Una delle poche serie che guardo, che mi piacciono (e che non hanno interrotto immediatamente dopo la prima stagione!) è “House of Cards” (HoC).
Si tratta di una serie dove il protagonista, Underwood qualcosa, è un politico americano cinico, scaltro e completamente privo di morale: nelle precedenti tre stagioni è riuscito a diventare prima vicepresidente e poi presidente quando quello in carica si è dimesso a causa delle sue macchinazioni. Nell'ultima stagione, la quarta, Underwood cerca di essere rieletto presidente degli USA: per adesso è sopravvissuto a un attentato e, soprattutto, a un pericoloso dissidio con la moglie.
Mi piace perché mostra la verità: non tutta ma almeno parte di essa, e questo è già qualcosa...
Mostra l'indifferenza della politica per gli interessi dei cittadini, considerati solo come pecore da manipolare nel periodo elettorale. La democrazia è vista come una formula vuota per mantenere il potere. Mi piace perché mostra l'ingiustizia, ovvero Underwood, che trionfa: la favola che la verità venga sempre a galla e che il bene trionfi sono infatti solo illusioni e questa serie ha il pregio di ricordarcelo.
Ciò che non viene mostrato, se vogliamo la parte “falsa”, è il vero peso politico delle lobbi: nella serie ci sono e portano avanti i propri interessi ma, in definitiva vengono mostrate subordinate al potere politico.
Come i miei lettori sanno la mia opinione è invece che il peso dei gruppi di interesse, cioè dei poteri forti, sia molto maggiore (soprattutto negli ultimi vent'anni con l'ascesa delle multinazionali), con buona parte dell'agenda politica dettata proprio da essi...
La puntata che ho visto oggi ha però evidenziato un altro tema che mi sta molto a cuore: l'uso e l'abuso dei dati raccolti in rete per scopi non leciti.
In passato io stesso ho sollevato l'argomento, specialmente in riferimento alle reti sociali come FB o Twitter. Nei miei pezzi facevo degli esempi di come certi dati personali, una volta registrati e inseriti in una banca dati, potessero venire abusati in ambito politico per manipolare le elezioni.
In Accertamento inutile (marzo 2011) scrissi: «Le nostre autorità sono ben consce della totale inutilità dell'usare Facebook per fare accertamenti fiscali. Quello che in realtà vogliono ottenere è un database che schedi i gusti e le idee di tutti gli italiani. Ovviamente l'accesso e l'utilizzo di questi dati, raccolti per fini ben diversi da quelli indicati, sarebbe poi utilizzato solo dalla polizia dopo la specifica autorizzazione di un tribunale. Ma sappiamo tutti come è l'Italia: basta che un potente faccia una telefonata alla persona giusta e, in barba a regole, leggi e leggine, i dati cercati sarebbero prontamente spediti al richiedente... Se poi la notizia che questi dati vengono usati e conservati per altri motivi “non fiscali” dovesse divenire pubblica, le autorità saranno pronte ad agitare lo spauracchio della lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata.
Io immagino un uso semi-inoffensivo di queste informazioni: tipo pubblicità politica pre elettorale, mirata in base ai “mi piace” questo o quel politico/partito. Però, senza troppa fantasia, è facile pensarne un uso, anzi un abuso, ben più pericoloso...»
Gli sceneggiatori di HoC hanno escogitato qualcosa di simile: un candidato alla presidenza, rivale di Underwood, collabora con il proprietario di un piccolo motore di ricerca: piccolo ma sufficiente ad avere un'idea ben precisa, statisticamente significativa, delle ricerche effettuate dagli americani e, di conseguenza, di cosa stiano pensando e di cosa siano preoccupati. Il candidato alla presidenza che usa tali dati ottiene un grande vantaggio grazie a essi: gli sceneggiatori mostrano questo fattore come addirittura decisivo (e forse non sbagliano).
Ma il cattivone, Underwood, non sta a guardare e, anzi, si prepare a sfruttare con un pretesto i dati della NSA ottenendo in pratica l'accesso ai calcolatori, telefonini e simili di tutti i cittadini americani (e volendo del resto del mondo).
Sono contento che HoC abbia sollevato il problema: è difficile spiegare (ma anche immaginarsi!) quali siano i pericoli degli abusi della riservatezza che l'informatica mette a disposizione del sistema perché si tratta di possibilità nuove e ancora non esplorate.
È facile puntare il dito contro un'organizzazione che sfoggia svastiche: tutti sanno cosa ciò significhi e conoscono la storia quel poco che basta a capire che l'intolleranza sottintesa da tale vessillo non porterà a niente di buono.
Molto più difficile far capire invece la portata di un pericolo ancora sconosciuto. Si tratta di scenari che le persone comuni faticano a immaginare e, proprio per questo, è più facile che nel disinteresse generale si concretizzino: solo quando sarà troppo tardi, quando scoppierà uno scandalo e il danno sarà fatto, si proverà a porvi rimedio. È come con le malattie: per alcune, già avute in passato, abbiamo sviluppato degli anticorpi che ci danno almeno una certa resistenza a esse; a quelle nuove invece siamo vulnerabili.
L'invasione della riservatezza individuale da parte dell'autorità non è il solo pericolo invisibile di cui la massa della popolazione non si rende conto. Ce ne sono molti altri: la degenerazione della democrazia sempre più in balia dei poteri forti è forse il più grave perché rende più facili e abusabili tutti gli altri. Ma poi ci sono anche il trattato liberticida TTIP (e simili), la schedatura genetica (orrori inimmaginabili), il controllo delle sementa targato Monsanto (carestie, malattie) o le telecamere di videosorveglianza (a causa delle tecniche di riconoscimento facciale sempre più efficaci)...
In molti di questi casi la tecnologia è la fonte di pericolo a causa delle novità (verso cui non siamo “vaccinati”) che porta con sé. La politica (forse) e i cittadini (ingenuamente) infatti non si rendono conto che non necessariamente ciò che è tecnicamente possibile sia anche moralmente lecito.
Conclusione: consiglio a tutti la visione di HoC perché mostra il lato nascosto della democrazia, un volto ipocrita, arrogante e squallido. Ma non dimenticate che la realtà è ancora peggiore!
giovedì 31 marzo 2016
martedì 29 marzo 2016
Wow del 2015 (1/2)
Riprendo l'attribuzione del marcatore “Wow” che avevo interrotto in Vignette e wow...
Gennaio 2015: Appena 12 pezzi di cui solo un paio decenti....
Nash meraviglioso: con Nash c'entra il giusto ma la particolarità del mio modello è quella di riuscire a spiegare qualcosa che non capivo: partendo da regole elementari riesco infatti a riprodurre un macrofenomeno apparentemente incomprensibile...
Interessante anche il breve Papa e cazzotti che, almeno in parte, anticipa un tema che mi sta a cuore e di cui scriverò ampiamente mesi più tardi...
Febbraio 2015: Al contrario questo mese ben 35 pezzi anche se la maggior parte dovuti alla mia tragedia...
Non posso non citare KGB sullo stato del mondo (3/3) anche se, come sempre nel caso di serie, il “wow” l'ho assegnato al primo episodio...
Riciclo (1/2) è il primo candidato di questo mese: è un'analisi spassionata della tragica situazione politica/economica del nostro paese.
AedE: Scena I, Atto I: la prima scena della mia tragedia che, come al solito, rappresenta l'intera serie.
Interessantissimo anche il pezzo biblico Genesi 5-6 che mostra l'influenza determinante della politica (antica) anche sul testo sacro dei cristiani.
Marzo 2015: un mese ben bilanciato...
Gigante pulcioso: come al solito, per quanto scarsi, rimango sempre affascinato dai miei tentativi poetici...
Vittime e danni: triste riflessione su terrorismo, ipocrisia e (non) giustizia.
Droghe e pregiudizi: ci sono ricerche importanti che potrebbero rivoluzionare cosa sia legale e cosa no... ma nessuno le conosce...
Aprile 2015: un mese modesto con un acuto all'inizio e alla fine...
Sulla diffusione del cristianesimo: un buon pezzo che considera la religione nell'ottica della mia teoria sui poteri.
Itaca – Cavafy 1911: la mia traduzione del capolavoro di Cavafy.
Maggio 2015: mese eccezionalmente ricco grazie a un corso in rete che ha dato uno stimolo notevole alle mie riflessioni.
Illusione democratico: inizia con una pacata riflessione storica ma la conclusione è dirompente.
Comode illusioni: un altro di quei pezzi di passaggio che mi portano poi a definire teorie sempre più complesse e concrete: qui, ad esempio, inizio a mettere insieme le debolezze degli uomini con i protomiti o illusioni.
Protomiti e distorsioni (1/2): un bel pezzo teorico sul quale ho poi basato molte riflessioni posteriori. Ancora non ho scritto la seconda parte: sfortunatamente adesso non ho più le idee chiare come all'epoca...
Fine capitolo V, parte 1: è incredibile la profondità della visione di Tocqueville. Il fatto che sia così (relativamente) sconosciuto è la dimostrazione della degenerazione della democrazia attuale. Non c'è alcuna volontà di migliorarla perché “fa comodo” che rimanga così com'è: facilmente manipolabile dai poteri forti.
Auctoritates, auctoritas e bifidus actiregularis: l'ennesima riflessione di come l'uomo rimanga uguale a se stesso (specialmente nei propri limiti) anche quando si illude di cambiare...
Giugno 2015: altro mese molto ricco!
Legge cretinetti-furbetti: dove sono stato facile profeta...
La funesta genia: il divertente misoginismo di Esiodo.
I problemi del M5S: pezzo enciclopedico che elenca tutti i problemi a me noti del M5S: ancora attualissimo.
I giudici USA: spunto che porta a una fondamentale riflessione di ingegneria costituzionale.
La situazione greca: buona analisi...
Conclusione: e fra qualche giorno i “wow” del secondo semestre del 2015. Però non voglio più rimanere così indietro: non mi dispiace rileggere i miei pezzi ma dopo tanto tempo non ricordo più troppi dettagli...
Gennaio 2015: Appena 12 pezzi di cui solo un paio decenti....
Nash meraviglioso: con Nash c'entra il giusto ma la particolarità del mio modello è quella di riuscire a spiegare qualcosa che non capivo: partendo da regole elementari riesco infatti a riprodurre un macrofenomeno apparentemente incomprensibile...
Interessante anche il breve Papa e cazzotti che, almeno in parte, anticipa un tema che mi sta a cuore e di cui scriverò ampiamente mesi più tardi...
Febbraio 2015: Al contrario questo mese ben 35 pezzi anche se la maggior parte dovuti alla mia tragedia...
Non posso non citare KGB sullo stato del mondo (3/3) anche se, come sempre nel caso di serie, il “wow” l'ho assegnato al primo episodio...
Riciclo (1/2) è il primo candidato di questo mese: è un'analisi spassionata della tragica situazione politica/economica del nostro paese.
AedE: Scena I, Atto I: la prima scena della mia tragedia che, come al solito, rappresenta l'intera serie.
Interessantissimo anche il pezzo biblico Genesi 5-6 che mostra l'influenza determinante della politica (antica) anche sul testo sacro dei cristiani.
Marzo 2015: un mese ben bilanciato...
Gigante pulcioso: come al solito, per quanto scarsi, rimango sempre affascinato dai miei tentativi poetici...
Vittime e danni: triste riflessione su terrorismo, ipocrisia e (non) giustizia.
Droghe e pregiudizi: ci sono ricerche importanti che potrebbero rivoluzionare cosa sia legale e cosa no... ma nessuno le conosce...
Aprile 2015: un mese modesto con un acuto all'inizio e alla fine...
Sulla diffusione del cristianesimo: un buon pezzo che considera la religione nell'ottica della mia teoria sui poteri.
Itaca – Cavafy 1911: la mia traduzione del capolavoro di Cavafy.
Maggio 2015: mese eccezionalmente ricco grazie a un corso in rete che ha dato uno stimolo notevole alle mie riflessioni.
Illusione democratico: inizia con una pacata riflessione storica ma la conclusione è dirompente.
Comode illusioni: un altro di quei pezzi di passaggio che mi portano poi a definire teorie sempre più complesse e concrete: qui, ad esempio, inizio a mettere insieme le debolezze degli uomini con i protomiti o illusioni.
Protomiti e distorsioni (1/2): un bel pezzo teorico sul quale ho poi basato molte riflessioni posteriori. Ancora non ho scritto la seconda parte: sfortunatamente adesso non ho più le idee chiare come all'epoca...
Fine capitolo V, parte 1: è incredibile la profondità della visione di Tocqueville. Il fatto che sia così (relativamente) sconosciuto è la dimostrazione della degenerazione della democrazia attuale. Non c'è alcuna volontà di migliorarla perché “fa comodo” che rimanga così com'è: facilmente manipolabile dai poteri forti.
Auctoritates, auctoritas e bifidus actiregularis: l'ennesima riflessione di come l'uomo rimanga uguale a se stesso (specialmente nei propri limiti) anche quando si illude di cambiare...
Giugno 2015: altro mese molto ricco!
Legge cretinetti-furbetti: dove sono stato facile profeta...
La funesta genia: il divertente misoginismo di Esiodo.
I problemi del M5S: pezzo enciclopedico che elenca tutti i problemi a me noti del M5S: ancora attualissimo.
I giudici USA: spunto che porta a una fondamentale riflessione di ingegneria costituzionale.
La situazione greca: buona analisi...
Conclusione: e fra qualche giorno i “wow” del secondo semestre del 2015. Però non voglio più rimanere così indietro: non mi dispiace rileggere i miei pezzi ma dopo tanto tempo non ricordo più troppi dettagli...
lunedì 28 marzo 2016
Senza beneficio d'inventario
Da circa una settimana sto cercando di fare un po' di moto, soprattutto lunghe passeggiate: il motivo non è il solito pancione enfiato quanto piuttosto un fastidio all'anca destra. Temo che si tratti di un'eredità della mia nonna materna: artrite...
Già qualche anno fa, mi pare che ne scrissi anche sul viario, i dottori mi diagnosticarono un principio di artrite alle mani. Poi però, da allora, non ebbi più problemi: non so se il motivo fu l'aver smesso di tirare pugni al sacco oppure il continuo esercizio con la chitarra...
Credo però che l'attività fisica aiuti: avevo infatti notato che dopo una lunga passeggiata stavo bene per un paio di giorni. Per adesso mi pare che la teoria stia venendo confermata ma è ancora un po' presto per dirlo...
Ovviamente durante le mie passeggiate, anche se la musica delle cuffiette tende a distrarmi, ho tempo per pensare. Di seguito qualche riflessione pindarica...
Mi chiedevo che conclusioni si possono trarre quando si incontra una persona che cammina in senso opposto alla propria: è un “vicino” che non conosco oppure un estraneo venuto per una passeggiata? Devo aggiungere che il mio percorso consiste nel seguire la mia strada (senza altri sbocchi) che da casa attraversa il bosco fino alla strada principale: circa 6Km fra andata e ritorno che percorro in 50 minuti camminando tranquillamente. Molte persone parcheggiano la macchina all'inizio della strada dirigendosi nel bosco e poi tornando indietro: io invece faccio il percorso inverso.
Beh, sono giunto alla conclusione che escludendo casi particolari (passaggi in auto, scorciatoie, nessun avanti e indietro senza motivo...) e supponendo che si cammini tutti alla stessa velocità posso dedurre qualcosa solo se incontro l'altra persona due volte: nella fattispecie che è partita dalla direzione opposta alla mia.
Ho pensato poi alla memoria e a quanto sia eccezionale nei bambini. Al riguardo ho avuto un'intuizione: la facilità con cui i bambini memorizzano nuove informazioni è, almeno in parte, dovuta alla mancanza di un'analisi critica della stessa. I bambini prendono tutto per buono e non si pongono domande sulla validità di quanto appreso. Al contrario l'adulto ha una specie di filtro che impedisce alle informazioni di finire direttamente nella memoria: credo che questo cambiamento, questa fase critica che si interpone al processo di memorizzazione, si verifichi per la prima volta durante l'adolescenza...
E mentre pensavo a come avrei impostato questo pezzo e quindi alla mia eredità genetica, l'artrite della nonna, ho stabilito che il lascito meno gradito me l'ha fatto però il nonno da cui ho preso la capigliatura spelacchiata!
Immaginatevi un KGB dalla chioma fluente: sicuramente faticherei a tenere le donne a distanza e questo viario avrebbe migliaia, anzi milioni, di lettori e io avrei fondato il “Movimento KGB”. La riprova la si ha nell'abbondanza di capelli di Grillo e Casaleggio...
Conclusione: vabbè, sul finale sono stato un po' ironico, eppure c'è del vero anche nel mio scherzo: il futuro è imprevedibile e ciò che sembra un male può rivelarsi un bene... Ad esempio in una delle mie escursioni potrei incontrare il grande amore (*1) della mia vita... possibile... anche se è molto più probabile che un gregge di pecore assassine mi assalga per poi divorarmi...
