Passati tre giorni dalle elezioni in Calabria ed Emilia-Romagna sarebbe il momento di un commento “a tiepido” ma siccome da ieri sono in fase di febbre (suppongo qualcosa oltre 37°) troppo freddo non posso essere…
Anzi, ne approfitto subito per mettere le mani avanti: non mi sento neppure lucidissimo quindi, se scriverò qualcosa di poco chiaro o addirittura errato, sarà colpa della febbre!
Per questo, invece di tentare una panoramica complessiva mi limiterò a varie idee/riflessioni che ho fatto.
La prima riguarda la parabola del M5S: ormai da anni lo avevo chiaramente identificato per un populismo apparente (*1) e, nella mia teoria avevo predetto che, andando al governo, avrebbe dovuto mostrare il suo vero volto e, di conseguenza, perdere consenso.
Ora, a posteriori, è evidente cos’è successo dalle politiche del 2018: una minoranza del M5S, guidata da Di Maio, era ambiziosa (*1) ma Grillo-Casaleggio, punto centrale di riferimento per la maggioranza dei parlamentari e degli elettori, era invece rinunciatario (*1).
Alla fine, dopo molte trattative, si giunse al governo con la Lega con probabilmente, fin dall’inizio, l’obiettivo di sabotarne l’azione politica (vedi lo stesso Conte, Tria, Trenta e gli altri ministri pentastellati che, specialmente dopo le europee del 2019, hanno costantemente ostacolato l’attività della Lega).
Salvini, forse inevitabilmente, forse sbagliando i propri conti, fece saltare il governo a fine estate: la scelta logica sarebbe stata quella di tornare alle elezioni ma, probabilmente su comando decisivo di Grillo-Casaleggio, il M5S si immolò divenendo la stampella di quel PD contro il quale aveva per anni inveito definendolo, in pratica, l’origine di tutti i mali. Lentamente anche Di Maio è stato estromesso e delegittimato da Grillo-Casaleggio.
Adesso è tutto chiaro: Grillo-Casaleggio considera terminata l’esperienza del movimento e lo sta liquidando sostanzialmente soddisfatto di tornare intorno a un 5% in maniera da essere irrilevante. Ancora non ho idea di cosa sia stato promesso a Di Maio per acconsentire a questa auto-distruzione visto che avrebbe potuto evitarla con proprio vantaggio: suppongo che lo scopriremo a suo tempo.
Ora, in definitiva, il M5S si è distrutto per mantenere al governo il PD uscito sconfitto dalle elezioni del 2018: il fare la stampella a un partito sistemico, come spiegato, è nel DNA di ogni populismo apparente, colpisce però la velocità con cui il M5S è stato sacrificato.
Sulla vittoria del PD in Emilia-Romagna ci sono tre osservazioni da fare: 1. le Sardine sono state decisive; 2. conseguenze sul governo; 3. la salute del “PD”.
Sul punto 1 c’è poco da dire: anche se le Sardine valessero solo un 5% di voti sarebbero comunque state determinanti. Cosa siano politicamente le Sardine è un altro discorso e ne ho scritto altrove.
Sul punto 2 vado invece contro corrente: non credo che il governo sarebbe stato meno solido se avesse vinto la Lega: non c’è ormai nessuna relazione fra sostegno popolare e tenuta del governo. Che questo governo rappresenti ormai una frazione minoritaria degli elettori lo sanno tutti ma, soprattutto a chi comanda, ciò non interessa: l’unico scopo di questo governo è tirare avanti ubbidendo agli ordini di Bruxelles e finendo così per distruggere l’Italia. Sospetto poi che molti accordi, da cui sarà difficilissimo liberarsi, vengano o saranno fatti in segreto: Conte è questo.
Anche sul punto 3 c’è poco da dire: il PD adesso è baldanzoso come se avesse vinto da solo la Terza Guerra Mondiale ma in realtà è riuscito solo a conservare per un pugno di voti una regione che era sempre stata sua e senza possibilità di competizione per gli altri partiti.
Non so, forse a livello nazionale gli ha pure fatto bene essersi liberati del bullo di Rignano che probabilmente credeva, a causa del suo ego, di valere un 15% di voti mentre invece Italia Viva ne ha, forse, un terzo. Adesso però il PD sembra più pulito: Italia Viva è necessaria per il governo ma, al momento opportuno, gli verranno scaricate addosso tutte le colpe delle precedenti legislature. Insomma, probabilmente il PD, anche a causa dell’autodistruzione del M5S che si prende tutte le colpe, è in leggera ripresa ma, a livello nazionale, ben lontano dal poter aspirare a una maggioranza…
Incidentalmente non mi so spiegare l’aumento di Fratelli d’Italia: che ha fatto la Meloni meglio di Salvini? Bo: non seguendola mi è difficile capirlo. Ricordo solo che all’assassinio del generale iraniano Salvini si era nettamente schierato dalla parte di Trump mentre lei eri rimasta più fredda: ma da quando gli italiani seguono la politica estera?
Anche a rischio di farmi rialzare la temperatura voglio aggiungere qualche parola sulle Sardine: prima di tutto si sono guadagnate la “S” maiuscola perché comunque hanno dimostrato di avere una rilevanza se non nazionale almeno regionale.
Le mie critiche a esse rimangono però inalterate: in particolare in Sardine o ponti? scrissi «Mi pare molto più significativo come i media abbiano reagito a questo movimento: l’interesse e la simpatia dimostrata alle sardine indicano chiaramente che vi è già la volontà precisa di strumentalizzarle a favore del potere vigente (a cui i media tradizionali rispondono). È sempre così: i movimenti popolari che possono essere usati per stabilizzare la società (e il sistema di valori a essa associata) sono appoggiati con simpatia dai media che, lo ripeto, sono anch’essi strumenti al servizio dei parapoteri; se invece si tratta di un movimento di rottura, che vorrebbe cambiare il potere vigente, ecco che allora viene dagli stessi media etichettato come pericoloso, violento, distruttivo (e in Italia aggiungerebbero “fascista”).»
Qualche giorno fa ho ritrovato questo concetto, espresso con molta più magniloquenza, da Diego Fusaro:
La sintesi è “Guarda come ti tratta il Potere e ti dirò chi sei”. Poi, anche su molte altre considerazioni, sono completamente d’accordo (e le avevo già scritte).
Aggiungo che la mia teoria sul fatto che gli ex pentastellati fossero “vaccinati” contro la vuota ideologia delle Sardine si è rivelata completamente errata: almeno i 9/10 delle Sardine che conosco su FB (e questo sicuramente distorce le percentuali) sono ex pentastellati.
La cosa buffa è che la nozione di come i media fossero schierati in maniera compatta al servizio del potere era ormai assodata anche fra i miei amici/conoscenti del M5S: sapevamo che i media boicottavano il M5S dandone un’immagine distorta perché non volevano che guadagnasse troppo consenso.
Eppure essi, adesso che gli STESSI media inneggiano alle Sardine, non si rendono conto che, evidentemente, queste sono considerate utili al sistema (ovvero ai vari parapoteri e quindi contro la democratastenia (*1)).
Conclusione: possibile che solo io abbia imparato qualcosa dall’esperienza nel M5S? Evidentemente parrebbe così…
Nota (*1): sono troppo “cotto” per cercare i riferimenti alla mia Epitome: il lettore occasionale che si imbatta in questo pezzo sappia che la “strana” terminologia che uso è tutta spiegata nella mia Epitome. Di solito indico chiaramente il sottocapitolo o la nota di riferimento ma oggi non ce la faccio...
Nessun commento:
Posta un commento