È facile rimanere preda delle questioni che più ci stanno a cuore e dimenticare ciò che accade fuori dall’Italia e specialmente dall’altra parte del mondo.
In particolare trovo particolarmente preoccupante il confronto fra Cina e USA su Taiwan. A inizio giugno pubblicai il corto Taiwan mentre ad agosto vi ritornai in Sul futuro del mondo.
Nel frattempo la situazione non è migliorata e, anzi, ultimamente si sta aggravando. Qualche articolo recente:
Taiwan, forze speciali Usa in segreto sull’isola per preparare la difesa da un’invasione cinese di Guido Santevecchi su Corriere.it
e
La paura di Taiwan e il mistero dell’accordo tra Biden e Xi di Marco Lupis su HuffingtonPost.it
E poi, come mi ha fatto notare un amico, ci sarebbe la guerra silenziosa (ma non troppo) sui chip con le sue fondamentali implicazioni per l’economia…
Profitto vs vita - 9/10/2021
Periodicamente, quando mi capita di scrivere delle grandi multinazionali, tendo a ribadire un concetto che dovrebbe essere ovvio a tutti ma che, mi pare, non sempre lo sia: il primo obiettivo di una multinazionale è fare profitto e le considerazioni morali (v. anche Il profittismo) sono valutate solo in un’ottica di costi e benefici. Anche la vita umana si riduce a un prezzo e come tale viene considerata.
Per ribadire tale concetto di solito nomino il caso della Ford di cui venni a conoscenza in un corso sulla giustizia statunitense, poi cito l’industria del tabacco e infine, ma non sempre, le emissioni inquinanti falsificate in tempo reale dalle vetture Volkswagen: queste non crearono vittime ma sono illuminanti per evidenziare il comportamento piratesco delle grandi multinazionali.
Ecco, finalmente ho trovato un articolo che elenca questi casi e ne aggiunge un paio che non conoscevo: Corporations Would Literally Kill You to Turn a Profit di Nicole Aschoff su JacobinMag.com
Il titolo va direttamente al nocciolo della questione.
Riallacciandosi all’attualità questo implica che sia un tantinello ingenuo chi crede che le multinazionali farmaceutiche antepongano la salute pubblica al proprio profitto...
Altre voci - 9/10/2021
Nell’attuale sostanziale assenza di contraddittorio sui media tradizionali, dove il verdepasso è celebrato acriticamente come il sommo strumento per uscire dalla pandemia, chi come me la pensa diversamente rischia di sentirsi, come minimo, un po' a disagio. Perché poi, quelli che ho definito i “manovali dell’informazione” (v. Pezzo non scritto), si scatenano sia sulle reti sociali che (e questo è particolarmente grave) nella vita reale (v. Palinodia) e riversano su chi la pensa diversamente, con sussiego e sicumera, il loro disprezzo morale e intellettuale.
Di seguito presento una serie di video di audizioni al senato contrari al verdepasso: sicuramente ce ne saranno stati molti altri favorevoli a esso ma il mio obiettivo non è tanto cercare di provare quale parte abbia ragione (come la penso io del resto lo sapete) quanto che coloro che si oppongono al verdepasso non sono una massa di squilibrati, matti col cappellino di stagnola in testa che saltellano in mutande nelle pozze d’acqua, ma hanno delle ragioni, anche significative, dalla loro parte.
Poi può darsi (non lo credo, ma ipotizziamolo) che la ragione sia veramente dalla parte dei fautori del verdepasso ma questo non significa che chi la pensi diversamente non meriti rispetto e considerazione.
Partiamo da un giurista, Ugo Mattei:
Un medico oncologo e ricercatore, Mariano Bizzarri:
Intervento (il video è su FB)
Un medico/ricercatore di farmacologia, Marco Cosentino:
Un filosofo, Giorgio Agamben:
Ovvio poi che la commissione, dove i senatori sono ubbidienti burocrati, darà comunque parere alle nuove restrizioni e che, altrettanto certamente, il senato darà poi la fiducia al governo: ciò però non renderà meno forti le loro argomentazioni.