Ehm... scusate l'umorismo faceto ma sono, incomprensibilmente, di buon umore: magari è un'overdose di cioccolata fondente: ancora non ho aperto il mio uovo pasquale (sì, ho un uovo quest'anno!) ma sono ore che lo sto pregustando e forse la teobromina inizia a fare effetto...
Nota (*1): più realisticamente potrei trovare per terra il parrucchino della mia vita: in tal caso mi evolverei in una specie di KGB-Conte con tutti i vantaggi per il mio viario di una folta capigliatura e in più la possibilità di allenare una squadra di calcio...
Già qualche anno fa, mi pare che ne scrissi anche sul viario, i dottori mi diagnosticarono un principio di artrite alle mani. Poi però, da allora, non ebbi più problemi: non so se il motivo fu l'aver smesso di tirare pugni al sacco oppure il continuo esercizio con la chitarra...
Credo però che l'attività fisica aiuti: avevo infatti notato che dopo una lunga passeggiata stavo bene per un paio di giorni. Per adesso mi pare che la teoria stia venendo confermata ma è ancora un po' presto per dirlo...
Ovviamente durante le mie passeggiate, anche se la musica delle cuffiette tende a distrarmi, ho tempo per pensare. Di seguito qualche riflessione pindarica...
Mi chiedevo che conclusioni si possono trarre quando si incontra una persona che cammina in senso opposto alla propria: è un “vicino” che non conosco oppure un estraneo venuto per una passeggiata? Devo aggiungere che il mio percorso consiste nel seguire la mia strada (senza altri sbocchi) che da casa attraversa il bosco fino alla strada principale: circa 6Km fra andata e ritorno che percorro in 50 minuti camminando tranquillamente. Molte persone parcheggiano la macchina all'inizio della strada dirigendosi nel bosco e poi tornando indietro: io invece faccio il percorso inverso.
Beh, sono giunto alla conclusione che escludendo casi particolari (passaggi in auto, scorciatoie, nessun avanti e indietro senza motivo...) e supponendo che si cammini tutti alla stessa velocità posso dedurre qualcosa solo se incontro l'altra persona due volte: nella fattispecie che è partita dalla direzione opposta alla mia.
Ho pensato poi alla memoria e a quanto sia eccezionale nei bambini. Al riguardo ho avuto un'intuizione: la facilità con cui i bambini memorizzano nuove informazioni è, almeno in parte, dovuta alla mancanza di un'analisi critica della stessa. I bambini prendono tutto per buono e non si pongono domande sulla validità di quanto appreso. Al contrario l'adulto ha una specie di filtro che impedisce alle informazioni di finire direttamente nella memoria: credo che questo cambiamento, questa fase critica che si interpone al processo di memorizzazione, si verifichi per la prima volta durante l'adolescenza...
E mentre pensavo a come avrei impostato questo pezzo e quindi alla mia eredità genetica, l'artrite della nonna, ho stabilito che il lascito meno gradito me l'ha fatto però il nonno da cui ho preso la capigliatura spelacchiata!
Immaginatevi un KGB dalla chioma fluente: sicuramente faticherei a tenere le donne a distanza e questo viario avrebbe migliaia, anzi milioni, di lettori e io avrei fondato il “Movimento KGB”. La riprova la si ha nell'abbondanza di capelli di Grillo e Casaleggio...
Conclusione: vabbè, sul finale sono stato un po' ironico, eppure c'è del vero anche nel mio scherzo: il futuro è imprevedibile e ciò che sembra un male può rivelarsi un bene... Ad esempio in una delle mie escursioni potrei incontrare il grande amore (*1) della mia vita... possibile... anche se è molto più probabile che un gregge di pecore assassine mi assalga per poi divorarmi...
Ehm... scusate l'umorismo faceto ma sono, incomprensibilmente, di buon umore: magari è un'overdose di cioccolata fondente: ancora non ho aperto il mio uovo pasquale (sì, ho un uovo quest'anno!) ma sono ore che lo sto pregustando e forse la teobromina inizia a fare effetto...
Nota (*1): più realisticamente potrei trovare per terra il parrucchino della mia vita: in tal caso mi evolverei in una specie di KGB-Conte con tutti i vantaggi per il mio viario di una folta capigliatura e in più la possibilità di allenare una squadra di calcio...
venerdì 25 marzo 2016
Ipocrisia e Turchia
In questi giorni ho seguito una vicenda normalmente un po' troppo ai limiti della cronaca per i miei gusti: l'arresto in Turchia di una giovane italiana, Giovanna Lanzavecchia, che si era permessa di pubblicare in rete dei commenti favorevoli ai curdi. Eppure tanto le è bastato per essere arrestata dalla polizia turca e poi, direi fortunatamente, espulsa dal paese.
Cioè in realtà non ho idea di cosa avesse scritto ma dalle scarne indicazioni della cronaca non sembrerebbe niente di particolarmente estremistico: per la precisione si parla vagamente di “materiale di propaganda a favore del PKK curdo” (v. Italiana fermata per propaganda filo PKK).
Io, ammaliato dalla foto con i suoi occhioni blu (v. foto in Rientrata l'italiana arrestata per propaganda filo PKK), ho letto gli articoli su ANSA.it e oggi (ma magari la notizia era di ieri) ho avuto la conferma del suo rientro in Italia.
Quindi tutto è finito bene, ma la vicenda mi ha lasciato molto perplesso. Per due motivi: uno filosofico e l'altro più personale.
Da una parte la censura turca dà una chiara indicazione della direzione in cui anche l'Europa si sta muovendo: prima si limita fortemente la libertà d'opinione, poi col completo controllo della rete, si arresta chi non la pensa come stabilito dal potere (*2). A voi piace un'Europa di questo tipo? A me no, ma la tendenza pare proprio questa...
Mi chiedo se sia ancora possibile scrivere un articolo favorevole all'ISIS (*1) o se, magari, sarebbe considerato incitamento/favoreggiamento al terrorismo o come lo vogliono chiamare...
Voglio chiarire che personalmente non ho niente da scrivere a favore dell'ISIS: ma è il principio ciò che conta. Mi dispiace anzi di non poter leggere niente al riguardo: sarei curioso di sapere come vengono motivati e giustificati gli atti di terrorismo.
Da una parte ci si riempe la bocca su quanto il dialogo sia importante per la comprensione fra i popoli ma poi, quando si dovrebbe passare ai fatti, si censura ciò che non ci piace perché, magari, ritenuto troppo estremo. Questa io la chiamo ipocrisia: ipocrisia miope e sciocca.
L'aspetto “personale” della vicenda che mi ha colpito sono state le parole del padre: mi sono parse insolitamente dure e ingiuste. Il padre spiega che Giovanna sapeva benissimo che in Turchia “il vilipendio allo Stato o alla persona di Ataturk sono considerati reati gravi” (e già questo non mi pare rilevante visto che secondo l'articolo lei avrebbe pubblicato materiale a favore del popolo curdo, ma magari lui ha notizie più precise su cosa fosse stato effettivamente scritto). Ma soprattutto non mi va giù il suo “la perdono”: cosa avrebbe fatto da dover essere perdonato? Esprimere il proprio parere? E per quale autorità morale sta a lui perdonare l'errore, se poi di errore si tratta? Forse intendeva dire che, conoscendo le potenziali conseguenze, avrebbe fatto meglio a tacere: comunque si tratta di parole che non mi piacciono. O magari le ho interpretate male io visto che sono estrapolate dal contesto di un'intervista ovviamente più lunga e articolata. O forse sono parole dette prima del ritorno in patria della figlia, magari tese ad ammorbidire le autorità turche e favorendone così il rilascio? Possibile...
Non mi chiamo però KGB per nulla: difficile indovinare il rapporto padre figlia da queste poche informazioni, che apparentemente sembrerebbe un po' teso, ma ho anche notato che Giovanna, una volta arrestata, ha telefonato alla sorella e non al padre. Anche in questo caso le spiegazioni potrebbero essere molteplici ma è un particolare da tenere presente.
Invece il fatto poi che il padre dica che lei abbia 22 anni mentre l'articolo parla di 24 non mi pare importante: suppongo che semplicemente Giovanna si sia data un paio di anni in più su FB per apparire più matura...
Conclusione: brutta storia ma, fortunatamente, finita bene.
Nota (*1): a difesa di Giovanna c'è anche da sottolineare che il PKK non dovrebbe essere considerato un'organizzazione terroristica (v. Il PKK non è un'organizzazione terroristica e la pagina su Wikipedia del Partito dei lavoratori del Kurdistan), ma è considerato tale in Turchia, in EU (dal 2001 su pressione degli USA...) e vari altri stati ma, in realtà, si tratta di un'organizzazione paramilitare: la differenza sta nel fatto che il PKK non attacca la popolazione civile ma solo l'esercito turco. La storia però ci insegna che nessuno vuole una stato curdo e quindi, la ragione politica senza morale né pudore, lo ha ingiustamente equiparato a organizzazioni terroristiche con le quali ha poco o ninte da spartire. Sempre rimanendo in tema di ipocrisia...
Nota (*2): oltretutto un'autorità sempre più distante dal popolo e vicina invece ai poteri forti che sempre più fortemente l'influenzano.
Cioè in realtà non ho idea di cosa avesse scritto ma dalle scarne indicazioni della cronaca non sembrerebbe niente di particolarmente estremistico: per la precisione si parla vagamente di “materiale di propaganda a favore del PKK curdo” (v. Italiana fermata per propaganda filo PKK).
Io, ammaliato dalla foto con i suoi occhioni blu (v. foto in Rientrata l'italiana arrestata per propaganda filo PKK), ho letto gli articoli su ANSA.it e oggi (ma magari la notizia era di ieri) ho avuto la conferma del suo rientro in Italia.
Quindi tutto è finito bene, ma la vicenda mi ha lasciato molto perplesso. Per due motivi: uno filosofico e l'altro più personale.
Da una parte la censura turca dà una chiara indicazione della direzione in cui anche l'Europa si sta muovendo: prima si limita fortemente la libertà d'opinione, poi col completo controllo della rete, si arresta chi non la pensa come stabilito dal potere (*2). A voi piace un'Europa di questo tipo? A me no, ma la tendenza pare proprio questa...
Mi chiedo se sia ancora possibile scrivere un articolo favorevole all'ISIS (*1) o se, magari, sarebbe considerato incitamento/favoreggiamento al terrorismo o come lo vogliono chiamare...
Voglio chiarire che personalmente non ho niente da scrivere a favore dell'ISIS: ma è il principio ciò che conta. Mi dispiace anzi di non poter leggere niente al riguardo: sarei curioso di sapere come vengono motivati e giustificati gli atti di terrorismo.
Da una parte ci si riempe la bocca su quanto il dialogo sia importante per la comprensione fra i popoli ma poi, quando si dovrebbe passare ai fatti, si censura ciò che non ci piace perché, magari, ritenuto troppo estremo. Questa io la chiamo ipocrisia: ipocrisia miope e sciocca.
L'aspetto “personale” della vicenda che mi ha colpito sono state le parole del padre: mi sono parse insolitamente dure e ingiuste. Il padre spiega che Giovanna sapeva benissimo che in Turchia “il vilipendio allo Stato o alla persona di Ataturk sono considerati reati gravi” (e già questo non mi pare rilevante visto che secondo l'articolo lei avrebbe pubblicato materiale a favore del popolo curdo, ma magari lui ha notizie più precise su cosa fosse stato effettivamente scritto). Ma soprattutto non mi va giù il suo “la perdono”: cosa avrebbe fatto da dover essere perdonato? Esprimere il proprio parere? E per quale autorità morale sta a lui perdonare l'errore, se poi di errore si tratta? Forse intendeva dire che, conoscendo le potenziali conseguenze, avrebbe fatto meglio a tacere: comunque si tratta di parole che non mi piacciono. O magari le ho interpretate male io visto che sono estrapolate dal contesto di un'intervista ovviamente più lunga e articolata. O forse sono parole dette prima del ritorno in patria della figlia, magari tese ad ammorbidire le autorità turche e favorendone così il rilascio? Possibile...
Non mi chiamo però KGB per nulla: difficile indovinare il rapporto padre figlia da queste poche informazioni, che apparentemente sembrerebbe un po' teso, ma ho anche notato che Giovanna, una volta arrestata, ha telefonato alla sorella e non al padre. Anche in questo caso le spiegazioni potrebbero essere molteplici ma è un particolare da tenere presente.
Invece il fatto poi che il padre dica che lei abbia 22 anni mentre l'articolo parla di 24 non mi pare importante: suppongo che semplicemente Giovanna si sia data un paio di anni in più su FB per apparire più matura...
Conclusione: brutta storia ma, fortunatamente, finita bene.
Nota (*1): a difesa di Giovanna c'è anche da sottolineare che il PKK non dovrebbe essere considerato un'organizzazione terroristica (v. Il PKK non è un'organizzazione terroristica e la pagina su Wikipedia del Partito dei lavoratori del Kurdistan), ma è considerato tale in Turchia, in EU (dal 2001 su pressione degli USA...) e vari altri stati ma, in realtà, si tratta di un'organizzazione paramilitare: la differenza sta nel fatto che il PKK non attacca la popolazione civile ma solo l'esercito turco. La storia però ci insegna che nessuno vuole una stato curdo e quindi, la ragione politica senza morale né pudore, lo ha ingiustamente equiparato a organizzazioni terroristiche con le quali ha poco o ninte da spartire. Sempre rimanendo in tema di ipocrisia...
Nota (*2): oltretutto un'autorità sempre più distante dal popolo e vicina invece ai poteri forti che sempre più fortemente l'influenzano.
giovedì 24 marzo 2016
Da petaloso a...
Qualche settimana fa ha fatto molto scalpore la notizia del termine “petaloso”, il neologismo inventato dal piccolo Matteo, che ha ricevuto l'approvazione dell'Accademia della Crusca: vedi, ad esempio, l'articolo del Corriere.it Il piccolo Matteo inventa la parola «petaloso» e la Crusca risponde.
È bene però precisare che il “piccolo Matteo” menzionato da tutti i media non è, come si potrebbe credere, il primo ministro Matteo Renzi ma un alunno delle elementari.
Sembra che la confusione sia dovuta al fatto che inizialmente Renzi abbia effettivamente cercato di attribuirsi il merito dell'idea: una nota di Palazzo Chigi spiegava che Renzi, a un “recente” vertice europeo non meglio specificato, per accattivarsi Jünker gli avesse detto riferendosi alla Merkel «Zì izze veri veri petaloze!». Ma, dopo la rapida e irritata smentita arrivata dalla Germania, anche Renzi ha dovuto fare un passo indietro e, a denti stretti, si è complimentato tramite un cinguettio su Twitter col piccolo Matteo.
Comunque anche il piccolo KGB, invidioso del successo di “petaloso”, non vuole essere da meno: così, dopo anni di estenuanti ricerche e noiosi studi di filologia, ha deciso di rendere pubblico il frutto delle sue fatiche. Anche KGB ha infatti coniato un nuovo vocabolo!
La nuova parola, di sicuro successo, è l'aggettivo cacareccio che, letteralmente, significa “stronzata fatta in casa” ma è già in cantiere anche un'accezione figurativa che potrebbe ampliarne notevolmente l'uso.
Gli esperti sono ancora in disaccordo sull'etimologia del termine: alcuni propendono per “caca” + “reccio”, che però non significano niente, mentre altri optano per la fusione di “cacare” e “ciò” con chiaro significato scatologico.
Sembra che anche Palazzo Chigi, ormai attento all'evoluzione linguistica dell'italiano, abbia prontamente accolto la novità. Proprio la vicenda di “petaloso” ha infatti avuto uno strascico all'interno del governo dove lo stesso Renzi, in un'accesa discussione con la ministra dell'istruzione Giannini, l'ha accusata di essersi lasciata scappare l'idea per il nuovo termine. «Se tu ci avevessi pensato te avremmo guadagnato 2 o 3 punti nei sondaggi, invece con la tua riforma cacareccia ce ne hai fatti perdere 5!» ha tuonato il primo ministro che ha poi amaramente aggiunto «...avrei dovuto scegliere una ministra dell'istruzione petalosa come la Maria Elena [Boschi]...».
Notare come Renzi in questa frase abbia correttamente usato “cacareccio” in senso letterale mentre abbia preferito un uso poetico per “petaloso”.
Conclusione: #cacareccio
È bene però precisare che il “piccolo Matteo” menzionato da tutti i media non è, come si potrebbe credere, il primo ministro Matteo Renzi ma un alunno delle elementari.
