[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.9.0 "Dolore").
C’è un argomento, in realtà molto importante, che nell’Epitome sfioro ma non approfondisco: esiste un’organizzazione strutturata di parapoteri economici e finanziari che cerca di controllare attivamente le sorti del mondo?
Una delle conclusioni della mia Epitome è infatti che, specialmente nel mondo moderno, l’influenza dei poteri economici e finanziari rivaleggia con quella del potere politico e, anzi, questi collaborano strettamente insieme. Ma tutte queste grandi multinazionali e banche d’affari si coordinano fra loro sulle pressioni da fare sul potere politico?
Già dalle primissime versioni dell'Epitome non me la sono sentita di dare una risposta definitiva a questa domanda. In pratica la eludevo affermando che è comunque ininfluente: il motivo è che, per la teoria degli automi cellulari, sappiamo che entità che si comportano in maniera simile (come possono essere le grandi aziende nel ricercare il profitto) ma indipendenti fra di loro possono dare l’impressione di realizzare schemi come se fossero coordinate insieme.
Quello che intendevo dire è che non importa se esiste o no una segreta camarilla perché comunque gli effetti e le distorsioni della società a favore dei parapoteri sono reali e andrebbero comunque combattuti.
In realtà la mia risposta non è completamente soddisfacente: la strategia da adottare in generale dovrebbe cambiare se si tratta di contrastare un fenomeno naturale oppure uno guidato da un’intelligenza (che risponderebbe con le contromosse ritenute più opportune). Non è quindi irrilevante se esiste o no una struttura di poteri forti che tramano fra loro a discapito della stragrande maggioranza della popolazione (*1).
Quando però introdussi il sottocapitolo su Greta Thunberg ([E] 13.5) notai che l’attenzione e lo spazio che i media avevano dato a questa ragazzina era fortemente sospetto e, soprattutto, sembrava impossibile che non ci fosse stata una coordinazione di alto livello. Scrivevo infatti (nella nota 874):
«In quest’opera non mi sono pronunciato sull’esistenza o meno di eminenze grigie che, a livello mondiale, operino segretamente per portare avanti i propri interessi. Ho invece fatto presente che la teoria degli automi cellulari (v. la conclusione di 12.3) potrebbe spiegare l’apparente presenza di schemi globali come il frutto delle singole spinte indipendenti dei diversi parapoteri economici. La creazione a tavolino del fenomeno Greta Thunberg non è però facilmente spiegabile come il risultato di tante tendenze indipendenti fra loro ma sembra invece il risultato di una reale e concreta collaborazione ad altissimo livello. È ipotizzabile che la sorprendente mobilitazione dei media sia ottenibile anche attraverso poche manipolazioni mirate: i media infatti si citano reciprocamente e se una “storia funziona” non hanno scrupoli a rilanciarla e a gonfiarla ulteriormente. Questo aumento di visibilità comporta maggiore partecipazione popolare e, a sua volta, ulteriore notorietà instaurando così un circolo virtuoso (o, a seconda dei punti di vista, vizioso) che si autoalimenta.»
Nella mia attuale revisione (la 1.9.1 ancora non pubblicata) ho aggiunto a tale nota un ulteriore periodo:
«In altre parole per creare una notizia/personaggio è probabilmente sufficiente la collaborazione di un numero relativamente limitato di persone in grado però di influenzare i media: se la notizia/personaggio “funziona” poi il fenomeno crescerà da solo.»
Il senso è che probabilmente esiste una collaborazione fra parapoteri ma non è necessariamente detto che sia particolarmente estesa per riuscire, quando tutto funziona a dovere, a influenzare la società.
Oggi anche Zhok ha affontato la questione in un pezzo su FB: La scoperta che [...].
Le sovrapposizioni col mio pensiero sono notevoli:
- Il potere democratico è fortemente influenzato da parapoteri (vabbè lui scrive “oligarchie” ed “élite”).
- che i media sono ormai, in genere, completamente inattendibili perché sono i mezzi usati dai parapoteri per manipolare l’opinione pubblica.
- Non esiste un governo segreto mondiale ma bastano anche relativamente pochi poteri che si coordinano insieme per influenzare la società: « [...] nel mondo odierno effetti di coordinamento dall'alto che danno l'impressione di essere "complotti onnicomprensivi" possono essere ottenuti coordinando poche forze strategicamente poste.» e poi «Questo significa che effetti massivi e di sistema possono essere indotti anche quando una minoranza di "oligarchi" si accordano, senza bisogno di credere che ci sia un "complotto onnicomprensivo".»
- Come esempio Zhok ricorda la speculazione di Soros sulla sterlina del 1992 tramite una “leva finanziaria”: io non sono sicurissimo che tale esempio sia accurato dato che all’epoca la globalizzazione era appena iniziata. Mi pare più un effetto da automa cellulare ma, insomma, quale esempio si scelga è alla fine irrilevante: l’importante è il concetto.
Qui finiscono le sovrapposizioni col mio pensiero e iniziano le riflessioni originali di Zhok.
Il filosofo riesce a trovare conforto dalla nozione che non esista una specie di governo mondiale segreto formato dai diversi parapoteri economici: il motivo è che questa soluzione di continuità lascia spazio d’azione democratica per contrastare l’attuale tendenza.
Da questa affermazione arriva a una conclusione che non mi ha convinto molto: i cittadini dovrebbero cambiare il proprio ruolo nella politica diventando più propositivi invece di limitarsi a essere punitivi (cioè togliere il proprio voto) verso i partiti che non hanno soddisfatto le loro aspettative.
Non sono d’accordo su questa idea su più livelli:
1. nel modello attuale di democrazia i cittadini non hanno sostanzialmente alcuna possibilità di essere propositivi. Proprio mancano le istituzioni e i meccanismi per permetterlo.
2. le leggi del potere ([E] 5) spiegano che la democratastenia non potrà mai coordinarsi insieme come invece possono fare i parapoteri: difficile quindi che si riescano a cogliere le eventuali opportunità che si possono creare dalla divisione e concorrenza dei diversi parapoteri fra loro.
3. manca poi nella democratastenia la consapevolezza del problema: la narrativa dei media che viviamo nel miglior dei mondi possibili, che non si può cambiare in meglio ma solo in peggio, è dominante. La maggioranze della popolazione paradossalmente si opporrebbe a una minoranza che cercasse di sfruttare le eventuali opportunità per il bene di tutti.
Concordo con Zhok che le divisioni fra gli oligarchi esistono, due esempi sono appunto Trump e Musk, ma non credo nella possibilità della democratastenia di riuscire a sfruttarle direttamente. L’unica possibilità concreta è quella di allearsi con un parapotere che per il proprio interesse decida di combattere il sistema ([E] 5.10 ma anche 7.7) cercando di ottenere i maggiori vantaggi possibili.
Altrimenti l’unica alternativa è una riforma completa della democrazia come quella che propongo in [E] 18 ma mi rendo conto che al momento la mia idea è pura utopia.
Conclusione: come al solito Zhok non è banale e propone ottimi spunti di riflessione: per una volta però non condivido la sua proposta conclusiva: magari l’ho semplicemente frainteso ma non mi stupirei se in un futuro prossimo ritornasse su questo concetto espandendolo e chiarificandolo.
Nota (*1): vedrò di aggiornare l’Epitome su questo punto spiegando meglio che non so la risposta ma che comunque si deve contrastare le tendenze attuali.
Ombudsman (or woman)
3 ore fa
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