Cosa si dice quando i propri timori si manifestano nella realtà?
Praticamente dalla nascita di questo blog, con cadenza quasi mensile, mi sono trovato a gridare “Attenti al lupo!” dove il lupo è rappresentato dalle leggi e leggine che cercano di imbrigliare la libertà d'espressione.
Eppure ancora non c'erano stati casi “eclatanti” che facessero capire all'italiano medio il pericolo reale a cui andiamo incontro. Ho la sensazione che molti credessero veramente che le varie normative fossero state fatte solo per combattere la pirateria, proteggere il diritto d'autore e tutelare VIP da diffamazione mezzo blog...
È di ieri però la notizia (vedi
Wikipedia contro ddl anti-blog su repubblica.it) che wikipedia, l'enciclopedia online che tutti conoscono e usano, è seriamente preoccupata a causa del comma 29 del decreto Alfano (vedi
Ennesima mala legge). Tale norma impone, a qualsiasi sito internet, la rettifica entro 48 ore delle notizie “inesatte” pena salatissime multe.
Chi decida quando e se una notizia sia “inesatta” è tutto da chiarire: la sensazione è che il coltello dalla parte del manico lo abbia l'accusa e che il sito, se non ha un suo stuolo di avvocati al servizio, sia pressoché obbligato ad autocensurarsi.
A mio avviso la norma era pensata per far “pressione” sui blogger ma la varietà di internet è molto più multiforme e supera di gran lunga l'immaginazione del legislatore: anche un sito come wikipedia, apprezzato e utilizzato in tutto il mondo senza problemi (basta essere consci dei suoi limiti e difetti), finisce nel tritacarne di questa legge.
Chiunque si senta diffamato da un articolo di wikipedia può chiederne la rettifica entro 48 pena la pesante multa: e nel caso di wikipedia chi dovrebbe pagarla tale multa visto che gli articoli si basano sui contributi di volontari? Non è chiaro, ma alla sede in California, non avranno certo voglia di mettersi a pagare multe causate dalla draconiana legge italiana!
Per il momento a wikipedia si sono limitati a segnalare il pericolo ma chissà cosa succederà in futuro...
Contemporaneamente un sito dal nome simile,
Nonciclopedia ha deciso di chiudere per protesta: l'articolo, sempre da Repubblica.it, è
questo.
Si tratta di un sito "enciclopedico" esplicitamente satirico che fra le varie voci contiene biografie fasulle di personaggi famosi. Secondo quanto riportato da Nonciclopedia i fatti sono i seguenti: un VIP, il cantante Vasco Arancioni, qualche anno fa ha incaricato il suo legale di chiedere la rimozione dell'articolo che lo riguardava. Gli admin del sito si erano dichiarati disponibili a collaborare e avevano chiesto all'avvocato quali parti dell'articolo dovevano essere censurate senza ottenere alcuna risposta. Per questo, pensando che non si trattasse di un vero avvocato ma di uno scherzo, avevano lasciato l'articolo come era. Pochi giorni fa è entrata in azione la Polizia Postale che, senza muovere accuse ufficiali, ha pensato bene di interrogare i vari admin per avere informazioni su come “funziona” il sito...
Per evitare rischi (leggi multe!) gli amministratori di Nonciclopedia hanno deciso di sospendere il servizio e hanno creato una pagina su FB
Salviamo Nonciclopedia (che vi invito a condividere!).
Magari qualcuno dirà che questa iniziativa non è una diretta conseguenza del decreto Alfano (non so nemmeno se è stato già votato...). Questo è vero. È la conseguenza dell'iniziativa di un singolo, Vasco Arancioni, che non ha problemi a proteggere il proprio ego dalla satira potendo permettersi di intraprendere dubbie iniziative legali: ma, proprio per questo, pensate a quanto peggiorerà la situazione quando questo decreto andrà a regime!
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