Da grande appassionato di Tolkien ho seguito per mesi le polemiche sulla serie “Gli anelli del potere” prodotta da Amazon per Primevideo.
Diversamente dai nati negli anni ‘90 e seguenti non sono particolarmente entusiasta nemmeno della trilogia del “Signore degli anelli” di Peter Jackson: mediamente, considerando le singole scene, le valutavo da 5 a 7 e, a livello di intero film, sul 6 e 6½. In genere tutte le volte che la trama del film si allontanava da quella del libro mi sembrava che il peggioramento fosse netto.
A mio parere la forza delle opere di Tolkien è nella loro ambientazione che si basa su un intreccio di storia e leggende estremamente dettagliate: storie che si richiamano fra loro e si sovrappongono, che formano una solida struttura fantastica, una rete, su cui Tolkien costruisce le sue opere e da dove viene tratta la linfa che alimenta l’atmosfera magica dei suoi libri.
Amazon ha fatto un’operazione diversa rispetto a Jackson: la sua serie non è basata su un romanzo di Tolkien ma, semplicemente, ne vuole sfruttare l’ambientazione.
Non voglio entrare nei dettagli ma la mitologia di Tolkien è basata su quattro ere: il “signore degli anelli”, per esempio si svolge alla fine della terza e segna l’inizio della quarta.
Particolarmente ricca di spunti è la seconda era, quando fra le varie cose furono creati gli anelli del potere, e la serie è costruita proprio su questo periodo.
Abbiamo quindi una sceneggiatura che vuole basarsi sull’ambientazione e costruire poi la propria storia all’interno degli (ampi) confini definiti dagli eventi successivi: per esempio sappiamo già che Sauron non potrà essere definitivamente sconfitto in questa serie e che, per esempio, riuscirà a forgiare il proprio “anello del potere”.
Quindi la prima domanda da porsi è quanto la serie, oltre a basarsi sull’ambientazione, la rispetti. La sensazione dei mesi scorsi, soprattutto basata sulle dichiarazioni pubbliche degli sceneggiatori e di altri partecipanti alla realizzazione della serie, era che il rispetto fosse stato praticamente nullo: le idee che piacevano erano state mantenute e quelle che non piacevano cambiate senza batter ciglio.
Al contrario Jackson aveva cambiato solo quegli aspetti incompatibili con la natura di una pellicola cinematografica: per esempio Tom Bombadil non era stato inserito perché sarebbe stato troppo complicato spiegarne la storia in poco tempo e, comunque, non riappariva più nel resto della trama. Oppure, per non aggiungere un ulteriore personaggio, si era assegnato ad Arwen alcune azioni compiute invece da Glorfindel…
Nella serie invece le modifiche all’ambientazione non sono dettate da delle necessità ma sono spesso scelte ideologiche (e, nel caso della loro versione degli hobbit, legali) o maldestre. E soprattutto sono numerose: l’ambientazione di Tolkien che assomigliava a una rete di miti che si sovrappongono risulta quindi tutta strappata e, a mio parere, perde la sua ragione d’essere perché stravolta.
Come se non bastasse molti personaggi sono stati deformati con la stessa logica puramente ideologica. Il caso emblematico è quello di Galadriel trasformata in una guerriera che, secondo la mitologia tolkeniana, non era.
Comunque ho guardato la prima puntata, saltando poi qua e là nel finale. Ieri per confermare le mie sensazioni ho dato un’occhiata anche alla seconda, saltando (spiegherò poi perché) da scena in scena.
Ma veniamo ai diversi difetti che ho riscontrato nel dettaglio:
1- gli elfi non hanno niente di “speciale” rispetto agli uomini (a parte le orecchie a punta!). Jackson, secondo me con dubbio successo, aveva cercato di dargli una certa solennità nei movimenti e nella pacatezza delle emozioni. Nella serie non si tenta nulla, non ci si preoccupa del problema.
2- manca una panoramica della struttura politica attuale della Terra di Mezzo. Anche nel Signore degli Anelli non ci si poneva il problema: ma qui la trama era più lineare: nel primo film, che introduceva all'ambientazione, si seguiva essenzialmente Frodo e i nuovi ambienti venivano affrontati e spiegati sequenzialmente. Nella serie ci sono almeno tre personaggi principali che si muovono in contesti diversi e che non sono immediatamente comprensibili.
3- si cerca di scimmiottare il linguaggio solenne di Tolkien con vuote banalità o con una sentenziosità fine a se stessa. L’effetto è quello di noia! E questo è il problema più evidente, anche per i non appassionati di Tolkien: la serie è in realtà MOLTO noiosa, appesantita da dialoghi assurdi che non aggiungono niente alla storia o allo spessore, millimetrico, dei personaggi.
4- i personaggi principali sono delle macchiette stereotipate unidimensionali. Galadriel cerca vendetta e combatte: punto e basta. È un personaggio credibile? Ovviamente no. E così per tutti gli altri personaggi.
5- Ancora la trama della serie non ha preso una chiara forma (e questo contribuisce alla noia) ma la mia sensazione, giudicando le premesse, è che sarà banale e pasticciata.
6- incongruenze nella sceneggiatura: apparentemente, per esempio, Galadriel attraversa a nuoto metà oceano! Cerca per millenni gli orchi per tutta la Terra di Mezzo per poi scoprire che erano “sotto casa”...
Ho lasciato per ultimo il problema “dell’inclusività” che paradossalmente è il principale argomento con cui la serie è difesa dalle critiche: “chi non apprezza questa serie è razzista”.
In realtà questo è il problema minore: personalmente, da purista, io avrei preferito che, per esempio, gli elfi fossero come descritto da Tolkien ma, seppur storcendo il naso, avrei guardato comunque volentieri la serie se questo fosse stato l'unico difetto.
Il dare un ruolo maggiore alle donne per me non sarebbe stato un problema: ma lo si doveva fare non modificando i personaggi esistenti (per esempio Galadriel) ma creandone di nuovi: per degli sceneggiatori decenti non avrebbe dovuto essere un problema.
Ma la serie fa schifo per i motivi che ho elencato e numerato sopra. È proprio noiosa: ci si annoia a guardarla…
Io infatti temevo di essere combattuto fra la voglia di vederla e quella di “tradire” Tolkien: invece il problema non si pone perché la serie è proprio inguardabile! Sono riuscito a sorbirmi le prime due puntate solo saltando di scena in scena!
A dire il vero c’è anche stato qualcosa che mi è piaciuto: per esempio l’ambientazione architettonica di Moria (sebbene non quella sociale di nuovo troppo banale e semplicistica) mi è parsa brillante.
Poi… uhm… beh, poi non mi è piaciuto altro ma suppongo che qualcosa di salvabile per ogni puntata, guardandole attentamente, ci potrebbe anche essere!
Conclusione: sono tentato di guardare anche la terza puntata, ovviamente saltando di scena in scena, non perché la serie mi piaccia ma perché trovo divertente osservare il disastro che hanno combinato! Per esempio che schifo di trama potranno tirare fuori dalle premesse che hanno gettato?
alla prima stazione
1 ora fa
Nessun commento:
Posta un commento