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giovedì 7 ottobre 2021

Palinodia

[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.8.0 "Verdepasso").

Ricerca interessante (suggerita su un articolo di Zhok): Increases in COVID-19 are unrelated to levels of vaccination across 68 countries and 2947 counties in the United States di S. V. Subramanian & Akhil Kumar su Link.Springer.com

In pratica non vi è correlazione fra percentuale di vaccinazioni e diffusione del covid-19 (attenzione! Questo non significa che i vaccini non proteggano ma solo che, complessivamente, non evitano la diffusione del virus). Vedi anche il corto Piccole e grandi soddisfazioni.

Copio e incollo parte delle conclusioni:
«The sole reliance on vaccination as a primary strategy to mitigate COVID-19 and its adverse consequences needs to be re-examined, especially considering the Delta (B.1.617.2) variant and the likelihood of future variants. Other pharmacological and non-pharmacological interventions may need to be put in place alongside increasing vaccination rates. Such course correction, especially with regards to the policy narrative, becomes paramount with emerging scientific evidence on real world effectiveness of the vaccines.

For instance, in a report released from the Ministry of Health in Israel, the effectiveness of 2 doses of the BNT162b2 (Pfizer-BioNTech) vaccine against preventing COVID-19 infection was reported to be 39% [6], substantially lower than the trial efficacy of 96% [7]. It is also emerging that immunity derived from the Pfizer-BioNTech vaccine may not be as strong as immunity acquired through recovery from the COVID-19 virus [8]. A substantial decline in immunity from mRNA vaccines 6-months post immunization has also been reported [9]. Even though vaccinations offers protection to individuals against severe hospitalization and death, the CDC reported an increase from 0.01 to 9% and 0 to 15.1% (between January to May 2021) in the rates of hospitalizations and deaths, respectively, amongst the fully vaccinated [10].

In summary, even as efforts should be made to encourage populations to get vaccinated it should be done so with humility and respect. Stigmatizing populations can do more harm than good. Importantly, other non-pharmacological prevention efforts (e.g., the importance of basic public health hygiene with regards to maintaining safe distance or handwashing, promoting better frequent and cheaper forms of testing) needs to be renewed in order to strike the balance of learning to live with COVID-19 in the same manner we continue to live a 100 years later with various seasonal alterations of the 1918 Influenza virus.
»

Volevo scrivere un corto ma già non sapevo dove interrompere la citazione perché mi sembrava tutta interessante! E allora ne approfitto per scrivere un pezzo più articolato...

La conclusione della ricerca riporta tutte informazioni e considerazioni che, a più riprese, avevo già scritto anch’io su questo ghiribizzo!
Mi limito quindi a segnalare un paio di dati che, in verità, non conoscevo:
1. Per il ministro della salute israeliano l’efficacia del vaccino contro l’infezione è del 39% mentre inizialmente si parlava del 96% (*1): vero è che adesso c’è la variante delta con la proteina spike diversa da quella originale su cui è basato il vaccino. In realtà ho sempre sospettato che l’efficacia dei vaccini fosse sovrastimata ma onestamente non ricordo se l’ho scritto su qualche pezzo.
2. Non mi è chiaro cosa si intenda con questa affermazione: sembra si alluda a una diminuzione di efficacia dei vaccini nel tempo ma non è chiaro se i dati sono normalizzati per il numero di vaccinati. Insomma qui ci sarebbe da capire meglio...

Detto questo bisognerebbe sapere se questo articolo è stato verificato dai pari: in particolare ho letto di dubbi sulla selezione del campione che potrebbe non tenere conto della densità della popolazione, dell’età media dei cittadini o del numero di tamponi usati per valutare il livello di diffusione del covid-19. A mio avviso, da non esperto, questi sono tutti elementi che si dovrebbero annullare fra di loro a meno che i singoli campioni non siano stati scelti a mano (per esempio considerando solo quei paesi/contee con bassa densità e bassa percentuale di vaccinazione E quelli con alta densità e alta percentuale di vaccinazioni).

Che il verdepasso sia solo un ricatto mi fu chiaro fin da inizio agosto: più recentemente abbiamo anche lo stesso parere, probabilmente più significativo del mio, di oltre mille accademici.
Da questo punto di vista la ricerca sullodata semplicemente ne ribadisce ulteriormente l’ipocrisia: il verdepasso non contribuisce a limitare la diffusione del virus semplicemente perché i vaccinati lo diffondono come i non vaccinati.

