Spesso lamento che i miei lettori non interagiscano molto col mio viario: il problema non è la mia curiosità frustrata dal non sapere se quello che scrivo piace o interessa (*3) ma, semplicemente, mi viene a mancare un forte stimolo a condividere le mie idee.
Oggi, per la serie “fai da te”, ho fatto un salto da un amico e questi ha avuto da ridire su ben tre prezzi che ho scritto recentemente! In realtà abbiamo discusso a voce di due articoli mentre del terzo ci eravamo precedentemente scambiati numerose epistole.
Siccome le sue obiezioni sono interessanti e costruttive cercherò di riproporle come meglio (*1) posso. Per aiutarmi a non mischiare le mie idee e repliche con le sue critiche le esporrò separatamente.
Prima le critiche
Il primo articolo è: Foto e creatività.
Nel pezzo spiegavo che, secondo me, la fotografia ha un grosso problema che limita l'espressività del fotografo: diversamente da altre forme artistiche/di comunicazione la fotografia necessità di soggetti adeguati estrinsechi al fotografo.
Nota: qui sono andato subito in difficoltà: non riuscivo a ricordare le argomentazioni del mio amico e, contemporaneamente, a dargli un senso! Ho risolto chiedendogli di fornirmi qualche appunto scritto... sono stato accontentato!
1. Equivalenza: Penna + Foglio = Macchina fotografica + obbiettivo = mezzo espressivo
2. Per trasmettere un concetto è necessario un lavoro di ricerca + bagaglio personale di esperienza per costruire il messaggio.
3a. Due scrittori racconteranno lo stesso argomento in maniera diversa perché hanno vocabolario diverso, esperienze e conoscenze diverse.
3b. Analogamente due fotografi racconteranno lo stesso argomento in maniera diversa perché hanno diversa visione del fotogramma, esperienze e conoscenze diverse.
4a. Nel pezzo Foto e creatività c'è il presupposto che da un determinato soggetto sia possibile esprimere solo specifiche emozioni, sensazioni o pensieri. Cioè è il soggetto che guida e la foto è meramente lo strumento che cattura la specifica idea legata a esso.
4b. Ciò non è vero: è l'occhio del fotografo, la sua tecnica, che racchiudono nel fotogramma una specifica emozione.
5. Fotografare significa ricercare un soggetto specifico? Sì. Analogamente lo scrittore deve fare ricerche etimologiche o contenutistiche.
6a. Il fotografo pur senza uno specifico soggetto può però, usando la propria creatività, trovarne altri equivalenti per riuscire a esprimere il proprio pensiero.
6b. Il soggetto “giusto” non è indispensabile: il fotografo usando la propria tecnica e creatività può aggirare tale problema.
7. Talvolta il fotografo andrà alla ricerca di uno specifico soggetto ma ciò è analogo alla ricerca di documentazione dello scrittore che potrà cercare su Google oppure fare specifici viaggi.
Il secondo articolo è: L'ingegnere chitarrista.
In tale pezzo concludo che la maggiore durata del prodotto di qualità non mi attira più come un tempo perché, sostanzialmente, il mio orizzonte sul futuro, da più punti di vista, si è ridotto.
In questo caso mi è stato fatto notare un altro vantaggio del prodotto di qualità: quello di creare meno grattacapi, fin dal momento dell'acquisto, che possono risolversi in perdite di tempo o di denaro. Si tratta quindi di un vantaggio immediato del prodotto di qualità che non si ha solo nel lungo termine.
Il terzo articolo è (principalmente): GTA V e successivi...
Riassumo brevemente: dopo una dozzina d'anni (*2) da quando compravo abitualmente giochi per PC, ho cominciato a seguire su Youtube dei video che mostrano giochi dell'ultima generazione o di pochissimi anni fa. In particolare ho notato un calo generalizzato e vistoso della difficoltà: la spiegazione che mi sono dato è la promozione del DLC (ovvero di contenuti da scaricare a pagamento). Ipotizzo che, prima di comprare nuovi contenuti, i giocatori vogliano finire il gioco base e che, per questo, tale obiettivo sia stato facilitato al massimo.
