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lunedì 25 ottobre 2021

La tessera mancante

[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.8.0 "Verdepasso").

Ormai sto perdendo interesse nello scrivere del verdepasso: quello che c’era da dire l’ho detto e adesso parlarne ancora mi costringerebbe a inutili, noiose e frustranti ripetizioni.
Ma c’è un’eccezione, un aspetto di cui non avevo ancora scritto: il primo ad accennarne mi pare che fu Zhok seguito a ruota da molti altri.

L’idea di Zhok è che il verdepasso non sia, né voglia esserlo, uno strumento sanitario: sì, ufficialmente era stato spacciato come un mezzo per limitare la diffusione della pandemia.
Chi come me ha seguito attentamente l’evolversi della pandemia comprese fin da subito che ciò era una bugia (e ora anche la scienza lo conferma con ricerche (*1)) e che in realtà fosse un ricatto per costringere alla vaccinazione.
Questo e altri concetti sono stati poi ripetuti da fonti ben più autorevoli del sottoscritto: ovviamente una minoranza ma ciò è normale perché pochi hanno il coraggio di opporsi al potere e rischiare la gogna mediatica. Non è la quantità che conta ma la qualità delle argomentazioni: solide da una parte, bugie e vuota retorica dall’altra.
Ma il potere persuasivo dei media è grande e la maggioranza delle persone sembra incapace di ragionare con la propria testa: vedremo. Piano piano che le prove scientifiche si accumulano anche gli esperti prezzolati saranno in difficoltà a negare l’evidenza.
Intanto ho notato su FB i miei amici sostenitori del verdepasso ammettono che è un ricatto “a fin di bene” per costringere i dubbiosi a vaccinarsi “a fin di bene” (di nuovo). Mi sembra che riconoscere questa ipocrisia sia comunque un piccolo passo avanti.

Ma torniamo alla tesi iniziale, ovvero al verdepasso come strumento di controllo informatico e primo passo in direzione del “Social Credit System” cinese. Chiaramente, quando nel 2017 vi furono le prime voci al riguardo, tutti inorridirono: ma state sicuri che da noi, cambiandogli nome, con i media a strombazzare come il sistema abbia tantissimi vantaggi, lo faranno divenire via via più appetibile.
Il verdepasso sarebbe quindi una prova generale o comunque un qualcosa su cui costruire aggiungendovi via via più funzionalità: diritti (che non sarebbero più tali) solo in cambio di obbedienza totale. Una società di schiavi docili e ubbidienti per servire i nuovi faraoni (i super miliardari) e costruire le loro piramidi (le multinazionali).

Temo che anche in questo caso l'intuizione di Zhok fosse giusta: ciò che trovo positivo è che diverse persone se ne sono rese conto prima di me. Questo significa che la consapevolezza che viviamo in una falsa democrazia è sempre più diffusa: al momento manca il parapotere ([E] 4.1) (né lo vedo all’orizzonte) che abbia la capacità di aggregare insieme questo sentimento diffuso (che avendo la forza della verità dalla propria parte sarebbe molto potente) ma almeno si sta preparando il campo ([E] 7.7).

In definitiva ancora non avevo riproposto questa prospettiva, oggettivamente distopica, ma l’avevo comunque già fatta mia. Anzi la davo praticamente per scontata perché, nell’ottica della mia Epitome, l’esasperazione del controllo per non perdere il potere sembra una direzione non solo logica ma anche inevitabile.

Conclusione: ci sarebbero tante altre piccole cose da dire ma voglio concentrarmi sull’essenziale: magari ne scriverò in appositi corti.

Nota (*1): Per esempio The impact of SARS-CoV-2 vaccination on Alpha & Delta variant transmission (ancora non verificata dai pari ma la fonte pare molto attendibile) dice in maniera inequivocabile (*2) che a tre mesi di distanza dalla seconda dose i vaccinati hanno la stessa probabilità di infettare di un non vaccinato: ergo il verdepasso concesso a chi ha fatto il vaccino da più di tre mesi non serve a evitare la diffusione del virus.
Nota (*2): in realtà i nostri media (v. il corto Altre voci) l’hanno equivocato e si sono limitati alla lettura della prima pagina dove viene detto che la probabilità di un vaccinato di infettare, a un mese dalla seconda dose, è molto minore di quella di un non vaccinato (cosa vera): il fattore tempo, con il rapido declino dell’efficacia, era nella seconda pagina...

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