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martedì 4 ottobre 2011

Soldi facili

Non parlo molto di economia perché me ne intendo poco e avrebbe quindi poco senso se lo facessi.
Eppure un minimo di buon senso mi pare di avercelo. Per sicurezza ho deciso di contattare il mio amico dottore in economia in maniera che egli possa correggere eventuali errori macroscopici: infatti di errori normali e micro so già che ce ne saranno tantissimi ed è quindi inutile perderci tempo!

È di oggi la notizia che una delle principali banche del Belgio, la DEXIA, è in crisi perché "ricca" di obbligazioni dei paesi pigs (*1) e italiani.

Com'è noto la Grecia rischia il "default". Cosa sia questo default nessuno lo dice chiaramente ma in pratica significa che a un certo punto la Grecia potrebbe dire: "ci dispiace ma, non avendo soldi, non abbiamo intenzione di pagare le obbligazioni che abbiamo emesso".
Fin qui tutto è chiaro: chi ha delle obbligazioni greche a casa si ritroverebbe così con tanta nuova carta igenica.
Ma questo è solo l'inizio dei problemi.
Perché la Grecia emette obbligazioni? Lo fa perché come molti altri paesi (Italia compresa) ha un forte disavanzo fra quanto incassa dalle tasse e quanto spende in spesa pubblica (compresi gli interessi per le obbligazioni già emesse). Cioè se si incassa 70 e si spende 100 da qualche parte bisogna ottenere i 30 mancanti.
In passato gli stati europei potevano ricorrere alla buona vecchia svalutazione: semplicemente si stampavano un po' di banconote extra. L'unica controindicazione era che, visto che la ricchezza del paese rimaneva costante, tutto il contante perdeva un po' di valore per il semplice fatto di essere aumentato di numero.
Adesso però la Grecia è legata alla BCE e non può più stamparsi da sola qualche miliardo extra di soldi...
Quindi l'unica possibilità per la Grecia è farsi prestare da "altri" i 30 "qualcosa" che le mancano. E come fa uno stato a chiedere soldi in prestito? Emette obbligazioni: un obbligazione è un foglio di carta, che viene venduto a 1000€, con scritto sopra "Io Grecia, il 1 Gennaio del 2021, darò al possessore di questo foglietto 1146€"...

Quanto vi dà d'interesse la vostra banca sul CC? La mia mi pare lo 0,50%...
Se una banca vi offrisse il 15% vi fidereste? Forse qualche anno fa (facciamo una decina) qualcuno si lascerebbe persuadere "dell'assoluta sicurezza" dell'investimento ma probabilmente adesso tutti noi si sentirebbe "puzza di bruciato" e ce ne terremmo alla larga.
I tassi delle banche italiane sono più o meno legati al tasso della BCE che da Luglio 2011 è al 1,50%
Cioè se si potesse depositare i nostri risparmi alla BCE si otterrebbe un interesse del 1,50%. Sfortunatamente di questa offerta possono approfittarne solamente le banche.
In altre parole le banche potrebbero guadagnare denaro semplicemente mettendo i soldi depositati dai propri clienti in banca alla BCE e intascando la differenza di interesse fra quanto pagato dalla BCE e quanto dovuto ai clienti: nel mio esempio un bel 1% tondo tondo...

Ma le banche vogliono guadagnare qualcosina in più...
Allora si guardano intorno e vedendo le obbligazioni dei pigs pensano "Uh! Che interessi belli alti! Quasi il 15% (*2)! Che bella opportunità!". Così le banche investono allegramente in queste obbligazioni e investano i 1000€ del signor Rossi in obbligazioni greche: a fine anno poi le banche daranno al signor Rossi il suo 0,50% di interesse e si intascheranno il 14,50% di differenza...

Ok, probabilmente non tutte le banche sono così avventate e mi auguro che investano il denaro in maniera un po' più prudente però qualche banca non la pensa così.
La DEXIA, secondo L'articolo di Repubblica.it, ha 21 miliardi di obbligazioni pigs di cui 3 miliardi in obbligazioni greche.
Wow che bell'investimento oculato! Certo che se tutto va bene il guadagno è molto alto...
La probabilità che tutto NON vada bene si chiama rischio: cioè la banca, puntando a un buon guadagno, decide di correre un rischio "calcolato" (si spera!).

E qui c'è la contraddizione che probabilmente è almeno concausa della recente crisi.
Cosa dice il rappresentante del governo belga: "Se necessario salveremo la DEXIA!". Cioè i manager di quella banca hanno optato per degli investimenti rischiosi: se le cose andassero bene si prenderebbero pacche sulle spalle per la loro "audacia" e se invece andassero male ecco che interverrebbe lo stato a "salvare la situazione"!