Ma veniamo al titolo di questo pezzo: palinodia.
Una palinodia (altra parola imparata tramite i miei esercizi per la memoria) è un’opera in cui si ritratta una nostra precedente teoria. Io, ovviamente, uso questo termine un po’ a modo mio…

Anni fa un mio amico mi disse che gli italiani sono un popolo intimamente fascista. Io all’epoca non lo presi molto sul serio perché mi sembrava una semplificazione eccessiva: ritenni che non ci si capisse sull’uso del termine, che magari il mio amico lo intendesse in maniera estremamente generica magari come sinonimo di "populista", non so.
Però la questione ha sempre continuato a ronzarmi per la testa e lo dimostra il fatto che a distanza di anni, almeno un paio, forse tre, me ne ricordo ancora.

Tanto è che adesso mi sono reso conto che aveva ragione lui, probabilmente per motivi diversi da quelli che pensava, ma aveva ragione. Il comportamento dei fautori del verdepasso nei confronti di chi non ce l’ha manifesta tutta l’arroganza e il senso di superiorità che doveva caratterizzare il fascista, intendo la camicia nera, verso chi aveva l’audacia di pensarla diversamente.

Ieri ho accompagnato un mio parente, un anziano affetto da un parkinson a uno stadio avanzato, dal suo neurologo: ero impaziente di parlarci a causa di un paio di episodi decisamente impressionanti dove non solo questo mio parente aveva perso i sensi, ma aveva avuto il respiro difficoltoso (e forse ne aveva saltati un paio), degli spasmi notevoli ed era divenuto cianotico. Io, non sapendo né leggere né scrivere, l’avevo disteso a terra sollevandogli le gambe per far affluire il sangue al cervello (ha la pressione bassissima): sinceramente in quei momenti avevo davvero creduto che la sua vita fosse a rischio. Il suo medico di base mi aveva confermato che avevo agito benissimo ma, chiaramente, mi sarebbe piaciuto conoscere il parere dell'esperto per affrontare efficacemente la prossima crisi.
Avevo chiesto a questo mio parente (che aveva fissato l’appuntamento) se fosse necessario il verdepasso (ovviamente ha fatto il vaccino a giugno ma non ha richiesto ancora la certificazione) e lui mi aveva risposto che non gli avevano detto nulla: per scrupolo avevo controllato in rete, forse su Ansa.it o addirittura su una pagina .gov, non ricordo. Comunque per gli ospedali (beh, questo era un multiambulatorio dove dei medici specialisti ricevevano i pazienti per visite private) non avevo trovato niente se non per le “sale d’attesa”: così avevo pensato alla tipica stronzata all’italiana e che, nel caso peggiore, avrei dovuto aspettare nel corridoio.
Invece, arrivati all’ospedale, abbiamo trovato sulla porta un cartello con su scritto che gli accompagnatori dovevano essere muniti di verdepasso: non so se erano stati loro più zelanti del necessario o se io avevo frainteso le indicazioni trovate in rete (possibilissimo) fatto sta che le infermiere di guardia mi hanno detto che non potevo entrare: nessun problema da parte mia, come sapete sono ligio alle regole anche se non le condivido, e mi sono solo limitato a far notare loro che se avessero avvisato avremmo potuto organizzarci diversamente (avrei potuto prendere il verdepasso temporaneo, avrei potuto far accompagnare questo parente da altri, avrei potuto scrivere un resoconto di ciò che era successo per il professore, avremmo potuto organizzare un collegamento telefonico etc.).
Ecco ed è allora che sono rimasto sorpreso negativamente: mi sarei aspettato un semplice “ci dispiace per il malinteso, queste regole non le abbiamo decise noi” o roba del genere per chiudere in maniera gentile la questione. Invece no: ho avvertito immediatamente che ero considerato come un terrorista munito di tosse esplosiva, un sub umano stupido e inferiore sia moralmente che culturalmente e, per questo, considerato appunto con disprezzo. Ho avuto la netta sensazione che se fossero state armate di manganello e olio di ricino si sarebbero sentite nel giusto nell’usarli contro di me.
È stato in questo momento che ho avvertito chiaramente la verità delle parole del mio amico: gli italiani, almeno la maggioranza di questi, sono davvero un popolo intimamente fascista. Fascista nel senso che si sentono immediatamente superiori a chi la pensa diversamente da loro, ovvero credono volentieri alla narrativa stabilita dall’autorità che li fa sentire superiori, una logica alla quale facilmente si adeguano sia per convenienza, che per quieto vivere che per pusillanimità. Gli italiani sono un popolo ignorante e frustrato, per questo sordo alla ragione e al buon senso, che vede nella facile rivalsa sul prossimo uno sfogo per il proprio risentimento verso le ingiustizie della società.

