La favola della democrazia ci racconta che essa è il “potere del popolo”.
Secondo questa favola quindi sono le persone comuni dell’UE, la maggior parte della popolazione cioè, che pur di sostenere il regime nazista di Kiev è disposta a distruggere il proprio benessere a partire da un’inflazione a doppia cifra e poi con la chiusura di una percentuale imprecisata di aziende.
Ricordiamo tutti infatti quando il governo ci ha chiesto di compiere questa scelta no?
O forse si sono dimenticati di farlo? Eh, mi sa di sì: si sono riuniti fra loro, magari ospiti dalla baronessa tedesca, si sono fatti le loro foto sorridenti, si sono bevuti il loro champagne e, senza alcun rimorso, hanno firmato la condanna a morte dei propri paesi. Ovviamente guardandosi bene dal chiedere l’opinione della popolazione locale.
La democrazia è questa: non la favola che ci viene insegnata alle elementari.
Oggi sono stato a un banchino di prodotti tipici napoletani che ha riaperto dopo l’estate. Ho chiesto al gestore cosa ne pensava della crisi in Ucraina. Mi ha sorpreso con un ottima risposta: “si vuole distruggere l’Europa economicamente”. Qui ci siamo dati ragione l’un l’altro: gli USA dietro a tutto, i governi europei asini e complici. Io poi gli ho detto: “e le elezioni non cambieranno niente: perché non c’è nessuna forza politica contro la guerra”. Ma il gestore del banchino, almeno a livello di politica italiana, era più informato di me (ci vuole molto poco!) e mi ha risposto: “veramente c’è il terzo polo che è contro la guerra”. E io: “Ah, sì? Non lo sapevo! E chi guida questo terzo polo?”. Risposta: “Calenda…”.
Sfortunatamente a questo punto sono arrivate altre persone e così ho lasciato perdere.
Ma senza andare a leggere uno straccio di notizia posso già dire: Calenda = partito sistemico, anzi strasistemico. Questo significa che è contro la guerra ma solo a parole, l'idea è banalmente quella di intercettare dei voti: probabilmente quelli di chi è arcistufo della minestrina riscaldata che è il PD o del pallone gonfiato di Rignano (almeno che non sia anch’egli in questo “terzo polo”, del resto sarebbe il suo habitat) o, se votava a destra, della mummia di Arcore o del panzone barbuto o della fotomodella svedese (*1).
Ma se per qualche motivo questo “terzo polo” dovesse vincere le elezioni con la maggioranza assoluta dei parlamentari l’Italia continuerebbe a seguire alla lettera tutte le istruzioni suicide di Bruxelles e Washington. E quindi anche sostegno alla guerra nelle modalità che ci vengono ordinate.
La mia speranza non è negli italiani ma nelle proteste che si leveranno nel resto d’Europa in autunno e inverno: io spero proprio di vedere tante teste rotolare (figurativamente) perché sono assetato di sangue (figurativamente).
Ormai mi sono convinto che gli italiani sono geneticamente delle pecore che non si accorgono di essere destinate al mattatoio neanche quando vedono al supermercato le costatine d’agnello ricavate dalla carne dei loro figli. Forse se lo dicesse la televisione ci crederebbero, ma ai loro occhi non credono: questo però non lo potremo mai verificare perché la televisione mentirà sempre.
Da qualche giorno ho iniziato un libro bellissimo che, credo, sia già un classico: “Il secolo breve” di Eric J. Hobsbawm. Sono appena all’introduzione dove già si anticipa a grandi linee varie idee del libro. Mi ha colpito il pessimismo nonostante il libro sia dei primi anni ‘90: l'autore già intuisce chiaramente le tendenze degenerative che solo adesso sono evidenti.
Comunque il passaggio che mi ha colpito è sulle conseguenze della prima guerra mondiale: forse non tutti sanno che i soldati morti nella prima guerra mondiale furono molti di più che nella seconda (con l’eccezione della Germania ma dovrei controllare; ah! e degli USA che nella prima guerra combatterono solo un anno e mezzo). Intere generazioni letteralmente sterminate: alla fine della guerra anche i governi delle potenze vincitrici ne furono scossi perché comunque non avevano evitato la guerra. La conoscete no la favola che insegnano alle elementari sull'inizio della prima guerra mondiale? l’Europa era una polveriera e la scintilla che la fece scoppiare fu l’assassinio dell’imperatore d’Asburgo. Ovviamente questa non è una vera spiegazione: l’Europa non era letteralmente una polveriera e i vari governi, sempre guardandosi bene dal chiedere il parere della popolazione che sarebbe stata mandata al macello, fecero i loro calcoli e decisero comunque di entrare in guerra: non fu una reazione chimica a provocare la guerra ma delle decisioni prese a tavolino.
Calcoli completamente sbagliati in realtà: anche le “potenze” che vinsero la guerra alla fine di questa non erano più “potenze” e dovettero accontentarsi di fare da spalla alla nuova potenza: gli USA.
Fino a qualche anno fa uno dei miei “misteri” su cui regolarmente mi capitava di perplimermi era come avessero fatto le popolazioni europee a farsi trascinare nelle due guerre mondiali. Davo infatti per scontato che i governi democratici non avrebbero potuto andare completamente contro la volontà della popolazione che, di conseguenza, avrebbe dovuto essere convinta della necessità della guerra.
Ma nel 2022 ho visto come si fa: i governi fanno come meglio credono senza chiedere il parere della popolazione.
Per onestà devo aggiungere che la situazione democratica oggi, come del resto spiego nella mia epitome, è particolarmente degradata. Nei paesi europei, non solo l’Italia, non vi è una vera opposizione capace di opporsi al governo in carica e di coagulare così insieme il malcontento generato da scelte particolarmente impopolari. E poi la potenza di fuoco dei media, tutti allineati sulla stessa narrativa al servizio degli interessi del potere, non è mai stata così forte: soprattutto per le menti ovine la realtà è solo quella che si vede nelle immagini della tivvù. Il resto non esiste.
Si è perfino persa la percezione dei principi libertari che infiammarono il XIX secolo: non è un caso il ritorno della tortura oppure della censura (chiamata ipocritamente “guerra alle bufale”)…
Volevo citare “il secolo breve” ma non mi è riuscito ritrovare il passaggio: ecco cosa accade a leggere troppe pagine insieme!
Conclusione: negativa.
Nota (*1): Vedi Lercio.it...
alla prima stazione
1 ora fa
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