Qual è la peggiore offesa per un petroliere?
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Pensaci ancora!
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Risposta: essere mandato a Qatar...
lunedì 28 febbraio 2011
domenica 27 febbraio 2011
L'isola
Forse qualcuno dei miei lettori più anziani ricorderà la prima guerra del golfo nel 1990.
Io ero bambino e quelle immagini di guerra, per la prima volta in diretta, mi fecero una grande impressione.
Forse ricorderete come tutte le nostre televisioni ritrasmettevano le immagini dell'allora semisconosciuta CNN. In pratica tutti i nostri telegiornali ci tenevano aggiornati facendo a gara a tradurre i servizi del network americano. Ricordo che, dopo un mese o giù di lì, la RAI scoprì di avere l'esclusiva delle immagini della CNN in Italia ma, magnanimamente, data l'importanza delle notizie permise ai TG Mediaset di continuare a utilizzarle. Però, se avessi potuto, sarei rimasto “incollato” alla CNN per avere tutte le notizie di prima mano...
Una decina di anni dopo, nel 2003 per la precisione, ci fu la seconda guerra del golfo. Questa volta io avevo accesso libero alla CNN e la mia conoscenza dell'inglese era migliorata a tal punto che non avevo problemi a comprendere tutto quanto veniva detto.
Fu una delusione clamorosa.
Quasi immediatamente mi resi conto che la CNN non era più la prima fonte di informazioni. Fu evidente che un'altra emittente aveva preso il suo posto: Al Jazeera. Tutte le immagini avevano il suo logo. Ancor più triste fu la scoperta che dopo Al Jazeera arrivavano le TV italiane con le loro sgrammaticate traduzioni dall'arabo e, solo per ultime e con una buona dose di censura, le notizie “filtravano” alla CNN.
La censura, che probabilmente i responsabili della CNN consideravano “prudenza”, era evidente dal raffronto fra le notizie delle TV italiane con quanto poi veniva trasmesso dal network americano. Le informazioni mancanti e la prospettiva generale era tutta filo-statunitense.
Poi, nel 2008, ci fu l'intervento russo in Georgia. Finalmente fui in grado di seguire gli eventi su Al Jazeera: alla fine del 2006 era stata infatti lanciata la versione in lingua inglese di tale canale.
Non ricordo tutti i dettagli e le sfumature ma il confronto fra i servizi di Al Jazeera e quelli italiani, basati sulla CNN, era impietoso. Al Jazeera cercava di raccontare oggettivamente gli eventi mentre era chiaro, a causa delle omissioni, degli accenti diversi e dalla prospettiva data in generale, che le informazioni italiane/CNN (*1) erano molto parziali e tutte in chiave anti russa.
Rimasi talmente colpito dall'apparente obiettività di Al Jazeera (anche quando affrontava notizie di scontri interreligiosi) che sospettai, e sospetto tuttora, che la versione in inglese, realizzata quindi per un pubblico internazionale, fosse notevolmente più imparziale di quella in arabo. Sfortunatamente, non conoscendo l'arabo, non posso verificare.
Recentemente ho seguito su Al Jazeera tutta la rivolta in Egitto dove, ancora una volta, questa televisione è stata in prima linea. Anche in questo caso mi è parso che la sua informazione fosse imparziale e onesta.
In questi giorni sto seguendo su Al Jazeera anche la crisi in Libia. Questa volta però ho trovato che Al Jazeera è stata vittima del proprio successo (cioè troppo temuta dal governo libico) e i suoi inviati non erano quasi mai in grado di essere sul posto e di fornire notizie aggiornate.
Per una volta i giornali italiani, grazie al forte legame con la Libia, sono stati in grado di fornire l'informazione migliore.
Inoltre volendo essere pignoli mi ha colpito l'insistenza con cui Al Jazeera ripeteva la domanda “Perché l'Europa e gli USA non intervengono?” quando è ovvio che la crisi aveva preso un po' tutti di sorpresa e che, per organizzare un'iniziativa internazionale, i tempi sono sempre lunghi.
Conclusione: la CNN nel 1990 dimostrò la potenza dell'immagini video nell'influenzare le opinioni di nazioni di lingue diverse. Gli USA se ne sono pienamente resi conto ed, evidentemente, tramite pressioni dirette o indirette, controllano che quanto trasmesso dalla CNN non nuocia all'immagine del paese. Questo funzionerebbe perfettamente se non ci fossero altre fonti di informazione analoghe come appunto Al Jazeera. Dal confronto delle due, un telespettatore attento, può facilmente rendersi conto di quale sia la fonte più imparziale.
Bisogna anche aggiungere che Al Jazeera non ha bisogno di manipolare le notizie perché la verità va, già di per sé, incontro ai suoi interessi. Intendo dire che se l'obiettivo di Al Jazeera è quello di avere un mondo arabo più forte e consapevole di sé allora, per ottenere il proprio scopo, basta mostrare senza bisogno di alterare i fatti, come la maggior parte dei governi arabi siano corrotti oppure l'ipocrisia dell'occidente interessato solo al petrolio oppure l'amicizia “particolare” fra USA e Israele.
È evidente che in futuro questo potrebbe cambiare. Per questo rimango sempre all'erta e sospettoso senza credere ad occhi chiusi a nessuna notizia. Invito i miei lettori a fare altrettanto.
Nota (*1): All'epoca guardavo pure Euronews ma anche tale canale seguiva la stessa linea della CNN anti russa. In generale, ho notato, Euronews è filo-francese: per rendersene conto bisogna guardare le notizie che toccano gli interessi francesi nel mondo.
Io ero bambino e quelle immagini di guerra, per la prima volta in diretta, mi fecero una grande impressione.
Forse ricorderete come tutte le nostre televisioni ritrasmettevano le immagini dell'allora semisconosciuta CNN. In pratica tutti i nostri telegiornali ci tenevano aggiornati facendo a gara a tradurre i servizi del network americano. Ricordo che, dopo un mese o giù di lì, la RAI scoprì di avere l'esclusiva delle immagini della CNN in Italia ma, magnanimamente, data l'importanza delle notizie permise ai TG Mediaset di continuare a utilizzarle. Però, se avessi potuto, sarei rimasto “incollato” alla CNN per avere tutte le notizie di prima mano...
Una decina di anni dopo, nel 2003 per la precisione, ci fu la seconda guerra del golfo. Questa volta io avevo accesso libero alla CNN e la mia conoscenza dell'inglese era migliorata a tal punto che non avevo problemi a comprendere tutto quanto veniva detto.
Fu una delusione clamorosa.
Quasi immediatamente mi resi conto che la CNN non era più la prima fonte di informazioni. Fu evidente che un'altra emittente aveva preso il suo posto: Al Jazeera. Tutte le immagini avevano il suo logo. Ancor più triste fu la scoperta che dopo Al Jazeera arrivavano le TV italiane con le loro sgrammaticate traduzioni dall'arabo e, solo per ultime e con una buona dose di censura, le notizie “filtravano” alla CNN.
La censura, che probabilmente i responsabili della CNN consideravano “prudenza”, era evidente dal raffronto fra le notizie delle TV italiane con quanto poi veniva trasmesso dal network americano. Le informazioni mancanti e la prospettiva generale era tutta filo-statunitense.
Poi, nel 2008, ci fu l'intervento russo in Georgia. Finalmente fui in grado di seguire gli eventi su Al Jazeera: alla fine del 2006 era stata infatti lanciata la versione in lingua inglese di tale canale.
Non ricordo tutti i dettagli e le sfumature ma il confronto fra i servizi di Al Jazeera e quelli italiani, basati sulla CNN, era impietoso. Al Jazeera cercava di raccontare oggettivamente gli eventi mentre era chiaro, a causa delle omissioni, degli accenti diversi e dalla prospettiva data in generale, che le informazioni italiane/CNN (*1) erano molto parziali e tutte in chiave anti russa.
Rimasi talmente colpito dall'apparente obiettività di Al Jazeera (anche quando affrontava notizie di scontri interreligiosi) che sospettai, e sospetto tuttora, che la versione in inglese, realizzata quindi per un pubblico internazionale, fosse notevolmente più imparziale di quella in arabo. Sfortunatamente, non conoscendo l'arabo, non posso verificare.
Recentemente ho seguito su Al Jazeera tutta la rivolta in Egitto dove, ancora una volta, questa televisione è stata in prima linea. Anche in questo caso mi è parso che la sua informazione fosse imparziale e onesta.
In questi giorni sto seguendo su Al Jazeera anche la crisi in Libia. Questa volta però ho trovato che Al Jazeera è stata vittima del proprio successo (cioè troppo temuta dal governo libico) e i suoi inviati non erano quasi mai in grado di essere sul posto e di fornire notizie aggiornate.
Per una volta i giornali italiani, grazie al forte legame con la Libia, sono stati in grado di fornire l'informazione migliore.
Inoltre volendo essere pignoli mi ha colpito l'insistenza con cui Al Jazeera ripeteva la domanda “Perché l'Europa e gli USA non intervengono?” quando è ovvio che la crisi aveva preso un po' tutti di sorpresa e che, per organizzare un'iniziativa internazionale, i tempi sono sempre lunghi.
Conclusione: la CNN nel 1990 dimostrò la potenza dell'immagini video nell'influenzare le opinioni di nazioni di lingue diverse. Gli USA se ne sono pienamente resi conto ed, evidentemente, tramite pressioni dirette o indirette, controllano che quanto trasmesso dalla CNN non nuocia all'immagine del paese. Questo funzionerebbe perfettamente se non ci fossero altre fonti di informazione analoghe come appunto Al Jazeera. Dal confronto delle due, un telespettatore attento, può facilmente rendersi conto di quale sia la fonte più imparziale.
Bisogna anche aggiungere che Al Jazeera non ha bisogno di manipolare le notizie perché la verità va, già di per sé, incontro ai suoi interessi. Intendo dire che se l'obiettivo di Al Jazeera è quello di avere un mondo arabo più forte e consapevole di sé allora, per ottenere il proprio scopo, basta mostrare senza bisogno di alterare i fatti, come la maggior parte dei governi arabi siano corrotti oppure l'ipocrisia dell'occidente interessato solo al petrolio oppure l'amicizia “particolare” fra USA e Israele.
È evidente che in futuro questo potrebbe cambiare. Per questo rimango sempre all'erta e sospettoso senza credere ad occhi chiusi a nessuna notizia. Invito i miei lettori a fare altrettanto.
Nota (*1): All'epoca guardavo pure Euronews ma anche tale canale seguiva la stessa linea della CNN anti russa. In generale, ho notato, Euronews è filo-francese: per rendersene conto bisogna guardare le notizie che toccano gli interessi francesi nel mondo.
sabato 26 febbraio 2011
Seconda infornata...
Come promesso nel post Sto affogando nei libri pubblico adesso una nuova lista di libri dei quali devo (non voglio...) disfarmi.
Come per l'altra lista se qualcuno è interessato a qualcosa mi mandi un'email...
“Le confessioni” di Sant'Agostino [Filosofia] {doppione}
“Manovre monetarie” di Milton Friedman [Economia]
“Il senso dello stato” di Vari autori [Politica] {è un opuscolo piuttosto che un libro...}
“Amendola e La Voce” di Giuseppe Prezzolini [Biografico]
“La Bibbia: Parola di Dio o dell'uomo” di ??? [Religione] {dei Testimoni di Geova (*1)}
“Commedie amare e in costume” di Jean Anouilh [Teatro]
“Il teatro di Arthur Miller” di Arthur Miller [Teatro]
“La Conoscenza che conduce alla vita eterna” di ??? [Religione]
“L'anno dei Barbari” di Giampaolo Pansa [Politica]
“Disobbedienza civile” di Gianfranco Miglio e Henry David Thoreau [Saggio] {Il volumetto contiene due saggi col medesimo titolo ma completamente indipendenti}
“Il denaro sterco del demonio” di Massimo Fini [Economia]
“La bella vita” di Jean Anouilh [Teatro]
“La guerra civile” di Montherlant [Teatro]
“Petrarca e la scoperta della coscienza moderna” di Ugo Dotti [Saggio]
“D'Alema” di Giovanni Fasanella [Biografico]
“Kabul Kabul” di Ettore Mo e Valerio Pellizzari [Storia]
“La fonte della giovinezza” di Walter Pierpaoli e William Regelson [Salute] {Incelofanato (*2)}
“A ciascuno il suo sport” di Marabout Flash [Salute/Sport] {Un mistero il come e perché sia arrivato in possesso dello zio...}
“L'Italia degli Sprechi” di Raffaele Costa [Economia] {Incelofanato}
“Le avventure della lira” di Carlo M. Cipolla [Economia]
“Dicono che è risorto” di Vittorio Messori [Religione]
“Le guerre dell'Italia unita” di Andrea Frediani [Storia] {Uno dei libriccini a mille lire...}
“Lettere di San Bernardino da Siena a un quotidiano” di Sigfrido Bartolini [???]
“La democrazia diretta” di Giuseppe Rensi [Politica?]
“In nome di Dio” di David Yallop [Cronaca?] {Sulla morte di Papa Luciani}
“Saggio sulla libertà” di John Stuart Mill [Saggio]
“Conversione” di Leonardo Mondadori e Vittorio Messori [Religione]
“Qualche ragione per credere” di Vittorio Messori [Religione]
“Alla corte di re Artù” di Noam Chomsky [Biografico] {su Kennedy}
“Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo [Romanzo]
“Lettere a Luciano Guarnieri” di Prezzolini [???] {Lettere commentate}
“Giuseppe Prezzolini: the American Years 1929-1962” di Vari autori [Saggio]
Ok. per oggi questi sono abbastanza. Il trend evidenziato nel precedente post è confermato. Tendo a scartare i libri di economia, teatro e storia recente. Di Messori ho trovato almeno 5 o 6 libri ma ho deciso di tenere solo “Ipotesi su Gesù”: ho la sensazione che i successivi siano un po' troppo commerciali.