Sembra che la confusione sia dovuta al fatto che inizialmente Renzi abbia effettivamente cercato di attribuirsi il merito dell'idea: una nota di Palazzo Chigi spiegava che Renzi, a un “recente” vertice europeo non meglio specificato, per accattivarsi Jünker gli avesse detto riferendosi alla Merkel «Zì izze veri veri petaloze!». Ma, dopo la rapida e irritata smentita arrivata dalla Germania, anche Renzi ha dovuto fare un passo indietro e, a denti stretti, si è complimentato tramite un cinguettio su Twitter col piccolo Matteo.
Comunque anche il piccolo KGB, invidioso del successo di “petaloso”, non vuole essere da meno: così, dopo anni di estenuanti ricerche e noiosi studi di filologia, ha deciso di rendere pubblico il frutto delle sue fatiche. Anche KGB ha infatti coniato un nuovo vocabolo!
La nuova parola, di sicuro successo, è l'aggettivo cacareccio che, letteralmente, significa “stronzata fatta in casa” ma è già in cantiere anche un'accezione figurativa che potrebbe ampliarne notevolmente l'uso.
Gli esperti sono ancora in disaccordo sull'etimologia del termine: alcuni propendono per “caca” + “reccio”, che però non significano niente, mentre altri optano per la fusione di “cacare” e “ciò” con chiaro significato scatologico.
Sembra che anche Palazzo Chigi, ormai attento all'evoluzione linguistica dell'italiano, abbia prontamente accolto la novità. Proprio la vicenda di “petaloso” ha infatti avuto uno strascico all'interno del governo dove lo stesso Renzi, in un'accesa discussione con la ministra dell'istruzione Giannini, l'ha accusata di essersi lasciata scappare l'idea per il nuovo termine. «Se tu ci avevessi pensato te avremmo guadagnato 2 o 3 punti nei sondaggi, invece con la tua riforma cacareccia ce ne hai fatti perdere 5!» ha tuonato il primo ministro che ha poi amaramente aggiunto «...avrei dovuto scegliere una ministra dell'istruzione petalosa come la Maria Elena [Boschi]...».
Notare come Renzi in questa frase abbia correttamente usato “cacareccio” in senso letterale mentre abbia preferito un uso poetico per “petaloso”.
Conclusione: #cacareccio
mercoledì 23 marzo 2016
Detto fatto (modellato)
Ieri (v. Amicizie stressanti) ho scritto che volevo programmare un modello su NetLogo per “verificare” una mia teoria sulle amicizie che potesse spiegare in maniera alternativa il fenomeno riportato nell'articolo Le persone intelligenti hanno meno amici.
Secondo la mia teoria per comunicare e socializzare è necessario raggiungere un terreno comune che renda possibile l'interazione: vuoi di interessi, vuoi di umorismo, vuoi di sensibilità, vuoi di paradigmi di pensiero.
Il peso (o la fatica o lo stress) di questo cambiamento necessario per l'interazione sociale non è però ripartito ugualmente fra le persone coinvolte: per raggiungere questo punto di incontro ideale è la persona più intelligente che deve fare la fatica maggiore per “scendere” al livello del proprio interlocutore perché questo, anche volendolo, non potrebbe “salire” più di tanto.
Il risultato è che, per le persone più intelligenti, lo sforzo fatto può essere maggiore del piacere che possono trarre dalla socializzazione.
Sulla base di questa idea ho creato il mio modello su NetLogo: fino a ieri però mi ero limitato a seguire un breve minicorso introduttivo e a giocare con diversi modelli già realizzati (*1).
Inoltre il linguaggio di programmazione di NetLogo non è generale ma estremamente specializzato per lo sviluppo di modelli con animazioni grafiche: per un programmatore esperto di linguaggi generici che non conosca NetLogo questo può comportare paradossalmente delle difficoltà. Questi cercherà infatti di realizzare alcune funzioni con strutture tradizionali, magari estremamente complesse, quando invece il linguaggio specializzato mette a disposizione un comando apposito che “magicamente” nasconde tutte le difficoltà; viceversa, a volte userà un comando complesso per poi non capire come fare a sfruttare alcuni particolari del risultato perché apparentemente inaccessibili.
Ieri mi sono imbattuto in due o tre casi di questo genere che mi hanno fatto perdere molto tempo...
Comunque alla fine, aiutandomi con la documentazione, un paio di esempi e, ovviamente, Google sono riuscito a far funzionare il mio modello.
Sono consapevole che, da un punto di vista tecnico, avrei potuto fare meglio (ho già delle idee per dei miglioramenti) ma come primo programma sono comunque soddisfatto.
Il mio modello è il seguente: inizialmente viene generato un numero N (deciso dall'utente grazie a una barra a scorrimento) di persone con un IQ variabile secondo una distribuzione normale di media 100 e deviazione standard 15 (in pratica il 95% delle persone avrà un intelligenza fra 70 e 130). Queste persone hanno una felicità iniziale pari a zero e nessun amico; successivamente vengono posizione casualmente su una griglia di 25 x 20 caselle.
Ogni turno tutti questi individui si muovono casualmente e, se si trovano abbastanza vicini fra loro, possono diventare amici.
Per determinare se si crea l'amicizia viene generata casualmente l'“affinità” della coppia pari a un valore casuale (uniforme) fra 0 e 50. Se l'affinità è maggiore di 30 allora si crea l'amicizia; ah! Ho messo anche un limite al numero di amicizie che un individuo può creare (controllabile con una barra a scorrimento).
Ogni 10 turni vengono considerate tutte le amicizie e la felicità dei singoli individui è aggiornata.
Per ogni amicizia un individuo guadagna 10 punti di felicità meno il “costo”, la fatica sociale, della relazione. Il costo è brutalmente calcolato nel seguente modo: 5 punti se si è l'individuo meno intelligente della relazione o, altrimenti, è pari alla differenza di intelligenza diviso quattro.
Chi è interessato ai dettagli tecnici può scaricare il mio modello QUI, ovviamente l'archivio deve essere poi aperto con NetLogo...
Il risultato, in tre passaggi, è il seguente:
Ah, il colore delle faccine indica l'intelligenza: <70 rosse, <85 gialle, <115 grigie, <130 verdi, >130 blu. Le facce tristi hanno una felicità <0, quelle neutrali da 0 a 100 e sorridenti quelle >100.
Inizialmente (anzi dopo 12 turni!), siccome tutti gli individui partono con felicità pari a zero, quasi tutte le faccine sono neutrali.
Dopo 63 turni, 3 dei 5 individui molto intelligenti (le facce blu) sono tristi mentre, ad occhio, conto solo altri due infelici fra gli intelligenti (le facce verdi).
Dopo 195 turni ormai quasi tutte le faccine sono felici o tristi (*2). Le uniche faccine tristi sono tre delle 5 blu: una faccia blu è felice, evidentemente ha amici abbastanza intelligenti, mentre una è ancora “indecisa”...
Ovviamente questo modello è molto rozzo e potrei fare un elenco lunghissimo delle cose che non mi piacciano, comprese regole e formule. Ma la domanda che dobbiamo porci è: ho dimostrato qualcosa con questo modello? O, meglio: qual è la sua validità?
In breve la risposta è “no, non ho dimostrato niente!” ma l'argomento è piuttosto complesso e vi ho riflettuto a lungo (beh, stanotte...) e sono giunto a varie conclusioni che ho tradotto in una serie di principi. Sono curioso di scoprire se regole analoghe alle mie saranno date esplicitamente nel corso di modellizzazione: per adesso, a un terzo della seconda lezione, la risposta è no.
Ecco i miei principi:
1. un modello per essere valido deve basarsi su regole non arbitrarie.
2. qualsiasi valore arbitrario deve essere modificabile dall'utente in maniera da potere analizzare le conseguenze di una sua variazione.
3. l'esecuzione del modello può confermare o no i nostri dati empirici: se non li conferma allora il modello è semplicemente errato (o almeno incompleto).
4. se però il principio 1 (e probabilmente anche il 2) non è rispettato allora ciò che il modello può dimostrare è solo la coerenza delle nostre regole. Ovvero che la nostra ipotesi non è in contraddizione con ciò che vuole spiegare.
Nel mio modello molte delle regole (formazione amicizie, costo relazione sociale, etc...) sono arbitrarie, basate solo sulla mia intuizione e non su dati sperimentali (sondaggi, ricerche psicosociali, etc...). Per questo motivo, il fatto che il mio modello confermi il dato sperimentale (cioè che le persone più intelligenti siano tristi con molti amicizie) significa solo che la mia teoria è coerente: potrebbe cioè essere corretta ma non lo dimostra.
Da notare che, in mancanza di informazioni più dettagliate, secondo questi miei principi, anche il modello di Schelling sulla segregazione (v. Corso sulla modellizzazione) non dimostra niente (se non la propria “coerenza”) in quanto le sue regole sono arbitrarie quanto le mie.
Al contrario ho visto almeno un paio di modelli con regole non arbitrarie: uno medico sulla diffusione dell'AIDS e uno biologico sull'evoluzione della popolazione di erba, pecore e lupi. Troppo lungo spiegarne i dettagli: scaricatevi NetLogo e dategli un'occhiata...
Conclusione: il mio modello è privo di interesse teorico ma è stato un utile esercizio di programmazione: comunque vedrò di aggiornarlo e migliorarlo via via che imparo nuove idee nel corso di modellizzazione...
PS: per curiosità le relazioni di amicizia nel mio modello (al turno 202): il colore delle relazioni indica l'intelligenza dell'individuo che ha “avviato” l'amicizia...
Nota (*1): NetLogo è fornito infatti di una libreria incorporata ricca di decine e decine di programmi con svariati tipi di simulazioni...
Nota (*2): in base alle regole del modello, dopo aver raggiunto il limite di amicizie, la felicità aumenterà o diminuirà in maniera costante ogni 10 turni...
Secondo la mia teoria per comunicare e socializzare è necessario raggiungere un terreno comune che renda possibile l'interazione: vuoi di interessi, vuoi di umorismo, vuoi di sensibilità, vuoi di paradigmi di pensiero.
Il peso (o la fatica o lo stress) di questo cambiamento necessario per l'interazione sociale non è però ripartito ugualmente fra le persone coinvolte: per raggiungere questo punto di incontro ideale è la persona più intelligente che deve fare la fatica maggiore per “scendere” al livello del proprio interlocutore perché questo, anche volendolo, non potrebbe “salire” più di tanto.
Il risultato è che, per le persone più intelligenti, lo sforzo fatto può essere maggiore del piacere che possono trarre dalla socializzazione.
Sulla base di questa idea ho creato il mio modello su NetLogo: fino a ieri però mi ero limitato a seguire un breve minicorso introduttivo e a giocare con diversi modelli già realizzati (*1).
Inoltre il linguaggio di programmazione di NetLogo non è generale ma estremamente specializzato per lo sviluppo di modelli con animazioni grafiche: per un programmatore esperto di linguaggi generici che non conosca NetLogo questo può comportare paradossalmente delle difficoltà. Questi cercherà infatti di realizzare alcune funzioni con strutture tradizionali, magari estremamente complesse, quando invece il linguaggio specializzato mette a disposizione un comando apposito che “magicamente” nasconde tutte le difficoltà; viceversa, a volte userà un comando complesso per poi non capire come fare a sfruttare alcuni particolari del risultato perché apparentemente inaccessibili.
Ieri mi sono imbattuto in due o tre casi di questo genere che mi hanno fatto perdere molto tempo...
Comunque alla fine, aiutandomi con la documentazione, un paio di esempi e, ovviamente, Google sono riuscito a far funzionare il mio modello.
Sono consapevole che, da un punto di vista tecnico, avrei potuto fare meglio (ho già delle idee per dei miglioramenti) ma come primo programma sono comunque soddisfatto.
Il mio modello è il seguente: inizialmente viene generato un numero N (deciso dall'utente grazie a una barra a scorrimento) di persone con un IQ variabile secondo una distribuzione normale di media 100 e deviazione standard 15 (in pratica il 95% delle persone avrà un intelligenza fra 70 e 130). Queste persone hanno una felicità iniziale pari a zero e nessun amico; successivamente vengono posizione casualmente su una griglia di 25 x 20 caselle.
Ogni turno tutti questi individui si muovono casualmente e, se si trovano abbastanza vicini fra loro, possono diventare amici.
Per determinare se si crea l'amicizia viene generata casualmente l'“affinità” della coppia pari a un valore casuale (uniforme) fra 0 e 50. Se l'affinità è maggiore di 30 allora si crea l'amicizia; ah! Ho messo anche un limite al numero di amicizie che un individuo può creare (controllabile con una barra a scorrimento).
Ogni 10 turni vengono considerate tutte le amicizie e la felicità dei singoli individui è aggiornata.
Per ogni amicizia un individuo guadagna 10 punti di felicità meno il “costo”, la fatica sociale, della relazione. Il costo è brutalmente calcolato nel seguente modo: 5 punti se si è l'individuo meno intelligente della relazione o, altrimenti, è pari alla differenza di intelligenza diviso quattro.
Chi è interessato ai dettagli tecnici può scaricare il mio modello QUI, ovviamente l'archivio deve essere poi aperto con NetLogo...
Il risultato, in tre passaggi, è il seguente:
Ah, il colore delle faccine indica l'intelligenza: <70 rosse, <85 gialle, <115 grigie, <130 verdi, >130 blu. Le facce tristi hanno una felicità <0, quelle neutrali da 0 a 100 e sorridenti quelle >100.
Inizialmente (anzi dopo 12 turni!), siccome tutti gli individui partono con felicità pari a zero, quasi tutte le faccine sono neutrali.
Dopo 63 turni, 3 dei 5 individui molto intelligenti (le facce blu) sono tristi mentre, ad occhio, conto solo altri due infelici fra gli intelligenti (le facce verdi).
Dopo 195 turni ormai quasi tutte le faccine sono felici o tristi (*2). Le uniche faccine tristi sono tre delle 5 blu: una faccia blu è felice, evidentemente ha amici abbastanza intelligenti, mentre una è ancora “indecisa”...
Ovviamente questo modello è molto rozzo e potrei fare un elenco lunghissimo delle cose che non mi piacciano, comprese regole e formule. Ma la domanda che dobbiamo porci è: ho dimostrato qualcosa con questo modello? O, meglio: qual è la sua validità?
In breve la risposta è “no, non ho dimostrato niente!” ma l'argomento è piuttosto complesso e vi ho riflettuto a lungo (beh, stanotte...) e sono giunto a varie conclusioni che ho tradotto in una serie di principi. Sono curioso di scoprire se regole analoghe alle mie saranno date esplicitamente nel corso di modellizzazione: per adesso, a un terzo della seconda lezione, la risposta è no.
Ecco i miei principi:
1. un modello per essere valido deve basarsi su regole non arbitrarie.
2. qualsiasi valore arbitrario deve essere modificabile dall'utente in maniera da potere analizzare le conseguenze di una sua variazione.
3. l'esecuzione del modello può confermare o no i nostri dati empirici: se non li conferma allora il modello è semplicemente errato (o almeno incompleto).
4. se però il principio 1 (e probabilmente anche il 2) non è rispettato allora ciò che il modello può dimostrare è solo la coerenza delle nostre regole. Ovvero che la nostra ipotesi non è in contraddizione con ciò che vuole spiegare.
Nel mio modello molte delle regole (formazione amicizie, costo relazione sociale, etc...) sono arbitrarie, basate solo sulla mia intuizione e non su dati sperimentali (sondaggi, ricerche psicosociali, etc...). Per questo motivo, il fatto che il mio modello confermi il dato sperimentale (cioè che le persone più intelligenti siano tristi con molti amicizie) significa solo che la mia teoria è coerente: potrebbe cioè essere corretta ma non lo dimostra.
Da notare che, in mancanza di informazioni più dettagliate, secondo questi miei principi, anche il modello di Schelling sulla segregazione (v. Corso sulla modellizzazione) non dimostra niente (se non la propria “coerenza”) in quanto le sue regole sono arbitrarie quanto le mie.
Al contrario ho visto almeno un paio di modelli con regole non arbitrarie: uno medico sulla diffusione dell'AIDS e uno biologico sull'evoluzione della popolazione di erba, pecore e lupi. Troppo lungo spiegarne i dettagli: scaricatevi NetLogo e dategli un'occhiata...
Conclusione: il mio modello è privo di interesse teorico ma è stato un utile esercizio di programmazione: comunque vedrò di aggiornarlo e migliorarlo via via che imparo nuove idee nel corso di modellizzazione...
PS: per curiosità le relazioni di amicizia nel mio modello (al turno 202): il colore delle relazioni indica l'intelligenza dell'individuo che ha “avviato” l'amicizia...
Nota (*1): NetLogo è fornito infatti di una libreria incorporata ricca di decine e decine di programmi con svariati tipi di simulazioni...
Nota (*2): in base alle regole del modello, dopo aver raggiunto il limite di amicizie, la felicità aumenterà o diminuirà in maniera costante ogni 10 turni...
martedì 22 marzo 2016
Amicizie stressanti
Tanto per cambiare ho dato un'occhiata all'HuffingtonPost.it, ripromettendomi di evitare gli articoli politici, per passare qualche minuto distraendomi con quelli di colore. E, devo ammettere, ne ho trovato uno piuttosto interessante di per sé o, almeno, ricco di spunti per me: Le persone intelligenti hanno meno amici di Ilaria Betti.
