Ascoltando il famigerato audio da Bibbona (v. Vocine da Bibbona) mi ha colpito un altro aspetto del colloquio Grillo-Parlamentari.
Sono rimasto stupito di come Grillo non prenda troppo sul serio i compiti e le responsabilità del M5S e, ancor meno, il lavoro degli attivisti: mi ha dato l'idea di un pensionato di lusso che si interessa del partito da lui fondato a tempo parziale, magari nel fine settimana, come se fosse solo un suo passatempo.
Più volte nel dialogo dice infatti di non parlare con i parlamentari, di non seguire tutte le vicende, e in pratica di disinteressarsi di ogni dettaglio...
Se questa sua distanza garantisse l'autonomia e l'indipendenza del movimento, tutto sommato, sarebbe anche positiva.
Il problema è che, al di là delle parole, la base è ignorata e anche i parlamentari non riescono a darsi una linea politica né una strategia di lavoro e/o comunicazione: procedono tutti improvvisando...
Poi, periodicamente, arrivano le cannonate sparate qua e là, alla cieca, dal viario di Grillo che, non raramente, mietono vittime anche fra le proprie fila. Insomma l'unica voce che “guida” il movimento è quella del viario di Grillo dove però non è chiaro chi decida cosa scrivere né con quali criteri.
La conseguenza è che l'apparente assenza di strategia politica di ampio respiro non è apparente ma reale!
Grillo non è la testa pensante del movimento ma delega tutto a Casaleggio che dirige la baracca come fosse una propaggine, un po' indisciplinata, della propria azienda: gli impiegati che non fanno quello che dice il capo li licenzia, ovvero li espelle. Immagino che Grillo venga informato periodicamente sull'andamento: evidentemente lui si fida ciecamente di ciò che gli viene riferito, annuisce e, magari, si dichiara felice della gestione del movimento.
Eppure Grillo doveva esserne il garante (o almeno lo era a quei tempi!) e talvolta, in tale ruolo, si è anche preso delle grandi responsabilità. Ma il controsenso è evidente: come fa Grillo a essere garante di qualcosa che non segue quotidianamente? Di qualcosa che non conosce bene? Dalla registrazione emerge chiaro come, ad esempio, fosse all'oscuro dei dettagli della complessa vicenda Artini: a un certo momento anzi, quasi scusandosi, gli dice “ormai...” (*1) che io interpreto come “...in effetti hai ragione anche tu ma, ormai, la decisione è stata presa e non posso tornare indietro...”
Evidentemente Grillo si fida al 100% di persone che gli riportano quello che accade. Questo però significa che non è il garante di niente ma solo il terminale che comunica all'esterno decisioni altrui di persone che si nascondono dietro di lui e che, alla faccia della trasparenza, non si sa chi siano.
Evidentemente anche Grillo, dopo la “grana” di Bibbona, si è reso conto dell'incongruenza della sua posizione di "garante non informato" e così ha delegato questa funzione, almeno ufficialmente, ai 5 “saggi”...
La sua mentalità pare infatti essere quella di dirigere il M5S come fosse un passatempo senza però avere alcuna voglia né interesse a gestirne le inevitabile grane interne.
Esemplare nella registrazione è il momento dove minaccia “...se pensate che sia meglio io posso sempre fare un passo indietro...” (*1). Sono sicuro che Grillo fosse sincero: per lui il M5S è un passatempo, un appendice dei suoi spettacoli che ha preso vita ma alla quale non ha alcuna intenzione di dedicare la sua. E i risultati si vedono...
Conclusione: sarebbe interessante sapere cosa ne pensi Casaleggio & C. dell'eventualità di fare un passo indietro. Io ho la netta sensazione che, a differenza di Grillo, sia ben felice di fare l'eminenza grigia...
Nota (*1): “cito” a memoria e a distanza di giorni dall'ascolto: questo significa che le parole pronunciate potrebbero anche essere molto diverse ma (spero!) dovrei comunque averne reso il senso...
alla prima stazione
1 ora fa
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