La contraddizione è che agendo in questa maniera lo stato annulla il fattore rischio. È come se dicesse alle altre banche: "fate pure investimenti rischiosi: se ci guadagnate buon per voi, se rischiate di fallire interveniamo noi con i soldi pubblici".
Ecco questa è la chiave di tutto: se lo stato interviene a salvare una banca con soldi pubblici è come se coprisse il rischio delle speculazioni con i soldi dei cittadini.
Questo equivale a dire alle banche: "Fate pure investimenti rischiosi perché tanto non rischiate nulla".
Quindi cosa dovrebbe fare lo stato belga nel caso la DEXIA dovesse fallire?
Semplicemente, invece di rifinanziare la banca, dovrebbe lasciare che questa fallisca e rimborsarne i suoi clienti. Ma non tutti: solo quelli che ricevevano un'interesse minore del 1,5%. Tutti coloro che prendevano un interesse maggiore beneficivano, seppur indirettamente, del maggior rischio delle speculazioni di tale banca e quindi, se con cognizione di causa lo hanno accettato, non è giusto che vengano rimborsati.
In questa maniera non si premierebbe chi ha agito in maniera avventata e si eviterebbero ripercussioni sociali sui piccoli risparmiatori. Le banche più virtuose verrebbero indirettamente premiate perché riceverebbero i soldi degli ex piccoli risparmiatori della DEXA. Contemporaneamente le banche, se non avessero la speranza di essere salvate dalle istituzioni quando le cose si mettono male, starebbero maggiormente attente a come investire i soldi...

La conclusione è drammatica. È evidente che la politica attuale del concedere nuovi fondi agli stati in difficoltà non sta migliorando la situazione ma sta solo facendo crescere un bubbone finanziario che, quando esploderà, avrà conseguenze imprevedibili.
Io per sicurezza ritirerei il contante dalle banche. Se fossi un greco tutto. Immagino che se la Grecia dovesse andare in default la prima opzione sarebbe quella di emettere delle pseudo-dracme, nominalmente di pari valore con l'euro (ma che si deprezzerebbero tantissimo perché nessuno vorrebbe essere pagato con esse), con cui pagare i dipendenti statali...

2 commenti:

  1. Economista della domenica6 ottobre 2011 alle ore 20:44

    Saro' breve. La tua soluzione mi sembra molto onerosa. Se lo stato si impegnasse a rimborsare tutti i correntisti buoni, e lasciasse fallire le banche imprudenti, avrebbe un'esborso rilevante, che non recuperebbe mai. Invece prestando i soldi alle banche per salvarle, poi quei soldi li puo' recuperare, come sta avvenendo in USA per l'aiuto alle bache del 2008, il famoso TARP. Certo, e' ingiusto. Ma d'altronde il capitalismo e' ingiusto, come dimostrato dal fatto che un bravo operaio lavorando tutta la vita guadagna un milionesimo di quanto puo' guadagnare un imprenditore astuto, spregiudicato e disonesto, che magari si butta pure in politica. Attendo commenti al commento.

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  2. Ciao Economista con 2 o 3 master,
    Boh, immagino che tu abbia ragione. Per le mie considerazioni partivo dalle seguenti ipotesi:
    1) l'esborso per compensare i piccoli risparmiatori più o meno equivalente ai soldi per salvare la banca.
    2) Il prestare i soldi alle banche più che risolvere il problema mi sembra che lo peggiori (anche se in realtà avevo in mente gli stati come la Grecia più che le banche...)

    Riguardo l'esborso per compensare i piccoli risparmiatori credo che tu abbia ragione tu: per rimborsare 400.000 risparmiatori con mediamente 10.000€ a testa occorrerebbero 4 miliardi di euro (che mi pare sia la somma ipoteticamente necessaria per rifinanziare la DEXIA) e, andando mooolto a naso, immagino che servirebbe circa il doppio. Insomma una cifra enorme.

    Eppure mi pare l'unico sistema per rompere il circolo vizioso al quale stiamo assistendo (facendo fallire le banche malate) e contemporaneamente evitare pesanti ripercussioni sociali (che comunque avrebbero un forte impatto sull'economia e un ingente costo sociale).

    Poi la mia teoria di fondo la sai: la liquidità mondiale viene assorbita dalla Cina e il settore finanziario delle economie più deboli è il primo a risentirne...
    Quindi la situazione è destinata a peggiorare prestiti o non prestiti.

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