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giovedì 16 luglio 2020

2°CC e CdRI

[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.6.0 "BW").

Sono giunto alla 12° lezione del corso sulla rivoluzione americana: la parte iniziale, che analizzava gli aspetti sociali mi aveva particolarmente interessato e mi era piaciuta molto. Però, via via che ci si avvicinava agli eventi bellici, fatti e date particolari iniziano a prendere il sopravvento: temevo quindi di non scoprire più spunti particolarmente utili per la mia Epitome.

Invece mi sono dovuto ricredere: probabilmente con un po’ di arguzia e maggior prontezza mentale avrei potuto rendermene conto da solo invece ci ho “sbattuto” il naso contro all’improvviso quando la sua evidenza era già sotto i miei occhi da un po’ (qualche lezione?).

Bisogna ricordare che le colonie non avevano particolari legami fra di loro, anzi spesso erano in competizione o avevano interessi contrastanti, e il legame diretto con UK era molto più intenso.
Come possono quindi tecnicamente mettersi d’accordo e collaborare insieme per un qualcosa di così complesso come la conduzione di una guerra? A livello di strutture istituzionali non vi era nulla: ogni colonia aveva la propria assemblea e il proprio governatore inglese ma non vi era una struttura che riunisse insieme le varie colonie.

Nel 1774 ci fu il 1° Congresso Continentale a cui parteciparono i delegati di tutte le colonie (e alcune non mandarono rappresentanti perché troppo costoso!). Ancora non si parlava per niente di indipendenza e lo scopo del congresso era semplicemente quello di trovare una risposta comune per riconciliarsi con UK.
Nel maggio del 1775 ci fu il 2° Congresso Continentale: i rapporti con UK si erano ulteriormente degradati e stavolta tutte le colonie mandarono, con criteri diversi (numero, deleghe e durata mandato) i propri rappresentanti.
In pratica questo organo improvvisato si troverà a gestire la guerra con UK e rimarrà in carica fino al 1781 quando verrà ratificata la nuova costituzione (e quindi prime elezioni, primo presidente degli USA, etc…).

Ora nella mia Epitome vi è (fra le tante altre!) una teoria molto importante che ho chiamato la Legge della Rappresentanza ([E] 5.4). Essa postula che quando un gruppo delega a un altro il potere di rappresentarlo e di farne gli interessi ciò avverrà solo quanto più non siano verificate le “Condizioni di Rappresentatività Imperfetta” (CdRI per gli amici).
In altre parole se le CdRI sono verificate gli obiettivi del gruppo delegato divergeranno da quelle del gruppo rappresentato e quindi, almeno potenzialmente, il secondo potrebbe non fare sempre (e coscientemente) gli interessi del primo.
Al contrario se le CdRI non sono verificate allora gli obiettivi di gruppo delegato e rappresentato tenderanno a coincidere e, proprio per questo, i membri del potere delegato cercheranno di fare gli interessi di coloro che rappresentano.
Il governo di un paese democratico è un caso ovvio: il governo è il potere/gruppo delegato mentre la popolazione è il potere/gruppo rappresentato.

In questo caso l’assemblea del 2° Congresso Continentale era il potere delegato mentre le colonie (*1) erano il potere rappresentato.
È quindi fondamentale chiedersi se e quando le cinque CdRI fossero verificate: esaminiamole una ad una.
1. «I membri del gruppo delegato non provengono dal gruppo rappresentato».
Non verificata: i delegati erano politici (di esperienza variabile) delle varie colonie.
2. «Lungo mandato dei membri del gruppo delegato».
Assolutamente no. I delegati erano in carica da poco più di un anno quando fu dichiarata l’indipendenza. Inoltre, con criteri diversi per ogni colonia, ci furono molte rotazioni fra i delegati: per esempio quelli della Virginia erano famosi per essere cambiati spessissimo.
3. «Scarso controllo dei rappresentati sui delegati».
Assolutamente no: i delegati dovevano spesso conferire con i “governi” delle relative colonie di appartenenza per decidere cosa fare e come votare.
4. «I membri del gruppo delegato non credono sinceramente al protomito della loro rappresentanza.»
No! Ci credevano moltissimo. Il clima che si era creato li rendeva degli eroi agli occhi della popolazione (che ad esempio accorse per salutarli e scortarli quando quelli del nord, là dove stazionava l’esercito inglese, scesero verso sud per andare alla sede del congresso a Philadelphia) ed essi sentivano chiaramente il peso della propria responsabilità e dovere.
5. «La non trasparenza e la scarsa comunicazione».
Relativamente: per l’epoca la trasparenza e comunicazione fu buona ma chiaramente limitata dai mezzi tecnici del tempo.

