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lunedì 28 marzo 2022

Gioco di prestigio

Oggi voglio scrivere un pezzo “importante”: voglio riassumere (anche come comodo riferimento per me in futuro) l’ultimo video del Dr. Campbell: The illusion of evidence based medicine.
Nel video, a sua volta, il Dr. Campbell riassume un articolo del British Medical Journal, questo: The illusion of evidence based medicine.

Prima riporterò la mia sintesi, basata come detto sul video del Dr. Campbell, e a seguire delle mie riflessioni personali. Voglio tenere queste due parti ben separate in maniera che sia chiaro quello che scrivono gli autori dell’articolo originario e il mio pensiero.

- La medicina DEVE essere basata sulle prove scientifiche. È così che è potuta progredire: molti degli interventi medici dei secoli passati erano spesso nocivi o ininfluenti perché non basati sulla scienza: per esempio i salassi o le somministrazioni di arsenico per alcune malattie.
- Il problema, secondo l’articolo, è che il meccanismo della medicina basata sulle prove scientifiche ha smesso di funzionare. Le ragioni sono numerose e verranno elencate qui di seguito ma principalmente si dividono in tre categorie: 1. Interessi economici delle case farmaceutiche; 2. Regolamentazione carente; 3. Interessi economici nelle università.
- [Riflessione del Dr. Campbell sulla sua esperienza personale] In passato la voce degli esperti era molto più ascoltata di oggi (pto e contro) dove invece predominano i protocolli (bene se ... vedi prossimo punto!).
- I protocolli però, per essere utili e funzionare bene, devono essere basati su solidi dati scientifici.
- E qui nascono i primi problemi: la maggior parte delle ricerche su cui si basano i protocolli sono effettuati dalla case farmaceutiche che, inutile dirlo, sono parti in causa e assolutamente NON indipendenti (il loro obiettivo è massimizzare il proprio profitto).
- [Opinione del Dr. Campbell?] Un problema è che invece di ottimizzare la salute delle persone, per esempio suggerendo attività fisica o evitando particolari carenze alimentari, si preferisce curare i malati perché, ovviamente, il profitto è maggiore.
- [Opinione del Dr. Campbell] Per condurre una ricerca clinica occorre molto denaro (circa 10 milioni di dollari) ed è quindi comprensibile che le case farmaceutiche siano disposte a spendere tali cifre solo se vi è la possibilità di un ritorno economico: ovvero per farmaci che possono essere brevettati e quindi venduti con profitto. Per esempio la Mercs, detentrice del brevetto ormai scaduto dell’Ivermectin, si è detta “non interessata” a condurre studi clinici per verificarne l’eventuale efficacia di tale farmaco come antivirale e in particolare contro il covid-19; ovviamente ha però condotto (come la Pfizer) ricerche su nuovi antivirali brevettabili e brevettati sempre contro il covid-19.
- La pubblicazioni di documenti delle case farmaceutiche precedentemente riservati ha gettato una luce preoccupante sulla qualità e indipendenza delle ricerche che dovrebbero verificare l’efficacia e la sicurezza di un nuovo farmaco.
Queste procedure errate annullano del tutto l’affidabilità dei dati presentati e, di conseguenza, l’efficacia dei protocolli basati su di essi.
- Citazione di Karl Popper secondo il quale era fondamentale che la scienza rimanesse libera e integra per il bene delle società aperte e democratiche. [Opinione del Dr. Campbell?] Per esempio i dati grezzi delle ricerche dovrebbero essere immediatamente disponibili ai ricercatori in maniera che possano verificarli.
- Per “integrità della scienza” si intende: 1. i ricercatori dovrebbero rimanere oggettivi e non favorire alcune ipotesi; 2. valutare seriamente i risultati delle ricerche più stringenti (di nuovo vi è il problema da chi e quali ricerche vengono effettuate).
- Questi due criteri ormai non vengono rispettati a causa degli interessi economici in ballo a scapito del bene comune.
- Il mercato farmaceutico è dominato da pochi giganti in competizione fra loro ma capaci di unire i propri sforzi per allargare il mercato. [Commento del Dr. Campbell] Meglio quindi avere una pillola per ogni malanno piuttosto che agire preventivamente migliorando l’efficacia del sistema immunitario individuale.