Inoltre sto tracciando mentalmente un'ipotesi di lettura. Per i libri che mi piacciono non ci sono problemi: leggerò a seconda dell'ispirazione; solo per quelli di storia antica romana vedrò di procedere cronologicamente.
Poi ci sono gli autori che lo zio evidentemente apprezzava molto visto che ne possedeva moltissimi libri: adesso non me la sento più di ripudiarli con leggerezza senza conoscerli per niente. Ho così deciso di leggere almeno un libro di Bernard Shaw (teatro...), Elèmire Zolla (mattoni filosofici/saggi...), Prezzolini (bo... sembrano tutti noiosi) prima di liberarmene...
Nota (*1): Il rapporto di mio zio con i Testimoni di Geova merita un spiegazione. Egli amava confrontarsi e conoscere cose nuove così, quando i Testimoni arrivarono alla sua porta, li accolse senza pregiudizi. Ovviamente essi iniziarono a fare proselitismo ma, lentamente, si accorsero che mio zio non era digiuno di conoscenza biblica. Così, non in grado di replicare alle sue argomentazioni, mandarono a parlare con lui esponenti sempre più edotti della loro chiesa: prima della città, poi della regione e infine, su appuntamento, uno dei loro massimi esperti fatto appositamente arrivare dalla Liguria mi pare... Tutto questo nell'arco di un paio di anni. Alla fine di questo periodo mio zio era rimasto della propria opinione e i Testimoni si erano stancati di cercare di convincerlo e così non si fecero più vedere... A memento del loro passaggio sono rimasti una decina di loro libri come quello indicato.
Nota (*2): Lo zio era abbonato a Euroassociazione: suppongo che questo fosse uno dei libri mandati in automatico se non si faceva in tempo a disdirli...
Come per l'altra lista se qualcuno è interessato a qualcosa mi mandi un'email...
“Le confessioni” di Sant'Agostino [Filosofia] {doppione}
“Manovre monetarie” di Milton Friedman [Economia]
“Il senso dello stato” di Vari autori [Politica] {è un opuscolo piuttosto che un libro...}
“Amendola e La Voce” di Giuseppe Prezzolini [Biografico]
“La Bibbia: Parola di Dio o dell'uomo” di ??? [Religione] {dei Testimoni di Geova (*1)}
“Commedie amare e in costume” di Jean Anouilh [Teatro]
“Il teatro di Arthur Miller” di Arthur Miller [Teatro]
“La Conoscenza che conduce alla vita eterna” di ??? [Religione]
“L'anno dei Barbari” di Giampaolo Pansa [Politica]
“Disobbedienza civile” di Gianfranco Miglio e Henry David Thoreau [Saggio] {Il volumetto contiene due saggi col medesimo titolo ma completamente indipendenti}
“Il denaro sterco del demonio” di Massimo Fini [Economia]
“La bella vita” di Jean Anouilh [Teatro]
“La guerra civile” di Montherlant [Teatro]
“Petrarca e la scoperta della coscienza moderna” di Ugo Dotti [Saggio]
“D'Alema” di Giovanni Fasanella [Biografico]
“Kabul Kabul” di Ettore Mo e Valerio Pellizzari [Storia]
“La fonte della giovinezza” di Walter Pierpaoli e William Regelson [Salute] {Incelofanato (*2)}
“A ciascuno il suo sport” di Marabout Flash [Salute/Sport] {Un mistero il come e perché sia arrivato in possesso dello zio...}
“L'Italia degli Sprechi” di Raffaele Costa [Economia] {Incelofanato}
“Le avventure della lira” di Carlo M. Cipolla [Economia]
“Dicono che è risorto” di Vittorio Messori [Religione]
“Le guerre dell'Italia unita” di Andrea Frediani [Storia] {Uno dei libriccini a mille lire...}
“Lettere di San Bernardino da Siena a un quotidiano” di Sigfrido Bartolini [???]
“La democrazia diretta” di Giuseppe Rensi [Politica?]
“In nome di Dio” di David Yallop [Cronaca?] {Sulla morte di Papa Luciani}
“Saggio sulla libertà” di John Stuart Mill [Saggio]
“Conversione” di Leonardo Mondadori e Vittorio Messori [Religione]
“Qualche ragione per credere” di Vittorio Messori [Religione]
“Alla corte di re Artù” di Noam Chomsky [Biografico] {su Kennedy}
“Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo [Romanzo]
“Lettere a Luciano Guarnieri” di Prezzolini [???] {Lettere commentate}
“Giuseppe Prezzolini: the American Years 1929-1962” di Vari autori [Saggio]
Ok. per oggi questi sono abbastanza. Il trend evidenziato nel precedente post è confermato. Tendo a scartare i libri di economia, teatro e storia recente. Di Messori ho trovato almeno 5 o 6 libri ma ho deciso di tenere solo “Ipotesi su Gesù”: ho la sensazione che i successivi siano un po' troppo commerciali.
Inoltre sto tracciando mentalmente un'ipotesi di lettura. Per i libri che mi piacciono non ci sono problemi: leggerò a seconda dell'ispirazione; solo per quelli di storia antica romana vedrò di procedere cronologicamente.
Poi ci sono gli autori che lo zio evidentemente apprezzava molto visto che ne possedeva moltissimi libri: adesso non me la sento più di ripudiarli con leggerezza senza conoscerli per niente. Ho così deciso di leggere almeno un libro di Bernard Shaw (teatro...), Elèmire Zolla (mattoni filosofici/saggi...), Prezzolini (bo... sembrano tutti noiosi) prima di liberarmene...
Nota (*1): Il rapporto di mio zio con i Testimoni di Geova merita un spiegazione. Egli amava confrontarsi e conoscere cose nuove così, quando i Testimoni arrivarono alla sua porta, li accolse senza pregiudizi. Ovviamente essi iniziarono a fare proselitismo ma, lentamente, si accorsero che mio zio non era digiuno di conoscenza biblica. Così, non in grado di replicare alle sue argomentazioni, mandarono a parlare con lui esponenti sempre più edotti della loro chiesa: prima della città, poi della regione e infine, su appuntamento, uno dei loro massimi esperti fatto appositamente arrivare dalla Liguria mi pare... Tutto questo nell'arco di un paio di anni. Alla fine di questo periodo mio zio era rimasto della propria opinione e i Testimoni si erano stancati di cercare di convincerlo e così non si fecero più vedere... A memento del loro passaggio sono rimasti una decina di loro libri come quello indicato.
Nota (*2): Lo zio era abbonato a Euroassociazione: suppongo che questo fosse uno dei libri mandati in automatico se non si faceva in tempo a disdirli...
venerdì 25 febbraio 2011
Una gattina difficile
Era da un bel po' che non facevo nessun aggiornamento su Bisba così ieri sono stato in giardino e le ho fatto qualche foto...
Le sue due caratteristiche fondamentali che stanno emergendo sono: la voracità e la propensione a combinare malestri.
La voracità si spiega anche col fatto che da gennaio è a dieta. Beh, non proprio: più che essere a dieta adesso le do solo la quantità suggerita di crocchette. Prima invece, quando era una cucciola, su indicazione della veterinaria, aveva sempre la ciotola piena...
Riguardo i malestri io non sono un esperto di gatti ma tendenzialmente lei ne combina una al giorno mentre il mio gatto precedente, Eolo, faceva un pasticcio ogni tre mesi se non meno...
In particolare Bisba ha una forte tendenza al furto: io cerco di spiegarle che rubare è sbagliato ma, anche se razionalmente sembra capirlo, moralmente non pare toccata.
Attualmente il mio metodo educativo consiste nell'inseguirla urlando appena fa una marachella, darle un vigoroso scappellotto sul sedere e buttarla fuori casa (lei è molto casalinga). I risultati sono minimi.
Mangia di tutto. Alcuni esempi: uvetta/canditi del panettone (che a me non piacciono), riso soffiato al cioccolato (la mia colazione...), patate fritte, parmigiano, schiacciata e, ovviamente, tutti i tipi di carne e pesce.
Malestri vari: furto di qualunque cibo lasciato sul tavolo; rottura di confezioni di cibo nella dispensa (brick del vino, confezioni di pasta, 3 uova, etc...); rottura di oggetti vari fatti cadere per gioco da grande altezza (solo per miracolo ieri sono riuscito a riprendere al volo con la mano sinistra, mentre mangiavo, il mio cellulare...), i miei calzini fatti a Prandelli (*1), molti altri che non ricordo...
Ed ora le foto...
Meglio che niente...
...mangio anche il pane!
"Qualcosa non va?"
Una morbida preda...
Sono elegante!
Uhmm...
"Perchè mi segui?"
Visto uno stuzzichino, pardon, un uccellino!
Su, su...
...sempre più su!
Nota (*1): È una battuta (modesta): vedi La nazionale a Brandelli...
Le sue due caratteristiche fondamentali che stanno emergendo sono: la voracità e la propensione a combinare malestri.
La voracità si spiega anche col fatto che da gennaio è a dieta. Beh, non proprio: più che essere a dieta adesso le do solo la quantità suggerita di crocchette. Prima invece, quando era una cucciola, su indicazione della veterinaria, aveva sempre la ciotola piena...
Riguardo i malestri io non sono un esperto di gatti ma tendenzialmente lei ne combina una al giorno mentre il mio gatto precedente, Eolo, faceva un pasticcio ogni tre mesi se non meno...
In particolare Bisba ha una forte tendenza al furto: io cerco di spiegarle che rubare è sbagliato ma, anche se razionalmente sembra capirlo, moralmente non pare toccata.
Attualmente il mio metodo educativo consiste nell'inseguirla urlando appena fa una marachella, darle un vigoroso scappellotto sul sedere e buttarla fuori casa (lei è molto casalinga). I risultati sono minimi.
Mangia di tutto. Alcuni esempi: uvetta/canditi del panettone (che a me non piacciono), riso soffiato al cioccolato (la mia colazione...), patate fritte, parmigiano, schiacciata e, ovviamente, tutti i tipi di carne e pesce.
Malestri vari: furto di qualunque cibo lasciato sul tavolo; rottura di confezioni di cibo nella dispensa (brick del vino, confezioni di pasta, 3 uova, etc...); rottura di oggetti vari fatti cadere per gioco da grande altezza (solo per miracolo ieri sono riuscito a riprendere al volo con la mano sinistra, mentre mangiavo, il mio cellulare...), i miei calzini fatti a Prandelli (*1), molti altri che non ricordo...
Ed ora le foto...
Nota (*1): È una battuta (modesta): vedi La nazionale a Brandelli...
giovedì 24 febbraio 2011
Parole Santissime 6
Il buon musico meditò a lungo sulle parole del Maestro Yury. Pur felice di aver ottenuto risposta alle proprie domande si accorse però che nuovi dubbi erano sorti in lui. Così il musico chiese al Maestro di accettarlo come discepolo in maniera da poter continuare a imparare e perfezionarsi.
Il Maestro Yury l'accettò con sé e, dopo aver meditato, lo ribattezzò Armonia.
«Ma Armonia non è un nome da donna?» - chiese Discutibile mugugnando, un po' geloso del nuovo discepolo.
«È più importante la forma o l'essenza, Discutibile?» - gli chiese allora il Maestro.
«L'essenza suppongo...»
«Perché “supponi”? Qual è lo scopo della Vita?»
«Beh, lo scopo della Vita è il perfezionamento che si ottiene con la comprensione della Realtà...» - rispose Discutibile.
«E cosa pensi sia maggiormente utile per raggiungere la comprensione: la conoscenza della forma o quella dell'essenza delle cose?»
Discutibile si concentrò a testa bassa per qualche secondo prima di rispondere.
«Credo che la conoscenza della sostanza sia più importante ma anche la forma può essere a volte utile perché permette di inquadrare più facilmente concetti complessi...» - disse infine Discutibile.
7.1 «Solo la verità porta alla conoscenza»
«...ehm...quindi?» - chiese Discutibile.
3.1 «L'essenza è sempre veritiera, la forma a volte è ingannevole»
«Quindi, mio caro Discutibile, sfrutta i vantaggi della forma solo quando hai compreso l'essenza...» - prosegui il Maestro.
«Come al solito non sono sicuro di aver compreso, Maestro...» - mormorò Discutibile abbassando gli occhi a terra per la vergogna.
«Ascoltami: immaginati che gli oggetti delle nostre conoscenze siano dei semplici cubi o dei parallelepipedi di varie dimensioni. Comprendere la Realtà equivarrebbe allora a cercare di costruire mentalmente, con tali mattoncini, un edificio che ne sia il modello. Se ti limiti alla forma di ogni parallelepipedo conoscerai solo le sue dimensioni esterne ma non la sua essenza, ovvero come è fatto il suo interno. Se basi la tua costruzione solo sulla forma potresti andare incontro a delle brutte sorprese. Tu che sei un ingegnere dovresti ben sapere che se la proiezione del baricentro di un oggetto cade fuori dalla sua base allora tale oggetto è destinato a crollare. Così, non conoscendo l'essenza dei nostri parallelepipedi non sappiamo dove essi abbiano il loro baricentro e, conseguentemente, il modello della realtà che abbiamo costruito con essi potrebbe crollare in ogni momento: ovvero rivelarsi fallace.»
«Adesso ho capito Maestro... Ma perché Armonia, un nome femminile, per il musico?»
«Perché tale è la sua essenza Discutibile. I nomi equivalgono alla forma e il nome Armonia approssima bene l'essenza del nostro musico. La forma è cosa buona se approssima l'essenza di ciò che vuole rappresentare come un guanto invece che nasconderla o deformarla.»
Armonia, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio, finalmente parlò.
«Ma Maestro, come sai che la mia essenza è l'armonia?» - chiese il nuovo discepolo.
