Nel post Rimbambito 2/2 scrissi un paragrafo decisamente criptico:
“Come se dalla Colchide nel mar Nero, per tornare in Grecia, si dovesse risalire il Danubio per passare poi nel Po e scendere giù per il mar Tirreno(*3)...
...
Nota (*3): Ah... mi dicono che gli argonauti hanno fatto proprio così... Ok, allora anche noi abbiamo fatto bene!”
In un maldestro tentativo di mostrare la mia scarsa erudizione avevo scherzato sulla deviazione che prendemmo da Gardaland per tornare verso casa: invece di andare verso sud ci dirigemmo sull'autostrada verso nord per evitare un lungo incolonnamento di autoveicoli.
Lo “scherzo”, che dubito qualcuno abbia colto, si basa sull'analogia fra il nostro viaggio di ritorno e quello degli argonauti. Questi infatti, secondo il mito, per tornarsene in Grecia dalla Colchide (che si affaccia sul Mar Nero) risalirono il Danubio per poi “passare” nel Po e da qui discendere il mar Tirreno.
Evidentemente le conoscenze geografiche degli antichi Greci riguardo l'Europa occidentale non erano molto precise: come ben sappiamo infatti il Po e il Danubio non sono collegati fra loro!
Oggi leggendo Polibio (e soprattutto una nota al testo) ho finalmente capito l'origine di questa strana credenza geografica che mi aveva così colpito...
Polibio, descrivendo la topografia della pianura Padana, descrive anche il percorso del fiume Po accennando fra l'altro che il suo nome per i “poeti” è Eridano. Dove “poeti” lo leggo come sinonimo di “nel mito”.
La nota poi spiega che, secondo la mitologia greca, l'Eridano era un fiume figlio di Oceano e Teti situato all'estremità occidentale dell'Europa e di cui il Po era semplicemente un braccio.
Sono quindi pronto a scommettere che gli argonauti per passare dal Danubio al Po risalirono un tratto dell'Eridano perché, è facile supporre, anche il Danubio doveva essere considerato un braccio di tale fiume mitologico!
alla prima stazione
1 ora fa
Mitico ragionamento :-)
RispondiElimina