L'esperienza comune ci dice che più amici si hanno e più felici dovremmo essere ma, secondo una ricerca inglese, questo non è vero per le persone “più intelligenti” per le quali, al contrario, troppi amici potrebbero causare infelicità.
L'articolo propone poi due spiegazioni per questo paradosso: secondo gli autori della ricerca nel nostro passato remoto gli uomini dovevano collaborare insieme per cacciare il cibo ma poi, le persone più intelligenti, impararono a cavarsela da soli; secondo una ricercatrice americana invece la spiegazione sarebbe diversa: le persone più intelligenti hanno meno tempo da dedicare agli altri perché profondamente impegnate nel raggiungimento dei propri obiettivi.
In base alla mia esperienza personale trovo credibile il risultato della ricerca ma non condivido nessuna delle due spiegazioni. Ma, prima ancora delle spiegazioni, c'è una grossa ambiguità in un elemento chiave della ricerca: cosa si intende per persone “più intelligenti della media”? O, meglio, QUANTO più intelligenti della media? L'articolo si riferisce a chi ha un IQ>130 oppure un IQ>140, etc?
Credo che si tratti di un elemento estremamente significativo: grosse variazioni nella percentuale di persone per le quali le amicizie provocano infelicità potrebbe infatti giustificare risposte diverse.
Al riguardo ho infatti un'idea interessante che potrei cercare di esplorare con un modello su NetLogo (v. Corso sulla modellizzazione) e che potrebbe essere un divertente esercizio di programmazione in questo nuovo ambiente...
Comunque della prima spiegazione non mi convince il legare in senso utilitaristico la necessità di amici all'intelligenza. E poi, pur ammettendo che cavarsela da soli sia possibile (*1), non sarebbe ancora più efficiente aggiungere alle proprie capacità "superiori" l'aiuto degli amici?
Ma la seconda spiegazione mi convince ancora meno: che le persone più intelligenti siano così prese dal raggiungimento dei propri scopi da non aver tempo da dedicare agli amici mi farebbe dubitare di quanto siano effettivamente intelligenti! Ma magari questa ipotesi (formulata da una donna) nasconde una differenza sostanziale nel vivere l'amicizia fra i sessi: ho un'amica molto intelligente che adduce proprio la mancanza di tempo alle scarse interazioni sociali...
Io credo invece che la socialità richiede uno sforzo per chi non ne sia particolarmente dotato: lo sforzo consiste nell'andare incontro al proprio amico per portarsi su un terreno comune, vuoi di interessi, vuoi di umorismo, vuoi di sensibilità. È logico pensare che, in un rapporto a due, la persona più intelligente debba fare più strada per “scendere” al livello del proprio interlocutore visto che “salire” è molto più complesso e faticoso se non impossibile. Il risultato è che, in certi casi, lo sforzo fatto dalla persona più intelligente non valga il piacere della compagnia e provochi quindi più fatica, ansia e insoddisfazione che felicità.
Nel modello che ho in mente proverò questa mia teoria o, in alternativa, proverò che le risposte date dai modelli, come le statistiche, vadano prese con le molle!
Conclusione: in qualsiasi caso cascherò in piedi...
Nota (*1): e non ne sono assolutamente certo, anzi...
L'esperienza comune ci dice che più amici si hanno e più felici dovremmo essere ma, secondo una ricerca inglese, questo non è vero per le persone “più intelligenti” per le quali, al contrario, troppi amici potrebbero causare infelicità.
L'articolo propone poi due spiegazioni per questo paradosso: secondo gli autori della ricerca nel nostro passato remoto gli uomini dovevano collaborare insieme per cacciare il cibo ma poi, le persone più intelligenti, impararono a cavarsela da soli; secondo una ricercatrice americana invece la spiegazione sarebbe diversa: le persone più intelligenti hanno meno tempo da dedicare agli altri perché profondamente impegnate nel raggiungimento dei propri obiettivi.
In base alla mia esperienza personale trovo credibile il risultato della ricerca ma non condivido nessuna delle due spiegazioni. Ma, prima ancora delle spiegazioni, c'è una grossa ambiguità in un elemento chiave della ricerca: cosa si intende per persone “più intelligenti della media”? O, meglio, QUANTO più intelligenti della media? L'articolo si riferisce a chi ha un IQ>130 oppure un IQ>140, etc?
Credo che si tratti di un elemento estremamente significativo: grosse variazioni nella percentuale di persone per le quali le amicizie provocano infelicità potrebbe infatti giustificare risposte diverse.
Al riguardo ho infatti un'idea interessante che potrei cercare di esplorare con un modello su NetLogo (v. Corso sulla modellizzazione) e che potrebbe essere un divertente esercizio di programmazione in questo nuovo ambiente...
Comunque della prima spiegazione non mi convince il legare in senso utilitaristico la necessità di amici all'intelligenza. E poi, pur ammettendo che cavarsela da soli sia possibile (*1), non sarebbe ancora più efficiente aggiungere alle proprie capacità "superiori" l'aiuto degli amici?
Ma la seconda spiegazione mi convince ancora meno: che le persone più intelligenti siano così prese dal raggiungimento dei propri scopi da non aver tempo da dedicare agli amici mi farebbe dubitare di quanto siano effettivamente intelligenti! Ma magari questa ipotesi (formulata da una donna) nasconde una differenza sostanziale nel vivere l'amicizia fra i sessi: ho un'amica molto intelligente che adduce proprio la mancanza di tempo alle scarse interazioni sociali...
Io credo invece che la socialità richiede uno sforzo per chi non ne sia particolarmente dotato: lo sforzo consiste nell'andare incontro al proprio amico per portarsi su un terreno comune, vuoi di interessi, vuoi di umorismo, vuoi di sensibilità. È logico pensare che, in un rapporto a due, la persona più intelligente debba fare più strada per “scendere” al livello del proprio interlocutore visto che “salire” è molto più complesso e faticoso se non impossibile. Il risultato è che, in certi casi, lo sforzo fatto dalla persona più intelligente non valga il piacere della compagnia e provochi quindi più fatica, ansia e insoddisfazione che felicità.
Nel modello che ho in mente proverò questa mia teoria o, in alternativa, proverò che le risposte date dai modelli, come le statistiche, vadano prese con le molle!
Conclusione: in qualsiasi caso cascherò in piedi...
Nota (*1): e non ne sono assolutamente certo, anzi...
lunedì 21 marzo 2016
117bpm per compassione
Mi sono registrato mentre mi esercitavo sulle 4 battute rapide (le prime tre uguali e la quarta diversa) di Unholy Paradise e, un po' per incoraggiamento, ho stabilito che a 117bpm le suono bene! Ecco le mie prove: QUI
Da 0” a 49”: uso un plettro “Dunlop Ultex Sharp 1.14”: sono durissimi, rigidi e molto appuntiti. Io mi trovo un po' a disagio ma sono quelli preferiti dal mio maestro. Nella prova (a 118bpm), se va bene, riesco a suonare correttamente appena il 60% delle note...
Da 50” a 1'18”: uso un plettro “Fender Heavy” molto consunto con la punta quasi irriconoscibile; anche dal suono si sentono le varie note più ovattate e meno definite. Sempre a 118bpm forse vado un po' meglio ma, a causa della mancanza di punta, a volte manco la corda!
Da 1'20” a 2' 08”: uso un plettro non di marca (tonedeafmusic.co.uk) fatto di celluloide di 1mm. Molto flessibile e resistente, abbastanza appuntito. In teoria dovrei trovarmi bene ma non è così. Comunque, sempre a 118bpm, vado più volte vicino a suonare bene l'intera sequenza.
Da 2'10” alla fine: uso un plettro Ibanez “Steve Vai”: è rigido ma anche elastico, molto appuntito. Per qualche motivo che non capisco è il plettro col quale riesco ad andare più veloce. Abbasso i bpm a 117 e almeno una volta suono l'intera sequenza correttamente e altre volte quasi bene...
Augurio faceto - 27/3/2016
"Sono uova da queste parti..." - mormorò la cioccolata appena arrivata...
Troppo cibo... - 27/3/2016
Ho un pezzo ammezzato e una buona idea per un altro ma... ho mangiato troppo... non riesco a scrivere... se l'indigestione non mi uccide nella notte li pubblicherò domani... forse...
Riacciaeccolo - 2/4/2016
Ecco l'ultima registrazione di Heart of Steel che comprende l'inserimento di due note extra e lo “scivolo” migliorato. In realtà per lo “scivolo” non ho fatto come il maestro mi aveva suggerito ma l'ho semplicemente ridotto alla durata di 1/4 invece che 2/4: sono dell'idea che senza effetti strani non fosse possibile ottenere un suono dalla chitarra muovendo così lentamente la mano sinistra sulle corde...
Ecco QUI la nuova versione:
6” → La prima nota aggiunta
22” → La seconda nota aggiunta
31” → Lo scivolo breve
Nel complesso una buona esecuzione: potrei migliorare ancora lo “scivolo” ma per il resto non ho fatto grandi errori. Ricordo di aver suonato un PC (un D5 mi pare) plettrando solo 2 corde invece che 3 ma a causa della distorsione adesso non saprei dire quale...
Le due nutrie - 2/4/2016
Ieri ho fatto la mia passeggiata senza cuffie: ho pensato meglio anche se adesso non ricordo nessuna riflessione particolarmente interessante tranne forse il seguente (semplice!) problemino logico...
Nella mia passeggiata costeggio un piccolo torrente abitato dalle nutrie (una via di mezzo fra grossi topi e castori). In macchina si vedono raramente ma camminando a piedi è facili sorprenderli: adesso ho poi scoperto un piccolo sentiero che usano per passare dal torrente a dei campi vicini attraversando la strada. Ora quando ci passo sto particolarmente attento...
Proprio lì, un giorno, ho visto una nutria che tagliandomi la strada, e muovendosi piuttosto goffamente (decisamente più agili in acqua!), si è infilata nel campo. Un altro giorno ne ho vista una morta, investita da un'auto.
Quesito: come potrei essere sicuro che non si tratti della stessa nutria?
Da 0” a 49”: uso un plettro “Dunlop Ultex Sharp 1.14”: sono durissimi, rigidi e molto appuntiti. Io mi trovo un po' a disagio ma sono quelli preferiti dal mio maestro. Nella prova (a 118bpm), se va bene, riesco a suonare correttamente appena il 60% delle note...
Da 50” a 1'18”: uso un plettro “Fender Heavy” molto consunto con la punta quasi irriconoscibile; anche dal suono si sentono le varie note più ovattate e meno definite. Sempre a 118bpm forse vado un po' meglio ma, a causa della mancanza di punta, a volte manco la corda!
Da 1'20” a 2' 08”: uso un plettro non di marca (tonedeafmusic.co.uk) fatto di celluloide di 1mm. Molto flessibile e resistente, abbastanza appuntito. In teoria dovrei trovarmi bene ma non è così. Comunque, sempre a 118bpm, vado più volte vicino a suonare bene l'intera sequenza.
Da 2'10” alla fine: uso un plettro Ibanez “Steve Vai”: è rigido ma anche elastico, molto appuntito. Per qualche motivo che non capisco è il plettro col quale riesco ad andare più veloce. Abbasso i bpm a 117 e almeno una volta suono l'intera sequenza correttamente e altre volte quasi bene...
Augurio faceto - 27/3/2016
"Sono uova da queste parti..." - mormorò la cioccolata appena arrivata...
Troppo cibo... - 27/3/2016
Ho un pezzo ammezzato e una buona idea per un altro ma... ho mangiato troppo... non riesco a scrivere... se l'indigestione non mi uccide nella notte li pubblicherò domani... forse...
Riacciaeccolo - 2/4/2016
Ecco l'ultima registrazione di Heart of Steel che comprende l'inserimento di due note extra e lo “scivolo” migliorato. In realtà per lo “scivolo” non ho fatto come il maestro mi aveva suggerito ma l'ho semplicemente ridotto alla durata di 1/4 invece che 2/4: sono dell'idea che senza effetti strani non fosse possibile ottenere un suono dalla chitarra muovendo così lentamente la mano sinistra sulle corde...
Ecco QUI la nuova versione:
6” → La prima nota aggiunta
22” → La seconda nota aggiunta
31” → Lo scivolo breve
Nel complesso una buona esecuzione: potrei migliorare ancora lo “scivolo” ma per il resto non ho fatto grandi errori. Ricordo di aver suonato un PC (un D5 mi pare) plettrando solo 2 corde invece che 3 ma a causa della distorsione adesso non saprei dire quale...
Le due nutrie - 2/4/2016
Ieri ho fatto la mia passeggiata senza cuffie: ho pensato meglio anche se adesso non ricordo nessuna riflessione particolarmente interessante tranne forse il seguente (semplice!) problemino logico...
Nella mia passeggiata costeggio un piccolo torrente abitato dalle nutrie (una via di mezzo fra grossi topi e castori). In macchina si vedono raramente ma camminando a piedi è facili sorprenderli: adesso ho poi scoperto un piccolo sentiero che usano per passare dal torrente a dei campi vicini attraversando la strada. Ora quando ci passo sto particolarmente attento...
Proprio lì, un giorno, ho visto una nutria che tagliandomi la strada, e muovendosi piuttosto goffamente (decisamente più agili in acqua!), si è infilata nel campo. Un altro giorno ne ho vista una morta, investita da un'auto.
Quesito: come potrei essere sicuro che non si tratti della stessa nutria?
Corso sulla modellizzazione
Qualche giorno fa ho provato a iniziare a seguire un nuovo corso in linea: Model Thinking tenuto dal professor Scott Page dell'università del Michigan.
Come al solito non ero sicuro dell'argomento ma avevo una mezza idea e volevo verificarla: speravo infatti di poter adattare il contenuto di questo corso con l'idea di modellizzazione che ho in mente, sebbene in prospettiva, per il mio minicorso di programmazione (v. CdP Lezione 0 e seguenti). Ritengo infatti che riuscire a farsi un modello, in senso lato, della realtà del problema che si vuole risolvere (cioè scrivere un algoritmo che lo risolva) sia alla base della programmazione.
Attualmente ho seguito le lezioni della prima settimana e ho iniziato la seconda e posso quindi trarre le prime conclusioni: il corso risponde in pieno alle mie aspettative e, anzi, offre pure qualcosa in più. Si analizzano decine e decine di diversi modelli utilissimi in molteplici contesti; non è un corso orientato alla programmazione ma anzi “si vende” a praticamente ogni branca accademica: dalla biologia e sociologia fino alla filosofia e altre scienze umanistiche!
Inoltre il corso presenta un programma NetLogo che è un ambiente di sviluppo per creare nuovi modelli e, ovviamente, usa il proprio linguaggio di programmazione.
Per questo motivo pensavo di usare questo linguaggio quando inizierò a mostrare come passare dallo pseudo codice al codice vero e proprio: essendo un linguaggio molto specializzato (per la realizzazione di modelli) lo affiancherò a uno generale (credo Python) in maniera da evidenziarne le differenze.
Il corso ha anche qualche pecca: il professore parla un inglese ultra rapido (spesso anche i sottotitoli non riescono a comprenderlo o sono semplicemente sbagliati!) che non aiuta la comprensione; il suo entusiasmo per la materia è eccessivo e le dà più valore di quanto non abbia: difficile spiegare a parole dove stia il problema di questo atteggiamento e quindi cercherò di spiegarlo col seguente esempio pratico.
Probabilmente l'argomento più importante della prima lezione (che ovviamente conteneva molte spiegazioni introduttive) è il modello di Schelling per la segregazione.
Lo scopo del modello è quello di cercare di spiegare il motivo per cui nelle grandi città americane ci sia un'impressionante segregazione razziale nella scelta della propria residenza: il professore ha mostrato delle mappe colorate in base alla razza (bianchi, neri, ispanici e orientali) di città come New York, Detroit o Washington che evidenziano chiaramente il problema.
Ovviamente (siamo alla prima lezione!) il modello è semplicissimo: gli agenti sono le singole famiglie e se ne vuole simulare il comportamento della scelta della propria residenza.
Gli agenti sono disposti inizialmente in maniera casuale su una griglia: ogni agente ha quindi otto caselle vicine dove ciascuna di esse può essere dello stesso colore (razza), diverso, oppure libera.
L'unica regola degli agenti è: se la percentuale dei vicini del proprio colore è minore di X (dove X è una percentuale anche piccola come il 30%) allora ci si trasferisce in una casella libera.
Grazie a NetLogo è possibile simulare facilmente il comportamento di questo modello cambiando in un attimo ogni parametro (distribuzione iniziale dei colori, grandezza griglia, percentuale delle caselle vuote, valore soglia per innescare il trasferimento, etc...).
