti sulla vicenda: non ne scrivo però perché c'è poco o niente da dire. La Corea è una scatola chiusa e dubito che in occidente ci sia più di un pugno di persone che sappia veramente quello che sta succedendo...
Mi limito a dire che, da un punto di vista razionale, la situazione dovrebbe essere banale: la Corea del Nord non ha niente da guadagnare e tutto da rimetterci dallo scatenare una guerra. Per questo il buon senso ci dice che tutto dovrebbe risolversi in una bolla di sapone. Eppure...
Eppure c'è un “ma”: a capo della Corea del Nord c'è un dittatore figlio di un dittatore e raramente tali figli sono più savi dei padri. In altre parole non sono sicuro della sanità mentale di Kim Jong-un, il giovane dittatore, e per questo temo sempre che ci sia la possibilità di un atto di follia che vada contro ogni logica.
Chi vuol provare a fare una speculazione economica potrebbe provare a comprare dei contatori Geiger: in caso di radiazioni mi immagino una corsa (v. anche questo video) a controllare il cibo e gli ambienti...
Memo per me: studiare i venti...
Data la gravità e gli esiti potenzialmente disastrosi di un conflitto con armi atomiche, forse qualche lettore potrebbe meravigliarsi che io non abbia trattato l'argomento se non con un vago accenno con la pillola Corea del Nord...
In verità è da giorni che seguo i vari aggiornamenti sulla vicenda: non ne scrivo però perché c'è poco o niente da dire. La Corea è una scatola chiusa e dubito che in occidente ci sia più di un pugno di persone che sappia veramente quello che sta succedendo...
Mi limito a dire che, da un punto di vista razionale, la situazione dovrebbe essere banale: la Corea del Nord non ha niente da guadagnare e tutto da rimetterci dallo scatenare una guerra. Per questo il buon senso ci dice che tutto dovrebbe risolversi in una bolla di sapone. Eppure...
Eppure c'è un “ma”: a capo della Corea del Nord c'è un dittatore figlio di un dittatore e raramente tali figli sono più savi dei padri. In altre parole non sono sicuro della sanità mentale di Kim Jong-un, il giovane dittatore, e per questo temo sempre che ci sia la possibilità di un atto di follia che vada contro ogni logica.
Chi vuol provare a fare una speculazione economica potrebbe provare a comprare dei contatori Geiger: in caso di radiazioni mi immagino una corsa (v. anche questo video) a controllare il cibo e gli ambienti...
Memo per me: studiare i venti...
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