In pratica 4 condizioni e mezzo su 5 NON sono verificate: questo significa che, per la mia teoria, il 2° Congresso Continentale cercherà di realizzare col massimo impegno gli interessi dell’insieme delle colonie.

Sarebbe interessante ripetere questo esercizio col parlamento inglese (potere delegato) e colonie (potere rappresentato). Vabbè è facile: rapidamente…
1. «I membri del gruppo delegato non provengono dal gruppo rappresentato».
Verissimo: nessun colono faceva parte del Parlamento inglese.
2. «Lungo mandato dei membri del gruppo delegato».
Non lo so ma immagino che ormai in Inghilterra vi fossero politici specializzati di lungo corso. Quindi sono abbastanza sicuro che questa condizione sia verificata.
3. «Scarso controllo dei rappresentati sui delegati».
Le colonie non avevano nessun controllo sul Parlamento inglese.
4. «I membri del gruppo delegato non credono sinceramente al protomito della loro rappresentanza.»
Anche qui non sono sicuro ma ho la sensazione che i parlamentari inglesi sentissero di avere un dovere verso l’UK piuttosto che verso i coloni. So che c’erano un paio di rappresentanti che avrebbero dovuto fare gli interessi di tutte le colonie dell’impero britannico ma, ovviamente, immagino che questo loro dovere fosse solo sulla carta e non particolarmente sentito.
5. «La non trasparenza e la scarsa comunicazione».
Sì. Più volte nei miei appunti ho aggiunto note “[KGB]”, che stanno a indicare le mie riflessioni su quello che sto leggendo/ascoltando in quel momento, dove evidenzio la mancanza di comunicazione fra UK e colonie. Pochi sapevano e capivano le motivazioni reali delle azioni inglesi.

Insomma il Parlamento inglese, non sorprendentemente, aveva potenzialmente degli obiettivi molto diversi dalle colonie che, almeno teoricamente, avrebbe dovuto controllare. Senza aggiungere che vi erano vari livelli di distanza politica con i governatori reali nel mezzo (oltre che fisica, con l'oceano Atlantico).

Altro discorso ancora è se e quanto gli interessi delle colonie, ovvero del potere politico che le rappresentava, coincidessero con quelli della popolazione comune.
Qui il discorso sarebbe molto più ampio e complesso (andrebbero considerate le singole colonie che potevano avere caratteristiche anche molto diverse fra loro) ma la mia netta sensazione, per quanto appreso nelle lezioni precedenti, è che la convergenza di opinioni e volontà fosse comunque molto alta. Magari proverò ad affrontare questa specifica problematica in un pezzo a parte…

Ovviamente che il potere delegato abbia sinceramente a cuore gli interessi del potere rappresentato non significa assolutamente che la sua politica riuscirà a raggiungere tale scopo ma, di sicuro, ne è condizione necessaria.

Come al solito, ma io sono un po’ di parte, mi sembra un’altra conferma indiretta alla bontà della mia teoria.

Conclusione: per adesso continuerò a seguire le lezioni della professoressa Freeman anche se il fatto di non essere neppure a metà corso inizia a spaventarmi!

Nota (*1): credo che sia più corretto parlare di colonie piuttosto che della loro popolazione dato che i delegato non furono, almeno in genere, eletti direttamente dalla popolazione ma scelti dalle varie assemblee coloniali. Incidentalmente la legge dei gradi di distanza ([E] 5.5) postula che maggiore è la distanza fra gruppo rappresentato e delegato e più si differenziano i relativi scopi e obiettivi.

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