Ieri sera ho finalmente trovato un video pro Ucraina che non fosse smaccatamente propaganda di guerra: Update from Ukraine 06/12 | They are Coming Closer. We need the Heavy stuff dal canale Denys Davydov
Non è propaganda di guerra perché conferma che i russi stanno avanzando: l’autore, un ragazzo evidentemente di origine ucraina, spiega mestamente che i combattimenti sono durissimi con perdite pesanti su entrambi i fronti (*2).
Ma perché io ritengo più affidabile, per esempio, la versione del conflitto data dal canale The New Atlas?
Il motivo è che non mi baso semplicemente su quello che viene affermato, che del resto non ho modo di verificare, ma soprattutto su come viene giustificato. Non solo, col tempo, combino automaticamente le diverse giustificazioni riuscendo a farmi un modello dei meccanismi di fondo: in questo modo riesco così poi a filtrare via eventuali giustificazioni che a quel punto, con quanto ho appreso, mi appaiono deboli. In tutti i meccanismi vi è poi un elemento di affidabilità dell’informazione/giustificazione che tendo a portarmi dietro: lo sottolineo perché secondo il libro di psicosociologia un grosso limite dell’uomo è, col tempo, di ritenere ogni affermazione ugualmente credibile indipendentemente della fonte.
Ecco io il valore dell’informazione lo stimo col tempo, basandomi sulla logica interna dei suoi dati e su come si integra su quanto già so: è un valore che aggiorno continuamente e che tengo sempre presente. Da quello che ho capito tutti gli INTP funzionano più o meno così...
Per esempio Davydov, come si intuisce dal titolo del suo video, afferma più volte che ora più che mai è necessario l’invio di armi pesanti dall’occidente in Ucraina.
In questo caso le obiezioni delle “mie” fonti (*1) sono molteplici:
1. penuria e alto costo di dette armi.
2. vengono distrutte facilmente una volta in territorio russo.
3. pericolo che gran parte di queste finiscano nel mercato nero.
4. occorre almeno un anno di addestramento per poterle usare efficacemente.
Davydov avrebbe potuto controbattere così (ipotesi completamente inventate da me sul momento):
1. è vero, ma l’occidente ha un dovere morale nei confronti dell’Ucraina; oppure questa guerra in Ucraina è determinante per il futuro dell’Europa e del mondo; oppure poteva mostrare dati che dimostrassero che di queste specifiche armi non vi è penuria…
2. non è vero; oppure è vero, ma allo stesso tempo riusciamo così a distruggere le analoghe armi russe
3. solo una quantità minima di armi finisce al mercato nero; oppure l’artiglieria pesante non può finire al mercato nero perché troppo complicato muoverla in giro per il mondo senza che venga individuata.
4. Per usare tali armi al 100% occorre un anno, ma per usarle al 75% basta un mese.
Confrontando queste spiegazioni con quanto già so avrei poi potuto decidere cosa mi sembrava credibile e cosa no: invece Davydov non si pone nessuno dei 4 problemi sopra elencati, semplicemente ripete la narrativa della stampa. E così è per il 99% delle sue affermazioni: non vengono date giustificazioni del perché ma solo riportate affermazioni “ufficiali”.
Per me questa è semplice rielaborazione personale della propaganda di guerra: anche se in questo caso si deve dare il merito a Davydov di essere riuscito a filtrare correttamente almeno le informazioni sull’evoluzione della battaglia.
Vabbè, mi è venuto un pezzo troppo lungo per farci un corto come avevo inizialmente deciso: vediamo quindi di rimpolpare un po’ quanto scritto e di pubblicare a sé il risultato ottenuto…
Conclusione: di sicuro in rete esiste anche una fonte di informazione che dà spiegazioni del perché l’Ucraina starebbe vincendo: in tal caso confronterei tali giustificazioni con quelle opposte già in mio possesso e ne trarrei le relative conclusioni. Il problema è che detto canale, magari per mia incapacità, non lo ho ancora trovato mentre contemporaneamente la logica della Russia vincente si fa sempre più convincente.
Nota (*1): magari citando e mostrando fonti di parte occidentale come il Washington Post, quindi credibili quando i loro dati sono negativi, cioè pro Russia,
Nota (*2): che le perdite fossero alte anche per i russi lo diceva anche l’ufficiale dei servizi segreti del precedente corto: nella seconda versione mi ero dimenticato di scriverlo anche se mi sembrava importante.
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