Anche in questo caso il mio amico evidenzia un altro fattore che ritiene essere la ragione principale del calo di difficoltà dei giochi: l'ampliamento della base di giocatori che adesso include anche una cospicua parte di giocatori occasionali, poco abili e con poco tempo a disposizione, ma che vogliono completare l'esperienza di un gioco.
Ah, e ce n'è pure un quarto recentissimo: Nazgûl e ca####!
In pratica io sono rimasto estremamente deluso da come Jackson abbia interpretato i Nazgûl (e altri elementi chiave a partire dalla scelta del protagonista nel ruolo di Frodo) e, nel complesso, considero la trilogia del “Signore degli Anelli” mediocre e quella sull'Hobbit (viste solo le prime due pellicole) pessima...
Mi è stato contestato che libri e pellicole sono due cose completamente diverse, che l'interpretazione è comunque soggettiva, che l'opera di Jackson va contestualizzata (in pratica è grazie a lui se in Nuova Zelanda si è sviluppata la produzione cinematografica) e che i gusti sono soggettivi.
Le mie risposte:
Partiamo dalla “coda”, ovvero i film di Peter Jackson.
Già mentre scrivevo il pezzo mi immaginavo che non sarebbe stato d'accordo con me: ne parlammo infatti qualche anno fa e battibeccammo sugli stessi punti...
In questo caso il mio amico non ha detto niente di sbagliato: i gusti sono gusti, libri e film sono mezzi di comunicazione diversi, l'interpretazione è soggettiva...
Concordo sul fatto che il film possa piacere o non piacere: è questione di gusti.
Concordo anche che libro e pellicola siano due cose ben diverse però NON vanno messe sullo stesso piano: da una parte “il libro di Tolkien” e dall'altra i “DVD di Jackson”.
Il libro è l'opera creativa originale mentre la pellicola è da esso derivata: quando sorgono contrasti nell'interpretazione di elementi della trama si fa un torto all'originale.
In altre parole i gusti sono gusti ma l'aderenza allo spirito originale dell'opera è qualcosa di molto più oggettivo ed è su questo piano che io critico il lavoro di Jackson. In realtà non mi pongo neppure il problema che la pellicola possa o non possa piacere: mi limito a dire che degli elementi chiave sono stati interpretati male e, per questo, considero l'opera di Jackson mediocre e, conseguentemente, a me non piace.
Sottolineo poi che non si tratta di un problema di adattamento cinematografico: capisco e non ho obiezioni al fatto che Jackson abbia, ad esempio, eliminato Tom Bombadil e l'avventura nelle Tumulilande. Si è trattato di un taglio fatto consapevolmente non di un errore di interpretazione della storia.
Sul problema della semplificazione dei videogiochi siamo arrivati a una situazione di stallo.
L'ipotesi del mio amico è ragionevole e non posso escludere che sia effettivamente la prima ragione del calo di difficoltà dei giochi. Dopotutto le nostre teorie non sono in contraddizione e, anzi, sono estremamente compatibili. Personalmente per stabilire definitivamente quale sia la causa e quale la concausa credo che bisognerebbe avere dei dati ben precisi sui quali fare le nostre valutazione.
Da quello che ho faticosamente racimolato in rete l'esplosione dei DLC e il calo di difficoltà avvengono in un arco di tempo, negli ultimi anni, estremamente compatibili ma lo stesso, se ho ben capito, più o meno (forse qualche anno prima grazie al Wii) si può dire per l'avvicinamento del giocatore occasionale ai videogiochi...
