Stasera (o stamani) ho avuto l’idea bislacca di mettermi a fare ginnastica a mezzanotte: essenzialmente questo consiste nell’andare su e giù per le scale per circa 20 minuti, insomma niente di che. Comunque, visto che il caldo è lentamente penetrato anche in casa mia, alla fine ero un bagno di sudore.
Così ho deciso di rinfrescarmi in giardino: c’erano dei cinghiali nei paraggi, ho sentito distintamente il loro grugnito ma, quando sono stato ragionevolmente sicuro che non fossero DENTRO la recensione, ho spento la luce.
In breve gli occhi si sono abituati al buio: non c’era Luna ma ci vedevo benissimo; sono abbastanza convinto di avere una visione notturna molto migliore della media… vabbè...
Così mi sono messo a guardare le stelle: stupidamente era tanto che non lo facevo: una leggera foschia e soprattutto la luce di fondo emessa dai paesi e dalle case nei paraggi ne nascondono tante ma comunque sempre meglio che in città.
Sensazione strana: un momento mi sembrava che tutto avesse senso e l’istante successivo che non ce ne fosse nessuno.
Un attimo mi sembrava di essere parte di un qualcosa di grande e superiore, inesplicabilmente mi sentivo connesso a tutte le stelle. Mi pareva che insieme avessimo un nostro ruolo, una parte piccola o grande ma ugualmente importante, ingranaggi di un tutto infinito. Mentirei se scrivessi che ho pensato di essere entrato in contatto con Dio perché non è così: però lo penso adesso, riflettendo e rielaborando le mie sensazioni.
Invece, al respiro successivo, mi sentivo lontano da tutto: solo e abbandonato dalle stelle troppo distanti e forse indifferenti per potermi confortare…
Un'emozione di vuoto e insensatezza, una vita che è una vana farsa: una lenta tortura dalla quale si teme stupidamente di fuggire.
Ho visto anche un puntino luminoso, molto lontano, che si muoveva veloce: mi sono chiesto se fosse una stella cadente o, meglio (!), un UFO; poi però mi sono accorto che di sottofondo, leggero leggero, si sentiva il rombo di un areo. Sono rimasto un po’ deluso in effetti…
Ma mi sono anche reso conto del motivo del fascino degli UFO: immaginarsi di poterci parlare e interrogare sulle domande che ci fanno più paura perché ne intuiamo la risposta e allo stesso tempo la temiamo.
Io, avendone la possibilità, gli chiederei "perché". Voi che ci osservate da chissà quanto tempo, conoscete la ragione della follia umana? Come mai se praticamente tutti desiderano il bene il mondo opta sempre per il male? Perché sembra essere impossibile trovare dei governanti che operino per il bene della società: possibile che siano tutti corrotti da vanità terrene? Perché sembrano non rendersi conto che si tratta solo di piccole follie inutili e irrilevanti?
L’umanità vorrebbe un fratello maggiore: non un padre che ci comandi ma un amico fidato che ci consigli e ci guidi: non una creatura perfetta che non conosca l’errore, ma un qualcuno fallibile e per questo umano. Invece gli alieni si guardano bene dal mostrarsi apertamente e dialogare con noi: si fanno vedere per un attimo, ci illudono di esistere, ma poi svaniscono facendoci dubitare della loro presenza. Probabilmente ridono di noi e ne hanno ben ragione. Nella nostra arroganza ci consideriamo creature razionali ma non è così: siamo mossi da tutto tranne che dalla razionalità. L’invidia, l’avidità, la gelosia, l’egoismo, talvolta la lussuria: ecco l’energia che fa muovere le nostre anime corrotte e trascina i nostri pesanti corpi fino a quando, troppo logori, smettono di funzionare. Da millenni ce ne siamo più o meno resi conto ma, invece di cambiare, invece di migliorarci, ci siamo ipocritamente inventati un Dio che ci accetta per come siamo e ci perdona. Facile così, eh?
E poi ci sono le lucciole! Certo che sono proprio belline: volano lievi e si illuminano con un ritmo lento e pacato che è un balsamo per il cuore. In questo periodo, ormai da un due settimane direi, ce ne sono parecchie. Eppure c’è sempre la lucciola ritardataria, serotina penso che si dica, che arriva quando ormai le sue compagne non ci sono più da una decina di giorni.
Ma lei non si scompone: speranzosa e instancabile continua a volare e a lampeggiare. Non capisce che è rimasta sola, che nessuna compagna risponderà al suo richiamo: il mondo è andato avanti senza di lei, i giochi sono stati fatti, la natura che corre dietro al proprio copione ha già in mente altri corteggiamenti o, forse, è ormai il momento delle nascite. Ma per la lucciola solitaria non cambia niente, obliosa di tutto continua il suo mesto pellegrinaggio notturno. Io invece soffro per lei e mi dispiace che si affanni inutilmente: preferirei si mettesse a dormire su una foglia e che dormisse senza più svegliarsi, che morisse senza soffrire: lasciata sola dalle sue compagne ma almeno abbandonata a un sogno felice.
Del resto la felicità è solo un’illusione e del sogno ha la stessa fragilità: basta una parola e ci si sveglia, basta una parola e la felicità cessa.
Conclusione: Bisba però è stata molto carina: c’era anche lei in giardino e quando mi sentiva triste veniva a strusciarsi alle mie gambe. È bello come gli animali, pur non capendo le nostre assurde ragioni, odano le domande del nostro cuore dolente e a esso rispondano semplicemente col loro affetto: esistono risposte migliori o più sensate?
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