Oggi ho voglia di scrivere un pezzo leggerino: a che punto sono dei vari libri che sto leggendo? Più magari qualche commento che mi potrebbe venire in mente…
“Democrazia cosa è” di Giovanni Sartori: pag. 242 di 368 (considero solo le pagine utile, non quelle di bibliografia etc.).
Lo stavo leggendo speditamente perché molto interessante e utile ma mi sono fermato ad “aspettarmi”: i miei commenti sono infatti fermi a pag. 103!
Comunque bel libro: denso di informazioni e che colma molte mie lacune. Vi ho trovato diverse citazione adatte alla mia Epitome…
“The framers’ coup” di Michael J. Klarman: pag. 220 di 631.
Questo è davvero un librone! Il formato delle pagine è più grande del solito e i caratteri sono piccolissimi! Sicuramente non un libro per tutti: però la cronaca delle varie discussioni su diversi aspetti della futura costituzione americana sono interessantissimi per più motivi: 1. puramente storico (col senno di poi vi vedo già il seme della successiva guerra civile); 2. attuale: le problematiche affrontate sono analoghe a quelle della UE; 3. meccanismi puramente politici: come ottenere il proprio scopo, cosa cedere, come proporre un argomento etc.
Anche qui ci sarebbe da prendere qualche epigrafe ma non mi piace usare frasi da autori viventi quindi…
“La fabbrica del consenso” di Chomsky ed Herman: pag. 291 su 428.
Il libro analizza come sono stati trattati dai media degli eventi storici per trarre conclusioni sul loro funzionamento. La parte iniziale sulle elezioni in vari stati dell’America centrale l’ho trovata molto puntigliosa e ricca di dati ma anche molto noiosa. La seconda parte sull’attentato al Papa e la fantomatica “pista bulgara” è stata già più piacevole perché avevo dei vaghi ricordi di quelle vicende e mi divertiva vedere come veniva considerata l’Italia. La terza parte, che sto finendo in questi giorni, è sulla guerra del Vietnam: ero un po’ scettico perché il mio interesse per la vicenda è sempre stato bassissimo ma invece è al momento la parte migliore del libro. Ho capito tante cose nuove e, di sicuro, dovrò fare delle modifiche all’Epitome.
“I poeti della antologia palatina” a cura di Ettore Romagnoli: pag. 101 su 253.
L’ho iniziato da poco ma le poesie di pochi versi riempiono rapidamente le pagine.
Non ci sto capendo niente: nel senso che è impossibile farsi delle idee sui vari poeti dai pochi frammenti di testo sopravvissuti (e che poi leggo tradotti in italiano). Però è piacevole: lo leggo volentieri come ultimo libro prima di dormire…
Passaggi adatti per epigrafi al momento non ne ho trovati ma dovrei starci più attento perché qualcosa potrebbe esserci…
“Un nuovo mondo” di Eckhart Tolle: pag. 97 di 256.
Libro abbastanza leggero che si legge bene. Ancora non mi voglio sbilanciare con un giudizio definitivo, ma la mia sensazione attuale è che la visione dell’uomo che presenta, seppure valida, mi sembra dissociata da una lettura della società, della storia e della psicologia umana. Cioè sposando in toto la visione di Tolle dell’uomo si capisce l’uomo ma non tutto quanto vi è intorno a esso. Insomma mi sembrano che manchino dei perché fondamentali con le relative risposte. In pratica Tolle dice “L’uomo è XX e dovrebbe divenire YY” ma non spiega cosa renda l’uomo XX, lo prende come un dato di fatto, e ciò per me è inaccettabile: la società e la psicologia hanno un influsso evidente che però non viene analizzato.
E non è una questione di lana caprina perché l’uomo non potrà (a parte poche eccezioni) passare da XX a YY se non si rimuovono le cause che in primo luogo lo portano a essere XX…
“Dialogo sui due massimi sistemi del mondo” di Galileo Galilei: 49% su 97% (essendo un e-libro non ha le pagine ma so a che percentuale sono dell’intero contenuto; in genere la parte finale di questi libri sono messaggi tecnici sul libro, come il copyright, chi l’ha scansionato e simili: non essendo un libro cartaceo non è facile andare a vedere esattamente a che percentuale “finisce” effettivamente il libro: magari potrebbe essere il 98%, non so…).
Bel libro: l’inizio è faticoso perché ci si deve abituare al linguaggio e alla terminologia scientifica del tempo e poi perché, proprio dal punto di vista del contenuto, si esordisce con una dimostrazione filosofica che personalmente ho trovato molto pesante e che mi ha bloccato due volte.
Poi però il libro inizia a scorrere meglio: rimane il problema dei grafici minuscoli dove sono indicati elementi geometrici poi citati nel testo. In questi punti mi limito a capire l’idea generale e poi, come chi segue questo ghiribizzo avrà notato, magari mi diverto a fare qualche calcolo per mio conto…
Ho già trovato delle epigrafi carine e che, a suo tempo, inserirò nell’Epitome.
“Fenomenologia e genealogia della verità” di Andrea Zhok: pag. 53 su 310 (ma la parte finale è composta da varie appendici e non so se tutte saranno di mio interesse).
Di gran lunga il libro più pesante che sto leggendo: più pesante anche di Marcuse…
Il problema dei libri pesanti è che mi richiedono la massima attenzione: ne posso leggere solo poche pagine quando NON mi sento stanco e, magari, sono dell’umore giusto. Sfortunatamente lo stile ipertecnico era quello in voga negli anni ‘90 nelle università italiane e Zhok, probabilmente a una delle sue prime opere, non fa eccezione. Al momento la lettura è sospesa.
“Vite parallele” di Plutarco: 316 su 530 del II volume (i volumi in totale sono 4).
Al momento la lettura di questo libro è ibernata. Prima o poi la riprenderò ma non so quando. Difficile dire perché ho smesso di leggerlo: probabilmente mi sono semplicemente stufato di questo tipo di racconti. Poi il personaggio particolarmente antipatico di Gaio Mario non deve avermi aiutato.
Però non mi stupirei se ora che ne ho scritto lo riprendessi a leggere magari prima di quello di Zhok!
Come vedete i generi dei libri che sto leggendo sono tutti diversi (sebbene ovviamente vi possano essere delle sovrapposizioni: per esempio il libro di Chomsky è incentrato sull’analisi dei media e della loro comunicazione ma non mancano neppure gli elementi di storia recente) questo mi aiuta ad alternarli insieme senza confondermi. In genere in ogni seduta di lettura ne leggo almeno due, a volte tre. Non ritrovo più dove l’ho già scritto ma fare questo “spezzatino” è la maniera più efficiente per leggere libri impegnativi (non romanzi d’avventura) e assimilarne il contenuto.
Alcune idee infatti vanno meditate, hanno bisogno di un po’ di tempo per essere assorbite: leggere di fila un unico libro (che non sia un romanzo) equivale a fare un’indigestione che supera la nostra capacità di assimilazione di dati. L’alternativa è leggere un solo libro alla volta per poche pagine al giorno ma, in questo caso, si leggerebbero solo una manciata di libri all’anno…
Conclusione: difficile prevedere cosa finirò prima: probabilmente l’antologia palatina ma solo perché, nel complesso, è molto più corto degli altri libri. Altrimenti sono incerto fra Tolle (perché facile da leggere ma che non mi sta appassionando) oppure Chomsky (ma non so se manterrà lo stesso livello di interesse anche nelle parti successive alla guerra del Vietnam)…
L'esempio di Benjamin Franklin
2 ore fa
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