«Ma per il cristianesimo esiste Dio: questo non è irrilevante...»
6.1 «Dio è la perfezione»
E Discutibile meditò a lungo sulle parole del Maestro Yury.
Un giorno, mentre il Maestro Yury sedeva all'ombra del suo melo preferito, il discepolo Discutibile arrivò di corsa da lui.
«Maestro! Un cane rognoso, un sudicio, sporco e miserabile musico errante vorrebbe osare rivolgerti la parola! Devo scacciarlo, bastonandolo con un nodoso ramo di pero, per la sua impudenza?»
«No Discutibile: conducilo a me» - rispose il Maestro Yury.
Fu così che Discutibile condusse il musicante al cospetto del Maestro. Subito il musico si gettò a terra e, senza osare alzare lo sguardo sul Maestro disse:
«Venerabile Maestro: mentre lavoravo suonando in un bordello ho sentito degli uomini discutere delle vostre parole. Sul momento non vi ho fatto caso ma, come la brace cova il fuoco, così io quella stessa notte, con la mente in fiamme, non ho potuto fare a meno di rifletterci...»
«Questo è bene. Ma siediti pure e chiedimi ciò che ti sta così a cuore, giovane musico» - disse il Maestro con un sorriso benevolo.
«Ho sentito dire che voi affermate che Dio è perfezione {6.1}... Quindi allora Dio esiste? E non c'è quindi contraddizione con le teorie sul perfezionamento?»
«Queste sono domande intelligenti, buon musico. E non ci sono contraddizioni. Medita: poiché lo scopo della vita è il perfezionamento {1.1} e Dio è la perfezione {6.1} allora...» - disse il Maestro osservando il postulante.
«...» - rispose il musico rimanendo a bocca aperta.
1.3 «Lo scopo della vita è arrivare a Dio»
«Sembra logico in effetti...»
«Non solo! questo equivale a dire che l'anima, perfezionandosi, tende a Dio. Inoltre, poiché il perfezionamento è inevitabile {4.1}, allora l'anima, prima o poi, raggiungerà Dio»
«Quindi Dio esiste?»
«Sì. Ma non si tratta della figura antropomorfa del cristianesimo. Non tanto nell'aspetto, che sarebbe un dettaglio insignificante, quanto per la volontà e le aspettative nei confronti dell'umanità...»
«Non la seguo Maestro Yury...»
«Ascoltami: immaginarsi Dio con una figura e aspettative umane equivale al limitarne la perfezione così come i vincoli del corpo limitano la nostra anima. E questo sarebbe una contraddizione. Significa anche che non si tratta di un Dio che dà comandamenti agli uomini. Non si preoccupa di come ci si comporta. Il concetto di peccato non ha significato. Sicuramente poi non interviene nelle vicende umane...»
«Ma perché Maestro?»
«Perché il perfezionamento è inevitabile e ogni intervento sarebbe quindi superfluo...»
«Ma perché Dio permette il male e la sofferenza?»
«Come ho appena detto qualsiasi intervento sarebbe superfluo e inoltre puoi affermare con certezza che il dolore non possa servire alla maturazione, al perfezionamento, dell'anima della persona che soffre? In quel caso perché Dio dovrebbe rallentarne il cammino verso la perfezione alleviando o annullando il dolore?»
«Ma nei casi in cui tale sofferenza è effettivamente inutile...»
«Chi ti dice che Dio non intervenga in quei casi? O in altre parole che tutto il dolore esistente non sia invero necessario e in ultima istanza benefico?»
«Capisco... Ma, ad esempio, la sofferenza nei bambini...»
«Stai sbagliando prospettiva. Ragioni pensando al corpo non all'anima. La vera Vita non è quella del corpo ma quella dell'anima. Il tuo corpo è temporaneo, una breve parentesi nella storia della tua anima. Un'intera vita di sofferenze è un battito di ciglia per l'Anima»
«sono perplesso Maestro Yury...»
3.2 «La Vita è dell'anima mentre la vita è del corpo»
«Maestro, io sono solo un musico zotico e ignorante, non capisco queste sottili distinzioni...»
«Ascoltami: puoi dire che una singola nota musicale, per quanto bassa e cupa, sia cattiva? Oppure puoi comprendere da una singola nota l'intera sinfonia? Se tu avessi ascoltato solo una nota della nona sinfonia di Beethoven saresti stato in grado di immaginarti tutte le altre? La vita del corpo è come una singola nota. Di per sé non ha praticamente significato e pertanto deve essere considerata nell'ottica del ciclo delle reincarnazioni, ovvero nella Vita dell'anima. La vita è solo un passo nella Vita dell'anima. Puoi giudicare la vita solo in funzione di cosa porta alla Vita. È un passo che ci avvicina alla perfezione? Allora è bene. È un passo laterale? Allora è stata inutile. Quindi se una vita di sofferenze ci avvicina alla perfezione allora è bene.»
continua...
Il post sentenza
3 ore fa
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