Ciò che si osserva è che anche con valori di soglia piuttosto bassi, già dal 30% in su, si ottengono dopo varie iterazioni delle evidente strutture di segregazione: ovvero una divisione della griglia a macchie piuttosto evidenti e dai contorni ben delineati.
La conclusione che si trae da questo modello è molto positiva: anche se le singole famiglie hanno un livello bassissimo di razzismo (cioè si accontenterebbero che il 30% dei propri vicini fossero del proprio “colore”) si ottengono comunque dei significativi livelli di segregazione. In altre parole anche un pizzico di “razzismo” al micro livello (quello delle singole famiglie) provoca una sensibile segregazione che farebbe invece supporre un alto livello di “razzismo”. Il professore (e immagino la maggioranza degli americani) è particolarmente soddisfatto da questa spiegazione perché toglie la colpa dal singolo e la passa al risultato di una moltitudine di anonime e incolpevoli micro interazioni. Ed ecco quindi che il professore si esalta per la potenza dei modelli e di come riescano a spiegare aspetti contro intuitivi della società...
Eppure un modello non rappresenta la realtà: è solo un suo “riassunto” che può essere più o meno significativo e suggerire quindi risposte più o meno corrette.
Le città non sono delle griglie quadrate, quando una famiglia decide di cambiare casa non si trasferisce nella prima abitazione libera che trova, non si decide di cambiare casa in base ai soli otto vicini più prossimi... e si potrebbe continuare con una moltitudine di esempi di questo tipo.
Il fatto quindi che un modello suggerisca una risposta che ci “piace” non costituisce una garanzia della sua correttezza.
In questo caso sarei curioso di sapere se anche le città europee hanno un livello di segregazione pari a quelle americane: se così non fosse bisognerebbe ripensare a quanto questo modello di Schelling sia significativo per il problema che intende risolvere.
Quello che voglio dire è che forse il suggerimento per l'interpretazione del motivo della segregazione nelle città americane dato da questo semplice modello è corretto: magari è stato confermato da studi sul campo o da altri esperimenti; benissimo, ma non è questo il mio punto.
A mio parere l'unica vera lezione che si può apprendere da questo modello, così come ci è stato presentato, è che regole semplici per le singole parti possono produrre collettivamente dei risultati che presentano schemi complessi e talvolta in apparente contrasto con le regole che guidano il comportamento dei suoi elementi costituenti. Per me rimane valido il detto sufi «Quando odi il suono degli zoccoli pensa a una zebra»: ovvero considera quanto un modello suggerisce ma tieni sempre presente la possibilità di altre spiegazioni.
Il professore nel suo entusiasmo attribuisce ai modelli un potere interpretativo della realtà che mi pare eccessivo. Addirittura il professore cerca di convincere e di convincersi che usare i modelli ci renda più intelligenti invece che, più semplicemente, farci capire meglio un determinato problema.
Ma magari è una mia sensazione, forse dovuta alla velocità con cui parla, però istintivamente diffido dell'entusiasmo eccessivo e continuato perché mi pare molto affine al fanatismo e alla cecità che questo porta con sé.
Conclusione: spero di non aver esagerato con l'accento che ho posto sulle critiche a questo corso, in verità lo trovo complessivamente molto interessante e meritevole di studio!
Come al solito non ero sicuro dell'argomento ma avevo una mezza idea e volevo verificarla: speravo infatti di poter adattare il contenuto di questo corso con l'idea di modellizzazione che ho in mente, sebbene in prospettiva, per il mio minicorso di programmazione (v. CdP Lezione 0 e seguenti). Ritengo infatti che riuscire a farsi un modello, in senso lato, della realtà del problema che si vuole risolvere (cioè scrivere un algoritmo che lo risolva) sia alla base della programmazione.
Attualmente ho seguito le lezioni della prima settimana e ho iniziato la seconda e posso quindi trarre le prime conclusioni: il corso risponde in pieno alle mie aspettative e, anzi, offre pure qualcosa in più. Si analizzano decine e decine di diversi modelli utilissimi in molteplici contesti; non è un corso orientato alla programmazione ma anzi “si vende” a praticamente ogni branca accademica: dalla biologia e sociologia fino alla filosofia e altre scienze umanistiche!
Inoltre il corso presenta un programma NetLogo che è un ambiente di sviluppo per creare nuovi modelli e, ovviamente, usa il proprio linguaggio di programmazione.
Per questo motivo pensavo di usare questo linguaggio quando inizierò a mostrare come passare dallo pseudo codice al codice vero e proprio: essendo un linguaggio molto specializzato (per la realizzazione di modelli) lo affiancherò a uno generale (credo Python) in maniera da evidenziarne le differenze.
Il corso ha anche qualche pecca: il professore parla un inglese ultra rapido (spesso anche i sottotitoli non riescono a comprenderlo o sono semplicemente sbagliati!) che non aiuta la comprensione; il suo entusiasmo per la materia è eccessivo e le dà più valore di quanto non abbia: difficile spiegare a parole dove stia il problema di questo atteggiamento e quindi cercherò di spiegarlo col seguente esempio pratico.
Probabilmente l'argomento più importante della prima lezione (che ovviamente conteneva molte spiegazioni introduttive) è il modello di Schelling per la segregazione.
Lo scopo del modello è quello di cercare di spiegare il motivo per cui nelle grandi città americane ci sia un'impressionante segregazione razziale nella scelta della propria residenza: il professore ha mostrato delle mappe colorate in base alla razza (bianchi, neri, ispanici e orientali) di città come New York, Detroit o Washington che evidenziano chiaramente il problema.
Ovviamente (siamo alla prima lezione!) il modello è semplicissimo: gli agenti sono le singole famiglie e se ne vuole simulare il comportamento della scelta della propria residenza.
Gli agenti sono disposti inizialmente in maniera casuale su una griglia: ogni agente ha quindi otto caselle vicine dove ciascuna di esse può essere dello stesso colore (razza), diverso, oppure libera.
L'unica regola degli agenti è: se la percentuale dei vicini del proprio colore è minore di X (dove X è una percentuale anche piccola come il 30%) allora ci si trasferisce in una casella libera.
Grazie a NetLogo è possibile simulare facilmente il comportamento di questo modello cambiando in un attimo ogni parametro (distribuzione iniziale dei colori, grandezza griglia, percentuale delle caselle vuote, valore soglia per innescare il trasferimento, etc...).
Ciò che si osserva è che anche con valori di soglia piuttosto bassi, già dal 30% in su, si ottengono dopo varie iterazioni delle evidente strutture di segregazione: ovvero una divisione della griglia a macchie piuttosto evidenti e dai contorni ben delineati.
La conclusione che si trae da questo modello è molto positiva: anche se le singole famiglie hanno un livello bassissimo di razzismo (cioè si accontenterebbero che il 30% dei propri vicini fossero del proprio “colore”) si ottengono comunque dei significativi livelli di segregazione. In altre parole anche un pizzico di “razzismo” al micro livello (quello delle singole famiglie) provoca una sensibile segregazione che farebbe invece supporre un alto livello di “razzismo”. Il professore (e immagino la maggioranza degli americani) è particolarmente soddisfatto da questa spiegazione perché toglie la colpa dal singolo e la passa al risultato di una moltitudine di anonime e incolpevoli micro interazioni. Ed ecco quindi che il professore si esalta per la potenza dei modelli e di come riescano a spiegare aspetti contro intuitivi della società...
Eppure un modello non rappresenta la realtà: è solo un suo “riassunto” che può essere più o meno significativo e suggerire quindi risposte più o meno corrette.
Le città non sono delle griglie quadrate, quando una famiglia decide di cambiare casa non si trasferisce nella prima abitazione libera che trova, non si decide di cambiare casa in base ai soli otto vicini più prossimi... e si potrebbe continuare con una moltitudine di esempi di questo tipo.
Il fatto quindi che un modello suggerisca una risposta che ci “piace” non costituisce una garanzia della sua correttezza.
In questo caso sarei curioso di sapere se anche le città europee hanno un livello di segregazione pari a quelle americane: se così non fosse bisognerebbe ripensare a quanto questo modello di Schelling sia significativo per il problema che intende risolvere.
Quello che voglio dire è che forse il suggerimento per l'interpretazione del motivo della segregazione nelle città americane dato da questo semplice modello è corretto: magari è stato confermato da studi sul campo o da altri esperimenti; benissimo, ma non è questo il mio punto.
A mio parere l'unica vera lezione che si può apprendere da questo modello, così come ci è stato presentato, è che regole semplici per le singole parti possono produrre collettivamente dei risultati che presentano schemi complessi e talvolta in apparente contrasto con le regole che guidano il comportamento dei suoi elementi costituenti. Per me rimane valido il detto sufi «Quando odi il suono degli zoccoli pensa a una zebra»: ovvero considera quanto un modello suggerisce ma tieni sempre presente la possibilità di altre spiegazioni.
Il professore nel suo entusiasmo attribuisce ai modelli un potere interpretativo della realtà che mi pare eccessivo. Addirittura il professore cerca di convincere e di convincersi che usare i modelli ci renda più intelligenti invece che, più semplicemente, farci capire meglio un determinato problema.
Ma magari è una mia sensazione, forse dovuta alla velocità con cui parla, però istintivamente diffido dell'entusiasmo eccessivo e continuato perché mi pare molto affine al fanatismo e alla cecità che questo porta con sé.
Conclusione: spero di non aver esagerato con l'accento che ho posto sulle critiche a questo corso, in verità lo trovo complessivamente molto interessante e meritevole di studio!
domenica 20 marzo 2016
Lezione LXXXV: triplette e ottavi
Contrariamente a quanto pensato inizialmente ho finito per fissare questa lezione molto più tardi del previsto: i motivi sono svariati ma il principale è che, per circa un mese, sono riuscito (finalmente!) ad aumentare la mia velocità nelle famigerate tre battute veloci di Unholy paradise, passando da 105 a 115 bpm. Prima di fissare una nuova lezione volevo capire fin dove riuscivo ad arrivare; poi mi è occorso un altro mesetto per ammettere che mi ero di nuovo fermato (da 115 a 117)...
Nel frattempo per gli esercizi da fare mi ero arrangiato da solo: dopo Paranoid avevo ripreso Heart of Steel e, più recentemente, Rocking in a free world. Ma procediamo con ordine...
Riscaldamento: Attualmente facevo a rotazione tre serie di esercizi per la velocità (i vari “Vex 1-7”) e uno di teoria. Il maestro mi ha dato la seguente nuova infornata di esercizi: l'idea è di potenziare il mignolo della mano sinistra che al momento è l'anello debole che mi rallenta...
Mi ha anche affidato il compito di decidere come combinarli con i vecchi: molto probabilmente eliminerò Vex 1, 2 e 3 ma i dettagli devo ancora deciderli. Sicuramente dovrò fare delle rotazioni altrimenti il riscaldamento diverrà interminabile! Tutti da eseguire con pennata alternata.
Accordi +: (ex “Accordacci tua”) come previsto (v. Lezione LXXXIV) sono arrivato rapidamente a 100bpm dove però mi sono un po' fermato. In particolare ho qualche difficoltà a passare dal Cmaj7 all'E7 a causa della distanza fra i due accordi sul manico: però mi alleno pochi minuti al giorno e se mi impegnassi un po' di più credo che non avrei problemi ad accelerare ancora. Su suggerimento del maestro ho deciso di fare, una volta alla settimana, un po' di esercizi con i vecchi giri: mi pare di averli imparati bene ma è meglio non fidarsi della memoria motoria del mio cervello!
Unholy paradise: come spiegato nella premessa sono ormai da varie settimane bloccato a 117bpm. Spero che i nuovi esercizi mi siano di aiuto: sono moderatamente fiducioso. Io continuo caprescamente a esercitarmi...
Midnight Madness: dopo numerose prove e registrazione ero giunto alla conclusione che sbagliavo la battuta finale. Tale battuta (come ho già spiegato altrove) ha tre difficoltà che si sovrappongono: 1. molte note veloci; 2. si cambiano quattro corde; 3. cambio di ritmo da triplette a ottavi. Il problema maggiore è il terzo e così ho chiesto al maestro che mi ha dato un esercizio specifico:
Le prime tre battute sono triplette (cioè tre note durano un quarto) mentre nell'ultima si tratta di normali ottavi (e quindi due note durano un quarto). Da eseguire con pennata alternata.
Nel frattempo avevo smesso di studiare Midnight Madness e avevo ripreso Battle Hymn: ora devo decidere se sospenderne lo studio (la parte iniziale melodica è molto impegnativa: col maestro le abbiamo dato un'occhiata e secondo lui è piuttosto difficile e andrebbe suonata con le dita invece che col plettro... comunque mi ha dato un po' di trucchetti sulla direzione di pennata che mi dovrebbero aiutare...)
Paranoid: ripreso, studiato, registrato e rimesso da parte! Vedi il corto Paranoid of Steel per ascoltare la mia ultima versione...
Poi avevo ripreso in mano anche Heart of Steel: vedi il corto precedente...
Di questo brano mi erano rimasti dubbi per una battuta dove sentivo una nota in più che il maestro non mi aveva dato e che infatti mi ha aggiunto (sono stato pigro avrei potuto facilmente identificarla da solo). E mi sono fatto rispiegare lo scivolo: sbagliavo facendo scorrere il dito dalla cima del manico verso il ponte per ¼ e tornando indietro per un altro ¼. Devo andare in una direzione sola: partire dal 16° tasto e arrivare all'inizio del secondo quarto all'8° tasto per poi terminare alla cima. Magari farò prima un po' di pratica col metronomo...
Battle Hymn: come già spiegato avevo iniziato a esercitarmi su questo brano dopo aver interrotto lo studio di Midnight Madness dei Sinergy. Adesso, visto che ho un nuovo esercizio specifico (Synplus!) devo decidere che fare: devo stare attento a non fare esercitazioni troppo lunghe per non disaffezzionarmi...
Rocking for a free world: come spiegato avevo ripreso lo studio di questo brano (che adeso mi pare molto facile!) dopo aver messo da parte prima Paranoid e poi Heart of Steel. Alla luce però delle ultime novità lo risospenderò per riconcentrarmi su Heart of Steel dove ho la nota extra e lo “scivolo” da migliorare...
Conclusione: non faccio previsioni su quando sarà la prossima lezione! Sono moderatamente speranzoso di riuscire ad arrivare a 120bpm in Unholy paradise ma mi occorreranno almeno un paio di settimane per imparare i nuovi esercizi e altrettante affinché questi inizino a essermi utili...
Nel frattempo per gli esercizi da fare mi ero arrangiato da solo: dopo Paranoid avevo ripreso Heart of Steel e, più recentemente, Rocking in a free world. Ma procediamo con ordine...
Riscaldamento: Attualmente facevo a rotazione tre serie di esercizi per la velocità (i vari “Vex 1-7”) e uno di teoria. Il maestro mi ha dato la seguente nuova infornata di esercizi: l'idea è di potenziare il mignolo della mano sinistra che al momento è l'anello debole che mi rallenta...
Mi ha anche affidato il compito di decidere come combinarli con i vecchi: molto probabilmente eliminerò Vex 1, 2 e 3 ma i dettagli devo ancora deciderli. Sicuramente dovrò fare delle rotazioni altrimenti il riscaldamento diverrà interminabile! Tutti da eseguire con pennata alternata.
Accordi +: (ex “Accordacci tua”) come previsto (v. Lezione LXXXIV) sono arrivato rapidamente a 100bpm dove però mi sono un po' fermato. In particolare ho qualche difficoltà a passare dal Cmaj7 all'E7 a causa della distanza fra i due accordi sul manico: però mi alleno pochi minuti al giorno e se mi impegnassi un po' di più credo che non avrei problemi ad accelerare ancora. Su suggerimento del maestro ho deciso di fare, una volta alla settimana, un po' di esercizi con i vecchi giri: mi pare di averli imparati bene ma è meglio non fidarsi della memoria motoria del mio cervello!
Unholy paradise: come spiegato nella premessa sono ormai da varie settimane bloccato a 117bpm. Spero che i nuovi esercizi mi siano di aiuto: sono moderatamente fiducioso. Io continuo caprescamente a esercitarmi...
Midnight Madness: dopo numerose prove e registrazione ero giunto alla conclusione che sbagliavo la battuta finale. Tale battuta (come ho già spiegato altrove) ha tre difficoltà che si sovrappongono: 1. molte note veloci; 2. si cambiano quattro corde; 3. cambio di ritmo da triplette a ottavi. Il problema maggiore è il terzo e così ho chiesto al maestro che mi ha dato un esercizio specifico:
Le prime tre battute sono triplette (cioè tre note durano un quarto) mentre nell'ultima si tratta di normali ottavi (e quindi due note durano un quarto). Da eseguire con pennata alternata.
