Quando un libro mi piace lo si capisce dal fatto che inizio a citarlo prima ancora di averlo finito di leggere: in questo caso la “Storia della stregoneria” di Giordano Berti, Ed. Oscar Storia Mondadori, 2010 l'avevo già ampiamente menzionata in Triplice serendipità, in Erodiade e in Proverbi 30, 15-16...
Il motivo per cui mi sono messo a leggere questo libro è peculiare e vale la pena spiegarlo.
Prima di tutto il libro non è mio: si tratta di un regalo di compleanno che feci a mio padre (accolto peraltro con molta sufficienza). Ero in libreria, mi colpì la copertina, lessi alcune pagine a caso e scoprii che documentava dettagliatamente i casi di stregoneria avvenuti in Italia, mi sembrò interessante e, quindi, come detto, lo comprai per regalarlo.
Per molti mesi me ne dimenticai poi scrissi il post Serendipità libresca in cui raccontavo della coincidenza per cui avevo letto contemporaneamente un passaggio dei Promessi sposi e uno del Ramo d'oro molto affini: in pratica scrivevo come l'episodio del miracolo narrato dal Manzoni avesse molti dei connotati di rituali magici diffusi fra le popolazioni primitive. A questo avrei voluto aggiungere, ma non lo feci, che probabilmente il miracolo del santo era, almeno in parte, un invenzione della Chiesa che andava a sovrapporsi sui riti compiuti dai maghi erranti per procurare un buon raccolto o propiziare la pioggia: da qualche parte avevo infatti letto che ancora nell'antichità c'erano molte persone che vagavano per le campagne e che si guadagnavano da vivere facendo questo tipo di magie “buone”. Solo che, prima di azzardare questa mia teoria, avrei voluto rinfrescarmi la memoria ma non ricordavo più dove avevo letto queste nozioni.
Alla fine ipotizzai di averlo letto di sfuggita in “Storia della stregoneria” che così mi feci prestare dal babbo. A tempo perso iniziai a leggerlo, poi mi appassionai e ho così finito per leggerlo tutto...
Come mai questo libro mi è piaciuto così tanto?
Fondamentalmente perché è scritto bene: è pieno di fatti interessanti e non diventa mai noioso. Ma non solo: io sono un po' sospettoso degli autori che parlano a braccio senza citare le fonti ma qui, fortunatamente, ogni fonte è ben citata e le note sono abbondanti ed esaurienti. Questo mi permette, volendo, di approfondire un argomento di particolare interesse...
Poi non so, magari, è anche la materia trattata ad essere di per sé interessante piuttosto che l'autore a renderla tale: in effetti io ne sapevo pochissimo e quindi quasi ogni informazione era piacevolmente nuova.
Il libro parla della storia della stregoneria partendo dai primi accenni nell'antichità, passando dall'impero romano fino ad arrivare ai giorni nostri. È inutile che io provi a riassumerla (in realtà ci ho provato ma non mi è riuscito!) perché ci vorrebbe troppo spazio e andrei a ripetere, scopiazzando, quanto scritto nel libro.
Piuttosto preferisco sottolineare quelle informazioni che più mi hanno più colpito.
Si sarebbe portati a pensare che nell'alto medioevo, dopo la caduta dell'impero romano, la superstizione e quindi anche la credenza nell'esistenza delle streghe fosse al suo culmine. In realtà non è così (almeno fra le persone più istruite, ovvero fra gli uomini di chiesa)!
Nel X secolo il “canon episcopi” e nel XII il “decreto di Graziano” vedevano la magia fondamentalmente come superstizione: certo la condannavano ma le pene erano relativamente blande.
In particolare colpisce come nel decreto di Graziano più volte si trovi la formula “se CREDI di aver fatto, o hai fatto, XXX allora la pena è YYY” (dove XXX poteva essere il volo magico, uccidere con armi invisibili dei battezzati, etc...). Insomma c'era parecchio scetticismo, almeno fra le persone più istruite, sulla reale esistenza di questi fenomeni...
E allora come nasce la persecuzione alle streghe dei secoli successivi?
Questo è il secondo aspetto interessante: la caccia alle streghe nasce come uno strumento di potere. Un'arma usata dalla Chiesa per reprimere le eresie. È infatti contro i catari, nel sud della Francia, che nel XIII secolo iniziano le prime persecuzioni. Nei secoli seguenti, raggiungendo il culmine nel XVII secolo, le maggiori repressioni avverranno in aree dove cattolici e protestanti convivono e non, ad esempio, in Italia, Portogallo, Spagna o Francia (se non nelle zone di confine con la Germania).
Il terzo aspetto, e questa è una mia supposizione, è che, se inizialmente la caccia alle streghe era stato uno strumento usato con cinismo dal potere per combattere il dissenso, nei secoli seguenti la situazione dovette cambiare: per chi era nato e vissuto sentendo parlare di inquisizione e caccia alle streghe queste erano divenute, gioco forza, una presenza e un pericolo reale. Insomma, nel giro di pochi secoli, il buon senso che aveva animato il canon episcopi e il decreto di Graziano era sparito: le streghe erano considerate reali anche nelle alte sfere ecclesiastiche.
Forse per questo motivo, più o meno contemporaneamente, la magia viene a essere considerata alla stregua dell'eresia e, per questo, trattata con molta più durezza: ad esempio la condanna al rogo era riservata solo agli eretici e le streghe venivano bruciate in quanto considerate tali.
Una riflessione che deriva dal leggere le stragi di quei secoli è il cercare di capire cosa animasse gli inquisitori che si vantavano di aver mandato sul rogo migliaia di persone: il sadismo non basta, la ricerca del proprio piacere attraverso la sofferenza altrui non può giustificare la fatica di un simile impegno: evidentemente c'era la convinzione di fare del bene. E la conclusione è che sono proprio coloro che perseguono ciecamente i propri ideali le persone più pericolose perché non hanno scrupoli morali e non si fermano davanti a niente.
Il quarto aspetto che mi ha colpito, e forse il più sconvolgente, è la portata del fenomeno, ovvero il numero di vittime: non ritrovo la pagina esatta ma ricordo che si parlava di cifre dell'ordine di 100.000 morti.
Infine è anche interessante la rinascita, attraverso svariati equivoci, della stregoneria moderna, la cosiddetta Wicca. Contrariamente a quanto pensassi non ha niente a che vedere con l'adorazione del demonio ma, piuttosto, è caratterizzata da una diffusa credenza verso una grande madre e la necessità di vivere in armonia con la natura.
In conclusione un libro interessantissimo, che scorre bene e ricco di innumerevoli notizie che fanno riflettere...
alla prima stazione
1 ora fa
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