[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.9.0 "Dolore").
Nella conclusione del precedente Gioco di prestigio avevo spiegato che il dubbio legittimo che può venire dopo aver visto/letto l’articolo “The illusion of evidence based medicine” è quanto ci sia di vero: sembra infatti incredibile che la situazione sia così degenerata come viene lì descritta.
Non conoscendo queste problematiche il mio punto di riferimento iniziale è “Scienza è democrazia” di Maria Luisa Villa che lessi qualche anno fa.
Non sono sicuro di averne scritto sul ghiribizzo (*1) ma nella parte finale l’autrice si sofferma sui problemi attuali delle università: la burocratizzazione della ricerca e dei ricercatori, la caccia ai finanziamenti, le stesse ricerche sviluppate con l’intento principale di essere pubblicate etc.
Il quadro dipinto dall’autrice è quindi compatibile con quanto scritto nell’articolo “The illusion of evidence based medicine” ma è certamente meno cupo: c’è da dire poi chela Villa si riferiva alle università in generale e non specificatamente alle facoltà di medicina dove, almeno in questo momento, la pressione commerciale è più forte.
Su tali basi scrissi il capitolo [E] 9.5 in cui elencavo i pericoli per la scienza:
«Da quanto spiegato appare chiaro come nel mondo moderno sia oramai evidente a tutti l’importanza e l’utilità della scienza. Questo però non significa che la scienza non corra dei rischi.
In particolare il controllo da parte dei parapoteri economici e politici dei fondi necessari alla ricerca e il conseguente tentativo di valutazione del valore dei singoli ricercatori, inevitabilmente approssimativa e manipolabile, stanno portando vari scompensi. In pratica il valore di un ricercatore è calcolato sul numero di citazioni ottenuto dalla sue ricerche: la conseguenza è che queste sono più affrettate (meglio farne molte superficiali che poche accurate), i risultati possono essere gonfiati quando non addirittura contraffatti (per ottenere più citazioni), vi può essere una selezione a posteriori dei risultati ottenuti e ci si concentra unicamente quelli positivi (di nuovo per poter ottenere più visibilità e quindi più citazioni); inoltre lo scienziato spesso è costretto a reinventarsi politico, dirigente e burocrate tutte attività che, al di là di come riesca a svolgerle, lo distolgono comunque da quella che dovrebbe essere la sua attività primaria.
L’influenza dei parapoteri economici nella ricerca si traduce nel tentativo di ottenere un profitto dalle nuove scoperte, per esempio mediante brevetti, e nell’orientare la ricerca verso applicazioni pratiche (nuovi prodotti commerciali).»
Ecco diciamo che all’epoca ero consapevole dell’esistenza di un problema nella ricerca scientifica ma ancora non sospettavo l'ampiezza della sua degenerazione specialmente nelle facoltà di medicina.
Altre conferme della relazione di sudditanza delle università (*2) dalle sovvenzioni delle grandi aziende mi viene anche da Chomsky (v. Inedia e potere e successivi). Egli si concentra soprattutto sulla formazione e selezione di intellettuali che saranno naturalmente allineati col potere dominante ma anche questo è un aspetto che emerge in “The illusion of evidence based medicine” soprattutto nelle figure dei KOL.
Del resto tutto questo è compatibile anche con la mia teoria degli intellettuali critici e organici ([E] 9.6): è facile per il potere selezionare degli intellettuali che, in cambio di denaro, notorietà e carriera, siano disposti a sostenere, col peso della propria autorità accademica, qualsiasi teoria il potere gli chieda di tutelare.
Questa degenerazione, specialmente delle facoltà di medicina, è poi pienamente compatibile con la mia teoria del profittismo ([E] 14.4) e con l’attuale fase di decadenza occidentale ([E] 15): il profitto prima di tutto, prima ciò dell’uomo e della sua salute; in una società decadente, dove le istituzioni non sono più in grado di svolgere il proprio ruolo teorico, ecco che diviene normale che le regolamentazioni vengano scritte a uso e consumo dei poteri economici.