«Blasfemo! Osi contraddire il maestro!» - urlò Discutibile paonazzo per la rabbia.
«Discutibile! Perché fingi di ascoltare le mie parole e dici di aver capito quando ogni tua azione denuncia il contrario?» - intervenne irritato il Maestro Yury.
«Ovviamente ti è sfuggita la stupita ironia nella domanda di Armonia. Ma anche se la “forma” di tale domanda non ti aggrada, possibile che tu non riesca ad apprezzarne l'”essenza”?» - proseguì il Maestro.
Udita la reprimenda Discutibile si gettò a terra ai piedi del Maestro e piangendo iniziò a menarsi gran colpi sulla testa con i pugni e a invocare perdono per la sua stoltezza.
«Siediti Discutibile e cerca di ascoltare con il cuore e non solo con le orecchie e sappi che:
2.3 La verità non può essere percepita ma solo intuita.»
Il Maestro guardò i suoi discepoli che aspettavano silenziosi e nei loro occhi lesse l'incertezza.
«Significa che la verità, o la conoscenza intima delle cose, non ci può arrivare dall'esterno tramite i nostri sensi. Vi ho appena spiegato di come la forma, in questo caso ciò che si percepisce, sia ingannevole. I nostri sensi possono darci un'indicazione, una traccia di quale sia l'essenza di una cosa ma la vera conoscenza arriva solo tramite l'intuizione che nasce dal cuore con la meditazione.»
I discepoli stavano con lo sguardo basso e strascicavano i piedi per terra.
«Mi rendo conto che questa mia affermazione possa apparire difficile da accettare: forse suona irrazionale ma è in realtà è logica.»
3.3 «Se si è in sintonia con il Tutto allora lo si è anche con le sue parti»
«???» - dissero gli sguardi vacui di Discutibile e Armonia.
«Ascoltatemi: maggiore è la vostra comprensione della Realtà, maggiore sarà la vostra sintonia con il Tutto. La Realtà e il Tutto sono infatti la medesima cosa. Immaginatevi che la vostra comprensione della Realtà equivalga a un immenso puzzle che man mano andate ricostruendo. Quando sarete arrivati a buon punto avrete un'idea generale dell'immagine rappresentata, ovvero della Realtà. A quel punto estraendo una singola tessera dal sacchetto avrete, magari meditandoci un bel po', una generica idea di dove debba andare, ovvero della sua essenza. Oppure, se la comprensione della Realtà equivalesse alla teoria matematica allora risolvere un singolo problema equivarrebbe ad applicare la conoscenza del Tutto a una singola istanza. Anche in questo caso la risoluzione del problema, ovvero la comprensione della sua essenza, proverrebbe dalla conoscenza del Tutto piuttosto che dall'osservazione del problema stesso.»
Il Maestro Yury l'accettò con sé e, dopo aver meditato, lo ribattezzò Armonia.
«Ma Armonia non è un nome da donna?» - chiese Discutibile mugugnando, un po' geloso del nuovo discepolo.
«È più importante la forma o l'essenza, Discutibile?» - gli chiese allora il Maestro.
«L'essenza suppongo...»
«Perché “supponi”? Qual è lo scopo della Vita?»
«Beh, lo scopo della Vita è il perfezionamento che si ottiene con la comprensione della Realtà...» - rispose Discutibile.
«E cosa pensi sia maggiormente utile per raggiungere la comprensione: la conoscenza della forma o quella dell'essenza delle cose?»
Discutibile si concentrò a testa bassa per qualche secondo prima di rispondere.
«Credo che la conoscenza della sostanza sia più importante ma anche la forma può essere a volte utile perché permette di inquadrare più facilmente concetti complessi...» - disse infine Discutibile.
7.1 «Solo la verità porta alla conoscenza»
«...ehm...quindi?» - chiese Discutibile.
3.1 «L'essenza è sempre veritiera, la forma a volte è ingannevole»
«Quindi, mio caro Discutibile, sfrutta i vantaggi della forma solo quando hai compreso l'essenza...» - prosegui il Maestro.
«Come al solito non sono sicuro di aver compreso, Maestro...» - mormorò Discutibile abbassando gli occhi a terra per la vergogna.
«Ascoltami: immaginati che gli oggetti delle nostre conoscenze siano dei semplici cubi o dei parallelepipedi di varie dimensioni. Comprendere la Realtà equivarrebbe allora a cercare di costruire mentalmente, con tali mattoncini, un edificio che ne sia il modello. Se ti limiti alla forma di ogni parallelepipedo conoscerai solo le sue dimensioni esterne ma non la sua essenza, ovvero come è fatto il suo interno. Se basi la tua costruzione solo sulla forma potresti andare incontro a delle brutte sorprese. Tu che sei un ingegnere dovresti ben sapere che se la proiezione del baricentro di un oggetto cade fuori dalla sua base allora tale oggetto è destinato a crollare. Così, non conoscendo l'essenza dei nostri parallelepipedi non sappiamo dove essi abbiano il loro baricentro e, conseguentemente, il modello della realtà che abbiamo costruito con essi potrebbe crollare in ogni momento: ovvero rivelarsi fallace.»
«Adesso ho capito Maestro... Ma perché Armonia, un nome femminile, per il musico?»
«Perché tale è la sua essenza Discutibile. I nomi equivalgono alla forma e il nome Armonia approssima bene l'essenza del nostro musico. La forma è cosa buona se approssima l'essenza di ciò che vuole rappresentare come un guanto invece che nasconderla o deformarla.»
Armonia, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio, finalmente parlò.
«Ma Maestro, come sai che la mia essenza è l'armonia?» - chiese il nuovo discepolo.
«Blasfemo! Osi contraddire il maestro!» - urlò Discutibile paonazzo per la rabbia.
«Discutibile! Perché fingi di ascoltare le mie parole e dici di aver capito quando ogni tua azione denuncia il contrario?» - intervenne irritato il Maestro Yury.
«Ovviamente ti è sfuggita la stupita ironia nella domanda di Armonia. Ma anche se la “forma” di tale domanda non ti aggrada, possibile che tu non riesca ad apprezzarne l'”essenza”?» - proseguì il Maestro.
Udita la reprimenda Discutibile si gettò a terra ai piedi del Maestro e piangendo iniziò a menarsi gran colpi sulla testa con i pugni e a invocare perdono per la sua stoltezza.
«Siediti Discutibile e cerca di ascoltare con il cuore e non solo con le orecchie e sappi che:
2.3 La verità non può essere percepita ma solo intuita.»
Il Maestro guardò i suoi discepoli che aspettavano silenziosi e nei loro occhi lesse l'incertezza.
«Significa che la verità, o la conoscenza intima delle cose, non ci può arrivare dall'esterno tramite i nostri sensi. Vi ho appena spiegato di come la forma, in questo caso ciò che si percepisce, sia ingannevole. I nostri sensi possono darci un'indicazione, una traccia di quale sia l'essenza di una cosa ma la vera conoscenza arriva solo tramite l'intuizione che nasce dal cuore con la meditazione.»
I discepoli stavano con lo sguardo basso e strascicavano i piedi per terra.
«Mi rendo conto che questa mia affermazione possa apparire difficile da accettare: forse suona irrazionale ma è in realtà è logica.»
3.3 «Se si è in sintonia con il Tutto allora lo si è anche con le sue parti»
«???» - dissero gli sguardi vacui di Discutibile e Armonia.
«Ascoltatemi: maggiore è la vostra comprensione della Realtà, maggiore sarà la vostra sintonia con il Tutto. La Realtà e il Tutto sono infatti la medesima cosa. Immaginatevi che la vostra comprensione della Realtà equivalga a un immenso puzzle che man mano andate ricostruendo. Quando sarete arrivati a buon punto avrete un'idea generale dell'immagine rappresentata, ovvero della Realtà. A quel punto estraendo una singola tessera dal sacchetto avrete, magari meditandoci un bel po', una generica idea di dove debba andare, ovvero della sua essenza. Oppure, se la comprensione della Realtà equivalesse alla teoria matematica allora risolvere un singolo problema equivarrebbe ad applicare la conoscenza del Tutto a una singola istanza. Anche in questo caso la risoluzione del problema, ovvero la comprensione della sua essenza, proverrebbe dalla conoscenza del Tutto piuttosto che dall'osservazione del problema stesso.»
mercoledì 23 febbraio 2011
Inutili nuove
Periodicamente scrivo dello stato del blog e delle mie varie iniziative che ho implementato o che medito di implementare.
In realtà mi sono sempre dimenticato se questi update interessano i miei lettori. Francamente ne dubito e, per questo motivo, li taggo col flag “Peso”. Però personalmente mi piace fare il punto della situazione e registrare le mie varie iniziative: il risultato potete leggerlo con cadenza più o meno mensile...
Comunque cercherò almeno di essere breve!
In realtà mi sono sempre dimenticato se questi update interessano i miei lettori. Francamente ne dubito e, per questo motivo, li taggo col flag “Peso”. Però personalmente mi piace fare il punto della situazione e registrare le mie varie iniziative: il risultato potete leggerlo con cadenza più o meno mensile...
Comunque cercherò almeno di essere breve!
- Relazione fra il numero di lettori e i post programmati Ho notato che quando pubblico i post programmati il numero di lettori diminuisce. Il motivo è semplice: se uno dei lettori abituali non trova niente al mattino allora si ricollega più tardi nella “speranza” che io abbia scritto qualcosa. Quando invece trova il post pubblicato alle 00.01 allora, sapendo che per il resto della giornata non pubblicherò altro, si astiene dal ritornare.
- Pulizia tags Ho cambiato alcuni tags da “libri” a “libro” e da “mondiali” a “mondiale”. Inoltre ho convertito il tag “articolo” in “notizia”
- Date errate Nei corti, fino a inizio febbraio sbagliavo la data indicando il 2010 come anno in corso. Le date ora sono state corrette
- Cambiato modello blog Ho semplicemente aggiunto dei link al codice JS per formattare in maniera carina i listati. Vedi post Puke Poker 2
- Vignette Devo cambiare lo sfondo della vignetta “amico” perché è troppo brutto...
- Tornato a 5 stelle... Bo... e che volevo dire?
martedì 22 febbraio 2011
Allarme basso
No: non scriverò della situazione in Libia né delle oscillazioni dei mercati finanziari né di possibili terremoti dalle nostri parti (politici e non). Tutto sommato però non mi va di anticipare l'argomento del post quindi non aggiungerò una virgola alla spiegazione di "ciò di cui non parlerò".
Sabato sono stato a Pisa per le periodiche “grane” e ho approfittato dell'occasione per fare visita a un caro amico. A pranzo sono stato rimpinzato, come sempre mi accade quando vado a trovarlo, e abbiamo parlato del più e del meno: televisori HD, aneddoti di lavoro, PS prematuramente rotte, del mio anulare corto e altre cose di questo genere...
Poi mi ha accompagnato in centro ma, anche allora che eravamo a quattrocchi, non ha affrontato l'argomento che più mi sta a cuore. Conoscendomi molto bene, consciamente o inconsciamente, ha aspettato che ci avviassimo a piedi per raggiungere il portone della mia casa. Non so perché ma amo fare le discussioni più impegnative mentre sto camminando (*1): non importa che il mio interlocutore cammini ma almeno io devo farlo (eventualmente girandogli intorno come un avvoltoio (*2)).
Molto prudentemente ha accennato al mio blog ma senza andare immediatamente al sodo: mi ha chiesto del post Post scomodo e io ho dovuto ammettere che, nonostante le mie premesse, molti lettori lo hanno interpretato come una mia dichiarazione di appartenenza politica.
Poi, subito dopo, la mazzata: il mio amico ha iniziato una lunga tirata che non ricordo parola per parola ma che proverò a riportare nel suo spirito.
“Ho anche più volte letto che tu di definisci 'basso'...”
“Sì, be...” (*3)
“Lasciami finire. Ma tu non sei basso!!! Sei forse appena sotto la media!”
“Sì, pe...” (*4)
“Lasciami finire. Tu consideri solo la popolazione toscana che è prevalentemente autoctona! Se invece tu avessi lavorato, come me, a Milano o Roma, dove sono numerosi le persone di discendenza calabrese o sicula, allora ti renderesti conto che non sei basso!”
“Sì, ma...” (*5)
“Lasciami finire. Anzi, guardandomi intorno, io che non sono più alto di te, mi accorgo che almeno il 20% della popolazione maschile adulta è più bassa di me! Tu sarai almeno più alto del 25% degli uomini! Come puoi ritenerti basso?!”
“Sì, infatti...” (*6)
“Dimmi: ora puoi parlarmi!”
Ma eravamo già arrivati al portone di casa dove una terza persona ci stava già aspettando. La conversazione così interrotta non fu poi ripresa...
Non so, in effetti fra una sua parola e l'altra, sono anche riuscito a dirgli che in realtà mi diverto a scherzarci sopra ma non so quanto mi abbia preso sul serio.
Mi è rimasto il dubbio se lui fosse molto preoccupato per un mio possibile trauma psicologico oppure se fosse seccato di sentirsi definire egli stesso, per proprietà transitiva (visto che lui è sui 168cm), “basso”.
Come detto non ne abbiamo più parlato ma tornati a casa sua mi ha cercato di confortarmi facendomi vedere il primo film in FullHD. Sfortunatamente l'effetto è stato opposto perché mi sono reso conto che non sarò mai felice...
Grazie a quel film ho scoperto chi sia la mia, fino ad allora irreperibile, anima gemella. Si tratta di Olga Kurylenko: una ragazza semplice, simpatica, spontanea, molto intelligente e ottima attrice.
Sfortunatamente per me ella è sì molto colta ma anche, come suggerisce il nome russo, molto lunga (*7). Insomma, date le sue gambe chilometriche, stimo di arrivarle con la testa appena sopra il suo posteriore. Certo, come scritto lei è molto intelligente/simpatica etc e quindi la visione del suo posteriore mi spingerebbe comunque alla contemplazione del mondo e di altre cose sferiche o semisferiche ma comunque sode...
