Mandare fiori per San Valentino è banale. Eppure io sono romantico: forse perfino troppo per il mio proprio bene. Io non mi azzarderei mai a commettere un gesto tanto banale... oppure sì?
Ma questo lo ho scritto solo per confondere il mio lettore. Infatti non racconterò di fiori da me spediti ma di fiori da me ricevuti per San Valentino!
Al tempo di quel lontano San Valentino quando, non ricordo più se al mattino o a sera, trovai ad aspettarmi fuori dall'uscio un grande mazzo di fiori, risiedevo beatamente in Olanda. Questo particolare non fu trascurabile quando mi misi a ipotizzare chi fosse il possibile mittente.
Perché ovviamente, dopo aver rapidamente constatato che non c'erano biglietti allegati, passai molto tempo a divertirmi facendo svariate supposizioni.
Io fantasticavo su improbabili mittenti italiane ma propendevo per una grassoccia ragazza olandese che mi aveva puntato. Il pericolo era, dal mio bigotto punto di vista, che, a causa dell'aperta mentalità olandese, i fiori mi fossero stati mandati non da una donna bella e misteriosa ma da un uomo brutto e peloso...
So già cosa penseranno i miei scettici lettori: “Tanto i fiori non erano per te oppure era uno scherzo...”.
E invece no!
I fiori erano proprio per me e non si trattava di uno scherzo.
Ricordo che i giorni successivi al lavoro stavo con gli occhi più aperti del solito pronto a cogliere indizi sul mittente: camminando per i corridoi e alla mensa scrutavo bene ogni faccia attento a captare il minimo sguardo di intesa o interesse...
Ah! ovviamente coinvolsi nelle indagini anche mia cugina che prontamente stimolò la mia già febbricitante fantasia con nuove improbabili fantasmagorie.
Comunque nonostante i miei sforzi non riuscii a notare niente di particolare. Questo significava poco di per sé visto che, sul luogo di lavoro, si assembravano oltre 5000 persone...
Dopo almeno tre giorni mi decisi a fare quello che avrei dovuto fare prima: controllare, questa volta attentamente, che non ci fossero biglietti nascosti fra le frasche dei fiori. Immagino che non controllai bene subito perché inconsciamente non volevo perdermi l'opportunità di divertirmi a indagare sul mittente.
Però, ben nascosto fra i gambi, trovai un minuscolo bigliettino con poche parole in olandese fra le quali “Spool” che, come tutti sanno, è parente di “Ferrovie” (*1)(*2)!
Allora tutto fu chiaro: con puntuale quanto ironico tempismo, le ferrovie olandesi mi avevano ringraziato per essere sopravvissuto al disastro ferroviario avvenuto due giorni prima di San Valentino!
Di seguito un paio di foto che mi premunii di scattare a testimonianza del raro evento:
Nota (*1): La mia conoscenza dell'olandese era molto intuitiva: il termine “spool” lo avevo spesso visto alla stazione ma non saprei indicare esattamente cosa significasse. Google dice che significa “Bobina”, magari una sua forma composta significa locomotrice elettrica...
Nota (*2): Ho controllato: era Spoor e infatti le ferrovie olandesi sono denominate "Nationale Spoorwegen"...
Il post sentenza
1 ora fa
Nessun commento:
Posta un commento