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giovedì 11 agosto 2022

Stupidità sull'intelligenza

Mi sono imbattuto per caso in questo video suggeritomi da YouTube: The Bell Curve: The most controversial book ever in science | Richard Haier and Lex Fridman.

In pratica si tratta di un libro del 1994 sull’influenza dell’intelligenza nella società: il risultato è che l’intelligenza ha effetti molto positivi. Questa non è la parte controversa del libro. In esso vi è però un capitolo sulla differenza di intelligenza fra gruppi: gli esami per quantificare l’intelligenza (IQ) penalizzano i gruppi “svantaggiati” rispetto ai “caucasici” di una deviazione standard (che è molto).
Anche questo risultato NON è controverso. La parte controversa fu il solo ipotizzare che questa differenza, significativa, potesse avere un’origine genetica.
Solo per aver scritto questa ipotesi l’autore fu poi ostracizzato dai media e, parzialmente, dalla comunità scientifica.

Già nel 1969 vi era stato un precedente simile: all’epoca erano in gran voga dei programmi per le comunità svantaggiate mirati a stimolare e, quindi incrementare, l’intelligenza dei bambini. Si pensava infatti che l’intelligenza fosse principalmente condizionata dall’ambiente e non dalla genetica. Un altro scienziato analizzò tutti i dati e il risultato, pubblicato in un articolo molto approfondito di un centinaio di pagine, che i guadagni di intelligenza ottenuti erano molto bassi quando non statisticamente insignificanti. Di nuovo vi fu una levata di scudi e lo scienziato fu costretto a cambiare residenza a causa delle minacce ricevute.

Se della materia non sapessi altro probabilmente avrei dubitato della veridicità del video: probabilmente avrei ipotizzato che le ipotesi dei due scienziati non erano semplicemente basate sui dati ma che avessero avuto venature più o meno sottilmente razziste.

Ma di recente ho terminato di leggere “Who we are and how we got here” di David Reich (v. Chi e da dove sono) trovandovi un sacco di dettagli che mi avevano lasciato perplesso.
Prima di tutto un paio di pagine dove l’autore spiegava di essere ebreo e accennava alla persecuzioni subite dal suo popolo implicando quindi di essere molto sensibile alla discriminazione razziale. Io ebbi la sensazione che fossero pagine aggiunte in un secondo momento e che avrebbero potute essere tranquillamente eliminate.
Sul finire del libro diventava chiaro invece il motivo dell’accenno: l’autore, che studia il DNA delle popolazioni, ha dimostrato che le differenze fra popolazioni ci sono e sono significative: non è un’ipotesi controversa, lo dicono i dati.

A me pare ovvio che la verità scientifica deve venire innanzi a tutto ma dal libro di Reich si intuiva che molti scienziati la pensassero diversamente: le verità sgradite vanno nascoste e non devono essere rivelate altrimenti potranno essere usate per giustificare razzismo o altro.
Reich obiettava che gli uomini semplicemente non dovrebbero essere discriminati per le loro differenze genetiche ma dovrebbero comunque avere gli stessi diritti e libertà. Un qualcosa di praticamente uguale al mio pensiero.

Sapendo questo mi sono convinto che il video sia attendibile.
Nella scienza sta cioè passando l’idea che certe verità non vadano rivelate e, per non avere problemi e rischiare di concludere anticipatamente la propria carriera accademica, molti scienziati si rifiutano anche solo di svolgere ricerche al riguardo: ovvero sulla relazione fra intelligenza e gruppi umani.

A me pare pura follia ma del resto sono un INTP e, probabilmente, fra gli INTP sono fra quelli più razionali: il negare una verità scientifica, per qualsiasi ragione, mi pare assurdo, dannoso e sciocco.
Una verità resta tale che se ne parli oppure no ma, se la si conosce, almeno la si può affrontare e, se non risolvere, almeno contrastarne gli effetti.
Alla fine siamo di nuovo di fronte a un'altra forma di censura che, come sempre, è controproducente: qual è la differenza fra la censura della Chiesa della teoria dell'eliocentrismo e l'attuale dove si vuole censurare che gli uomini siano tutti diversi tra loro?

Questo atteggiamento folle, in cui anche i premi Nobel hanno paura ad affrontare alcune ricerche (aneddoto citato nel video), mi pare sia alla base, o comunque analogo, a quello che è avvenuto e sta avvenendo per il covid-19.

Fra gli scienziati vi è paura a pubblicare ricerche quando c’è la consapevolezza che quello che si è scoperto, non importa quanto vero e potenzialmente utile, andrebbe contro la verità “ufficiale” sostenuta e proclamata dal potere.

Inutile dire quanto sia dannoso questo atteggiamento che, nel caso del covid-19, ha causato e probabilmente causerà ancora milioni di morti che avrebbero potuto essere evitati.

Conclusione: è sulla stupidità che si fonda l’ingiustizia.

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