- Il progresso scientifico è poi ostacolato dalla gestione dei dati grezzi effettuata dalle case farmaceutiche. In particolare: 1. dati grezzi non condivisi con la comunità scientifica (che potrebbe verificarli); 2. non si hanno notizie delle ricerche con esito negativo; 3. effetti indesiderati negativi non riportati correttamente.
- Persone muoiono a causa dell’intreccio fra interessi commerciali delle case farmaceutiche, l’inefficacia delle regolamentazioni e la scarsa indipendenza del mondo accademico.
- [Commento del Dr. Campbell] Ci sono numerosi esempi di importanti accademici che hanno lavorato per qualche anno presso delle case farmaceutiche, guadagnando qualche milione di sterline, che poi rientrano nelle università. Queste stesse persone saranno poi obiettive quando dovranno valutare i prodotti di una casa farmaceutica che ha elargito loro così tanto denaro?
- In particolare i problemi del mondo accademico sono: 1. rigida struttura gerarchica che causa lealtà (obbedienza agli ordini); 2. la propaganda sull’integrità e correttezza delle ricerche scientifiche: viene reso credibile anche ciò che non lo è; 3. la trasformazione delle università in aziende alla ricerca di profitto; 4. ricerca attiva di sovvenzioni delle case farmaceutiche (il risultato è che le università divengono dipendenti dalle case farmaceutiche che, in pratica, assumono il controllo della ricerca scientifica) [Commento Dr. Campbell] “Who pays the piper calls the tune”; 5. vari articoli scientifici sembrano scritti dalla stessa mano [ovvero da qualche dipendente delle stesse case farmaceutiche]; 6. gli accademici diventano promotori di prodotti commerciali; 7. l’approccio commerciale delle università compromette anche la qualità dei loro dirigenti: i rettori sono burocrati, magari con scarse competenze mediche, alla ricerca di finanziamenti e accordi commerciali.
- Almeno nelle università di medicina gli accademici di successo sono anche opinion leaders, detti KOLs nel gergo commerciale (*1), la cui carriera è fortemente influenzata dalle opportunità date loro dalle case farmaceutiche. I KOL sono selezionati in base alla loro capacità di influenzare le prescrizioni ai propri pazienti degli altri medici. I KOL sono a loro volta ricercati dalle case farmaceutiche perché aggiungono prestigio ai loro prodotti commerciali. I KOL invece di essere scienziati obiettivi e indipendenti agiscono come agenti commerciali per favorire la conoscenza e l’impiego dei nuovi farmaci.
- Le università non sono in grado di arginare o evidenziare il fenomeno dei KOL a causa del denaro coinvolto.
- Chi critica le case farmaceutiche rischia di non veder pubblicato il proprio lavoro, di avere problemi legali e di mettere a rischio la propria carriera.
- La situazione attuale era stata prefigurata e temuta da Karl Popper quando parlava del pericolo di controllo e soppressione dei mezzi di comunicazione della scienza.
- Chi dovrebbe regolare le modalità di approvazione dei nuovi farmaci è finanziato dalle case farmaceutiche, anzi usa le ricerche promosse dalle stesse case farmaceutiche per approvare i loro stessi prodotti (spesso senza neppure verificare i dati grezzi).
- In pratica sono le case farmaceutiche che controllano l’approvazione dei propri prodotti.
- Proposta per uscire da questo circolo vizioso: 1. rendere i “regolatori” indipendenti dalle sovvenzioni private; 2. tassa sulle case farmaceutiche da destinare a ricerche indipendenti; 3. dati grezzi delle ricerche, opportunamente anonimizzati, immediatamente disponibili alla comunità scientifica (l’accessibilità e trasparenza dei dati grezzi è un obbligo morale visto il rischio/sacrificio spesso corso dai partecipanti a tali ricerche).

Probabilmente avrei dovuto sintetizzare direttamente l’articolo scientifico originario invece di basarmi sul video del Dr. Campbell: è che l’idea di limitarmi a tradurre le sue note mi sembrava molto efficiente mentre invece alla fine mi è occorso molto più tempo del previsto.
Per questo motivo pubblicherò le mie considerazioni (insieme ad altro materiale che ritengo interessante) in un pezzo successivo.

Conclusione: difficile aggiungere un commento finale: probabilmente il punto fondamentale è quanto questo articolo sia attendibile: esagera, drammatizza o, peggio, mente?
Tentare di dare elementi per rispondere a questa domanda sarà l’argomento del “mio” commento che pubblicherò in un pezzo successivo...

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