(Triste) conclusione: se IO FOSSI POCO PIÚ ALTO (*8) avrei quindi già risolto le mie vicissitudini amorose e basterebbe che uno dei miei lettori si prendesse la briga di introdurmi a Olga. Preferibilmente nella sua camera da letto quando ella è addormentata o, ancora meglio, sotto l'effetto di droghe pesanti in maniera che io possa conoscerla e sposarla.
Nota (*1): Ipotesi: forse perché camminando ho un immediato sfogo fisico alla tensione della conversazione. Oppure, inconsciamente, il fatto di stare camminando mi suggerisce l'idea di poter scappar via abbandonando la conversazione in qualsiasi momento? Propendo per la prima ipotesi.
Nota (*2): Al riguardo ho dei bei ricordi di conversazioni di questo tipo con mia cugina seduta in poltrona o sul divano con me che girello senza tregua per il salotto sorseggiando un bicchierone di tè...
Nota (*3): Volevo replicare che, come tristemente scoperto in Bug d'altezza, mi definisco 172cm...
Nota (*4): Volevo replicare che "sotto la media" mi pare possa equivalere a basso...
Nota (*5): Volevo replicare che avendo lavorato per molti anni in Olanda, dove l'altezza media è sui 190cm, per la sua stessa argomentazione mi sentivo bassino...
Nota (*6): Volevo replicare che se il 25% degli uomini sono più bassi di me allora il 75% è più alto...
Nota (*7): Spero che almeno un lettore o due capisca questa battuta...
Nota (*8): O equivalentemente se io NON FOSSI BASSO...
Sabato sono stato a Pisa per le periodiche “grane” e ho approfittato dell'occasione per fare visita a un caro amico. A pranzo sono stato rimpinzato, come sempre mi accade quando vado a trovarlo, e abbiamo parlato del più e del meno: televisori HD, aneddoti di lavoro, PS prematuramente rotte, del mio anulare corto e altre cose di questo genere...
Poi mi ha accompagnato in centro ma, anche allora che eravamo a quattrocchi, non ha affrontato l'argomento che più mi sta a cuore. Conoscendomi molto bene, consciamente o inconsciamente, ha aspettato che ci avviassimo a piedi per raggiungere il portone della mia casa. Non so perché ma amo fare le discussioni più impegnative mentre sto camminando (*1): non importa che il mio interlocutore cammini ma almeno io devo farlo (eventualmente girandogli intorno come un avvoltoio (*2)).
Molto prudentemente ha accennato al mio blog ma senza andare immediatamente al sodo: mi ha chiesto del post Post scomodo e io ho dovuto ammettere che, nonostante le mie premesse, molti lettori lo hanno interpretato come una mia dichiarazione di appartenenza politica.
Poi, subito dopo, la mazzata: il mio amico ha iniziato una lunga tirata che non ricordo parola per parola ma che proverò a riportare nel suo spirito.
“Ho anche più volte letto che tu di definisci 'basso'...”
“Sì, be...” (*3)
“Lasciami finire. Ma tu non sei basso!!! Sei forse appena sotto la media!”
“Sì, pe...” (*4)
“Lasciami finire. Tu consideri solo la popolazione toscana che è prevalentemente autoctona! Se invece tu avessi lavorato, come me, a Milano o Roma, dove sono numerosi le persone di discendenza calabrese o sicula, allora ti renderesti conto che non sei basso!”
“Sì, ma...” (*5)
“Lasciami finire. Anzi, guardandomi intorno, io che non sono più alto di te, mi accorgo che almeno il 20% della popolazione maschile adulta è più bassa di me! Tu sarai almeno più alto del 25% degli uomini! Come puoi ritenerti basso?!”
“Sì, infatti...” (*6)
“Dimmi: ora puoi parlarmi!”
Ma eravamo già arrivati al portone di casa dove una terza persona ci stava già aspettando. La conversazione così interrotta non fu poi ripresa...
Non so, in effetti fra una sua parola e l'altra, sono anche riuscito a dirgli che in realtà mi diverto a scherzarci sopra ma non so quanto mi abbia preso sul serio.
Mi è rimasto il dubbio se lui fosse molto preoccupato per un mio possibile trauma psicologico oppure se fosse seccato di sentirsi definire egli stesso, per proprietà transitiva (visto che lui è sui 168cm), “basso”.
Come detto non ne abbiamo più parlato ma tornati a casa sua mi ha cercato di confortarmi facendomi vedere il primo film in FullHD. Sfortunatamente l'effetto è stato opposto perché mi sono reso conto che non sarò mai felice...
Grazie a quel film ho scoperto chi sia la mia, fino ad allora irreperibile, anima gemella. Si tratta di Olga Kurylenko: una ragazza semplice, simpatica, spontanea, molto intelligente e ottima attrice.
Sfortunatamente per me ella è sì molto colta ma anche, come suggerisce il nome russo, molto lunga (*7). Insomma, date le sue gambe chilometriche, stimo di arrivarle con la testa appena sopra il suo posteriore. Certo, come scritto lei è molto intelligente/simpatica etc e quindi la visione del suo posteriore mi spingerebbe comunque alla contemplazione del mondo e di altre cose sferiche o semisferiche ma comunque sode...
(Triste) conclusione: se IO FOSSI POCO PIÚ ALTO (*8) avrei quindi già risolto le mie vicissitudini amorose e basterebbe che uno dei miei lettori si prendesse la briga di introdurmi a Olga. Preferibilmente nella sua camera da letto quando ella è addormentata o, ancora meglio, sotto l'effetto di droghe pesanti in maniera che io possa conoscerla e sposarla.
Nota (*1): Ipotesi: forse perché camminando ho un immediato sfogo fisico alla tensione della conversazione. Oppure, inconsciamente, il fatto di stare camminando mi suggerisce l'idea di poter scappar via abbandonando la conversazione in qualsiasi momento? Propendo per la prima ipotesi.
Nota (*2): Al riguardo ho dei bei ricordi di conversazioni di questo tipo con mia cugina seduta in poltrona o sul divano con me che girello senza tregua per il salotto sorseggiando un bicchierone di tè...
Nota (*3): Volevo replicare che, come tristemente scoperto in Bug d'altezza, mi definisco 172cm...
Nota (*4): Volevo replicare che "sotto la media" mi pare possa equivalere a basso...
Nota (*5): Volevo replicare che avendo lavorato per molti anni in Olanda, dove l'altezza media è sui 190cm, per la sua stessa argomentazione mi sentivo bassino...
Nota (*6): Volevo replicare che se il 25% degli uomini sono più bassi di me allora il 75% è più alto...
Nota (*7): Spero che almeno un lettore o due capisca questa battuta...
Nota (*8): O equivalentemente se io NON FOSSI BASSO...
venerdì 18 febbraio 2011
Sto affogando nei libri!
Già i miei erano piuttosto fuori controllo e strabuzzavano dalle varie librerie accatastati in doppia fila e l'uno sull'altro. Adesso sto venendo investito dalla marea dei libri di mio zio.
Inizialmente, causa anche un'incomprensione con mio padre, l'idea era di venderli per disfarsene ma mi sono reso conto che non è ciò che voglio.
A me i libri piacciono e mi basta poco per avere la voglia di leggerli (anche se poi trovo sempre qualcosa di meglio da fare o leggere) quindi, se avessi spazio sufficiente li terrei tutti. Sfortunatamente devo fare dei compromessi e quindi sarò costretto a liberarmi di qualcuno di essi.
Per decidere di quali libri disfarmi ho fatto una cernita iniziale e li ho divisi in tre categorie: quelli che voglio assolutamente tenere, gli incerti e quelli di cui voglio disfarmi.
Nella mia selezione iniziale sono stato molto “conservatore” e ho messo nella categoria degli indesiderati solo i libri che sono supersicuro che non leggerò mai.
Di questi libri presento adesso una lista iniziale: chiunque dei miei parenti/amici/conoscenti (*1) fosse interessato me lo faccio sapere e li potrà avere gratis. A tutti gli altri (basta che mi lascino un commento al post) invece li venderò a un prezzo da stabilire ma, in linea di massima, un po' inferiore all'equivalente di ebay. Se non diversamente specificato questi libri sono tutti in ottime condizioni.
Ecco una lista iniziale:
“L'anarchico e l'ebreo” di Amedeo Bertolo [Saggio]
“Visti da vicino” di Giulio Andreotti [Politica]
“Il potere logora.... ma è meglio non perderlo” di Giulio Andreotti [Politica]
“La scomparsa dei fatti” di Marco Travaglio [Politica]
“Visti da vicino” di Giulio Andreotti [Politica]
“L'URSS vista da vicino” di Giulio Andreotti [Politica]
“Inventario della casa di campagna” di Calamandrei [Autobiografico]
“Uno sconosciuto nell'ombra” di Mary Higgins Clark [Romanzuccio]
“Vestivamo alla marinara” di Susanna Agnelli [Autobiografico]
“Gli Stati Uniti e la crisi mondiale del capitalismo” di Joyce Kolko [Politica/Economia]
“Il principe di Homburg” di Kleist [Dramma]
“Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Belotti [Sociologia/Psicologia]
“I mistici dell'occidente I” di Elèmire Zolla [Filosofia/Religione]
“I mistici dell'occidente II” di Elèmire Zolla [Filosofia/Religione]
“Tra letteratura diritto e politica” di Piero Calamandrei [Letteratura/Diritto/Politica]
“Conrad: l'imperialismo imperfetto” di Renato Oliva/Alessandro Portelli [Saggio]
“L'Italia dell'ulivo” di Montanelli/Cervi [Politico] {Edizione in cofanetto}
“Vittoria Accoramboni” di Stendhal [Racconto] {In francese con traduzione a fronte}
“Ingegneria costituzionale comparata” di Giovanni Sartori [Politica]
“Il denaro e la democrazia” di Domenico Fisichella [Politica/Economia]
“Il cardinale di Spagna”di Henry de Montherlant [Dramma]
“Quel che non ha capito Carlo Marx” di Armando Plebe [Economia]
“Eclissi dell'intellettuale” di Elèmire Zolla [Saggio] {Copertina leggermente sciupata}
“La sociologia di Pareto” di Guy Perrini [Economia/Sociologia]
“I Fugger e la banca d'affari” di Angelo Cerino [Biografico ?]
“Cavalleria” di Walter Scott [Saggio]
“L'Italia Littoria” di Montanelli/Cervi [Storia]
“L'Italia degli anni di fango” di Montanelli/Cervi [Storia/Politica]
“L'Italia in camicia nera” di Montanelli [Storia]
Ovviamente questa non è la lista completa: farò altri post come questo nei prossimi giorni.
Incidentalmente questa prima lista dà un'idea del “delta” di interessi fra me e mio zio: politica ed economia non mi interessano. Idem il teatro e i saggi troppo complessi. Anche la storia recente, diciamo dalla fine della prima guerra mondiale in poi, non mi attira. Inoltre appare chiara una certa predilezione da parte di mio zio per autori specifici: ad esempio Montanelli ed Elèmire Zolla (di cui ho molti altri libri da aggiungere a questa lista...).
Fatemi sapere!
Nota (*1): In pratica chiunque abbia la mia email personale...
Inizialmente, causa anche un'incomprensione con mio padre, l'idea era di venderli per disfarsene ma mi sono reso conto che non è ciò che voglio.
A me i libri piacciono e mi basta poco per avere la voglia di leggerli (anche se poi trovo sempre qualcosa di meglio da fare o leggere) quindi, se avessi spazio sufficiente li terrei tutti. Sfortunatamente devo fare dei compromessi e quindi sarò costretto a liberarmi di qualcuno di essi.
Per decidere di quali libri disfarmi ho fatto una cernita iniziale e li ho divisi in tre categorie: quelli che voglio assolutamente tenere, gli incerti e quelli di cui voglio disfarmi.
Nella mia selezione iniziale sono stato molto “conservatore” e ho messo nella categoria degli indesiderati solo i libri che sono supersicuro che non leggerò mai.
Di questi libri presento adesso una lista iniziale: chiunque dei miei parenti/amici/conoscenti (*1) fosse interessato me lo faccio sapere e li potrà avere gratis. A tutti gli altri (basta che mi lascino un commento al post) invece li venderò a un prezzo da stabilire ma, in linea di massima, un po' inferiore all'equivalente di ebay. Se non diversamente specificato questi libri sono tutti in ottime condizioni.
Ecco una lista iniziale:
“L'anarchico e l'ebreo” di Amedeo Bertolo [Saggio]
“Visti da vicino” di Giulio Andreotti [Politica]
“Il potere logora.... ma è meglio non perderlo” di Giulio Andreotti [Politica]
“La scomparsa dei fatti” di Marco Travaglio [Politica]
“Visti da vicino” di Giulio Andreotti [Politica]
“L'URSS vista da vicino” di Giulio Andreotti [Politica]
“Inventario della casa di campagna” di Calamandrei [Autobiografico]
“Uno sconosciuto nell'ombra” di Mary Higgins Clark [Romanzuccio]
“Vestivamo alla marinara” di Susanna Agnelli [Autobiografico]
“Gli Stati Uniti e la crisi mondiale del capitalismo” di Joyce Kolko [Politica/Economia]
“Il principe di Homburg” di Kleist [Dramma]
“Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Belotti [Sociologia/Psicologia]
“I mistici dell'occidente I” di Elèmire Zolla [Filosofia/Religione]
“I mistici dell'occidente II” di Elèmire Zolla [Filosofia/Religione]
“Tra letteratura diritto e politica” di Piero Calamandrei [Letteratura/Diritto/Politica]
“Conrad: l'imperialismo imperfetto” di Renato Oliva/Alessandro Portelli [Saggio]
“L'Italia dell'ulivo” di Montanelli/Cervi [Politico] {Edizione in cofanetto}
“Vittoria Accoramboni” di Stendhal [Racconto] {In francese con traduzione a fronte}
“Ingegneria costituzionale comparata” di Giovanni Sartori [Politica]
“Il denaro e la democrazia” di Domenico Fisichella [Politica/Economia]
“Il cardinale di Spagna”di Henry de Montherlant [Dramma]
“Quel che non ha capito Carlo Marx” di Armando Plebe [Economia]
“Eclissi dell'intellettuale” di Elèmire Zolla [Saggio] {Copertina leggermente sciupata}
“La sociologia di Pareto” di Guy Perrini [Economia/Sociologia]
“I Fugger e la banca d'affari” di Angelo Cerino [Biografico ?]