Nel frattempo avevo smesso di studiare Midnight Madness e avevo ripreso Battle Hymn: ora devo decidere se sospenderne lo studio (la parte iniziale melodica è molto impegnativa: col maestro le abbiamo dato un'occhiata e secondo lui è piuttosto difficile e andrebbe suonata con le dita invece che col plettro... comunque mi ha dato un po' di trucchetti sulla direzione di pennata che mi dovrebbero aiutare...)
Paranoid: ripreso, studiato, registrato e rimesso da parte! Vedi il corto Paranoid of Steel per ascoltare la mia ultima versione...
Poi avevo ripreso in mano anche Heart of Steel: vedi il corto precedente...
Di questo brano mi erano rimasti dubbi per una battuta dove sentivo una nota in più che il maestro non mi aveva dato e che infatti mi ha aggiunto (sono stato pigro avrei potuto facilmente identificarla da solo). E mi sono fatto rispiegare lo scivolo: sbagliavo facendo scorrere il dito dalla cima del manico verso il ponte per ¼ e tornando indietro per un altro ¼. Devo andare in una direzione sola: partire dal 16° tasto e arrivare all'inizio del secondo quarto all'8° tasto per poi terminare alla cima. Magari farò prima un po' di pratica col metronomo...
Battle Hymn: come già spiegato avevo iniziato a esercitarmi su questo brano dopo aver interrotto lo studio di Midnight Madness dei Sinergy. Adesso, visto che ho un nuovo esercizio specifico (Synplus!) devo decidere che fare: devo stare attento a non fare esercitazioni troppo lunghe per non disaffezzionarmi...
Rocking for a free world: come spiegato avevo ripreso lo studio di questo brano (che adeso mi pare molto facile!) dopo aver messo da parte prima Paranoid e poi Heart of Steel. Alla luce però delle ultime novità lo risospenderò per riconcentrarmi su Heart of Steel dove ho la nota extra e lo “scivolo” da migliorare...
Conclusione: non faccio previsioni su quando sarà la prossima lezione! Sono moderatamente speranzoso di riuscire ad arrivare a 120bpm in Unholy paradise ma mi occorreranno almeno un paio di settimane per imparare i nuovi esercizi e altrettante affinché questi inizino a essermi utili...
sabato 19 marzo 2016
CdP: Soluzioni lezione 1
Gli esercizi assegnati, con l'eccezione del problema 7 facoltativo, erano piuttosto semplici e quindi insisterò su dettagli un po' secondari...
Problema 4: “Area rettangolo” - Calcolare l'area di un rettangolo con i lati di 10 e 12 cm.
Algoritmo:
1 – Assegna lato minore
2 – Assegna lato maggiore
3 – Calcola area
Pseudo codice:
1. Lato_Min := 10
2. Lato_Mag := 12
3. Area := Lato_Min * Lato_Mag
Osservazioni:
Algoritmo:
Come al solito gli algoritmi possibili erano più di uno: un'alternativa era quella di calcolare direttamente l'area evitando gli assegnamenti 1 e 2 (ovvero → Area := 10 * 12)
Pseudo Codice:
Notare che il nome delle due variabili Lato_Min e Lato_Mag include il carattere underscore, ovvero “_”: in genere lo si usa al posto dello spazio che è vietato (almeno in tutti i linguaggi che mi vengono in mente) perché confonderebbe il compilatore/interprete.
Problema 5: “Le biglie” - Tim, Tom e Tam hanno lo stesso numero di biglie che, in totale, sono 30: giocando fra loro Tim vince 5 biglie e Tom ne perde 1. Con quante biglie è rimasto Tam?
Algoritmo:
1. Assegna dati noti
2. Calcola biglie iniziali di Tam
3. Sottrai a Tam le biglie vinte da Tim e aggiungi quelle perse da Tom
Pseudo codice:
1. Vinte_da_Tim := 5
2. Perse_da_Tom := 1
3. Biglie_totali := 30
4. Biglie_Iniziali_Tam := Biglie_totali / 3
5. Biglie_Tam := Biglie_Iniziali_Tam – Vinte_da_Tim + Perse_da_Tom
Osservazioni:
Algoritmo:
Il passo 1 è generico: come spiegato, in genere, le istruzioni generiche dovrebbero essere sostituite da funzioni (che vedremo in seguito) ma in questo caso, data la semplicità delle operazioni richieste si è convertito con le operazioni 1, 2 e 3 dello pseudo-codice. Vale anche la pena di sottolineare che, via via che si prende confidenza con la stesura di algoritmi, aumenterà il numero dei passi generici: sappiamo già come risolvere uno specifico sottoproblema e, per questo, non perdiamo tempo descrivendo la soluzione nei suoi dettagli.
Il passo 5 può generare qualche perplessità ma è matematica elementare: essendoci solo tre giocatori, se il primo vince 5 biglie e il secondo ne perde 1, significa che il terzo ne perde 4 (5 -1) e quindi il numero delle sue biglie finali sarà pari al numero di quelle iniziali meno 4, ovvero 6.
Pseudo Codice:
-
Problema 6: “Scambio di più variabili” - Alle variabili A, B e C sono già stati precedentemente assegnati dei valori noti: adesso si vuole che A prenda il valore originale di B, B quello di C e C il valore originale di A.
Algoritmo:
1- salva il valore di A in una variabile temporanea
2- copia il valore di B in A
3- copia il valore di C in B
4- copia il valore della variabile temporanea in C
Pseudo codice:
1. tmp := A
2. A := B
3. B := C
4. C := tmp
Osservazioni:
Algoritmo:
L'algoritmo ricalca da vicino quello del problema 3: da notare che nonostante ci sia una variabile in più (la C) basta comunque una sola variabile temporanea (che, come da tradizione informatica, ho chiamato tmp). È pero importante l'ordine degli assegnamenti! Ad esempio, scambiando l'istruzione 2 con la 3, il programma non risolverebbe più il problema: il valore originario di B andrebbe perso e ad A verrebbe assegnato il valore originario di C.
Pseudo codice:
-
Problema 7 (bonus!): Le due variabili- Alle variabili A e B sono già stati precedentemente assegnati dei valori noti: si vuole che B prenda il valore di A e che A prenda il valore di B. Senza usare nessuna variabile temporanea: ovvero usando solo assegnamenti fra A e B...
Algoritmo:
1. Sfrutta le combinazioni lineari delle variabili A e B per scambiarne i valori...
Pseudo Codice:
1. A := A + B
2. B := B – A
3. A := A + B
4. B := -B
Osservazioni:
Algoritmo:
Il passo 1 suona come un imbroglio ma in effetti non saprei suddividere tale passaggio in parti più semplici: come detto si tratta di algebra lineare...
Pseudo Codice:
Di per sé le varie istruzioni sono semplici assegnamenti e non c'è niente da spiegare: un dubbio legittimo è però chiedersi se il programmino funziona!
Come premesso questo algoritmo è una curiosità senza nessuna applicazione pratica: è più semplice e rapido effettuare lo scambio in tre passaggi usando una variabile temporanea (v. problema 3) che le quattro operazioni non intuitive di questo pseudo codice...
Un utile sistema per verificare manualmente il codice è quello di tenere traccia, ad ogni passaggio, del contenuto delle variabili A e B. Proviamo a farlo insieme (*1):
Situazione iniziale → A = @ e B = Ж
Dopo istruzione 1 → A = @ + Ж e B = Ж
Dopo istruzione 2 → A = @ + Ж e B = Ж - @ - Ж = -@
Dopo istruzione 3 → A = @ + Ж - @ = Ж e B = -@
Dopo istruzione 4 → A = Ж e B = @
Conclusione: prossimamente la lezione due...
Nota (*1): invece di usare numeri (o incognite come le tradizionali X o Y) uso i simboli @ e Ж. Mi sembra più chiaro...
Problema 4: “Area rettangolo” - Calcolare l'area di un rettangolo con i lati di 10 e 12 cm.
Algoritmo:
1 – Assegna lato minore
2 – Assegna lato maggiore
3 – Calcola area
Pseudo codice:
1. Lato_Min := 10
2. Lato_Mag := 12
3. Area := Lato_Min * Lato_Mag
Osservazioni:
Algoritmo:
Come al solito gli algoritmi possibili erano più di uno: un'alternativa era quella di calcolare direttamente l'area evitando gli assegnamenti 1 e 2 (ovvero → Area := 10 * 12)
Pseudo Codice:
Notare che il nome delle due variabili Lato_Min e Lato_Mag include il carattere underscore, ovvero “_”: in genere lo si usa al posto dello spazio che è vietato (almeno in tutti i linguaggi che mi vengono in mente) perché confonderebbe il compilatore/interprete.
Problema 5: “Le biglie” - Tim, Tom e Tam hanno lo stesso numero di biglie che, in totale, sono 30: giocando fra loro Tim vince 5 biglie e Tom ne perde 1. Con quante biglie è rimasto Tam?
Algoritmo:
1. Assegna dati noti
2. Calcola biglie iniziali di Tam
3. Sottrai a Tam le biglie vinte da Tim e aggiungi quelle perse da Tom
Pseudo codice:
1. Vinte_da_Tim := 5
2. Perse_da_Tom := 1
3. Biglie_totali := 30
4. Biglie_Iniziali_Tam := Biglie_totali / 3
5. Biglie_Tam := Biglie_Iniziali_Tam – Vinte_da_Tim + Perse_da_Tom
Osservazioni:
Algoritmo:
Il passo 1 è generico: come spiegato, in genere, le istruzioni generiche dovrebbero essere sostituite da funzioni (che vedremo in seguito) ma in questo caso, data la semplicità delle operazioni richieste si è convertito con le operazioni 1, 2 e 3 dello pseudo-codice. Vale anche la pena di sottolineare che, via via che si prende confidenza con la stesura di algoritmi, aumenterà il numero dei passi generici: sappiamo già come risolvere uno specifico sottoproblema e, per questo, non perdiamo tempo descrivendo la soluzione nei suoi dettagli.
Il passo 5 può generare qualche perplessità ma è matematica elementare: essendoci solo tre giocatori, se il primo vince 5 biglie e il secondo ne perde 1, significa che il terzo ne perde 4 (5 -1) e quindi il numero delle sue biglie finali sarà pari al numero di quelle iniziali meno 4, ovvero 6.
Pseudo Codice:
-
Problema 6: “Scambio di più variabili” - Alle variabili A, B e C sono già stati precedentemente assegnati dei valori noti: adesso si vuole che A prenda il valore originale di B, B quello di C e C il valore originale di A.
Algoritmo:
1- salva il valore di A in una variabile temporanea
2- copia il valore di B in A
3- copia il valore di C in B
4- copia il valore della variabile temporanea in C
Pseudo codice:
1. tmp := A
2. A := B
3. B := C
4. C := tmp
Osservazioni:
Algoritmo:
L'algoritmo ricalca da vicino quello del problema 3: da notare che nonostante ci sia una variabile in più (la C) basta comunque una sola variabile temporanea (che, come da tradizione informatica, ho chiamato tmp). È pero importante l'ordine degli assegnamenti! Ad esempio, scambiando l'istruzione 2 con la 3, il programma non risolverebbe più il problema: il valore originario di B andrebbe perso e ad A verrebbe assegnato il valore originario di C.
Pseudo codice:
-
Problema 7 (bonus!): Le due variabili- Alle variabili A e B sono già stati precedentemente assegnati dei valori noti: si vuole che B prenda il valore di A e che A prenda il valore di B. Senza usare nessuna variabile temporanea: ovvero usando solo assegnamenti fra A e B...
Algoritmo:
1. Sfrutta le combinazioni lineari delle variabili A e B per scambiarne i valori...
Pseudo Codice:
1. A := A + B
2. B := B – A
3. A := A + B
4. B := -B
Osservazioni:
Algoritmo:
Il passo 1 suona come un imbroglio ma in effetti non saprei suddividere tale passaggio in parti più semplici: come detto si tratta di algebra lineare...
Pseudo Codice:
Di per sé le varie istruzioni sono semplici assegnamenti e non c'è niente da spiegare: un dubbio legittimo è però chiedersi se il programmino funziona!
Come premesso questo algoritmo è una curiosità senza nessuna applicazione pratica: è più semplice e rapido effettuare lo scambio in tre passaggi usando una variabile temporanea (v. problema 3) che le quattro operazioni non intuitive di questo pseudo codice...
Un utile sistema per verificare manualmente il codice è quello di tenere traccia, ad ogni passaggio, del contenuto delle variabili A e B. Proviamo a farlo insieme (*1):
Situazione iniziale → A = @ e B = Ж
Dopo istruzione 1 → A = @ + Ж e B = Ж
Dopo istruzione 2 → A = @ + Ж e B = Ж - @ - Ж = -@
Dopo istruzione 3 → A = @ + Ж - @ = Ж e B = -@
Dopo istruzione 4 → A = Ж e B = @
Conclusione: prossimamente la lezione due...
Nota (*1): invece di usare numeri (o incognite come le tradizionali X o Y) uso i simboli @ e Ж. Mi sembra più chiaro...
venerdì 18 marzo 2016
Novità musicali 2
A circa due settimane di distanza dall'ultimo aggiornamento (v. Novità musicali 1) ho aggiunto undici brani alle mie collezioni.
E molti di essi li ho trovati grazie a Spotify: lo scorso maggio scrissi Suggerimenti di Spotify dove mi lamentavo che i brani consigliati da Spotify fossero “congelati”, ovvero sempre gli stessi. Evidentemente mi hanno ascoltato: da qualche tempo Spotify ha aggiunto una nuova funzione che presenta nuovi brani basati sulle preferenze dell'utente. Circa il 10% delle proposte mi piacciono: non è male, cercando a caso su Youtube, se va bene, sarò al 5%. L'unica pecca è che la lista è aggiornata solo settimanalmente...
Una conseguenza è che la maggioranza dei nuovi brani (in effetti tutti tranne uno) sono successivi al 2000. Alcuni anche molto recenti: proprio il brano che mi è piaciuto di più è del 2016! poi ho visto che è del marzo 2016!! poi ho controllato meglio e ho scoperto che è di un album uscito il 18 marzo 2016!!! (*1).
Cinque brani su undici sono di gruppi che già conoscevo fra cui, come è ormai consuetudine, ben due dei Majesty.
Di questi undici ne ho selezionati tre:
Di un gruppo che non conoscevo, i Dreamtale, ho aggiunto due brani: il testo del seguente, a giudicare dai commenti su Youtube, ha scandalizzato molti ma io l'ho trovato divertente. A voi il giudizio...
Secret Door – Dreamtale – 2005
Altro bel gruppo italiano (l'avevo già scoperto ma non ne conoscevo la nazionalità!) di power metal. Bellissima la voce della cantante che mi ricorda quella dei Sinergy...
Prisoners of War – White Skull – 2012
E ovviamente il “recentissimo” brano che più di tutti mi è piaciuto!
Self-Blinded Eyes – Almanac - 2016
Nota (*1): beh, in realtà questo brano è uscito come singolo circa un mese fa... però è ancora decisamente recente!
E molti di essi li ho trovati grazie a Spotify: lo scorso maggio scrissi Suggerimenti di Spotify dove mi lamentavo che i brani consigliati da Spotify fossero “congelati”, ovvero sempre gli stessi. Evidentemente mi hanno ascoltato: da qualche tempo Spotify ha aggiunto una nuova funzione che presenta nuovi brani basati sulle preferenze dell'utente. Circa il 10% delle proposte mi piacciono: non è male, cercando a caso su Youtube, se va bene, sarò al 5%. L'unica pecca è che la lista è aggiornata solo settimanalmente...
Una conseguenza è che la maggioranza dei nuovi brani (in effetti tutti tranne uno) sono successivi al 2000. Alcuni anche molto recenti: proprio il brano che mi è piaciuto di più è del 2016! poi ho visto che è del marzo 2016!! poi ho controllato meglio e ho scoperto che è di un album uscito il 18 marzo 2016!!! (*1).
Cinque brani su undici sono di gruppi che già conoscevo fra cui, come è ormai consuetudine, ben due dei Majesty.
Di questi undici ne ho selezionati tre:
Di un gruppo che non conoscevo, i Dreamtale, ho aggiunto due brani: il testo del seguente, a giudicare dai commenti su Youtube, ha scandalizzato molti ma io l'ho trovato divertente. A voi il giudizio...
Altro bel gruppo italiano (l'avevo già scoperto ma non ne conoscevo la nazionalità!) di power metal. Bellissima la voce della cantante che mi ricorda quella dei Sinergy...
E ovviamente il “recentissimo” brano che più di tutti mi è piaciuto!
Nota (*1): beh, in realtà questo brano è uscito come singolo circa un mese fa... però è ancora decisamente recente!
giovedì 17 marzo 2016
Ultimisstoria 3
Nell'ultimo mese ho letto molti vecchi “Storia Illustrata” ma dopo l'impatto iniziale (v. Ultimisstoria 1 e Ultimisstoria 2) non ci ho scritto altri pezzi. In realtà gli articoli che leggo continuano a essere interessanti però, se non mi provocano un'idea o una riflessione personale (*1), non ne scrivo: fare un semplice riassunto di quanto letto non è molto stimolante...