C’è poi da dire che lo sfruttare personalità accademiche da parte dell’industria per influenzare la comunità scientifica per garantirsi un ritorno economico non è un fenomeno nuovo: rimando al fondamentale La parabola di Hegsted. In passato un fenomeno apparentemente isolato ma che, evidentemente, in una fase di decadenza può divenire la norma. Oppure pensiamo a come l’industria del tabacco sia riuscita a nascondere per circa una trentina d’anni (dagli anni ‘50 agli ‘80) la conoscenza di come il fumo sia dannoso per la salute…
Più recentemente la pandemia, con i suoi miliardi di profitti per la case farmaceutiche, ha portato nuovi esempi. Ripropongo qui un paio di video che (mi pare) avevo già evidenziato in dei corti.
Covid-19: Researcher blows the whistle on data integrity issues in Pfizer’s vaccine trial: una dipendente di un’azienda che svolgeva le prove di sicurezza per il vaccino Pfizer spiega le varie anomalie e deficienze nelle procedure usate: in pratica i risultati ottenuti sono completamente inaffidabili. Racconta poi dell’indifferenza della FDA che avrebbe dovuto indagare sulla sua segnalazione e il cui unico risultato è stato invece il proprio licenziamento avvenuto poche ore dopo.
FDA Exec on Camera Reveals Future COVID Policy "Biden Wants To Inoculate As Many People As Possible" e FDA Executive Officer Exposes Close Ties Between Agency and Pharmaceutical Companies: dove attraverso un’intervista rubata, viene dimostrata l’influenza delle case farmaceutiche sulla FDA (vedi sopra), ovvero sui regolatori tecnici e in teoria imparziali.
Infine voglio riproporre un sito che cito spesso: Ivermectin for COVID-19: real-time meta analysis of 81 studies.
Sull’Ivermectin ho già scritto tante altre volte e non ho voglia di ripetermi: voglio però mostrare un dato interessante.
A favore dell’Ivermectin il sito mostra attualmente 81 studi: nonostante questa evidenzia scientifica, almeno nel mondo occidentale, tale farmaco è fortemente ostracizzato. Invece le ricerche a favore di nuovi farmaci, brevettabili e brevettati, ad alto costo (*3), condotte dalle stesse aziende produttrici sono state immediatamente accolte come valide e le rispettive medicine acquistate immediatamente dai governi occidentali.
Copio e incollo una tabella riepilogativa presa dal sito:
Mi pare evidente qui che il potere politico, come spiegato nella mia teoria sulla decadenza ([E] 15), sia ben pronto a venire incontro alle richieste dei poteri economici: in questo caso le case farmaceutiche ma anche, in altri contesti, ai produttori d’armi etc.
Nel complesso quindi trovo l’articolo del BMJ (The illusion of evidence based medicine) estremamente credibile e convincente.
Sarebbe bello pensare che si tratti di esagerazioni o falsità ma tutto mi suggerisce il contrario.
Quindi cosa pensare delle politiche per la gestione della pandemia basate su protocolli a loro volta fondati su dati scientifici non attendibili?
Lascio ai lettori il compito di rispondersi da soli a questa domanda…
Conclusione: quando parlo delle centinaia di migliaia di morti provocati dalla gestione colpevolmente errata del covid-19 nel mondo occidentale NON sono retorico. È proprio ciò che penso. Centinaia di migliaia di persone sono state lasciate morire, volutamente ignorando cure e/o precauzioni che avrebbero potute salvarle, per il profitto di pochissimi, ovvero delle case farmaceutiche. Il potere politico si è dimostrato complice in gran parte dell’occidente (con varie eccezioni qua e là dove la democrazia non è ancora una parola vuota). Questa è la decadenza del mondo occidentale.
Nota (*1): in un rapido controllo ho trovato commenti solo ai primi capitoli…
Nota (*2): pure in “The Big Bang theory” ci sono almeno un paio di episodi basati sulla ricerca di fondi per l’università. Il rettore poi è sempre rappresentato come un burocrate e agente commerciale. Chiaro che in questa serie la sua figura venga trasformato in una divertente macchietta sempre in contrasto con Sheldon ma è altrettanto ovvio che il suo stereotipo non nasce dal nulla e deve avere basi reali.
Nota (*3): a dire il vero CREDO che il Budesonide sia un vecchio farmaco e che, come tale, costi poco e non porti particolari introiti ai suoi produttori.
alla prima stazione
1 ora fa
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