“Cavalleria” di Walter Scott [Saggio]
“L'Italia Littoria” di Montanelli/Cervi [Storia]
“L'Italia degli anni di fango” di Montanelli/Cervi [Storia/Politica]
“L'Italia in camicia nera” di Montanelli [Storia]
Ovviamente questa non è la lista completa: farò altri post come questo nei prossimi giorni.
Incidentalmente questa prima lista dà un'idea del “delta” di interessi fra me e mio zio: politica ed economia non mi interessano. Idem il teatro e i saggi troppo complessi. Anche la storia recente, diciamo dalla fine della prima guerra mondiale in poi, non mi attira. Inoltre appare chiara una certa predilezione da parte di mio zio per autori specifici: ad esempio Montanelli ed Elèmire Zolla (di cui ho molti altri libri da aggiungere a questa lista...).
Fatemi sapere!
Nota (*1): In pratica chiunque abbia la mia email personale...
giovedì 17 febbraio 2011
...amar perdona
Molti mesi fa scrissi un post (Amore appunto) nel quale esprimevo la mia opinione sull'amore. Anzi, più di un'opinione, si trattava di una teoria.
Riassumo brevemente. Ogni persona è fatta in un certo modo e ha bisogno di ricevere/può dare cose diverse. Per questo, spiegavo, è importante la sincerità/chiarezza in maniera tale che ogni partner sappia cosa può contare di ottenere (e dover dare) nella specifica relazione. Infine accennavo al problema di come le persone col tempo cambino e di come il “contratto” implicito fra i partner (cioè “io ti do questo e tu mi dai quello”) possa venire a mancare.
Oggi ho letto sul repubblica.it dell'ennesima teoria psicologica che vuole spiegare l'amore: I segreti dell'affetto tra adulti.
Quello che mi ha colpito è l'aderenza quasi totale alla MIA teoria!
Di seguito riassumo l'articolo ma consiglio ai miei lettori di leggerlo direttamente e di confrontarlo con il MIO post sopraindicato.
La ricerca divide le persone in tre categorie: ansioso, evitante e sicuro. Io non mi ero preso la briga di individuare diverse tipologie psicologiche ma mi ero limitato a dire che non siamo tutti uguali.
Il motivo di questa divisione (forse un po' artificiosa) è che gli autori della ricerca hanno scritto un libro che vuole essere una sorta di manuale che indichi al lettore che tipo di persona deve ricercare. Io invece do ai miei lettori il consiglio “conosci te stesso”. Il lettore dovrebbe essere in grado di valutare i pro e i contro dei due approcci (*1).
Secondo la ricerca queste tipologie di persone hanno delle necessità (e capacità di dare, aggiungo io) diverse e non tutte sono compatibili fra di loro. Questo lo sostengo pure io.
La ricerca consiglia di cercare di capire a quale delle tre tipologie appartenga il potenziale partner. Di nuovo io qui mi affido all'empatia del lettore per capire che cosa voglia (e possa dare) il potenziale partner (*2). Per questo motivo sottolineo l'importanza della sincerità per non trarre, o essere tratti, in inganno nelle proprie valutazioni. Anche la ricerca accenna alla “chiarezza” come elemento indispensabile (*3).
La ricerca fa una bella analogia fra il cercare un lavoro (considerando quindi sia i requisiti necessari che i benefici ricevuti) e la ricerca del partner. Concordo totalmente sulla similitudine.
Infine l'articolo accenna al problema dell'evoluzione dei partner nel tempo e lo riassume con la frase “...una relazione è come un passo a due, perché duri bisogna ballare insieme...”
L'unico passaggio dell'articolo che non mi convince e dove spiega che uno dei partner può, col tempo, cambiare l'altro. In effetti l'articolo non è chiaro: se questo cambiamento succede involontariamente allora non ho niente da obiettare. Se però indica la volontà di uno dei due partner di cambiare l'altro allora non sono d'accordo. Non tanto perché creda che sia impossibile quanto perché lo trovo un atteggiamento egoistico che non mostra il necessario e basilare rispetto verso la persona amata.
Nel complesso comunque l'articolo evidenzia che la ricerca in questione è molto affine alla mia teoria. Certo, senza falsa modestia, la mia teoria ha basi filosofiche più solide e riesce a inquadrare l'amore anche nella dimensione tempo (che invece, almeno da quanto dice l'articolo, sembra un po' trascurata dalla ricerca). Inoltre, un secondo limite (*4) rispetto alla mia teoria è il non considerare adeguatamente, nell'equazione della compatibilità fra i partner, gli aspetti negativi. Sembrerebbe infatti che tutto si risolva a un soppesare i “pro” che possiamo dare e ricevere dall'altro mentre io invece spiego chiaramente che anche i “contro” sono ugualmente importanti.
Nota (*1): Ok, ve lo dico io: le persone mature e dotate di introspezione sono capaci di analizzarsi e capire le proprie necessità meglio di qualsiasi autotest; al contrario ci sono persone che non hanno una chiara idea di se stesse: per loro, un libro che dia delle indicazioni generali è più appropriato.
Nota (*2): Anche in questo caso il mio consiglio ha pro e contro analoghi a quelli indicati nella mia nota precedente.
Nota (*3): Per la precisione l'articolo menziona solo la chiarezza nel “primo appuntamento” ma mi pare ragionevole supporre che si intenda tutta la fase durante la quale i potenziali partner iniziano a conoscersi.
Nota (*4): Ovviamente bisogna ricordare che io non ho letto la ricerca ma solo l'articolo che la riassume. È possibilissimo quindi che questo secondo aspetto sia poi adeguatamente considerato dalla ricerca e, solo per motivi di spazio, non menzionato nell'articolo.
Riassumo brevemente. Ogni persona è fatta in un certo modo e ha bisogno di ricevere/può dare cose diverse. Per questo, spiegavo, è importante la sincerità/chiarezza in maniera tale che ogni partner sappia cosa può contare di ottenere (e dover dare) nella specifica relazione. Infine accennavo al problema di come le persone col tempo cambino e di come il “contratto” implicito fra i partner (cioè “io ti do questo e tu mi dai quello”) possa venire a mancare.
Oggi ho letto sul repubblica.it dell'ennesima teoria psicologica che vuole spiegare l'amore: I segreti dell'affetto tra adulti.
Quello che mi ha colpito è l'aderenza quasi totale alla MIA teoria!
Di seguito riassumo l'articolo ma consiglio ai miei lettori di leggerlo direttamente e di confrontarlo con il MIO post sopraindicato.
La ricerca divide le persone in tre categorie: ansioso, evitante e sicuro. Io non mi ero preso la briga di individuare diverse tipologie psicologiche ma mi ero limitato a dire che non siamo tutti uguali.
Il motivo di questa divisione (forse un po' artificiosa) è che gli autori della ricerca hanno scritto un libro che vuole essere una sorta di manuale che indichi al lettore che tipo di persona deve ricercare. Io invece do ai miei lettori il consiglio “conosci te stesso”. Il lettore dovrebbe essere in grado di valutare i pro e i contro dei due approcci (*1).
Secondo la ricerca queste tipologie di persone hanno delle necessità (e capacità di dare, aggiungo io) diverse e non tutte sono compatibili fra di loro. Questo lo sostengo pure io.
La ricerca consiglia di cercare di capire a quale delle tre tipologie appartenga il potenziale partner. Di nuovo io qui mi affido all'empatia del lettore per capire che cosa voglia (e possa dare) il potenziale partner (*2). Per questo motivo sottolineo l'importanza della sincerità per non trarre, o essere tratti, in inganno nelle proprie valutazioni. Anche la ricerca accenna alla “chiarezza” come elemento indispensabile (*3).
La ricerca fa una bella analogia fra il cercare un lavoro (considerando quindi sia i requisiti necessari che i benefici ricevuti) e la ricerca del partner. Concordo totalmente sulla similitudine.
Infine l'articolo accenna al problema dell'evoluzione dei partner nel tempo e lo riassume con la frase “...una relazione è come un passo a due, perché duri bisogna ballare insieme...”
L'unico passaggio dell'articolo che non mi convince e dove spiega che uno dei partner può, col tempo, cambiare l'altro. In effetti l'articolo non è chiaro: se questo cambiamento succede involontariamente allora non ho niente da obiettare. Se però indica la volontà di uno dei due partner di cambiare l'altro allora non sono d'accordo. Non tanto perché creda che sia impossibile quanto perché lo trovo un atteggiamento egoistico che non mostra il necessario e basilare rispetto verso la persona amata.
Nel complesso comunque l'articolo evidenzia che la ricerca in questione è molto affine alla mia teoria. Certo, senza falsa modestia, la mia teoria ha basi filosofiche più solide e riesce a inquadrare l'amore anche nella dimensione tempo (che invece, almeno da quanto dice l'articolo, sembra un po' trascurata dalla ricerca). Inoltre, un secondo limite (*4) rispetto alla mia teoria è il non considerare adeguatamente, nell'equazione della compatibilità fra i partner, gli aspetti negativi. Sembrerebbe infatti che tutto si risolva a un soppesare i “pro” che possiamo dare e ricevere dall'altro mentre io invece spiego chiaramente che anche i “contro” sono ugualmente importanti.
Nota (*1): Ok, ve lo dico io: le persone mature e dotate di introspezione sono capaci di analizzarsi e capire le proprie necessità meglio di qualsiasi autotest; al contrario ci sono persone che non hanno una chiara idea di se stesse: per loro, un libro che dia delle indicazioni generali è più appropriato.
Nota (*2): Anche in questo caso il mio consiglio ha pro e contro analoghi a quelli indicati nella mia nota precedente.
Nota (*3): Per la precisione l'articolo menziona solo la chiarezza nel “primo appuntamento” ma mi pare ragionevole supporre che si intenda tutta la fase durante la quale i potenziali partner iniziano a conoscersi.
Nota (*4): Ovviamente bisogna ricordare che io non ho letto la ricerca ma solo l'articolo che la riassume. È possibilissimo quindi che questo secondo aspetto sia poi adeguatamente considerato dalla ricerca e, solo per motivi di spazio, non menzionato nell'articolo.
mercoledì 16 febbraio 2011
Spaghetti aglio, olio e peperoncino reloaded
Mi dimentico sempre di chiedere feedback su i post di ricette come questo. Ho la sensazione che siano saltati a piè pari. Per me è molto fastidioso scriverli, quindi forse non ne vale la pena.
Mentre decido se continuare o meno, propongo una ricetta particolarmente semplice ma alla quale ho apportato un paio di modifiche interessanti.
La tradizione vorrebbe che aglio e peperoncino venissero soffritti insieme nell'olio. Io invece uso l'olio crudo e trito l'aglio finissimo. Ah! E poi aggiungo anche il mio ingrediente “segreto”...
Ma ecco i dettagli:
Ingredienti per 2 persone (porzioni abbondanti!):
Istruzioni:
Nota (*1): L'olio deve essere buono: è anche per questo che lo valorizziamo non cuocendolo; lo vogliamo gustare al naturale.
Nota (*2): Le dosi per questa ricetta dipendono molto dal gusto del cuoco (e per il peperoncino dalla sua intensità). Se non siete sicuri andate per difetto: metterete “di più” del particolare ingrediente alla prossima occasione.
Nota (*3): Io uso noce moscata già in polvere e mi trovo benissimo.
Nota (*4): Anche in questo caso la quantità d'olio necessaria dipende dai gusti. Personalmente non mi piace eccedere e copro appena il fondo. Però, a differenza che per gli altri ingredienti, in caso di dubbio, abbondate: male che vada avanzerà dell'olio sul fondo del recipiente.
Nota (*5): Mentre il pepe potrebbe non piacere a tutti, la noce moscata è PERFETTA e ci sta benissimo. Dovete realmente provarla.
Nota (*6): Ho marcato questo ingrediente come opzionale ma, a mio parere, è indispensabile.
Nota (*7): Tenete presente che per poi potervi mescolarvi agevolmente la pasta è necessario che la zuppiera sia molto più capiente di quel che parrebbe necessario. Il pericolo è che rischierete di far fuoriuscire la pasta quando la mescolerete!
Mentre decido se continuare o meno, propongo una ricetta particolarmente semplice ma alla quale ho apportato un paio di modifiche interessanti.
La tradizione vorrebbe che aglio e peperoncino venissero soffritti insieme nell'olio. Io invece uso l'olio crudo e trito l'aglio finissimo. Ah! E poi aggiungo anche il mio ingrediente “segreto”...
Ma ecco i dettagli:
Ingredienti per 2 persone (porzioni abbondanti!):
- Olio (*1)
- 1 spicchio di Aglio (*2)
- 2 Peperoncini (*2)
- Opzionale: Pepe (*2)
- Opzionale: Parmigiano (*2)
- Opzionale: Noce Moscata (*2)(*3)
Istruzioni:
- Presumo che tutti sappiano far bollire l'acqua, salarla e buttarci dentro la pasta quindi passo direttamente alla preparazione del condimento
- In un recipiente capiente (*7), tipo zuppiera, (dove sarà anche aggiunta e mescolata la pasta a cottura ultimata) mettere l'olio (*4)
- Tritate lo spicchio di aglio finissimo e aggiungetelo all'olio
- Tritate il peperoncino e aggiungetelo all'olio
- Opzionale: aggiungete il pepe (*5)
- Opzionale: aggiungete la noce moscata (*5)
- Idealmente l'aglio e il peperoncino dovrebbero stare a mollo nell'olio il più a lungo possibile. Io aggiungo l'aglio e il peperoncino appena ho messo l'acqua sul fuoco.