L’ovvio - 11/10/2021
A volte alcuni concetti mi sembrano talmente ovvi che non ci perdo tempo a spiegarli. Poi però, scorrendo i commenti su FB, scopro che alcune persone, partendo dalla stessa notizia, capiscono l’inverso di quello che capisco io.
Eppure a me pare logica elementare. Riproviamoci.
1. Il verdepasso è “spacciato” (*1) come uno strumento per evitare/contenere la diffusione del virus.
2. Il verdepasso è assegnato a chi ha fatto il vaccino, a chi ha fatto il tampone a pagamento (discriminazione economica) e a chi è guarito da tre mesi.
3. Mentre chi è guarito dal covid e che ha fatto il tampone si è certi che non infetta lo stesso non si può dire (che immagino costituiscano la grande maggioranza dei possessori del verdepasso).
4. Il verdepasso di per sé quindi non dice niente sull’eventuale contagiosità del singolo possessore.
Mesi fa mi si sarebbe potuto obiettare che è vero che anche i vaccinati possono infettare ma è comunque MOLTO meno probabile che lo facciano di un non vaccinato.
Non è così: una ricerca israeliana di pochi giorni fa afferma che la probabilità di essere contagiati (e quindi contagiare) fra un vaccinato da oltre tre mesi e un non vaccinato è uguale. Questo dipende da due fattori: A. il calo di efficacia del vaccino che diminuisce di mese in mese; B. i vaccini erano stati progettati basandosi sulla proteina spike del ceppo originale del virus; la variante delta ha la spike leggermente diversa e questo riduce ulteriormente l’efficacia dei vaccini.
Mi ero dimenticato la conclusione (ovvia)!
5. Il verdepasso è inutile per lo scopo dichiarato di ostacolare la diffusione del covid-19.
Nota (*1): il suo scopo reale è quello di essere un immorale strumento di ricatto.
Altra ovvietà - 11/10/2021
Ieri mattina ho letto su FB delle violenze dei “dimostranti no-vax” a Roma: un paio dei miei amici più vispi aveva immediatamente fatto di tutta l’erba un fascio (*1): “Ecco! Tutti i NO-VAX sono violenti! Dovrebbero dargli l’ergastolo a tutti quanti!” (*2).
Poi ho letto un articolo di Di Battista dove ricordava che adesso sui media si parlerà soltanto di questa vicenda invece che della svendita/regalo del MPS a UNICREDIT (senza menzionare il gravissimo conflitto di interessi di Padoan o i 5,5 miliardi di € buttati per un risanamento fasullo e che infatti non è servito).
Io gli commentai prima di partire (la domenica spesso vado in città da mio padre) il seguente:
«Infatti... non mi stupirei se "l'invasione" della CGIL fosse stata permessa proprio per poter poi dipingere i relativamente pochi facinorosi come "pericolo pubblico #1" e disyogliere così l'attenzione da cose ben più importanti (e dal vero oggetto del contendere dei no-pass seri)...»
Tornato a casa la sera ho verificato che anche Fusaro, Zhok (devo verificare Guzzi) e persino il Partito Comunista Italiano (*3) avevano riconosciuto subito il trucchetto. E, devo dire, anche vari amici di FB non si sono lasciati imbrogliare.
Nota (*1): bel gioco di parole, eh?
Nota (*2): e, per mantenere la giusta proporzione fra reato e punizione, ai mafiosi e assassini una pacca sulle spalle, eh?
Nota (*3): che, nonostante l’attacco alla sede della CGIL (la quale comunque da una ventina d’anni almeno non muove più un dito in difesa dei diritti dei lavoratori), ha parlato esplicitamente di “strategia della tensione”.
Il figlio della Concetta
4 ore fa
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