Oggi voglio prendere i fascicoli sfogliati e segnalarne gli articoli letti con un breve commento. Sì, probabilmente darò il marcatore “Peso” a questo pezzo! È infatti una maniera che mi sarà utile per mapparmi quanto ho appreso ma dubito che possa essere di interesse per terze persone...
Storia Illustrata – Aprile 1978
I Gracchi di Paolo Baldacci → v. Ultimisstoria 1
Federico Barbarossa di Maria Luisa Rizzatti → i comuni italiani più che l'indipendenza volevano solo più autonomia amministrativa (meno tasse).
Per un telegramma l'America entrò in guerra di Elio Nissim → v. Ultimisstoria 2
La vera Lou Salomé di Italo Alighiero Chiusano → v. Ultimisstoria 2
Perché Oberdan salì al patibolo di Alfred Alexander → ero curioso... conosco una piazza (e un cinema!) col suo nome. Non compì nessun attentato ma al suo processo aggravò volontariamente la propria posizione per essere condannato a morte. Voleva divenire un martire simbolo dell'irredentismo.
Storia Illustrata – Agosto 1968
Alla carica di Emilio Faldella → non credo di averlo letto tutto ma abbastanza da aver capito la differenza fra dragoni e cavalleggeri!
Graf Spee: La corazzata-suicida → v. Le SSS
Il camerata diventa Füherer di Giuseppe Mayda → Letto parzialmente: pochi fatti e parecchie chiacchiere.
Storia Illustrata – Febbraio 1978
80 anni di fantascienza di Tiziano Sclavi → «La pellicola, che si avvia a frantumare ogni record di incassi, conta su un numero incredibile di effetti speciali, dieci volte quelli di “2001”. La storia è semplicissima, una favola: la principessa Leia, catturata dall'“impero”, viene liberata dai “ribelli”, che riescono a distruggere la base dei “cattivi”. Eroi sono un giovane “cavaliere”, un “cowboy” spaziale e un vecchio saggio dotato di straordinari poteri». L'articolo è corredato anche da una foto di Luke Skywalker con la didascalia “L'astronauta del film «Guerre stellari»”.
Le tappe della guerra greco-gotica di Mino Milani → argomento che mi sta iniziando a interessare: avrebbe potuto funzionare e divenire una potenza lo stato dato dalla difficile coabitazione fra goti e romani senza la distruzione provocata dal tentativo di eiconquista bizantino? L'articolo non risponde a questa domanda.
SS: battaglioni di sterminiodi Mario Lombardo → letto qualcosa, catturato dalle immagini forti. Perversione umana.
Storia illustrata – Gennaio 1970
Niente! Tanti articoli scorsi rapidamente ma nessuno interamente...
Storia illustrata – Novembre 1967
Strani esseri umani su animali mai visti di Felice Bellotti. Si tratta degli ittiti. Riuscirono a costruire un impero perché furono la prima popolazione che non massacrava gli sconfitti lasciandogli anzi una certa autonomia (ad esempio religiosa).
«Chassepots» il miracolo di Mentana di Renato Giuntini – la sconfitta di Garibaldi fu dovuta all'introduzione di un nuovo tipo di fucile di un ordine di grandezza più efficiente dei precedenti.
Il prete rosso di Olga Ceretti → non è chiaro se Vivaldi avesse i capelli rossi o fosse così chiamato a causa della sua tonaca. Comunque non viveva come un prete!
Storia illustrata – Gennaio 1969
Vita di Machiavelli di Maria Luisa Rizzatti → articolo che non mantiene le aspettative ma con qualche aneddoto interessante. Non era cinico come suggeriva di essere nel Principe...
Einstein, il Mosè della scienza contemporanea di Ezio Colombo → Più intelligente degli altri, vestiva male. Interessante il rapporto con la prima moglie.
La monaca portoghese di Cesare Giardini → “Uscirono da un monastero le più belle lettere d'amore del Seicento”. Mistero interessantissimo è l'identità dei protagonisti. Divertente l'opinione dell'autore secondo cui Chamilly (un cavaliere francese che combatteva in Portogallo) non possa essere il protagonista maschile (il destinatario delle lettere) della vicenda perché descritto come: “...un uomo grande e grosso, il migliore del mondo, coraggioso e pieno d'onore, ma così stupido e pesante...”. Secondo i moderni intellettuali è impossibile che una donna, tanto sensibile e intelligente come l'autrice delle lettere, possa essersi perdutamente innamorata di un uomo così!
Storia illustrata – Settembre 1969
Furie in cielo: gli Stukas di Antonio de Falco → più famigerati che buoni: surclassati da altri modelli.
Molti altri articoli leggiucchiati ma non interamente...
Storia Illustrata – Giugno 1968
La magica spada di Scanderbeg di Giacomo de Antonellis → Interessantissimo! Chiedete a un albanese chi è Scanderbeg...
Finì sul Montello la leggenda di Baracca di Franco Pagliano → Passò dalla cavalleria agli aerei. 34 aerei abbattuti.
La bussola di Bruno Ghibaudi → Quando i marinai della flotta di Amalfi catturarono delle navi turche nel porto di Tunisi non capirono cosa fossero quegli oggetti misteriosi e li chiamarono bùxula, il nome generico che nel latino medioevale si dava alle piccole cassette e urne...
Giona di m. l. r. (Maria Luisa Rizzatti?) → breve articolo su quello che in effetti è uno dei libri più interessanti del Vecchio Testamento.
Ci sarebbero ancora un paio di fascicoli da riguardare ma li lascerò per un prossimo pezzo...
Conclusione: in effetti qualche spunto per scriverci degli articoli c'era ma, come sempre, (fortunatamente) non riesco a scrivere tutto ciò che penso!
Nota (*1): in uno di questo tipo mi sono imbattuto proprio ieri ma ne scriverò separatamente... prima o poi...
Oggi voglio prendere i fascicoli sfogliati e segnalarne gli articoli letti con un breve commento. Sì, probabilmente darò il marcatore “Peso” a questo pezzo! È infatti una maniera che mi sarà utile per mapparmi quanto ho appreso ma dubito che possa essere di interesse per terze persone...
Storia Illustrata – Aprile 1978
I Gracchi di Paolo Baldacci → v. Ultimisstoria 1
Federico Barbarossa di Maria Luisa Rizzatti → i comuni italiani più che l'indipendenza volevano solo più autonomia amministrativa (meno tasse).
Per un telegramma l'America entrò in guerra di Elio Nissim → v. Ultimisstoria 2
La vera Lou Salomé di Italo Alighiero Chiusano → v. Ultimisstoria 2
Perché Oberdan salì al patibolo di Alfred Alexander → ero curioso... conosco una piazza (e un cinema!) col suo nome. Non compì nessun attentato ma al suo processo aggravò volontariamente la propria posizione per essere condannato a morte. Voleva divenire un martire simbolo dell'irredentismo.
Storia Illustrata – Agosto 1968
Alla carica di Emilio Faldella → non credo di averlo letto tutto ma abbastanza da aver capito la differenza fra dragoni e cavalleggeri!
Graf Spee: La corazzata-suicida → v. Le SSS
Il camerata diventa Füherer di Giuseppe Mayda → Letto parzialmente: pochi fatti e parecchie chiacchiere.
Storia Illustrata – Febbraio 1978
80 anni di fantascienza di Tiziano Sclavi → «La pellicola, che si avvia a frantumare ogni record di incassi, conta su un numero incredibile di effetti speciali, dieci volte quelli di “2001”. La storia è semplicissima, una favola: la principessa Leia, catturata dall'“impero”, viene liberata dai “ribelli”, che riescono a distruggere la base dei “cattivi”. Eroi sono un giovane “cavaliere”, un “cowboy” spaziale e un vecchio saggio dotato di straordinari poteri». L'articolo è corredato anche da una foto di Luke Skywalker con la didascalia “L'astronauta del film «Guerre stellari»”.
Le tappe della guerra greco-gotica di Mino Milani → argomento che mi sta iniziando a interessare: avrebbe potuto funzionare e divenire una potenza lo stato dato dalla difficile coabitazione fra goti e romani senza la distruzione provocata dal tentativo di eiconquista bizantino? L'articolo non risponde a questa domanda.
SS: battaglioni di sterminiodi Mario Lombardo → letto qualcosa, catturato dalle immagini forti. Perversione umana.
Storia illustrata – Gennaio 1970
Niente! Tanti articoli scorsi rapidamente ma nessuno interamente...
Storia illustrata – Novembre 1967
Strani esseri umani su animali mai visti di Felice Bellotti. Si tratta degli ittiti. Riuscirono a costruire un impero perché furono la prima popolazione che non massacrava gli sconfitti lasciandogli anzi una certa autonomia (ad esempio religiosa).
«Chassepots» il miracolo di Mentana di Renato Giuntini – la sconfitta di Garibaldi fu dovuta all'introduzione di un nuovo tipo di fucile di un ordine di grandezza più efficiente dei precedenti.
Il prete rosso di Olga Ceretti → non è chiaro se Vivaldi avesse i capelli rossi o fosse così chiamato a causa della sua tonaca. Comunque non viveva come un prete!
Storia illustrata – Gennaio 1969
Vita di Machiavelli di Maria Luisa Rizzatti → articolo che non mantiene le aspettative ma con qualche aneddoto interessante. Non era cinico come suggeriva di essere nel Principe...
Einstein, il Mosè della scienza contemporanea di Ezio Colombo → Più intelligente degli altri, vestiva male. Interessante il rapporto con la prima moglie.
La monaca portoghese di Cesare Giardini → “Uscirono da un monastero le più belle lettere d'amore del Seicento”. Mistero interessantissimo è l'identità dei protagonisti. Divertente l'opinione dell'autore secondo cui Chamilly (un cavaliere francese che combatteva in Portogallo) non possa essere il protagonista maschile (il destinatario delle lettere) della vicenda perché descritto come: “...un uomo grande e grosso, il migliore del mondo, coraggioso e pieno d'onore, ma così stupido e pesante...”. Secondo i moderni intellettuali è impossibile che una donna, tanto sensibile e intelligente come l'autrice delle lettere, possa essersi perdutamente innamorata di un uomo così!
Storia illustrata – Settembre 1969
Furie in cielo: gli Stukas di Antonio de Falco → più famigerati che buoni: surclassati da altri modelli.
Molti altri articoli leggiucchiati ma non interamente...
Storia Illustrata – Giugno 1968
La magica spada di Scanderbeg di Giacomo de Antonellis → Interessantissimo! Chiedete a un albanese chi è Scanderbeg...
Finì sul Montello la leggenda di Baracca di Franco Pagliano → Passò dalla cavalleria agli aerei. 34 aerei abbattuti.
La bussola di Bruno Ghibaudi → Quando i marinai della flotta di Amalfi catturarono delle navi turche nel porto di Tunisi non capirono cosa fossero quegli oggetti misteriosi e li chiamarono bùxula, il nome generico che nel latino medioevale si dava alle piccole cassette e urne...
Giona di m. l. r. (Maria Luisa Rizzatti?) → breve articolo su quello che in effetti è uno dei libri più interessanti del Vecchio Testamento.
Ci sarebbero ancora un paio di fascicoli da riguardare ma li lascerò per un prossimo pezzo...
Conclusione: in effetti qualche spunto per scriverci degli articoli c'era ma, come sempre, (fortunatamente) non riesco a scrivere tutto ciò che penso!
Nota (*1): in uno di questo tipo mi sono imbattuto proprio ieri ma ne scriverò separatamente... prima o poi...
mercoledì 16 marzo 2016
Vignette e Wow
Tanto tempo fa (v. Bloggultimo) ho deciso di interrompere la serie “Bloggultime” perché decisamente noiosa e non interessante: le uniche sezioni decenti erano quella sui pezzi “Wow” e quella sulle nuove vignette.
Come temevo e avevo previsto, senza il pungolo di dover scrivere un “Bloggultime” la produzione di nuove vignette si è praticamente interrotta. Solo qualche settimana (v. conclusione di Rallentamento ingiustificato e non) fa mi sono imposto di disegnarne un paio nuove: ne approfitto quindi per un nuovo aggiornamento sui pezzi “Wow” dei mesi scorsi e, ovviamente, sui miei ultimi sforzi artistici...
Partiamo dalle vignette (andare alla fine del pezzo Legenda per vederle!): “Società” e “Mistero”...
La prima vignetta, “Società”, è basata sugli scarabocchi di un mio amico: per qualche motivo mi era rimasta una sua pagina riempita di disegni e, in un angolino, c'erano le sagome stilizzate del duomo di Firenze e di Palazzo Vecchio (sede del comune). Decisi quindi di usarle come sfondo della piazza: sfortunatamente la mia abilità artistica è tale che, anche copiando dall'originale, sono riuscito a sbagliare tutte le proporzioni! Comunque l'idea del disegno è quella di mostrare l'alienazione del protagonista che, come si capisce dai colori, nonostante la grande folla si vede come l'unica persona reale in un mondo grigio. Non so... forse un po' troppo didascalica...
La seconda vignetta, “Mistero”, mi piace decisamente di più! Mi secca non essere riuscito a disegnare il vetro della lente d'ingrandimento; sono però contento del fuoco: ho seguito un minicorso in rete per imparare a farlo e il risultato mi piace. Molto fiero del berretto con i suoi colori e linee e della specie di “mantellina” sulle spalle di KGB. Buffo lo sguardo allucinato del protagonista!
E con i “Wow” ero rimasto appena a..... al luglio 2014!!!! Povero me!
Va bene, riguardiamoci i miei vecchi pezzi: tanto, come se fossero scarafoni, mi sembrano comunque sempre belli!
Per agosto (2014!) abbiamo solo due candidati: È dittatura?, con un'interessante considerazione su cosa sia la democrazia, e La micia di Paris Hilton, una divertente divagazione filosofica...
Settembre 2014: mese molto prolifico e con pezzi di qualità. A dire il vero anche grazie a qualcosa di molto triste che all'epoca aveva smosso i miei sentimenti...
Comunque i candidati al “Wow” sono ben cinque (ma volendo ne avrei potuto aggiungere un altro paio):
Capitolo VI: il commento a un capitolo critico dell'opera di Tocqueville sulla democrazia (americana), ovvero i pericoli in cui rischia di degenerare. È la descrizione esatta del presente.
La follia della speranza: scritto col cuore amareggiato.
I 16 pregi degli scacchi: come dice il titolo si tratta di un pezzo dove elenco le virtù educative degli scacchi se opportunamente insegnati.
Nando: un bel quadretto seppure un po' malinconico.
Sto sempre a magnà: questo invece è decisamente malinconico!
Ottobre 2014: imparagonabile al mese precedente dove qualunque candidato avrebbe vinto facilmente contro questi.... eppure qualche merito lo hanno anche loro. Colgo l'occasione per segnalare che in questo mese, come nei precedenti, ci sono molti buoni pezzi che descrivono l'agonia democratica del M5S: pezzi senza dubbio interessanti ma che ormai sono superati dagli eventi...
Lea de Mae: non sono sicuro del perché mi piaccia questo pezzo: magari perché unisce la tragicità di una morte inesorabile alla bellezza?
Padri (idioti) e figlie: divertente, sembra incredibile eppure è vero...
Una cronistoria: epico sforzo per ripercorrere l'evoluzione della mia visione sul M5S
Novembre 2014: mese complessivamente modesto con però un paio di pezzi che spiccano sugli altri...
KGB sullo stato del mondo: faticosa serie che mi sono imposto di scrivere. Come al solito premio il primo episodio anche se il migliore è probabilmente l'ultimo.
Cina e tao: bel pezzo utile a comprendere la Cina.
La fine del M5S: per il suo valore storico. Le speranze espresse nell'epistola riportata sono tutte naufragate, però resta la coscienza pulita.
Dicembre 2014: appena 14 pezzi e tutti piuttosto modesti: forse sarebbe giusto non assegnare il “Wow” per questo mese ma voglio comunque premiare un'intuizione su Godzilla e il Giappone: Salute e Godzilla
Per i “Wow” del 2015, probabilmente per il primo semestre, rimando a un prossimo pezzo.
Conclusione: mi piace rileggere i miei pezzi perché la penso esattamente come me!
Come temevo e avevo previsto, senza il pungolo di dover scrivere un “Bloggultime” la produzione di nuove vignette si è praticamente interrotta. Solo qualche settimana (v. conclusione di Rallentamento ingiustificato e non) fa mi sono imposto di disegnarne un paio nuove: ne approfitto quindi per un nuovo aggiornamento sui pezzi “Wow” dei mesi scorsi e, ovviamente, sui miei ultimi sforzi artistici...
Partiamo dalle vignette (andare alla fine del pezzo Legenda per vederle!): “Società” e “Mistero”...