- Quando la pasta è cotta metterla nella zuppiera e mescolarla per bene
- Opzionale (*6): Aggiungere il parmigiano grattato e rimescolate. Alternativamente ogni commensale potrà aggiungerlo a suo piacere direttamente nel proprio piatto.
Nota (*1): L'olio deve essere buono: è anche per questo che lo valorizziamo non cuocendolo; lo vogliamo gustare al naturale.
Nota (*2): Le dosi per questa ricetta dipendono molto dal gusto del cuoco (e per il peperoncino dalla sua intensità). Se non siete sicuri andate per difetto: metterete “di più” del particolare ingrediente alla prossima occasione.
Nota (*3): Io uso noce moscata già in polvere e mi trovo benissimo.
Nota (*4): Anche in questo caso la quantità d'olio necessaria dipende dai gusti. Personalmente non mi piace eccedere e copro appena il fondo. Però, a differenza che per gli altri ingredienti, in caso di dubbio, abbondate: male che vada avanzerà dell'olio sul fondo del recipiente.
Nota (*5): Mentre il pepe potrebbe non piacere a tutti, la noce moscata è PERFETTA e ci sta benissimo. Dovete realmente provarla.
Nota (*6): Ho marcato questo ingrediente come opzionale ma, a mio parere, è indispensabile.
Nota (*7): Tenete presente che per poi potervi mescolarvi agevolmente la pasta è necessario che la zuppiera sia molto più capiente di quel che parrebbe necessario. Il pericolo è che rischierete di far fuoriuscire la pasta quando la mescolerete!
martedì 15 febbraio 2011
Il miracolo di Cana
Criptotitolo contorto per ricordare il miracolo del vino e, di conseguenza, il seguente miracolo di Wine.
Per chi non lo conoscesse Wine è un'applicazione gratuita per linux che ha lo scopo di rendere utilizzabili i programmi per Windows.
Tecnicamente, se ho ben capito, ogni funzione del OS di Windows è stata emulata in maniera che faccia quello che ci si aspetta da lei ma su OS Linux. Il risultato è che questi programmi girano a piena velocità e, anzi, gli autori di Wine si vantano che talvolta i programmi sono più rapidi su Wine/Linux che su Windows...
Personalmente però me ne ero sempre tenuto distante. Primo, avendo il mio PC Windows spagnolo (*1), in caso di necessita posso sempre usare quest'ultimo.
Secondo, in teoria è tutto molto bello ma, girando in giro per i forum, mi era capitato di leggere di problemini vari: magari tutti risolvibili tramite speciali configurazioni di Wine ma che richiedevano comunque un certo intervento da parte dell'utente.
Per motivi che non sto a spiegare nei giorni scorsi avevo la necessità di installare il client di Pokerstars (*2) su Ubuntu e quindi, un po' titubante, ho deciso che era arrivato il momento di provare Wine.
In realtà, come ho scoperto con una rapida ricerca su internet, i passi necessari per usare Wine sono proprio pochi.
Certo, il client di Pokerstars è un programma di una decina di Mb che non usa la grafica o cose strane. Ma credo che lo scopo di Wine sia proprio questo: permettere di usare con facilità i piccoli per Windows che non si trovano su Linux; non Word o il gioco più recente insomma!
Per onestà devo aggiungere che in effetti un piccolo problema l'ho incontrato: quando sto facendo una partita a Poker, e voglio aprire la Lobby per vedere come stanno andando gli altri tavoli, se tale finestra era già aperta ma nascosta dalla finestra di gioco, allora appare per un attimo in primo piano ma viene subito rinascosta. Se invece tale finestra era chiusa appare normalmente in primo piano senza nascondersi. Se invece porto in primo piano la finestra della Lobby "manualmente" non ci sono problemi.
Più che di un problema di Wine credo si tratti di un'opzione della GUI di Ubuntu che non permette a una finestra inattiva di apparire di fronte a quella attiva. Magari controllerò se c'è qualche opzione al riguardo...
Di seguito un paio di immagini che “celebrano” il miracolo di Wine:
In questa immagine si vede l'icona standard di Pokerstars tramite la quale, con il solito doppio click, è possibile lanciare il client.
Qui invece il client in esecuzione a tutto schermo con io loggato sul mio account (nascosto dalla X disegnata sopra...)
Nota (*1): Comprato in Spagna e localizzato quindi in spagnolo...
Nota (*2): Il client infatti è disponibile solo per Windows e Mac.
Per chi non lo conoscesse Wine è un'applicazione gratuita per linux che ha lo scopo di rendere utilizzabili i programmi per Windows.
Tecnicamente, se ho ben capito, ogni funzione del OS di Windows è stata emulata in maniera che faccia quello che ci si aspetta da lei ma su OS Linux. Il risultato è che questi programmi girano a piena velocità e, anzi, gli autori di Wine si vantano che talvolta i programmi sono più rapidi su Wine/Linux che su Windows...
Personalmente però me ne ero sempre tenuto distante. Primo, avendo il mio PC Windows spagnolo (*1), in caso di necessita posso sempre usare quest'ultimo.
Secondo, in teoria è tutto molto bello ma, girando in giro per i forum, mi era capitato di leggere di problemini vari: magari tutti risolvibili tramite speciali configurazioni di Wine ma che richiedevano comunque un certo intervento da parte dell'utente.
Per motivi che non sto a spiegare nei giorni scorsi avevo la necessità di installare il client di Pokerstars (*2) su Ubuntu e quindi, un po' titubante, ho deciso che era arrivato il momento di provare Wine.
In realtà, come ho scoperto con una rapida ricerca su internet, i passi necessari per usare Wine sono proprio pochi.
- Ho scaricato il client per Windows in una cartellina qualunque
- Ho aperto tale cartellina e ho cliccato col destro sull'eseguibile del client
- Ho scelto l'opzione “Apri con Wine”
- Contrattempo: mi è apparso il messaggio che il file non è eseguibile, quindi →
- Riclicco col tasto destro sull'eseguibile e vado a Proprietà
- Si apre la finestra delle proprietà del file: seleziono Permessi e spunto la casellina per rendere eseguibile il file
- Ripeto i passi 2 e 3
- Il programma di installazione del client parte tranquillamente credendo di essere su Windows e mi chiede le solite cose: tipo di installazione, percorso, etc...
- A installazione terminata è possibile usare il programma per giocare a poker: funziona tutto perfettamente!
Certo, il client di Pokerstars è un programma di una decina di Mb che non usa la grafica o cose strane. Ma credo che lo scopo di Wine sia proprio questo: permettere di usare con facilità i piccoli per Windows che non si trovano su Linux; non Word o il gioco più recente insomma!
Per onestà devo aggiungere che in effetti un piccolo problema l'ho incontrato: quando sto facendo una partita a Poker, e voglio aprire la Lobby per vedere come stanno andando gli altri tavoli, se tale finestra era già aperta ma nascosta dalla finestra di gioco, allora appare per un attimo in primo piano ma viene subito rinascosta. Se invece tale finestra era chiusa appare normalmente in primo piano senza nascondersi. Se invece porto in primo piano la finestra della Lobby "manualmente" non ci sono problemi.
Più che di un problema di Wine credo si tratti di un'opzione della GUI di Ubuntu che non permette a una finestra inattiva di apparire di fronte a quella attiva. Magari controllerò se c'è qualche opzione al riguardo...
Di seguito un paio di immagini che “celebrano” il miracolo di Wine:
In questa immagine si vede l'icona standard di Pokerstars tramite la quale, con il solito doppio click, è possibile lanciare il client.
Qui invece il client in esecuzione a tutto schermo con io loggato sul mio account (nascosto dalla X disegnata sopra...)
Nota (*1): Comprato in Spagna e localizzato quindi in spagnolo...
Nota (*2): Il client infatti è disponibile solo per Windows e Mac.
lunedì 14 febbraio 2011
Svalentino
Mandare fiori per San Valentino è banale. Eppure io sono romantico: forse perfino troppo per il mio proprio bene. Io non mi azzarderei mai a commettere un gesto tanto banale... oppure sì?
Ma questo lo ho scritto solo per confondere il mio lettore. Infatti non racconterò di fiori da me spediti ma di fiori da me ricevuti per San Valentino!
Al tempo di quel lontano San Valentino quando, non ricordo più se al mattino o a sera, trovai ad aspettarmi fuori dall'uscio un grande mazzo di fiori, risiedevo beatamente in Olanda. Questo particolare non fu trascurabile quando mi misi a ipotizzare chi fosse il possibile mittente.
Perché ovviamente, dopo aver rapidamente constatato che non c'erano biglietti allegati, passai molto tempo a divertirmi facendo svariate supposizioni.
Io fantasticavo su improbabili mittenti italiane ma propendevo per una grassoccia ragazza olandese che mi aveva puntato. Il pericolo era, dal mio bigotto punto di vista, che, a causa dell'aperta mentalità olandese, i fiori mi fossero stati mandati non da una donna bella e misteriosa ma da un uomo brutto e peloso...
So già cosa penseranno i miei scettici lettori: “Tanto i fiori non erano per te oppure era uno scherzo...”.
E invece no!
I fiori erano proprio per me e non si trattava di uno scherzo.
Ricordo che i giorni successivi al lavoro stavo con gli occhi più aperti del solito pronto a cogliere indizi sul mittente: camminando per i corridoi e alla mensa scrutavo bene ogni faccia attento a captare il minimo sguardo di intesa o interesse...
Ah! ovviamente coinvolsi nelle indagini anche mia cugina che prontamente stimolò la mia già febbricitante fantasia con nuove improbabili fantasmagorie.
Comunque nonostante i miei sforzi non riuscii a notare niente di particolare. Questo significava poco di per sé visto che, sul luogo di lavoro, si assembravano oltre 5000 persone...
Dopo almeno tre giorni mi decisi a fare quello che avrei dovuto fare prima: controllare, questa volta attentamente, che non ci fossero biglietti nascosti fra le frasche dei fiori. Immagino che non controllai bene subito perché inconsciamente non volevo perdermi l'opportunità di divertirmi a indagare sul mittente.
Però, ben nascosto fra i gambi, trovai un minuscolo bigliettino con poche parole in olandese fra le quali “Spool” che, come tutti sanno, è parente di “Ferrovie” (*1)(*2)!
Allora tutto fu chiaro: con puntuale quanto ironico tempismo, le ferrovie olandesi mi avevano ringraziato per essere sopravvissuto al disastro ferroviario avvenuto due giorni prima di San Valentino!
Di seguito un paio di foto che mi premunii di scattare a testimonianza del raro evento:
Nota (*1): La mia conoscenza dell'olandese era molto intuitiva: il termine “spool” lo avevo spesso visto alla stazione ma non saprei indicare esattamente cosa significasse. Google dice che significa “Bobina”, magari una sua forma composta significa locomotrice elettrica...
Nota (*2): Ho controllato: era Spoor e infatti le ferrovie olandesi sono denominate "Nationale Spoorwegen"...
Ma questo lo ho scritto solo per confondere il mio lettore. Infatti non racconterò di fiori da me spediti ma di fiori da me ricevuti per San Valentino!
Al tempo di quel lontano San Valentino quando, non ricordo più se al mattino o a sera, trovai ad aspettarmi fuori dall'uscio un grande mazzo di fiori, risiedevo beatamente in Olanda. Questo particolare non fu trascurabile quando mi misi a ipotizzare chi fosse il possibile mittente.
Perché ovviamente, dopo aver rapidamente constatato che non c'erano biglietti allegati, passai molto tempo a divertirmi facendo svariate supposizioni.
Io fantasticavo su improbabili mittenti italiane ma propendevo per una grassoccia ragazza olandese che mi aveva puntato. Il pericolo era, dal mio bigotto punto di vista, che, a causa dell'aperta mentalità olandese, i fiori mi fossero stati mandati non da una donna bella e misteriosa ma da un uomo brutto e peloso...
So già cosa penseranno i miei scettici lettori: “Tanto i fiori non erano per te oppure era uno scherzo...”.
E invece no!
I fiori erano proprio per me e non si trattava di uno scherzo.
Ricordo che i giorni successivi al lavoro stavo con gli occhi più aperti del solito pronto a cogliere indizi sul mittente: camminando per i corridoi e alla mensa scrutavo bene ogni faccia attento a captare il minimo sguardo di intesa o interesse...
Ah! ovviamente coinvolsi nelle indagini anche mia cugina che prontamente stimolò la mia già febbricitante fantasia con nuove improbabili fantasmagorie.
Comunque nonostante i miei sforzi non riuscii a notare niente di particolare. Questo significava poco di per sé visto che, sul luogo di lavoro, si assembravano oltre 5000 persone...
Dopo almeno tre giorni mi decisi a fare quello che avrei dovuto fare prima: controllare, questa volta attentamente, che non ci fossero biglietti nascosti fra le frasche dei fiori. Immagino che non controllai bene subito perché inconsciamente non volevo perdermi l'opportunità di divertirmi a indagare sul mittente.
Però, ben nascosto fra i gambi, trovai un minuscolo bigliettino con poche parole in olandese fra le quali “Spool” che, come tutti sanno, è parente di “Ferrovie” (*1)(*2)!
Allora tutto fu chiaro: con puntuale quanto ironico tempismo, le ferrovie olandesi mi avevano ringraziato per essere sopravvissuto al disastro ferroviario avvenuto due giorni prima di San Valentino!
