Sono andato in bagno, ne sono uscito, ho controllato (senza pensarci) FB e adesso ho il dubbio...
Mentre sopra il WC ponderavo gravemente ho aperto la mia vecchia enciclopedia Garzanti della filosofia per leggerne a casaccio una definizione. Mi sono imbattuto in “psichiatria”: l'argomento era interessante e avrei da scriverci due o tre riflessioni...
Poi su FB mi sono imbattuto in una foto della Littizzetto con commenti del tipo: “Che cesso!”, “Ma è veramente orribile!” etc... In questo caso avrei una sola riflessione ma molto interessante....
Vabbè, provo a essere rapido e scrivo di entrambi gli argomenti dando la precedenza al cesso...
La definizione di “psichiatria”, in pratica una colonna di testo, parte da un esame storico di questa disciplina. Spiega che solo all'inizio del diciannovesimo secolo si iniziò a distinguere fra follia e deficienza: il folle era colui che da una condizione di sanità mentale finiva per impazzire, il deficiente (con vari livelli di gravità) era invece tale fin dalla nascita. Si riteneva che la follia dipendesse da cause fisiche (tipo un tumore al cervello). In seguito si è passati a dare più rilevanza al fattore psicologico. Attualmente... e qui mi sono perso perché l'enciclopedia ha iniziato a usare paroloni e a dare per scontate troppe informazioni di cui non dispongo.
Comunque mi è parso interessante che, almeno inizialmente, si ritenesse che l'origine della follia fosse esclusivamente organicistica.
Di tale argomento io non so assolutamente niente e mi pare quindi giusto dire la mia!
Una premessa: molte volte (anche se poi non ne ho fatto di nulla) ho riflettuto su programmi di intelligenza artificiale che simulassero il comportamento di individui virtuali. Questi algoritmi prevedevano che ogni individuo avesse precisi obiettivi, ciascuno priorità quantificate numericamente. L'individuo virtuale selezionava le azioni da compiere per raggiungere uno o più dei propri obiettivi. Queste decisioni erano vincolate da un altro livello di “intelligenza” (riusabile, ad esempio, anche per individui di altre specie) che impediva ai miei soggetti di compiere azioni dannose: ad esempio un individuo che ha fame non entra nella gabbia di un leone per rubargli le bistecche!
La “follia” in questa simulazione equivaleva a obiettivi con priorità talmente alte che finivano per produrre comportamenti inusuali e, potenzialmente, rischiosi.
Per questo motivo bisognava prevedere dei meccanismi per autolimitare i valori delle varie priorità in maniera che non divenissero eccessivi. Meccanismi di autolimitazioni erano la chiave per ottenere flessibilità di comportamento evitando però comportamenti degeneri. Fine premessa.
Mentre tiravo lo sciacquone mi chiedevo quali potessero essere i fattori psicologici capaci di portare alla follia.
Ho subito pensato a un grande dolore, magari per una perdita improvvisa: ma in questo caso la psiche prevede dei meccanismi di difesa che non fanno crescere troppo questo fattore e lo rendendono tollerabile. Ci sono cioè delle autolimitazioni analoghe a quelle che avevo previsto per il mio codice.
Poi ho pensato a un amore: mi sono chiesto se esistevano dei meccanismi psicologici automatici per limitare questo fattore. Che io sappia non ce ne sono: da questo punto di vista l'amore può portare alla follia più facilmente del dolore.
Oppure si potrebbe pensare che tali meccanismi di autolimitazione in realtà esistano, solo che normalmente non sono considerati tali: ad esempio dare una scadenza temporale all'amore, dopo di che si affievolisca, magari mettendo in difficoltà le coppie non troppo affiatate. Oppure fare in modo che facilmente ci si possa innamorare di una persona diversa: l'idea dietro al famoso “chiodo scaccia chiodo”. O magari fare in modo che l'amore raggiunga la massima intensità prima dell'amplesso e si affievolisca successivamente: da un punto di vista evoluzionistico (*1) avrebbe molto senso...
Ma in definitiva è normale che l'amore sia così prossimo alla follia: se infatti ci pensiamo razionalmente l'amore è pura follia!
Per quale motivo una persona dovrebbe improvvisamente interessarsi a un altro individuo, magari un perfetto sconosciuto, per finire per dedicare a esso tutti i propri pensieri ed energie? Non ha senso. Cioè il senso ce l'ha ma nell'ottica della perpetuazione della specie, non della razionalità!
In realtà ci sarebbero tante altre possibili cause di follia da analizzare ma, volendo essere breve, mi interrompo qui dato che era proprio la stretta relazione fra amore e follia ciò che volevo evidenziare.
Ma dal cesso passiamo alla Littizzetto: le offese, tutte incentrate sulla sua presunta mancanza di bellezza, mi sembrano sintomatiche di un aspetto del maschilismo estremamente sfuggevole perché non percepito, forse neppure dalle donne, come tale.
Il problema è che associamo automaticamente la bellezza al successo di una donna: una donna per essere di successo deve anche essere bella. Le eccezioni sono le figlie di papà, che però raggiungono il successo non grazie alle proprie forze (bellezza) ma alle amicizie o denari degli illustri genitori.
Ovviamente se uomini e donne fossero considerati realmente allo stesso modo allora la bellezza non dovrebbe essere determinante per il successo di una donna che si voglia costruire da sola.
Ma non è così e la dimostrazione è data propria dal fatto che le donne famose e di successo con cui veniamo in contatto (virtuale!) sono in genere più belle (il tanto o poco è irrilevante) della media.
Tornando alla Littizzetto avrei compreso maggiormente commenti/offese del tipo: “è una cretina!”, “non fa ridere per niente!”, “la pagano troppo!”, etc... ma cosa c'entra la bellezza? La bellezza per una comica dovrebbe essere un fattore irrilevante. Invece il fatto che si scelga di offenderla proprio per questo aspetto è la dimostrazione che, inconsciamente, si pensa che il successo di una donna debba essere legato alla sua bellezza. Quindi se una donna ha successo, ma non è bella, allora non lo merita. Solo in questa maniera contorta si può comprendere il significato recondito delle ingiurie che ho letto su FB.
Alla base di questa contraddizione logica è che le donne, nonostante la proclamata uguaglianza fra i sessi, sono valutate per la loro bellezza anche per situazioni dove essa dovrebbe essere irrilevante.
Conclusione: oggi l'ho fatta grossa... e mi sa che non ho spiegato bene nessuno dei due argomenti affrontati... ben mi sta!
Nota (*1): ma non troppo romantico!
domenica 25 ottobre 2015
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