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sabato 26 marzo 2022

Tre spunti spuntati dal nulla

Oggi scrivo un pezzo imprevisto: sono andato avanti nella lettura di “The framers’ coup” e mi sono imbattuto in vari spunti interessanti.

Il primo, una citazione dell’allora ventenne John Quincy Adams (che traduco al volo): «Non mi meraviglio per niente che Parsons la voglia approvare [la Costituzione], perché essa è progettata per aumentare l’influenza, il potere e la ricchezza di coloro che già le possiedono. Se la Costituzione verrà ratificata segnerà un gran punto a favore del partito degli aristocratici. Non ci saranno titoli nobiliari, ma ci saranno grandi distinzioni, e queste distinzioni diverranno presto ereditarie. Di conseguenza avremo nobili pur senza titoli nobiliari.»

Per la cronaca sto leggendo il capitolo dove vengono illustrate le argomentazioni degli anti federalisti, contrari alla ratifica della Costituzione scritta a Filadelfia, e quelle dei federalisti che invece la difendono. Adams era contro la ratifica mentre il Parsons da lui citato era favorevole.
I federalisti giustificavano la Costituzione per l'uguaglianza formale (vedi Sartori e soprattutto Rawls) che garantiva: nulla vietava a un semplice contadino di diventare presidente degli USA.
Gli anti federalisti invece insistevano che vari meccanismi, a partire dalla grandezza delle circoscrizioni elettorali, favorivano l'elezione di chi era ricco, potente e conosciuto.

Comunque lascio al lettore decidere se un miliardario come Bezos equivalga a un duca o simili…

Il secondo spunto ci riporta a un corto che ho pubblicato pochi giorni fa: Poche parole in spagnolo.
Copio e incollo la parte rilevante: «Beh, io ho una teoria: andate a vedere il numero di elezioni nazionali avvenute in Spagna negli ultimi anni e confrontatelo con quello italiano.

Una democrazia funziona ed è reale quando il parlamento rappresenta il popolo: se questa corrispondenza viene meno si dovrebbe tornare alle elezioni il prima possibile. Il capo dello stato dovrebbe essere il garante di questo meccanismo: in Italia è un compito del presidente della repubblica in Spagna, SUPPONGO, del re.»

Inutile riassumere tutto (è un corto: se siete curiosi leggetelo!) ma in pratica suggerivo che il garante finale della democrazia spagnola, ovvero il re, era più efficiente del nostro presidente…

Ebbene i federalisti giustificavano la strana divisione dei poteri fra Presidente e senato col fatto che, secondo loro, un presidente, a causa del suo mandato limitato nel tempo è più corruttibile rispetto a un re. Il successo, benessere e importanza di un re e dei suoi discendenti sono infatti legati indissolubilmente al successo, benessere e importanza dello stato su cui regnano.
Condivido: se non si considerano i re folli essi hanno a cuore l’interesse del proprio paese perché esso coincide sostanzialmente col proprio. Per questo non agiranno mai, almeno consapevolmente, contro il bene del proprio stato a differenza di quanto hanno fatto i nostri ultimi presidenti della repubblica.

Il terzo punto è una sottigliezza di cui in teoria avrei dovuto essere consapevole grazie al gioco per calcolatori “Crusader King II” ma che in realtà avevo perso di vista: i diritti di primogenitura sono strettamente legati con l’esistenza dell’aristocrazia.
Se i beni, soprattutto le terre, vengono divisi in parti uguali fra tutti i figli allora nel giro di poche generazioni il potere si disperde fra più famiglie. Se invece solo il figlio maggiore eredità la maggioranza dei beni allora il potere si perpetua e, magari, riesce a incrementarsi.

Ovviamente esiste un parallelo anche con la ricchezza nel mondo attuale: se Bezos avesse un paio di dozzine di figli allora, alla sua morte, essi diverrebbero dei miliardari ma non dei supermiliardari.
C’è però da dire che il denaro ha la proprietà di moltiplicarsi da solo abbastanza facilmente, soprattutto con tutte le leggi che tendono a favorire i grandi poteri economici invece della popolazione comune, cosa che non è vera per la terra.
Quindi per l’aristocrazia economica la mancanza della primogenitura è molto meno decisiva per la sua sopravvivenza…

Conclusione: tre pagine e tre spunti: non male! Per la cronaca sono a pagina 375 su 631 (poi ci sarebbero anche un altro centinaio di pagine di note che però eviterò)…

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