Di seguito un paio di foto che mi premunii di scattare a testimonianza del raro evento:
Nota (*1): La mia conoscenza dell'olandese era molto intuitiva: il termine “spool” lo avevo spesso visto alla stazione ma non saprei indicare esattamente cosa significasse. Google dice che significa “Bobina”, magari una sua forma composta significa locomotrice elettrica...
Nota (*2): Ho controllato: era Spoor e infatti le ferrovie olandesi sono denominate "Nationale Spoorwegen"...
sabato 12 febbraio 2011
Giustizia talebana
Come i miei lettori ormai sanno, le notizie di cronaca non mi attirano molto (vedi post Lettura del giornale).
Alcune persone, che io trovo molto naïf, sembrano pensare che giornali (online e non) e telegiornali abbiano come scopo principale il diffondere le notizie in modo obiettivo (senza deformarle) ed equilibrato (dando maggior rilevanza alle notizie più importanti).
Magari in altri paesi di sana tradizione democratica è davvero così. In Italia non credo sia mai stato questo il caso. Ma non voglio divagare, magari ci tornerò in un altro post.
Al giorno d'oggi invece, in Italia ma anche all'estero, le notizie sono dei prodotti che devono essere venduti: le locandine alle edicole, come pure le prime pagine dei giornali online, equivalgono ai menù dei ristoranti e devono cercare di soddisfare ogni palato.
Rimanendo in metafora, le notizie di cronaca sono come le patatine fritte: buone e appetitose ma non proprio salutari. Le evito perché, il sapere che una certa tizia ha tritato e fatto salsicce con i figli e ha decapitato e messo nel microonde la testa del marito, può anche incuriosire e stuzzicare il mio senso del macabro ma, nel complesso, mi distrae solamente dai fatti veramente importanti.
Premesso questo, ieri mi è capitato di imbattermi in un articolo che, anche se non di trita cronaca italiana, normalmente avrei ignorato.
Si tratta di questo articolo del corriere.it
In pratica vengono mostrate le foto che che hanno vinto dei premi a un concorso fotografico internazionale.
La foto vincitrice in assoluto è un primo piano di una ragazza afghana senza naso. Il naso (e le orecchie) le è stato mozzato per ordine di un tribunale talebano perché aveva abbandonato il marito che la maltrattava e col quale era stata fatta sposare a 16 anni.
L'orrore del naso mozzato è accentuato dal contrasto con la bellezza del resto del volto.
Comunque quello che mi fa riflettere non è tanto la brutalità del tribunale talebano quanto i maltrattamenti che la ragazza doveva patire nella casa del marito. Per noi infatti è impensabile che un tribunale possa ordinare una punizione così terribile ma, questo è il punto, molto probabilmente questa ragazza sapeva cosa rischiava se fosse stata riacciuffata e, ciò nonostante, trovava così insopportabile la vita col marito che ha preferito fuggire e rischiare di essere mutilata piuttosto che rimanere con lui...
Questo mi dà da riflettere: anch'io a volte sono ingenuo e tendo a sottovalutare la malvagità degli uomini.
Alcune persone, che io trovo molto naïf, sembrano pensare che giornali (online e non) e telegiornali abbiano come scopo principale il diffondere le notizie in modo obiettivo (senza deformarle) ed equilibrato (dando maggior rilevanza alle notizie più importanti).
Magari in altri paesi di sana tradizione democratica è davvero così. In Italia non credo sia mai stato questo il caso. Ma non voglio divagare, magari ci tornerò in un altro post.
Al giorno d'oggi invece, in Italia ma anche all'estero, le notizie sono dei prodotti che devono essere venduti: le locandine alle edicole, come pure le prime pagine dei giornali online, equivalgono ai menù dei ristoranti e devono cercare di soddisfare ogni palato.
Rimanendo in metafora, le notizie di cronaca sono come le patatine fritte: buone e appetitose ma non proprio salutari. Le evito perché, il sapere che una certa tizia ha tritato e fatto salsicce con i figli e ha decapitato e messo nel microonde la testa del marito, può anche incuriosire e stuzzicare il mio senso del macabro ma, nel complesso, mi distrae solamente dai fatti veramente importanti.
Premesso questo, ieri mi è capitato di imbattermi in un articolo che, anche se non di trita cronaca italiana, normalmente avrei ignorato.
Si tratta di questo articolo del corriere.it
In pratica vengono mostrate le foto che che hanno vinto dei premi a un concorso fotografico internazionale.
La foto vincitrice in assoluto è un primo piano di una ragazza afghana senza naso. Il naso (e le orecchie) le è stato mozzato per ordine di un tribunale talebano perché aveva abbandonato il marito che la maltrattava e col quale era stata fatta sposare a 16 anni.
L'orrore del naso mozzato è accentuato dal contrasto con la bellezza del resto del volto.
Comunque quello che mi fa riflettere non è tanto la brutalità del tribunale talebano quanto i maltrattamenti che la ragazza doveva patire nella casa del marito. Per noi infatti è impensabile che un tribunale possa ordinare una punizione così terribile ma, questo è il punto, molto probabilmente questa ragazza sapeva cosa rischiava se fosse stata riacciuffata e, ciò nonostante, trovava così insopportabile la vita col marito che ha preferito fuggire e rischiare di essere mutilata piuttosto che rimanere con lui...
Questo mi dà da riflettere: anch'io a volte sono ingenuo e tendo a sottovalutare la malvagità degli uomini.
venerdì 11 febbraio 2011
Sopravvissuto
Qualche anno fa sono sopravvissuto a un disastro ferroviario. Stranamente non gli ho mai dato troppo risalto sia con parenti che amici. Strano perché una persona prudente, diciamo pure noiosa, come me non ha molti aneddoti da raccontare...
Comunque ecco la storia come la ricordo.
Ero tornato dall'Italia e, atterrato a Schiphol, ero salito su uno dei numerosi treni diretti a L'Aia.
La cosa bella dei treni olandesi è che non c'è mai bisogno di sapere l'orario: si arriva alla stazione e mediamente in 5 minuti, al massimo in 15 (*1), c'è un treno che va nella direzione voluta (o Amsterdam o L'Aia nel mio caso. Probabilmente altre località non sono servite altrettanto bene).
Probabilmente era tardi (*2), dopo le 20:00, e la mia carrozza era semivuota. Io me ne stavo per i fatti miei facendo la guardia alla mia valigia come un bulldog.
Dopo una decina di minuti di viaggio si sente un forte rumore che sul momento non si riesce a identificare: il problema è che il rumore non smette e periodicamente qualcosa sembra colpire il finestrino sul lato opposto a quello dove mi trovo.
Da quella parte c'è un ragazzo di colore e io gli dico di venire dalla mia parte perché mi pare pericoloso per lui restare dove è.
Poi dal fondo del vagone, io ero proprio in cima, un ragazzo urla qualcosa in olandese che ovviamente non capisco. Poi ripete in inglese: “Pull the brake!”, cioè “Tirate il freno!”. Mi guardo intorno e vedo che il freno si trova infatti alla mia estremità del vagone. Ovviamente mi guardo bene dall'agire solo perché qualcuno che non conosco dice di farlo!
Comunque dopo pochi secondi il ragazzo si precipita sul posto e lo tira lui stesso.
Il treno inchioda e i rumori che erano continuati per tutto il tempo si fanno più radi: improvvisamente il finestrino opposto a dove mi trovo io esplode in mille pezzi sfondato da un grosso cavo metallico. Io vengo colpito appena sotto l'occhio sinistro ma non è niente di grave.
Va via la luce e noi si rimane sul posto, poi arriva il capotreno che, resosi conto della situazione, ci fa cambiare carrozza.
In pratica quel giorno c'era stato del vento anomalo e il nostro treno aveva agganciato dei cavi e tralicci in un tratto dove c'erano dei lavori in corso. Fin quando il treno viaggiava a tutta velocità i cavi sbattevano saltuariamente sulla carrozza ma quando ci siamo fermati questi l'hanno urtata violentemente sfondandola in più punti. Infatti, a parte il finestrino opposto al lato dove io sedevo, nell'area dove si scende e sale dal vagone, una porta (pure bella massiccia!) era stata sfondata da un traliccio di ferro rimasto conficcato in essa. Insomma, solo a causa dell'orario non c'erano stati feriti o peggio.
In seguito sempre sul treno ormai in panne e senza elettricità un dottore volle controllare il mio occhio ma non vide niente: inutilmente gli dissi che non sentivo più alcun dolore. Poi la polizia, molto gentilmente, ci chiese i nostri dati (suppongo in caso ci fosse un processo credo...). Dopo un'ora, forse più, fummo trasbordati su un altro treno e, lentamente, arrivammo a destinazione.
Il giorno dopo sul giornale c'era un trafiletto sull'accaduto dove venivano menzionati due “feriti” lievi più una donna colpita da crisi di panico: i feriti erano io e il ragazzo di colore (che sanguinava per un taglietto alla mano).
Insomma tutto finì bene e io ebbi una buona storia da raccontare a lavoro ma, potenzialmente sarebbe potuta finire male. Inoltre credo di aver fatto la mia parte facendo spostare il ragazzo di colore sul mio lato: lui era evidentemente preoccupato dai rumori ma era esitante a muoversi e forse sarebbe rimasto al suo posto se io non lo avessi spronato con le mie parole. In quel caso sarebbe stato investito in pieno dai frammenti di vetro e forse anche dal cavo metallico...
Nota (*1): Una volta provai a fare altrettanto presentandomi alla stazione di Figline per andare a Firenze. Traumatizzato ho sempre evitato di ripetere l'esperienza...
Nota (*2): Beh, tardi per gli olandesi...
Comunque ecco la storia come la ricordo.
Ero tornato dall'Italia e, atterrato a Schiphol, ero salito su uno dei numerosi treni diretti a L'Aia.
La cosa bella dei treni olandesi è che non c'è mai bisogno di sapere l'orario: si arriva alla stazione e mediamente in 5 minuti, al massimo in 15 (*1), c'è un treno che va nella direzione voluta (o Amsterdam o L'Aia nel mio caso. Probabilmente altre località non sono servite altrettanto bene).
Probabilmente era tardi (*2), dopo le 20:00, e la mia carrozza era semivuota. Io me ne stavo per i fatti miei facendo la guardia alla mia valigia come un bulldog.
Dopo una decina di minuti di viaggio si sente un forte rumore che sul momento non si riesce a identificare: il problema è che il rumore non smette e periodicamente qualcosa sembra colpire il finestrino sul lato opposto a quello dove mi trovo.
Da quella parte c'è un ragazzo di colore e io gli dico di venire dalla mia parte perché mi pare pericoloso per lui restare dove è.
Poi dal fondo del vagone, io ero proprio in cima, un ragazzo urla qualcosa in olandese che ovviamente non capisco. Poi ripete in inglese: “Pull the brake!”, cioè “Tirate il freno!”. Mi guardo intorno e vedo che il freno si trova infatti alla mia estremità del vagone. Ovviamente mi guardo bene dall'agire solo perché qualcuno che non conosco dice di farlo!
Comunque dopo pochi secondi il ragazzo si precipita sul posto e lo tira lui stesso.
Il treno inchioda e i rumori che erano continuati per tutto il tempo si fanno più radi: improvvisamente il finestrino opposto a dove mi trovo io esplode in mille pezzi sfondato da un grosso cavo metallico. Io vengo colpito appena sotto l'occhio sinistro ma non è niente di grave.
Va via la luce e noi si rimane sul posto, poi arriva il capotreno che, resosi conto della situazione, ci fa cambiare carrozza.
In pratica quel giorno c'era stato del vento anomalo e il nostro treno aveva agganciato dei cavi e tralicci in un tratto dove c'erano dei lavori in corso. Fin quando il treno viaggiava a tutta velocità i cavi sbattevano saltuariamente sulla carrozza ma quando ci siamo fermati questi l'hanno urtata violentemente sfondandola in più punti. Infatti, a parte il finestrino opposto al lato dove io sedevo, nell'area dove si scende e sale dal vagone, una porta (pure bella massiccia!) era stata sfondata da un traliccio di ferro rimasto conficcato in essa. Insomma, solo a causa dell'orario non c'erano stati feriti o peggio.
In seguito sempre sul treno ormai in panne e senza elettricità un dottore volle controllare il mio occhio ma non vide niente: inutilmente gli dissi che non sentivo più alcun dolore. Poi la polizia, molto gentilmente, ci chiese i nostri dati (suppongo in caso ci fosse un processo credo...). Dopo un'ora, forse più, fummo trasbordati su un altro treno e, lentamente, arrivammo a destinazione.
Il giorno dopo sul giornale c'era un trafiletto sull'accaduto dove venivano menzionati due “feriti” lievi più una donna colpita da crisi di panico: i feriti erano io e il ragazzo di colore (che sanguinava per un taglietto alla mano).
Insomma tutto finì bene e io ebbi una buona storia da raccontare a lavoro ma, potenzialmente sarebbe potuta finire male. Inoltre credo di aver fatto la mia parte facendo spostare il ragazzo di colore sul mio lato: lui era evidentemente preoccupato dai rumori ma era esitante a muoversi e forse sarebbe rimasto al suo posto se io non lo avessi spronato con le mie parole. In quel caso sarebbe stato investito in pieno dai frammenti di vetro e forse anche dal cavo metallico...
Nota (*1): Una volta provai a fare altrettanto presentandomi alla stazione di Figline per andare a Firenze. Traumatizzato ho sempre evitato di ripetere l'esperienza...
Nota (*2): Beh, tardi per gli olandesi...
mercoledì 9 febbraio 2011
Post scomodo
Sto scrivendo un post che non dovrei scrivere.
Non so che idea si sono fatti i miei lettori delle mie preferenze politiche: leggendo fra le righe del blog dovrebbe essere chiaro il mio omogeneo disgusto.
