Oggi ero tentato di aspettare i risultati delle elezioni per scriverci un pezzo politico. Onestamente non so come andranno e comunque è difficile stabilire l’umore degli elettori con questo tipo di elezioni locali…
Contemporaneamente ieri sono usciti due video (beh, forse uno era già stato pubblicato due giorni fa ma io l´ho visto il giorno dopo) molto interessanti del Dr. Campbell e, ormai da tempo, avevo in mente di fare il punto della situazione sul covid-19.
Alla fine ho deciso che è più logico aspettare domani per il pezzo politico quando avremo tutti i dati definitivi e io ci avrò riflettuto durante la notte!
Partiamo dalle nuove informazioni, poi come le inquadro nell’attuale contesto e infine le mie “previsioni” sulla base di queste.
I video del Dr. Campbell in questione: Natural versus vaccine immunity e Antiviral game changer. Ah, i video si basano su ricerche israeliane (sono ormai da mesi partiti con le terze dosi) e inglesi: i collegamenti a esse si trovano nei rispettivi video.
1. Immunità naturale più efficace (in particolare con le varianti) di quella ottenuta col vaccino
2. Immunità naturale dura più a lungo (ancora non sappiamo quanto) di quella ottenuta col vaccino (che diminuisce significativamente dopo sei mesi).
3. Maggiori controindicazioni per chi si vaccina dopo essere guarito dal covid-19 (specialmente se la guarigione è recente): la probabilità di controindicazioni è 1,6 e 2,9 (in base ai vaccini usati) volte maggiore rispetto a chi non aveva avuto la malattia. La probabilità di ospedalizzazioni (in seguito alla vaccinazione) è superiore del 56% per chi aveva già l’immunità naturale.
4. Conclusione del Dr. Campbell sul fatto che le istituzioni puntino al benessere collettivo piuttosto che al benessere individuale.
5. La Merks ha annunciato ieri un nuovo antivirale efficace contro il SARS-COV-2 che, se preso nelle prime fasi della malattia, riduce le ospedalizzazioni del 50%. Entusiasmo dei mercati; gli USA si affrettano a prenotarne milioni di trattamenti. Ancora manca l’autorizzazione al commercio ma la Merks ha già avviato la produzione.
I punti 1 e 2 ovviamente evidenziano ancora di più l’inconsistenza scientifica del verdepasso e la sua natura sostanzialmente ricattatoria. Chi infatti è guarito dalla malattia ha il verdepasso per soli tre mesi. Semmai dovrebbe essere il contrario: chi è stato vaccinato dovrebbe avere il verdepasso per 3-4 mesi! (*1)
Ieri ho fatto un’ulteriore riflessione: ma l’efficacia del vaccino svanisce nel tempo oppure è semplicemente poco efficace con la variante delta? Io credo che sia una combinazione delle due cose: questo spiegherebbe come mai secondo una ricerca israeliana (notizia non confermata: v. La “buona” informazione italiana) la terza dose serva a poco: aumentano si gli anticorpi che però sono specifici per il virus originario e, suppongo, incremmentino di pochissimo la capacità di contrastare la variante delta.
Il punto 3 mi pare un’importante argomento a favore della decisione personale di vaccinarsi o meno: chi ha già avuto la malattia è più resistente di un vaccinato alle nuove varianti e, contemporaneamente, è più probabile che soffra degli effetti indesiderati provocati dal vaccino. Oltretutto avrebbe un aumento, anche notevole, di anticorpi utili però per il vecchio ceppo del virus che sostanzialmente non esiste più. Da non esperto in materia mi chiedo se questa stimolazione artificiale del sistema immunitario per combattere la variante originale non ne riduca addirittura la capacità di contrastare la variante delta (o altre).
Il punto 4 è molto importante e “spiega”, almeno parzialmente, le politiche dei governi occidentali.
In realtà ero a conoscenza di questo punto di vista già da metà aprile (v. Immunità varie) dopo aver visto una bella intervista a un virologo americano: per le istituzioni è più pratico sapere che tutti i cittadini hanno una certa soglia di resistenza al virus piuttosto che affidarsi a una presunta e variabile immunità naturale.
All’epoca però non avevamo i dati sulla diminuzione di efficacia dei vaccini nel tempo e non c’era ancora la variante delta ulteriormente resistente al vaccino.
Insomma 6 mesi fa questa politica del governo (vaccinazione a tappeto, anche di chi ha già avuto la malattia) poteva avere una sua base sia logica che scientifica: adesso non più.
Il punto è che per chi ha già avuto la malattia il vaccino non porta benefici ma solo pericoli. Per chi invece non l’ha avuta fornisce una discreta protezione dalla malattia che però scema nel tempo.
Il 5 punto è interessantissimo e probabilmente meriterebbe un articolo a parte.
Prima di tutto “non c’erano” fino ad adesso degli antivirali efficaci contro il SARS-COV-2 e, se ho ben capito, questo farmaco dovrebbe essere efficace anche contro altri virus. Insomma dal punto di vista medico potrebbe essere una nuova arma molto importante per combattere il covid e non solo.
Il Dr. Campbell era in un brodo di giuggiole ma a me ha colpito altro: il nome Merks non mi era nuovo. Pensandoci un attimo mi sono ricordato del pezzo Borody e altri di inizio settembre: qui citavo un articolo dove il Dr. Borody decantava le qualità dell’Ivermectin.
Ma all’epoca mi aveva colpito il titolo di tale articolo apparso su un sito finanziario: “Merck : Ivermectin Triple Therapy Protocol for COVID-19 Released to Australian GPs for Infected Elderly and Frontline Workers” su MarketScreener.com
Cosa era questa Merck che poi nell’articolo in sé non appariva? Alla fine avevo capito che era un’industria farmaceutica ma ancora non riuscivo a comprendere che relazione avesse con Borody e Ivermectin. Al momento ipotizzai che stesse lavorando a un farmaco a base di Ivermectin da poter monetizzare…
In realtà il nuovo farmaco della Merck non sembra avere niente in comune con l’Ivermectin ma il mio punto non è questo.
