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sabato 25 giugno 2022

Altre notti stellate

Dopo aver scritto Serata stellata dormii benissimo: ed erano giorni che non vi riuscivo…

Per questo motivo da allora, la sera, ho preso l’abitudine di uscirmene in giardino a guardare le stelle: sono stato proprio uno sciocco a non accorgermi prima della bellezza del cielo.

Adesso esco al buio, gli occhi si abituano all’oscurità dopo una decina di secondi: pur senza luna distinguo chiaramente tutti i particolari intorno a me, vedo quasi un alone di colore ma forse in questo caso è la mia immaginazione.

Per un po’ sto accovacciato: ho visto un video, beh solo i primi 5 secondi (!), in cui si spiega che stare 30 minuti accovacciati fa bene: io mi diverto e, in effetti, quando ci si è abituati è rilassante.
Poi mi sgranchisco un po’, magari mi appoggio alla macchina per guardare il cielo. Ma quello che più mi piace è mettermi sulla sdraio a guardare la costellazione dell’Orsa maggiore che si vede chiaramente nel mio piccolo spicchio di cielo raccolto fra le cime degli alberi da una parte e le balze dall’altra. Come sto comodo! L’aria poi non è sempre uguale: anche quando non vi sono nuvole le stelle possono brillare più o meno chiaramente.
E quando mi alzo poi mi gira la testa: se ero stato accovacciato per diversi minuti è proprio un problema di pressione ma anche quando ho semplicemente guardato il cielo sono piuttosto traballante: probabilmente è l’equilibrio che viene sballato dalla posizione della testa…

Un pensiero ricorrente è quanto doveva essere fantastico il cielo anche solo un paio di secoli fa senza praticamente nessun inquinamento luminoso: vi immaginate alzare gli occhi al cielo, anche in città, e vederlo completamente pieno di stelle: e figuriamoci in campagna o in quota…
Mi chiedo se il razionamento energetico che i geni di Bruxelles guidati dal petomane senile (ma anche il ramarro nostrano ha fatto la sua piccola parte) stanno preparando possa limitare le luci notturne: vedere le stelle per bene sarebbe una piccola compensazione in questo disastro immane regalatoci dai nostri politici... ma credo che il razionamento sarà di giorno quando le aziende devono lavorare...

E poi ovviamente ci sono i rumori del bosco: la maggior parte degli animali che di giorno non si fanno vedere sono attivissimi la notte. Io ho sempre paura di ritrovarmi con un cinghiale in giardino. E poi, comunque, alcuni suoni sono inquietanti… anche bello però...

A proposito di animali un’altra riflessione che li riguarda è che mi sono reso conto che essi, a differenza dell’uomo, non perdono mai tempo a osservare le stelle. Corrono di qua e di là, alla costante ricerca di cibo, magari stando attenti a non diventare a propria volta il pasto di altri, ma non si fermano mai a contemplare il cielo…
Il fatto è che noi riconosciamo la bellezza in un cielo stellato e questa, quando siamo fortunati, parla all’orecchio del nostro cuore. Da un altro punto di vista ciò che ci differenzia dagli animali è che questi sono ciechi al bello. Chissà come potrà essersi sviluppato nell’uomo questa capacità e quanto sia fondamentale per renderci umani.
Molto tempo fa scrissi un bel pezzo proprio su questo argomento: vediamo se lo ritrovo…
Eccolo qui: Donne, discriminazione e arte. Mi pare che all’epoca avessi letto Nietzsche e, in qualche maniera, forse un suo qualche vago accenno mi aveva ispirato questa riflessione...

Recentemente ho poi scoperto che quei piccoli puntini luminosi che attraversano l’aria dovrebbero essere in effetti “stelle cadenti”: ho infatti installato Stellarium sul mio calcolatore e ho scoperto che in questo periodo proprio la costellazione dell’Orsa maggiore è indicato “June Bootids” di tipo “pioggia di meteore”.
Allora mi sono ricordato che si può esprimere un desiderio quando se ne vede una: così ieri ci ho provato. Prima ne ho vista una flebile e ne ho voluto allora attendere una più luminosa che fortunatamente è arrivata: la più luminosa che abbia mai visto! Deve essere passata vicino, per un paio di secondi brillava più delle altre stelle, e poi, piano piano, si è spenta fino a sparire completamente. Mi chiedo se invece fosse uno dei tanti satelliti di Musk: si potrà poi esprimere un desiderio se si sbaglia un satellite per una stella cadente?
Comunque la cosa più strana è che ha funzionato benissimo!