Il problema è che il soggetto di questo post ha una forte connotazione politica e, se io esprimo il mio scetticismo su di esso, potrei sembrare appartenere alla parte avversa: cosa che mi seccherebbe...
Inoltre ho sempre paura di conseguenze legali se esprimo la mia opinione (*1)...
Di conseguenza sarò particolarmente prudente nell'esprimere i miei giudizi e conterò sul fatto che il mio blog ha talmente pochi lettori che è improbabile che uno di essi si prenda la briga di attaccarmi legalmente. Come estrema misura inoltre non nominerò mai esplicitamente l'oggetto del mio post (*2) in maniera che esso non appaia negli indici di google...
Mentre mi svagavo su FB ho notato un amico di un amico che apparteneva a un ente, identificato da una sigla, che chiamerò XXX. Stupito ho pensato “Toh! XXX esiste ancora?” e, con una rapida ricerca, ho constatato che fosse proprio così
Inoltre XXX ha un sito semplice ma ben fatto, aggiornato quasi quotidianamente con vari articoli.
Constatata la vitalità del sito ho scoperto anche che l'ente vanta circa ben 100000 iscritti (*3). Così sono andato a leggere il link “come iscriversi”: dopotutto mi stavo chiedendo come mai XXX esistesse ancora...
Sul sito viene citato l'articolo 23 del suo statuto che indica chiaramente chi può iscriversi ad esso. Riassumo:
Personalmente credo che il compito di conservare/tutelare/diffondere le vicende della Resistenza dovrebbe essere lasciato agli storici. Se una parte in causa vuole conservare/tutelare/diffondere le proprie vicende rischia di fare solo propaganda a se stessa.
Poi ho letto il link “chi siamo” dove è riassunta la storia di XXX.
L'associazione è fondata nel 1947 e, negli anni 1947-48-49, la sua attività è intensa: spicca la partecipazione di 16 suoi membri alla Consulta Nazionale.
Nel 1958 ottiene il riconoscimento ufficiale di corpo delle forze armate.
Negli anni '60 XXX prende posizione su molti temi di politica nazionale ed estera e nel 1965 indice la conferenza “La solidarietà degli antifascisti italiani al popolo spagnolo in lotta per la libertà”.
Negli anni '70 viene eletto Capo di Stato Maggiore della Difesa un suo membro.
Nel 1977 vengono prese le distanze dal terrorismo.
Nel 1978 un suo membro diventa presidente della repubblica italiana.
Negli anni '80 XXX denuncia gli intrecci fra P2, mafia e terrorismo.
Dagli anni '90 fino ad oggi denuncia la corruzione di tangentopoli prima e, in seguito, continua ad affrontare “con la solita e solida fedeltà alle Istituzioni democratiche nonché determinazione morale, le tante questioni nazionali che hanno caratterizzato questi due decenni”.
Così almeno dice la pagina “Chi siamo” del sito. Negli anni '80 ero piccolo e non mi posso pronunciare ma, dagli anni '90 in poi, non ho percepito tutta questa grande attività.
La mia sensazione è che l'associazione sia stata molto attiva nei primi 20-30 anni ma che poi, raggiunti gli obiettivi a favore dei suoi membri, la sua ragione di essere, quella nel suo DNA costituzionale intendo, sia lentamente venuta meno.
Ma come si spiegano tutti i suoi iscritti allora?
Sono giunto alla conclusione che la maggior parte dei suoi aderenti sia tale per motivi affettivi (magari i genitori o i nonni ne facevano parte) e perché condivide alcuni generici ideali politici orientati contro il fascismo prima e verso la “destra” poi.
Niente di male in tutto questo. Anzi trovo lodevole che degli individui trovino l'orgoglio e l'ottimismo di prendere parte attiva alla vita politica del paese. Solo non capisco perché ci sia bisogno di farlo all'ombra di questo ente. Perché non fondarne uno nuovo che abbia nella sua costituzione solo gli obiettivi ancora attuali?
Forse ai membri di XXX non sembrerà esserci niente di strano a far parte di un ente così legato agli eventi della seconda guerra mondiale (terminata circa 66 anni fa) ma per chi, come me, lo vede dall'esterno non può non rimanere turbato dal suo anacronismo.
Modificato (25/4/2013): non solo l'associazione XXX continua a esistere ma, con mio sommo stupore, si diffonde! è di ieri questo articolo...
Nota (*1): In un paese veramente democratico solo l'idea questo pensiero farebbe sorridere: il problema è che siamo in Italia e già più volte ho evidenziato come la libertà su internet stia venendo silenziosamente minata (vedi ad esempio Web-Tax)...
Nota (*2): Oltretutto alcune conclusioni sono generali e prescindono dal particolare oggetto a cui faccio riferimento. Anche per questo specificarne il nome non è così importante...
Nota (*3): Attualmente Armando Cossuta è Vice Presidente Vicario Nazionale.
Non so che idea si sono fatti i miei lettori delle mie preferenze politiche: leggendo fra le righe del blog dovrebbe essere chiaro il mio omogeneo disgusto.
Il problema è che il soggetto di questo post ha una forte connotazione politica e, se io esprimo il mio scetticismo su di esso, potrei sembrare appartenere alla parte avversa: cosa che mi seccherebbe...
Inoltre ho sempre paura di conseguenze legali se esprimo la mia opinione (*1)...
Di conseguenza sarò particolarmente prudente nell'esprimere i miei giudizi e conterò sul fatto che il mio blog ha talmente pochi lettori che è improbabile che uno di essi si prenda la briga di attaccarmi legalmente. Come estrema misura inoltre non nominerò mai esplicitamente l'oggetto del mio post (*2) in maniera che esso non appaia negli indici di google...
Mentre mi svagavo su FB ho notato un amico di un amico che apparteneva a un ente, identificato da una sigla, che chiamerò XXX. Stupito ho pensato “Toh! XXX esiste ancora?” e, con una rapida ricerca, ho constatato che fosse proprio così
Inoltre XXX ha un sito semplice ma ben fatto, aggiornato quasi quotidianamente con vari articoli.
Constatata la vitalità del sito ho scoperto anche che l'ente vanta circa ben 100000 iscritti (*3). Così sono andato a leggere il link “come iscriversi”: dopotutto mi stavo chiedendo come mai XXX esistesse ancora...
Sul sito viene citato l'articolo 23 del suo statuto che indica chiaramente chi può iscriversi ad esso. Riassumo:
- I partigiani/patrioti
- I soldati che hanno combattuto contro i tedeschi dopo l'armistizio (della seconda guerra mondiale)
- I deportati per motivi politici/razziali
- Gli antifascisti che intendono contribuire a conservare, tutelare e diffondere la conoscenza delle vicende e dei valori della Resistenza
Personalmente credo che il compito di conservare/tutelare/diffondere le vicende della Resistenza dovrebbe essere lasciato agli storici. Se una parte in causa vuole conservare/tutelare/diffondere le proprie vicende rischia di fare solo propaganda a se stessa.
Poi ho letto il link “chi siamo” dove è riassunta la storia di XXX.
L'associazione è fondata nel 1947 e, negli anni 1947-48-49, la sua attività è intensa: spicca la partecipazione di 16 suoi membri alla Consulta Nazionale.
Nel 1958 ottiene il riconoscimento ufficiale di corpo delle forze armate.
Negli anni '60 XXX prende posizione su molti temi di politica nazionale ed estera e nel 1965 indice la conferenza “La solidarietà degli antifascisti italiani al popolo spagnolo in lotta per la libertà”.
Negli anni '70 viene eletto Capo di Stato Maggiore della Difesa un suo membro.
Nel 1977 vengono prese le distanze dal terrorismo.
Nel 1978 un suo membro diventa presidente della repubblica italiana.
Negli anni '80 XXX denuncia gli intrecci fra P2, mafia e terrorismo.
Dagli anni '90 fino ad oggi denuncia la corruzione di tangentopoli prima e, in seguito, continua ad affrontare “con la solita e solida fedeltà alle Istituzioni democratiche nonché determinazione morale, le tante questioni nazionali che hanno caratterizzato questi due decenni”.
Così almeno dice la pagina “Chi siamo” del sito. Negli anni '80 ero piccolo e non mi posso pronunciare ma, dagli anni '90 in poi, non ho percepito tutta questa grande attività.
La mia sensazione è che l'associazione sia stata molto attiva nei primi 20-30 anni ma che poi, raggiunti gli obiettivi a favore dei suoi membri, la sua ragione di essere, quella nel suo DNA costituzionale intendo, sia lentamente venuta meno.
Ma come si spiegano tutti i suoi iscritti allora?
Sono giunto alla conclusione che la maggior parte dei suoi aderenti sia tale per motivi affettivi (magari i genitori o i nonni ne facevano parte) e perché condivide alcuni generici ideali politici orientati contro il fascismo prima e verso la “destra” poi.
Niente di male in tutto questo. Anzi trovo lodevole che degli individui trovino l'orgoglio e l'ottimismo di prendere parte attiva alla vita politica del paese. Solo non capisco perché ci sia bisogno di farlo all'ombra di questo ente. Perché non fondarne uno nuovo che abbia nella sua costituzione solo gli obiettivi ancora attuali?
Forse ai membri di XXX non sembrerà esserci niente di strano a far parte di un ente così legato agli eventi della seconda guerra mondiale (terminata circa 66 anni fa) ma per chi, come me, lo vede dall'esterno non può non rimanere turbato dal suo anacronismo.
Modificato (25/4/2013): non solo l'associazione XXX continua a esistere ma, con mio sommo stupore, si diffonde! è di ieri questo articolo...
Nota (*1): In un paese veramente democratico solo l'idea questo pensiero farebbe sorridere: il problema è che siamo in Italia e già più volte ho evidenziato come la libertà su internet stia venendo silenziosamente minata (vedi ad esempio Web-Tax)...
Nota (*2): Oltretutto alcune conclusioni sono generali e prescindono dal particolare oggetto a cui faccio riferimento. Anche per questo specificarne il nome non è così importante...
Nota (*3): Attualmente Armando Cossuta è Vice Presidente Vicario Nazionale.
martedì 8 febbraio 2011
Guadagno
Brevissimo aggiornamento pocheristico: totale spese da quando gioco online 10.50€, totale entrate 11.40€ --> utile .90€. Comunque nelle ultime 5 partite: spese 2.5€, entrate 4.2€, con utile di 1.9€ Edit: il mio financial auditor mi ha fatto notare che il guadagno è un modesto 1.7€...
Piccolo test 8-Febbraio-2011
Ho giocato un altro torneo. Però, il guadagno nelle mie ultime 5 partite (vedi il post precedente) non si è modificato. Come è possibile? (Scusate la banalità del quesito...)
Steno, Stimo e Sino 10-Febbraio-2011
Qualcuno si ricorda il mio bellissimo post Eu-xxx & Eu-yyy? In esso spiegavo che non avevo problemi a ricordarmi i nomi delle gorgoni Steno e Medusa e quelli delle grazie Aglaia e Talia. Invece confondevo fra loro Euriale ed Eufrosine (la prima è una gorgone la seconda una grazia). Adesso, leggendo "I miti greci" di Graves, salta fuori che Steno è chiamata con altri due nomi: Stimo e Sino. Che confusione! Però ho constatato che a volte le note sono un po' discordanti... Che siano degli errori?
Peperoncino 20-Febbraio-2011
Quando sminuzzo il peperoncino ho sempre lo stesso problema: finisco per strofinarmi il naso con le dita e così esso mi brucia per un bel po'. Oggi me ne sono ricordato e, tritato il peperoncino, sono andato in bagno con l'idea di lavarmi le mani. Già che c'ero ho deciso di fare pipì: prima di lavarmi le mani...
2 cosine 27-Febbraio-2011
È tre giorni che dormo benissimo. Sonno profondo e con strani sogni potenzialmente utili come basi per racconti.
Seconda cosina: finalmente ho avuto una buona idea per la vignetta del tag "memoria". Chi ha, appunto, buona memoria ricorderà che già molti mesi fa avevo chiesto suggerimenti al riguardo ai miei lettori. Consiglio di controllare spesso la legenda...
Piccolo test 8-Febbraio-2011
Ho giocato un altro torneo. Però, il guadagno nelle mie ultime 5 partite (vedi il post precedente) non si è modificato. Come è possibile? (Scusate la banalità del quesito...)
Steno, Stimo e Sino 10-Febbraio-2011
Qualcuno si ricorda il mio bellissimo post Eu-xxx & Eu-yyy? In esso spiegavo che non avevo problemi a ricordarmi i nomi delle gorgoni Steno e Medusa e quelli delle grazie Aglaia e Talia. Invece confondevo fra loro Euriale ed Eufrosine (la prima è una gorgone la seconda una grazia). Adesso, leggendo "I miti greci" di Graves, salta fuori che Steno è chiamata con altri due nomi: Stimo e Sino. Che confusione! Però ho constatato che a volte le note sono un po' discordanti... Che siano degli errori?
Peperoncino 20-Febbraio-2011
Quando sminuzzo il peperoncino ho sempre lo stesso problema: finisco per strofinarmi il naso con le dita e così esso mi brucia per un bel po'. Oggi me ne sono ricordato e, tritato il peperoncino, sono andato in bagno con l'idea di lavarmi le mani. Già che c'ero ho deciso di fare pipì: prima di lavarmi le mani...
2 cosine 27-Febbraio-2011
È tre giorni che dormo benissimo. Sonno profondo e con strani sogni potenzialmente utili come basi per racconti.
Seconda cosina: finalmente ho avuto una buona idea per la vignetta del tag "memoria". Chi ha, appunto, buona memoria ricorderà che già molti mesi fa avevo chiesto suggerimenti al riguardo ai miei lettori. Consiglio di controllare spesso la legenda...
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