Sul problema dell'acquisto di prodotti di qualità o meno credo che ci sia stato un fraintendimento di fondo: più che un'analisi esaustiva dei pro e dei contro io ero interessato a evidenziare il mio cambiamento soggettivo nella visione del tempo e, per questo, mi limitavo a evidenziare gli aspetti del prodotto di qualità più rilevanti da questo punto di vista, ossia la durata e la qualità (intesa però come apprezzabile da me solo nel tempo grazie a una mia eventuale “maturazione”).
Quindi sì, è vero, il prodotto di qualità non ha solo una maggior durata e qualità ma anche, diciamo, una maggior efficienza che si può risolvere in facilità d'uso o di mancanza di grattacapi...
Mentre riflettevo e cercavo di ricordare le obiezioni sul rapporto fra fotografia e limitazione della creatività ho iniziato a sospettare che si trattasse di una incomprensione basata sul fraintendimento di poche parole. In passato mi è capitato. Discutere per ore su una questione per poi, improvvisamente, arrivare a dire “Ma tu intendevi XXX? Sì? Allora siamo d'accordo perché io con YYY intendevo la stessa cosa!”
Fortunatamente l'aver minuziosamente espresso nero su bianco le proprie obiezioni mi facilita enormemente il compito di capirne l'essenza: per questo esaminerò a uno a uno i punti elencati precedentemente...
1. D'accordo.
2. In generale, almeno per uno scrittore, a volte il lavoro di ricerca può non essere necessario: questo accade quando il proprio bagaglio di conoscenze racchiude già tutto ciò di cui c'è bisogno.
3a. D'accordo.
3b. D'accordo.
4a. Questo penso sia l'origine del fraintendimento: non volevo scrivere né pensavo che a un determinato soggetto fosse possibile associare un solo significato. Probabilmente il mio esempio della farfalla è stata fuorviante. Più precisamente avrei dovuto scrivere che un certo soggetto è più adatto a esprimere un certo insieme di concetti: ad esempio “farfalla” e “Marocco” non sono molto conciliabili insieme.
4b. Concordo: il fotografo, grazie alla propria tecnica, può “interpretare” il proprio soggetto suggerendo allo spettatore specifiche chiavi di lettura.
5. E questo è l'oggetto del contendere che nascondeva il fraintendimento di fondo...
Per me il fotografo deve comunque sempre cercare un soggetto: la ricerca dipenderà, e potrà essere facilitata anche dalla creatività ed esperienza del fotografo, ma andrà comunque effettuata.
Al contrario lo scrittore una volta che ha la sua idea non avrà sempre bisogno di fare continue ricerche per documentarsi: potrà capitare ma sarà l'eccezione non la regola...
Altro esempio: un fotografo che voglia fotografare un paesaggio per ottenere un determinato effetto dovrà aspettare una specifica ora del giorno, forse un certo periodo dell'anno e, magari, sperare che non piova! Questi sono elementi fuori dal controllo diretto del fotografo e proprio questo intendo quando scrivo che la sua creatività è limitata da fattori esterni.
6a. D'accordo. Comunque la necessità della ricerca del soggetto rimane.
6b. Idem.
7. Nì: per il fotografo la ricerca in senso lato (soggetto, luce, condizioni atmosferiche) è obbligatoria per lo scrittore (ma anche per un pittore o per altre forme di espressione) la ricerca è opzionale, magari a volte necessaria ma non sempre.
Conclusione: mi pare che da questo scambio di idee ci sia stato un proficuo approfondimento e chiarimento di alcuni pezzi... Quindi ben vengano i commenti!
Nota (*1): è difficile infatti rendere al meglio idee che non si condividano totalmente: farò finta si tratti di un esercizio di scrittura!
Nota (*2): con qualche eccezione: GTA IV (che mi andava a scatti e singhiozzi in configurazione minima!) e probabilmente qualche altro gioco in supersconto e, quindi, non proprio attualissimo...
Nota (*3): in effetti andare incontro ai gusti dei miei lettori non è mai stata una mia priorità!
alla prima stazione
1 ora fa
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