Da stamani sono a lavorare al programmino Java per calcolare quali epigrafi usare per i vari capitoli e sottocapitoli (e chi ha orecchie per intendere intenda!) dell’Epitome con varie regole e punteggi vari. Non mi dilungo perché tanto ci scriverò un pezzo a tempo debito quindi mi limito a scrivere che il programma non è banale, mi diverto e sono arrugginito.
Nonostante il divertimento devo però scrivere questo pezzo perché l’attualità me lo impone.
Il punto di partenza è una frase letta ieri sera nel “Secolo breve”:
«Tuttavia solo per gradi si comprese che gli stati dovevano assumere l’intero controllo dell’economia e che la programmazione e la distribuzione delle risorse (in forma assai diversa dai consueti meccanismi economici) erano diventate essenziali.» (*1)
Hobsbawm si riferisce a una necessità che gli stati compresero durante le due guerre mondiali. Non entra nei dettagli perché sono ancora al primo capitolo introduttivo dove accenna appena agli argomenti che approfondirà in seguito.
Ora permettetemi uno dei miei salti, decisamente laterali, e passiamo alla pandemia o, meglio, alla sua gestione.
Non ricordo quante volte l’ho scritto, di sicuro molte, ma una delle mie critiche più profonde alla gestione della pandemia era che lo stato, anzi gli stati occidentali, avevano delegato ai privati una parte consistente della gestione dell’emergenza.
Alle case farmaceutiche non è stato “ordinato” di ricercare un vaccino né questo, una volta pronto, è stato acquistato a prezzo di produzione: anzi le case farmaceutiche hanno guadagnato moltissimo da questa pandemia. Soldi di chi? Beh, della popolazione: i vaccini non erano gratis, come qualche “genio” dice, ma sono stati comprati con soldi pubblici: miliardi che non saranno spesi in altri servizi. Oppure le mascherine: perché non ne è stata avviata una produzione nazionale e si è affidato il tutto al mercato: quante vite si sarebbero potute salvare, soprattutto nella prima fase della pandemia, distribuendo gratuitamente delle mascherine FFP2 alla popolazione invece dei semi-inutili fazzolettini di carta azzurra? “Distribuendo” parola chiave che ritorna anche nel passaggio citato sopra.
Avete presente la variante Delta più grave e contagiosa delle precedenti? Vi ricordate come si chiamava inizialmente? Si chiamava variante “indiana” perché era stata isolata per la prima volta in India. All’epoca gli “esperti” preannunciavano un ecatombe in India perché la popolazione non era vaccinata, gli ospedali impreparati e simili. Poi però lo stato indiano distribuì gratuitamente alla popolazione un pacco con vari prodotti di emergenza (v. Covid-19 e censura europea): vitamine, alcuni farmaci, guanti e mascherine. Ogni pacco era costato allo stato indiano pochi dollari ma la diffusione della variante delta improvvisamente si arrestò.
L’occidente ha descritto la pandemia come fosse una guerra, ha imposto coprifuochi e ha limitato varie libertà personali: i media si sono adeguati subito a questo tono fornendo i bollettini delle vittime e dei nuovi contagiati come fossero morti e feriti in guerra. Chi non si adeguava alle norme (cretine, inutili e talvolta controproducenti) del governo era un traditore che voleva il male della patria e dei propri concittadini.
Eppure questa affabulazione bellica, come ho già scritto, si fermava davanti ai profitti da garantire alle case farmaceutiche: lo Stato ha pagato, direttamente e indirettamente, dei privati per gestire l’emergenza sanitaria.
Questa scelta ha avuto costi altissimi, un successo modesto e, probabilmente, è all’origine delle storture logiche e mediche della sua gestione.
In altre parole la pandemia era (sebbene un po’ impropriamente) una guerra ma il governo l’ha solo parzialmente affrontata come tale. Come ha scritto Hobsbawm il governo non ha “assunto l’intero controllo dell’economia [produzione sanitaria] e che la programmazione e la distribuzione delle risorse [materiale medico]”. L’effetto è stato un travaso di denaro dalla società alle case farmaceutiche e, suppongo, più o meno indirettamente nelle tasche di politici e dei loro familiari.
Vabbè: si è trattato di una pandemia e ci sono scusanti perché non si era mai affrontato qualcosa di simile. Il problema è che lo stesso sta avvenendo con la guerra in Ucraina.
Il governo ha preso in mano il controllo, per esempio, della produzione energetica? No: tutto è lasciato ai privati e il folle aumento dei prezzi ricadrà sulle spalle di cittadini e imprese. Oppure le armi: anche qui le compriamo a prezzo di mercato: si gonfiano i portafogli dei produttori d’armi e si impoverisce la gente comune. Oppure i trasporti, la produzione del cibo etc.…
Lo stato abdica al proprio ruolo di proteggere la popolazione e l’abbandona alla logica liberista del mercato anche in una situazione emergenziale come questa provocata dalla guerra.
Come forse i media si saranno degnati di dirvi Putin ieri sera ha annunciato una mobilitazione parziale dell’esercito russo. Non vi sto a ripetere i come e i perché (ho già spiegato altrove i limiti burocratici e quindi militari dell’“operazione speciale”: v. Che succede in Ucraina?!) ma mi limito a segnalarvi delle parole che mi sembrano importanti e attinenti a quanto scritto in questo pezzo: rimando a questo video "Partial Mobilisation" - President Putin's Address To The Russian Nation 21/09 che mostra l’intera dichiarazione di Putin e a questo concetto riassunto dai sottotitoli riepilogativi: “Industrial enterprises part of mobilization, required to provide help”.
In altre parole le industrie russe che parteciperanno allo sforzo bellico non avranno profitti da capogiro pagati con la ricchezza dei russi: faranno la loro parte per il bene comune.
Capite la differenza con la gestione dell’emergenza sia pandemica che bellica con l’occidente? Non si delegano al mercato la ricerca e produzione di beni necessari alla sopravvivenza dello stato; né li si acquistano col massacro economico dei propri cittadini.
Conclusione: davvero non so cos’altro aggiungere: sono totalmente disgustato dai politici occidentali che, quasi ovunque, hanno gettato la maschera democratica. La questione potrebbe essere se sono incapaci oppure se hanno altri scopi. A questa domanda risponde il capitolo 15 della mia Epitome: sciupatrama → sono incapaci.
Nota (*1): tratto da “Il secolo breve” di Eric J. Hobsbawm, (E.) Rusconi, 2009, trad. Brunello Lotti, pag. 62.
alla prima stazione
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