La prima vignetta, “Società”, è basata sugli scarabocchi di un mio amico: per qualche motivo mi era rimasta una sua pagina riempita di disegni e, in un angolino, c'erano le sagome stilizzate del duomo di Firenze e di Palazzo Vecchio (sede del comune). Decisi quindi di usarle come sfondo della piazza: sfortunatamente la mia abilità artistica è tale che, anche copiando dall'originale, sono riuscito a sbagliare tutte le proporzioni! Comunque l'idea del disegno è quella di mostrare l'alienazione del protagonista che, come si capisce dai colori, nonostante la grande folla si vede come l'unica persona reale in un mondo grigio. Non so... forse un po' troppo didascalica...
La seconda vignetta, “Mistero”, mi piace decisamente di più! Mi secca non essere riuscito a disegnare il vetro della lente d'ingrandimento; sono però contento del fuoco: ho seguito un minicorso in rete per imparare a farlo e il risultato mi piace. Molto fiero del berretto con i suoi colori e linee e della specie di “mantellina” sulle spalle di KGB. Buffo lo sguardo allucinato del protagonista!
E con i “Wow” ero rimasto appena a..... al luglio 2014!!!! Povero me!
Va bene, riguardiamoci i miei vecchi pezzi: tanto, come se fossero scarafoni, mi sembrano comunque sempre belli!
Per agosto (2014!) abbiamo solo due candidati: È dittatura?, con un'interessante considerazione su cosa sia la democrazia, e La micia di Paris Hilton, una divertente divagazione filosofica...
Settembre 2014: mese molto prolifico e con pezzi di qualità. A dire il vero anche grazie a qualcosa di molto triste che all'epoca aveva smosso i miei sentimenti...
Comunque i candidati al “Wow” sono ben cinque (ma volendo ne avrei potuto aggiungere un altro paio):
Capitolo VI: il commento a un capitolo critico dell'opera di Tocqueville sulla democrazia (americana), ovvero i pericoli in cui rischia di degenerare. È la descrizione esatta del presente.
La follia della speranza: scritto col cuore amareggiato.
I 16 pregi degli scacchi: come dice il titolo si tratta di un pezzo dove elenco le virtù educative degli scacchi se opportunamente insegnati.
Nando: un bel quadretto seppure un po' malinconico.
Sto sempre a magnà: questo invece è decisamente malinconico!
Ottobre 2014: imparagonabile al mese precedente dove qualunque candidato avrebbe vinto facilmente contro questi.... eppure qualche merito lo hanno anche loro. Colgo l'occasione per segnalare che in questo mese, come nei precedenti, ci sono molti buoni pezzi che descrivono l'agonia democratica del M5S: pezzi senza dubbio interessanti ma che ormai sono superati dagli eventi...
Lea de Mae: non sono sicuro del perché mi piaccia questo pezzo: magari perché unisce la tragicità di una morte inesorabile alla bellezza?
Padri (idioti) e figlie: divertente, sembra incredibile eppure è vero...
Una cronistoria: epico sforzo per ripercorrere l'evoluzione della mia visione sul M5S
Novembre 2014: mese complessivamente modesto con però un paio di pezzi che spiccano sugli altri...
KGB sullo stato del mondo: faticosa serie che mi sono imposto di scrivere. Come al solito premio il primo episodio anche se il migliore è probabilmente l'ultimo.
Cina e tao: bel pezzo utile a comprendere la Cina.
La fine del M5S: per il suo valore storico. Le speranze espresse nell'epistola riportata sono tutte naufragate, però resta la coscienza pulita.
Dicembre 2014: appena 14 pezzi e tutti piuttosto modesti: forse sarebbe giusto non assegnare il “Wow” per questo mese ma voglio comunque premiare un'intuizione su Godzilla e il Giappone: Salute e Godzilla
Per i “Wow” del 2015, probabilmente per il primo semestre, rimando a un prossimo pezzo.
Conclusione: mi piace rileggere i miei pezzi perché la penso esattamente come me!
martedì 15 marzo 2016
Procopio
Ho appena finito di leggere Storia segreta di Procopio di Cesarea, Ed. Club del libro Fratelli Melita, 1981, trad. Filippo Maria Pontani.
Sono molto incerto su come considerarlo e cosa scrivere: talvolta mi faccio subito un'idea ben precisa che spesso trova conferma nelle pagine successive: un'idiosincrasia dell'autore, un errore concettuale o, al contrario, un concetto profondo a cui non avevo mai pensato oppure non considerato da tale specifico punto di vista... e introrno a questi elementi baso il mio commento.
Qui invece niente di tutto questo! È un mistero che non sono riuscito a inquadrare né a capire...
Ma forse è bene spiegare di cosa si tratti: Procopio di Cesarea fu uno storico bizantino del VI secolo, coevo dell'imperatore Giustiniano, dell'imperatrice Teodora e di Belisario (colui che distrusse l'Italia in un'interminabile guerra contro i goti e che ebbe l'effetto di aprire la strada alla dominazione longobarda).
Ma la sua storia segreta non è il classico libro di storia che narra le imprese militari del tempo (sull'argomento Procopio scrisse altri volumi) ma aspira invece a descrivere il “dietro le quinte”, i motivi segreti del palazzo del potere, ciò che veramente muoveva l'imperatore e l'imperatrice.
L'argomento sembrerebbe molto interessante ma le immagini che Procopio dà di Giustiniano, Teodora (v. Teodora) e Belisario sono sconcertanti: Giustiniano è una sorta di demone in forma umana, Teodora un'ex prostituta e Belisario un fantoccio nelle mani della moglie che si fa costantemente gioco di lui.
Il risultato è che Procopio spiega alcune scelte strategico militari di Belisario come dettate da motivi personali come, ad esempio, tornare frettolosamente a Bisanzio prima di essersi assicurato la vittoria solo per il desiderio di sorprendere la moglie con il suo amante.
Giustiniano e Teodora invece sono assettati di denaro: lo rubano e lo estorcono in tutte le maniere: spesso falsificano testamenti, oppure vendono cariche istituzionali, promulgano leggi ingiuste e vessatorie in cambio di denaro, usano delatori per confische, etc...
E cosa fanno con questo denaro? Lo donano senza motivo ai barbari, soprattutto agli unni, che invece di esserne soddisfatti ne vogliono sempre di più e comunque si abbandonano a rapine contro i romani (dell'impero di oriente).
È evidente che qualcosa di vero ci deve essere nelle parole di Procopio ma ciò che non riesco a capire è quanto. E poi quali sono i motivi che spingono Procopio alle sue invettive? A mio avviso non può che trattarsi di motivi personali: c'è un accenno a fatti avvenuti proprio a Cesarea e non è da escludere che persone vicine a Procopio abbiano avuto a patirne le conseguenze. Può darsi che questo libro sia la vendetta di Procopio verso il potere: non potendo avere giustizia dalle istituzioni del tempo, forse decise di farsi vendicare dalla storia dipingendo i potenti dell'epoca molto peggio di quanto non fossero...
Da quel poco che mi ricordo del periodo, Giustiniano cercò di riconquistare parte dell'impero romano d'occidente ormai caduto in mano ai barbari: ci furono campagne militari in nord Africa, in Italia e persino in Spagna (se ben ricordo le mappe studiate a scuola). È ovvio che servisse molto denaro per finanziare questo imponente sforzo bellico. Anche donare denaro agli unni aveva senso per non aprire un nuovo fronte militare. E se lo sguardo di Giustiniano era rivolto alla riconquista dell'occidente è forse comprensibile che si accontentasse dello status quo in oriente...
Se Giustiniano e Teodora fossero realmente stati così ingiusti e spietati con tutto e tutti avrebbero forse potuto tenere il potere così a lungo? Io ne dubito...
Sono quindi curioso di leggere il parere di Wikipedia su Procopio. Magari, se scopro notizie interessanti, ci scriverò un nuovo pezzo.
Comunque anche fra le parole imbevute di fiele dell'autore emergono anche elementi interessanti. In particolare mi ha colpito l'abile gioco politico di Giustiniano e Teodora: secondo Procopio i due fingono di essere in disaccordo e di avere idee diverse in maniera che i sudditi parteggino ora per l'uno ora per l'altra senza però ribellarsi all'ordine costituito.
«Parve per molto tempo che ci fossero tra loro [Giustiniano e Teodora] divari d'idee e di comportamento, ma poi si capì che avevano combinato di dare a bella posta quell'impressione, perché non accadesse che i sudditi, mettendosi d'accordo, si ribellassero: era meglio che avessero su di loro idee divergenti.» (*1).
Apparentemente Procopio non si rende conto dell'incongruenza: se i due sovrani fossero stolti come dice non avrebbero potuto mantenere a lungo questo difficile equilibrio...
Buffo poi come Procopio riesca a cogliere gli aspetti negativi di ogni iniziativa dei sovrani.
In Teodora scrissi: «Al riguardo Giustiniano, ovviamente sotto indicazione di Teodora, promulgò varie leggi a favore delle ex prostitute e attrici (addirittura si parla di femminismo di Teodora ma probabilmente il termine è eccessivo).»
Ed ecco come Procopio vede la stessa vicenda: «[Teodora] radunò più di 500 meretrici che sulla piazza pubblica si vendevano per tre oboli tanto per sopravvivere, e le mandò nel continente di fronte, le rinchiuse nel monastero detto del Pentimento costringendole a mutar vita. Senonché alcune di loro di notte si gettarono dall'alto, liberandosi così di quella conversione forzosa.»
Resta confermato però l'aspetto della vita che più mi colpi di questi due sovrani: anche dalle parole astiose di Procopio emerge come i due sovrani si trattassero da pari a pari e fossero associati nel potere. Considerando le origini umilissime di Teodora la cosa ha ancor più dell'incredibile...
Conclusione: e ora corro a leggermi Wikipedia!
Nota (*1): ed ecco che dal passato la storia ci illustra e spiega il presente! Ecco il perché del teatrino della democrazia italiana (e di altri paesi) dove destra e sinistra fingono di bisticciare sull'ininfluente ma poi sono concordi quando si tratta di fregare il popolo...
Procopio, 1500 anni fa, ne aveva già spiegato il motivo. Lo ripeto perché merita: «Parve per molto tempo che ci fossero tra loro [destra e sinistra] divari d'idee e di comportamento, ma poi si capì che avevano combinato di dare a bella posta quell'impressione, perché non accadesse che i sudditi [gli italiani: comunque “sudditi” andava già bene...], mettendosi d'accordo, si ribellassero: era meglio che avessero su di loro idee divergenti.»
Sono molto incerto su come considerarlo e cosa scrivere: talvolta mi faccio subito un'idea ben precisa che spesso trova conferma nelle pagine successive: un'idiosincrasia dell'autore, un errore concettuale o, al contrario, un concetto profondo a cui non avevo mai pensato oppure non considerato da tale specifico punto di vista... e introrno a questi elementi baso il mio commento.
Qui invece niente di tutto questo! È un mistero che non sono riuscito a inquadrare né a capire...
Ma forse è bene spiegare di cosa si tratti: Procopio di Cesarea fu uno storico bizantino del VI secolo, coevo dell'imperatore Giustiniano, dell'imperatrice Teodora e di Belisario (colui che distrusse l'Italia in un'interminabile guerra contro i goti e che ebbe l'effetto di aprire la strada alla dominazione longobarda).
Ma la sua storia segreta non è il classico libro di storia che narra le imprese militari del tempo (sull'argomento Procopio scrisse altri volumi) ma aspira invece a descrivere il “dietro le quinte”, i motivi segreti del palazzo del potere, ciò che veramente muoveva l'imperatore e l'imperatrice.
L'argomento sembrerebbe molto interessante ma le immagini che Procopio dà di Giustiniano, Teodora (v. Teodora) e Belisario sono sconcertanti: Giustiniano è una sorta di demone in forma umana, Teodora un'ex prostituta e Belisario un fantoccio nelle mani della moglie che si fa costantemente gioco di lui.
Il risultato è che Procopio spiega alcune scelte strategico militari di Belisario come dettate da motivi personali come, ad esempio, tornare frettolosamente a Bisanzio prima di essersi assicurato la vittoria solo per il desiderio di sorprendere la moglie con il suo amante.
Giustiniano e Teodora invece sono assettati di denaro: lo rubano e lo estorcono in tutte le maniere: spesso falsificano testamenti, oppure vendono cariche istituzionali, promulgano leggi ingiuste e vessatorie in cambio di denaro, usano delatori per confische, etc...
E cosa fanno con questo denaro? Lo donano senza motivo ai barbari, soprattutto agli unni, che invece di esserne soddisfatti ne vogliono sempre di più e comunque si abbandonano a rapine contro i romani (dell'impero di oriente).
È evidente che qualcosa di vero ci deve essere nelle parole di Procopio ma ciò che non riesco a capire è quanto. E poi quali sono i motivi che spingono Procopio alle sue invettive? A mio avviso non può che trattarsi di motivi personali: c'è un accenno a fatti avvenuti proprio a Cesarea e non è da escludere che persone vicine a Procopio abbiano avuto a patirne le conseguenze. Può darsi che questo libro sia la vendetta di Procopio verso il potere: non potendo avere giustizia dalle istituzioni del tempo, forse decise di farsi vendicare dalla storia dipingendo i potenti dell'epoca molto peggio di quanto non fossero...
Da quel poco che mi ricordo del periodo, Giustiniano cercò di riconquistare parte dell'impero romano d'occidente ormai caduto in mano ai barbari: ci furono campagne militari in nord Africa, in Italia e persino in Spagna (se ben ricordo le mappe studiate a scuola). È ovvio che servisse molto denaro per finanziare questo imponente sforzo bellico. Anche donare denaro agli unni aveva senso per non aprire un nuovo fronte militare. E se lo sguardo di Giustiniano era rivolto alla riconquista dell'occidente è forse comprensibile che si accontentasse dello status quo in oriente...
Se Giustiniano e Teodora fossero realmente stati così ingiusti e spietati con tutto e tutti avrebbero forse potuto tenere il potere così a lungo? Io ne dubito...
Sono quindi curioso di leggere il parere di Wikipedia su Procopio. Magari, se scopro notizie interessanti, ci scriverò un nuovo pezzo.
Comunque anche fra le parole imbevute di fiele dell'autore emergono anche elementi interessanti. In particolare mi ha colpito l'abile gioco politico di Giustiniano e Teodora: secondo Procopio i due fingono di essere in disaccordo e di avere idee diverse in maniera che i sudditi parteggino ora per l'uno ora per l'altra senza però ribellarsi all'ordine costituito.
«Parve per molto tempo che ci fossero tra loro [Giustiniano e Teodora] divari d'idee e di comportamento, ma poi si capì che avevano combinato di dare a bella posta quell'impressione, perché non accadesse che i sudditi, mettendosi d'accordo, si ribellassero: era meglio che avessero su di loro idee divergenti.» (*1).
Apparentemente Procopio non si rende conto dell'incongruenza: se i due sovrani fossero stolti come dice non avrebbero potuto mantenere a lungo questo difficile equilibrio...
Buffo poi come Procopio riesca a cogliere gli aspetti negativi di ogni iniziativa dei sovrani.
In Teodora scrissi: «Al riguardo Giustiniano, ovviamente sotto indicazione di Teodora, promulgò varie leggi a favore delle ex prostitute e attrici (addirittura si parla di femminismo di Teodora ma probabilmente il termine è eccessivo).»
Ed ecco come Procopio vede la stessa vicenda: «[Teodora] radunò più di 500 meretrici che sulla piazza pubblica si vendevano per tre oboli tanto per sopravvivere, e le mandò nel continente di fronte, le rinchiuse nel monastero detto del Pentimento costringendole a mutar vita. Senonché alcune di loro di notte si gettarono dall'alto, liberandosi così di quella conversione forzosa.»
Resta confermato però l'aspetto della vita che più mi colpi di questi due sovrani: anche dalle parole astiose di Procopio emerge come i due sovrani si trattassero da pari a pari e fossero associati nel potere. Considerando le origini umilissime di Teodora la cosa ha ancor più dell'incredibile...
Conclusione: e ora corro a leggermi Wikipedia!
Nota (*1): ed ecco che dal passato la storia ci illustra e spiega il presente! Ecco il perché del teatrino della democrazia italiana (e di altri paesi) dove destra e sinistra fingono di bisticciare sull'ininfluente ma poi sono concordi quando si tratta di fregare il popolo...
Procopio, 1500 anni fa, ne aveva già spiegato il motivo. Lo ripeto perché merita: «Parve per molto tempo che ci fossero tra loro [destra e sinistra] divari d'idee e di comportamento, ma poi si capì che avevano combinato di dare a bella posta quell'impressione, perché non accadesse che i sudditi [gli italiani: comunque “sudditi” andava già bene...], mettendosi d'accordo, si ribellassero: era meglio che avessero su di loro idee divergenti.»
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