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giovedì 30 luglio 2020

Solo per i miei occhi!

Attenzione! Arrivato a metà della stesura di questo pezzo mi sono reso conto che esso è praticamente di nessun interesse per tutti eccetto me: per questo motivo vi ho aggiunto il marcatore “Peso”!
In effetti si tratta di una specie di bozza di idee aggrovigliate fra loro per la mia Epitome che, probabilmente, solo io posso capire. Perché allora lo pubblico? Ormai l’avevo scritto...

La rilettura/correzione su carta dell’Epitome, sebbene lenta, è molto proficua: noto dettagli che leggendo a video mi sfuggivano…

Uno dei capitoli “storici”, ovvero presente fin dalla prima versione pubblicata, è il 3.1 intitolato “Strutture e Ruoli”. Se non erro il tutto si basava su un qualche mio vecchissimo articolo del ghiribizzo…
Il punto è che, mentre il concetto di “ruolo” lo uso abbondantemente per tutta l’opera, quello di “struttura” è praticamente presente solo in questo sottocapitolo. Più volte avevo infatti pensato anche di eliminarlo del tutto eppure una vocina interiore mi tratteneva dal farlo: dentro di me, evidentemente, percepivo che si trattava comunque di un concetto utile.

Ebbene, mentre correggevo la mia versione cartacea, ho avuto un’intuizione al riguardo!
In questo pezzo cercherò di mettere nero su bianco quello che ho pensato in maniera da avere già le idee chiare quando poi andrò a modificare l’Epitome.

Il punto è che un ruolo è definito da protomiti esterni e interni. I protomiti interni sono le idee che il gruppo, ovvero chi svolge tale ruolo, ha di se stesso. Come, per esempio, gli avvocati vedono se stessi, il proprio lavoro, etc…
I protomiti esterni sono le idee che la società ha sul gruppo in questione: ovvero, per esempio, come la società vede gli avvocati e il loro lavoro.
L’insieme dei protomiti interni ed esterni definiscono la posizione del gruppo nella società e il suo grado di autonomia.

Ebbene lo stesso parallelo lo si può avere con le strutture.
In questo caso i protomiti esterni sono come la società vede una certa istituzione, per esempio i tribunali. I protomiti interni invece sono i regolamenti e gli statuti dell’istituzione, per esempio le procedure di un tribunale.

La struttura è quindi l’equivalente di un gruppo senza, ovviamente, essere composta da individui. Volendo è equivalente a una persona giuridica rispetto a una persona reale. Per altri versi è l’equivalente materiale di una realtà multisoggettiva.
Ciò che distingue una struttura da un gruppo è che questa manca di una propria volontà.

Immagino che per il lettore questa sottigliezza, anzi tutto l’articolo, avrà poco senso. Eppure è importante per me: mi permette di inquadrare questo concetto di “struttura” nel contesto generale dell’Epitome.

In alcuni capitoli dove scrivo di protomiti riferiti a un’entità astratta (o comunque non formata da individui) in realtà potrei usare il termine “struttura”.
Quando scrivo dei protomiti che definiscono, per esempio, la “democrazia” potrei usare il termine struttura. E automaticamente avrei struttura = protomiti interni + protomiti esterni. Ovvero, per esempio, come protomiti interni avremo la costituzione e come protomiti esterni la visione che la società ha della democrazia.

Insomma è un concetto che dovrò “ruminare” ancora un po’ ma mi pare evidente che arricchisca e normalizzi la mia teoria.

Prendiamo per esempio la mia definizione di “complessione”: «Il complesso di miti, protomiti, distorsioni, ruoli, strutture e le specifiche relazioni fra questi definiscono la forma di una particolare società in uno specifico momento. Questa visione statica della società la definiamo complessione.»
Sparisce un’incongruenza “filosofica”: in una realtà sostanzialmente illusoria definita da varie forme di protomiti queste “strutture di mattoni” stonavano e sembravano fuori posto. La verità è che anche le strutture sono fatte della stessa sostanza dei gruppi.

Il ruolo si può vedere come una particolare istanza di un gruppo.
Un altro esempio molto importante di struttura è una multinazionale: anch’essa definita da protomiti interni ed esterni. I protomiti interni sono le regole della multinazionale, il suo organigramma, la sua missione. I protomiti esterni è come la società, e magari le compagnie rivali, vedono la stessa.
In questo caso la struttura multinazionale potrebbe anche avere una sorta di propria volontà rappresentata dal suo consiglio di amministrazione e dagli alti dirigenti. In quest’ottica allora svanirebbe l’unica differenza sostanziale fra gruppo e struttura come in effetti indirettamente emerge già dal mio pensiero (sia nell’Epitome che forse, maggiormente, qui sul ghiribizzo).

Conclusione: ovviamente ci dovrò ragionare ancora un bel po’ ma le linee generali mi sembrano già ben tracciate...

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