In realtà l’intuizione del mio amico si è dimostrata corretta ma solo per sbaglio: come chi nel 1940 avesse previsto che gli USA avrebbero vinto la guerra grazie alla Coca Cola, intendendo con questo non una metafora della loro superiorità industriale ma che la bevanda gassata avrebbe dato ai soldati statunitensi la superforza e l’invulnerabilità alle pallottole. Oppure come coloro che anni fa non credevano nel M5S perché Grillo “urlava e diceva la parolacce”: avevano ragione a non fidarsi del M5S ma non per il motivo giusto: ovvero che il M5S si è poi dimostrato essere un populismo apparente e non reale ([E] 13.4)!
Insomma non me l’aveva detto chiaramente ma secondo lui il fascista “dentro” ero io: come se qualcuno che è sempre contro la corrente come me possa farsi convincere e seguire la maggioranza a cui la dittatura fa sempre riferimento: una maggioranza composta da un 20% della popolazione totale di entusiasti del regime, seguiti con entusiasmo altalenante da un’70% di pecore che si adattano alla direzione in cui soffia il vento, compattata contro una minoranza del 10% che la pensa diversamente. La storia ci insegna infatti che di solito sono le minoranze (*2) a essere vittime delle maggioranze, non il viceversa.
In definitiva vi era una grave fallacia logica nel suo ragionamento: se la maggioranza degli italiani è intimamente fascista allora io, che fo parte della minoranza (della minoranza), non lo sono...

Conclusione: è difficile tirare le somme di questo pezzo scritto d’impulso dato che la parte iniziale sembra avere poco in comune con la seconda. In realtà il collegamento, che avevo istintivamente percepito, è dato dalla degenerazione del dibattito, non politico (assente: tutti i partiti d’accordo fra loro) o mediatico (assente: tutti i media ribadiscono le posizioni del governo) ma soprattutto sociale, sulle scelte sanitarie fatte. Non c’è un confronto sano e costruttivo ma, almeno in Italia, facendo appello al “fascismo innato” della maggioranza della popolazione, la stessa politica l’ha aizzata contro la minoranza che la pensa diversamente giustificando così non solo un'immotivata ostilità fra i cittadini ma anche una discriminazione sancita dalla legge che si traduce in un ricatto vero e proprio.
Significativa questa affermazione tratta dalla ricerca sullodata: «In summary, even as efforts should be made to encourage populations to get vaccinated it should be done so with humility and respect. Stigmatizing populations can do more harm than good.»
E lo sapete perché la discussione è stata allontanata da un confronto serio, pacato e realmente scientifico? Perché gli argomenti sono in verità in gran parte a favore della minoranza: per questo chi controlla le leve del potere ha preferito rovesciare il tavolo da gioco di una partita che sapeva di non poter vincere...

Nota (*1): in realtà, se ben ricordo, in Israele hanno usato solo il vaccino Pfizer e durante i controlli della fase finale di sperimentazione erano stati testati col tampone solo chi aveva qualche sintomo: in altre parole il 96% si riferirebbe non alla protezione dall’infezione ma alla malattia sintomatica. Invece, se ben ricordo, AstraZeneca controllò col tampone tutti i partecipanti alla sperimentazione e quindi i suoi dati si riferivano effettivamente alla protezione dall’infezione. Ma come detto AstraZeneca non è usato in Israele.
Nota (*2): vabbè, i parapoteri ([E] 4.1) ovviamente sono un caso a parte: è la minoranza dei parapoteri che controlla, con i media e la propria influenza in genere, gli umori della maggioranza per indirizzarla come fa più comodo.

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