Sull’efficacia dell’Ivermectin, ormai diversi mesi fa, vi erano già una trentina di ricerche indipendenti (per non parlare del "miracolo" indiano) che, non ricordo esattamente la sintesi conclusiva, affermavano che questo farmaco, grazie al suo effetto antivirale, riducesse le ospedalizzazioni dell’85% circa.
Come sapete però le istituzioni occidentali si dichiarano scettiche: vogliono più ricerche, le vogliono a doppio cieco, le vogliono su un numero più alto di pazienti, vogliono più garanzie sulla sua sicurezza. Ma queste ricerche evidentemente le case farmaceutiche non le fanno (il brevetto dell’Ivermectin è scaduto e non costa niente produrla) perché sarebbe contro il loro interesse: dovrebbero quindi subentrare i governi che però, per motivi a vostra scelta (*2), non ci pensano neppure: va bene finanziare con miliardi le aziende private del farmaco ma assegnare, non so, 100.000€ a un’università per verificare l’efficacia dell’Ivermectin non si può fare.
In questo caso invece abbiamo una grande casa farmaceutica, la Mercks, che ha condotto una sola ricerca che però è stata accolta dai media e politica (vedi Biden come l’ha immediatamente benedetta) come definitiva e certa: adesso c’è solo da aspettare che la burocrazia della FDA ne approvi la vendita. Eppure anche in questo caso, se ho ben capito, si tratta di un farmaco del tutto nuovo che impedisce la replicazione del virus ma non il normale funzionamento delle cellule umane (comunque a uomini e donne durante il trattamento è sconsigliato di concepire). Come per i nuovi vaccini, anche in questo caso, non sappiamo se ci sono possibili effetti indesiderati nel medio o lungo termine (do per scontato che per il breve non ve ne siano).
Cosa molto importante l’autore/finanziatore della ricerca è la stessa Mercs, ovviamente parte in causa, le cui azioni sono immediatamente schizzate alle stelle. Non per nulla quando i ricercatori hanno degli interessi in gioco lo devono dichiarare perché, magari anche in buona fede, il loro giudizio potrebbe esserne alterato. Qui in gioco vi sono miliardi. Ah, il costo del trattamento col nuovo farmaco è di 700$: in pratica dieci pasticche da prendere in 5 giorni a 70$ l’una. Il costo dell’Ivermectin? Pochi dollari…
La sicurezza dell’Ivermectin? Altissima visto che il farmaco è usato da decenni (dagli anni ‘60) senza problemi (*3)…
Insomma questo è un caso evidentissimo di due pesi e due misure o, parafrasando, di 1 ricerca considerata affidabile e 30 ricerche considerate dubbie. Per capire come mai la bilancia sia inclinata tutta da un lato basta vedere da che parte sta il peso del profitto e allora tutto diventa chiaro.
Conclusione: mi sono dimenticato di aggiungere le mie previsioni per l’autunno/inverno! Ora ho già scritto anche troppo quindi sarò brevissimo e magari ci tornerò in seguito. Il punto è che non ho dati sull’Italia: paradossalmente conosco molto meglio la situazione USA e UK! Comunque credo che alla base del buon andamento dei contagi in Italia vi sia l’abbondanza estiva della vitamina D. Il bel tempo si è mantenuto anche per tutto settembre ma temo che da ottobre il caldo sia finito e le persone inizieranno a coprirsi sempre di più: da metà ottobre quindi mi aspetto un nuovo aumento dei contagi (la vitamina D necessità di un due settimane per essere assimilata): per provare a prevedere l'entità dell'aumento dovrei sapere tanti altri dati, come per esempio le vaccinazioni mese per mese (o almeno quante sono quelle più vecchie di sei mesi). A questo si sovrappone poi l’anomalia sempre più evidente dei picchi che salgono improvvisamente ma che poi crollano (ne scrissi uno o due mesi fa) come se qualcosa di importante nel modello della malattia non tornasse: vedi, per esempio, la previsione errata di aumento dei contagi fatta in UK ad agosto quando sono state tolte tutte le restrizioni e che poi non è avvenuta nelle dimensioni che erano state previste dagli “esperti”.
Insomma nel complesso credo che i contagi aumenteranno ma non sono sicuro se ci sarà una nuova ondata o no: però credo ci siano motivi per sperare che non sarà così (a meno di nuove varianti ancora più resistenti ai vaccini).
E a seconda della situazione mi immagino già i nostri politici attribuire ciò che va bene al verdepasso e ciò che va male al poco verdepasso!
Nota (*1): e in realtà il verdepasso rimarrebbe ingiustamente discriminatorio per chi non è vaccinato e non ha l’immunità naturale o non può dimostrarlo.
Nota (*2): la mia interpretazione per questo comportamento l’ho illustrata in numerosi altri pezzi e non starò qui a ripetermi.
Nota (*3): addirittura ho letto qualche settimana fa che l’agenzia americana per gli avvelenamenti ha segnalato pochi casi gravi di avvelenamento da Ivermectin (di persone che evidentemente avevano assunto il preparato per animali nelle dosi sbagliate) e nessuna morte mentre, paradossalmente, vi sono state delle morti per avvelenamento causate dai liquidi detergenti ora usati per pulirsi le mani all’entrata dei negozi: pochissimi casi e su centinaia di milioni di utenti quotidiani comunque paradossale che si discuta della sicurezza dell’Ivermectin...
alla prima stazione
1 ora fa
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