L’altra funzione di queste sedute notturne è poi quello di pulirmi gli occhi: dopo un po’ mi è infatti facile piangere, secondo le lacrime che si formano piene e pesanti negli occhi e che poi scivolano via caldissime, una dopo l’altra, fra gli zigomi e le tempie. Ma sono lacrime senza emozioni eppure cariche delle tossine che mi avvelenano: le preoccupazioni, le paure, le delusioni ecco che scivolano via. Quando ho terminato mi sento più leggero, più tranquillo. Vuol dire che è giunto il momento di rientrare in casa: nonostante l’atmosfera opprimente, il puzzo della malattia e i tanti altri mille segnali che indicano che tutto non va bene, anzi…

Ma non sarei KGB se non riuscissi a perdermi in ragionamenti astrusi. Proprio due giorni fa sono arrivato alla conclusione che il sistema solare si muove intorno alla galassia perpendicolarmente (in primissima approssimazione) al piano dell’eclittica ovvero (credo!) il piano su cui, più o meno orbitano i diversi pianeti, Terra compresa, intorno al Sole.
Ripensavo infatti al trucco usato da Galileo e altri per misurare la distanza delle stelle più vicine osservando di quanto si spostano rispetto alle “stelle fisse” a distanza di 6 mesi, ovvero quando la Terra ha compiuto metà della sua orbita intorno al Sole.
Se l’intero sistema solare si muovesse sullo stesso piano allora questo “trucco” non funzionerebbe perché la distanza delle osservazioni fatte a 6 mesi di distanza non sarebbe due volte la distanza della Terra dal Sole ma questa più il coseno dell’angolo fra la direzione del sistema solare e la linea immaginaria che unisce i due punti di osservazione moltiplicata per la distanza percorsa dal sistema solare (ovviamente sto semplificando paurosamente tutto!). In pratica il movimento del sistema solare sarebbe irrilevante solo quando la linea immaginaria fra i due punti di osservazione fosse perpendicolare alla direzione di questo (coseno 90° = 0).
La riprova dovrebbe essere che se le osservazioni fossero prese dall’equatore (quindi con l’osservatore che guardando in alto osserva le stelle sul piano dell’eclittica) dovrebbero tenere conto della distanza percorsa dal sistema solare. Ma fortunatamente Galileo viveva nell’emisfero settentrionale e quindi il suo guardare verso l’alto era, molto rozzamente perpendicolare al piano dell’eclittica.
Tutto questo se la distanza percorsa dal sistema solare in 6 mesi è dello stesso ordine di grandezza, o maggiore, di due volte la distanza fra Terra e Sole: secondo me lo è ma dopo vado a verificare…
Per essere sicuro di questo mio ragionamento dovrei fare uno dei miei disegnini schifosi invece si tratta di riflessioni che ho fatto “a mente”. Ci sta quindi che abbia scritto un’emerita caz###!

Comunque vediamo un po’ le distanze reali: la distanza media Terra-Sole è circa 150 milioni di chilometri.
La velocità del sistema solare è circa 235 Km/sec (ah! Pensavo molto di più! Mi sa allora che è irrilevante: ma fatemi fare qualche conto).
1 sec → 235 Km
1 min → 14.100 Km
1 ora → 846.000 Km
1 giorno → 20.304.000 Km
6 mesi o 182,5 giorni → 3.705.480.000 Km

Invece no! La distanza percorsa dal sistema solare in metà anno è di un ordine di grandezza superiore a due volte la distanza Terra-Sole (per la precisione è 12,3516 volte maggiore).
Vabbè, allora fatemi vedere anche in che direzione ci muoviamo… bo, quello che mi interessa dovrebbe essere l’“apice solare” ma non so bene come si leggono le diverse coordinate: però più o meno andiamo verso la stella Vega: vediamo dov’è su Stellarium. Beh, Vega non è molto vicina alla stella Polare però come approssimazione molto grezza ci può stare…

Conclusione: probabilmente ho rovinato un buon pezzo con i miei calcoli finali! Vabbè, che volete da me? sono un INTP!

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